Angolino:
(è lunga e noiosa, se volete saltatela e leggetela alla
fine. A
proposito, ho cambiato il font, che ve ne pare? Più bello,
vero?
-discorso che non c'entra niente-) salve
a tutti, qui è Neme. Con l'ultima one shot per la raccolta
“Dieci
volte tanto”. Proprio così, l'ultima. Oh,
non piangete, miei cari! -supponendo che qualcuno lo stia facendo
oppure anche no- è l'ultima, sì, ma solo
della raccolta!
Ci saranno altre occasioni, è del mio amato LaviRuki che si
parla,
ho scoperto che oltre a disegnarli è un piacere pure
scrivere su di
loro, e... ehm, basta rompere. Passiamo a questa benedetta one shot.
Pepperepèèè,
parliamo
di ma-tri-mo-nio! Andiamo con ordine. In principio furono i My
Chemical Romance e la canzone “To the end” che
parla proprio di
matrimonio, seppure alla maniera degli MCR. Perciò adattarlo
è
stato un po' difficile, anzi, a parte la frase citata mi sa che col
resto della canzone non c'entra molto, ma tant'è,
è venuto fuori
questo. Ma-tri-mo-nio! Il matrimonio LaviRuki non è roba da
niente.
Anzi, in teoria non si potrebbero proprio sposare, e questo
sarà
motivo di non pochi assilli per Lavi. Avrei voluto fare un POV doppio
ma non veniva bene, per cui ho adottato un POV di Lavi che mi esce
più “naturale”. Spero che Rukia risalti
bene anche se vista
attraverso gli occhi di Lavi -anzi, sicché Lavi ne
è innamorato
dovrebbe risaltare ancora di più, no? Ah ah- e pure lei,
quanti
assilli. Rileggendo il volume 11 di Bleach ho notato quanto si faccia
cogliere dai sensi di colpa -su, Rukia, pensa invece che Bleach
è
nato perché hai stravolto la vita a Ichigo facendolo quasi
ammazzare
al primo capitolo e tutto ti sembrerà migliore!- ehm, e
quindi
niente, spero che piaccia e di non aver stravolto troppo le cose.
Anche perché non penso abbiano il matrimonio come
priorità, ma già
che c'ero... ho voluto approfittarne un po', scusate...
Padre
Federico è un aitante prete -un bel figliolo, se permettete,
coff
coff- che compare nel numero 17 di D.Gray-man, compare poco,
sì, ma
ispira tanta simpatia e l'ho trovato adatto per l'occasione. Sono
sicura che piacerà un sacco anche a voi!
Bè...
eccoci alla fine. Bando alle ciance e ciancio alle bande, cosa dire
dopo questo breve percorso? Mi sembra ieri da che è
cominciata
questa raccolta ed eccoci alla decima. Voglio ringraziare dal
più
profondo del cuore tutti coloro che hanno letto, magari apprezzato,
trovato il tempo di recensire, di aggiungere la raccolta ai preferiti
o seguite, di scherzare, delirare con me, grazie davvero. Leggere i
vostri commenti ha reso la stesura di questa storia ancora
più
piacevole e stimolante. Quindi voglio rinnovare i ringraziamenti, uno
ad uno, fosse per me vi abbraccerei e riempirei di baci, ah ah!
Quindi
a Cassandra_Wolf,
KayeJ,
Haily,
zombiecch
-ti ho mai detto che ho una vera e propria fobia per gli zombie? Ma
tu sei l'eccezione, sappilo!- Ookami
san,
M
e g a m i,
Athanate,
Sidan,
Kuchiki
Chan,
Giuu,
Angy_Valentine,
Nexys,
Ucha,
Eyes
green
un grazie enorme per le splendide recensioni che mi hanno lasciato,
mi avete commossa, divertita, fatto pensare, insomma, vi ringrazio
infinitamente!
Angy_Valentine,
Cassandra_Wolf,
Giuu,
Kuchiki
Chan,
M
e g a m i,
matechan,
Ookami
san,
Haily,
grazie di cuore per aver inserito la raccolta tra le preferite!
Black_Sheep,
Ichi25,
JennyMatt,
KayeJ,
M
e g a m i,
matechan,
RedCherryFresh,
S
h a i l a,
Sarugaki145,
Sidan,
Tiamath,
Ucha,
zombiecch,
grazie infinitamente per aver inserito la raccolta tra le seguite!
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e apprezzato, davvero! E si
aggiungono anche persone che mi aggiungono -che odiosa ripetizione!-
agli autori preferiti, quindi rinnovo anche i ringraziamenti per loro
così non scordo nessuno: AgekessIce,
Akisan, Athanate, bebouska, Blastvampire, dragon ball z, Dragon
Girl13, Edhelwen, Eyes green, FediHime, Giuu, Hime89, Himepm, I r i
s, JennyMatt, Jolien, Kia chan 93, Kuchiki Chan, Kumiko_Walker,
Koroichan, LadyCharlotte, ladyshonen, LadyWolf_, M e g a m i,
matechan, Mela94, NicknameNonNoioso, RikaScorpion, Rose1487, S h a i
l a, Secret story, Seminy_53, shooting s t a r, Sky_Writer, Ucha,
Valentyn, zombiecch, Haily, _hicchan, Miyuki987. Grazie
di cuore davvero!
E
dopo questa lunghissima nota, vi lascio alla lettura, sperando che vi
piaccia e di leggere presto i commenti di tutti voi! Tranquilli, che
ci rivediamo presto con qualche nuovo lavoro! -magari LaviRuki... :le
lanciano pomodori in faccia:- (si sbraccia a furia di salutare)
[crossover
Bleach/D.Gray-man][LaviRuki][Het][Fluff][POV Lavi][Introspettivo]
Dieci
volte tanto
To
the end
«
If you marry me, would you bury me?
Would
you carry me to the end? »
(
Se tu mi sposassi, mi seppelliresti?
Mi
terresti accanto fino alla fine? )
[
To the end – My Chemical Romance ]
È
raro che all'Ordine Oscuro ci siano giorni lieti. Ad essere sinceri,
quando succede ci sentiamo addirittura stravolti, specie in
un'occasione importante come questa: un finder dell'Ordine si sposa.
In
realtà avrebbe voluto aspettare un po' ma, dato che le
missioni
stanno diventando sempre più pericolose anche per un finder,
ha
deciso di velocizzare i tempi e dare alla sua amata il proprio
cognome, “non si sa mai”. È una coppia
molto giovane,
volenterosa, simpatica, sono contento per loro. E poi da noi eventi
come questi capitano così raramente che equivale a una festa
nazionale.
Anche
Ruki sembra emozionata, più che altro è curiosa
di vedere come si
sposano gli esseri umani. Anche da loro il matrimonio è
sacro ma,
come volevasi dimostrare, abbiamo culture diverse e di conseguenza
modi diversi di celebrarlo. Mi racconta che per esempio loro non
sempre si scambiano le fedi, che spesso si scambiano una semplice
promessa. È interessante però vedere come anche
loro ci tengano, e
poi Ruki sembra addirittura una bambina, in quel vestitino blu che ha
deciso di indossare per questo matrimonio, tutta scalpitante che mi
chiede come funziona.
«
Prima di iniziare il prete dice sempre “se qualcuno si oppone
a
questo matrimonio parli ora o taccia per sempre”. »
« E
chi si dovrebbe opporre? »
«
Bè, può capitare. Poi si scambiano le fedi, le
promesse... è
tradizione che, dopo la celebrazione, si lanci il riso agli sposi per
augurare loro ricchezza e felicità. »
«
Lanciate il riso? Ma questo è uno spreco di cibo! »
«
Non dipende da me, Ruki... oh, e poi c'è il lancio del
bouquet. »
« Bu
cosa? »
Sembra
proprio una bambina, del mio mondo sa poco e niente ed è un
sacco
curiosa, contrasta molto con il viso serio e posato che ha. Ma
dopotutto ha anche lei i suoi sogni, le sue passioni, i suoi dubbi.
Sono contento, felicissimo che abbia deciso di condividerle con me.
Non starò a dire quanti mesi, giorni, minuti o secondi
esatti stiamo
insieme, ma cominciano a diventare davvero tanti e il mio sentimento
per lei non si affievolisce un solo istante, anzi. La amo sempre di
più. La sposerei. Ah ah, ma che scemo. Non potrei mai.
« Il
bouquet, il mazzo di fiori della sposa. Una volta uscita dalla
chiesa, la sposa si volta e lancia indietro il mazzo. La ragazza che
lo prenderà sarà destinata a sposarsi di
lì a poco. »
« E
funziona? »
« Ma
dai, ti pare? È solo una storiella che è entrata
a far parte della
nostra cultura, poi è divertente. Vedessi quante ragazze si
buttano
su quei fiori, sembra un incontro improvvisato di lotta. »
È
stata davvero una bella giornata, come non ne passavamo da molto
tempo all'Ordine Oscuro. Eravamo tutti invitati, anche gli shinigami
che hanno partecipato volentieri. Siamo sempre in guerra, ovvio che
viviamo feste come queste con un... ottimismo rinnovato. Non conosco
così bene questo finder che si sposa, se non di vista con
qualche
“ciao” di circostanza, ma sono davvero contento per
lui. Per uno
come me, che è sempre cresciuto nella guerra e ha visto
molte
famiglie distrutte, è bello vedere che c'è
qualcuno che ancora ci
crede.
Ho
perso il conto di quante donne ho incontrato che sono rimaste sole a
causa della guerra. Alcune non erano nemmeno sposate e dicevano
“ne
parlavamo, se solo l'avessimo fatto prima”, altre avevano
appena
dato alla luce dei bambini e si straziavano nel pensare che sarebbero
cresciuti senza un padre. È come se attraverso quelle
confidenze io
viva le loro vite e di conseguenza soffra per la loro situazione.
Perché io non ho affetti, non dovrei averne. Non ho
più un padre,
né una madre eppure, che strano, solo quando parlo con
questa gente
mi rendo conto di quel che mi manca. Forse anche i miei genitori
avevano creduto così ciecamente nel matrimonio, anche mia
madre avrà
lanciato il bouquet tutta contenta. Chissà com'erano felici
quando
si sono scambiati le fedi, o quando sono nato io. Chissà
quanto mi
volevano bene.
Ma
sono affetti a cui ho rinunciato presto e ho dovuto imparare a
farmene una ragione. Sì, le persone che si vedevano la
propria
famiglia distrutta mi facevano una gran pena, ma non dovevano
riguardarmi più di tanto. Credevo di essere sulla buona
strada,
dopotutto se non si prova niente si sta meglio, nessuno ti ferisce e
nessuno può spezzare una cosa che non hai neanche provato a
creare.
Poi
nella mia vita è piombata Rukia.
Così
diversa da me, eppure così necessaria.
Mi abbandonerei a
ricordi nostalgici di come l'ho conosciuta e di come me ne sono
innamorato, ma annoierei e basta. Con Rukia ho imparato a tener conto
di più del presente, il che è ironico visto che
io, in quanto
Bookman, dovrei tenere più conto del passato, della storia.
Ma
quest'ultima è fatta anche di presente, che dovrà
essere ricordato,
e io sono giunto ad un punto decisivo della mia vita, non solo quella
di Bookman, ma di Lavi: continuare a stare con lei, qualunque cosa
accada, amarla, onorarla, rispettarla nella buona e nella cattiva
sorte, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia
finché
morte non ci separi. E bla bla bla, lo sposo può baciare la
sposa,
alleluia e figli maschi.
Sarebbe
bello se fosse così semplice. Certo, la amo, la rispetto, la
onoro
in qualunque circostanza. Ma più di questo non posso
offrirle. Sì,
ho solo diciannove anni ma secondo la legge alla mia età lo
potrei
fare. Potrei... sposarla. Ma non posso.
Innanzitutto
io non ho un nome. Non posso presentarmi all'altare con un nome
falso, pertanto non posso farla diventare, che ne so,
“signora”.
Signora di cosa? Poi ho percorso un'intera esistenza senza coltivare
amicizie, senza parenti, non avrei nessuno a cui chiedere di farmi da
testimone -chissà se Allen lo farebbe. Per Yu nemmeno mi
azzardo a
chiederglielo- per non parlare del vecchio, mica posso presentarmi da
lui e dire “oh, sai che ho deciso di sposare
Rukia?”, quello non
sa nemmeno che la amo, che provo sentimenti umani. Non sono
sbagliati, ma fuorvianti per persone come noi. Sono un fastidio, ecco
perché conduciamo un'esistenza solitaria.
Però
Ruki, lei, senza nessun preavviso, è diventata parte di me.
Io la
amo e lei ricambia ed entrambi, stravolti da questi sentimenti
così
umani, ci sentiamo come persi. Non sapremmo
affrontare la cosa
se non fossimo uniti. Per questo ogni tanto, anche se ho solo
diciannove anni, anche se sono Bookman, sono arrivato a dirmi
“eppure
mi piacerebbe vederla con l'abito bianco”. Ma non posso,
perché a
parte l'amore non posso offrirle altro. Oltretutto sono pure
squattrinato e lei è una nobile, sai che bello farla
scendere dalle
stelle alle stalle.
Eppure
l'idea non mi pare malvagia. Questo sentimento che nutro per lei
cresce ogni giorno di più. Viviamo una vita fatta di
battaglie,
sangue, vittorie e sconfitte, appesi ad un filo con la morte alle
spalle pronta a spingerci. So bene che non sarebbero discorsi da fare
ma, se dovessi morire, vorrei lasciarla sapendola come...
bè... mia
moglie.
Mi
sono immaginato, certe volte, vestito in maniera sorprendentemente
elegante che tutto emozionato metto la fede al suo dito e lei,
bellissima, tutta bianca, sorridente, che ricambia e mi promette di
stare sempre con me, di amarmi, onorarmi e rispettarmi nella buona e
nella cattiva sorte eccetera eccetera. Anche il solo immaginare un
vestito da sposa per lei mi rende nervoso, mi fa arrossire, mi fa
venire voglia di inginocchiarmi a lei e dirle
“sposami!”. Ma non
posso. Perché a parte l'amore che ironicamente è
il requisito
fondamentale per un matrimonio, non ho altro da offrirle. Ad essere
sincero in teoria non potrei garantirle nemmeno di stare con lei
“finché morte non ci separi”, data la
mia posizione. Io non
starò all'Ordine per sempre, e lei prima o poi
tornerà alla Soul
Society. Non sembra un gran problema, abbiamo raggiunto un
compromesso su questo punto. Se lei dovesse tornare là,
potrebbe
sempre venire a trovarmi di tanto in tanto, potrebbe sempre vedermi e
raggiungermi. Anche se non dovrebbe, ma per me sarebbe disposta a
farlo. Pur di stare con me. Sapere che tiene a me così tanto
mi fa
sentire strano, eccitato, frenetico. Mi rende ancora più
follemente
innamorato.
Eppure
io voglio stare sempre al suo fianco. Svegliarmi la mattina accanto a
lei, abbracciarla mentre prepara la colazione, baciarla e dirle che
è
ancora più splendida del giorno precedente, riempirla di
complimenti
scontati, farle dei regali anche quando non è il suo
compleanno o
l'anniversario, prepararle il bagno quando è stanca. Sarebbe
una
vita così normale, lontana dalle guerre. Così perfetta.
Ma
non posso. Perché io non ho un nome, una casa sicura, uno
stile di
vita sicuro, a parte l'amore non posso offrirle altro.
E
allora, tanto vale viverla così, giorno per giorno. Non
siamo
sposati, ma chi se ne importa, no? Tanto posso baciarla comunque,
siamo felici lo stesso insieme. Ci amiamo.
A
volte me lo dice, quando facciamo l'amore. Dio, è bellissimo
sentirselo dire quando la persona che ami è un tutt'uno con
te. In
quel momento non puoi assolutamente mentire, devi essere un mostro
per riuscire a dire un “ti amo” falso con il
fiatone, con quelle
spinte che non ti danno tregua, con quelle mani che ti tirano
dolcemente i capelli, con quegli occhi, Dio, quegli occhi che ti
guardano, come fai a dire un “ti amo” falso in una
situazione del
genere? Forse una volta ci sarei riuscito. Forse. Ma Ruki conta
troppo per me.
Fare
l'amore con lei in qualche modo compensa quelle cose che non posso
darle: il nome, il futuro sicuro, la casa solida. Non abbiamo mai
parlato esplicitamente di questo, nemmeno durante il matrimonio di
questo finder, oh, lo invidio da matti, a lui è bastato uno
schiocco
di dita per rendere la sua amata la propria moglie. Ma forse Ruki
nemmeno ci pensa a sposarsi. O forse sì, chissà.
Ho quasi paura a
chiederglielo. Se mi dicesse di punto in bianco “ma che ti
salta in
mente?!”, sai che vergogna. Non è nemmeno il tipo
da fare minacce
come “se davvero mi ami allora mi sposi, se no
ciao”, per carità,
non lo farebbe mai. È già tanto se persone come
noi sono arrivate
ad accettare questi sentimenti così umani, non sbagliati ma
fastidiosi. Dicono che fare l'amore prima del matrimonio sia peccato.
Io e Rukia lo facciamo spesso, peccare in quel senso, intendo. Ma
perché non abbiamo altra scelta. Non abbiamo il diritto di
sposarci,
non qui, e mi sa nemmeno alla Soul Society. Ma non possono arrivare a
chiedermi di astenermi dal toccarla e amarla in ogni forma. Non ho un
nome, ma ho dei sentimenti, e li riservo a lei. Non è
sufficiente?
Tant'è.
Ce la viviamo così, ce ne facciamo una ragione. Siamo felici
comunque, ci amiamo e sì, pecchiamo quando ci va, anche
oggi, Dio, è
bellissimo, Ruki, muoviti così, non trattenerti, non
facciamo niente
di male. Certo, è un po' diverso dal solito. Ci tocchiamo
continuamente le mani, ce le baciamo a vicenda, ce le guardiamo, ce
le stringiamo. Di solito non ci perdiamo così tanto tempo,
di solito
le mie mani vanno dappertutto senza meta, visto che Ruki è
tutta da
toccare, dalla testa ai piedi, anche se è minuta, piccolina,
ma è
così morbida, come faccio a soffermarmi su un solo
particolare?
Eppure adesso le nostre mani sono strette a vicenda, sono salde,
calde, forti, potrebbe essere una cosa molto eccitante
perché ti dà
un senso di possessione incredibile ma no, per noi è
diverso, lo
percepiamo. Forse siamo solo più innamorati.
E in
effetti ho notato che le nostre mani si incrociano spesso anche in
missione, nei momenti più impensabili, quando un pericolo
incombe e
allora ci diamo forza così, “ti proteggo
io”. Non siamo sposati,
non ne abbiamo il diritto, ma è un po' come se lo fossimo.
Siamo
felici insieme, ci amiamo, ci onoriamo e ci rispettiamo, anche senza
fede al dito. Nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in
malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte
non ci separi.
Fino alla fine.
Io
non la lascio, non potrei mai. Specie in missione, specie quando si
ferisce. Ha perso conoscenza durante lo scontro, non è grave
ma devo
farla riposare da qualche parte. Mi guardo attorno cercando qualcuno,
ma forse la gente ha paura che facendo entrare un esorcista in casa
si veda invadere dagli akuma, per cui non gira molta gente. Poi vedo
la chiesa ed è una manna dal cielo, almeno lì mi
aiuteranno.
Dopotutto chiedo solo un letto su cui far stendere e riposare la mia
non proprio moglie ma una specie. Cioè. Lo vorrei, non mi
dispiacerebbe. Ma non posso.
«
C'è qualcuno? » bussò con fare
insistente. Sta anche cominciando a
piovere. Meraviglioso. «
Per favore, aprite!
Sono un esorcista, ho bisogno d'aiuto, per favore! »
Chi
mi apre è un prete dall'aria molto giovane, con dei lunghi
capelli
biondi e una pettinatura addirittura particolare per uno nella sua
posizione. Stringe tra le mani un rosario, la presa aumenta quando mi
vede, mi sa che tra pioggia e Ruki sulle spalle gli ho messo addosso
molta paura.
«
Santo cielo... entrate, entrate! »
Entro
di corsa, scuoto la testa per levarmi di dosso alcune gocce di
pioggia, mi guardo attorno e paradossalmente mi sento al sicuro. La
chiesa è vuota, ma dato che è notte fonda non mi
sorprende. Meno
male che c'era ancora qualche anima pia che ti aiuta. Oh, ave, statua
di Maria. Meno male che tu stai sempre qua al riparo, non hai idea
del temporale che sta scoppiando fuori.
«
Grazie infinite, padre. » meglio parlare a lui che ad una
statua. «
Mi scusi ancora per il disturbo, ma posso chiederle
ospitalità
finché non smette di piovere? O finché la mia
compagna non si
risveglia? »
«
Ma certo! Casa mia fa parte di questa chiesa, basta attraversare
questo corridoio. Falla stendere e riposati anche tu, hai un'aria
così affaticata, figliolo. »
È
molto gentile e premuroso anche. Offre acqua, pane e frutta, fa
stendere Ruki sul suo letto e accende il fuoco. Finalmente possiamo
riposarci, Ruki non ha ferite gravi, ma per colpa di una mia
distrazione ha preso una bella botta in testa e ha perso i sensi
durante lo scontro. Non è grave, mi dico, ma non riesco a
non essere
preoccupato. La guardo, spero che si risvegli presto. Sembra che stia
facendo un lungo sogno, sembra tranquilla. Com'è bella,
anche in un
momento simile.
«
Non mangi altro? » mi chiede il prete, appena rientrato con
un altro
cestino di frutta.
«
La ringrazio, ma sono a posto. Il restò lo
mangerà lei, quando si
riprenderà. A proposito, lei è...? »
«
Sono padre Federico. » mi fa un sorriso e io ricambio.
«
Non so ancora come ringraziarla, se non ci fosse stato lei
chissà
come starei messo. A dire il vero, non speravo nemmeno di trovare
qualcuno in chiesa, a quest'ora. »
«
Io vivo qui, proprio accanto alla chiesa. E poi ho già
aiutato
l'Ordine Oscuro in passato, sarete sempre i benvenuti qui. »
Si
siede accanto a me ed entrambi vegliamo su Rukia. A differenza di
molti altri “colleghi”, padre Federico vive in una
casetta
semplice, di poche stanze, senza sfarzo. C'è solo un
crocifisso
appeso al muro, e una cassetta sul camino su cui c'è scritto
“offerte”, ma si vede che non la usa per se stesso.
Anche se gli
anelli che indossa potrebbero far pensare il contrario, ma ad
un'occhiata attenta forse scoprirei che non sono preziosi. È
giovane, forse sulla trentina. Non smette per un solo attimo di
stringere il rosario tra le mani, dev'essere molto devoto. Una
bravissima persona, insomma.
«
Se vuoi fare una telefonata... » esordisce dopo alcuni attimi.
«
Oh, non si disturbi. Avvertirò dopo con il mio golem. Ora
vorrei...
aspettare che si riprenda. »
«
Certo, come desideri. Dopotutto, immagino che la prima cosa che
vorrà
vedere questa ragazza al risveglio sia tu. »
«
Bè, di certo si spaventerebbe, se si ritrovasse da sola in
un posto
che non conosce. » le accarezzo i capelli, nel frattempo. Per
fortuna non ha perso calore e il respiro è regolare. Si sta,
come
dire, concedendo del meritato riposo. Sta bene, per fortuna.
«
E gli altri nobili esorcisti stanno tutti bene? »
«
Mh? Oh, sì. Ce la caviamo. Sa, pochi giorni fa uno di noi si
è
sposato. »
«
Davvero? Felicitazioni, allora. »
«
Adesso sono in luna di miele. Anche se siamo un po' a corto di
personale, però il matrimonio è importante, no?
Due persone che si
amano hanno il diritto di vivere la loro vita senza preoccupazioni,
immagino. »
«
Di certo Dio veglierà su di loro. »
Annuisco,
senza dir niente. Devo ammettere che quando dicono cose così
non so
mai che rispondere. Dio... ma esisterà davvero? Certo,
è assurdo
che io pensi questo visto che lavoro come esorcista. Ma se Dio
esistesse davvero, perché permette all'uomo di far scoppiare
tutte
queste guerre? Libero arbitrio, certo. Eppure, quando l'uomo
tentò
di mangiare il frutto della conoscenza lo cacciò via senza
pensarci
due volte. Quando Lucifero tentò di spodestarlo lo
scaraventò negli
Inferi. Non capisco, ci sono un sacco di contraddizioni. Lascia che
gli uomini si facciano la guerra ma, quando cercano di essere come
lui, magari giusti, in grado di distinguere il bene dal male e
smettere di combattere così, li punisce, perché?
Permette che una
cosa così orribile distrugga intere famiglie. Ma davvero
veglierà
su quella coppia appena sposata? Davvero ci osserva, davvero protegge
sia me che Ruki? E perché se è tanto buono e
misericordioso non
permette che la sposi? È vero, sono giovane, ho solo
diciannove
anni, sono Bookman, ma amo così tanto Rukia, stiamo insieme
da così
tanto, che sono arrivato a pensare che non mi dispiacerebbe vederla
in abito bianco e amarla e onorarla fino alla fine. Lo so che non
è
così necessario per noi, ma non mi dispiacerebbe
considerarla mia
moglie. E io suo
marito. Ah, ma
questo poi
farebbe di me il cognato di
Byakkun? Ah ah, che ridere.
Io...
penso che non sarebbe male formare una famiglia.
Una cosa normalissima, fare una vita quasi banale. Sembra un copione.
Io mi inginocchio, le offro un anello comprato con sudatissimi
risparmi, le chiedo “Rukia Kuchiki, vuoi
sposarmi?”, lei commossa
mi dice di sì, organizziamo tutto, compriamo i vestiti, per
la luna
di miele facciamo il giro del mondo, poi andiamo a casa, nella nostra
casa, che
è tappezzata di
nostre fotografie, di nostri ricordi, e dormiamo nello stesso letto,
facciamo l'amore lì, dove ci capita, mi sveglio accanto a
lei
sorridendo, aspetto con ansia quel profumino delizioso della
colazione semplice, l'abbraccio, la riempio di complimenti scontati,
le faccio regali anche se non è il suo compleanno o il
nostro
anniversario, così, perché mi va, la porto a cena
fuori, a ballare,
oppure cucino io per lei quando è troppo stanca, o le
preparo un
bagno caldo e le lavo la schiena, e poi magari la guardo negli occhi
e le dico “sai, potremmo avere degli splendidi
bambini” e allora
proviamo ad averli, ogni giorno, senza stancarci perché ci
proviamo
con amore. Una vita banale, senza guerre, così perfetta.
Ma non posso.
«
Padre... secondo lei perché Dio permette così
tante cose brutte nel
nostro mondo? »
«
Mh? »
«
Ho visto tante donne rimaste sole a causa della guerra. Donne che
magari si erano sposate da poco o avevano appena avuto dei bambini.
Io penso che non dovrebbero esistere cose simili al mondo. Una
famiglia sembra la cosa più naturale del mondo, la
più insulsa,
eppure è importante. Allora perché Dio permette
che venga
distrutta? »
Padre
Federico mi guarda per qualche istante, per un po' si rabbuia, ha
capito come mi sento. Un po' disgustato dalla natura umana. Che
sciocchi, gli esseri umani. Non fanno altro che guerre e distruggono
delle cose tanto semplici quanto splendide come le famiglie. Due
persone che si amano e si giurano amore eterno sull'altare.
Poi
mi sorride, rivolgendo per un attimo lo sguardo a Rukia. «
È nei
momenti peggiori che le persone nobili d'animo si fanno avanti. Dio
osserva sempre il nostro operato e valuta da sé le persone
che, per
i propri cari, riescono a sacrificarsi e donare tutto l'amore di cui
dispongono. La casa del Signore è fondata sul rispetto e
sulla bontà
d'animo, proprio quello che tu hai dimostrato salvando questa
ragazza. Dio non abbandona persone così ammirevoli.
»
Sorrido,
un po' imbarazzato. Ammirevole? Io? Non mi sembra di fare niente di
speciale. Anche Ruki lo fa, per me. Dopotutto ci amiamo.
«
Posso intuire che questa ragazza sia per te qualcosa di più
di una
semplice compagna, dico bene? »
Oh,
cavolo. Forse mi sono sbilanciato troppo. Non mi sembra il tipo che
lo racconta in giro, ma ha un che di imbarazzante comunque per me che
sono Bookman.
«
Ehm, io... come dire... »
«
Siete innamorati? »
La
disinvoltura con cui me lo chiede mi spiazza completamente. Non mi
sono mai sentito così in imbarazzo in vita mia, ma di fronte
alla
realtà dei fatti, non mi resta che rispondere sinceramente,
per
quanto questo vada contro i miei principi. « Sì.
»
«
Allora forse un giorno vi sposerete anche voi. »
«
Oh, questo è impossibile. »
«
Come mai? »
«
Tanto per cominciare lei è un'aristocratica, io al confronto
sono
uno squattrinato. Ci sono alcune persone che si opporrebbero al
nostro rapporto. E poi io non posso offrirle niente. Non ho una casa
sicura, non posso garantirle nessuna sicurezza, non potrebbe prendere
il mio cognome, perché non ce l'ho. Posso darle solo l'amore
che
provo per lei, ma questo per la legge non è sufficiente.
»
Padre
Federico continua a sorridermi. « Ma per Dio sì.
»
Già,
a lui basta poco. Magari fosse così facile.
Ruki
riacquista conoscenza dopo circa un'ora da che siamo arrivati in
chiesa. Com'era prevedibile, si sente disorientata, non riconosce il
posto, si mette sulla difensiva ma poi mi vede, tira un sospiro di
sollievo nel vedermi vivo e si scusa per essere “crollata
come una
pera cotta”. Ma non importa, sta bene, è questo
ciò che conta.
Ora non ci resta che avvertire l'Ordine, fare rapporto e poi tornare,
anche col temporale.
Ruki
ringrazia di cuore padre Federico per essersi preso cura di noi,
mangia ciò che le è stato offerto, sta bene e io
mi sento davvero,
finalmente tranquillo. Non era niente di grave, ma ecco, non posso
fare a meno di preoccuparmi per lei, ormai. Perché siamo
tipo un
tutt'uno e quindi percepiamo quasi le stesse cose.
Padre
Federico però, che è giovane e in vena di
chiacchierare anche a
notte fonda, insiste perché restiamo, almeno
finché non smette di
piovere. È una bravissima persona. Solo un po'
chiacchierona. Forse
lo fa apposta.
«
Il suo compagno mi stava giusto dicendo che siete innamorati.
»
Lei
si volta subito verso di me con uno sguardo fulminante. Oh, glielo
leggo chiaramente negli occhi. “Perché glielo hai
detto?”. Eh,
Ruki, sai com'è, una chiacchiera tira l'altra e... e
vabbè, scusa,
non pensavo di far niente di male.
«
Oh, non imbarazzatevi così, non c'è niente di
male. Vi auguro ogni
felicità. »
«
Grazie... » è imbarazzata e si vede, ma per
fortuna padre Federico
è una brava persona e grazie a questo riesce a stare
tranquilla.
Dopotutto l'ha ospitata, mi ha aiutato a prendermi cura di lei.
«
Oh, ma certo. Devo pur ringraziarvi in qualche modo. » detto
questo
si allontana da noi e va dietro la scrivania, a trafficare nei
cassetti.
«
Ma che dice, padre? È stato lei ad aiutarci. »
«
Però voi eravate giunti qui per allontanare gli akuma, non
è così?
Avete dunque salvato questa città e la mia chiesa, e le vite
di
moltissime persone. Non posso non esservene grati. Perciò...
ecco. »
Ci
porge un foglio che odora ancora di carta appena stampata, ben
curato. Lo prendo tra le mani, Ruki si avvicina a me per leggere ed
entrambi rimaniamo a bocca aperta.
«
Un certificato di matrimonio?! »
«
Ma padre, le ho detto che io non... »
La
faccia di Ruki è paonazza, mi guarda ed esige spiegazioni.
Cioè,
non ha tutti i torti, ma che ne potevo sapere io che avrebbe fatto
una proposta simile? Ti giuro che non ho detto niente di
compromettente, davvero! Ho solo esternato ciò che provo per
te, non
è sbagliato, no...?
«
Come ho già detto prima che la ragazza si svegliasse,
è giusto che
delle persone pure come voi siano felici. E Dio accoglie chiunque
nella sua chiesa, non importa da dove venga. Sarà ben felice
di
unire due persone che si aiutano e si amano in questo modo come voi.
»
Davvero
era così facile? Bastava presentarsi da un prete qualunque e
dire
che amo Ruki? Ah, forse sto sognando. E poi non abbiamo i vestiti,
nessun invitato, non abbiamo organizzato niente e non abbiamo nemmeno
le fedi. Cioè, no, non si può, semplicemente.
Anche se non mi
dispiacerebbe più di tanto. Poterla sposare. Magari.
«
Padre, apprezzo quello che vuole fare, ma... capisce anche lei che
per noi non è possibile. La situazione di Rukia
è... particolare ed
io... non ho un nome, non ho una famiglia. Non ho nessuna garanzia.
»
«
Ma vi amate. Non è una garanzia sufficiente? »
Guardo
lei, Ruki, che è rimasta in silenzio ed è giusto
sapere cosa ne
pensa lei. Forse ho sbagliato tutto, lei in realtà al
matrimonio non
ci pensa nemmeno, non ne vuole sapere di abiti bianchi e scambi di
fedi, anche se sembrava così elettrizzata di fronte ad un
matrimonio
stile “mondo terreno”. Quando quella coppia si
è sposata, al
lancio del bouquet, ora che ci penso è stata lei a prenderlo
al
volo. E dire che non ci avevo dato peso.
Però
l'ho praticamente messa di fronte al fatto compiuto, tutto
perché ho
parlato troppo, tutto perché volevo la certezza che Dio,
qualcuno,
in qualche modo vegliasse sulla nostra felicità, fino alla
fine.
Coprirmi
con il foglio non servirà ad evitare l'imbarazzo.
Bè, sono un uomo.
Devo prendermi le mie responsabilità. Una volta sarei
scappato a
gambe levate. Forse. Ma Ruki, lei mi ha, come dire... stravolto.
Migliorato? Perché no?
«
Ti... ti piacerebbe, Ruki? » le chiedo, cercando di farmi
forza. È
rossa anche lei, siamo tutti e due così imbarazzati, lei
addirittura
non riesce a dire niente, confusa, disorientata. Mi schiarisco la
voce e parlo chiaro.
«
Mi vuoi sposare? »
Una
cosa simile l'avevo solo immaginata, pure in maniera diversa, un po'
più romantica. Pensavo che, se glielo avessi chiesto,
sarebbe stato
in ginocchio con un bell'anello e magari un mazzo di fiori, mica con
un certificato di matrimonio stretto tra le mie mani tremolanti, con
l'uniforme da esorcista, appena terminata una missione. Sono un
inguaribile romantico che fa disastri, vero?
Vedo
Ruki che si porta una mano al cuore. No, non svenire di nuovo! Guarda
che non c'è fretta, a me va bene anche aspettare vent'anni,
non è
un problema! In effetti io sono ancora giovane e poi ci sono un sacco
di problemi, va bene anche così, tanto ci amiamo comunque,
ci
proteggiamo a vicenda, cresciamo insieme, siamo felici, ecco, non
importa, cioè, sarebbe bello ma... ma dì
qualcosa, Ruki. Ti prego.
«
Ma tu... non potresti, no? »
«
Io... bè, in effetti non potrei. Più che altro,
se ti sposassi, non
varrebbe da nessuna parte. Di tanto in tanto pensavo che... mi
sarebbe piaciuto vederti con un bel vestito da sposa e presentarti a
tutti come mia moglie e cercare di offrirti quella vita piena di
sicurezze che meriterebbe qualunque moglie. Ma se a te la cosa non
interessa, dillo pure, senza complimenti. Mi rendo conto che non sia
una cosa leggera. »
«
Allora tu vorresti sposarmi? Mi sposeresti qui, adesso? »
Mi
faccio forza. Posso farlo, per lei sì. Dopotutto, l'ho
pensato
davvero e ho deciso di non vergognarmi più di fronte a lei.
« Sì.
Ti sposerei subito. »
Di
colpo il suo viso viene solcato dalle lacrime. Si trattiene, le
asciuga subito, si copre il volto. È imbarazzata e si vede
ma non
capisco se sia felice o no. Oddio, che ho combinato? Cavolo,
perché
per gli altri sposarsi è così facile?
«
Non importa se non vale... » comincia a dirmi. Mi stringe la
mano,
quella mano che ha stretto anche durante la missione, mentre facevamo
l'amore, oh, me lo ricordo bene, in quell'istante me la stringeva
tanto da farmi male, la baciava, l'ammirava e io ricambiavo, il
perché forse lo stiamo capendo ora. Forse entrambi
immaginavamo
delle fedi intorno a quelle dita. Oh, ma forse solo io lo sto
pensando.
«
Non importa se agli occhi degli altri non cambierà niente.
Nessuno... nessuno è mai arrivato a tanto per me. Spesso io
mi sono
sentita così in colpa per te, Lavi, che ho stravolto tutta
la tua
vita. Se non ci fossi stata io, tu adesso saresti il Bookman
perfetto, non correresti pericoli inutili per proteggere me. Per
colpa mia provi sentimenti che non dovresti avere e questo mi faceva
sentire un po' in colpa. A volte ci pensavo, sai? Al matrimonio,
intendo. Quando ho visto quella coppia sposarsi, era così
felice, e
lei così bella. In quel momento pensai che sarebbe stato
bello se
anche noi avessimo potuto farlo, ma sapevo che questo ti avrebbe
causato guai, perciò... ah, scusa. Sto dicendo un mucchio di
sciocchezze. »
«
No, non sono sciocchezze. Mi rendi felice, invece! Insomma, stavamo
pensando alla stessa cosa e non lo sapevamo, cos'è, siamo
diventati
telepatici? »
«
Dai, smettila di scherzare... » accenna un sorriso. Dio,
è
incantevole.
«
Allora, Rukia Kuchiki? Mi vuoi sposare? »
Sorride
ancora. Non piange. È felice e basta. «
Sì. »
Padre
Federico sorride a sua volta, riprende il certificato e lo appoggia
sul tavolo, mentre a me dà una penna e indica un punto
bianco del
foglio. Gli ho dato un'occhiata veloce ma grazie alla mia memoria
ricordo con precisione ogni cosa scritta lì sopra. In
pratica, i
coniugi si impegnano a mantenere la promessa di amarsi fino alla
fine, e io posso farlo. Questo requisito fondamentale ce l'ho, e
anche Ruki, per fortuna.
«
Non resta che mettere una firma qui. » ci dice padre Federico.
«
Ma io... le ho già detto che io non ho un cognome.
»
«
Lo so, ma non ti preoccupare, solo il nome sarà sufficiente.
Probabilmente in altri posti non avrà alcuna
validità come dite
voi, ma in questa città, nella mia chiesa, sarete marito e
moglie a
tutti gli effetti. »
Però
io il mio cognome vorrei darglielo. Se solo ne avessi uno. Pensare a
lei come alla signora... signora... uhm. Signora? Cavolo. Non posso
nemmeno inventarmelo così di sana pianta. Bè,
pazienza. Invece
della “signorina”, sarà la
“signora” Kuchiki. E io il signor
Lavi qualcosa.
Allora
scrivo. Lavi. Semplicemente,
l'uomo che ama Rukia Kuchiki e che se la sposa.
Le
passo la penna, ci guardiamo, lei mi sorride. Non tentenna come me,
sa bene cosa scrivere e la sua mano è veloce, decisa. Rukia
Kuchiki.
Alla
fine l'ho fatto davvero. L'ho “sposata”, anche se
in una maniera
non proprio romantica, anche se ho solo diciannove anni e sono
Bookman. Pensavo che sarebbe stato impossibile, che lei non avrebbe
voluto, non così, almeno. Forse un giorno lo faremo in
grande stile,
magari lo chiederemo di nuovo a padre Federico, chissà.
Comunque,
l'ho sposata o quasi, alla fine. E ne sono felice, in questo momento
delle eventuali complicazioni non mi frega niente.
«
Allora, come si dice in questi casi... io vi dichiaro marito e
moglie. »
Davvero?
Siamo sposati veramente? Rukia è mia...?
Ci
guardiamo, ancora una volta, e capiamo. Sì, è mia
moglie.
La cosa strana è che firmare quel foglio ha fatto
sì che me ne
rendessi conto, come se mi avesse fatto svegliare. Perché in
fondo
la nostra era già una vita tipo matrimoniale, anche senza
fedi,
senza bei vestiti e senza testimoni. Ci amiamo, ci onoriamo, ci
rispettiamo, e così sarà nella buona e nella
cattiva sorte, in
ricchezza e in povertà, in salute e in malattia,
finché morte non
ci separi. Di questo ne eravamo consapevoli sin da prima. Non avevamo
così bisogno di farlo, ma l'abbiamo fatto. Forse per esserne
consapevoli e avere la prova, un qualche segno del nostro passaggio.
Dio, guardaci, siamo due ragazzi che si amano, ci
hai
notati? Quindi vedi di augurarci ogni felicità, fino alla
fine.
La
stretta alla mano si fa più forte, lì dove
dovrebbe esserci una
fede. Ma non importa, è già tanto anche
così. È comunque mia...
mia moglie. E io suo
marito. E cognato
di
Byakkun, ma lui non lo saprà mai -forse-,
ah ah. Mi sa che gli verrebbe un colpo, poverino.
Non
varrà da nessuna parte, ma non importa. Per noi conta
tantissimo.
Padre Federico sarà l'unico a custodire la prova che Bookman
si è
innamorato e si è pure sposato con una shinigami.
È stato il
matrimonio più semplice, breve e assurdo della storia, roba
da
registrare. E invece no. Sarà solo per me e per Ruki.
Perché questa
è la mia storia, non
quella del mondo, che d'ora in poi percorrerò con mia
moglie -più
o meno- e anche se
non avremo una casa modesta, anche se non potrò portarla a
cena
fuori o a ballare non importa, la proteggerò comunque,
combatterò
assieme a lei, le starò accanto finché non
avrà esalato l'ultimo
respiro e la seppellirò, in un posto che andrò a
trovare tutti i
giorni e quando morirò anch'io mi farò seppellire
accanto a lei,
uniti anche dopo la morte -oh, già, per gli shinigami la
morte è un
discorso un po' diverso, comunque si è capito che intendo,
no?-
Ho
sposato Rukia -più o meno- per cui mi impegnerò a
fondo ad
onorarla. La terrò accanto a me.
Fino
alla fine.
P.s.:
mia moglie non ha comunque digerito il fatto che abbia spiattellato i
fatti nostri a sconosciuti mentre era addormentata. Le ho detto mille
volte che padre Federico l'ha capito da solo e ha colto alla
sprovvista anche me. Ha detto che per punizione forse mi lascia in
bianco alla prima notte di nozze, ahia.
P.p.s:
fortuna che era un “forse”!
E
per ultimo, ma non meno importante: amo
follemente mia
moglie.
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