CAPITOLO 11.
L’amarezza
riempiva di disprezzo il cuore di Byakuya Kuchiki, che camminava
velocemente,
quasi come se volesse fuggire.
Fuggire
da una verità inaccettabile.
L’adrenalina
gli impediva di fermarsi, così cominciò a
marciare con passo sempre più forte
fino ad arrivare in una radura poco lontana dal centro della
città.
Si
guardò attorno e si sentì profondamente
disorientato. La sua bocca si mosse in
una smorfia di disappunto. Portò una mano vicino ad essa e
respirò
profondamente.
L’aveva
baciata.
Aveva
sentito dentro di se quel fortissimo impulso che ormai lo perseguitava,
e alla
fine non ce l’aveva fatta.
Il
suo istinto non si era lasciato domare ed aveva reagito a quegli
innumerevoli
contatti.
Così
di sua iniziativa le si era avvicinato, l’aveva bloccata e le
aveva aperto la
bocca per sentire le sue labbra, la sua pelle….con sempre
più brama e intensità.
Chiuse
gli occhi e girò di scattò la testa quasi come
per distogliere dalla sua mente
quell’immagine.
Gli
era piaciuto, certo.
L’aveva
desiderato.
Dal
giorno in cui si erano rincontrati.
Da
quando si erano visti da Urahara ed era stato costretto ad andare a
vivere per
un po’ da lei.
Da
quando si vedevano di sfuggita mentre lui usciva.
Da
quando lei gli faceva i suoi “attentati” per poi
allacciarglisi al collo e far
sentire il suo bellissimo corpo premere su di lui.
Da
quando dalle scale, quella sera, la aveva vista con lo sguardo basso
mentre
tornava a casa. Con un viso così triste che quasi non gli
sembrava lei. Eppure
in quel bellissimo abito rosso.
E
lei poi lo aveva baciato.
Lo
aveva baciato rompendo quella barriera che fino a quel momento lo aveva
protetto non dando un nome ai sentimenti che provava quando lei gli era
vicino.
Quel
bacio aveva acceso in lui un sentimento che era rimasto oppresso da
anni e si
rifiutava di venir fuori.
Rinnegandolo,
rifiutandolo con odio.
Così,
tutto in una volta, aveva cominciato a bramarla, a
desiderarla…e l’aveva fatto.
Istintivamente
tirò un calciò sull’erba e alcuni
ciuffi verdi presero a volare lasciando
scoperto il terreno ancora umido.
Buttò
la testa all’indietro sperando di allontanare da se quella
delusione verso se
stesso.
Si
sentiva irritato perché si trattava di lei. Yoruichi Shihoin.
Una
donna irresistibile e seducente.
Una
donna che non aveva mai ignorato e non era mai uscita fuori dalla sua
vita,
dopotutto.
Se
non quando era stato costretto a dimenticarla credendo che fosse morta.
Poi
all’improvviso si era fatta viva, quando nessuno ormai si
aspettava di
rivederla.
E
da quel momento non avevano avuto alcun momento per chiarire, per
parlare.
Aveva
sì concretizzato che quella gattaccia fosse lì,
di fronte a lui, ma dopo…non si
erano degnati di ne di uno sguardo, ne di una parola, se non
occasionali.
E
poi era finito a Karakura, e non solo se l’era ritrovata
davanti durante un
combattimento contro un hollow, ma era stato anche costretto ad abitare
temporaneamente da lei e riscoprire che i suoi sentimenti per lei
ribollivano
ancora così vivi.
Strinse
i pugni.
La cosa che più lo infastidiva era assimilare quel suo stato
d’animo a quei
sentimenti che provava un tempo.
Era
giovane, inoltre era passato così tanto tempo che non poteva
neanche
ricordarsene, però non era certo un bambino.
Pensare
che potesse aver maturato dei sentimenti già da
all’ora lo aveva spiazzato.
Quei
sentimenti così maturi e quelle sensazioni di forte
eccitazione e di perdita
del controllo che da sempre lei sapeva suscitare in Byakuya erano
chiari. E gli
appartenevano da sempre.
Solo
che solo adesso lo aveva capito.
La
detestava perché lo prendeva in giro, perché era
assurdamente veloce e
fastidiosamente irrispettosa.
Però…però
gli piaceva.
Sentì
che nonostante tutto, Yoruichi si era saputa ritagliare una fetta del
suo cuore
che lui le aveva sempre negato.
Quella
stregatta incontrollabile, lui, dopotutto, l’aveva sempre
guardata con incanto.
Non
era stato capace neanche di dimenticarla.
Quella
sensazione di disapprovazione lo pervase ancora di più.
Fece
un salto e sparì, lasciando alle sue spalle il vento che
soffiava sulle foglie.
[…]
Il
vento continuò a scuotere sempre di più, fino a
far battere le finestre delle
abitazioni.
Yoruichi
avanzò verso una di queste e la chiuse energicamente, mentre
uno strano
rimescolio allo stomaco stranamente non riusciva ad abbandonarla
già da dieci
minuti.
Sentiva
il cuore in gola, e le labbra bruciare ancora per quel contatto durato
sì poco,
eppure così invadente e penetrante da averle immobilizzato
tutto il corpo.
Non
ricordava neanche se lo avesse ricambiato perché lo volesse
o per la foga con
la quale il ragazzo l’aveva premuta contro di se. Si era
sentita una volta
tanto impotente, avvolta da quelle forti braccia che invece non avevano
mai
osato sfiorarla.
Rimase
poggiata sul muro del corridoio, esattamente dove lui l’aveva
bloccata, e pian
piano la sua mente prese a prendere coscienza di ciò che
fosse accaduto
concretamente.
Byakuya
l’aveva baciata.
Fosse
stato uno squilibrio ormonale, o una pulsione di nervi o un lato
implacabile
del suo carattere…
Cercò
una qualsiasi risposta razionale, che comunque non venne.
Tuttavia
era stato un bacio a cui rimanere impassibili era pressoché
impossibile.
Strinse
le sottili braccia attorno a se e si sentì infinitamente
piccola nel ricordare
quelle di Byakuya quando l’avevano stretta.
Nessuno
l’aveva mai stretta così.
In
verità Yoruichi si trovava difficilmente in situazioni
simili.
Amava
scherzare, essere sensuale certo, ma divertendosi. E generalmente le
persone la
assecondavano e tutto finiva lì.
Però
mai qualcuno aveva riservato a lei quel tipo di atteggiamento,
spingendosi fino
a bloccarla vicino ad un muro e costringendola a vincolarsi alle sue
labbra
senza poter opporre resistenza.
Quella
sensazione le fece palpitare il cuore ancora una volta. Una sensazione
a cui
non era abituata, lei che era quella che provocava le persone
generalmente.
Perché
Yoruichi era una provocatrice e amava farsi desiderare, ma non era mai
stata
bramata da qualcuno così.
Pensare
che questo qualcuno fosse stato proprio Byakuya la sconvolse.
Per
un attimo si incolpò pensando che l’avesse turbato
mostrandosi per tutto il
giorno così non curante. Il fatto era
che…l’aveva fatto per auto difesa.
Non
era riuscita a reggere quelle rivelazioni sulla sua vita che
già conosceva, ma
che tuttavia l’avevano sconvolta quella notte.
Non
si sentiva forse più la sua Stregatta?
Non
lo sapeva…aveva solo voluto prendere le distanze per una
volta, e invece aveva
ottenuto un effetto contrario.
Si
diede un leggero schiaffo.
Guardò
fuori la finestra e vedendo il tempo peggiorare sempre di
più, si chiese dove
fosse andato quel ragazzo.
[…]
Tic.
Tac.
Yoruichi
scostò il viso dal libro che stava leggendo ormai da diverso
tempo. Sollevò
sopra i capelli i sottili occhialini a mezzaluna e guardò
l’orologio.
“L’una
e mezza. Chissà dove si è cacciato.”
Ritornò
al suo libro, ma la sua mente non riuscì a concentrarsi su
quelle pagine poiché
i suoi pensieri ritornarono velocemente al ragazzo dai capelli neri.
Non
era particolarmente tardi, ma non si aspettava che non sarebbe
rincasato.
Cominciò
a preoccuparsi dato che comunque non aveva sue notizie da quattro ore.
Per di
più, dopo un episodio come quello accaduto fra loro, sparire
era piuttosto
sospetto.
Da
sola cominciò a pensare di star farneticando troppo, non era
il caso stare in
ansia così.
Byakuya
era un uomo, adesso.
Tuttavia,
insomma…cosa poteva mai star facendo per strada
così tanto tempo? Non avvertiva
neanche il suo reiatsu, quindi probabilmente aveva ancora il gigai
addosso.
Niente combattimenti con hollow, dunque.
Sarebbe
sicuramente rincasato a momenti.
Si
adagiò meglio sul bracciolo del divano, abbandonando la
testa e lasciando
cadere il libro dalle mani.
Strinse
a se un cuscino e solo dopo ricordò che quello fosse di
Byakuya. Non lo
allontanò da se, comunque.
Cominciò
a sentire gli occhi pesanti e si chiese come mai il ragazzo non facesse
che
lamentarsi di quel divano definendolo scomodissimo.
Lei
lo trovava così bello ed accomodante.
Chiuse
gli occhi.
Aveva
davvero voglia di un bel pisolino.
La
notte prima aveva dormito così poco.
A
quel pensiero le ritornò in mente il motivo per cui aveva
faticato a prendere
sonno quella notte.
Ovvero
la sua lontananza dalla vita di quel piccolo Byakuya, che conosceva da
anni, ma
che effettivamente adesso era poco più di un conoscente.
Non
sapeva niente di lui, niente di cosa avesse vissuto…e non lo
avrebbe mai
saputo.
Era
successe tante cose, e queste erano anche finite.
Dopo
cento anni era più che normale, però…
Però
risuonava ancora così strano il fatto che del Byakuya che
ricordava
probabilmente non fosse rimasto niente.
Sentì
una strana amarezza che le fece corrucciare la faccia.
Il
passato non poteva tornare.
Il
tempo passa, anche se non ce ne accorgiamo. Possiamo solo cercare di
seguirne
il flusso e accettare che tutto diventa passato, prima o poi.
In
questo senso, mettendosi dal punto di vista di Byakuya, anche lei
apparteneva
al passato.
Una
conclusione non certo incoraggiante e che la fece demoralizzare ancora
di più.
E
chissà cosa lui ne pensasse veramente…
[…]
“Uh?”
Yoruichi
sollevò appena il capo dal bracciolo del divano.
Massaggiò
la schiena, che le doleva per via della posizione scomoda nella quale
si era
appisolata.
Guardò
attorno assonnata e pian piano la sua mente cominciò a
ritornare sveglia. Stropicciò
gli occhi e dopo un sonoro sbadigliò controllò
l’ora. Si sorprese quando
costatò che erano le tre del mattino. E Byakuya non era
ancora tornato.
Si
alzò di soprassalto e prese a girare per la casa sperando di
trovarlo da
qualche parte, ma niente.
Cominciò
ad allarmarsi.
Okay
che fosse uscito di casa, che avesse da lavorare e che già
spesso faceva tardi.
Il problema era che l’idea di non sapere dove fosse la
mandava in crisi. Se
aggiungeva poi quello che era successo proprio prima che lui lasciasse
la casa…
Deglutì.
Sapeva
che non era tipo da fare sciocchezze, figuriamoci! Era un ragazzo
responsabile,
però…Cazzo! No!
Non
lo sapeva!
Non
sapeva che genere di persona fosse Byakuya Kuchiki!
Non
sapeva cosa potesse balenargli in quella testa piena di fronzoli! Come
reagisse
e se magari avesse preferito fuggire da lei.
Perché
effettivamente il fatto che non si fosse fatto sentire dopo un
“evento simile”
le faceva pensare una sola cosa: fuga.
Byakuya
era fuggito perché non voleva affrontarla, forse.
Scosse
la testa violentemente, ragionando sull’unica cosa da farsi,
ovvero andarlo a
cercare.
Così
uscì di casa e cominciò a girare per la
città in lungo e in largo sperando di
sentire il suo reiatsu.
Il
forte vento che aveva soffiato tutta la serata si era calmato, tuttavia
aveva
fatto abbassare cospicuamente le temperature tanto da costringere
Yoruichi a
fermarsi per strofinarsi le braccia qualche secondo.
Era
stata troppo precipitosa ad uscire vestita così leggera.
Tuttavia fece un
profondo respiro e riprese a saltare per i tetti delle case.
Lanciò
uno sguardo verso i posti dove era solito trovarlo quando lo aveva
già cercato in
passato, ma di lui nessuna traccia.
Cominciò
davvero a preoccuparsi. Dove era finito?
Prese
a ragionare.
Se
Byakuya fosse stato a Karakura, avrebbe sentito il reiatsu di qualche
hollow ed
individuarlo non sarebbe stato così difficile.
Se
però non c’erano hollow in giro, allora
perché non era ancora tornato a casa?
Ciò
voleva forse dire che non c’era proprio a Karakura?
Caspita!
Più di una ramanzina, non aveva intenzione di riprendere il
discorso.
Il
fatto però che se ne fosse andato così rendeva
tutto più complicato.
Beh,
in effetti Byakuya era sempre stato un ragazzo problematico.
Pazienza,
la strigliata comunque non gliel’avrebbe tolta nessuno!
Così
fece un salto e cercò uno spazio adeguato per aprire il
Seikamon, la porta che
collegava alla Soul Society.
[…]
La
leggera brezza della notte soffiava sulle ampie radure a
quell’ora deserte
della Soul Society.
Una
riposante quiete rendeva quella zona come addormentata, mentre le
stelle si
riflettevano pulsando sulla superficie dell’acqua
contrastando con il nero del
cielo.
Era
una notte limpida, priva di nubi. Stare lì, fermi sulle
sponde di quel lago,
sapeva trasmettere una grazia incredibile, capace di trasportarti
lontano dalle
realtà.
Ed
ora come ora, essere lontani da tutto era qualcosa che davvero
ricercava.
Byakuya
Kuchiki era lì, immerso nei suoi pensieri da un bel
po’.
Era
arrivato già da un po’alla Soul Society. Un
po’ per distendere i suoi
turbamenti, un po’ perché aveva bisogno di
ritornare lì dove era il suo posto.
Dove le sue regole erano intatte, senza nessuno che potesse
sconvolgerle come
invece sapeva fare lei.
Erano
il suo pilastro, le sue fondamenta che lo tenevano in piedi.
Una
vera e propria trappola, dove al di la della quale non vedeva via di
fuga.
Talvolta
si sentiva imprigionato, come tutti.
Ma
senza quel posto dove vivere, si sarebbe sentito estraneo ed incapace.
E così
quello era diventato il suo mondo, l’unico nel quale
riuscisse ad essere il
Capitano Kuchiki.
Stare
da Yoruichi aveva significato perdere il controllo di tutto.
Così,
senza il suo castello, non aveva avuto nulla a cui sorreggersi.
Quindi
tornare lì, alla Soul Society, anche se per poche ore, lo
aiutò a respirare
quell’aria di cui si nutriva e dalla quale traeva forza,
senza cadere mai in
tentazione o venire a mancare ai suoi doveri.
Osservò
le sponde di quel lago non troppo lontano dalla sua abitazione.
Aveva
pensato di tornare a casa, ma alla fine aveva preferito stare lontano
da tutti.
Ciò di cui aveva bisogno era isolarsi e smaltire in qualche
modo le sue
preoccupazioni.
E
così alla fine aveva scelto quel luogo pittoresco, che in
qualche modo riusciva
a rassicurarlo.
Mentre
l’aria solleva i suoi sottili capelli tenuti fermi dal
copricapo della famiglia
Kuchiki, improvvisamente sentì alle sue spalle un reiatsu
familiare.
Si
voltò non credendo però fosse possibile che si
trattasse di chi aveva in mente,
così tornò velocemente sulle sue, riprendendo a
guardare il lago, quando una
voce chiamò il suo nome urlando.
“Byakuya!!!”
Si
girò appena, ma non ebbe il tempo di focalizzare il suo
interlocutore che sentì
una forte presa all’altezza della vita, che lo spinse con
un’energia
irrefrenabile facendogli perdere l’equilibrio.
Sentì
solo dolergli le ginocchia e le mani, ma soprattutto, si accorse di
essere
completamente fracido, immerso quasi totalmente dentro le acque del
lago.
Fece
qualche colpo di tosse, scuotendo la testa all’indietro per
portare i capelli
lontani dal viso, mentre scrutava la figura che aveva di fronte.
“Byakuya,
non fare stupidaggini!”
“Non
fare cosa..?!” esclamò incredulo. Poi
ritornò a lei. “Yoruichi, tu qui?”
La
donna, bagnata dalla testa ai piedi, con i capelli insolitamente lisci
e privi
di quelle punte all’insù che caratterizzavano la
sua capigliatura, era
decisamente diversa. I vestiti zuppi fasciavano il suo corpo, dandole
un’aria
innocente e sperduta.
La
ragazza alzò lo sguardo, e i suoi occhi si incrociarono con
quelli di Byakuya,
che in verità era a pochissimi centimetri da lei, incastrato
tra le sue
braccia.
Giusto
il tempo di scostarsi i capelli che la ragazza se ne accorse e subito
si
allontanò, rimanendo inginocchiata con il busto ancora
immerso nell’acqua.
Per
fortuna almeno erano caduti in una zona dove l’acqua era
bassa.
“Cosa
ci faccio io qui, mi chiedi? Tu piuttosto! Sai che ore sono?”
parlò lei
fingendosi disinvolta e cominciando a strizzarsi la coda di cavallo
quasi come
fosse uno straccio.
Byakuya,
dal canto suo, rimase immobile, come bloccato dal fatto di rivedere
Yoruichi
così, dopo quello che era successo tra loro.
Certo
non si aspettava che dopo un episodio del genere se la sarebbe
ritrovata così
vicino nella stessa giornata, e soprattutto che lei gli si sarebbe
buttata
addosso spingendolo dentro l’acqua a quel modo.
Almeno
non così presto.
Tuttavia
ritrovò subito la sua serietà e le rispose con
fare distaccato.
“C’era
una riunione alla quale dovevo partecipare.”
“Una
riunione!? Beh, potresti almeno inventare una scusa
credibile!!” sbottò lei. “Non
ti vedo da tutto il giorno, che ne so io che vai facendo e se magari
hai fatto
qualche stupidaggine.”
Il
ragazzo la guardò sinceramente confuso. “Qualche
stupidaggine? E perché?”
“Oh,
Byakuya! Che ne so!”
Rimasero
qualche secondo in silenzio, fu lo shinigami però ad
interrompere
quell’atmosfera. Voleva evitare ulteriori imbarazzi con lei.
“Non
credevo ci fosse bisogno di avvisarti. Sarei tornato domani.”
Yoruichi
strinse gli occhi trovano inaccettabile quella spiegazione.
Chi
sperava di prendere in giro?
Sapeva
benissimo perché se n’era andato.
Rimase
ferma ad osservalo, sentendosi fastidiosamente nervosa.
Probabilmente
perché non sapeva davvero cosa diavolo dirgli. Difficilmente
si sentiva a disagio
con qualcuno, quindi era un tipo di emozione che la disturbava non poco.
Si
strofinò le braccia fra di loro mentre
il suo sguardo si cominciava a perdere sempre di
più nella figura
di Byakuya, che
stava sulle sue come al
solito.
Quel
suo viso bagnato fece uno strano effetto su di lei, tanto da
costringerla a
deglutire.
Improvvisamente
avvertì un fortissimo brivido che le fece tremare tutto il
corpo.
Lo
shinigami se ne accorse, così si alzò leggiadro e
cortesemente le porse la mano
per aiutarla a mettersi in piedi.
“Non
credo vorrai stare immersa qui dentro ancora per molto.”
“Certo
che no.”
Malvolentieri
Yoruichi afferrò la sua mano, si mise in piedi e
provò ancora più freddo di
prima, visto che era completamente bagnata.
Anche
Byakuya era completamente zuppo.
Lo
osservò risalire sulle sponde, con quei vestiti pesanti che
oscillavano appena,
lasciando cadere qualche goccia d’acqua ad ogni suo passo.
Quella
divisa da shigami, generalmente ingombrante, adesso era più
aderente e metteva
in risalto la sua corporatura longilinea.
Cascavano
poi sulle sue spalle i lunghi e ordinati capelli corvini, ora divisi in
ciocche
e spezzati da pochi ciuffi fuori posto, che si confondevano nel colore
nero dei
vestiti.
Yoruichi
vide lo shinigami scostarsi di dosso l’haori e fare per
porgerglielo. Ne
approfitto per spezzare la tensione, così
incrociò le braccia e lo guardò
sarcastica.
“E
tu pensi che mi metta addosso un haori già zuppo? Vuoi farmi
venire un
accidenti, allora.”
Byakuya
si risentì leggermente, ma non aveva alcuna voglia di
discutere. Così
riposizionò l’haori sulle spalle.
Tuttavia
una parte di sé fu felice di notare che stessero tornando
a…bisticciare come
sempre. Paradossalmente cominciò a rilassarsi solo dopo quel
momento.
“Volevo
solo essere cortese.” Disse quasi fra se,
dopodiché si sedette sull’erba e
prese a strizzare i lembi dei suoi vestiti.
Yoruichi
lo vide poi portare una mano all’interno della sciarpa e
tirarla via
velocemente, sfilandola e lasciano il suo collo scoperto. Non seppe per
quale
motivo, ma le fece ribollire il sangue pensare anche solo per un
istante che
lui si stesse svestendo proprio davanti a lei.
In
quel momento Byakuya le stava facendo un effetto davvero strano che non
le
faceva comprendere il suo stato d’animo.
Sentì
delle curiose pulsazioni smuoverla dentro. Dopodiché
praticamente si buttò a
fianco al ragazzo.
Byakuya
rimase ad osservarla non riuscendo ben a descrivere
l’espressione della ragazza.
Sembrava…a
disagio?
Probabilmente
era per quanto era accaduto.
Ma
non gli andava di parlarne. Cosa avrebbe dovuto dirle dopotutto?
Ora
come ora quel silenzio imbarazzante era il male minore rispetto
l’affrontare
quell’argomento.
Yoruichi
sospirò profondamente. Si girò e lo
guardò imbronciata.
“Beh,
che fai? Resti qui allora?”
Incrociare
il suo sguardo di nuovo generò in lui quella trepidazione
che stava cercando di
scacciare da tutto il giorno ormai.
Prese
a guardarla intensamente specchiandosi in quei suoi bellissimi occhi
felini,
quasi come sperando che lei non potesse vederlo. Questo per poter
rimanere
così, fermo a guardarla senza sentirsi in soggezione. Era
una sensazione
piacevole che se da una parte lo spiazzava, dall’altra gli
trasmetteva un
calore immenso difficile da descrivere.
Dovette
però tornare velocemente alla domanda della ragazza, prima
che lei si
accorgesse che la stava osservando con troppa insistenza.
Così
portò gli occhi dritto dinanzi a se, e rispose con tono
basso.
“No.
Visto che sei venuta fin qui, torno.” Abbassò lo
sguardo. “Se per te va bene.”
Aggiunse.
La
ragazza fece un sorrisetto sarcastico.
Abbracciò
le gambe comprimendole contro il petto, prendendo poi a dondolare in
avanti ed
indietro, dopodiché si alzò e si
posizionò di fronte a lui.
“Sì,
sì, certo. A proposito, ti hanno detto qualcosa sulla
tua… permanenza a
Karakura?”
Chiese
lei in realtà volendo spezzare un po’ il ghiaccio.
C’era una tensione fin
troppo evidente da parte di entrambi.
Byakuya
però parve pensieroso, quasi come se non sapesse se parlare
o no.
Lo
vide rivolgere lo sguardo altrove, così lei piegò
la testa per incrociare i
suoi occhi che non facevano che divagare.
Prima
però che potesse punzecchiarlo per farlo reagire, il
capitano decise di
rispondere senza troppi convenevoli.
“Sono
insorte diverse complicazioni, e per questo pare che la mia permanenza
a
Karakura non sia stata discussa.” Disse costatando che quello
fosse il momento
più adatto per dirle ciò che gli aveva detto
Renji in verità già da diversi
giorni.
“Cioè?”
chiese lei seguendo la figura dello shinigami mentre si rimetteva in
piedi.
“Cioè…”
ripeté lui quasi in un sussurro assumendo
un’espressione imbronciata, come di
chi deve ingerire un boccone per niente di suo gradimento
“…non so quanto
ancora dovrò restare.”
A
quell’espressione così infantile, Yoruichi
scoppiò a ridere, non riuscendo a
trattenersi.
Inutile
dire che Byakuya la ricambiò inorridito.
“Che
hai da ridere?”
“Hai
fatto la stessa faccia di quando eri ragazzino!”
Il
ragazzo si innervosì ulteriormente a quella battuta.
Non
bastava che lo trattasse per davvero come cento anni prima, adesso
cominciava
anche con degli assurdi ed improponibili paragoni.
Vedendolo
così, Yoruichi cercò di calmarsi e
ritornò seria. Portò una ciocca di capelli
all’indietro che le pendeva sul viso, e poi si rivolse a lui.
“Okay,
nessun problema. Sarà uno spasso averti
per…” alla fine non resistette e prese
a guardarlo di nuovo con la sua espressione canzonatoria e provocatrice
che a
lui tanto ‘piaceva’
“…per…per i prossimi giorni? La
prossima settimana?
Prossimi mesi…? Prossimi…cento anni?”
Byakuya
sgranò gli occhi ad una prospettiva simile, così
si voltò e rigò dritto non
rispondendola nemmeno.
Yoruichi
rimase ad osservarlo ancora in preda alle risate.
Ora
però che lui le dava le spalle, sorrise più
dolcemente e lo guardò felice che
lui stesse bene.
In
fin dei conti, si era davvero preoccupata per lui e sapere che adesso
tornassero a casa assieme era comunque un sollievo.
Dal
canto suo Byakuya non riusciva proprio a capire come lei riuscisse a
scherzare
su un qualcosa che a lui comportava non pochi problemi.
Rivederle
quell’atteggiamento da una parte lo aveva irritato, come
sempre. Eppure era
stranamente felice che tra loro non fosse cambiato nulla.
Si
voltò appena indietro, verso di lei.
La
osservò mentre portava le mani sul viso e starnutiva
violentemente.
Infreddolita,
tremante e con quegli occhi languidi per il freddo. Spostare il suo
sguardo da
lei gli fu praticamente impossibile.
Quella
dannata stregatta ormai lo stava facendo letteralmente impazzire,
rompendo
tutti i suoi schemi, le sue abitudini e risvegliando quella parte
assopita di sé
che gli era stato imposto di reprimere nel corso della sua vita.
“E-Eeeee…Etciù!!”
Quello
starnuto lo fece ritornare alla realtà, e solo allora si
accorse che lei gli si
era avvicinata fulminea, e lo stava scrutando con fare sospetto.
Byakuya
sgranò gli occhi, sentendosi enormemente a disagio non solo
perché se la fosse
ritrovata così vicino troppo improvvisamente, ma soprattutto
per
quell’espressione, che sembrava pronta a dire una delle sue.
Ora
come ora non aveva la lucidità per reggere il colpo.
Yoruichi
piegò appena la testa, e istintivamente lo shinigami schiuse
le labbra,
portando la lingua fra i denti e non sapendo bene come muoversi.
Deglutì
e richiuse la bocca, ritrovandosi quel viso sempre più
vicino.
A
questo punto non riusciva più a capire se stesse accadendo
nella sua testa
oppure per davvero lei gli era così vicina.
La
ragazza portò le mani sulle sue spalle. Quel tocco lo fece
rabbrividire. Sentì
la pelle propagare quella sensazione per tutto il corpo, facendo
scorrere
dentro di lui una fortissima scossa di piacere e di trepidazione.
La
loro frequenza aumentò sempre di più quando lei
cominciò a fargli scivolare di
dosso il suo lungo haori bianco. Perché stava facendo
così?
Poteva
sentire quasi il suo respiro che soffiava caldo sul suo petto, ma non
riusciva
a comprendere cosa la ragazza volesse fargli capire.
Sentiva
solo il suo calore sulla sua pelle umida. Così
piacevole…così intenso…
“Anche
se bagnato, ci ho ripensato.” Sfilò
definitivamente, con un gesto veloce,
l’haori dello shinigami, il quale rimase ancora
più impietrito a guardarla. “Fa
troppo freddo.” Ammiccò.
Byakuya
rimase a guardarla attonito, completamente stordito,
tant’è che cominciò a temere
che questa volta la sua espressione, generalmente indefinibile, lo
stesse
tradendo.
Lei
sgattaiolò avanti a lui e volteggiò facendo
ondeggiare la giacca di Byakuya che
adesso era sulle sue spalle.
Si
girò facendo muovere i suoi lunghi capelli e Byakuya ebbe
l’impressione che lo
stesse guardando con dolcezza.
Improvvisamente
lei sgranò gli occhi, come se si fosse ricordata di qualcosa
di importante.
Infatti portò una mano sul fianco e lo guardò
impostandosi con il suo sguardo
saccente.
“Ah,
quasi mi dimenticavo!” esclamò. “Visto
che la tua permanenza è lunga, vedi di
imparare a tenere a bada i tuoi istinti, allora!”
Lo
shinigami sbandò a quella affermazione inaspettata.
“Cosa?!”
“Beh,
non avrai pensato davvero che non ti avrei fatto almeno una strigliata,
eheh!”
disse riprendendo a camminare, senza fargli capire se fosse davvero
arrabbiata
o se lo stesse beffeggiando ancora una volta.
Byakuya
rimase esterrefatto.
Questo
era quello che aveva da dirgli dopo quello che era successo?!
Inutile,
Yoruichi, nonostante gli anni, rimaneva una persona a lui completamente
incomprensibile.
Lei
era un mondo a lui del tutto sconosciuto, ma non era del tutto sicuro
di non
volerlo conoscere.
Yoruichi
dal canto suo sfruttò la sua innata arroganza per nascondere
al meglio il
rossore che aveva in viso e che l’avrebbe tradita se Byakuya
in quel momento
l’avesse guardata in volto.
[…]
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