iL PASTORE DEGLI URALI
IL PASTORE DEGLI URALI
Autunno 1942
Sono una
pietra...
Non mi
muovo...
Lentamente
metto in bocca della neve
Così lui
non vedrà il mio respiro
Prendo
tempo, lascio che mi venga più vicino
Ho soltanto
1 pallottola...
Il mio dito
preme sul grilletto, con delicatezza....
Dio, l'ho sognato di
nuovo.
Quel giorno, con mio
nonno, fra i monti Urali.
Faceva
freddo...tanto
Il lupo, io avrei
dovuto sparargli..,ma l'ho mancato..
Dio, l'ho mancato, ha
ucciso un cavallo.
Inspiro
profondamente, mentre il treno rallenta: ormai ci
siamo.
Non c'e via di
scampo..probabilmente siamo già a Stalingrado.
Stalingrado...la
città che porta il nome del "Capo"..
Comabattiamo per
qualcuno che non abbiamo mai visto, e non è certo lui quello che si fa ammazzare
dai tedeschi!
Tutti i miei compagni
sono nervosi...Qualcuno probabilmente sta considerando l'idea di rigettare ciò
che ha mangiato..Ma che dico?!
COSA abbiamo
mangiato?
Tol'ja ha tutta
l'aria di stare vedendo cose che a noi comuni mortali non è dato vedere, Pjetr
si tiene la testa fra le mani, e piange, probabilmente.
Secondo i nostri
comandanti, noi dobbiamo servire la nostra patria..
La patria è nostra
madre...
Non un
passo indietro
Ma come possiamo, se
sappiamo he andiamo incontro ad una strage quasi
assodata?
Non un
passo indietro
Le porte si aprono,
bruscamente.
Alcuni miei amici,
Bòris, Ignat, Arkadij e Stiva, me compreso, strizziamo gli
occhi.
Una luce un po'
plumbea ci invade gli occhi...
Si respira fumo,
cenere e morte.
In nome del
compagno Stalin!
Una guardia ordina di
scendere
"Scendere!Scendere!Fate presto!!"
Guardo fuori: molti
soldati marciano verso il Volga, il gigantesco fiume che ci separa da
Stalingrado.
Al solo pensiero che
dobbiamo traversarlo, mi sento morire
"Per la
Russia!
Soldati
dell'Unione Sovietica, vi batterete fino all'ultima goccia di sangue, per
liberare la patria dall'invasore nazista!"
Arkadij è solo un
ragazzino..Indietreggia..
Una guardia lo
afferra per il lungo lembo della divisa e lo tirà giù.
Io continuo a restare
immobile
...vi
batterete...
Ignat viene tirato
giù
...fino
all'ultima goccia di sangue...
Mi sento afferrare a
mia volta: capisco che non è ora di fare il ribelle, anche se, solo se mi ci
provassi, mi trovere di sicuro coi piedi in avanti..
...per
liberare la patria ...
Marciamo verso il
Volga
..dall'invasore nazista..
Un tizio corre, con
la bandiera Comunista in una mano ed un megafono in un'altra, per spronarci al
patriottismo.
Di chi è questa
guerra?
Io sono un povero
pastore ignorante..
A malapena so
scrivere...
"Ordine del
grande compagno Stalin! Non più un passo indietro!"
E chi si
arrischia?
Soldati, il
popolo dell'Unione Sovietica sarà libero!
Stiamo per salire
sulla barca, che mi sembra piccola, così piccola...
Il fiume è eorme, è
come il mare..
Ed è
grigio
E
rosso...
Avanzate!
So che
la mia vita sta per giungere alla sua conclusione, ma non voglio morire come un
vigliacco..
Io non conosco questa
guerra, ma non voglio essere ucciso dai miei stessi
compagni..
La
barca, scorre, lenta sull'acqua..
Si sente il rombo di
alcuni cannoni, che sparano ininterrotti.
I miei comapgni
pregano qualcuno..
Siamo tutti
li..
Vassilij Tsaisev,
io...
Un
piccolo
(cacciatore)
pastore degli
Urali
(perdonami nonno)
Sono coinvolto in un
conflitto più grande di me
Una guerra
mondiale..
Urss, Germania,
Inghilterra, Stai Uniti, Giappone, Italia...
(Spara Vassilij!)
Stalingrado...
Solo un
nome..
Ma il personaggio che
porta quel nome...
(Sono una pietra....)
Le mie fantasticherie vengono
interrotte da uno dei miei compagni superiori..
Credo il suo nome sia Yegor
Pavlovic Monotov
"Ascoltate queste
lettere, inviate dalle madri Russe, ai loro figli, al
fronte!
C'e un braccio che
galleggia nell'acqua...un moncherino di una gamba
E un
corpo..carbonizzato
E pezzi di una barca...Una barca
esattamete uguale alla nostra, alla quale sono io ora..
Arkadij
geme..
"Valodia, figlio
mio.."
Sento il fischio
di una bomba
"Io so,
che è per la nostra patria che.."
Non finisce, lo schianto di una
bomba glielo impedisce..
Trasale e si guarda
intorno..
Una barca è stata sfiorata da
una cannonata...
"Io
so..che è per la nostra Patria che tu stai dando la
vita!"
Non lo ascoltaimo già
più..
Ma ci abbassiamo, in tempo per
sentire la nostra barca ondeggiare, e gli schizzi d'acqua, gelarci fino nel
midollo delle ossa.
"FERMI!Che nessuno si muova!"
Le cannonate sfiorano
pericolosamente l'imbarcazione, facendoci tramare di freddo e
paura.
Arkadij mi stringe il braccio,
convulsamente.
Il compagno Monotov continua a
leggere.
"Tutti, qui sanno che
tu non fari un passo indietro!Tutti, qui..sono fieri di te!"
Un'esplosione..
Una barca
esplode
Milioni di
pezzi
Di
legno..Umani..
Mi
abbasso
"Tuo padre è morto, i
tuoi fratelli sono morti vendicaci dalle orde Naziste!"
Sento un rombo che fa cessare il
mio cuore di battere per qualche secondo.
Caccia tedeschi, planano verso
di noi, verso la nostra barca, sparando all'impazzata.
Ci abbassiamo, come un
sol'uomo.
Il tetto è di
stoffa!
Mio
Dio..
Le pallottole perforano il
tetto, uccidono, a destra e a manca.
Arkadij si acascia, colpito alla
gola da una raffica, Ignat lo segue poco dopo.
Io mi accuccio ancora di più per
terra.
Comapagno Monotov ha afferrato
un fucile di precisone e cerca di colpire gli aerei.
Non sarà un fucile a fermare dei
caccia.
Poco dopo, cade, su di
noi.
Il petto è aperto da una
pallottola.
Raffiche.
Un'altra barca esplode, tutti si
alzano.
Vogliono buttarsi nel Volga, per
scampare a quel massacro.
Ma non capiscono che andranno
incontro ad una morte peggiore così?
"State
Giù!!!!" urlo io
Molti urlano di non voler
morire.
Qualcuno prova a trattenerli, ma
non ce la fanno
Si buutano nel
Volga.
"A morte i
traditori!"
Coloro che si sono buttati in
acqua, nella speranza di sopravvivere, vengono freddati dai loro stessi
compagni, senza pietà.
Sono traditori,
oramai..
Non valgono più di un
Nazista.
"Mio
Dio.." sussurro...
Stalingrado si staglia
all'orizzonte.
Dov'e
Dio?
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