2MIN EFP PARTE X
RINGs ...
Ding
Dong
Parte X - Epilogo
Sono tornato nel parco dove quasi due settimana fa ho ascoltato la
conversazione tra Minho Hyung
e Hee Noona,
e come allora mi sono perso.
Cerco distrattamente
di ricordare in che direzione li ho visti andar via,ma ero
talmente sconvolto
che non mi biasimo per non ricordare assolutamente nulla.
Tu-tum. Tu-tum.
Se non sentissi il cuore martellare, come impazzito, direi di star per
morire per quanto sono agitato.
L'ultima volta gli ho detto che avremmo chiuso, che non avrei voluto
avere più niente a che fare con lui, mi chiedo se lo Hyung
saprà riderci sopra e perdonarmi.
Ricontrollo il biglietto che ancora conservo nella tasca del giaccone,
ma da quanto so la villa dove vive dovrebbe essere la prima dopo il
cespuglio delle azalee, il problema, purtroppo, è che il
parco è completamente spoglio e io con il senso
d'orientamento ci ho litigato da bambino e non mi fa più
compagnia da molti anni.
Percorro l'ennesima volta il viale lungo il parco, in attesa di
incontrare qualcuno che mi sappia dare qualche indicazione utile, ma a
quanto pare fa troppo freddo perché escano per farsi una
passeggiata. Come dargli torto.
- Sei sulla strada sbagliata. - mi sussurra qualcuno vicino l'orecchio,
accarezzandomi piano il fianco, un strano senso di Deja-vù
mi pervade.
La conosco questa voce.
E il tocco. E la sagoma di un paio di tenebrosi occhi
scuri mi guizza nella mente come fuochi d'artificio nella notte,
facendomi sussultare non poco.
Gli occhi del mio cavaliere per quel unico ballo, del ragazzo dell'Express 9 ¾,
e ne sono più che certo anche dall'incredibile profumo, di
Choi Minho.
Non mi allontano e con le mie cerco le sue mani, fino a stringerle
piano, con delicatezza, spaventato dal vederlo sparire in una nube di
fumo come nei miei incubi.
Quando, finalmente, incontro il suo sguardo la paura di perdermici mi
assale, facendomi aumentare spasmodicamente i battiti del cuore.
Tremo.
Lo vedo davvero
per la prima volta e ... ed è bellissimo.
Più alto di me, tanto che devo tener su il mento per avere
un contatto diretto, capelli sbarazzini leggermente lunghi che
incorniciano un viso piccolo e dolce.
E poi ci sono loro,
quegl'immensi pozzi di cioccolata in cui sono costantemente in caduta
libera ma che non mi fanno mai desiderare di uscirne. Di salvarmene.
Non dice altro, un timido sorriso fa capolino cancellando il broncio,
che so esser stato permanente per giorni, definitivamente.
Le lunghe braccia, che mi stringono delicatamente ma con vigore, mi
catapultano nel presente, realtà in cui percepisco tutti i
sensi annebbiati dal desiderio penetrante di baciarlo, stringerlo, e fargli male, tanto.
Chiudo automaticamente gli occhi quando lo vedo farsi più
vicino, tremante attendo un contatto finché non lo sento, il
respiro accelerato, caldo, le labbra morbide e soffici che mi sfiorano
piano.
Questa volta sono io quello che freme e cerca un contatto
più profondo,
ma da parte sua, che lambisce lentamente le mie labbra, ricevo solo
tenerezza, non c'è più violenza, né
angoscia, né dolore, solo una tacita richiesta di perdono.
Mi sciolgo nel bacio, con poco fiato e troppo desiderio.
Sorrido perché lo vorrei ancora più vicino ma non
posso perché vorrebbe dire fondersi, e qui, al centro di un
parco, non mi sembra la cosa più appropriata.
Ci separiamo per riprendere ossigeno, ma non riesco a stargli lontano
tanto che gli cingo il collo con le braccia in una stretta tanto
poderosa da non crederci io stesso. Ricambia il mio abbraccio,
stringendomi a sua volta per i fianchi magri.
- I ragazzi mi hanno chiamato, festanti. - dice dopo un po' che siamo
fermi nella stessa posa, facendomi sorridere.
- Minho ... - lo chiamo, - com'è iniziato? - chiedo
curioso, allontanandomi di poco dal suo abbraccio.
Sorride, imbarazzato.
- Vado dietro al magazzino degli attrezzi tutti i giorni all'ora di
pranzo dall'inizio del primo anno, purtroppo le ragazze diventavano
talmente insistenti verso quell'ora da costringermi a scappare.
Quest'anno gli allenamenti erano sempre così pesanti che
capitava, spesso, che mi addormentassi un po' dovunque e dietro il
magazzino era decisamente il mio luogo preferito. - ridacchia
imbarazzato, passandosi una mano dietro la nuca.
- Un giorno, - riprende, - mi sono svegliato a causa di qualcuno che
urlava, eri caduto,
- e inizia a riderne al ricordo.
Mi offenderei permaloso come sono, ma di fronte a questa visione, sfido
chiunque a resistere dall'aprirsi anch'egli in un sorriso. - Continua -
lo imploro, pizzicandogli giusto un pochino un fianco, mi sento
smanioso del suo contatto, affamato.
Cerco, comunque, di frenarmi.
Calma i bollenti spiriti.
- Avevo paura di essere stato scoperto, ma quando stavo per andarmene
mi sono reso conto che chi aveva urlato non era una ragazza e ... - si
interrompe, bloccato dalle mie labbra fameliche.
Premo le labbra contro le sue, impaziente di assaggiarlo, gliele
lambisco freneticamente, in attesa che dischiuda la bocca. Lo sento
gemere impercettibilmente quando, finalmente, le
nostre lingue si incontrano intraprendendo un'aggressiva
battaglia per il dominio.
Senza un vincitore e con insufficiente ossigeno nei polmoni, mi stacco
dalle sue labbra. - S-Scusami. - ansimo, senza fiato,
chiedendogli poi di continuare.
Tossisce, arrossendo. - ... stavi danzando, volavi. - Prende un
lungo sospiro durante la pausa, - Sono stato sorpreso, impressionato, colpito
... rapito.
E senza nemmeno rendermi conto mi sono innamorato. -
Sospiro, tremulo.
- Tu hai preso il mio anello quando l'ho dimenticato lì? -
chiedo, ricordandomene improvvisamente.
Annuisce.
- Mi ero subito accorto che ti eri dimenticato della
catenina. Inizialmente la volevo lasciare lì ma poi l'idea
di prenderla e restituirtela mi è balenato in mente come un
fulmine a ciel sereno, ma ci ho subito ripensato, avresti scoperto che
ti osservavo quindi ho zittito la coscienza. L'ho raccolto con la
semplice intenzione di vedere
qualcosa che ti apparteneva, ma sapevo che l'avevo preso
perché volevo
qualcosa di tuo.
Poi ho notato l'anello ... era strano, così particolare. Ero
curioso di sapere perché lo portassi al collo, quindi me lo
sono provato ma nel momento esatto in cui me lo sono infilato al dito
ho sentito dei passi. Non immagini lo spavento. -
Un leggero rossore inizia ad imporporargli le guance, alza lo sguardo
verso qualcosa di indefinito.
- Mi sono nascosto.
E ti ho visto ritornare di corsa e cercare dappertutto l'anello
che io
portavo al dito, avevi la fronte leggermente corrucciata e ti
mordicchiavi il labbro ma senza trattenerti sei corso via. -
- Me ne sono andato felice, convinto di poter finalmente smettere di
ridurmi ad essere un miserabile guardone, di
riuscire a rinunciare a quell'hobby così nocivo. Mi faceva
fin troppo male il desiderio ossessivo di guardarti, di imparare ogni
tuo minimo particolare, di ... - un sorriso amaro gli affiora sulle
labbra.
Mi dispiace, gli sto per dire, ma lui riprende. - Il giorno dopo sono
tornato. -
Sorrido.
-Ci ho pensato tutta la notte, e alla fine ero arrivato alla
conclusione che se volevo vincere, dovevo gareggiare. Ma dal solito
orario in cui arrivavi sono passate prima un'ora, poi due e alla fine
quando ha iniziato ad imbrunire ho dovuto ammettere la sconfitta. Non
sono nemmeno potuto scendere in campo. Non sei venuto né
quel giorno né le tre settimane successive. Il tuo anello
iniziava a lacerarmi
il cuore. - Abbassa lo sguardo al che i ruoli sembrano invertirsi.
Da quando ho questa
voglia impellente di stringerti?
- Ho supplicato Hee Noona
affinché realizzasse un anello identico al tuo. Non ha
opposto molta resistenza poiché non le ho mai chiesto nulla
e quando finalmente ho avuto il
mio anello tra le mani ho realmente deciso di rinunciare a
te. Fine. Game Over. Avrei semplicemente riposto il tuo anello in modo
che lo ritrovassi e tutto sarebbe finito senza nemmeno iniziare. -
sospira.
- Ma è stato un'altro buco nell'acqua. - sorride, - Quando
una settimana dopo sono andato a recuperare alcuni attrezzi per la
palestra tu eri lì, nel nostro
posto segreto. - mi guarda pronunciando quel "nostro" che mi fa
battere forte il cuore.
- Non sono più voluto tornare lì, me lo sono
autoimposto. Ho continuato a guardarti da lontano, mentre giocavo a
calcio o a Basket, sapevo che eri lì, a pochi metri da me e
forse qualche volta ti capitava di posare lo sguardo su di me ma questo
serviva a darmi solo la spinta in più, nient'altro. - mi
accarezza la guancia, avvicinandomi a se con l'altra mano.
- Ho continuato ad indossare il mio anello per dimostrare a chiunque ci
fosse lassù
che non mi arrendevo al destino solo perché invece di una
principessa avevo scelto un Principesso. -
- Poi piccola peste ... - mi attira a se, poggiandosi delicatamente
contro il tronco di un albero da noi poco distante, - ... ti
è venuta la geniale idea di svenire al centro esatto del
corridoio principale. - mi stringe portando le sue mani dietro la mia
schiena ed intrecciandole tra loro. Mi lascia un primo bacio sulla
guancia, sorridendo poi vittorioso vedendomi arrossire violentemente.
- Eri sorpreso. - deduco, nascondendo il volto nell'incavo del suo
collo, - Perché sei stato così scorbutico quella
volta? -
- Sorpreso era poco, mi sono fatto prendere dal panico. Non mi
aspettavo di trovarti a pochi metri da me, con tremila alunni in tutta
la scuola proprio tu.
E per di più sapevi che avevo il tuo stesso anello. L'anello
che avevo copiato
da te. Il mio unico pensiero è stato quello di scappare il
più in fretta possibile. -
Mi sento in imbarazzo ricordando la situazione sotto questo nuovo punto
di vista.
- Non puoi capire quanto sia stata dura parlarti quando mi sei venuto
addosso, così vicino
... -
- Perché non me l'hai detto subito? - Sarebbe stato tutto
più facile, sospiro.
- Andiamo, pensaci. - ridacchia, - Se un altro ragazzo improvvisamente
ti avesse confessato il suo amore
... tu avresti detto semplicemente "va
bene"? - chiede scettico.
Forse non ha tutti i torti.
- E poi ... stavo ancora lottando contro i miei sentimenti.
Fino al giorno prima di incontrarti non mi era mai passato per la testa
di potermi innamorare, e per giunta di un uomo - abbassando lo
sguardo si corregge - di un ragazzino! -
- Ehi, Minho ... - protesto seppur sorridendo, - Hyung! -
Mi lascia un bacio sull'angolo della bocca. - Bene, finalmente. -
Pensavo mi stesse per dire che finalmente l'ho
chiamato usando l'onorifico, mi sbagliavo.
- Cosa? -
- Finalmente riesco a vedere il sorriso di cui mi sono innamorato. -
risponde spontaneo, aprendosi anche lui in un piccolo sorriso.
Come fa a dirlo
così naturalmente quando io prendo fuoco?
- Ho pensato che probabilmente non l'avrei mai visto rivolto a me,
visto che non avrei mai
sognato di essere corrisposto. -
Rido. - Così ci sono cose che anche tu consideri
impossibili?! -
-Ovvio! Anche se sono l'uomo perfetto. Questo era troppo. - proclama
saccente, pizzicandomi per giunta una guancia.
Idiota!
- Tornando seri, che non accada più! - mi rimbecca, - Cielo,
non fidanzarti così facilmente! E' una truffa la tua! -
Non capisco di cosa parla, - Io non mi sono mai fidanzato. -
- Sono abituato alle donne che piangono per me, ma stavolta ero seccato
anche io! - lo vedo estrarre una piccola collana con uno strano
ciondolo, quando togliendolo me lo consegna, riconosco il mio anello.
- Faresti meglio a chiedere scusa alla piccola Hyuri. -
- Hyuri? -
- La mia nipotina, Cho Hyuri, figlia di Hee Noona, quando la
madre l'ha trovata con l'anello in mano è subito venuta da
me. L'ho ripreso per te. - mi spiega infilandomi l'anello nell'anulare
sinistro.
Il mini bassotto dal
pelo lungo. Minnie.
- Ma come fa l'anello a starmi nell'anulare? - chiedo più a
me stesso che a lui, ma risponde comunque lui, - Portiamo gli anelli
sul medio, ma scambiandoceli entrano entrambi all'anulare dell'altro
... è logico che ce li scambiamo, non trovi? -
Gli sorrido, consapevole della strada percorsa per arrivare qui, a
questo momento.
E quando pronunciamo contemporaneamente quel timido ma
irremovibile Sarang haeyo.
arriva anche la consapevolezza dell'essersi trovati, finalmente.
Nolla-ul ppuniya goma-ul
ppuniya saranghal ppuniya.
How surprising, how
thankful, it’s
just love.
[Super Junior - No Other]
Note:
Finito! (:
Ci ho messo più di quanto immaginassi, ma finalmente ecco
l'ultimo capitolo ... grazie a tutti coloro che hanno seguito questa
"storia" nata dall'intreccio dei mille manga che ho letto durante
questi ultimi anni (Esatto, non tutto è farina del mio
sacco, LOL)
Per chi non lo sapesse, capra!, la
citazione al primo capitolo (Per
Aspera sic itur ad Astra) è presa dall' atto II
del Hercules
furens di Seneca. E in questa storia è
ovviamente riferita a Taemin, perchè nulla si ottiene senza
faticare o senza soffrire un pizzico. ;)
Spero con tutto il cuore che chiunque abbia seguito questa storia non
ne sia rimasto deluso, grazie a tutte le ragazze che hanno inserito la
storia tra le preferite/seguite/da ricordare.
Un bear-hug
(alla YunHo, per intenderci) a tutte le ragazze che hanno speso un po'
del loro tempo a lasciare un pensiero ♥
P.S. Per chi fosse interessato, forse,
posterò una OS (
sempre 2MIN) a breve, però prima un'amica mi
dovrà confermare se è passabile o meno, anche
perchè è la prima SMUT
che scrivo. >.<
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