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Autore: Eire    26/05/2012    3 recensioni
Per Aspera sic itur ad Astra. [ Cit. Seneca]
E' considerato un ragazzo straordinario, il migliore in qualsiasi cosa lui faccia: a scuola ha voti altissimi, un asso del calcio, senza disdegnare il Basket o l'Atletica. Fastidiosamente perfetto, sempre sorridente e di buon’umore. Stranamente, invece di essere nello spietato mirino dell'odio di tutti, non c'è anima viva che parli male di lui.(2민) 2Min
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Minho, Quasi tutti, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2MIN EFP PARTE X
RINGs ... Ding Dong
Parte X - Epilogo






Sono tornato nel parco dove quasi due settimana fa ho ascoltato la conversazione tra Minho Hyung e Hee Noona, e come allora mi sono perso.
Cerco distrattamente di ricordare in che direzione li ho visti andar via,ma ero talmente sconvolto che non mi biasimo per non ricordare assolutamente nulla.

Tu-tum. Tu-tum.

Se non sentissi il cuore martellare, come impazzito, direi di star per morire per quanto sono agitato.
L'ultima volta gli ho detto che avremmo chiuso, che non avrei voluto avere più niente a che fare con lui, mi chiedo se lo Hyung saprà riderci sopra e perdonarmi.
Ricontrollo il biglietto che ancora conservo nella tasca del giaccone, ma da quanto so la villa dove vive dovrebbe essere la prima dopo il cespuglio delle azalee, il problema, purtroppo, è che il parco è completamente spoglio e io con il senso d'orientamento ci ho litigato da bambino e non mi fa più compagnia da molti anni.
Percorro l'ennesima volta il viale lungo il parco, in attesa di incontrare qualcuno che mi sappia dare qualche indicazione utile, ma a quanto pare fa troppo freddo perché escano per farsi una passeggiata. Come dargli torto.
- Sei sulla strada sbagliata. - mi sussurra qualcuno vicino l'orecchio, accarezzandomi piano il fianco, un strano senso di Deja-vù mi pervade.

La conosco questa voce. E il tocco. E la sagoma di un paio di tenebrosi occhi scuri mi guizza nella mente come fuochi d'artificio nella notte, facendomi sussultare non poco.

Gli occhi del mio cavaliere per quel unico ballo, del ragazzo dell'Express 9 ¾, e ne sono più che certo anche dall'incredibile profumo, di Choi Minho.  
Non mi allontano e con le mie cerco le sue mani, fino a stringerle piano, con delicatezza, spaventato dal vederlo sparire in una nube di fumo come nei miei incubi.
Quando, finalmente, incontro il suo sguardo la paura di perdermici mi assale, facendomi aumentare spasmodicamente i battiti del cuore.

Tremo.

Lo vedo davvero per la prima volta e ... ed è bellissimo.

Più alto di me, tanto che devo tener su il mento per avere un contatto diretto, capelli sbarazzini leggermente lunghi che incorniciano un viso piccolo e dolce.

E poi ci sono loro, quegl'immensi pozzi di cioccolata in cui sono costantemente in caduta libera ma che non mi fanno mai desiderare di uscirne. Di salvarmene.

Non dice altro, un timido sorriso fa capolino cancellando il broncio, che so esser stato permanente per giorni, definitivamente.

Le lunghe braccia, che mi stringono delicatamente ma con vigore, mi catapultano nel presente, realtà in cui percepisco tutti i sensi annebbiati dal desiderio penetrante di baciarlo, stringerlo, e fargli maletanto.
Chiudo automaticamente gli occhi quando lo vedo farsi più vicino, tremante attendo un contatto finché non lo sento, il respiro accelerato, caldo, le labbra morbide e soffici che mi sfiorano piano.
Questa volta sono io quello che freme e cerca un contatto più profondo, ma da parte sua, che lambisce lentamente le mie labbra, ricevo solo tenerezza, non c'è più violenza, né angoscia, né dolore, solo una tacita richiesta di perdono.

Mi sciolgo nel bacio, con poco fiato e troppo desiderio.
Sorrido perché lo vorrei ancora più vicino ma non posso perché vorrebbe dire fondersi, e qui, al centro di un parco, non mi sembra la cosa più appropriata.
Ci separiamo per riprendere ossigeno, ma non riesco a stargli lontano tanto che gli cingo il collo con le braccia in una stretta tanto poderosa da non crederci io stesso. Ricambia il mio abbraccio, stringendomi a sua volta per i fianchi magri.



- I ragazzi mi hanno chiamato, festanti. - dice dopo un po' che siamo fermi nella stessa posa, facendomi sorridere.
- Minho ... - lo chiamo, - com'è iniziato? - chiedo curioso, allontanandomi di poco dal suo abbraccio.

Sorride, imbarazzato.

- Vado dietro al magazzino degli attrezzi tutti i giorni all'ora di pranzo dall'inizio del primo anno, purtroppo le ragazze diventavano talmente insistenti verso quell'ora da costringermi a scappare. Quest'anno gli allenamenti erano sempre così pesanti che capitava, spesso, che mi addormentassi un po' dovunque e dietro il magazzino era decisamente il mio luogo preferito. -  ridacchia imbarazzato, passandosi una mano dietro la nuca.

- Un giorno, - riprende, - mi sono svegliato a causa di qualcuno che urlava, eri caduto, - e inizia a riderne al ricordo.

Mi offenderei permaloso come sono, ma di fronte a questa visione, sfido chiunque a resistere dall'aprirsi anch'egli in un sorriso. - Continua - lo imploro, pizzicandogli giusto un pochino un fianco, mi sento smanioso del suo contatto, affamato. Cerco, comunque, di frenarmi.

Calma i bollenti spiriti.

- Avevo paura di essere stato scoperto, ma quando stavo per andarmene mi sono reso conto che chi aveva urlato non era una ragazza e ... - si interrompe, bloccato dalle mie labbra fameliche.

Premo le labbra contro le sue, impaziente di assaggiarlo, gliele lambisco freneticamente, in attesa che dischiuda la bocca. Lo sento gemere impercettibilmente quando, finalmente, le nostre lingue si incontrano intraprendendo un'aggressiva  battaglia per il dominio.

Senza un vincitore e con insufficiente ossigeno nei polmoni, mi stacco dalle sue labbra.  - S-Scusami. - ansimo, senza fiato, chiedendogli poi di continuare.

Tossisce, arrossendo.  - ... stavi danzando, volavi. - Prende un lungo sospiro durante la pausa, - Sono stato sorpreso, impressionato, colpito ... rapito. E senza nemmeno rendermi conto mi sono innamorato. -

Sospiro, tremulo.

- Tu hai preso il mio anello quando l'ho dimenticato lì? - chiedo, ricordandomene improvvisamente.

Annuisce.

- Mi ero subito accorto che ti eri dimenticato della catenina. Inizialmente la volevo lasciare lì ma poi l'idea di prenderla e restituirtela mi è balenato in mente come un fulmine a ciel sereno, ma ci ho subito ripensato, avresti scoperto che ti osservavo quindi ho zittito la coscienza. L'ho raccolto con la semplice intenzione di vedere qualcosa che ti apparteneva, ma sapevo che l'avevo preso perché volevo qualcosa di tuo.
Poi ho notato l'anello ... era strano, così particolare. Ero curioso di sapere perché lo portassi al collo, quindi me lo sono provato ma nel momento esatto in cui me lo sono infilato al dito ho sentito dei passi. Non immagini lo spavento. -

Un leggero rossore inizia ad imporporargli le guance, alza lo sguardo verso qualcosa di indefinito.

- Mi sono nascosto. E ti ho visto ritornare di corsa e cercare dappertutto l'anello che io portavo al dito, avevi la fronte leggermente corrucciata e ti mordicchiavi il labbro ma senza trattenerti sei corso via. -  
- Me ne sono andato felice, convinto di poter finalmente smettere di ridurmi ad essere un miserabile guardone, di riuscire a rinunciare a quell'hobby così nocivo. Mi faceva fin troppo male il desiderio ossessivo di guardarti, di imparare ogni tuo minimo particolare, di ... - un sorriso amaro gli affiora sulle labbra.
Mi dispiace, gli sto per dire, ma lui riprende. - Il giorno dopo sono tornato. -

Sorrido.

-Ci ho pensato tutta la notte, e alla fine ero arrivato alla conclusione che se volevo vincere, dovevo gareggiare. Ma dal solito orario in cui arrivavi sono passate prima un'ora, poi due e alla fine quando ha iniziato ad imbrunire ho dovuto ammettere la sconfitta. Non sono nemmeno potuto scendere in campo. Non sei venuto né quel giorno né le tre settimane successive. Il tuo anello iniziava a lacerarmi il cuore. - Abbassa lo sguardo al che i ruoli sembrano invertirsi.

Da quando ho questa voglia impellente di stringerti?

- Ho supplicato Hee Noona affinché realizzasse un anello identico al tuo. Non ha opposto molta resistenza poiché non le ho mai chiesto nulla e quando finalmente ho avuto il mio anello tra le mani ho realmente deciso di rinunciare a te. Fine. Game Over. Avrei semplicemente riposto il tuo anello in modo che lo ritrovassi e tutto sarebbe finito senza nemmeno iniziare. - sospira.
- Ma è stato un'altro buco nell'acqua. - sorride, - Quando una settimana dopo sono andato a recuperare alcuni attrezzi per la palestra tu eri lì, nel nostro posto segreto. - mi guarda pronunciando quel "nostro" che mi fa battere forte il cuore.
- Non sono più voluto tornare lì, me lo sono autoimposto. Ho continuato a guardarti da lontano, mentre giocavo a calcio o a Basket, sapevo che eri lì, a pochi metri da me e forse qualche volta ti capitava di posare lo sguardo su di me ma questo serviva a darmi solo la spinta in più, nient'altro. - mi accarezza la guancia, avvicinandomi a se con l'altra mano.
- Ho continuato ad indossare il mio anello per dimostrare a chiunque ci fosse lassù che non mi arrendevo al destino solo perché invece di una principessa avevo scelto un Principesso. -
- Poi piccola peste ... - mi attira a se, poggiandosi delicatamente contro il tronco di un albero da noi poco distante, - ... ti è venuta la geniale idea di svenire al centro esatto del corridoio principale. - mi stringe portando le sue mani dietro la mia schiena ed intrecciandole tra loro. Mi lascia un primo bacio sulla guancia, sorridendo poi vittorioso vedendomi arrossire violentemente.

- Eri sorpreso. - deduco, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo, - Perché sei stato così scorbutico quella volta? -

- Sorpreso era poco, mi sono fatto prendere dal panico. Non mi aspettavo di trovarti a pochi metri da me, con tremila alunni in tutta la scuola proprio tu. E per di più sapevi che avevo il tuo stesso anello. L'anello che avevo copiato da te. Il mio unico pensiero è stato quello di scappare il più in fretta possibile. -

Mi sento in imbarazzo ricordando la situazione sotto questo nuovo punto di vista.

- Non puoi capire quanto sia stata dura parlarti quando mi sei venuto addosso, così vicino ... -
- Perché non me l'hai detto subito? -  Sarebbe stato tutto più facile, sospiro.
- Andiamo, pensaci. - ridacchia, - Se un altro ragazzo improvvisamente ti avesse confessato il suo amore ... tu avresti detto semplicemente "va bene"? - chiede scettico.

Forse non ha tutti i torti.

- E poi ... stavo ancora lottando contro i miei sentimenti. Fino al giorno prima di incontrarti non mi era mai passato per la testa di potermi innamorare, e per giunta di un uomo - abbassando lo sguardo si corregge - di un ragazzino! -
- Ehi, Minho ... - protesto seppur sorridendo, - Hyung! -
Mi lascia un bacio sull'angolo della bocca. - Bene, finalmente. - Pensavo mi stesse per dire che finalmente l'ho chiamato usando l'onorifico, mi sbagliavo.
- Cosa? -
- Finalmente riesco a vedere il sorriso di cui mi sono innamorato. - risponde spontaneo, aprendosi anche lui in un piccolo sorriso.

Come fa a dirlo così naturalmente quando io prendo fuoco?

- Ho pensato che probabilmente non l'avrei mai visto rivolto a me, visto che non avrei mai sognato di essere corrisposto. -
Rido. - Così ci sono cose che anche tu consideri impossibili?! -
-Ovvio! Anche se sono l'uomo perfetto. Questo era troppo. - proclama saccente, pizzicandomi per giunta una guancia.

Idiota!

- Tornando seri, che non accada più! - mi rimbecca, - Cielo, non fidanzarti così facilmente! E' una truffa la tua! -
Non capisco di cosa parla, - Io non mi sono mai fidanzato. -
- Sono abituato alle donne che piangono per me, ma stavolta ero seccato anche io! - lo vedo estrarre una piccola collana con uno strano ciondolo, quando togliendolo me lo consegna, riconosco il mio anello.
- Faresti meglio a chiedere scusa alla piccola Hyuri. -
- Hyuri? -
- La mia nipotina, Cho Hyuri, figlia di Hee Noona, quando la madre l'ha trovata con l'anello in mano è subito venuta da me. L'ho ripreso per te. - mi spiega infilandomi l'anello nell'anulare sinistro.

Il mini bassotto dal pelo lungo. Minnie.

- Ma come fa l'anello a starmi nell'anulare? - chiedo più a me stesso che a lui, ma risponde comunque lui, - Portiamo gli anelli sul medio, ma scambiandoceli entrano entrambi all'anulare dell'altro ... è logico che ce li scambiamo, non trovi? -
 
Gli sorrido, consapevole della strada percorsa per arrivare qui, a questo momento.

E quando pronunciamo contemporaneamente quel timido ma irremovibile Sarang haeyo. arriva anche la consapevolezza dell'essersi trovati, finalmente.



Nolla-ul ppuniya goma-ul ppuniya saranghal ppuniya.
How surprising, how thankful, it’s just love.
[Super Junior - No Other]








Note: Finito!  (:
Ci ho messo più di quanto immaginassi, ma finalmente ecco l'ultimo capitolo ... grazie a tutti coloro che hanno seguito questa "storia" nata dall'intreccio dei mille manga che ho letto durante questi ultimi anni (Esatto, non tutto è farina del mio sacco, LOL)

Per chi non lo sapesse, capra!, la citazione al primo capitolo (Per Aspera sic itur ad Astra) è presa dall' atto II del Hercules furens di Seneca. E in questa storia è ovviamente riferita a Taemin, perchè nulla si ottiene senza faticare o senza soffrire un pizzico. ;)

Spero con tutto il cuore che chiunque abbia seguito questa storia non ne sia rimasto deluso, grazie a tutte le ragazze che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/da ricordare.
Un bear-hug (alla YunHo, per intenderci) a tutte le ragazze che hanno speso un po' del loro tempo a lasciare un pensiero

P.S. Per chi fosse interessato, forse, posterò una OS ( sempre 2MIN) a breve, però prima un'amica mi dovrà confermare se è passabile o meno, anche perchè è la prima SMUT che scrivo. >.<
  
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