CAPITOLO 22
EPILOGO
La
festa di
Grifondoro era destinata ad andare avanti per tutta la notte, senza
interruzioni. I professori, emozionati almeno quanto gli studenti, non
fecero
nulla per interrompere la loro festa. Persino la McGranitt,
normalmente
così ligia alle regole ed intransigente, decise di
soprassedere e lasciare che
per una notte soltanto i corridoi del castello fossero invasi da una
gioiosa
folla festante. Alcuni studenti giurarono di averla vista allontanarsi
dalla sala
in cui si stava svolgendo la festa con una sciarpa della casa di
Grifondoro che
gli sbucava dalla tasca. A detta di molti, era brilla e felice.
- Non
sono mai stata
più orgogliosa dei miei ragazzi, ma vedete di non
approfittarvene. Hai capito,
James?
Aveva
detto la
donna, scrutando il capitano della sua squadra da dietro i suoi severi
occhiali. James e Frank si erano scambiati uno sguardo a
metà strada tra l’incredulo
e l’esaltato. Ci sarebbero state molti modi per rispondere
alla donna, ma i due
ragazzi scelsero di sorridere e annuire.
Seba e
Sirius non
smisero mai di tramare alle spalle dei Serpeverde. Almeno non
finchè giunse
alle loro orecchie quella che poteva tranquillamente considerarsi
l’unica
brutta notizia della serata. Qualcuno li aveva preceduti, Piton e
Bellatrix
erano già stati messi ko. Con gran scorno, i malandrini non
riuscirono mai a
mettere in atto il loro piano sebbene Seba e Sirius avessero
pianificato tutto
nei minimi dettagli. Piton sarebbe dovuto passare davanti al corridoio
in cui
si trovava il rumoroso gruppo di Grifoni per andare nel suo
sotterraneo, loro
lo avrebbero bloccato e quindi portato nella stanza delle
necessità dove ad
attenderli ci sarebbero stati tutti gli altri compagni. I loro desideri
di
vendetta avrebbero fatto il resto, rendendo la stanza adatta a quello
scopo. Secondo
Sirius, Seba e Remus si trattava di un piano geniale. James non aveva
commentato nulla, né aveva cercato di fermare gli amici.
Battere le Serpi era
stata la rivincita migliore, li aveva distrutti moralmente. Assistere
ad una
distruzione reale sarebbe stato divertente, ma teneva che Lily non
avrebbe
approvato il suo coinvolgimento.
Ad ogni
modo, ad i
ragazzi andò male. Sfortunatamente non avevano considerato
un dettaglio: Piton
e Bellatrix infatti erano misteriosamente già finiti in
infermeria. Nessuno
sapeva esattamente spiegare come. I due erano semplicemente spariti
prima
ancora che finisse la cena, poi era presa a girare quella voce. Nel
castello si
raccontavano diverse versioni, una più assurda
dell’altra. Qualcuno diceva che
erano stati aggrediti, altri che erano svenuti improvvisamente dopo
pranzo. La
più accreditata era che qualcuno avesse messo del veleno nel
loro calice. Certo
era che nessuno dei due si sarebbe fatto vedere in giro per qualche
tempo.
- Hai
sentito,
sembra siano stati avvelenati..
Aveva
detto Alice,
alzando le spalle. Era infastidita dal fatto che qualcuno li avesse
preceduti,
ma l’essenziale era che il destino, il karma o chi sa quale
altro studente
fosse riuscito a prendersi una giusta vendetta. Il resto erano solo
particolari
trascurabili.
- Per
me il piccolo
Black non la racconta giusta.
Mormorò
Remus,
osservando il minore dei fratelli Black mangiare tranquillo, lontano
dai suoi
compagni. Una volta finita la cena si era alzato con discrezione dal
tavolo ed
era scomparso tra la folla festante che festeggiava i Grifoni.
Era
l’unico, dopo
Piton e Lily, abbastanza bravo in pozioni e abbastanza strafottente da
avvelenare qualcuno senza farsi scoprire dai professori.
L’unico dettaglio che
il licantropo non riusciva a spiegarsi era perché il
fratello minore di Sirius
avesse fatto una cosa del genere. James guardò
l’amico, poi il posto vuoto che
aveva lasciato il piccolo Serpeverde.
- Ma si
tratta di
suoi compagni di casa!
Esclamò
Seba
perplesso, dando voce ad i dubbi che stavano tormentando anche Remus e
buona
parte degli altri ragazzi. James sorrise, ricordando le parole del
ragazzino. A
lui non importava nulla dei suoi compagni di casa. Regulus era diverso
da tutti
loro, ma non voleva ammetterlo ad alta voce. Si mischiava a loro,
fingeva di
avere molto in comune con le altre Serpi, ma il suo animo era quello di
un
Grifone.
- Per
lui battere
James in modo leale era più importante. Cercando di
ucciderlo hanno rischiato
di rovinare tutto.
Spiegò
pazientemente Frank. Anche lui, come James, si era accorto dello
sguardo di
Regulus. Aveva voglia di vincere per dimostrare di essere bravo, non
solo per
aggiudicarsi una coppa.
- Ma
alla fine è
stato battuto lo stesso.
Commentò
Cristal,
buttando giù con un solo sorso l’intero contenuto
del suo calice. Frank alzò le
spalle, senza aggiungere nulla.
-
Può sempre
cercare di rifarsi l’anno prossimo.
Osservò
James,
addentando un pezzo di torta. Regulus avrebbe dato loro del filo da
torcere
anche l’anno successivo. Sarebbe tornato alla carica,
più agguerrito che mai,
pronto a prendersi il titolo che gli spettava.
- Te lo
ripeto,
sopravvaluti mio fratello.
Sbuffò
Sirius,
leggermente irritato da quella conversazione ma già
sufficientemente ubriaco da
non essere in grado di cambiare discorso come era solito fare.
- Forse
sei tu che
lo sottovaluti.
Mormorò
James,
mentre tutti gli altri osservavano i due ragazzi con il fiato sospeso.
Sirius
odiava parlare della sua famiglia, non era una buona idea sollevare
quel
discorso con lui. Il maggiore dei Black sbuffò, tornando
calmo.
- Non
credo..
Dichiarò
poi Sirius,
chiudendo il discorso. James annuì, senza convinzione e
scosse la testa
pensieroso.
Doveva
sapere cosa stava
passando per la testa di Regulus e sapeva anche dove poteva trovarlo.
Si
allontanò con discrezione tra la folla, senza dare
spiegazioni a nessuno dei
presenti. In pochi minuti raggiunse la torre. Regulus era
lì, silenzioso e
solitario come suo solito. James si avvicinò senza dire
nulla, certo che
l’altro ragazzo lo stava aspettando o quanto meno sapeva che
lui era lì a pochi
passi.
- Cosa
significava
quella frase e quell’espressione persa nel vuoto alla fine
della partita?
Chiese
il Grifone deciso,
senza perdere tempo in chiacchere inutili. Regulus non si scompose,
quasi si
aspettasse quella visita e quella domanda così diretta.
James era proprio come
Sirius, a nessuno dei due piaceva perdere tempo. Andavano subito al
sodo. Il
piccolo alzò le spalle e scosse la testa, soffocando una
risata sarcastica ma
anche molto triste.
-
Niente James, va
nella tua sala comune. A te aspetta una festa con i tuoi amici, a me
una serata
da solo.
Mormorò
Regulus,
osservando il luminoso tappeto di stelle che si srotolava davanti ai
suoi
occhi. Forse le uniche che riuscissero a capire realmente il suo
essere. James
non si mosse di un passo, determinato.
- Credi
di
cavartela con così poco? Voglio una risposta, adesso.
Disse
James,
portandosi di fronte al Serpeverde. Regulus cercò di evitare
lo sguardo
dell’altro ragazzo, ma alla fine decise di dire la
verità. Si sarebbe liberato
prima dello scocciatore, quanto meno. James aveva già
dimostrato di essere
abbastanza discreto da non andare a raccontare in giro i fatti suoi.
-
Pensavo che anche
se avessi preso io il boccino sarebbe stato lo stesso. I tuoi amici ti
sarebbero
rimasti accanto comunque, qualsiasi cosa accada. Io invece sono
destinato a
stare comunque solo.
Mormorò
Regulus.
Per la prima volta James non notò strafottenza o
superiorità nella sua voce, ma
solo tanta tristezza. Regulus non era un principino viziato, ma un
ragazzino
cresciuto troppo in fretta a cui mancava la guida di un fratello
maggiore. La
partenza di Sirius da Black Manor doveva averlo segnato molto di
più di quanto
lui fosse disposto ad ammettere.
- Beh,
le cose
possono sempre cambiare.
Mormorò
James,
avvicinandosi un po’. La Serpe
scosse la testa, voltandosi verso il lago. Non
voleva i consigli di Potter, né la sua
compassione. A lui le cose stavano bene così, non era sua
intenzione cambiarle.
- No,
James. È
troppo tardi. Hanno deciso altri per bene.. Passa una buona estate e
non
permettere alle Serpi di metterti sotto.
Esclamò
Regulus,
chiudendo il discorso. James annuì, senza andarsene.
Rifletté per un po’ sulle
parole dell’altro ed improvvisamente capì chi
aveva avvelenato Piton e
Bellatrix. Ancora una volta Remus aveva ragione, quel ragazzino era
davvero
terribile. Una mina vagante.
- Sei
stato tu?
Chiese
James,
deciso ad avere una risposta.
- Non
so a cosa ti
riferisci..
Replicò
Regulus,
forse un po’ troppo in fretta. In quel momento sul viso del
ragazzo più piccolo
si dipinse lo stesso sguardo colpevole che assumeva Sirius quando ne
combinava
una delle sue e non era disposto ad ammetterlo.
- Piton
e Bellatrix
sono in infermeria.
Spiegò
pazientemente James, proprio come faceva con Sirius quando voleva che
lui
confessasse le sue malefatte.
- Sul
serio? Beh, è
un peccato. Speriamo si rimettano presto.
Commentò
Regulus
con molta ironia nella voce. Ancora una volta la faccia da schiaffi era
la
medesima di Sirius, quasi un marchio della famiglia Black.
- Ti
ripeto la
domanda, sei stato tu?
Chiese
ancora
James, divertito. Per la prima volta si era accorto di quanto Regulus
fosse
uguale a Sirius e la cosa, invece di turbarlo lo affascinava. Se
Regulus era
identico a Sirius allora c’era ancora una speranza anche per
lui. Frank avrebbe
riso di quelle parole, ridendo del suo inguaribile ottimismo.
- Non
ha nessuna
importanza.
Replicò
Regulus,
tornando al suo solito sguardo severo.
-
Invece potrebbe
averne per Sirius.
Mormorò
James. Il
nome del fratello, buttato nel discorso attirò
l’attenzione della Serpe che
sussultò appena.
-
Sirius sta molto
meglio senza di me, gli ricordo troppo la famiglia da cui è
scappato.
Mormorò
Regulus, tetro.
- E tu,
invece? Tu
stai bene senza di lui?
Chiese
James,
portandosi al fianco dell’altro ragazzo. Per un po’
i due si guardarono, senza
parlare. Quelli sguardi sembravano voler dire un sacco di cose, o forse
nessuna.
- Passa
una buona
estate, James. Io farò lo stesso.
Mormorò
Regulus
alla fine, sospirando. Poi si voltò verso il castello deciso
a chiudere una
volta per tutte quel discorso.
-
Sirius è il tuo
fratello maggiore. Non importa quello che è successo in
passato, sei ancora in
tempo per cambiare le cose.
Esclamò
James,
senza voltarsi verso il ragazzo che se ne stava andando.
- No
invece, lui ha
te ora. Prenditi cura di lui al mio posto.
Rispose
Regulus con
un tremito nella voce, senza voltarsi.
James
continuò a
pensare a quelle parole per tutta la notte e anche per i giorni
successivi
chiedendosi se avesse fatto bene a lasciare andare via il Serpeverde
senza
fermarlo. Non disse nulla a Sirius di quella discussione, non voleva
turbarlo
più di quanto fosse necessario. In passato la sua famiglia
era già riuscita a
ferirlo a sufficienza.
L’ultima
settimana
al castello, finiti esami e lezioni, passò il fretta. Per
James fu davvero un
sollievo lasciarsi alle spalle quell’anno tremendo. Aveva
perso molte cose, ma
poi era riuscito a fatica a riguadagnarsele tutte.
Sembravano
trascorse appena poche ore quando i ragazzi si ritrovarono con i
bagagli fatti,
pronti a lasciare il castello. Guardando Lily che lo aspettava vicino
alla
porta il Grifone capì di averne guadagnata persino qualcuna
in più.
Nel
piazzale dove
attendevano il treno che li avrebbe ricondotti a casa, Sebastian e
Frank
avevano un groppo in gola. Il portiere stringeva forte la mano di
Alice, mentre
Seba cercava la battuta per chiudere in bellezza quel percorso lungo
sette
anni. L’anno successivo non sarebbero tornati al castello ma
sarebbe iniziata
una nuova fase della loro vita. La loro avventura era finita, adesso
dovevano
diventare grandi. Alle spalle si lasciavano tanti bei ricordi, ed anche
molte
amicizie.
Sul
binario, mentre
aspettavano il treno che li avrebbe riportati a Londra, James si rese
conto che
non aveva ancora parlato a Lily. Si avvicinò alla ragazza
con cautela. Voleva
sorprenderla, ma non spaventarla.
- Ehi
piccola, hai
un momento per me?
Chiese
il Grifone,
sfoderando il suo sorriso migliore. Lily scambiò una rapida
occhiata alle
amiche, poi annuì. Il suo cuore perse qualche battito, poi
accelerò di colpo. Il
momento che aveva tanto aspettato stava finalmente arrivando. Ci erano
voluti
quasi sei anni, ma alla fine aveva capito quanto James fosse importante.
-
Dipende..
Mormorò
maliziosa,
sorridendo appena. Aveva scoperto di amarlo, ma non voleva cedere
troppo in
fretta. Era comunque un’orgogliosa Grinfondoro.
-
Credevo fosse
finito il periodo dei rifiuti.
Commentò
James,
inclinando la testa ed assumendo un’adorabile aria da
cucciolo ferito. Lily
sorrise, incapace di pensare ad altro se non alla profondità
dei suoi occhi
color nocciola.
- Se
non mi baci
subito potremmo tornare alla fase in cui tu mi chiedi di uscire ed io
rispondo
no.
Rispose
la rosse,
decisa. James alzò appena il sopracciglio.
-
Curioso, ero
venuto da te proprio per questo.
Esclamò,scoppiando
a ridere.
- Per
chiedermi di
uscire?
Provò
Lily.
- No,
per baciarti.
Sussurrò
James,
stringendola a sé. Le loro labbra di sfiorarono appena prima
di fondersi in un
lungo ad appassionato bacio. Il mondo intorno a loro prese a vorticare.
Qualche
studente rise, altri abbozzarono una risata. Ci fu persino qualcuno che
urlò “viva
gli sposi”, ma i due ragazzi non potevano sentire tutto
questo. Era arrivato il
loro momento. Si erano presi la loro occasione. Tutto il resto appariva
inutile
ed insignificante.
Quando
si staccò
dalle labbra di lei, James vide che Alice e Sirius sorridevano. Il
ragazzo
guardò Lily, poi di nuovo i suoi amici. Ogni tassello era
tornato al suo posto.
Dopo la tempesta, finalmente il sereno.
James
stava ancora
sorridendo, quando si sentì chiamare.
- Sei
James?
Chiese
una ragazza
che il Grifone non aveva mai visto. Era una brunetta dagli occhi
incredibilmente azzurri, più bassa di lui ma dallo sguardo
incredibilmente
deciso. Inclinò appena la testa, guardandolo meglio.
- Ci
conosciamo?
Chiese
James,
curioso, mentre Lily si irrigidiva appena. Aveva appena conquistato il
cuore
del suo campione che già qualcuno arrivava a portaglielo via?
- Sono
Rose..
Rispose
lei,
abbassando la testa. Bastò quel nome ed immediatamente James
capì. Lei lo
detestava. Lo odiava al punto da scrivergli quella lettera piena di
rabbia e
risentimento. Guardò Lily, lei sorrise rassicurante.
James
alzò gli
occhi piano, sicuro che avrebbe incontrato lo sguardo duro di Rose.
Contro ogni
previsione, vi trovò un sorriso.
- Sei
un campione,
lo sai?
Continuò
lei,
imbarazzata. James annuì, in difficoltà.
- Non
credevo che
ti avrei incontrata veramente alla fine.
Mormorò
James,
alzando le spalle.
- Nella
lettera lo
dicevo però.
Precisò
lei,
allungando una mano per accarezzare il viso del ragazzo. James si
scostò
appena.
-
Dicevi anche che
non era giusto che io vivessi e tuo fratello no.
Disse
James,
abbassando la testa. Rose ritrasse subito la mano e la portò
al viso, cercando
di asciugare le lacrime che le solcavano il volto.
-
Quando si soffre
si fanno e si dicono cose avventate.
Sospirò
lei,
guardando il tramonto.
-
Nessuno lo sa
meglio di me, credimi.
Sbuffò
James,
ricordando tutto quello che aveva passato in quegli ultimi mesi.
- Amici?
Propose
Rose,
inclinando la testa. James sorrise ed annuì deciso. Ora
tutto era veramente al
suo posto.
- Devo
andare
adesso, scusa..
Esclamò
lui,
correndo verso gli amici che lo attendevano per un terzo grado
- Che
succede?
Chiese
Alice,
gelosa della ragazza che aveva parlato con James fino a qualche istante
prima.
Il capitano sorrise, prese il viso della sua rossa tra le mani e la
baciò, poi
si volto verso la cugina che ancora attendeva una risposta.
- Ho
chiuso con il
passato, tutto quanto. Dove andiamo questa estate?
Mormorò
lui,
sorridente, incurante delle espressioni incredule e
dell’imbarazzo della
ragazza.
- Ho la
sensazione
che quest’estate ce la ricorderemo per sempre!
Esclamò
Seba,
sicuro, scuotendo deciso i riccioli scuri. Tutti scoppiarono a ridere,
felici
che quel lungo anno fosse finalmente terminato. Solo Cristal era seria,
quasi
fosse persa in un mondo tutto suo.
- Che
ti prende,
Cristal?
Chiese
Charleen,
preoccupata per l’amica.
-
Niente, solo un
brutto presentimento.
Si
giustificò la
ragazza, cercando di scacciare la brutta sensazione che
l’aveva avvolta solo
qualche istante prima. Nello stesso istante, Frank si voltò.
Alle sue spalle,
Bellatrix rideva. Il suo volto era una maschera di isterismo e
cattiveria.
- Mi sa
che dovremo
stare attenti alle scope..
Esclamò
James,
abbracciando più stretta Lily Evans. L’estate era
cominciata.
ANGOLO
DELL'AUTRICE
...Ed
alla fine arriva l'epilogo. Scrivere queste ultime righe è
una vittoria dal sapore amaro. C'è l'orgoglio di aver
concluso qualcosa, ma anche il rimpianto per le scene che sono rimaste
dentro la mia tastiera. Ringrazio chi ha letto tutta questa storia,
scusandomi per i ritardi ed elogiando la vostra pazienza.
Come
ultimo regalo, vi lascio una promessa: il sequel.
Il
titolo sarà L'estate
dell'amicizia, del tradimento e del sangue. Qui sotto
trovate il prologo..
Peter guardava di
fronte a sé, terrorizzato.
Sebastian era appena
morto tra le braccia di Charleen. Aveva a lungo amato quella ragazza,
in
silenzio. Alla fine aveva perso, Seba si era preso tutto anche questa
volta.
Adesso lui giaceva agonizzante, ma ancora una volta Charleen tutti
avevano
occhi solo per lui. Lei gli accarezzava il viso, senza riuscire a
rassegnarsi
alla realtà. L’uomo che aveva amato per tanti
anni, in silenzio, non c’era più.
Il fuoco lo aveva portato via in pochi attimi, prima che lei riuscisse
a fare
qualcosa.
Frank era distrutto,
Alice al suo fianco fissava il vuoto.
Lily si stringeva a
James, quasi temesse che anche lui potesse scomparire da un momento
all’altro.
Cristal nascondeva
il viso nell’incavo della spalla di Remus.
Peter era solo, come
Sirius. La sua speranza, il suo nuovo inizio.
Si voltò
verso
l’amico, poi arrivò Rose. Senza dire niente
strinse la vita del ragazzo, lui si
lasciò andare.
Aveva perso, adesso
era davvero solo. Peter si lasciò andare alla disperazione.
Che ci faceva lui in
mezzo a quei ragazzi?
Ripensò alla parole
di Piton ed a quelle di Regulus, senza riuscire a trovare una via
d’uscita a
tutto quel dolore.
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