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Autore: sihu    27/05/2012    7 recensioni
il sesto anno al tempo dei malandrini inizia in modo davvero movimentato. Lily e Sirius sono talmennte arrabbiati con James tanto da odiarlo e persino Remus ha pensato di strozzare l'amico con gli occhiali, l'unico problema è che James non si trova. che ne sarà stato di James Potter e che ne sarà dei malandrini? Dal terzo capitolo: Non voglio tediarvi con i particolari anche perché non sarebbe giusto nei confronti della famiglia. La notizia fino ad ora è rimasta riservata per non fare preoccupare nessuno e per motivi di privacy, tuttavia vorrei che tutti osservassimo qualche istante di silenzio e rivolgessimo una silenziosa preghiera per James Potter.” disse il vecchio preside abbassando la testa..
Genere: Malinconico, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Broken Memories'
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CAPITOLO 22

EPILOGO

 

La festa di Grifondoro era destinata ad andare avanti per tutta la notte, senza interruzioni. I professori, emozionati almeno quanto gli studenti, non fecero nulla per interrompere la loro festa. Persino la McGranitt, normalmente così ligia alle regole ed intransigente, decise di soprassedere e lasciare che per una notte soltanto i corridoi del castello fossero invasi da una gioiosa folla festante. Alcuni studenti giurarono di averla vista allontanarsi dalla sala in cui si stava svolgendo la festa con una sciarpa della casa di Grifondoro che gli sbucava dalla tasca. A detta di molti, era brilla e felice.

- Non sono mai stata più orgogliosa dei miei ragazzi, ma vedete di non approfittarvene. Hai capito, James?

Aveva detto la donna, scrutando il capitano della sua squadra da dietro i suoi severi occhiali. James e Frank si erano scambiati uno sguardo a metà strada tra l’incredulo e l’esaltato. Ci sarebbero state molti modi per rispondere alla donna, ma i due ragazzi scelsero di sorridere e annuire.

Seba e Sirius non smisero mai di tramare alle spalle dei Serpeverde. Almeno non finchè giunse alle loro orecchie quella che poteva tranquillamente considerarsi l’unica brutta notizia della serata. Qualcuno li aveva preceduti, Piton e Bellatrix erano già stati messi ko. Con gran scorno, i malandrini non riuscirono mai a mettere in atto il loro piano sebbene Seba e Sirius avessero pianificato tutto nei minimi dettagli. Piton sarebbe dovuto passare davanti al corridoio in cui si trovava il rumoroso gruppo di Grifoni per andare nel suo sotterraneo, loro lo avrebbero bloccato e quindi portato nella stanza delle necessità dove ad attenderli ci sarebbero stati tutti gli altri compagni. I loro desideri di vendetta avrebbero fatto il resto, rendendo la stanza adatta a quello scopo. Secondo Sirius, Seba e Remus si trattava di un piano geniale. James non aveva commentato nulla, né aveva cercato di fermare gli amici. Battere le Serpi era stata la rivincita migliore, li aveva distrutti moralmente. Assistere ad una distruzione reale sarebbe stato divertente, ma teneva che Lily non avrebbe approvato il suo coinvolgimento.

Ad ogni modo, ad i ragazzi andò male. Sfortunatamente non avevano considerato un dettaglio: Piton e Bellatrix infatti erano misteriosamente già finiti in infermeria. Nessuno sapeva esattamente spiegare come. I due erano semplicemente spariti prima ancora che finisse la cena, poi era presa a girare quella voce. Nel castello si raccontavano diverse versioni, una più assurda dell’altra. Qualcuno diceva che erano stati aggrediti, altri che erano svenuti improvvisamente dopo pranzo. La più accreditata era che qualcuno avesse messo del veleno nel loro calice. Certo era che nessuno dei due si sarebbe fatto vedere in giro per qualche tempo.

- Hai sentito, sembra siano stati avvelenati..

Aveva detto Alice, alzando le spalle. Era infastidita dal fatto che qualcuno li avesse preceduti, ma l’essenziale era che il destino, il karma o chi sa quale altro studente fosse riuscito a prendersi una giusta vendetta. Il resto erano solo particolari trascurabili.

- Per me il piccolo Black non la racconta giusta.

Mormorò Remus, osservando il minore dei fratelli Black mangiare tranquillo, lontano dai suoi compagni. Una volta finita la cena si era alzato con discrezione dal tavolo ed era scomparso tra la folla festante che festeggiava i Grifoni.

Era l’unico, dopo Piton e Lily, abbastanza bravo in pozioni e abbastanza strafottente da avvelenare qualcuno senza farsi scoprire dai professori. L’unico dettaglio che il licantropo non riusciva a spiegarsi era perché il fratello minore di Sirius avesse fatto una cosa del genere. James guardò l’amico, poi il posto vuoto che aveva lasciato il piccolo Serpeverde.

- Ma si tratta di suoi compagni di casa!

Esclamò Seba perplesso, dando voce ad i dubbi che stavano tormentando anche Remus e buona parte degli altri ragazzi. James sorrise, ricordando le parole del ragazzino. A lui non importava nulla dei suoi compagni di casa. Regulus era diverso da tutti loro, ma non voleva ammetterlo ad alta voce. Si mischiava a loro, fingeva di avere molto in comune con le altre Serpi, ma il suo animo era quello di un Grifone.

- Per lui battere James in modo leale era più importante. Cercando di ucciderlo hanno rischiato di rovinare tutto.

Spiegò pazientemente Frank. Anche lui, come James, si era accorto dello sguardo di Regulus. Aveva voglia di vincere per dimostrare di essere bravo, non solo per aggiudicarsi una coppa.

- Ma alla fine è stato battuto lo stesso.

Commentò Cristal, buttando giù con un solo sorso l’intero contenuto del suo calice. Frank alzò le spalle, senza aggiungere nulla.

- Può sempre cercare di rifarsi l’anno prossimo.

Osservò James, addentando un pezzo di torta. Regulus avrebbe dato loro del filo da torcere anche l’anno successivo. Sarebbe tornato alla carica, più agguerrito che mai, pronto a prendersi il titolo che gli spettava.

- Te lo ripeto, sopravvaluti mio fratello.

Sbuffò Sirius, leggermente irritato da quella conversazione ma già sufficientemente ubriaco da non essere in grado di cambiare discorso come era solito fare.

- Forse sei tu che lo sottovaluti.

Mormorò James, mentre tutti gli altri osservavano i due ragazzi con il fiato sospeso. Sirius odiava parlare della sua famiglia, non era una buona idea sollevare quel discorso con lui. Il maggiore dei Black sbuffò, tornando calmo.

- Non credo..

Dichiarò poi Sirius, chiudendo il discorso. James annuì, senza convinzione e scosse la testa pensieroso.

Doveva sapere cosa stava passando per la testa di Regulus e sapeva anche dove poteva trovarlo. Si allontanò con discrezione tra la folla, senza dare spiegazioni a nessuno dei presenti. In pochi minuti raggiunse la torre. Regulus era lì, silenzioso e solitario come suo solito. James si avvicinò senza dire nulla, certo che l’altro ragazzo lo stava aspettando o quanto meno sapeva che lui era lì a pochi passi.

- Cosa significava quella frase e quell’espressione persa nel vuoto alla fine della partita?

Chiese il Grifone deciso, senza perdere tempo in chiacchere inutili. Regulus non si scompose, quasi si aspettasse quella visita e quella domanda così diretta. James era proprio come Sirius, a nessuno dei due piaceva perdere tempo. Andavano subito al sodo. Il piccolo alzò le spalle e scosse la testa, soffocando una risata sarcastica ma anche molto triste.

- Niente James, va nella tua sala comune. A te aspetta una festa con i tuoi amici, a me una serata da solo.

Mormorò Regulus, osservando il luminoso tappeto di stelle che si srotolava davanti ai suoi occhi. Forse le uniche che riuscissero a capire realmente il suo essere. James non si mosse di un passo, determinato.

- Credi di cavartela con così poco? Voglio una risposta, adesso.

Disse James, portandosi di fronte al Serpeverde. Regulus cercò di evitare lo sguardo dell’altro ragazzo, ma alla fine decise di dire la verità. Si sarebbe liberato prima dello scocciatore, quanto meno. James aveva già dimostrato di essere abbastanza discreto da non andare a raccontare in giro i fatti suoi.

- Pensavo che anche se avessi preso io il boccino sarebbe stato lo stesso. I tuoi amici ti sarebbero rimasti accanto comunque, qualsiasi cosa accada. Io invece sono destinato a stare comunque solo.

Mormorò Regulus. Per la prima volta James non notò strafottenza o superiorità nella sua voce, ma solo tanta tristezza. Regulus non era un principino viziato, ma un ragazzino cresciuto troppo in fretta a cui mancava la guida di un fratello maggiore. La partenza di Sirius da Black Manor doveva averlo segnato molto di più di quanto lui fosse disposto ad ammettere.

- Beh, le cose possono sempre cambiare.

Mormorò James, avvicinandosi un po’. La Serpe scosse la testa, voltandosi verso il lago.  Non voleva i consigli di Potter, né la sua compassione. A lui le cose stavano bene così, non era sua intenzione cambiarle.

- No, James. È troppo tardi. Hanno deciso altri per bene.. Passa una buona estate e non permettere alle Serpi di metterti sotto.

Esclamò Regulus, chiudendo il discorso. James annuì, senza andarsene. Rifletté per un po’ sulle parole dell’altro ed improvvisamente capì chi aveva avvelenato Piton e Bellatrix. Ancora una volta Remus aveva ragione, quel ragazzino era davvero terribile. Una mina vagante.

- Sei stato tu?

Chiese James, deciso ad avere una risposta.

- Non so a cosa ti riferisci..

Replicò Regulus, forse un po’ troppo in fretta. In quel momento sul viso del ragazzo più piccolo si dipinse lo stesso sguardo colpevole che assumeva Sirius quando ne combinava una delle sue e non era disposto ad ammetterlo.

- Piton e Bellatrix sono in infermeria.

Spiegò pazientemente James, proprio come faceva con Sirius quando voleva che lui confessasse le sue malefatte.

- Sul serio? Beh, è un peccato. Speriamo si rimettano presto.

Commentò Regulus con molta ironia nella voce. Ancora una volta la faccia da schiaffi era la medesima di Sirius, quasi un marchio della famiglia Black.

- Ti ripeto la domanda, sei stato tu?

Chiese ancora James, divertito. Per la prima volta si era accorto di quanto Regulus fosse uguale a Sirius e la cosa, invece di turbarlo lo affascinava. Se Regulus era identico a Sirius allora c’era ancora una speranza anche per lui. Frank avrebbe riso di quelle parole, ridendo del suo inguaribile ottimismo.

- Non ha nessuna importanza.

Replicò Regulus, tornando al suo solito sguardo severo.

- Invece potrebbe averne per Sirius.

Mormorò James. Il nome del fratello, buttato nel discorso attirò l’attenzione della Serpe che sussultò appena.

- Sirius sta molto meglio senza di me, gli ricordo troppo la famiglia da cui è scappato.

Mormorò Regulus, tetro.

- E tu, invece? Tu stai bene senza di lui?

Chiese James, portandosi al fianco dell’altro ragazzo. Per un po’ i due si guardarono, senza parlare. Quelli sguardi sembravano voler dire un sacco di cose, o forse nessuna.

- Passa una buona estate, James. Io farò lo stesso.

Mormorò Regulus alla fine, sospirando. Poi si voltò verso il castello deciso a chiudere una volta per tutte quel discorso.

- Sirius è il tuo fratello maggiore. Non importa quello che è successo in passato, sei ancora in tempo per cambiare le cose.

Esclamò James, senza voltarsi verso il ragazzo che se ne stava andando.

- No invece, lui ha te ora. Prenditi cura di lui al mio posto.

Rispose Regulus con un tremito nella voce, senza voltarsi.

 

James continuò a pensare a quelle parole per tutta la notte e anche per i giorni successivi chiedendosi se avesse fatto bene a lasciare andare via il Serpeverde senza fermarlo. Non disse nulla a Sirius di quella discussione, non voleva turbarlo più di quanto fosse necessario. In passato la sua famiglia era già riuscita a ferirlo a sufficienza.

L’ultima settimana al castello, finiti esami e lezioni, passò il fretta. Per James fu davvero un sollievo lasciarsi alle spalle quell’anno tremendo. Aveva perso molte cose, ma poi era riuscito a fatica a riguadagnarsele tutte.

Sembravano trascorse appena poche ore quando i ragazzi si ritrovarono con i bagagli fatti, pronti a lasciare il castello. Guardando Lily che lo aspettava vicino alla porta il Grifone capì di averne guadagnata persino qualcuna in più.

Nel piazzale dove attendevano il treno che li avrebbe ricondotti a casa, Sebastian e Frank avevano un groppo in gola. Il portiere stringeva forte la mano di Alice, mentre Seba cercava la battuta per chiudere in bellezza quel percorso lungo sette anni. L’anno successivo non sarebbero tornati al castello ma sarebbe iniziata una nuova fase della loro vita. La loro avventura era finita, adesso dovevano diventare grandi. Alle spalle si lasciavano tanti bei ricordi, ed anche molte amicizie.

 

Sul binario, mentre aspettavano il treno che li avrebbe riportati a Londra, James si rese conto che non aveva ancora parlato a Lily. Si avvicinò alla ragazza con cautela. Voleva sorprenderla, ma non spaventarla.

- Ehi piccola, hai un momento per me?

Chiese il Grifone, sfoderando il suo sorriso migliore. Lily scambiò una rapida occhiata alle amiche, poi annuì. Il suo cuore perse qualche battito, poi accelerò di colpo. Il momento che aveva tanto aspettato stava finalmente arrivando. Ci erano voluti quasi sei anni, ma alla fine aveva capito quanto James fosse importante.

- Dipende..

Mormorò maliziosa, sorridendo appena. Aveva scoperto di amarlo, ma non voleva cedere troppo in fretta. Era comunque un’orgogliosa Grinfondoro.

- Credevo fosse finito il periodo dei rifiuti.

Commentò James, inclinando la testa ed assumendo un’adorabile aria da cucciolo ferito. Lily sorrise, incapace di pensare ad altro se non alla profondità dei suoi occhi color nocciola.

- Se non mi baci subito potremmo tornare alla fase in cui tu mi chiedi di uscire ed io rispondo no.

Rispose la rosse, decisa. James alzò appena il sopracciglio.

- Curioso, ero venuto da te proprio per questo.

Esclamò,scoppiando a ridere.

- Per chiedermi di uscire?

Provò Lily.

- No, per baciarti.

Sussurrò James, stringendola a sé. Le loro labbra di sfiorarono appena prima di fondersi in un lungo ad appassionato bacio. Il mondo intorno a loro prese a vorticare. Qualche studente rise, altri abbozzarono una risata. Ci fu persino qualcuno che urlò “viva gli sposi”, ma i due ragazzi non potevano sentire tutto questo. Era arrivato il loro momento. Si erano presi la loro occasione. Tutto il resto appariva inutile ed insignificante.

Quando si staccò dalle labbra di lei, James vide che Alice e Sirius sorridevano. Il ragazzo guardò Lily, poi di nuovo i suoi amici. Ogni tassello era tornato al suo posto. Dopo la tempesta, finalmente il sereno.

James stava ancora sorridendo, quando si sentì chiamare.

- Sei James?

Chiese una ragazza che il Grifone non aveva mai visto. Era una brunetta dagli occhi incredibilmente azzurri, più bassa di lui ma dallo sguardo incredibilmente deciso. Inclinò appena la testa, guardandolo meglio.

- Ci conosciamo?

Chiese James, curioso, mentre Lily si irrigidiva appena. Aveva appena conquistato il cuore del suo campione che già qualcuno arrivava a portaglielo via?

- Sono Rose..

Rispose lei, abbassando la testa. Bastò quel nome ed immediatamente James capì. Lei lo detestava. Lo odiava al punto da scrivergli quella lettera piena di rabbia e risentimento. Guardò Lily, lei sorrise rassicurante.

James alzò gli occhi piano, sicuro che avrebbe incontrato lo sguardo duro di Rose. Contro ogni previsione, vi trovò un sorriso.

- Sei un campione, lo sai?

Continuò lei, imbarazzata. James annuì, in difficoltà.

- Non credevo che ti avrei incontrata veramente alla fine.

Mormorò James, alzando le spalle.

- Nella lettera lo dicevo però.

Precisò lei, allungando una mano per accarezzare il viso del ragazzo. James si scostò appena.

- Dicevi anche che non era giusto che io vivessi e tuo fratello no.

Disse James, abbassando la testa. Rose ritrasse subito la mano e la portò al viso, cercando di asciugare le lacrime che le solcavano il volto.

- Quando si soffre si fanno e si dicono cose avventate.

Sospirò lei, guardando il tramonto.

- Nessuno lo sa meglio di me, credimi.

Sbuffò James, ricordando tutto quello che aveva passato in quegli ultimi mesi.

- Amici?

Propose Rose, inclinando la testa. James sorrise ed annuì deciso. Ora tutto era veramente al suo posto.

- Devo andare adesso, scusa..

Esclamò lui, correndo verso gli amici che lo attendevano per un terzo grado

- Che succede?

Chiese Alice, gelosa della ragazza che aveva parlato con James fino a qualche istante prima. Il capitano sorrise, prese il viso della sua rossa tra le mani e la baciò, poi si volto verso la cugina che ancora attendeva una risposta.

- Ho chiuso con il passato, tutto quanto. Dove andiamo questa estate?

Mormorò lui, sorridente, incurante delle espressioni incredule e dell’imbarazzo della ragazza.

- Ho la sensazione che quest’estate ce la ricorderemo per sempre!

Esclamò Seba, sicuro, scuotendo deciso i riccioli scuri. Tutti scoppiarono a ridere, felici che quel lungo anno fosse finalmente terminato. Solo Cristal era seria, quasi fosse persa in un mondo tutto suo.

- Che ti prende, Cristal?

Chiese Charleen, preoccupata per l’amica.

- Niente, solo un brutto presentimento.

Si giustificò la ragazza, cercando di scacciare la brutta sensazione che l’aveva avvolta solo qualche istante prima. Nello stesso istante, Frank si voltò. Alle sue spalle, Bellatrix rideva. Il suo volto era una maschera di isterismo e cattiveria.

- Mi sa che dovremo stare attenti alle scope..

Esclamò James, abbracciando più stretta Lily Evans. L’estate era cominciata. 

ANGOLO DELL'AUTRICE

...Ed alla fine arriva l'epilogo. Scrivere queste ultime righe è una vittoria dal sapore amaro. C'è l'orgoglio di aver concluso qualcosa, ma anche il rimpianto per le scene che sono rimaste dentro la mia tastiera. Ringrazio chi ha letto tutta questa storia, scusandomi per i ritardi ed elogiando la vostra pazienza.

Come ultimo regalo, vi lascio una promessa: il sequel.

Il titolo sarà L'estate dell'amicizia, del tradimento e del sangue. Qui sotto trovate il prologo..

Peter guardava di fronte a sé, terrorizzato.

Sebastian era appena morto tra le braccia di Charleen. Aveva a lungo amato quella ragazza, in silenzio. Alla fine aveva perso, Seba si era preso tutto anche questa volta. Adesso lui giaceva agonizzante, ma ancora una volta Charleen tutti avevano occhi solo per lui. Lei gli accarezzava il viso, senza riuscire a rassegnarsi alla realtà. L’uomo che aveva amato per tanti anni, in silenzio, non c’era più. Il fuoco lo aveva portato via in pochi attimi, prima che lei riuscisse a fare qualcosa.

Frank era distrutto, Alice al suo fianco fissava il vuoto.

Lily si stringeva a James, quasi temesse che anche lui potesse scomparire da un momento all’altro.

Cristal nascondeva il viso nell’incavo della spalla di Remus.

Peter era solo, come Sirius. La sua speranza, il suo nuovo inizio.

Si voltò verso l’amico, poi arrivò Rose. Senza dire niente strinse la vita del ragazzo, lui si lasciò andare.

Aveva perso, adesso era davvero solo. Peter si lasciò andare alla disperazione.

Che ci faceva lui in mezzo a quei ragazzi?

Ripensò alla parole di Piton ed a quelle di Regulus, senza riuscire a trovare una via d’uscita a tutto quel dolore.

  
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