La
quiete
nel cuore
Il vento che le muoveva lievemente i
capelli fu la prima
cosa che percepì appena riprese i sensi. Si sentiva
intorpidita fino al muscolo
più piccolo e insignificante del corpo e faticava ad aprire
le palpebre. Dopo
parecchi tentativi finalmente ci riuscì e subito una luce
accecante riempì
l’intero campo visivo. Sentiva qualcosa in lontananza e dopo
qualche istante
cominciò a riconoscere delle voci.
- Ehi si sta svegliando! –
esclamò qualcuno vicino a lei. La
voce era dolce, doveva essere una ragazza. Infatti appena
cominciò a mettere a
fuoco, la faccia di Anna era a meno di un metro dalla sua. Aveva
un’espressione
decisamente radiosa in volto anche se era piena di graffi e lividi e
del sangue
secco le ricopriva gran parte della tempia sinistra.
Cloud non fece in tempo a sorriderle
per farle capire che
era abbastanza cosciente da riconoscerla che una seconda voce
catturò la sua
attenzione.
- Spostati ragazzina, ha bisogno di
respirare. -
Anna un po’ intimorita si
spostò da Cloud e subito un essere
di dimensioni enormi le si stagliò sopra la testa.
- Draciel? – chiese la
giovane ancora lievemente stordita.
-
No.
You’re dead and now you are in heaven. In fact I’m
Jesus Christ. –
- Fuck you. –
Il gigantesco dragone la
fissò storcendo il naso. Poi la sua
bocca disegnò una linea simile ad un ghigno lasciando
intravedere le lunghe
zanne bianchissime.
- Noto con piacere che il tuo umore
non cambia nemmeno da
appena svegliata. Come ti senti? -
- Mi fa male la testa. –
Quella era scemenza più grande che
Cloud potesse sparare. Era vero che la testa pulsava e faceva male ma
non era
niente paragonato al resto del corpo.
Draciel sorrise. Era sempre
così.
Cloud con un grande sforzo
riuscì nell’intento di mettersi a
sedere e cercò di rilassare gli arti. Chiuse gli occhi ed
assaporò quegli
attimi di tranquillità. L’aria fresca le
scompigliava i capelli e il ciuffo
lungo sollevato dal vento si arricciava quasi stesse giocando.
Finalmente
poteva sentire un silenzio pieno di tranquillità. In
lontananza sentiva
chiaramente degli uccelli cinguettare. Inspirò profondamente
e riaprì gli
occhi. C’erano tante domande a cui lei doveva rispondere e
tante di cui lei
attendeva risposta ma una era quella che le premeva di più.
- Cos’è
successo? -
Draciel era
impressionato. Certo, avevano già usato la Dragon
Soul ma non credeva che
Cloud si sarebbe riabituata così bene a tutta
quell’energia sotto il suo
controllo. Nel giro di pochi minuti aveva ridotto Rajal allo stremo
senza
nemmeno impegnarsi più di tanto. Praticamente aveva la
vittoria in pugno.
Sentiva che Cloud la pensava allo stesso modo, lo percepiva.
Poi
però rifletté. Era
giusto farle uccidere un uomo davanti agli occhi dei suoi amici?
Dopotutto
Cloud aveva rifiutato di usare la Dragon
Soul proprio perché non voleva
traumatizzarli più di quanto
non fossero già.
No non era
giusto.
Doveva bloccarla, anche se sapeva che Cloud aveva tutte le ragioni per
uccidere
quel verme con le sue mani.
- Cloud. -
I know.
- You know what? I said nothing!
–
Immagino ciò che tu voglia
dire.
Draciel
restò
momentaneamente spiazzato. Ma cosa diavolo aveva capito quella ragazza?
Lui non
aveva proferito parola e lei che shell aveva capito? Un emerita H
supponeva.
D’accordo che condividevano gran parte delle emozioni e dei
pensieri, ma ciò non
toglieva che ogni cosa che lui pensava fosse per forza ovvia anche a
lei.
Nel
frattempo Cloud si
era avvicinata a Rajal. Quel sicario si chiedeva come avesse fatto. Ah se solo avesse avuto la
possibilità di vedere
Cloud combattere con le sue sole forze. Altro che allenamenti speciali
e altro.
La sua mini ninja l’avrebbe spiazzato.
Tornò
a seguire il
discorso che Cloud e Rajal stavano facendo.
- Hai ucciso tre dei miei
fratelli… -
Ok e quella
che boiata
era? Senza volerlo alcuni ricordi di Cloud gli si presentarono
dinnanzi. Una
pergamena. Sentenze d’esecuzione. Leonardo, Donatello,
Michelangelo e Raphael
barrati. Eliminati.
Di nuovo.
Che emerita
boiata era?
- A proposito di
questo Cloud- -
Non ora Dras.
E Cloud
continuò il
suo discorso con Rajal senza prestare attenzione a Draciel. Egli vide
la
ragazza scambiare qualche altra parola con lo sfregiato prima di
rabbuiarsi in
volto ed afferrare per il collo della tunica Rajal.
Lo vedeva
chiaro dalla
sua espressione che era intenzionata ad ucciderlo. E come aveva
già deciso, non
poteva permetterglielo. Cloud fece scendere il pugno in direzione del
petto di
Rajal.
- Adesso è sufficiente
Cloud. -
Ruppe la Dragon
Soul. Come una scia
dorata, lasciò il corpo di Cloud per poi riprendere la sua
forma di drago al
suo fianco.
Cloud,
completamente
sciupata da tutte le energie cadde a terra svenuta. Ebbe solo il tempo
di
rivolgerle un vago sorriso che la ragazza chiuse gli occhi.
Draciel
allora si
concentrò sulla figura al suoi piedi. Era grande quanto un
suo artiglio. Una
sola zampata e ridotto com’era, avrebbe potuto dilaniarlo con
semplicità.
- Avrei benissimo potuto
lasciare che ti
uccidesse lei. Ne aveva tutto il diritto. ma non potevo rovinare in
modo
irrimediabile ciò che quei ragazzi li in fondo pensano di
lei. Di certo non mi
fermerò a spiegare a te il perché. -
sentenziò il drago.
Rajal era
rimasto
lievemente interdetto dagli ultimi avvenimenti ma aveva ripreso
abbastanza coscienza
di se per prestare attenzione alle parole di Draciel. Ora lo fissava.
Ambra e
ametista. Due paia di occhi che si squadravano.
- Io so che
non li hai
uccisi. Quindi credimi, averlo fatto credere a Cloud è
già un motivo valido per
me per farti fuori. -
- E allora
fallo
bestione. –
- Non
chiedevo altro. –
ringhiò Draciel di rimando.
Aprì
le fauci e con un
morso staccò di netto la testa dal corpo. Il sangue
zampillò dal collo e il
dragone sputò lontano la testa di quell’essere che
aveva in bocca. Altro sangue
scendeva dalla sua mandibola sporcando le squame verdi.
Draciel
lanciò un’
ultima occhiata al corpo martoriato ai suoi piedi e poi con la coda
sollevò la
svenuta Cloud e se la caricò sulla schiena, tra le ali, dove
le spine acuminate
della colonna vertebrale non erano presenti.
Poi si
diresse verso il
piccolo gruppo al margine della stanza.
Sentì
il sangue
gocciolargli lungo la mandibola, emise una leggera fiammata per pulirsi
le
fauci e si riconcentrò sulle cinque figure a cui era vicino.
- Ora
andiamo. -
- Andiamo
dove? – chiese
la moretta dai tratti orientali.
- Vi porto
via da qui.
–
Senza
aspettare
risposta aprì un portale con l’energia mentale e
dopo aver acciuffati le tre
ragazze, il ragazzo e Donatello a poca distanza da loro
spiccò il volo attraverso
il portale.
Dall’altra
parte
Draciel atterrò su di un immensa prateria verde.
L’intera area era ricoperta d’erba
Draciel vi adagiò Donatello per poi lasciare cautamente i
ragazzi che teneva
tra le zampe.
Si volse e
con la coda
distese anche Cloud sull’erba morbida. Sapeva che non ci
avrebbe messo molto a
svegliarsi.
Intanto il
gruppetto
si era seduto e si guardava intorno con fare sospetto. Il ragazzo
fissò Draciel
e poi gli parlò.
- E adesso? -
- Adesso io
curo
Donatello mentre aspettiamo che Cloud si svegli per avere altre
informazioni. –
- Ma- -
- Ehi si sta
svegliando! – esclamò Anna.
- E poi ti sei svegliata e questo
è quanto. – disse Draciel.
Il dragone ora aveva assunto le sembianze di un gigantesco serpente. Le
ali, le
zampe e la coda uncinata erano spariti per lasciare spazio ad una
semplice
pelle squamosa color dello smeraldo. Solo la lunga cicatrice che
percorreva
l’occhio destro e gli occhi ambra riflettevano perfettamente
l’immagine reale
di quella maestosa creatura.
Inoltre in quanto basilisco, era
anche di dimensioni
notevolmente ridotte. Ma ciò non toglieva che fosse comunque
enorme.
- Capisco. Anzi no non capisco
proprio niente. Tu avevi
detto che il mio corpo non avrebbe retto la mia energia senza la Dragon
Soul ma tu comunque l’hai
annullata senza problemi! E io sono viva. –
Draciel guardò le nuvole
che in quel momento stavano dando
un po’ di riposo dal sole che illuminava la radura.
- Diciamo che mentre era al tuo
interno ho disattivato il
sigillo del Tribunal che era praticamente a brandelli e ne ho creato un
altro. –
- Tu cosa? –
- Senti. Questo è un
problema secondario. Spara altre
domande e intanto ringrazia di essere viva. –
sentenziò il basilisco con il
fantasma di un sorriso che gli rigava le labbra.
Cloud sbuffò.
- Altra domanda eh. Perché
diavolo mi avevi detto di
uccidere Rajal all’inizio se eri già convinto di
farlo tu stesso? -
- Era per spronarti. Volevo solo che
riacquistassi fiducia
in te stessa. –
I loro sguardi si incrociarono e
Cloud sostenne quello di
Draciel con estrema fermezza. Poi però il suo volto si
addolcì.
- Grazie. –
Il basilisco sorrise a sua volta ma
subito cominciò a
tartassare la giovane con la coda per impedirle di vedere una piccola
lacrima
scendere dal suo occhio sfregiato.
Era felice di averla di nuovo con se.
- Whoa Dras smettila! –
esclamò Cloud, ora sepolta dalla
grande coda del serpente. – Mi schiacci! -
- Oh povera piccina. –
- Si infatti. Povera me! –
- La piccola Cloud non è
in grado di sostenere un’innocua
coda! Cattivo Dras! Non si fa male a Cloud! –
- Ok Draciel abbiamo chiaro il
concetto puoi smetterla
adesso. – disse Cloud finalmente libera dalla possente coda.
- Cattivo Draciel! Cattivo cattivo.
–
- Dras davvero, smettila. –
- Dovrei saperlo che non sei in grado
di sostenere la mia
stupenda, superba e immensamente immensa forza. –
- Draciel. –
Il monologo di Draciel pareva voler
volgere all’infinito
così Cloud decise di darci un taglio.
- Insomma Draciel la pianti? -
urlò la ragazza nel posto
dove teoricamente stava l’orecchio del basilisco.
Quest’ultimo la
guardò sbieco. – Pff. Grazie per levarmi
tutto il divertimento! –
- Oh di niente. -
I due cominciarono a fissarsi in
cagnesco e parevano
intenzionati a continuare nel loro duello di sguardi.
- Ehm…scusate. -
Entrambi gli interessati volsero lo
sguardo verso il punto
da cui era arrivata la voce. Elisabetta li stava fissando con
un’espressione
che era tra lo spaventato e lo sconcertato. La brunetta
sospirò. Quel momento
di battibecco con Draciel le aveva fatto dimenticare che aveva parecchi
altri
nodi da sciogliere.
- No. Sono io che dovrei scusarmi.
– cominciò Cloud cercando
di alzarsi in piedi. Draciel le venne in aiuto sostenendola con il
muso. – Adesso
credo che cominciare tutta la storia dall’inizio sarebbe la
cosa migliore, ma
prima vorrei controllare come sta mio fratello se posso. -
Cloud si rivolse ad Alice. Sapeva che
era lei l’elemento più
incrinato in tutta quella catena che ora loro stavano formando.
- Fa come credi. – rispose
acida la ragazza.
Elisabetta e Mattia la fissarono
mentre si sedeva e si
concentrava nel fissare il paesaggio circostante.
Cloud tirò un sospiro di
sollievo e si rivolse a Draciel.
– Mi dai una mano? -
- Lo faccio io. -
Subito le braccia di Anna
l’aiutarono a restare su due piedi
e Cloud si ritrovò per la seconda volta il volto sorridente
di Anna che la
fissava.
Non riusciva a capire come potesse
ancora guardarla così. Eppure
aveva patito e visto come gli altri.
Non
è spaventata?
Così mentre le due si
avvicinavano alla tartaruga distesa
sull’ebra a qualche metro di distanza, Cloud non
poté che ringraziare di aver
trovato amici così speciali. Perché se una di
loro l’aveva anche minimamente
capita, forse potevano farlo anche gli altri.
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