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Autore: supernova_the_fifth    30/05/2012    2 recensioni
Quando la vita ti sembra normale. quando credi che tutto andrà per il meglio...è allora che il passato ti si ripresenta dinnanzi!
Dal capitolo 6:
[ Cloud non alzò lo sguardo da terra e non cercò di discolparsi. In cuor suo sapeva che ciò che lo sfregiato aveva appena detto era vero. In fin dei conti non aveva tentato nulla per fermalo e impedirgli di fare qualcosa.
Aveva perso davvero tutto quello che era un tempo.
E fin da subito sapeva di aver condannato tutti loro a morte certa. Nella sua mente aveva cercato più volte di pensare che si sarebbe concluso tutto per il meglio per tutti loro ma sapeva di mentire a se stessa.
Lei aveva comunque continuato a sperare; ora però tutta la consapevolezza di ciò che attendeva Anna, Erica, Mattia, Giulia, Naya, Elisabetta e Alice la colpì come un macigno.
Le parole che la raggiunsero qualche istante dopo furono il colpo di grazia.
- Anche se immagino che un secondo omicidio di massa non possa pesarti troppo sulla coscienza. Vero Supernova?- ]
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Nexus Universe'
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La quiete nel cuore

 

 

Il vento che le muoveva lievemente i capelli fu la prima cosa che percepì appena riprese i sensi. Si sentiva intorpidita fino al muscolo più piccolo e insignificante del corpo e faticava ad aprire le palpebre. Dopo parecchi tentativi finalmente ci riuscì e subito una luce accecante riempì l’intero campo visivo. Sentiva qualcosa in lontananza e dopo qualche istante cominciò a riconoscere delle voci.

- Ehi si sta svegliando! – esclamò qualcuno vicino a lei. La voce era dolce, doveva essere una ragazza. Infatti appena cominciò a mettere a fuoco, la faccia di Anna era a meno di un metro dalla sua. Aveva un’espressione decisamente radiosa in volto anche se era piena di graffi e lividi e del sangue secco le ricopriva gran parte della tempia sinistra.

Cloud non fece in tempo a sorriderle per farle capire che era abbastanza cosciente da riconoscerla che una seconda voce catturò la sua attenzione.

- Spostati ragazzina, ha bisogno di respirare. -

Anna un po’ intimorita si spostò da Cloud e subito un essere di dimensioni enormi le si stagliò sopra la testa.

- Draciel? – chiese la giovane ancora lievemente stordita.

- No. You’re dead and now you are in heaven. In fact I’m Jesus Christ. –

- Fuck you. –

Il gigantesco dragone la fissò storcendo il naso. Poi la sua bocca disegnò una linea simile ad un ghigno lasciando intravedere le lunghe zanne bianchissime.

- Noto con piacere che il tuo umore non cambia nemmeno da appena svegliata. Come ti senti? -

- Mi fa male la testa. – Quella era scemenza più grande che Cloud potesse sparare. Era vero che la testa pulsava e faceva male ma non era niente paragonato al resto del corpo.

Draciel sorrise. Era sempre così.

Cloud con un grande sforzo riuscì nell’intento di mettersi a sedere e cercò di rilassare gli arti. Chiuse gli occhi ed assaporò quegli attimi di tranquillità. L’aria fresca le scompigliava i capelli e il ciuffo lungo sollevato dal vento si arricciava quasi stesse giocando. Finalmente poteva sentire un silenzio pieno di tranquillità. In lontananza sentiva chiaramente degli uccelli cinguettare. Inspirò profondamente e riaprì gli occhi. C’erano tante domande a cui lei doveva rispondere e tante di cui lei attendeva risposta ma una era quella che le premeva di più.

- Cos’è successo? -

 

Draciel era impressionato. Certo, avevano già usato la Dragon Soul ma non credeva che Cloud si sarebbe riabituata così bene a tutta quell’energia sotto il suo controllo. Nel giro di pochi minuti aveva ridotto Rajal allo stremo senza nemmeno impegnarsi più di tanto. Praticamente aveva la vittoria in pugno. Sentiva che Cloud la pensava allo stesso modo, lo percepiva.

Poi però rifletté. Era giusto farle uccidere un uomo davanti agli occhi dei suoi amici? Dopotutto Cloud aveva rifiutato di usare la Dragon Soul proprio perché non voleva traumatizzarli più di quanto non fossero già.

No non era giusto. Doveva bloccarla, anche se sapeva che Cloud aveva tutte le ragioni per uccidere quel verme con le sue mani.

- Cloud. -

I know.

- You know what? I said nothing! –

Immagino ciò che tu voglia dire.

Draciel restò momentaneamente spiazzato. Ma cosa diavolo aveva capito quella ragazza? Lui non aveva proferito parola e lei che shell aveva capito? Un emerita H supponeva. D’accordo che condividevano gran parte delle emozioni e dei pensieri, ma ciò non toglieva che ogni cosa che lui pensava fosse per forza ovvia anche a lei.

Nel frattempo Cloud si era avvicinata a Rajal. Quel sicario si chiedeva come avesse fatto. Ah  se solo avesse avuto la possibilità di vedere Cloud combattere con le sue sole forze. Altro che allenamenti speciali e altro. La sua mini ninja l’avrebbe spiazzato.

Tornò a seguire il discorso che Cloud e Rajal stavano facendo.

- Hai ucciso tre dei miei fratelli… -

Ok e quella che boiata era? Senza volerlo alcuni ricordi di Cloud gli si presentarono dinnanzi. Una pergamena. Sentenze d’esecuzione. Leonardo, Donatello, Michelangelo e Raphael barrati. Eliminati.

Di nuovo. Che emerita boiata era?

 - A proposito di questo Cloud- -

Non ora Dras.

E Cloud continuò il suo discorso con Rajal senza prestare attenzione a Draciel. Egli vide la ragazza scambiare qualche altra parola con lo sfregiato prima di rabbuiarsi in volto ed afferrare per il collo della tunica Rajal.

Lo vedeva chiaro dalla sua espressione che era intenzionata ad ucciderlo. E come aveva già deciso, non poteva permetterglielo. Cloud fece scendere il pugno in direzione del petto di Rajal.

- Adesso è sufficiente Cloud. -

Ruppe la Dragon Soul. Come una scia dorata, lasciò il corpo di Cloud per poi riprendere la sua forma di drago al suo fianco.

Cloud, completamente sciupata da tutte le energie cadde a terra svenuta. Ebbe solo il tempo di rivolgerle un vago sorriso che la ragazza chiuse gli occhi.

Draciel allora si concentrò sulla figura al suoi piedi. Era grande quanto un suo artiglio. Una sola zampata e ridotto com’era, avrebbe potuto dilaniarlo con semplicità.

 - Avrei benissimo potuto lasciare che ti uccidesse lei. Ne aveva tutto il diritto. ma non potevo rovinare in modo irrimediabile ciò che quei ragazzi li in fondo pensano di lei. Di certo non mi fermerò a spiegare a te il perché. - sentenziò il drago.

Rajal era rimasto lievemente interdetto dagli ultimi avvenimenti ma aveva ripreso abbastanza coscienza di se per prestare attenzione alle parole di Draciel. Ora lo fissava. Ambra e ametista. Due paia di occhi che si squadravano.

- Io so che non li hai uccisi. Quindi credimi, averlo fatto credere a Cloud è già un motivo valido per me per farti fuori. -

- E allora fallo bestione. –

- Non chiedevo altro. – ringhiò Draciel di rimando.

Aprì le fauci e con un morso staccò di netto la testa dal corpo. Il sangue zampillò dal collo e il dragone sputò lontano la testa di quell’essere che aveva in bocca. Altro sangue scendeva dalla sua mandibola sporcando le squame verdi.

Draciel lanciò un’ ultima occhiata al corpo martoriato ai suoi piedi e poi con la coda sollevò la svenuta Cloud e se la caricò sulla schiena, tra le ali, dove le spine acuminate della colonna vertebrale non erano presenti.

Poi si diresse verso il piccolo gruppo al margine della stanza.

Sentì il sangue gocciolargli lungo la mandibola, emise una leggera fiammata per pulirsi le fauci e si riconcentrò sulle cinque figure a cui era vicino.

- Ora andiamo. -

- Andiamo dove? – chiese la moretta dai tratti orientali.

- Vi porto via da qui. –

Senza aspettare risposta aprì un portale con l’energia mentale e dopo aver acciuffati le tre ragazze, il ragazzo e Donatello a poca distanza da loro spiccò il volo attraverso il portale.

 

Dall’altra parte Draciel atterrò su di un immensa prateria verde. L’intera area era ricoperta d’erba Draciel vi adagiò Donatello per poi lasciare cautamente i ragazzi che teneva tra le zampe.

Si volse e con la coda distese anche Cloud sull’erba morbida. Sapeva che non ci avrebbe messo molto a svegliarsi.

Intanto il gruppetto si era seduto e si guardava intorno con fare sospetto. Il ragazzo fissò Draciel e poi gli parlò.

- E adesso? -

- Adesso io curo Donatello mentre aspettiamo che Cloud si svegli per avere altre informazioni. –

- Ma- -

- Ehi si sta svegliando! – esclamò Anna.   

 

- E poi ti sei svegliata e questo è quanto. – disse Draciel. Il dragone ora aveva assunto le sembianze di un gigantesco serpente. Le ali, le zampe e la coda uncinata erano spariti per lasciare spazio ad una semplice pelle squamosa color dello smeraldo. Solo la lunga cicatrice che percorreva l’occhio destro e gli occhi ambra riflettevano perfettamente l’immagine reale di quella maestosa creatura.

Inoltre in quanto basilisco, era anche di dimensioni notevolmente ridotte. Ma ciò non toglieva che fosse comunque enorme.

- Capisco. Anzi no non capisco proprio niente. Tu avevi detto che il mio corpo non avrebbe retto la mia energia senza la Dragon Soul ma tu comunque l’hai annullata senza problemi! E io sono viva. –

Draciel guardò le nuvole che in quel momento stavano dando un po’ di riposo dal sole che illuminava la radura.

- Diciamo che mentre era al tuo interno ho disattivato il sigillo del Tribunal che era praticamente a brandelli e ne ho creato un altro. –

- Tu cosa? –

- Senti. Questo è un problema secondario. Spara altre domande e intanto ringrazia di essere viva. – sentenziò il basilisco con il fantasma di un sorriso che gli rigava le labbra.

Cloud sbuffò.

- Altra domanda eh. Perché diavolo mi avevi detto di uccidere Rajal all’inizio se eri già convinto di farlo tu stesso? -

- Era per spronarti. Volevo solo che riacquistassi fiducia in te stessa. –

I loro sguardi si incrociarono e Cloud sostenne quello di Draciel con estrema fermezza. Poi però il suo volto si addolcì.

- Grazie. –

Il basilisco sorrise a sua volta ma subito cominciò a tartassare la giovane con la coda per impedirle di vedere una piccola lacrima scendere dal suo occhio sfregiato.

Era felice di averla di nuovo con se.

- Whoa Dras smettila! – esclamò Cloud, ora sepolta dalla grande coda del serpente. – Mi schiacci! -

- Oh povera piccina. –

- Si infatti. Povera me! –

- La piccola Cloud non è in grado di sostenere un’innocua coda! Cattivo Dras! Non si fa male a Cloud! –

- Ok Draciel abbiamo chiaro il concetto puoi smetterla adesso. – disse Cloud finalmente libera dalla possente coda.

- Cattivo Draciel! Cattivo cattivo. –

- Dras davvero, smettila. –

- Dovrei saperlo che non sei in grado di sostenere la mia stupenda, superba e immensamente immensa forza. –

- Draciel. –

Il monologo di Draciel pareva voler volgere all’infinito così Cloud decise di darci un taglio.

- Insomma Draciel la pianti? - urlò la ragazza nel posto dove teoricamente stava l’orecchio del basilisco.

Quest’ultimo la guardò sbieco. – Pff. Grazie per levarmi tutto il divertimento! –

- Oh di niente. -

I due cominciarono a fissarsi in cagnesco e parevano intenzionati a continuare nel loro duello di sguardi.

- Ehm…scusate. -

Entrambi gli interessati volsero lo sguardo verso il punto da cui era arrivata la voce. Elisabetta li stava fissando con un’espressione che era tra lo spaventato e lo sconcertato. La brunetta sospirò. Quel momento di battibecco con Draciel le aveva fatto dimenticare che aveva parecchi altri nodi da sciogliere.

- No. Sono io che dovrei scusarmi. – cominciò Cloud cercando di alzarsi in piedi. Draciel le venne in aiuto sostenendola con il muso. – Adesso credo che cominciare tutta la storia dall’inizio sarebbe la cosa migliore, ma prima vorrei controllare come sta mio fratello se posso. -

Cloud si rivolse ad Alice. Sapeva che era lei l’elemento più incrinato in tutta quella catena che ora loro stavano formando.

- Fa come credi. – rispose acida la ragazza.

Elisabetta e Mattia la fissarono mentre si sedeva e si concentrava nel fissare il paesaggio circostante.

Cloud tirò un sospiro di sollievo e si rivolse a Draciel.

– Mi dai una mano? -

- Lo faccio io. -

Subito le braccia di Anna l’aiutarono a restare su due piedi e Cloud si ritrovò per la seconda volta il volto sorridente di Anna che la fissava.

Non riusciva a capire come potesse ancora guardarla così. Eppure aveva patito e visto come gli altri.

Non è spaventata?

Così mentre le due si avvicinavano alla tartaruga distesa sull’ebra a qualche metro di distanza, Cloud non poté che ringraziare di aver trovato amici così speciali. Perché se una di loro l’aveva anche minimamente capita, forse potevano farlo anche gli altri.

   
 
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