Ciao ragazze,
ho deciso di scrivere questo mio ultimo capitolo proprio oggi per farvi un bel
regalo di Natale.
Di
ringraziamenti ne dovrei fare ancora a centinaia.
Sono arrivata a
102 recensioni, credetemi non avrei mai sperato di essere seguita e appoggiata
da tanta gente. Visto che è l’ultimo capitolo ho deciso di ringraziarvi di
nuovo, come faccio a non farlo? Avete scritto delle cose così
belle….
Aya chan: anche io non pensavo di arrivare a 100, ma ci
sono riuscita e questo mi ha reso molto contenta, comunque si è propria quella
la mia idea di bacio, però quello che volevo fare emergere è che Heric ne
sarebbe uscito con l’aiuto di suo figlio, perché non esiste solo un tipo di
bacio perfetto o solo un tipo di amore. Quindi lui decide di stare con Sana non
più perché ne ha bisogno, ma semplicemente perché lo vuole, insomma quello che
diceva la frase che ho ciatato "io non voglio qualcosa che mi serve io voglio
qualcosa che voglio "grazie mille bacio giuli
Dany 92: dire che mi ha fatto piacere il tuo commento
sarebbe riduttivo. Sai io frequento da poco un liceo classico, dove stanno
cercando di rendere molto più elaborata la mia forma. Infatti dal primo capitolo
il mio vocabolario è diventato un tantino più vasto…Però secondo me quando si
parla di qualcosa di così grande come l’amore se non si usa la semplicità si
rischia solo di perdersi in una marea di parole complicate che comunque non
riescono a esprimere niente. Grazie per aver apprezzato questo mio ritorno alle
origini, grazie mille bacio giuli ps non solo le penso quelle cose, ma purtroppo
o per fortuna le ho anche vissute.
Anna c: grazie Anna magari è merito tuo se nessuna ha
criticato grazie per il commento bacio giuli
Michi 18: grazie michi sono molto felice che ti sia
piaciuta, mi dai sempre tanto entusiasmo grazie…
Lizdreamer: ciao liz anche il tuo commento è stato
bellissimo. In effetti quella frase piace tantissimo anche a me, evidenzia come
heric ormai non veda più sana solo come donna, ma come amore della sua vita, mi
è venuta spontanea come molte cose di questo chappy grazie per averla apprezzata
anche tu bacio giuli.
Virgo: io sono convinta di una cosa: chi cerca trova. Ma
devi sapere bene quello che vuoi e quello che cerchi, una volta che lo avrai
capito non dovrai fare altro che guardarti intorno, sono quasi sicura che c’è
qualcuno vicino a te che non riesci a notare ma che c’è, mi sembri un ragazzo
sensibile e a posto e se hai delle scappatelle vuol dire che sei anche un bel
ragazzo, qualcuno per te ci sarà sicuramente anzi secondo me c’è già. Mi
dispiace non volevo intromettermi troppo bacio giuli
Lisa Lawer:ciao lisa sono contenta che ti sia piaciuta la
mia storia, comunque io ho compiuto da poco i quattordici anni, ma quando ho
iniziato a scrivere ne avevo effettivamente 13. Spero che anche questo ultimo
capitolo ti piaccia!un bacio
Ragazzi sigh
sigh questo è veramente l’ultimo, mi mancheranno i vostri commenti e mi mancherà
questa storia, grazie a tutti quelli che mi hanno seguito grazie davvero, bacio
giuli già.
Quando meno te
lo aspetti
S: Heric mi sa
che ci siamo….!!!!!!!!!!
H:si cara se
Dio vuole questo film inizia finalmente…
S:ma quale
film, ti dico che ci siamo!!!!!!!!!!!!!!!!
H: a fare
ch…………..Oh mio DIO!
Sana sorrise
nel vedere la faccia di suo marito, nonostante il dolore e l’ansia quell’uomo
riusciva sempre a intenerirla.
S: caro non
sono mica una bomba a orologeria, stai tranquillo, respira, prendi le chiavi
della macchina la mia borsa e muoviti per favore…………..
Heric aveva il
cuore in gola e gli occhi completamente fuori dalle orbite.
Era strano era
già diventato papà ,aveva già affrontato quella situazione ma non ci aveva
ancora fatto l’abitudine.
Era sempre una
sensazione nuova, una nuova realtà, e sapeva che non sarebbe mai riuscito a far
propria quell’esperienza così unica…
Guardava la sua
Sana radioso e terrorizzato come se potesse andare in pezzi da un momento
all’altro con quel tenero senso si protezione e solidarietà dipinto negli occhi
commossi.
Dopo l’ennesimo
urlo della sua piccola belva, finalmente si riscosse, stava per chiudere la
porta di casa quando vide due sagome sulle scale con un’aria assonnata e un po’
sorpresa…
Alessandro:ehi
che succede?
Erica: si che
uccede?
Heric li guardò
sempre con la stessa espressione ansiosa e felice. Come aveva potuto avere
tanto? Cosa aveva fatto di così bello per meritarsi tanta
felicità?
H: non vi
preoccupate la vostra sorellina è in arrivo credo, adesso chiamo la zia Alicia
così viene a farvi un po’ di compagnia….
Alessandro: non
se ne parla neanche papà, non ho mica due anni ne ho ben 8, io vengo con te,
voglio stare vicino a Sana e alla mia sorellina…
Erica: ache
io!
Heric guardò
rassegnato i suoi bimbi….
In particolare
il suo sguardo si posò sul piccolo Ale. Era stato un anno difficile per lui, per
tutti.
La sua vita era
stata sconvolta e per quanto lui e Sana si fossero sforzati per limitare i danni
del trauma, si vedeva che in lui qualcosa era cambiato..
Era così
taciturno e serio, si apriva solo con la sorellina più piccola, e perfino con
Sana era scostante e scontroso.
Lo stupì un
poco la sua richiesta, ma sapeva che era un bimbo molto cocciuto e non c’era più
tempo così decise di portarselo dietro….
H:e va bene,
Ale può venire, ma tu no Erica fino a prova contraria hai ancora 5 anni, la mia
principessa deve dormire ok? Vedrai che andrà tutto bene piccola, fra poco viene
la zia Alicia ok?
Erica lo guardò
imbronciata e rassegnata.
Com’era dolce
quando si arrabbiava proprio come la sua mammina…
Aveva i suoi
occhi solari ed energici, la sua bocca piccola e chiacchierona e perfino i suoi
modi, solo i capelli biondo cenere sembravano ricordare vagamente il
papà.
S: amoooore non
per metterti fretta ma qui c’è qualcuno che non sembra avere la mia stessa
pazienza quindi muoviti se no mi alzo e ti trascino a forza di calci in quel tuo
bel culetto ok?
Heric incrociò
lo sguardo con Ale prima di entrare in macchina, a metà tra il divertito e il
terrorizzato e ridacchiarono insieme piano ,quella ragazza non si smentiva
mai…..
Arrivarono
all’ospedale in poco tempo e Sana fu subito ricoverata.
Heric tirò un
sospiro di sollievo, sembrava che il peggio fosse passato, anche se non capiva
perché non lo avessero fatto entrare come sempre….
Una piccola
parte di lui iniziò a preoccuparsi dopo qualche ora che nessuno veniva a dirgli
niente in quel maledetto corridoio bianco dove tutto sembrava
uguale…
A: papà mi
innervosisci a fare così…
H: lo so amore
è che è passato già un po’ di tempo da quando la hanno ricoverata e mi domando
perché nessuno ci dia notizie….
Heric si lasciò
andare su uno scomodissimo sedile di metallo a un pesante
sospiro.
Il bambino lo
osservò a lungo sorpresa per tanta paura in un adulto, nel suo papà sempre così
deciso e ironico.
Ale fece
qualcosa che lo sconvolse un poco: si alzò gli andò di fronte e lo abbracciò
forte.
Il biondino
inspirò il dolce profumo del figlio e ancora una volta si ritrovò rincuorato
dalla sua presenza, dal suo odore di casa e di gioia e dalle sue manine che
cercavano di avvolgerlo.
Era stato un
periodo terribile per quella piccola stella eppure per fortuna aveva continuato
a custodire la sua luce, quel modo straordinario di star vicino alle persone nei
momenti più difficili.
Quasi un anno
prima quel bimbo aveva aspettato con la nonna tutta la notte l’arrivo della
madre e del patrigno che non erano mai arrivati.
Nadia era
andata a un convegno di lavoro di suo marito per stargli vicino lasciando il suo
adorato bambino con la nonna paterna non sapendo che il saluto veloce che gli
aveva dato sulla porta era un addio.
Avevano avuto
un incidente sulla strada di casa, durante il ritorno a causa di un camion che
non aveva rispettato uno stop.
Heric era stato
sconvolto dalla morte di quella donna, la più importante della sua vita dopo
Sana.
Il ragazzo
aveva sempre visto in Nadia un porto sicuro, un rifugio caldo lontano dal furore
del mondo, un caldo sorriso un punto di riferimento
incrollabile.
Ma non era
stato così e ora quella ragazza meravigliosa non c’era più.
Lui e Sana non
avevano avuto neanche il bisogno di parlarne lo avevano accolto nella loro bella
famiglia cercando di lenire le sue sofferenze come
potevano….
I due erano
felicemente sposati da cinque anni, cinque meravigliosi e stupendi anni e la
loro seconda figlia era già in viaggio.
Si erano
trasferiti in Giappone dopo il matrimonio successivamente al primo e unico
periodo di crisi del loro matrimonio.
A Heric mancava
casa, i suoi amici , ma soprattutto suo figlio che era costretto a vedere di
rado, ma non riusciva a parlarne con Sana
Le aveva già
chiesto così tanto, come poteva sperare che lei volesse staccarsi dalla sua
nuova vita solo per lui?
Ma poi alla
fine gliene aveva parlato, un attimo prima che il problema diventassi
insormontabile.
Per la ragazza
era stato uno shock: non aveva mai pensato di tornare stabilmente in Giappone,
verso il passato, una realtà da cui era fuggita.
Ma aveva capito
che era un sacrificio necessario, per la vita meravigliosa che l’aspettava, per
suo marito e per la bimba che stava per salutare il mondo.
Così si erano
trasferiti e insieme si erano riappropriati della loro felicità, delle proprie
radici, insieme, sempre insieme e così era stato sempre.
Ora erano molto
felici, con due figli, una bella casa, con il lavoro di Heric di pediatra che
era in fase di avviamento e con quello di Sana che ormai dava lezioni di
recitazione per giovani stelle emergenti.
Le era costato
molto lasciare Brodway, quel lavoro che per tanti anni l’aveva spinta ad andare
avanti, dandole forza e tante e tante soddisfazioni, ma sentiva di essere stanca
della notorietà, e aveva preso la scelta migliore….
Con Miriam si
sentiva ancora spessissimo e inoltre quella pazza della sua migliore amica si
sarebbe trasferita presto in Giappone, presa da un nuovo amore che lei diceva
essere quello della sua vita, e dalla sua carriera di giornalista che la
costringeva a muoversi spesso verso l’Oriente.
Insomma le cose
erano andate nel migliore dei modi e nonostante ci fossero stati un paio di
momenti difficili la loro serenità ripagava di tutti i
sacrifici….
A:papà torna da
me…
H:
cosa?
A: ormai ti
conosco non c’eri con la testa…a cosa stai pensando?
H. ti ricordi
cosa ti ho detto l’ultima volta? Io sono felice e ho tanta paura di perdere
tutto questo…
A: non ti
preoccupare sento che la mamma sta bene….
Heric quasi
cadde dalla sedia quando sentì quella frase.
Il bimbo si era
sempre rifiutato di chiamare Sana "mamma" e tutti lo avevano sempre capito anche
la stessa donna, d’altronde lui una madre ce l’aveva e anche se morta dentro di
lui era ancora onnipresente.
Eppure
probabilmente il suo affetto per Sana era diventato col tempo più intenso di
quanto pensasse.
Heric lo stava
ancora fissando curioso, quando vide un’infermiera
avvicinarsi….
Qualcosa in lui
si mosse.
Scattò in piedi
con in braccio il figlio, negli occhi la paura di una verità che sentiva già
certezza dentro di sé.
.
H,A :allora
come sta?
dissero
contemporaneamente lui e Alessandro ,che nel frattempo si aggrappava insicuro
alle spalle del padre. Tutte le sue certezze stavano scivolando via quei
terribili secondi di attesa.
H "perché non
risponde?" si domandò l’uomo preoccupato.
Era
perfettamente cosciente che qualcosa non andava .
INFERMIERA:
quante ecografie aveva fatto la ragazza?
H: beh eravamo
mancati alle ultime due, o tre non ricordo perché…sa, è stato un periodo
difficile, molto frenetico, abbiamo avuto un lutto in famiglia e Sana è così
presa dalle sue allieve, dalle prime a cui viene invitata, e io dai miei
pazienti, poi bisognava cercare una nuova squadra di baseball per mio figlio
perché nell’altra aveva dei problemi, Erica ha avuto l’influenza, e Sana era
così certa che fosse una femmina che non ha voluto fare altre visite e
così….
INFERIMERA: si
calmi si calmi, non si preoccupi capita saltare alcune visite, il problema che
l’ultima volta che siete venuti la gravidanza era ancora in fase iniziale, ben
sei mesi fa ( altro che due o tre…)e così certe cose non abbiamo potuto
rilevarle….
Ale non riuscì
a sentire altro, si precipitò nella stanza di Sana
piangendo.
Quando entrò
trovò il suo cuore mancò un battito…..
Aveva gli occhi
chiusi e un respiro leggerissimo, era così pallida, stentava a riconoscere in
quella ragazza così magra e perlacea, quella donna solare e gentile che per
tante notti dopo la morte della sua mamma lo aveva tenuto in braccio per farlo
addormentare…
Le si avvicinò
un po’ con i grandi occhi castani pieni di lacrime….
Le prese la
mano timido e speranzoso, ma quello strano freddo lo spaventò
moltissimo.
A: Ti
pregotipregotipregotipregotiprego, Dio non me la portare via come hai fatto con
la mia mamma…Sana è testarda e a volte è un po’ dura con me e urla un po’ troppo
per i miei gusti…, Continua a ripetermi che devo tenere in ordine le mie cose e
fare il bravo bambino come se fossi un poppante. Però lei è l’unica che mi fa
ridere quando non ci riesce nessuno, è l’unica che fa contento il mio papà e che
riesce a far fare a quella peste di Erica quel sorriso così
bello.
Lei è gentile
con me, anche quando io non faccio tanto il bravo….
Una volta le ho
chiesto di farmi i biscotti al cioccolato, lei mi ha accontentato e la notte di
Natale me ne ha fatto un intero vassoio, io però ero di malumore perché odio il
Natale senza la mamma e così ho rovesciato tutto per terra. Lei allora ha preso
un martello di gomma enorme e me lo ha picchiato in testa ( certe cose non
cambiano mai!!!!!!! ) , senza farmi male però, ne ha tirati fuori un po’ che
aveva nascosto e ha detto : " questi li avevo tenuti per me, ma se fai il bravo
te li faccio assaggiare comunque". Io li stavo prendendo quando lei ha iniziato
a tirarmeli addosso e farmi il solletico. Nessuno avrebbe mai giocato con me
alla guerra dei biscotti e se anche dopo mi ha messo in punizione quel giorno ci
siamo divertiti un mondo. La parte più bella è stata quando lì ha raccolti me li
ha fatti assaggiare, erano buonissimi! Un po’ li ha anche portati al cimitero,
ha detto che volevo che la mia mamma sentisse quanto era migliorata in cucina!
Lo dico sempre che è pazza, però è stata una cosa carina e quel Natale mi sono
divertito molto anche senza la mamma.
Io le voglio
tanto bene Dio, e lo so che a volte non me lo merito quando lei mi fa un regalo
o gioca con me a fare la lotta però io le voglio bene. Anche se strilla , anche
se è completamente fuori di testa qualche volta, perché lei è la mia mamma Dio,
lei è la mia mamma tutti i giorni, quando mi rimbocca la coperte, quando mi
sveglia ogni mattina, quando viene alle mie partite di baseball con degli
striscioni enormi…e io le voglio bene Dio, ti prego lasciamela qui, io non
voglio che muoia, lasciamela qui, il mio papà è triste quando lei non c’è e lo
sono anche io…non sai quanto…
Alessandro
aveva vomitato tutte quelle parole in pochi minuti piangendo a dirotto su quel
letto d’ospedale. Erano tanti i momenti in cui Sana per lui era stata
fondamentale, come la notte dopo il funerale quando era rimasta in piedi fino
all’alba tendendolo in braccio e raccontandogli storie.
La sua
preferita era quella che parlavo di lei e Heric, di New York, del luna park e
del loro matrimonio ( opportunamente rivista e corretta per un minorenne
ovviamente ).
-ehi guarda che
se qualcuno ti vedesse così potrebbe anche pensare che tu abbia
pianto-
A: oh
mamma…..
Alessandro la
abbracciò forte, felice e commosso perché la sua preghiera era stata ascoltata.
Aveva avuto così tanta paura di perderla, ed ora che era ancora lì con lui tutto
sembrava più bello, più nuovo….
Sana aveva
ascoltato tutto il discorso, dolcemente stupita per quell’affetto che quel
bambino gli aveva riversato addosso un po’ per la paura e un po’ per il bisogno
di rivederla sorridere.
Al di sopra
della sua spalla vide suo marito, che aveva assistito a tutta la
scena.
Ciò che i
medici non avevano notato era che il bambino non era un bambino ma due
bambini…
Sana era
rimasta sconvolta dopo la nascita della sua bambina a sentire il medico che
continuava a ripetere "spingi ancora", ma l’emozione era stata sostituita presto
da un’euforia e da una gioia impagabili.
E ora stringeva
fra le braccia un altro nuovo figlio e niente avrebbe mai potuto eguagliare quel
momento.
Heric le si
avvicinò al letto e la fissò a lungo.
Si guardarono
negli occhi per un’eternità.
Il loro amore
non era più quello travolgente e passionale di quando si erano
rincontrati.
Era maturato
con loro, in quegli anni di reciproca conoscenza, scoperta,
sopportazione.
E quello che
restava era il puro sentimento.
Il sesso era
sempre fantastico, ma aveva preso un ruolo secondario nel loro
rapporto.
Quello che
rimaneva era il " ti amo" non il " Ti voglio ", perché nonostante gli anni che
erano passati non c’era posto che Sana preferisse all’abbraccio di suo
marito.
Perché l’amore
va oltre il corpo, oltre il mondo, i problemi, i posti, le cose, l’amore è
legato all’istinto che ti riconduce a casa dopo ogni sbandata, a un sorriso
spontaneo nel vedere una donna che piange per uno stupido film mangiando
cioccolata.
Amore era
esserci ancora, dopo anni, lì insieme, pronti a vivere un’altra avventura, o
meglio due altre avventure, con qualcosa di nuovo e qualcosa di antico, amore e
vita, passione e storia, sorrisi e pianti.
Era solo un
altro inizio, un altro viaggio, erano insieme e stavolta lo erano
davvero.
Era bello
vederli insieme ….
Sana con
Alessandro ancora tra le braccia ormai addormentato i due neonati, Nadia e
Terence, vicino al letto, e lo sguardo di due amanti che si erano giurati amore
eterno.
Ma in fondo
cos’è l’eternità? È solo il richiamo di noi umani all’infinito, e cosa c’è di
più infinito di un amore come quello di Sana ed Heric?
Che spettacolo
entusiasmante…peccato che non ci foste anche voi.
Oddio ragazzi
stavolta è veramente finita! Se ci penso mi viene un magone! Ragazzi ce l’ho
davvero messa tutta! Ho cercato di mettere dentro a questa storia la mia
concezione dell’amore, come qualcosa di troppo grande per essere scalfito dal
tempo, dai problemi, dal passato, mi sono inventata tutti gli ostacoli possibili
e immaginabili, ma alla fine loro hanno superato tutto.
Amo Heric e
Sana, rappresentano tutto ciò a cui aspiro, mi hanno commosso, e spero che
avranno fatto lo stesso effetto anche a voi.
Grazie per chi
mi ha seguito fino alla fine, tanti auguri di buon natale un bacio grande grande
giuli.
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