Diabolus
et Virgo
Buon pomeriggio
a tutti e ancora una volta (comincia a diventare un'abitudine...)
chiedo perdono per il mio eccezionale ritardo. Mi dispiace di non
essere riuscita a rispettare la cadenza settimanale e di non aver
nemmeno pubblicato entro mercoledì come speravo ç_ç.
Gli
ultimi giorni di scuola sono stati abbastanza pieni, e poi ammetto
che alcune volte nei momenti liberi avevo paura di aprire il file
open office perché è stato abbastanza faticoso andare
avanti in questo capitolo, che pure temo non sia niente di
particolare..
Ho
avuto un sacco di dubbi e tante volte mi sono chiesta se cancellarlo
tutto e ricominciarlo daccapo e infine quando l'ho completato ho
stressato due persone che ci tengo a ringraziare moltissimo (mia
sorella gemella e l'autrice e mia amica z3cca) perché lo
controllassero per vedere eventuali errori e soprattutto se il
tutto fosse plausibile...
Come
al solito il terrore dell'uscire dal personaggio mi attanaglia, e non
sarò tranquillizzata fino a che non mi direte se secondo voi è
ok o se è out ahahah^^””””””.
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto fino ad ora e leggeranno e mi scuso
ancora per il ritardo, avvisando anche che non
so quando farò il prossimo aggiornamento perché dal 20
giugno partono gli esami di stato...
Ed
io dovrò
dovrei
*cough
cough* studiare come si deve quindi non so se troverò il tempo
e soprattutto la concentrazione per scrivere qualcosa decente.
Importante
correzione. Per errore nel primo capitolo ho ambientato la storia a
settembre, ma allora non avevo ancora fatto i calcoli da cui risulta
che il terzo mese del primo trimestre scolastico in Giappone è
maggio/giugno (non ho trovato informazioni più precise, e ci
sono alcune vacanze di mezzo)
Disclaimer.
La
maggior parte dei personaggi qui presenti, perlomeno tutti quelli che
hanno un nome conosciuto a chi legge la fan-fiction, appartengono al
fumetto giapponese Ao no Exorcist/Blue Exorcist, alla mangaka Kazue
Kato, a Jump Square e la Shueisha e sfortunatamente non
a
me.
Quattro.
Novum
Ludicrum Regi
***
Paff!
Fece
l'oggettino d'avorio.
-Ahio.-
***
Era una noiosa mattina di monotona primavera, gli
uccellini stavano lì a rompere le scatole con il loro
fastidioso cinguettio e quello stupido scoiattolo non si decideva a
scendere dall'albero.
S'era accorto che l'animaletto aveva puntato una bacca
caduta a terra, ma la pavida bestiolina non aveva dato segno di
volersi muovere. E lui si stava stufando a guardarlo. Era così
barboso che forse forse l'avrebbe ucciso. Ma poi sarebbe stato ancora
più noioso, perché quello avrebbe smesso di muoversi e
lui non avrebbe più potuto vedere come si sarebbe comportato.
E non avrebbe più saputo come passare il tempo. Starsene con
le mani in mano lo abbatteva. Era una delle cose che detestava di
più, non aver niente da fare.
Sputò via una cartina di caramella e si ficcò
un altro bonbon in bocca.
Stava scomodo.
Silenzioso e fluido, si accovacciò più
comodamente sul proprio ramo.
Era un buon posto.
Nessuno lo vedeva, ma lui poteva osservare ogni cosa.
Ma quel roditore non si decideva a scendere dal ramo per
prendere la bacca.
Era snervante. Troppo irritante. Sì, l'avrebbe
fatto fuori. Di sicuro. Poco male se poi non avrebbe avuto altro da
fare. Sarebbe sempre potuto andare da un'altra parte.
Anche
se non ne aveva voglia.
Un bagliore illuminò gli occhi del piccolo
mammifero.
Lo scoiattolo si precipitò fino a terra, restò
a sondare la strada attorno per qualche secondo e poi si decise,
esitante. Zampettò insicuro fino alla coccola.
Lui inspirò forte, gli era appena venuta una
domanda che prima non si era posto: che frutto era?
Asfalto asciutto, foglie fresche, pelo sporco di gatto,
coccinelle, formiche, briciole di pane, smog, piume di passero,
sassi, cicche di sigaretta, un po' di muffa, scarafaggi, pelliccia di
scoiattolo, plastica, farfalle, le sue caramelle, margherite,
nettare, resina, bastoncini di gelato, denti di leone, terra umida,
formiche, terra secca, cemento, legno.. di vari tipi, pollini, api,
ribes. Stop.
Era una bacca di ribes, maturata in anticipo rispetto
alle altre e per questo rotolata da poco a terra.
Eccola lì la bestiolina, a pochi passi dal
frutto. Magari avrebbe potuto ammazzarlo lo stesso, l'istante prima
che il roditore mettesse in bocca il frutto.
Oppure avrebbe potuto ingoiare lui la bacca davanti al
mammifero, e solo dopo ucciderlo.
Passandosi la lingua sui denti si rese conto di aver
mangiato l'involucro del dolcetto.
Rivoltò le tasche della sua giacca, concedendosi
qualche minuto per decidere cosa mettersi in bocca fra un bastoncino
di zucchero rosso e azzurro (fragola e mirtillo), tre taiyaki
confezionati, sette hello-panda al cioccolato e tredici orsetti
gommosi. Nel frattempo non perdeva d'occhio l'animaletto.
Stava pigramente riflettendo quando un insieme di odori
molto diversi da quelli del parco si fece strada sino al suo naso.
Cuoio, plastica, cotone, metallo, sudore, capelli...
castani, sesso femminile, ristagno di sangue quindi lividi,
deodorante all'aloe vera-arricciò il naso-, alito al toast,
adrenalina e... uno strano profumo che gli punse le narici.
Intanto lo scoiattolo si stava avvicinando ancora di più
al ribes, troppo attratto dal frutto per notare le vibrazioni
irregolari del terreno.
Si tirò su dal ramo sul quale era appollaiato.
C'era ancora tempo per agire prima che la ragazza si avvicinasse
abbastanza per vedere quel tratto di strada.
Ma ne valeva la pena farsi fretta per dar fastidio ad
uno stupido roditore?
No. Quindi si sistemò in un'altra posizione.
Sedette tenendo stretto il ramo fra le cosce.
Avrebbe aspettato, vedendo cosa avrebbe fatto la
fanciulla.
Eccola.
Girando l'angolo apparve una liceale che portava
l'uniforme dell'Accademia della Vera Croce. La riconobbe perché
era la stessa divisa che aveva addosso l'amichetta tettona bionda di
Okumura al luna-park.
Digrignò i denti pensandoci.
Non avrebbe potuto giocare di nuovo con lui fino
a quando non gli sarebbe stato dato il permesso.
E questa scolara non poteva ammazzarla perché
faceva parte dell'Accademia.
Gliel'aveva detto chiaramente che non poteva torcere
nemmeno un capello a qualunque studente della sua scuola. (in realtà
gli aveva più volte specificato che non poteva ammazzare
NESSUNO della sua preziosa città) E lui non poteva fare
altro che obbedire.
La fanciulla era arrivata fin quasi al punto dov'era lo
scoiattolo.
Decise di sbirciarla ancora.
Capì al primo istante che non era del posto.
Al colore della sua pelle, che emanava un odore
differente, mancava infatti un fondo giallastro presente invece in
tutti i giapponesi, inoltre c'era quello strano effluvio... i suoi
occhi non erano a mandorla e le gambe erano perfettamente dritte, non
ad x come quelle delle ragazze di lì.
Lo assalì un'ondata di fastidio. Non sopportava
quella situazione, in nessun modo.
Avrebbe potuto ammazzarla in migliaia di modi diversi...
usando le sue stesse braccia per torturarla, i suoi stessi capelli
per tormentarla, i suoi impulsi nervosi per farle perdere il senno...
se solo avesse avuto il permesso. Ed era questo a farlo
imbestialire. Dover chiedere l'autorizzazione per fare quello che
voleva.
Qui non poteva fare praticamente niente, soltanto
mangiar dolci e divertirsi con quello, ma poteva giocarci solo
quando il permesso gli veniva accordato, altrimenti anche quello
era intoccabile.
Si chiese, come tante altre volte prima, perché
non tornare a Gehenna piuttosto, se Assiah era una noia tanto
abissale.
La risposta arrivò subito, come sempre.
Ormai Gehenna era un mortorio. Senza attrattive.
Non c'era proprio più niente alla sua altezza,
nulla che gli accendesse un brivido lungo la schiena, nessuna cosa
che lo intrattenesse.
Lì era, se possibile, ancora più
avvilente che ciondolare dagli alberi di qui mangiucchiando
qualsiasi cosa gli capitasse sottomano ed annoiandosi per non aver
niente da fare.
Però almeno lì poteva andare dove
gli piaceva e pareva senza doversi preoccupare di non farsi scoprire
dagli esseri umani.
Qui, invece, aveva ricevuto la raccomandazione di
farsi vedere il meno possibile, ed assolutamente NON dalle persone
che frequentavano l'Accademia.
Quando gliel'aveva detto lui aveva tentato in tutti modi
di fargli cambiare idea, ma l'altro era stato irremovibile: se non le
avesse accettate poi non avrebbe più ricevuto il permesso di
giocare con Okumura-kun.
Sospirò un po' più forte del consentito,
chiedendosi ancora quando mai sarebbe arrivato il momento del loro
secondo rendez-vous.
La ragazzina alzò la testa nella sua direzione.
Lui si dileguò fulmineo su un altro albero, appena dietro le
spalle della studentessa, prima che lei avesse sollevato
completamente lo sguardo.
La sua mente cominciò a viaggiare, eccitata.
Come aveva fatto ad accorgersi di lui? Era stato forse
troppo rumoroso? Era riuscita a sentire il suo sbuffo? Oppure (e
questa ipotesi era ventilata anche dallo strano odore che aleggiava
intorno all'adolescente) non si trattava di una ragazzina qualunque
ma di un'esorcista che si era accorta della sua presenza dal potere
che emanava?
-Yeeech! Che schifo! Che cavolo ho calpestato? -
Macché, si rese conto, quello scatto era stato un
gesto istintivo, infatti adesso la fanciulla mostrava un'espressione
contrariata, che mutò un istante dopo in preoccupazione dopo
che lo sguardo le si era soffermato sull'orologio indossato al polso
sinistro.
-Ohccaspio sono in ritardo! Presto presto, devo arrivare
prima che si chiuda il cancello! Bleaaaaah detesto correre! Uffa
perché non riesco a svegliarmi mai in tempo?-
Parlava da sola...
Lui alzò la testa per seguire la corsa impacciata
della liceale. A causa del succo vischioso una scarpa le si
appiccicava continuamente al terreno, infatti.
Succo...
Bacca..
Voltò la testa.
Lo scoiattolo.
Non lo vide da nessuna parte.
Chiuse gli occhi dando priorità all'olfatto.
Eccolo.
Due alberi più a sinistra, l'adrenalina che
pompava a mille nel suo piccolo cuoricino.
E se...?
Silenzioso e senza causare vibrazioni, atterrò
alle spalle della bestiolina.
Aguzzando appena appena l'udito poteva sentire
chiaramente il ritmo forsennato di quel cuoricino, che suonava quasi
come le suppliche strozzate che lui era abituato a ricevere ma non ad
accogliere.
Voleva fare una prova.
Si focalizzò solo sul proprio indice destro teso
al massimo, caricandolo di elettroni, dopodiché passò
al pollice, incrementando il numero di protoni.
Formò un arco con le due dita.
Crrieeck...
Funzionava.
L'energia era tanta che arrivò a stridere come un
uccello.
Il roditore, sentendo quel verso poco dietro di lui, si
lanciò in una corsa disperata; non capiva come poteva non
essersi accorto dell'arrivo del volatile. Il cuore che batteva
batteva, batteva batteva, batteva batteva batteva batteva batteva
batteva batteva batteva batteva batteva l'aveva seminato? Non
sembrava esserci in giro, batteva batteva batteva batteva, non
sentiva nemmeno l'odore del pennuto. Si rilassò, ma il suo
cuore non fece altrettanto. Continuò a battere battere battere
battere battere battere battere battere battere battere battere
battere battere battere battere battere battere battere battere
battere battere battere battere battere battere battere battere
battere battere battere battere battere battere battere battere
battere battere battere battere battere battere battere battere
battere battere battere battere battere battere battere battere
battere battere
Eccola di nuovo.
Sgusciando fra un albero e un altro si portò
velocemente poco più avanti della ragazza.
Si fermò un po' per rimirarla di nuovo. Ancora
quell'odore...
Lottando contro l'istinto, che gli diceva di starne alla
larga il più possibile, l'aspirò a pieni polmoni.
Proveniva da lei, ne era certo. Fu estremamente
doloroso: sembrava tagliare in due l'intero canale respiratorio.
Dalle narici alla gola sentiva come uno squarcio netto, la faringe
sembrava stare per scoppiargli, la laringe raschiava al punto che le
corde vocali sembravano accartocciarsi... la trachea era come punta
da migliaia di spilli e bronchi e bronchioli sembravano bruciare per
fiamme di ghiaccio.
Inoltre il dolore era decuplicato perché, per
averne una percezione migliore, aveva nuovamente escluso la vista ed
anche l'udito focalizzandosi sull'olfatto.
Gli ci vollero diversi secondi prima di riuscire a
ricomporsi al punto di accorgersi che l'adolescente era scomparsa
dalla vista. Il suo primo istinto fu di ricorrere di nuovo
all'odorato per ritrovarla ma non era disposto a rivivere
l'esperienza appena passata.
Con un balzo di diversi metri atterrò sopra un
cavo dell'elettricità e si arrampicò agevolmente fino
in cima ad un vecchio palazzo di sette piani che cominciava a perdere
pezzi d'intonaco qua e là, ignorando le scosse che partivano
dal filo e percorrevano ogni centimetro del suo corpo.
Mentre scrutava qualsiasi stradina e tutti i viali nelle
vicinanze si domandò cosa volesse dire quella sofferenza
appena provata.
Quando mai era capitato in precedenza che un odore lo
facesse stare male?
Certamente le porcherie chimiche degli esseri umani
erano fastidiose, ma non esisteva che potessero danneggiarlo. E
allora perché?
Solo pochissime cose erano in grado di ferirlo.
Suo padre, ovviamente. Aniuè. Egyn, Iblis,
Astaroth, Azazel, Beelzebub e gli altri però non erano alla
sua altezza. Okumura-kun era abbastanza forte da stimolarlo. Si era
divertito tantissimo al luna park finché non era intervenuta
quell'altra. Anche se.. All'inizio era rimasto deluso perché
quello non gli aveva mostrato la sua vera forza tanto decantata da
Aniuè e dal loro padre.
Com'era possibile che qualcosa inconsistente come un
odore fosse così... così molesto, così penoso,
così doloroso da fargli smettere di annusarlo? Da fargli
desiderare di evitarlo?
Con un movimento secco spaccò in due quel che
restava del lecca lecca e sputò via il bastoncino masticando
avidamente.
Frugò nelle tasche per cercarne un altro.
S'incupì rendendosi conto di aver quasi finito le
scorte. A breve avrebbe dovuto rifornirsi.
In un morso staccò la testa a sei dei sette
hello-panda rimasti, macinando briciole su briciole con i denti
affilati, lo sguardo vagante fra le stradine.
Riconobbe un puntino che saltellava in modo strano.
La scarpa doveva darle ancora problemi.
Scattò immediatamente all'inseguimento, mentre
una tenue speranza si accendeva dentro lui. Forse... forse quella
umana sarebbe stata veramente divertente, si sarebbe rivelata un
passatempo interessante.. del resto era il primo essere che si
dimostrava capace di ferirlo con tale facilità -i polmoni
erano ancora percorsi da spasmi violenti-.
Preso dalla frenesia, in quattro secondi netti fu in
cima ad un palazzo alle spalle della fanciulla.
Evitando accuratamente di respirare, il demone cominciò
a studiare con maggiore attenzione l'abitante di Assiah.
Non visto la perforò con lo sguardo, concludendo
l'analisi deluso.
Non sembrava aver niente di strano, di peculiare, di
interessante, di intrigante. Era una banalissima studentessa delle
superiori. Forse, l'unica cosa particolare era la collana che
indossava.
Un vecchio rosario ligneo che ogni dieci quindici metri
veniva sbalzato fuori per l'andatura dell'europea e puntualmente
ricacciato in mezzo al seno nel tentativo di tenerlo fermo.
Ma lui conosceva bene quale odore emanavano quegli
oggetti odiosi, e non era certo quello ad impensierirlo.
Basta.
Si era nascosto con la coda tra le gambe troppo a lungo
per i suoi gusti, ora era il momento di un confronto faccia a faccia,
e chissenefregava se poi Aniuè ci sarebbe rimasto male.
Più veloce di una palla di cannone precipitò
dal nono piano atterrando in un viottolo -scuro per l'ombra gettata
dall'edificio accanto nonostante la mattinata luminosa- senza causare
il benché minimo rumore.
Era ragionevole in fondo, non l'avrebbe ammazzata.
Solo torturata un pochino per vedere se possedeva
qualche potere incredibile come la forza nascosta di Okumura-kun.
Certo, era più che sicuro che la ragazza non
avesse il benché minimo legame con Satan, ma essere in grado
di danneggiare un diavolo della sua portata, e senza nemmeno
sforzarsi, era una cosa mai vista prima quindi doveva avere, per
forza, qualche incredibile facoltà celata dentro di sé.
E lui l'avrebbe messa a nudo, ad ogni costo. Poi... poi
sarebbe stato il momento di giocare.
Pregustando l'attimo in cui le avrebbe strappato un
braccio o una gamba così da costringerla a rivelarsi le si
avvicinò di soppiatto.
Non c'era nemmeno bisogno di essere tanto silenzioso,
quella era così concentrata a rassettarsi i vestiti e a fare
uno strano balletto che non si sarebbe accorta nemmeno di una mandria
di goblin affamati davanti ad una zebra morta da una settimana.
E i goblin quando hanno fame sono parecchio
rumorosi.
La vide tentare l'impresa di aggiustarsi la capigliatura
vaporosa e intricata, le braccia che si agitavano frenetiche solcando
le castane onde scompigliate a bordo di un pettine che pareva quasi
una nave d'avorio persa in una tempesta, ma non ci fece caso, attento
com'era ai gesti scoordinati della fanciulla. Non appena avesse
trovato un varco l'avrebbe ghermita.
Si accucciò caricando il salto, aspettando il
momento giusto.
Che non venne mai. Era così concentrato che non
si rese conto del pettine volato via di mano alla ragazza fino a che
esso non gli finì roteando in un occhio.
Paff!
Fece
l'oggettino d'avorio.
-Ahio.-
Il gemito che gli sfuggì dalle labbra fu talmente
debole che lui stesso l'udì a stento, ma il fastidio lo
distrasse abbastanza a lungo perché la ragazza uscisse fuori
dalla sua portata. Poco male, l'avrebbe abbrancata così in
fretta da non farsi vedere da nessuno, tanto più che fra la
chiassosa folla di studenti e studentesse dell'Accademia
difficilmente qualcuno avrebbe fatto caso alla scomparsa di una
singola alunna.
Scattò rapido zigzagando a testa bassa fra la
massa, il braccio destro pronto ad afferrare i capelli, le mani, gli
avambracci, le gambe, i vestiti, la prima cosa gli fosse capitata
sottomano dell'adolescente.
Correva
così velocemente da non essere percepibile agli sguardi
distratti degli studenti, ma era troppo tardi. La ragazza aveva
varcato il cancello dell'ingresso e le protezioni poste da Aniuè
attorno alla recinzione gli impedivano di entrare nella scuola. Anche
la Chiave Infinity era inutilizzabile, dato che quello
ne aveva ristretto le funzionalità
per evitare che lui devastasse la struttura in uno dei suoi eccessi o
cercasse di andare a scovare Okumura-kun quando più gli
pareva. Serrò le dita con forza afferrando il nulla, le unghie
si conficcarono nel suo stesso palmo che cominciò a sanguinare
ma lui non ci badò.
Era inutile ciondolare lì intorno, tanto valeva
trovare qualche altro passatempo fino al momento in cui le lezioni
sarebbero finite e la fanciulla sarebbe di nuovo uscita dal perimetro
dell'Accademia.
Di malumore si avviò verso un punto qualsiasi
della città, sperando di trovare presto qualcosa di non troppo
noioso da fare mentre aspettava.
Un pensiero lo colse, improvviso, e lo fece tornare sui
suoi passi fino al vicoletto che sbucava proprio davanti alla scuola.
La via dove la ragazza gli aveva scagliato addosso il
pettine.
No, non era stato un gesto intenzionale, non aveva dato
nessun segno di essersi accorta della sua presenza. Per quanto
incredibile sembrasse quel pettine la studentessa gliel'aveva
lanciato per sbaglio, le era volato via di mano.
Eccolo.
Lo raccolse fiutandolo incuriosito. Subito l'odore
misterioso tornò a graffiargli ferocemente il naso,
rendendogli impossibile definire se era dolce, aspro, fruttoso,
legnoso, o cos'altro. Con esso, però, si mescolavano gli altri
afrori che aveva già sentito provenire dalla ragazza, più
blandi ma inconfondibili.
Inoltre gli effluvi e l'aspetto tradivano l'antichità
dell'oggetto. Era un prezioso pettine d'avorio d'inizio Ottocento,
ricavato dalle zanne di un elefante indiano molto giovane all'epoca,
finemente intarsiato e decorato da arabeschi blu oltremare, fiori
smaltati ed inserti d'argento.
Un accessorio decisamente troppo prezioso per essere
usato quotidianamente da una ragazzina, sia pure occidentale.
Un'altra stranezza si aggiungeva al quadro, così
che la sua curiosità riprese a lievitare.
Si rigirò il gingillino tra le dita per un po',
dopodiché lo cacciò in tasca, constatando amareggiato
di essere completamente a secco di dolci.
Beh, perlomeno aveva trovato qualcosa da fare fino alla
fine delle lezioni.
Balzando quasi con pigrizia da un edificio all'altro, si
allontanò dall'Accademia verso il primo negozio di dolciumi
disponibile.
Le dita, distratte, continuavano a giocherellare con
l'antichità.
Che, in realtà, rispetto alle sue membra
ancestrali, era nuovo come se fosse stato intagliato quella mattina.
Sputò via il bastoncino del suo ultimo lecca
lecca e cominciò a leccarsi la mano grondante sangue mentre il
paesaggio gli scorreva velocemente intorno.
Chissà che sapore aveva quello della occidentale
dallo strano aroma.
Eccoci
alla fine di questo capitolo, che non è nemmeno abbastanza
lungo da giustificare una così prolungata assenza *cough
cough*.
Nota
alla lettura. Immagino molti di voi mi avranno presa per pazza a
scrivere qui e là il termine coccola, dove di effusioni non ce
n'erano per niente XD.
In
realtà, consultando il dizionario, ho visto che è un
sinonimo di bacca(non potevo certo alternare solo bacca frutto
bacca frutto bacca frutto, diventava monotona poi la cosa, no?).
Inoltre ad un certo punto ho inserito una
specie di “citazione” a Gian Battista (o Giovanni
Battista o Giambattista )Marino, più precisamente alla sua
poesia “donna che si pettina”.
Passiamo
alla risposta alle recensioni ^^.
♥
z3cca:
tanto love come al solito, figlia mia ♥♥♥
ehm
sono dispiaciuta e anche contenta di averti fatto venir fame, perché
in fondo era un po' il mio scopo lì... o no? x,D.
Yep
yep, vorrei essere anch'io come lei, esperta nel riciclare tutto il
riutilizzabile, ma come ben sai non ne sono capace xD.
Sono
contenta che siano usciti fuori piacevoli i nonnini, sai com'è
si teme sempre che i personaggi vengano fuori un po' troppo
stereotipati e piatti...
il
padre ehm... diciamo che è sopravvissuto perché ha
ereditato l'indole paciosa di suo
padre xD
Per
la madre ehm dici che mi sono ispirata a qualcunA...? uhm forse a
delle Narrazyoni che ho ascoltato chissà XD ♥
La
proffa beh, diciamo che è l'archetipo dell'insegnante lunatica
e che riflette i propri malumori personali sul lavoro, sfogandosi con
i poveri ♥ allievi
♥ innocenti ♥
(mica tanto innocenti però
XD)
Adesso
è entrato in scena Amaimon e solo grazie a te e a my_sister,
quindi continuo a ringraziarti GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!! e per
favore spiegami quali sono le parole da correggere che a parte un
paio evidenziatemi anche da sis non l'ho trovate (é_è
mettiti gli occhiali, talpa! -ma ce li ho già!!!- mettiteli
più forti allora!!!) xD
Per
Rinnolo te lo infiocchetterei e regalerei a Natale pure ma è
difficile da acchiappare uhm uhm uhm...
With
some other love, mommy♥
e
ricordati di BERE!!!!
♥
Lulosky:
ehm spero che ti vada bene come spiegazione perché Amaimon
abbia avuto una parte marginale... diciamo che è stato un po'
come i colpi di scena degli shonen manga, che ti tengono col fiato
sospeso e poi no devono rimandare al prossimo volume mentre tu tieni
il cucchiaino fra i denti incurante del gelato che si squaglia e...
vabbeh questo sarebbe il mio sogno, renderla così
appassionante, ma non esageriamo adesso non sono (ancora -perché
voglio diventarlo >_<-) a codesti livelli XD Eh già ha
preso due mazzate in testa il “povero” reuccio
demoniaco... vieni qui a farti consolare Amaicoccolomon! Ci sono ben
due giovincelle (Lulosky-san ed io) che non ti farebbero mai
del
male...*tiene
nascosti dolciumi vari dietro la schiena. Notando che è
osservata li guarda anch'essa poi si volta verso l'osservatore e
sorride sfacciatamente* Beh, a parte farti salire la glicemia alle
stelle ovviamente ♥
Ancora
grazie per l'indice di gradimento (ma che c'entra, che sto dicendo???
@_@) cioè insomma sono contenta che ti sia piaciuto il
capitolo, vabbeh ma che ovvietà dico, come potrei non esserla?
Oh basta la smetto di divagare, chiudo la boccaccia giuro.
Per
GianHiro eh... penso proprio di sì, la gente si diverte a
prendere in giro per le minuzie... ma lui ha ereditato il carattere
pacioso del padre e quindi zittiva i prendi in giro ridendo con loro
del proprio nome e mostrandosi sempre simpatico e disponibile. Certo
non con tutti funzionava ma in tanti restavano ammutoliti e non lo
facevano più, anche perché era un bambino amabile... ♥
ARGH!
Dicevo che non avrei più divagato e invece?????
Mi
spiace per il nomignolo con cui dici ti chiamano, mi verrebbe voglia
di venir lì e di spezzare a loro i bacini e i braccini e i
gambini*, ecchè!
Sì
in effetti sono stati un pochino
egoisti nella scelta
del nome, anche se hanno continuato a sostenere, verso chi li
accusava di aver dato un nome crudelmente assurdo al figlio, che la
colpa era tutta dell'impiegato che non aveva voglia di lavorare. XD
per
la figlia... chissà....? uhuhuh (cattiveria, cattiveria a
palate, puoi immaginarti me con le corna che ride malefica)
Eh
già, nemmeno immagini quanta fame è venuta a me
consultando ogni cinque minuti la ricetta per essere sicura di non
sbagliare negli inserti culinari ghuaaaah e se comprassimo gli
ingredienti potremmo pure farla... è tanto semplice...
:Q________________________
ops
dicevamo? *ripulisce il pavimento bavoso*
Mi
piace il tuo piano malvagio, basta che mi fai assaggiare ;-P
Perdonami
ancora per la lentezza, e dire che appena letto il tuo commento ero
fomentatissima volevo sbrigarmi e pubblicare anche prima di una
settimana ç_ç soooorry... ma mi farò
perdonare!!!
PS
EIJI THE BEST; U R IN MY ♥!!!
(ho
l'impressione che i nostri Ps continueranno ad essere un susseguirsi
di inneggi al nostro mangaka preferito... cough cough)
(*licenza
poetica)
♥
Meryphantomhive:
grazie ancora per seguirla, spero di non deluderti con questo
capitolo dove, tanto per cambiare, Maria quasi non compare! (Ohhh, ho
fatto la rima! Gheeee! -vuoi un lecca lecca adesso?- … Shiiii♥
-toh,
tieni- gnam gnam gnam gnam.. lick lick lick lick... oh la
recensione!!!!)
Ehm
va bene, insomma capisco che non a tutti possa essere simpatica la
protagonista, anzi lo ritengo maggiormante onorifico il fatto che,
nonostante ti sia “diversamente simpatica” tu apprezzi lo
stesso la storia come un grande risultato! *_* e prometto che non
cercherò di rendertela simaptica a forza (non apertamente
perlomeno...ndMephisto .. ehi tu, zitto non rivelare cosa mi passa
per la mente, marrano!!!>_<)
In
effetti a guardarla da un'altra angolazione, e non dagli occhi
stregati della ragazza, la situazione di cui stiamo parlando da tre
capitoli fa un po' ridere xD. Mephisto, vecchio porco!!! XDXDXD
Ehm
forse stavolta anche se è passato TROPPO tempo il capitolo non
è troppo lungo...? vabbeh ammettiamolo, è troppo corto
XD.
Eh....
ti capisco... io amo le “Descrizioni” sbav sbav... scuote
la testa uhm ahem dicevamo?
Ah
sì in effetti era una cosa che desideravo tanto mettere, il
malinteso per cui entrambi si trattavano da cani pensando che l'altro
era un ricco moccioso viziato/una bisbetica signorina di buona
famiglia mentre in realtà sono entrambi due straccioni con la
passione per il cibo xD
Ehm
mi spiace deluderti per il sacrificio che non c'è (ancora)
stato. È solo che... se la protagonista scomparisse, che fine
farebbe questa (sgangherata e raffazzonata e rattoppata alla meno
peggio) storia? XD dici che dovrei fare dei provini poi?
Aloha
anche a te! :3
♥
MadLucy:
Non preoccuparti per il ritardo, sei perdonatissima, anzi come vedi
sono io adesso che dovrei implorare perdono ai tuoi piedi, ci ho
messo un tempo MOSTRUOSO a scrivere >_<
Ti
ringrazio infinitamente, sentir
legger definire
“genialata” l'idea di spezzare la storia con il ricordo
che non c'entrava nulla mi gasa così tanto che se ho scritto
così in ritardo il capitolo è stato perché prima
son dovuta faticosamente tornare a Terra da Mercurio dov'ero finita.
:D
Lo
so che lo capisci benissimo da sola e che non ha senso perciò
che io torni ad insistere su questo punto ma è più
forte di me, voglio parlarne ancora. Intendo.. sì sto cercando
in tutti i modi di rendere Maria più reale possibile (tanto
che se vedi c'è già Meryphantomhive che la considera
diversamente simpatica, come sarebbe per una persona reale che può
piacere o non piacere, no?)
Sono
lusingata per il fatto che reputi ben strutturato il rapporto
Maria-Rin, perché avevo il terrore che non si capisse bene o
meglio che fosse senza senso... ^O^
Ehm
che bastardata, eh? Ho rimandato il primo incontro con questo
capitolo che magari in realtà potrebbe essere perfettamente
inutile... beh inutile piangere sul latte versato, adesso il danno è
fatto ed il dado è tratto, tocca a voi posteri l'ardua
sentenzza! (ma guarda come si crede figa questa scema, anche prima
con la “““citazione””” di Gian
Battista Marino doveva tirarsela... vergogna
vergogna!!!NdVocidisapprovanti ...nuuuu aspettate signore... non è
cosìììì vabbeh volevo usare questo genere
di frasi ma non per farmi bella agli occhi di MadLucy, solo per
scherzare un po' eccoooo!!!! ç_çNdA ... Tch tch!
NdVocidisapprovanti)
In
effetti, rivelazione extraspeciale supersegreta (ma se la leggeranno
tutti =3= -oh zittoooooo!NdA), l'idea stessa della storia è
partita dalle caramelle, cioè si può dire che esse
siano il perno intorno cui ruota tutta la vicenda, il punto focale,
di contatto...
C'è
soprattutto un episodio, che è in effetti il nucleo
fondamentale di questa storia, che chiarisce l'importanza (o
l'inutilità chissà) dei dolci in tutta questa vicenda,
e che non so ancora dove ma inserirò assolutamente. In fondo è
da lì che è partito tutto!
Ok
basta spoiler (ma come sono orribbbileeeeee >_< ç_ç)
Ehm
come vedi non è stato presto, ma ho postato il seguito eheheh
^^””””
Infine,
per farmi perdonare del ritardo spaventoso, in allegato per voi un
esclusivo disegno fatto dalla sottoscritta a Gennaio per inaugurare
un blocco disegni regalatomi da una delle mie migliori amiche! ^^
Poscritto:
Fin'ora ho dimenticato di inserire la traduzione ai titoli dei
capitoli precedenti, la inserisco qui.
1
l'inizio/il principio della storia
2
I diavoli hanno incontrato/incontrarono la fanciulla
3
Miscugli memorie minacce
4
Un nuovo giocattolo/divertimento/passatempo al/per il re
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