Dream of the past 5
Disclaimer: tutti i personaggi
appartengono a © Kazuki Takahashi
La canzone "Gocce di memoria" è di © Giorgia
La canzone "Il mondo nuovo" è di © Neffa
DREAM OF THE PAST
di Yuki Delleran
Quinta parte
“Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te…”
***
Yugi allontanò di scatto la mano dalla Barra del Millennio come se si fosse scottato.
No, quello era decisamente troppo. Se davvero le cose stavano così, a cosa era
servito tutto quello che aveva fatto e quello che ancora stava tentando di fare?
L’inutilità dei suoi gesti lo colpì dolorosamente e sconvolto balzò in piedi
allontanando Joey che si trovava alle sue spalle. Prima che l’amico potesse fermarlo,
uscì di corsa dalla stanza scendendo al piano di sotto e poi fuori sotto la pioggia che
continuava a scrosciare imperterrita e insensibile.
Il nonno si affacciò stupito dalla cucina.
«Yugi, dove stai andando? E’ buio ormai. Come sta Yami? Che ne è stato di Kaiba?
»
Joey gli sfrecciò davanti ignorandolo a sua volta.
«Yugi! Cos’è successo? Ti vuoi fermare? »
Lo raggiunse mentre attraversavano un piccolo parco nei pressi del negozio, lo
afferrò per un braccio e lo costrinse a voltarsi.
«Allora, cosa… Ma stai piangendo? »
«No! » esclamò Yugi strofinandosi gli occhi. «No, va tutto bene. E’ solo la pioggia.
»
«Non sei mai stato bravo a raccontare bugie. » rispose Joey. «Perché stai
scappando? Hai intenzione di abbandonare Yami? Ha bisogno del tuo aiuto per
tornare. »
Yugi tornò a voltargli le spalle.
«No… basta… non voglio più…»
«Cosa non vuoi più? Non vuoi aiutare Yami? »
Yugi strinse i pugni.
«Come posso costringere una persona a stare in un luogo che non sopporta? Yami è
molto più felice dove si trova ora, credimi. »
«Questo non è da te. » lo rimproverò Joey. «Stai abbandonando una delle persone
più importanti della tua vita e tutto perché? »
«Allora dimmelo tu cosa dovrei fare! » esclamò Yugi alzando la voce. «Yami ha
detto chiaramente che odia questo mondo e tutto quello che ne fa parte! Ciò significa
che odia anche me! Odia tutti noi! »
Si lasciò cadere in ginocchio sul suolo bagnato mentre Joey lo fissava
incredulo.
«Ho sbagliato tutto.» singhiozzò. «Non avrei dovuto costringerlo a tornare. Dopo
l’ultimo scontro con Anubis, Yami non ha mai voluto dirmi come ha fatto a tornare.
Ora so perché. L’ha fatto per me, perché sapeva che soffrivo. E’ come se l’avessi
costretto a questa scelta, anche se in realtà non lo desiderava. Ora come posso
essere tanto egoista da pretendere che…»
«SMETTILA! »
Joey lo interruppe bruscamente, afferrandolo per le spalle e costringendolo ad
alzarsi.
«Che razza di discorsi sono questi?! Hai detto di credere in Yami quando affermava
di non essere pentito della sua scelta! Hai detto di desiderare per lui una vita vera e
adesso cosa fai? Abbandoni il campo? Scappi? Solo per una frase detta in uno
scatto di rabbia di cui sono sicuro si sia già pentito. In un certo senso anche lui è
scappato dalla realtà perché soffriva, proprio per questo motivo dobbiamo fargli
sentire che gli siamo vicini. »
Yugi alzò sull’amico gli occhi lucidi, ancora sconvolto dalle parole di Yami e incerto
sul da farsi.
«Ascoltami bene. » continuò Joey. «Forse non spetta a me dirlo, ma Yami non è uno
sciocco. Se è tornato è perché desiderava farlo. Lui ti vuole bene, non ti farebbe mai
del male intenzionalmente. Sei troppo importante. »
Il ragazzo ricordava fin troppo bene lo stato di disperazione in cui si era trovato il
giovane Faraone quando l’anima di Yugi era stata rapita dal Sigillo di Orichalcos.
«Prova ad avere fiducia in lui ancora una volta. Vogliamo fare un altro tentativo?
»
Yugi annuì con un pallido sorriso. Joey sapeva sempre come confortarlo.
«Se poi penso che Kaiba si trova laggiù e magari avrà il coraggio di prendersi tutto il
merito, mi viene una rabbia! » esclamò il ragazzo biondo agitando un pugno verso il
cielo. «Forza, Yugi, andiamo a casa! Sono arcisicuro che presto potremo
riabbracciare Yami, così potrai sgridarlo finché vorrai e se Seto avrà qualcosa da
ridire, lo sistemerò io! »
Athem si portò una mano alla guancia e rimase a fissare Seth con gli occhi spalancati.
L’aveva colpito. La persona di cui più si fidava al mondo aveva alzato le mani su di
lui.
Seth fece un passo avanti.
«Non osare avvicinarti a me! » gridò Athem colto da una rabbia e da un timore del
tutto irrazionali.
Era molto affezionato a Seth, aveva desiderato così tanto rivederlo, quindi da dove
arrivava tutta quella collera verso di lui? In quel momento desiderava solo che se ne
andasse, che sparisse e non gli facesse più quegli strani discorsi che non riusciva a
capire e che lo inquietavano profondamente.
«Vuoi farla finita? » esclamò Seth in tono rabbioso. «Questo posto, tutto questo
mondo, non esiste! E’ solo una tua invenzione! »
«Basta, smettila! » disse Athem portandosi le mani alle orecchie.
Non voleva sentire. Quelle parole taglienti lo ferivano più di una lama affilata e aveva
l’orribile impressione che tutto il suo essere potesse sgretolarsi sotto di esse.
«E’ comodo così, vero? »
La voce di Seth ora si era fatta crudelmente ironica.
«Quando qualcosa non va, puoi rinchiuderti nel tuo bel paradiso immaginario, dove
tutto è perfetto, nessuno soffre e tu sei ancora un re amato da tutti. »
Fece un passo avanti e gli afferrò un polso costringendolo a sollevare la mano con il
palmo verso l’alto. Su un dito spiccava la traccia quasi del tutto rimarginata di un
piccolo taglio. Si guardò attorno come in cerca di qualcosa, poi sfilò dalla cintura
Barra del Millennio e lo punse con l’estremità appuntita dell’asta.
«Sei venuto da me dicendomi che eri vivo e che avrei dovuto ammetterlo. Mi hai
mostrato il tuo sangue per dimostrarlo. Dov’è quel sangue, ora? Dov’è quella vita?
Dimmelo! » esclamò stringendogli il polso fino a fargli male.
Dalla piccola ferita non sgorgava nemmeno una goccia di sangue. Athem non riusciva
a crederci: sentiva il dolore ma sembrava che nelle sue vene non scorresse nulla. Era
un’ipotesi agghiacciante.
«Hai avuto il coraggio di dire che rifiutavo di accettare il passato. » continuò Seth.
«Adesso chi è che sta scappando, eh? Chi si è rintanato nel suo mondo falso perché
ha paura di affrontare la realtà? Codardo! L’ho detto e lo ripeto, tu non sei la
persona che conoscevo. Lo Yami di un tempo, il vero Re dei Giochi, non avrebbe
mai scelto la fuga! »
Athem sentì le ginocchia cedere sotto il peso di quelle affermazioni e si trovò a terra
scuotendo la testa. Paradiso immaginario? Scappare dalla realtà? Il vero Re dei
Giochi? Quelle parole destabilizzanti stavano inesorabilmente facendo a pezzi il suo
mondo nonostante facesse di tutto per impedirlo. Non voleva tornare. Il luogo in cui
si trovava prima gli sembrava così grigio, permeato di una tristezza e di uno
struggimento che non voleva più provare. Anche se… c’era qualcosa… qualcuno…
che gli era sempre accanto, pronto ad aiutarlo con tutte le sue forze. Un sorriso
gentile che illuminava le sue giornate. Chi era? Come poteva averlo dimenticato? Era
importante. Come poteva averlo perso?
Improvvisamente fu come se un’immensa luce fosse esplosa nella sua mente. Alzò di
scatto la testa e fissò il giovane di fronte a sé. Ogni traccia di risentimento nei suoi
confronti era scomparsa.
«Tu non sei Seth…» mormorò. «Non più. »
«E tu non sei più il Faraone Athem. » rispose impassibile Seto Kaiba.
«Io… cosa stavo facendo? »
Si sentiva la testa confusa. Non era Athem. Ora era un’altra persona. Allora perché
si trovava nel suo antico regno? Il senso di perdita si stava facendo più acuto. In
lontananza sentiva qualcuno singhiozzare, anche se non riusciva a capire da dove
provenissero i lamenti né se potesse fare qualcosa per placarli. Era un suono che lo
faceva sentire angosciato. Chi poteva essere?
«Lo senti? » disse ad un tratto Seto. «Sta di nuovo piangendo a causa tua. »
«Chi è? Cosa posso fare per farlo smettere? » chiese la persona che un tempo era il
faraone Athem.
«L’unico modo è uscire di qui. Così finalmente anch’io potrò tornare alla realtà.
Quindi adesso svegliati e smettila di far piangere Yugi! »
Yugi?
YUGI!
Fu come se un velo che si trovava davanti ai suoi occhi cadesse all’improvviso. Cosa
aveva fatto? Aveva abbandonato Yugi. Lo aveva lasciato solo. Adesso dove si
trovava? Si guardò attorno freneticamente. La balconata, la grande stanza affrescata,
l’antico e maestoso palazzo, la piazza d’armi, il suo regno, il suo meraviglioso regno
che aveva tanto amato e per il quale aveva dato la vita…
«Questo… tutto questo… è davvero un sogno. »
Appena pronunciate quelle parole, un’oscurità e un silenzio mortale caddero intorno
a lui. Quando tornò a voltarsi verso Seto scoprì che era sparito. Persino i normali
rumori notturni erano scomparsi. Mentre un gelo interiore lo invadeva, uscì dalla
stanza e corse fino alla sala del trono. Vuota. Percorse le diverse ali del palazzo ma
non trovò nessuno. Mentre l’inquietudine cresceva, si rese conto che non avrebbe
mai ottenuto nessuna risposta. L’intero palazzo, l’intero regno, era avvolto da un
sudario di silenzio e di tenebra.
«Mahad! Mana! Seth… SETO! Qualcuno… per favore… Yugi! YUGI, DOVE
SEI? »
Prese a correre all’impazzata pei i corridoi, oppresso da un senso di claustrofobia.
Non voleva rimanere lì, ma non aveva idea di come andarsene.
«Yami…»
Il sole sembrava scomparso da un’eternità e con esso il calore del giorno. Cominciò
a rabbrividire mentre si aggirava per i corridoi labirintici, poi a tremare per il
freddo.
«Yami, dove sei? »
«Yugi! Yugi, sei tu? Sono qui! Tu dove sei? Non riesco a vederti! Non riesco a
raggiungerti! »
«Yami, perché? Te ne sei andato e mi hai lasciato di nuovo. Io lo so, so bene di
non essere una persona forte, ma farei di tutto per te. Sono qui, mi senti? Non sei
solo. Non lo sarai mai più. »
«Yugi… Yugi… Yugi… Basta! Non ce la faccio più! Se questo è davvero un sogno,
voglio svegliarmi! Subito! Voglio svegliarmi… Voglio svegliarmi…»
Le tenebre tutto intorno a lui crebbero e si addensarono fino a dargli l’impressione di
galleggiare nel nulla. Il senso di oppressione sfociò nel panico e istintivamente allungò
un braccio verso l’alto.
Là dove prima c’era il nulla, la sua mano trovò un appiglio sicuro.
***
“Preso dentro al buio che avanza
Vieni tu a dare luce al mio giorno
Trascinato sotto dall'onda
Ho rincorso il mondo nuovo
La tua mano tesa mi è apparsa
E adesso sto risalendo
Per favore non fermarti ora…”
***
Sollevò lentamente le palpebre e una luce bianca ferì i suoi occhi costringendolo a
richiuderli. Quando li riaprì scoprì che non era poi così intensa, era la luce pallida di
un’alba senza pioggia. Si guardò attorno e scoprì i particolari familiari e rassicuranti di
una camera da letto.
Qualcuno gli stava stringendo la mano.
«Yami…»
Una voce pronunciò il suo nome con un leggero tremito.
Spostò lo sguardo e i suoi occhi ametista incontrarono il volto di un ragazzino così
simile al suo. Aveva gli occhi gonfi e lucidi.
«Yugi… Sei tu… sei qui… davvero…»
Strinse quella mano nella sua come se fosse un’ancora di salvezza.
«Non riuscivo a trovarti… io… scusami…»
Yugi gli gettò le braccia al collo e l’abbracciò stretto.
«Sei sveglio… sei tornato… Yami… Yami…» continuava a ripetere.
Poi improvvisamente lo afferrò per le spalle e lo allontanò da sé. Non piangeva e il
suo sguardo era incredibilmente fermo e serio.
Inaspettatamente lo schiaffeggiò.
Yami rimase immobile a fissarlo sbalordito.
«Non farlo mai più. » mormorò Yugi. «Non dire più che sei solo. Io sono qui. Ci
sono tante persone che ti vogliono bene, quindi non farmi più spaventare in questo
modo. »
Yami spostò lo sguardo da Yugi a Seto che si stava alzando in quel momento
rifiutando seccamente la mano offertagli da Joey, si soffermò per un attimo sul
ragazzo biondo che ora aveva un’espressione corrucciata e infine tornò sul ragazzino
che continuava a fissarlo. Era vero. C’erano tante persone intorno a lui disposte ad
offrirgli il loro sostegno se ne avesse avuto bisogno. Aveva sbagliato. Era scappato
da una realtà che credeva troppo triste, si era precluso da solo la possibilità di sentire
la vicinanza degli amici rendendosi insensibile ad ogni parola di conforto. Era stato
troppo cieco per rendersi conto che la cura per la sua malinconia era proprio davanti
ai suoi occhi. E in questo modo aveva fatto soffrire troppe persone, prima tra tutte
quella che ora si trovava di fronte a lui e stringeva di nuovo la sua mano tra le
proprie.
«Non devi più tenerti tutto dentro. » disse Yugi addolcendosi. «Se sei felice, ridi. Se
sei triste, piangi. Non devi mostrarti forte a tutti i costi. Puoi appoggiarti a me.
Qualche volta puoi anche rinunciare. Va bene lo stesso. Non ti preoccupare. Va tutto
bene. »
Yami strinse più forte le piccole mani tra le sue chinando il capo per nascondere con
la frangia bionda la lacrima solitaria che scivolava sulla sua guancia arrossata.
«Grazie…»
Era di quella sensazione di calore che più in assoluto aveva sentito la mancanza
mentre vagava tra le mura gelide del suo antico palazzo.
«Oh, per favore, basta con le smancerie! » esclamò Seto ad un tratto. «Se ora vi
abbracciate di nuovo, potrei dare di stomaco. E’ tornato, no? Siamo tornati tutti e
due. Bene. E ringraziate che vi abbuono la razione di calci che mi ero ripromesso.
Wheeler, chiama la mia limousine! Non vedo l’ora di andare a casa a farmi una
doccia. Mi sento ancora quell’orribile sabbia dappertutto. »
I tre rimasero a fissarlo stupefatti per qualche istante, il primo a riprendersi fu
Joey.
«Ehi! » strillò indignato. «Per chi mi hai preso? Non sono il tuo maggiordomo!
Chiamatela da solo! »
«Seto… grazie. » disse Yami un attimo prima che il ragazzo lasciasse la stanza.
«Grazie per avermi ricordato chi sono e cosa stavo perdendo. Ora tornerò ad essere
il Re dei Giochi. »
Seto si voltò brevemente fissando il gelido sguardo cristallino su Yami.
«A proposito di quel titolo, goditelo finché puoi perché sarà tuo ancora per poco. Ci
vediamo. »
Detto questo uscì dalla stanza a grandi falcate.
I tre rimasti si scambiarono occhiate sconcertate poi Yugi si lasciò sfuggire un risolino
impertinente.
«Ci risiamo. Nell’antico Egitto o nel presente, Seto è sempre il solito Seto! »
FINE
NOTICINA DI YUKI:
E così siamo giunti alla fine anche di questa storia... Spero che il finale non vi sia
dispiaciuto e che lo abbiate trovato all'altezza del resto dellla trama, forse è un po'
banale e scontato, ma come ho già detto non ce la faccio proprio a far finire male le
cose tra questi due. :-p Per chi se lo chiedesse, il finale aperto e non definito è voluto.
Infatti le rotellune del mio cervello sono in perenne movimento e non si sa mai se e
quando sforneranno un eventuale sequel (cari Yamuccio, Yugino e Setonzolo, nelle
mie mani non avrete mai pace, ih ih ih...)
Passo subito alle risposte.
Lunachan 62: Ma povero Seto! Oltre ad essere stato coinvolto
nell'ennesimo guaio che non lo riguardava viene anche picchiato, a me fa un po'
pena... Comunque come hai visto Yami è rinsavito e sembra aver preso una
decisione. Sarà definitiva? Solo il deus ex machina Yuki può saperlo... ^_^ (in realtà
al momento non lo so nemmeno io...) A proposito, grazie mille per il filmato che mi
hai spedito, che meraviglia! Un bacio!
Akemichan: Come sempre una recensione impeccabile, anche questa volta
hai sottolineato i punti salienti della trama ("Era felice... molto felice.") e le mie
ingenuità da egittologa principiante (i coccodrilli... in effetti... e gli Hyksos sentiti
nominare da Wilbur Smith...). Spero che il finale ti sia piaciuto e grazie per tutti i
pareri e i suggerimenti che mi hai lasciato fin adesso! ^_^
Carlos Olivera: Ehm... a questo punto ti sconsiglio di leggere la mia
ManaxAthem, per evitare scotennamenti vari... La storia è finita, come ti è
sembrata?
gatta 1290: Ebbene sì, questo è l'ultimo capitolo, però come hai visto la
situazione si risolve per il meglio. Spero sia piaciuta anche a te! ^_^
masayachan: Lo sapevo, prima o poi doveva succedere... una dichiarazione
di odio verso Yami. Me l'aspettavo da un momento all'altro. Però povera Mana,
dai... Comunque alla fine è tornato da Yugi, quindi cosa ne dici di perdonarlo? In
fondo è sempre il nostro amato faraone... ^///^ La tua mail mi è arrivata però
domenica e lunedì sono stata fuori casa e ieri ho ricominciato a lavorare, quindi il
tempo di riorganizzarmi un attimo e ti risponderò per bene per esteso (magari già
stasera). Sono una gran casinara quando si tratta di organizzazione e gestione del
tempo, perdono!
Scintilla: Grazie per la dimostrazione di fiducia per la ManaxAthem, spero tu
possa apprezzarla quando la pubblicherò. Kisara mi ha ispirato fin da subito nella
serie, peccato per la voce che le hanno dato... Sono ancora alla ricerca di ispirazione
per scrivere qualcosa su lei e Seto... mha, vedremo... A presto e grazie
ancora!
Finite le rispose individuali, ci tenevo a fare un ringraziamento generale a tutti quelli
che hanno letto e recensito le mie storie lasciando commenti, pareri e suggerimenti.
Quando ho iniziato a pubblicare "L'altra metà dell'anima" ero piuttosto demoralizzata
dall'accoglienza tiepida che aveva avuto al concorso e visto il carattere del cavolo
che mi ritrovo, mi stavo convincendo che forse era il caso che lasciassi perdere le
fanfiction e tornassi al mio genere principale, il fantasy originale che ormai ho
abbandonato da mesi. Adesso invece ho cambiato opinione, scriverò quello che mi
va e quando mi va. Se adesso mi sento di scrivere fanfiction di Yu-Gi-Oh! perchè
questi personaggi mi trasmettono emozioni, non vedo perchè non dovrei farlo.
Sperando che almeno un pochino di queste emozioni siano giunte fino a voi, vi
ringrazio ancora del sotegno e vi saluto... fino alla prossima! Un bacio a tutti!
YUKI-CHAN
Next -> SUGAR & SPICE (la tanto attesa...)
Mi prendo qualche settimana di vacanza perchè prima di iniziare la pubblicazione
vorrei avere un po' di materiale di scorta per non doverla interrompere per troppo
tempo. Ho un paio di racconti in sospeso, appena li finirò inizierò a postare. Vi dico
già che il primo si intitolerà "From the bottom of my broken heart" (SethxAthem). A
presto! |