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Autore: Yuki Delleran    03/01/2007    8 recensioni
Basta un semplice gesto per trasformare la nostalgia in un sentimento struggente per la propria terra d'origine, ma non è possibile tornare indietro nel tempo quindi non rimane altro da fare che rifugiarsi nei sogni. Davanti ad una nuova, inaspettata separazione come reagirà Yugi? E se la soluzione fosse davvero nelle mani di Seto Kaiba?
(Seguito di "L'altra metà dell'anima" ma più o meno leggibile autonomamente)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Seto Kaiba, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Dream of the past 5 Disclaimer: tutti i personaggi appartengono a © Kazuki Takahashi
La canzone "Gocce di memoria" è di © Giorgia
La canzone "Il mondo nuovo" è di © Neffa

DREAM OF THE PAST

di Yuki Delleran


Quinta parte

“Siamo gocce di un passato
Che non può più tornare
Questo tempo ci ha tradito, è inafferrabile
Racconterò di te
Inventerò per te quello che non abbiamo
Le promesse sono infrante
Come pioggia su di noi
Le parole sono stanche, ma so che tu mi ascolterai
Aspettiamo un altro viaggio, un destino, una verità
E dimmi come posso fare per raggiungerti adesso
Per raggiungerti adesso, per raggiungere te…”


***

Yugi allontanò di scatto la mano dalla Barra del Millennio come se si fosse scottato. No, quello era decisamente troppo. Se davvero le cose stavano così, a cosa era servito tutto quello che aveva fatto e quello che ancora stava tentando di fare? L’inutilità dei suoi gesti lo colpì dolorosamente e sconvolto balzò in piedi allontanando Joey che si trovava alle sue spalle. Prima che l’amico potesse fermarlo, uscì di corsa dalla stanza scendendo al piano di sotto e poi fuori sotto la pioggia che continuava a scrosciare imperterrita e insensibile.
Il nonno si affacciò stupito dalla cucina.
«Yugi, dove stai andando? E’ buio ormai. Come sta Yami? Che ne è stato di Kaiba? »
Joey gli sfrecciò davanti ignorandolo a sua volta.
«Yugi! Cos’è successo? Ti vuoi fermare? »
Lo raggiunse mentre attraversavano un piccolo parco nei pressi del negozio, lo afferrò per un braccio e lo costrinse a voltarsi.
«Allora, cosa… Ma stai piangendo? »
«No! » esclamò Yugi strofinandosi gli occhi. «No, va tutto bene. E’ solo la pioggia. »
«Non sei mai stato bravo a raccontare bugie. » rispose Joey. «Perché stai scappando? Hai intenzione di abbandonare Yami? Ha bisogno del tuo aiuto per tornare. »
Yugi tornò a voltargli le spalle.
«No… basta… non voglio più…»
«Cosa non vuoi più? Non vuoi aiutare Yami? »
Yugi strinse i pugni.
«Come posso costringere una persona a stare in un luogo che non sopporta? Yami è molto più felice dove si trova ora, credimi. »
«Questo non è da te. » lo rimproverò Joey. «Stai abbandonando una delle persone più importanti della tua vita e tutto perché? »
«Allora dimmelo tu cosa dovrei fare! » esclamò Yugi alzando la voce. «Yami ha detto chiaramente che odia questo mondo e tutto quello che ne fa parte! Ciò significa che odia anche me! Odia tutti noi! »
Si lasciò cadere in ginocchio sul suolo bagnato mentre Joey lo fissava incredulo.
«Ho sbagliato tutto.» singhiozzò. «Non avrei dovuto costringerlo a tornare. Dopo l’ultimo scontro con Anubis, Yami non ha mai voluto dirmi come ha fatto a tornare. Ora so perché. L’ha fatto per me, perché sapeva che soffrivo. E’ come se l’avessi costretto a questa scelta, anche se in realtà non lo desiderava. Ora come posso essere tanto egoista da pretendere che…»
«SMETTILA! »
Joey lo interruppe bruscamente, afferrandolo per le spalle e costringendolo ad alzarsi.
«Che razza di discorsi sono questi?! Hai detto di credere in Yami quando affermava di non essere pentito della sua scelta! Hai detto di desiderare per lui una vita vera e adesso cosa fai? Abbandoni il campo? Scappi? Solo per una frase detta in uno scatto di rabbia di cui sono sicuro si sia già pentito. In un certo senso anche lui è scappato dalla realtà perché soffriva, proprio per questo motivo dobbiamo fargli sentire che gli siamo vicini. »
Yugi alzò sull’amico gli occhi lucidi, ancora sconvolto dalle parole di Yami e incerto sul da farsi.
«Ascoltami bene. » continuò Joey. «Forse non spetta a me dirlo, ma Yami non è uno sciocco. Se è tornato è perché desiderava farlo. Lui ti vuole bene, non ti farebbe mai del male intenzionalmente. Sei troppo importante. »
Il ragazzo ricordava fin troppo bene lo stato di disperazione in cui si era trovato il giovane Faraone quando l’anima di Yugi era stata rapita dal Sigillo di Orichalcos. «Prova ad avere fiducia in lui ancora una volta. Vogliamo fare un altro tentativo? »
Yugi annuì con un pallido sorriso. Joey sapeva sempre come confortarlo.
«Se poi penso che Kaiba si trova laggiù e magari avrà il coraggio di prendersi tutto il merito, mi viene una rabbia! » esclamò il ragazzo biondo agitando un pugno verso il cielo. «Forza, Yugi, andiamo a casa! Sono arcisicuro che presto potremo riabbracciare Yami, così potrai sgridarlo finché vorrai e se Seto avrà qualcosa da ridire, lo sistemerò io! »

Athem si portò una mano alla guancia e rimase a fissare Seth con gli occhi spalancati. L’aveva colpito. La persona di cui più si fidava al mondo aveva alzato le mani su di lui.
Seth fece un passo avanti.
«Non osare avvicinarti a me! » gridò Athem colto da una rabbia e da un timore del tutto irrazionali.
Era molto affezionato a Seth, aveva desiderato così tanto rivederlo, quindi da dove arrivava tutta quella collera verso di lui? In quel momento desiderava solo che se ne andasse, che sparisse e non gli facesse più quegli strani discorsi che non riusciva a capire e che lo inquietavano profondamente.
«Vuoi farla finita? » esclamò Seth in tono rabbioso. «Questo posto, tutto questo mondo, non esiste! E’ solo una tua invenzione! »
«Basta, smettila! » disse Athem portandosi le mani alle orecchie.
Non voleva sentire. Quelle parole taglienti lo ferivano più di una lama affilata e aveva l’orribile impressione che tutto il suo essere potesse sgretolarsi sotto di esse.
«E’ comodo così, vero? »
La voce di Seth ora si era fatta crudelmente ironica.
«Quando qualcosa non va, puoi rinchiuderti nel tuo bel paradiso immaginario, dove tutto è perfetto, nessuno soffre e tu sei ancora un re amato da tutti. »
Fece un passo avanti e gli afferrò un polso costringendolo a sollevare la mano con il palmo verso l’alto. Su un dito spiccava la traccia quasi del tutto rimarginata di un piccolo taglio. Si guardò attorno come in cerca di qualcosa, poi sfilò dalla cintura Barra del Millennio e lo punse con l’estremità appuntita dell’asta.
«Sei venuto da me dicendomi che eri vivo e che avrei dovuto ammetterlo. Mi hai mostrato il tuo sangue per dimostrarlo. Dov’è quel sangue, ora? Dov’è quella vita? Dimmelo! » esclamò stringendogli il polso fino a fargli male.
Dalla piccola ferita non sgorgava nemmeno una goccia di sangue. Athem non riusciva a crederci: sentiva il dolore ma sembrava che nelle sue vene non scorresse nulla. Era un’ipotesi agghiacciante.
«Hai avuto il coraggio di dire che rifiutavo di accettare il passato. » continuò Seth. «Adesso chi è che sta scappando, eh? Chi si è rintanato nel suo mondo falso perché ha paura di affrontare la realtà? Codardo! L’ho detto e lo ripeto, tu non sei la persona che conoscevo. Lo Yami di un tempo, il vero Re dei Giochi, non avrebbe mai scelto la fuga! »
Athem sentì le ginocchia cedere sotto il peso di quelle affermazioni e si trovò a terra scuotendo la testa. Paradiso immaginario? Scappare dalla realtà? Il vero Re dei Giochi? Quelle parole destabilizzanti stavano inesorabilmente facendo a pezzi il suo mondo nonostante facesse di tutto per impedirlo. Non voleva tornare. Il luogo in cui si trovava prima gli sembrava così grigio, permeato di una tristezza e di uno struggimento che non voleva più provare. Anche se… c’era qualcosa… qualcuno… che gli era sempre accanto, pronto ad aiutarlo con tutte le sue forze. Un sorriso gentile che illuminava le sue giornate. Chi era? Come poteva averlo dimenticato? Era importante. Come poteva averlo perso?
Improvvisamente fu come se un’immensa luce fosse esplosa nella sua mente. Alzò di scatto la testa e fissò il giovane di fronte a sé. Ogni traccia di risentimento nei suoi confronti era scomparsa.
«Tu non sei Seth…» mormorò. «Non più. »
«E tu non sei più il Faraone Athem. » rispose impassibile Seto Kaiba.
«Io… cosa stavo facendo? »
Si sentiva la testa confusa. Non era Athem. Ora era un’altra persona. Allora perché si trovava nel suo antico regno? Il senso di perdita si stava facendo più acuto. In lontananza sentiva qualcuno singhiozzare, anche se non riusciva a capire da dove provenissero i lamenti né se potesse fare qualcosa per placarli. Era un suono che lo faceva sentire angosciato. Chi poteva essere?
«Lo senti? » disse ad un tratto Seto. «Sta di nuovo piangendo a causa tua. »
«Chi è? Cosa posso fare per farlo smettere? » chiese la persona che un tempo era il faraone Athem.
«L’unico modo è uscire di qui. Così finalmente anch’io potrò tornare alla realtà. Quindi adesso svegliati e smettila di far piangere Yugi! »
Yugi?
YUGI!
Fu come se un velo che si trovava davanti ai suoi occhi cadesse all’improvviso. Cosa aveva fatto? Aveva abbandonato Yugi. Lo aveva lasciato solo. Adesso dove si trovava? Si guardò attorno freneticamente. La balconata, la grande stanza affrescata, l’antico e maestoso palazzo, la piazza d’armi, il suo regno, il suo meraviglioso regno che aveva tanto amato e per il quale aveva dato la vita…
«Questo… tutto questo… è davvero un sogno. »
Appena pronunciate quelle parole, un’oscurità e un silenzio mortale caddero intorno a lui. Quando tornò a voltarsi verso Seto scoprì che era sparito. Persino i normali rumori notturni erano scomparsi. Mentre un gelo interiore lo invadeva, uscì dalla stanza e corse fino alla sala del trono. Vuota. Percorse le diverse ali del palazzo ma non trovò nessuno. Mentre l’inquietudine cresceva, si rese conto che non avrebbe mai ottenuto nessuna risposta. L’intero palazzo, l’intero regno, era avvolto da un sudario di silenzio e di tenebra.
«Mahad! Mana! Seth… SETO! Qualcuno… per favore… Yugi! YUGI, DOVE SEI? »
Prese a correre all’impazzata pei i corridoi, oppresso da un senso di claustrofobia. Non voleva rimanere lì, ma non aveva idea di come andarsene.
«Yami…»
Il sole sembrava scomparso da un’eternità e con esso il calore del giorno. Cominciò a rabbrividire mentre si aggirava per i corridoi labirintici, poi a tremare per il freddo.
«Yami, dove sei? »
«Yugi! Yugi, sei tu? Sono qui! Tu dove sei? Non riesco a vederti! Non riesco a raggiungerti! »
«Yami, perché? Te ne sei andato e mi hai lasciato di nuovo. Io lo so, so bene di non essere una persona forte, ma farei di tutto per te. Sono qui, mi senti? Non sei solo. Non lo sarai mai più. »
«Yugi… Yugi… Yugi… Basta! Non ce la faccio più! Se questo è davvero un sogno, voglio svegliarmi! Subito! Voglio svegliarmi… Voglio svegliarmi…»
Le tenebre tutto intorno a lui crebbero e si addensarono fino a dargli l’impressione di galleggiare nel nulla. Il senso di oppressione sfociò nel panico e istintivamente allungò un braccio verso l’alto.
Là dove prima c’era il nulla, la sua mano trovò un appiglio sicuro.

***
“Preso dentro al buio che avanza
Vieni tu a dare luce al mio giorno
Trascinato sotto dall'onda
Ho rincorso il mondo nuovo
La tua mano tesa mi è apparsa
E adesso sto risalendo
Per favore non fermarti ora…”


***

Sollevò lentamente le palpebre e una luce bianca ferì i suoi occhi costringendolo a richiuderli. Quando li riaprì scoprì che non era poi così intensa, era la luce pallida di un’alba senza pioggia. Si guardò attorno e scoprì i particolari familiari e rassicuranti di una camera da letto.
Qualcuno gli stava stringendo la mano.
«Yami…»
Una voce pronunciò il suo nome con un leggero tremito.
Spostò lo sguardo e i suoi occhi ametista incontrarono il volto di un ragazzino così simile al suo. Aveva gli occhi gonfi e lucidi.
«Yugi… Sei tu… sei qui… davvero…»
Strinse quella mano nella sua come se fosse un’ancora di salvezza.
«Non riuscivo a trovarti… io… scusami…»
Yugi gli gettò le braccia al collo e l’abbracciò stretto.
«Sei sveglio… sei tornato… Yami… Yami…» continuava a ripetere.
Poi improvvisamente lo afferrò per le spalle e lo allontanò da sé. Non piangeva e il suo sguardo era incredibilmente fermo e serio.
Inaspettatamente lo schiaffeggiò.
Yami rimase immobile a fissarlo sbalordito.
«Non farlo mai più. » mormorò Yugi. «Non dire più che sei solo. Io sono qui. Ci sono tante persone che ti vogliono bene, quindi non farmi più spaventare in questo modo. »
Yami spostò lo sguardo da Yugi a Seto che si stava alzando in quel momento rifiutando seccamente la mano offertagli da Joey, si soffermò per un attimo sul ragazzo biondo che ora aveva un’espressione corrucciata e infine tornò sul ragazzino che continuava a fissarlo. Era vero. C’erano tante persone intorno a lui disposte ad offrirgli il loro sostegno se ne avesse avuto bisogno. Aveva sbagliato. Era scappato da una realtà che credeva troppo triste, si era precluso da solo la possibilità di sentire la vicinanza degli amici rendendosi insensibile ad ogni parola di conforto. Era stato troppo cieco per rendersi conto che la cura per la sua malinconia era proprio davanti ai suoi occhi. E in questo modo aveva fatto soffrire troppe persone, prima tra tutte quella che ora si trovava di fronte a lui e stringeva di nuovo la sua mano tra le proprie.
«Non devi più tenerti tutto dentro. » disse Yugi addolcendosi. «Se sei felice, ridi. Se sei triste, piangi. Non devi mostrarti forte a tutti i costi. Puoi appoggiarti a me. Qualche volta puoi anche rinunciare. Va bene lo stesso. Non ti preoccupare. Va tutto bene. »
Yami strinse più forte le piccole mani tra le sue chinando il capo per nascondere con la frangia bionda la lacrima solitaria che scivolava sulla sua guancia arrossata.
«Grazie…»
Era di quella sensazione di calore che più in assoluto aveva sentito la mancanza mentre vagava tra le mura gelide del suo antico palazzo.
«Oh, per favore, basta con le smancerie! » esclamò Seto ad un tratto. «Se ora vi abbracciate di nuovo, potrei dare di stomaco. E’ tornato, no? Siamo tornati tutti e due. Bene. E ringraziate che vi abbuono la razione di calci che mi ero ripromesso. Wheeler, chiama la mia limousine! Non vedo l’ora di andare a casa a farmi una doccia. Mi sento ancora quell’orribile sabbia dappertutto. »
I tre rimasero a fissarlo stupefatti per qualche istante, il primo a riprendersi fu Joey.
«Ehi! » strillò indignato. «Per chi mi hai preso? Non sono il tuo maggiordomo! Chiamatela da solo! »
«Seto… grazie. » disse Yami un attimo prima che il ragazzo lasciasse la stanza. «Grazie per avermi ricordato chi sono e cosa stavo perdendo. Ora tornerò ad essere il Re dei Giochi. »
Seto si voltò brevemente fissando il gelido sguardo cristallino su Yami.
«A proposito di quel titolo, goditelo finché puoi perché sarà tuo ancora per poco. Ci vediamo. »
Detto questo uscì dalla stanza a grandi falcate.
I tre rimasti si scambiarono occhiate sconcertate poi Yugi si lasciò sfuggire un risolino impertinente.
«Ci risiamo. Nell’antico Egitto o nel presente, Seto è sempre il solito Seto! »


FINE



NOTICINA DI YUKI:
E così siamo giunti alla fine anche di questa storia... Spero che il finale non vi sia dispiaciuto e che lo abbiate trovato all'altezza del resto dellla trama, forse è un po' banale e scontato, ma come ho già detto non ce la faccio proprio a far finire male le cose tra questi due. :-p Per chi se lo chiedesse, il finale aperto e non definito è voluto. Infatti le rotellune del mio cervello sono in perenne movimento e non si sa mai se e quando sforneranno un eventuale sequel (cari Yamuccio, Yugino e Setonzolo, nelle mie mani non avrete mai pace, ih ih ih...)
Passo subito alle risposte.
Lunachan 62: Ma povero Seto! Oltre ad essere stato coinvolto nell'ennesimo guaio che non lo riguardava viene anche picchiato, a me fa un po' pena... Comunque come hai visto Yami è rinsavito e sembra aver preso una decisione. Sarà definitiva? Solo il deus ex machina Yuki può saperlo... ^_^ (in realtà al momento non lo so nemmeno io...) A proposito, grazie mille per il filmato che mi hai spedito, che meraviglia! Un bacio!
Akemichan: Come sempre una recensione impeccabile, anche questa volta hai sottolineato i punti salienti della trama ("Era felice... molto felice.") e le mie ingenuità da egittologa principiante (i coccodrilli... in effetti... e gli Hyksos sentiti nominare da Wilbur Smith...). Spero che il finale ti sia piaciuto e grazie per tutti i pareri e i suggerimenti che mi hai lasciato fin adesso! ^_^
Carlos Olivera: Ehm... a questo punto ti sconsiglio di leggere la mia ManaxAthem, per evitare scotennamenti vari... La storia è finita, come ti è sembrata?
gatta 1290: Ebbene sì, questo è l'ultimo capitolo, però come hai visto la situazione si risolve per il meglio. Spero sia piaciuta anche a te! ^_^
masayachan: Lo sapevo, prima o poi doveva succedere... una dichiarazione di odio verso Yami. Me l'aspettavo da un momento all'altro. Però povera Mana, dai... Comunque alla fine è tornato da Yugi, quindi cosa ne dici di perdonarlo? In fondo è sempre il nostro amato faraone... ^///^ La tua mail mi è arrivata però domenica e lunedì sono stata fuori casa e ieri ho ricominciato a lavorare, quindi il tempo di riorganizzarmi un attimo e ti risponderò per bene per esteso (magari già stasera). Sono una gran casinara quando si tratta di organizzazione e gestione del tempo, perdono!
Scintilla: Grazie per la dimostrazione di fiducia per la ManaxAthem, spero tu possa apprezzarla quando la pubblicherò. Kisara mi ha ispirato fin da subito nella serie, peccato per la voce che le hanno dato... Sono ancora alla ricerca di ispirazione per scrivere qualcosa su lei e Seto... mha, vedremo... A presto e grazie ancora!
Finite le rispose individuali, ci tenevo a fare un ringraziamento generale a tutti quelli che hanno letto e recensito le mie storie lasciando commenti, pareri e suggerimenti. Quando ho iniziato a pubblicare "L'altra metà dell'anima" ero piuttosto demoralizzata dall'accoglienza tiepida che aveva avuto al concorso e visto il carattere del cavolo che mi ritrovo, mi stavo convincendo che forse era il caso che lasciassi perdere le fanfiction e tornassi al mio genere principale, il fantasy originale che ormai ho abbandonato da mesi. Adesso invece ho cambiato opinione, scriverò quello che mi va e quando mi va. Se adesso mi sento di scrivere fanfiction di Yu-Gi-Oh! perchè questi personaggi mi trasmettono emozioni, non vedo perchè non dovrei farlo. Sperando che almeno un pochino di queste emozioni siano giunte fino a voi, vi ringrazio ancora del sotegno e vi saluto... fino alla prossima! Un bacio a tutti!
YUKI-CHAN





Next -> SUGAR & SPICE (la tanto attesa...)
Mi prendo qualche settimana di vacanza perchè prima di iniziare la pubblicazione vorrei avere un po' di materiale di scorta per non doverla interrompere per troppo tempo. Ho un paio di racconti in sospeso, appena li finirò inizierò a postare. Vi dico già che il primo si intitolerà "From the bottom of my broken heart" (SethxAthem). A presto!
   
 
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