CAPITOLO
10 - CAMERON HA UN AMICHETTO
Erano
passati alcuni giorni, Cameron aveva continuato a lavorare nel reparto
di
ricerca, non perché non volesse tornare da House,
più che altro perché la
situazione era ancora piuttosto incerta, e lei non voleva fare tutti
quei
cambiamenti per poi ritrovarsi in una situazione spiacevole.
Ma
le
cose parevano andare bene, in quei giorni si erano visti spesso, o a
casa dell’una
o a casa dell’altro, trascorrevano le serate assieme, ma
ognuno poi ritornava a
dormire a casa propria, avevano deciso di non rendere pubblica la cosa,
perciò
evitavano comunque di venirsi a trovare durante i turni di lavoro, e
non
trascorrevano nemmeno il pranzo assieme, a nessuno dei due dispiaceva
questa
autonomia, perché permetteva ad entrambi di essere liberi, e
faceva in modo che
quando i due si trovassero la passione tra loro fosse sempre accesa.
Ora
che
non c’erano più problemi però Allison
aveva preso la sua decisione, voleva
abbandonare la ricerca e tornare a sfruttare la sua specializzazione in
immunologia, voleva tornare dai suoi vecchi colleghi. Ma voleva che
House fosse
d’accordo, avevano fatto il patto che prima di prendere
qualunque decisione che
potesse compromettere il rapporto, o anche solo cambiarlo in qualche
modo,
bisognasse interpellare l’altro/a.
Perciò
prese il suo cercapersone e gli mandò un messaggio:
“HO BISOGNO DI PARLARTI –
IMPORTANTE”…
Al
secondo
piano il cercapersone, appeso alla cintura di un uomo
cominciò a suonare, House
interruppe il discorso che stava facendo con i suoi due assistenti
riguardo ai
sintomi di un paziente e dedicò la sua attenzione
all’apparecchio. Quando lesse
il messaggio aggrottò le sopracciglia, ma non ebbe nessun
altra reazione,
sorrise ai due palesemente curiosi, e prese il suo bastone
–fate i bravi mentre
papà non c’è d’accordo?-,
detto questo si allontanò dall’ufficio, gli
sguardi
di Foreman e Chase che lo seguivano.
Prese
l’ascensore e arrivò al terzo piano rapidamente,
si guardò attorno quasi a voler
accertarsi di non essere stato seguito, si diresse verso
l’ala della ricerca e
entrò nell’ufficio. Ad aspettarlo c’era
Cameron, gli sorrise, contenta del
fatto che fosse arrivato in fretta. Lui le si avvicinò e le
diede un piccolo
bacio sulle labbra, lei si allontanò in fretta dopo averlo
ricevuto: avrebbero
potuto vederli…
-Mi
volevi?- le chiese riavvicinandosi a lei, gli piaceva
giocare… annuì con aria
seria, volevo parlarti di una decisione che ho preso…- lui
ridacchiò –se è una
decisione perché me ne devi parlare? Hai gia fatto tutto da
sola…- il suo tono
era ironico, questa volta fu lei a dargli un timido bacio, per
zittirlo. –voglio
tornare a lavorare da te…- lui ne rimase sorpreso, non
pensava che lei avrebbe
cambiato idea così in fretta, perciò sorrise,
contento della sua scelta,
-perfetto, ci manca una mente in più… se non ci
fosse Foreman Chase
assomiglierebbe ad un pesce lesso!-. Lei rise, -bhe infatti lo faccio
per
questo, senza di Foreman non riesco proprio a resistere io…-
lui fece un
espressione fintamente risentita, poi annuì ancora, lei lo
baciò nuovamente, un
po’ più tenera, poi lui uscì,
soddisfatto.
Bussò
alla porta dell’ufficio della direttrice del PPTH con
leggerezza, dall’interno
una voce femminile la invitò ad entrare.
La Cuddy
sedeva alla scrivania
di legno scuro, non appena la giovane donna entrò
alzò gli occhi dai documenti
che stava visionando e le sorrise, -oh ciao Cameron, che succede?- la
ricercatrice le sorrise –ciao…senti, scusa, lo so
che sembra che stia sempre
qui a scocciarti…- la direttrice le lanciò un
occhiata allegra, -non c’è
problema, davvero, di cosa hai bisogno?-
Cameron
deglutì e prese fiato, -io…vorrei il mio vecchio
posto in diagnostica…- sul
viso dell’altra donna si dipinse un espressione stupita,
-ma…stai dicendo sul
serio?- lei annuì. Era normale lo stupore, quando se
n’era voluta andare aveva
scongiurato la
Cuddy
di trovarle un altro reparto, lei se la ricordava bene, stava per
scoppiare a
piangere, ed era veramente depressa, perciò ce
l’aveva messa tutta per trovarle
in fretta un altro impiego in ospedale. –ma come mai questo
cambiamento?- le
chiese incuriosita, Cameron arrossì visibilmente, non voleva
dirle ciò che era
successo con House… -oh, io ehm… mi sento davvero
poco gratificata a lavorare
appiccicata ad un microscopio tutto il giorno, e se il prezzo da pagare
per
riavere il mio vecchio lavoro è tollerare House…
farò questo sacrificio…- la Cuddy
sapeva non era vero, sapeva
che il motivo era un altro, e intuiva pure quale fosse.
L’aveva capito
immediatamente, ma nonostante ciò non disse nulla, si
limitò a sorriderle e a
prendere una lettera prescritta, da un cassetto della scrivania, poi
fece una
firma in fondo alla pagina e infine gliela porse, -compila i campi qui
sotto e
sarai immediatamente reintegrata nel reparto diagnostica- Cameron la
ringraziò
di cuore, dopodiché riempì gli spazi da lei
indicati e le riconsegno il foglio.
–grazie ancora!- disse per poi indirizzarsi verso
l’uscita, sulla porta
incrociò Wilson che stava entrando con un plico di cartelle
in mano, -ciao
Allison- le disse lui vedendola –oh ciao Wilson…-
allegramente ricambiò il
saluto e se ne andò.
L’oncologo
lanciò un’occhiata quasi interrogativa alla Cuddy,
la quale sospirò e si
strinse nelle spalle, -la sai la novità?- gli chiese lei con
voce maliziosa,
lui scosse il capo ora decisamente curioso –Cameron ha un
amichetto…- disse l’ultima
parola con particolare enfasi, lui strabuzzò gli occhi e si
voltò in fretta
indietro, come a voler scorgere ancora il profilo di lei,
-e…sai chi è? Cioè, è
dell’ospedale?- interessato la interrogò, avrebbe
voluto vedere la faccia di
House quando gliel’avrebbe detto! lei annuì
sorridendo apertamente –oh si certo…
e mi stupisca che tu non lo sappia… si tratta di
House…-.
Lui
incredulo
continuò a fissarla, ora si spiegavano tante cose, compreso
l’improvviso
buonumore del suo amico. Dimenticandosi completamente del motivo per
cui era
arrivato sorrise alla donna e uscì fuori: doveva fare
quattro chiacchiere con
un quarantacinquenne un po’ zoppo…
FINE I PARTE
Ed
ecco
qui la fine… be, una fine che in realtà
è un grande inizio! Presto scriverò una
continuazione che parlerà ancora del rapporto House/Cam, ma
che andrà a toccare
anche altre relazioni all’interno della clinica…
Spero
che la mia storia vi sia piaciuta. Ringrazio chi gia ha recensito e
anche chi
lo farà. Alla prossima!
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