Non so per quanto tempo
rimasi lì a guardarla con Daniele al mio fianco. Se fossi
stata uno dei giudici del concorso avrei di sicuro premiato quel
lavoro.
-Se fosse per me vincerebbe
questa foto, è troppo... troppo!-
-Troppo..
troppo?!? ah ah ah.. che commento insolito- rispose Daniele cercando
di non ridere troppo forte -comunque ti ringrazio, mi fa piacere che
ti piaccia la foto che ho scattato io- sorrise.
Ci
misi qualche secondo per capire il significato delle sue parole. Solo
allora guardai in basso per vedere il nome dell'autore: era il suo.
Inutile dire che diventai color pomodoro in tempo record e che non
sapevo più dove guardare. Ero a un livello di imbarazzo
altissimo e sentire lo sguardo di Daniele puntato su di me di certo
non mi aiutava a calmarmi.
Sono
sempre la solita! Ma quanto sbadata posso essere per non essermi
accorta prima di chi era questa foto?!? sembra che abbia fatto
l'abbonamento a “scene imbarazzanti da record”. Capperi!
E ..
Interruppi
bruscamente i miei pensieri per ritornare alla realtà.
Daniele.
Labbra.
Io.
Daniele
mi aveva dato un altro bacio, se possibile ancora più dolce
del primo. Lo guardai del tutto sbalordita. Da che mondo è
mondo quel bacio non me lo aspettavo proprio e lui parve comprendere
i miei interrogativi perché si affrettò a spiegarsi.
-Come
potevo trattenermi quando la ragazza che mi piace diventa così
terribilmente irresistibile con quel rossore sulle guance perché
mi ha fatto il miglior complimento che potessi ricevere?
Assolutamente impossibile.-
Non
è difficile immaginare che diventai ancora più rossa,
chi non lo sarebbe diventato? Anche un fantasma avrebbe avuto la mia
stessa reazione!
Non
pensai neanche a come rispondergli. Che avrei potuto dirgli? Grazie,
hai delle labbra fantastiche? Figurati, nessun problema, se vuoi te
ne dico altri: uno per bacio? Finché mi ringrazi così
posso fartene quanti ne vuoi? Il piacere è tutto mio, ma la
prossima volta che ti faccio un complimento e mi ringrazi così,
non staccarti così presto?
Ma
cosa mi era preso? Trasmettevano forse qualche tipo di sostanza che
rende dipendenti, quelle maledette labbra?
Se
fossi andata avanti così ancora per un po', avrei fuso il mio
cervello. Mi maledissi mentalmente per tutti quei pensieri e li
archiviai con non poca fatica, pronta a tirarli di nuovo fuori quando
fossi stata sola.
Di
comune accordo decidemmo di continuare il giro della mostra
divertendoci a commentare le foto più buffe.
Era
ora della premiazione. Ci eravamo seduti più o meno a metà
sala. Accanto a me Daniele non riusciva a stare fermo; cercava di
nasconderlo, ma era inutile: era troppo agitato. Lo stavo osservando
da un po', incapace di trovare le parole adatte per rassicurarlo.
Alla fine mi limitai a prendere una sua mano e stringergliela,
tornando a prestare ascolto al discorso. Avevano appena assegnato il
terzo premio alla foto con due bambini di diverse etnie che giocavano
felici. Daniele era ancora più teso di prima.
-E
ora scopriamo insieme a chi va il secondo premio- disse lo stesso
uomo mentre apriva la seconda busta che gli era stata consegnata -E
il secondo posto va a..-
Se
non si fosse sbrigato a dire il nome avrebbe dovuto comprarmi una
mano nuova dato che Daniele me la stava stritolando in una morsa
d'acciaio.
-..
Daniele Castoldi- mi girai con un sorriso immenso verso di lui: era
completamente incredulo, tanto che dovetti richiamarlo più
volte per fargli capire che doveva andare a ricevere il premio.
Appena
finita la premiazione, Daniele abbandonò il piccolo palco dove
aveva mantenuto una compostezza apparente e si precipitò ad
abbracciarmi e a sollevarmi in aria come se fossi una piuma. Era
talmente felice che niente e nessuno avrebbero potuto togliergli il
sorriso. Mi poggiò a terra dopo quella che mi parve
un'infinità di tempo, solo per prendermi il viso fra le mani e
darmi il bacio più incredibile che una ragazza possa mai
ricevere.
Ero
veramente contenta per lui, in fondo passare un pomeriggio con
Daniele non era poi così male come credevo. Si era rivelato un
ragazzo divertente e misterioso, pieno di sorprese. Infatti chi mai a
scuola avrebbe anche solo lontanamente pensato che il famosissimo
Daniele avesse la passione della fotografia? Che non fosse veramente
arrogante e superficiale come faceva credere a tutti, ma che fosse
anche dolce e sensibile?
Solo
in quel momento mi resi conto che chi conosceva veramente Daniele si
poteva contare sulle dita di una mano: sua sorella e molto
probabilmente Marco, il suo migliore amico. Ma ora stava dando anche
a me quella possibilità e questo mi faceva sentire speciale
più di quanto le parole potessero fare. E quello che vedevo
del suo vero carattere mi piaceva anche se era ancora troppo presto
per ammetterlo.
Continuammo
la nostra uscita parlando di qualunque cosa mentre passeggiavamo per
le via mangiandoci un gelato. Mi stavo divertendo molto e non mi
accorsi neanche del tempo che passava finché non si accesero i
lampioni delle strade.
-wow!
Non pensavo si fosse fatto così tardi, non me ne ero accorta-
dissi rivolta a Daniele.
-Neanche
io. Forse è meglio ritornare al motorino, che ne dici? Mica
voglio che tuo padre sguinzagli per la città tutti i
poliziotti a cercarti!-
-Oddio!
Non lo dire due volte che va a finire che ci ritroviamo circondati!
Intanto che andiamo al motorino io lo chiamo per evitare catastrofi.-
-Ottima
idea, nanetta..-
Se
non fosse stato che mio padre poteva davvero mettere in atto quello
che Daniele aveva predetto, gli avrei risposto per le rime; ma in
quel momento era mia priorità fare quella telefonata.
-Pronto,
papi?-
-Gin?
Gin, sei tu? Grazie al cielo hai chiamato! Iniziavo a preoccuparmi!
Stai bene? Qualcuno ti ha fatto del male? Ti sei persa? Sei tutta
intera?-
-Alt!
Fermo un attimo! Innanzitutto, calmati! Secondo, sto bene e non mi
hanno fatto niente. Terzo, ero solo uscita con un amico a vedere una
mostra. Quarto, non ti azzardare neanche per sogno di chiamare la
polizia, capito?-
-Ma
piccola.. ero preoccupato...-
-Oh
no no no. Non cercare di abbindolarmi con la tua vocina da cucciolo
abbandonato! Non funziona! Sono stata via solo un pomeriggio, non un
mese senza darti notizie. Non posso chiamarti ogni cinque minuti per
dirti dove sono e temere che se non lo facessi tu possa chiamare
addirittura i servizi segreti! Papà!-
-Ma..-
-NO,
niente ma- lo interruppi -Comunque ora sto tornando a casa, quindi
puoi stare tranquillo, ok?-
-Sissignora!-
rispose con tono obbediente e potevo vederlo mentre faceva
un'imitazione assurda del saluto militare. Trattenni a stento una
risate lo salutai chiudendo la chiamata.
Ci
fu un attimo di silenzio, poi io e Daniele scoppiammo a ridere
contemporaneamente e continuammo fino ad avere le lacrime agli occhi,
mentre chi ci vedeva per strada si girava a guardarci: chi con aria
interrogativa, chi scuotendo la testa.
-Devo
ancora abituarmi all'iperprotettività di tuo padre- disse
Daniele fra le risa.
-Non
posso uscire per cinque minuti senza avvisarlo che lui pensa subito
che mi sia successo il peggio.. è impossibile, ma io gli
voglio bene lo stesso. É riuscito a crescermi da solo, anche
senza la presenza di una figura femminile perchè ama ancora
mia madre. Non si è mai lamentato, e non ha mai dato peso alle
chiacchere della gente e alle malelingue su di lui. Si preoccupa
troppo, questo è vero, ma non avrei potuto avere un padre
migliore. Non mi ha mai fatto sentire la mancanza di niente.-
-Si
vede che gli vuoi molto bene. Quando parli di lui, ti si illuminano
gli occhi e diventi ancora più bella-
Come
in risposta alle sue parole, diventai subito rossa rossa. Daniele
sorrise e non disse più niente.
Arrivammo
a casa che era ormai ora di cena. Scesi dal motorino e consegnai il
casco a Daniele.
-Beh..
allora ciao, ci si vede domani. E ancora complimenti per il premio.
Grazie per questo bel pomeriggio, mi sono divertita molto- dissi
sorridendogli per poi andare alla porta di casa. Ma prima di
arrivarci venni fermata da un braccio che mi fece voltare. Daniele mi
avvicinò a sé e senza dire una parola, mi baciò.
Fu un leggero sfioramento di labbra, che però, per quanto
semplice fosse, mi trasmise un miliardo di emozioni tanto da
togliermi quasi il fiato.
-Buonanotte
piccola, a domani.- mi sentii sussurrare a un orecchio, prima di
vedere Daniele salire le scale.
-Buonanotte
anche a te- gli risposi senza che ormai mi potesse sentire ed entrai.
La
mattina dopo mi alzai che ero raggiante. Mio padre non aveva fatto
troppe domande a cena e si era accontentato delle mie risposte anche
se un po' vaghe. Mi disse che mi vedeva più felice ultimamente
e questo lo rendeva contento. Appena a letto poi, mi ero addormentata
subito facendo un bel sogno, ma quando mi svegliai non mi ricordavo
già più cosa avevo sognato ma mi era rimasta comunque
la bella sensazione che mi aveva dato.
Fuori
dal portone trovai ancora una volta Daniele ad aspettarmi con il
solito casco in mano.
Andai
da lui che ero ancora raggiante dal bel risveglio e questo lo fece
sorridere felice. Non protestai quando mi offrì un passaggio a
scuola e salii dietro di lui.
Quando
arrivammo trovammo una piccola folla di studenti a osservarci e
bisbigliare fra loro facendo congetture su congetture. Mi intimidii
un pochino e ovviamente diventai subito rossa per l'imbarazzo, mentre
Daniele era impassibile, sembrava che non li avesse neanchi notati. A
salvarmi fu Alice che mi saltò addosso con la forza di un
uragano, solo suo fratello ci impedì di cadere a terra,
salvandoci in extremis.
-Sei
sempre la solita, Ally. Non puoi fare le cose un po' più
tranquillamente e evitando di attentare alla vita degli altri?- la
rimproverò dopo che fu scesa dalla mia schiena.
-Uff!
Che divertimento sarebbe altrimenti? Me lo spieghi?- sbuffò
indispettita, il piccolo tornado.
Intanto
si era unito a noi anche Marco, che diede man forte alla mia amica.
-Si
proprio, che divertimento sarebbe se Alice cambiasse e diventasse
brava e perfettina? Sarebbe la fine del mondo! L'apocalisse. Tu
invece, vedi di prendere un po' esempio da lei, che sennò
sembri troppo noioso!-
-Siete
impossibili! Veramente! Non ho parole!- non trovò di meglio da
replicare Daniele, sbalordito quanto mai.
Noi
tre scoppiammo a ridere dirigendoci in classe dove un'altra giornata
di scuola ci attendeva.
Quando
suonò la campanella che decretava la fine della quinta ora, i
miei propositi di passare un pomeriggio tranquilla a studiare a casa
furono mandati in frantumi da una piccola peste molto impicciona.
Alice non mi lasciò neanche il tempo di prendere in mano la
cartella che mi trascinò via.
Si
fermò solo a un piccolo bar dove mi permise di prendere un
panino per poi afferrare di nuovo il mio braccio per lasciarmi solo
quando arrivammo al parchetto vicino casa. Scelse una panchina e si
mise a mangiare il suo pasto, identico al mio. Capii all'istante che
se non volevo rimanere a digiuno fino a sera, mi conveniva sbrigarmi
a mangiare.
Buttate
via le carte del nostro pranzo, Alice iniziò un interrogatorio
di quarto grado sull'appuntamento che ieri avevo avuto con Daniele.
Non mi dava il tempo di finire di rispondere a una domanda che già
mi aveva chiesto quella dopo. Le raccontai tutto tranne della
premiazione, avevo promesso a Daniele di mantenere il segreto con lei
sul premio.
Passammo
così tutto il pomeriggio e arrivai a casa a cena che ero
distrutta, quindi andai a letto presto senza però poter far a
meno di ripensare a quello che ci eravamo dette qualche ora prima. Il
sonno però ebbe presto la meglio sui pensieri e prima che me
ne accorgessi stavo già dormendo.
Ciao!
Ringrazio tutti quelli che seguono questa storia e la loro pazienza
nell'aspettare gli aggiornamenti. Grazie, davvero.
Un
grazie speciale va a quelli che l'hanno recensita fin'ora e a quelli
che lo faranno :)
mi
fa davvero piacere sapere cosa ne pensate della storia e dei
personaggi :)
grazie
:)
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