Note dell'autore: Eccovi il
terzo e ultimo capitolo di questa storia, che spero vi sia piaciuta, io come
sempre aspetto impaziente le vostre recensioni (positive o/e negative che
siano).
Buona lettura.
Capitolo III
Benvenuta a bordo
Il Dottore condusse, Rose e Donna ai piani inferiori,
fino ad arrivare allo stanzino in cui si era nascosto per tutto il giorno. Il
Dottore iniziò a buttare fuori tutta la roba che c'era all'interno.
"Ti sembra un buon momento questo?" chiese
Rose, appoggiandosi alla parete per riprendere fiato.
"Bella soluzione rinchiudersi in un ripostiglio, mi
piace." Disse Donna accanto a lei.
"E' tutto il giorno che ci lavoro." Disse
spingendo contro la parete in fondo, che si spostò mostrando un congegno
alieno.
"Allora non hai giocato per tutto il giorno."
Disse con ironia Rose, avvicinandosi, mentre Donna si metteva appoggiata allo stipite
della porta.
"Foster dispone di un
computer, che si estende per tutto l'edificio, con triplo sigillo." Spiegò
il Dottore mettendosi gli occhiali e guardando sia Rose sia Donna.
"Ma ora che ho questo,
posso entrarci." Disse prendendo la penna sonica e iniziando a lavorare
sul computer.
"Per prima cosa avremmo bisogno di un po’ di
privacy." Disse collegando due fili elettrici, per poi posarli di nuovo.
"A che serve questo computer?" chiese Rose,
oddervandolo con attenzione.
"Dovrebbe essere una specie d'induttore, di grosso
trasmettitore per le mini capsule dell'Adipose." Spiegò il Dottore senza
spostare lo sguardo dal computer.
"Anche se non capisco perché ha cablato tutto il
palazzo." Disse ancora staccando dei fili, ne consegnò un po’ a Rose e un
po’ a Donna, mentre lui lavorava con la penna.
"Siete cambiati molto." Disse Donna
improvvisamente, Rose si voltò a guardarla, e vide che li stava osservando con
molta attenzione.
"Spero in meglio." Disse Rose con ironia.
"Tu sembri più vecchio." Disse rivolta al
Dottore, e brontolò qualcosa.
"E tu, dio mio, sei così magra che una volata di
vento ti potrebbe portare via." Le disse alei osservandola ancora e
mettendola un po’ in difficoltà.
"Sei sempre così gentile Donna." Le ripose con
ironia.
"E' successo qualcosa?" chiese poi a Rose con
malizia, indicando il Dottore, la biondina arrossì di colpo e abbassò lo
sguardo.
"E' complicato." Le rispose imbarazzata.
"In che senso?" chiese innocentemente il
Dottore che non aveva capito l'argomento.
"Quindi, viaggiate sempre
solo voi due?" chiese ancora osservandoli.
"Si." Ripose secco il
Dottore.
"Beh c'è stata Martha per un po’." Aggiunse
Rose.
"Oh si, Martha Jones,
davvero brillante." continuò il Dottore.
"E adesso lei dov'è?" chiese Donna.
"E con la sua famiglia, al sicuro." Rispose il
Dottore, tornando serio. Rose sapeva, che si sentiva
in colpa per tutto quella che la famiglia Jones e Martha avevano passato in
quell'anno sotto il controllo del Maestro.
"Dopo che ho quasi distrutto la sua vita."
Aggiunse quasi sottovoce, concentrandosi di più su ciò che stava facendo.
"In che senso?" chiese Donna guardando sia il
Dottore sia Rose.
"E' una lunga storia." Rispose Rose
distogliendo lo sguardo da lei, non sentendosi pronta ad affrontare
l'argomento.
"Invece tu, il giro del mondo?" chiese il
Dottore cambiando discorso.
"E' più facile a dirsi che a farsi." rispose un
po’ sconsolata la rossa.
"Credevo che quel singolo giorno con voi, avesse
potuto cambiare tutto." Continuò con aria sognante.
"Volevo fare tante cose, e invece la mattina dopo
sono tornata la stessa di sempre." Continuò.
"Vi ho cercato così tanto,
ho provato anche a chiamarti." Disse Donna verso Rose che le sorrise
timidamente.
"Oh già il telefono, scusa ma ne ho cambiati almeno una decina." Si scusò sorridendo
timidamente.
"Avrei dovuto immaginarlo." Sbuffò ancora la
rossa.
"Ho sbagliato a rifiutare la vostra offerta." Continuò.
"Quale offerta?" chiese senza capire il Dottore,
Rose alzò gli occhi al cielo sconsolata.
"Quella di viaggiare con noi, Dottore." Le
suggerì Rose, il Dottore si girò si colpo verso Donna.
"Tu vuoi venire con noi?" chiese
innocentemente.
"Certo che vuole venire con noi, altrimenti perché
ci avrebbe cercato tutto questo tempo." Rispose Rose per Donna.
"Ah … ok." Disse un po’ confuso.
"Posso quindi?" Chiese ancora conferma.
"Ovvio che puoi, non vediamo l'ora." Continuò
Rose e Donna la
stinse a sè con entusiasmo.
I tre si ritrovarono all'ingresso della ditta, il Dottore
buttò la penna sonica, mentre la polizia aveva circondato il posto e si stava
apprestando a capire cosa era successo. A loro si avvicinò la giornalista
ancora legata alla sedia.
"Ehi voi tre, siete completamente matti." Inveì
contro di loro.
"Mi avete sentito: Matti. Vi denuncerò
per la vostra pazzia." Disse infine andandosene via, sia il Dottore sia
Rose la guardarono confusi e divertiti.
"Certe persone non riescono proprio ad
accettarlo." Disse Donna con ironia.
"Beh, noi non siamo tra quelli." Continuò Rose
prendendo la mano del Dottore.
"Giusto?" chiese rivolta verso Donna.
"Giusto. Tardis, andiamo." Disse entusiasta trascinandoli
con sé, il Dottore fece subito strada anche lui
divertito e contento che Donna si unisse a loro. Si fermarono, dove avevano
parcheggiato il Tardis e Donna strillò contenta.
"Oh Mio Dio, questa è la mia macchina." Disse
indicando la macchina parcheggiata vicino al Tardis.
"Direi che questo è il destino." Disse
affrettandosi ad aprire il porta bagagli.
"Hai una macchina
blu?" chiese Rose osservandola e poi guardando il Dottore.
"Ha una macchina blu."
Ripeté sorridendo.
"Sono preparata a tutto, ho fatto le valigie secoli
fa." Disse ignorando completamente Rose, tirando fuori i suoi bagagli.
Il Dottore si sentiva leggermente confuso, la macchina
vicino al Tardis, Donna che non smetteva un attimo di tirare fuori i bagagli e
soprattutto di parlare, un fastidioso formicolio dietro la nuca, come se ci fosse
qualcosa di strano in tutto quello.
"Ok, inizio a portare qualcosa dentro, e preparare
del te caldo per tutti." Disse Rose entrando con due delle valigie di Donna, mentre
lei continuava a parlare di vaccini e pianeta dei capelli.
"Non stai parlando molto." Disse la rossa davanti
alla porta del Tardis, osservandolo preoccupata.
"E solo …" cercò di trovare le parole giuste,
Donna si avvicinò a lui.
"Preferisci che rimanga qui?" chiese con calma
la rossa, mostrando la sua dolcezza.
"No, davvero, no." Rispose subito il Dottore.
"E solo che viaggiare con me, nel Tardis, non è
sempre sicuro." Iniziò a parlare ripensando a quello che Rose era stata
costretta a subire per colpa sua.
"Può diventare difficile, e molto pericoloso."
Disse con sincerità. Donna annuì e guardò alle spalle del Dottore, verso la
porta del Tardis.
"Qualcosa non va con lei?" chiese
preoccupata tornando a guardarlo.
"Sono successe molte cose dall'ultima volta che ci
siamo visti. Rose ha pagato il prezzo più alto."
Continuò a spiegare sentendosi ancora più in colpa.
"Allora avrà bisogno di una spalla amica, oltre a
te." Disse Donna sorridendo prendendo sottobraccio il Dottore.
"Forza andiamo."
Continuò trascinandolo con sé.
Dopo che tutte le valigie fossero messe a bordo, e scelto
la prima destinazione, il Tardis scomparve come sempre, lasciando dietro di sé una
volata di vento. Qualcuno entrò in quel vicolo, avvicinandosi al punto in cui
c'era la macchina.
"Mi dispiace tanto Donna." Disse una Rose
vestita con una giacca viola e una maglietta fucsia, sul suo volto pallido e
stanco risaltavano le occhiaie. Guardò ancora per un po’ verso
dove sorgeva il Tardis, per poi fare marcia indietro scomparendo nel
nulla.
Fine
Note finali: Allora che
ne pensate del finale? Non sapevo bene come cambiarlo, visto che Donna incontra
Rose, spero quindi che vi piaccia e che vi abbia incuriosito
un po’.
Comunque
penso di aggiornare tra due settimane con "I Focolai di Pompei", alla
prossima.
KQ