Aforimple & Madama:
Heaven and Hell....and you
Una notte in ospedale.
Era stata una banale operazione di appendicite, tutto finito bene,
sarebbe stata solo necessaria una notte in osservazione prima che
dessero a Simple il via libera per dimetterlo.
- Non è necessario che tu ti preoccupi per me: vai pure a casa e
fatti una buona notte di sonno: domattina sarà già tutto
finito. -
Ma Madama non se l'era proprio sentita di lasciare da solo il suo cavaliere degente.
- Mi conosci: mi sentirei così preoccupata che non riuscirei proprio a dormire. -
E così la donna si attrezzò, con tanto di cuffietta con
il logo della crocerossa, a passare la coraggiosa notte di veglia.
Una veglia molto breve: dopo circa dieci minuti si era già appisolata sulla sedia.
- E meno male che dicevi non saresti riuscita a dormire -
commentò ironico Simple. Paradossalmente, era lui a non riuscirci.
Notò a fianco a sé la coperta ancora piegata
che Madama aveva preparato con tanta cura: "Ti coprirò, nel caso
avessi freddo".
A vederla così, con la testa ciondolante sulla sedia, la sua
crocerossina personale gli strappava più di un sorriso.
Quella coperta sarebbe stata certamente più utile a lei.
Prese la coperta e si sporse in avanti nel goffo tentativo di buttare
la coperta sulle sue spalle: tentativo che non portò mai a
termine.
- Il cuore? Perché? Era stata solo un'appendicit... -
Tra l'incredulità, lo stupore e quella maledetta fitta al petto,
Simple si accasciò, e prima che le palpebre si chiudessero, fece
in tempo a vedere un'ultima volta il suo angelo sonnecchiante...
"Il paradiso lo preferisco per il clima....."
Un angelo? Per 'angelo' si
stava riferendo a Madama, non credeva davvero che se ne sarebbe trovato
uno autentico, proprio davanti a lui.
- Benvenuto tra noi, amico -
Simple non capiva. - Dove siamo? -
- Dove vuoi che siamo, ragazzo? Nella meta che ogni buon cristiano
anela in tutta la sua vita: queste sono le porte del paradiso.
La notizia sconvolse Simple, che cominciò a farsi prendere dal panico.
- M-ma non è possibile! Come posso essere morto? Che è successo? -
- Lo so, ragazzo, - spiegò l'angelo - è difficile
accettare l'idea la prima volta, ma ci si fa in fretta l'abitudine.
Guardati attorno, - con un gesto della mano l'angelo
mostrò orgoglioso un paesaggio fatto interamente di nuvole,
illuminato da un caldo e piacevole sole, popolato da altri angeli che
intonavano, soavi e felici, pezzi corali in lode al Signore e alla
serenità che aveva donato loro.
- Questo è il paradiso. Chiunque vi entri abbandona ogni
preoccupazione terrena. Questa è la tua ricompensa, figliolo! -
Una ricompensa che non trovava Simple molto entusiasta.
- Ma io devo tornare sulla Terra. Non posso essere morto, così all'improvviso! - protestò la povera anima.
- Dai, che ti importa dei tuoi attaccamenti terreni? Ormai sei morto. -
- Ma ci deve essere un'errore. - insistette Simple.
- No! No! - l'angelo materializzò una cartellina. - È tutto scritto qui, signor... signor...? -
- Simple! -
L'espressione dell'angelo si fece improvvisamente seria.
- Simple, ha detto? -
L'anima mortale ebbe un momento di smarrimento: quell'atteggiamento
diventato improvvisamente formale non presagiva nulla di buono.
- Sì... perché? -
- Ora che guardo meglio, è vero! C'é decisamente un
errore! - proseguì l'angelo. La sua presenza qui in paradiso non
era prevista! -
Simple accolse la notizia con speranza.
- Quindi mi rimanderete a casa... voglio dire, in mezzo ai vivi? -
- La manderemo dove lei appartiene, signor Simple! -
L'angelo aggrottò le sopracciglia, si piegò verso l'anima
e spalancò la bocca puntando contemporaneamente un dito nella
sua direzione.
- E lei appartiene all'inferno! -
Un buco si aprì sotto i piedi di Simple, che sprofondò in
una caduta senza fine, fino ad arrivare a una terrificante piana rossa,
spoglia e desolata.
"..... l'inferno per la compagnia....."
La povera anima mortale
uscì fuori dal cratere che aveva provocato con il suo devastante
impatto. In quanto anima, tanto, non poteva sentire dolore: era
piuttosto la destinazione la cosa più preoccupante.
-Benvenuto tra noi, amico. -
Stavolta l'accoglienza gli venne data, come prevedibile, da un demone, con tanto di corna, ali di pipistrello, coda e forcone.
Simple lo guardò stupefatto, poi realizzata al volo la
situazione, si accasciò, facendosi prendere dallo sconforto.
- Dunque questo è l'inferno? -
- Precisamente - confermò il demone, e ammiccando un gesto
d'intesa verso l'ospite, aggiunse - Ma non è un posto poi
così terribile come lo si dipinge! -
- Ma sono all'inferno! - Si lamentò Simple - Quaggiù ci
sono i tormenti eterni, le fiamme che non smettono mai di bruciarti, le
indicibili torture che vengono inflitte a tutti i dannati! -
- Oh, certo, - confermò con un sogghigno l'autoctono degli
inferi - quelle sono le clausole del contratto. Ma non è poi
così insopportabile se pensi a loro!
- e così dicendo, il diavolo cinse una spalla di Simple e
puntò con il forcone verso le persone di riferimento. Gli occhi
di Simple per poco non caddero a terra, tanto uscivano dalle orbite:
una moltitudine di succubi, una più
bella dell'altra, tutte rigorosamente svestite, quando non
completamente nude.
Il diavolo fu lieto della tipica reazione maschile di Simple.
- E chi non sarebbe disposto a passare l'eternità in loro
compagnia? Qualunque uomo io conosca quaggiù, te lo dico io! -
Simple lo ascoltava a malapena, tanto era occupato a rimirare grazie che nessun angelo o mortale avrebbe mai sperato di vedere.
- Altro che paradiso, eh? E se non ti dovessero bastare le nostre bellezze locali, ci sono sempre le ospiti -
E girando di circa novanta gradi, il diavolo mostrò un altro
angolo di paradiso (concedetemelo) dentro l'inferno: migliaia e
migliaia di corpi femminili completamente nudi che si agitavano in
fosse coperte dalle fiamme.
- Loro sono le anime dannate che quei bigotti del paradiso rifiutano: delle vere disinibite! -
Simple guardò il nuovo panorama con occhi fissi e salivazione
azzerata: non stava dicendo nulla, ma il diavolo poteva benissimo
percepire i suoi ormoni fare la ola come allo stadio.
- Bello spettacolo, vero? E pensa che non siamo neppure del girone dei
lussuriosi. Una roba allettante, vero? Chissà ora come ti sembra
mediocre la ragazza con cui eri fidanzato in vita -
Quest'ultima frase riportò alla realtà Simple.
- Madama! - Simple si girò e si aggrappò alle spalle del
diavolo, con aria supplichevole. - Fatemela vedere almeno un'ultima
volta! -
Il diavolo si incuriosì - Come hai detto che si chiama? -
- Madama! Vi prego, sono già rassegnato a stare qui. - disse con
un tuffo al cuore, mentre i suoi ormoni al contrario esultavano. - Ma
voglio poterle dire almeno addio! -
Il diavolo assunse un'espressione pensierosa, posò il forcone e
materializzò un'agenda. La sfogliò freneticamente, e
trovò la lista.
- Madama.... madama....ecco. Legata sentimentalmente a Simple. È lei Simple? -
- Sì, sono io. -
Il diavolo si grattò le corna con una mano, e assunse un'espressione grave.
- Siamo spiacenti, signor Simple, ci è davvero impossibile... -
A quell'affermazione Simple si disperò. Appigliandosi ancora di più al diavolo, chiese spiegazioni.
- Perché? Perché? Dov'é il problema -
Il diavolo scosse la testa con aria spiacente.
- Siamo desolati, ma non possiamo davvero accoglierla qui. -
Simple si fermò, perché temeva di non aver udito bene.
- ....Eh? -
- Deve scusarci, sa, la solita burocrazia d'oltretomba. Lei è
qui per un infarto a seguito di un attacco di appendicite, vero? -
Simple mollò la presa e si passò una mano sulla testa.
- In effetti, ora che mi ci fa pensare.... - soprattutto, la cosa non aveva senso.
- Vede, la colpa è di qualche impiegato imbranato che ha confuso
della pratiche. La sua dipartita è stato solo un errore
burocratico -
Simple non ebbe il tempo di reagire, che il diavolo raccolse il tridente e glielo punto contrò.
- Mi dispiace, ma è ancora troppo presto. Torni a trovarci a tempo debito, addio! -
Dalle punte del forcone diabolico si sprigionò una sorta di nube
verdastra: Simple nel respirarla avvertì una grande stanchezza,
e si accasciò a terra perdendo i sensi.
"..... il mondo dei vivi perché ci sei tu"
Simple si svegliò.
Madama stava ancora sonnecchiando beatamente. Istintivamente si mise
una mano sul cuore: battito regolare.
Era stato tutto un sogno?
Mentre guardava la sua donna, Simple sorrise e tirò un sospiro di sollievo.
Era solamente una tranquilla notte in ospedale, ma in quel momento
Simple si sentiva particolarmente felice. Non aveva sonno: ne avrebbe
approfittato per ammirare per un pò lo spettacolo del suo angelo
personale che dormiva.
In un angolo sperduto di Simple, intanto, gli ormoni se ne stavano in disparte, immusoniti.