-Si
può sapere perché non vuoi vederlo? Quel
poveretto ti sta cercando- il maestro fuma come un turco sulla veranda,
mentre lei gli versa il tè. Rie lancia un’occhiata
di fuoco che si infrange contro le lenti degli occhiali
dell’uomo.
-Mi odia.
Starà cercando vendetta, è comprensibile- dice
secca, ma la voce le si abbassa di tono, come sempre quando le parole
mal rispecchiano ciò che il cuore le sta urlando.
-A me non è
sembrato affatto assetato di sangue- gli occhi azzurri si risollevano
precipitosamente verso quelli scuri di Cross.
-Lo hai visto?- chiede
incredula. Un cenno affermativo –si, ma sapendo la tua
posizione al riguardo l’ho mandato via- dice, tracannando un
sorso di tè, ma solo dopo averlo innaffiato di rhum.
Rie annuisce, sollevata.
Non vuole vedere Howard, non vuole vederlo mai più.
Ha sulla coscienza il
peso della distruzione di due famiglie, la propria, per via della sua
compatibilità con l’innocence, e la sua, per
l’incapacità a controllarla.
Non vuole sentirselo
rinfacciare da altri, lo rimpiange già lei ogni giorno di
più.
-Rie, dovrai superarlo
prima o poi. Non hai colpe- le parole del maestro, anche se dette
già molte volte, la colpiscono in maniera brutale,
tutt’altra cosa dalle interazioni che Howard era in grado di
fare con i suoi pensieri.
Era come se la sentisse.
“Basta,
smettila di pensarci” si ripete, cercando di articolare una
risposta, ma Cross la previene di nuovo.
-Eri una bambina, e non
è un mistero per nessuno cosa stesse cercando di farti
quell’uomo- sentì una vibrazione d’ira
nelle ultime parole di Cross, e un brivido le corse lungo la schiena,
mentre le immagini vivide di quel momento le tornavano alla mente.
Ripensandoci, col senno
di poi, capisce cosa vuol dire il maestro, ma non è tanto
per James che rimpiange ciò che ha fatto. Un uomo di quel
genere meritava solo la fine che ha avuto, pensa.
No, è per
Howard, è per aver distrutto la famiglia di Howard, che il
senso di colpa non l’abbandona mai.
-Piuttosto, domani
partiamo. Abbiamo una nuova missione- la voce aspra del maestro la
riporta alla realtà.
Giusto, la missione.
Rie benedice
quell’impegno continuo in battaglia, l’unica cosa
che riesce a distrarla dalla vita, in quel momento, è la
morte.
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-Maledizione, Generale! Questo non è un gioco! Se scoprono
che lei c’entra con la fuga di Rie, e che pure il sottoposto
di Lvellie è coinvolto, ci saranno un sacco di guai per
tutti!- la mano del supervisore Komui sbattè violentemente
sul tavolo pieno di bottiglie vuote, ma agli occhi accesi
dell’uomo rispose il solito sguardo freddo e calcolatore di
Cross.
-Era l’unico modo, Komui. Sai cosa sarebbe successo se
Lvellie l’avesse trovata- disse secco, scolandosi un altro
bicchiere –quell’innocence è speciale,
è la testimonianza dell’evoluzione della materia
sacra, della sua volontà propria- scandì,
enfatizzando ogni parola –non vorrai un’altra
Hebraska, eh, Komui?- lo apostrofò seccamente, sbattendo il
bicchiere sul divanetto macchiato. Il cinese rimase in silenzio per
qualche istante, poi alzò nuovamente gli occhi
–potreste andarci di mezzo voi, o addirittura Allen.
Possibile che non ve ne importi niente? E’ il vostro allievo,
dopotutto!- la sua voce si era alzata di un paio d’ottave,
mentre Komui perdeva nuovamente le staffe.
Finalmente Cross lo fissò negli occhi con uno sguardo meno
imperturbabile, quasi ostile –anche Rie è mia
allieva. Mi preoccupo di tutti e due allo stesso modo- ma sapeva
benissimo di mentire.
Per quanto fosse affezionato a Mana e ad Allen, e per quanto volesse
proteggerlo, Rie era speciale.
Non avrebbe mai e poi mai permesso che Lvellie la trasformasse in una
cavia.
Non avrebbe fatto lo stesso errore due volte.
Il supervisore sospirò, passandosi una mano nei capelli
–è inutile discutere con lei, Generale. Mi auguro
solo che sappia quello che sta facendo- concluse secco, poi
uscì con un inchino frettoloso.
Rimasto solo, Cross si scolò il resto della bottiglia,
pensieroso.
Sperava solo che quel biondino fosse riuscito a portarla abbastanza
lontano, e in un luogo abbastanza schermato dai rilevatori
dell’Ordine, pensò.
No, non gli importava delle conseguenze che tutto ciò
avrebbe avuto su di lui, sempre ammesso che l’avessero
scoperto.
In effetti, non aveva pensato a come, sparendo anche Link, avrebbe
potuto andarci di mezzo Allen. Solo il cielo sapeva di cosa erano
capace Lvellie e la sua schiera di clericali corrotti.
Sospirò profondamente, scompigliandosi i lunghi capelli
rossi.
Non gli importava delle conseguenze, ma avrebbe tanto voluto rivederla,
prima che lo scoprissero.
Da quando Allen era entrato all’Ordine, lui e Rie erano
rimasti fianco a fianco per altri tre anni. La sua assenza
così totale quasi lo frastornava.
Si, avrebbe voluto parlarle ancora una volta, per dirle tutto quanto.
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-Ehi, Allen- al richiamo di Lavi rispose un mugugno soffocato dai
mitarashi dango.
-Come credi che farai con Lvellie? Intendi continuare a fingere che i
rapporti siano scritti da Link? Quei due lavorano insieme da anni,
conoscerà benissimo il suo stile- l’albino
alzò le spalle, inghiottendo rumorosamente –non ho
scelta- disse –se non faccio così, Lvellie
scoprirà che Link è scomparso, e non penso sia
una grande idea lasciare che succeda- disse, tornando a concentrarsi
sui fogli che aveva davanti.
-Dunque… secondo te risulta esagerato se scrivo che ho
mangiato due scatole di mitarashi dango più sei della terza?
Eppure Link registrava anche quando Tim mi mordeva un
orecchio… sarà meglio scriverlo, al massimo lo
prenderà per eccesso di zelo- riflesse, intingendo la piuma
nel calamaio.
Lavi sospirò rassegnato. Tutti si ostinavano a portare
avanti quella messinscena, lui compreso, pur di proteggere Rie. Capiva
benissimo cosa sarebbe potuto succedere se la ragazza fosse stata
trovata da Lvellie, ma davvero non capiva perché Link era
sparito con lei.
Che legame avevano, quei due?
“Pensa, Bookman” si disse. Non capiva poi
perché gli interessasse tanto, ma sentiva che
c’era qualcosa che non tornava in tutta quella storia, a
partire da ciò che aveva sentito origliando alla porta della
sezione scientifica, quando Komui aveva parlato col Panda.
“Sai anche tu quale fu l’unico cubo di innocence in
grado di possedere una volontà propria, e che fine abbia
fatto” aveva detto il supervisore.
Di che volontà parlavano? Forse di quella che
l’innocence aveva mostrato divenendo compatibile di Rie per
poi utilizzare il corpo di quella bambina come veicolo, come arma?
Forse, quel cubo d’innocence voleva essere
trovato? Si era attivato come se possedesse un’intelligenza
pensante?
La sola ipotesi gli metteva i brividi, se poi pensava che ce
n’era stato anche un altro nella storia e alla fine che
poteva aver fatto…
-Finito!- l’esclamazione giuliva di Allen lo distolse dai
suoi pensieri.
Afferrò il foglio sospirando e si alzò in piedi
–vado a darlo a Komui- disse. L’albino
annuì, grato. Doveva farsi vedere in giro il meno possibile:
la versione ufficiale era che lui e Link fossero in missione assieme a
Rie.
Improvvisamente, la porta si spalancò e ne entrò
una Linalee terrorizzata. I ragazzi balzarono in piedi.
-Che succede, Lina?- chiese subito Allen.
-Ci attaccano! I Noah sono dentro l’Ordine!- gridò
la ragazza, afferrando entrambi per una manica –dovete
venire, subito!- non se lo fecero ripetere un secondo e corsero a
perdifiato dietro di lei.
Note dell'Autrice:
So che questo capitolo è un po' corto, lo so. Ma
sennò veniva ventimila pagine e la mia riserva di capitoli
si sarebbe accorciata drasticamente, quindi abbiate pietà
ç__ç
Non mi dilungo in note perchè devo tornare a studiare, me
misera!
Rispondo ai commenti ^^
rose princess:
eeeeehm, ne avrai di motivi per arrabbiarti in questa fanfiction XD se
pensi che le cose fra Rie e Link saranno semplici ti sbagli di grosso,
sono nota per il sadismo con le mie protagoniste! *faccia malefica* ma
spero (no, non lo so nemmeno io ancora ç-ç) di
riuscire a dare almeno a loro due una conclusione felice, visto che il
finale della mia storia precedente mi ha lasciata psicologicamente
distrutta T^T
DarkAngel_:
ma ciao *__* come mi sono mancate le tue recensioni *momento di
commozione* ç_ç sono felice che Rie ti piaccia, a
me convince sempre meno mano a mano che vado avanti D: D: ho bisogno di
una scarica di autostima per la mia povera protagonista T_T non farti
venire un collasso che siamo solo ai primi capitoli...e la storia ne ha
moooooooolti di più! ^____^
Grazie a chi legge/segue/recensisce, scusate la brevità ma
lo studio, ahimè, mi chiama ç__ç
La vostra disperata Bethan
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