Questo capitolo lo dedico a Lia,
perché senza
di lei
dubito che avrei postato
anche solo il primo capitolo.
Ti voglio bene!
Avenged
Sevenfold VS pulizie domestiche
Il mattino successivo,
quando Zacky aprì gli occhi, la prima cosa che
avvertì fu un violento mal di testa. Il ragazzo
mugugnò appena, tenendo gli occhi ben serrati: era come se
qualcuno si fosse divertito a piantare spilli nel suo cervello per
tutta la notte. Il dolore era tremendo e pungente, ma ciò
non impedì al ragazzo di rendersi conto che ciò
che stava utilizzando come cuscino si alzava e si abbassava.
Zacky si
costrinse ad aprire gli occhi e, dopo un attimo di disorientamento, si
rese conto che il suo cuscino era in realtà Brian. Si era
sistemato in una posizione strana - forse per evitare di svegliarlo
muovendosi -, con la testa verso destra e un braccio appoggiato
dolcemente sulle spalle di Zack.
"Si
sarà preso un torcicollo a dormire così" pensò il
moro, osservandolo in silenzio "E
ha dormito così per non svegliare me".
Quel pensiero
lo colpì subito e lo fece arrossire e sorridere nello stesso
momento. Brian poteva anche essere un idiota irresponsabile per la
maggior parte del tempo, ma quando voleva sapeva essere dolce. E ogni
volta che Brian faceva cose del genere, Zacky si innamorava di lui un
po' di più.
Il ragazzo
sbadigliò e sbuffò, sbattendo le palpebre con
lentezza. Avrebbe veramente voluto sdraiarsi ancora e riprendere a
dormire abbracciato a Brian per tutto il santo giorno, ma non lo fece.
Il suo sguardo scivolò casualmente nel soggiorno di casa
sua, e lo stato in cui si trovava gli fece sgranare gli occhi. Si mise
seduto, cercando di non svegliare Brian, e continuò a
guardarsi intorno allibito: il soggiorno era immerso nel caos
più totale. I suoi vestiti e quelli di Brian, Lizzie e David
erano sparsi praticamente ovunque, c'erano vecchi pacchetti di
sigarette ormai finiti accartocciati in ogni angolo, patatine fritte
che riempivano il pavimento appiccicoso e un vecchio cartone di pizza
giaceva indisturbato al centro del tappeto che sua nonna aveva regalato
per Natale ai suoi. Sua madre non sarebbe stata affatto contenta delle
macchie di olio che impregnavano il tessuto sottile del tappeto. Anzi,
sua madre non sarebbe stata contenta e
basta.
- Brian? -
sussurrò con voce roca, senza neanche rendersene conto.
Il ragazzo
continuò a dormire indisturbato. Zacky lo guardò
per qualche secondo, per poi sbuffare.
- Brian! - esclamò,
a voce più alta, ma Brian non diede segno di aver sentito.
- Brian, per
l'amor del cielo... - continuò Zack, afferrando Brian per un
braccio. Cominciò a scuoterlo leggermente, ma tutto
ciò che ottenne fu un brontolio leggero e un movimento
appena accennato, e Brian si rannicchiò un po' di
più contro il divano.
Zacky lo
guardò e, scacciando con malagrazia la sensazione di
tenerezza che portava quella visione, scosse Brian con entrambe le mani
e con più forza, ma comunque non ottenne nessun risultato.
- Brian, cazzo! - si
ritrovò ad urlare - Brian, apri quei tuoi maledettissimi occhi!
Muoviti!
-
Ma niente,
Brian non sembrava volersi svegliare.
Zacky, con il
suo continuo scuoterlo, finì per farlo cadere a terra, e
solo allora il ragazzo riuscì finalmente ad aprire gli
occhi. Sembrava vagamente disorientato: i suoi capelli erano
più scompigliati del solito, e teneva gli occhi socchiusi.
Sembrava essersi svegliato dopo mesi e mesi di coma. Zacky, nel
frattempo, passeggiava istericamente avanti e indietro per il
soggiorno, evitando accuratamente di calpestare gli abiti sparsi a
terra.
Brian si
stropicciò gli occhi con gli indici delle mani, per poi
rendersi effettivamente conto che era sdraiato a terra. Si chiese
quando e come fosse finito sdraiato sul pavimento, per poi guardare
Zacky come un cucciolo smarrito, ma il moro non gli diede assolutamente
corda: continuava a passeggiare disperato per il soggiorno, le mani nei
capelli e l'aria di chi vorrebbe solo buttarsi in una tana di coniglio
e non uscirne mai più.
- Zack? Che...
che è successo? - domandò Brian, dopo qualche
minuto di smarrimento.
-
Che è successo? - esclamò
l'altro, con una voce decisamente isterica - Cos'è successo,
dici? Guardati intorno, Bri! Guardati
intorno!
- trillò, indicando un punto non definito del soggiorno.
Brian si
guardò intorno, ma non sembrò trovare risposta al
suo iniziale interrogativo, quindi si voltò nuovamente verso
Zacky. Il moro sbuffò e riprese a camminare in circolo per
il soggiorno, disperato.
- Come diavolo
farò, cristo? Quella mi ammazza! Guarda com'è
ridotto questo posto! Guardalo! - trillò,
scuotendo la testa - Mi ammazza,
mi ammazza!
-
- Zacky - lo
riprese Brian, tirandosi faticosamente in piedi per poi raggiungerlo -
Zack, calmati. Possiamo sistemare tutto: i tuoi quando tornano? -
- Stasera alle
sei! - esclamò - E sono già le due! Abbiamo solo
quattro ore, Bri! Io ce ne metto sei solo per sistemare la mia stanza!
-
Brian,
completamente dimentico del fatto che in quella casa ci fossero due
bambini del tutto ignari della situazione tra lui e Zacky, si
avvicinò al suo ragazzo e lo abbracciò.
- Troveremo un
modo. Non ti farò ammazzare per una stronzata come questa -
Zacky
sospirò, rispondendo alla stretta di Brian.
Affondò il viso sul petto dell'altro e sospirò.
- Come
facciamo? -
- Abbiamo
bisogno di rinforzi - affermò Brian, passando una mano tra i
capelli di Zack - Ho bisogno del tuo cellulare, Zack -
*
Dieci minuti e
una crisi isterica dopo, Matt, Jimmy e Johnny apparvero sulla soglia di
casa Baker. Ovviamente fu Brian ad aprirgli la porta, il che non
stupì nessuno dei tre: Zacky e Brian passavano
così tanto tempo insieme che sembravano quasi vivere nella
stessa casa, ormai.
- Brian, sono
le due e quarantacinque e io sono sveglio: dimmi che sta per scoppiare
la Terza Guerra Mondiale - affermò subito Jimmy, e Johnny
ridacchiò.
- Buongiorno
anche a te - borbottò il moro - Zacky sta per avere un
attacco di panico. Venite, almeno vi spiego tutto -
I tre ragazzi
entrarono in casa Baker, e Brian li guidò verso il
soggiorno. Zacky era rannicchiato sul divano e sembrava veramente in
procinto di avere un attacco di panico bello e buono. Accanto a lui
erano seduti David e Lizzie che, fregandosene altamente delle
condizioni del cugino, guardavano tranquillamente i cartoni animati.
- Ehy,
piccoletto! - esclamò Jimmy, passando una mano sui capelli
di David. Il ragazzino lo guardò e sorrise, riconoscendolo.
Quando Lizzie
incrociò lo sguardo di Matt, il suo viso divenne rosso come
i petali di un papavero. La piccina abbassò lo sguardo,
imbarazzatissima, cercando di darsi un minimo di contegno, mentre Matt
si sistemava su una delle due poltrone sfondate e Jimmy prendeva David
in braccio solo per sedersi sul divano. Johnny si sistemò
sul bracciolo del divano, mentre Lizzie si sistemò
sull'altra poltrona, il più lontano possibile da Matt.
- Che
è successo? - domandò Jimmy, mentre David
decideva di sedersi sul tappeto davanti alla TV per sentire meglio.
- Che
è successo? - squittì
Zacky, alzando lo sguardo - Ma siete tutti rincoglioniti stamattina?
Guarda questo posto! Guardalo! - trillò,
indicando le macchie di unto sul tappeto della madre.
Jimmy si
guardò effettivamente intorno, per poi sbuffare.
- La mia
camera è messa molto peggio di
così - affermò, sventolando una mano in aria con
noncuranza.
- Mi
ucciderà - mugugnò Zacky - Mi taglierà
la gola, mi strapperà gli occhi dalle orbite, mi
prenderà sotto con l'auto, mi farà a pezzettini,
mi distruggerà, mi farà implodere con un qualche meccanismo malefico... -
- Nah, al
massimo può chiuderti in casa e proibirti di vederci. Dubito
che potrebbe ucciderti - affermò Johnny, sorridendo come se
avesse appena risolto le cose.
In
verità le aveva solamente peggiorate, visto che Zacky
lanciò uno sguardo a Brian ed emise un rantolo disperato,
nascondendo il viso tra le braccia.
- Sono un uomo
finito, finito! - esclamò
il moro, con aria melodrammatica.
- Non sei un
uomo finito, e Johnny è un coglione - affermò
Brian, serio.
- Ma... -
- Zitto, hai
fatto abbastanza danni per oggi -
Johnny gli
mostrò amichevolmente il dito medio, mentre Brian si
sistemava accanto a Zacky. Avrebbe voluto abbracciarlo, ma non poteva:
neanche i loro amici sapevano di quello che c'era tra di loro. Forse
solo Matt cominciava ad insospettirsi, ma gli altri erano totalmente
ignari del loro legame.
- Ti aiuteremo
- affermò Brian.
- Noi... cosa? - esclamò
Jimmy, sgranando gli occhi - Amico, tu hai la minima idea di come si
mette in ordine una casa? -
- No, ma ce la
faremo lo stesso, o giuro su Dio che prendo la mia chitarra e te la
sfascio in testa - replicò subito Brian, aggressivo.
Se Brian aveva
appena minacciato l'integrità fisica della sua chitarra,
allora la cosa era piuttosto seria, quindi nessuno dei tre decise di
replicare.
- Bene -
affermò, alzandosi in piedi - C'è bisogno di
lavoro di squadra! Lizzie, David: ci aiuterete anche voi, chiaro? -
- Ma io voglio
vedere la TV! - strepitò David, gonfiando le guance.
- Ti regalo
due barrette di cioccolata e un nuovo gioco per il tuo coso -
- Si chiama Game
Boy
- affermò immediatamente Lizzie, puntigliosa come al solito.
- Okay, vi
aiuto! - esclamò David, balzando in piedi - Che dobbiamo
fare? -
Nella sala
calò un silenzio tombale, interrotto solo dal rumore della
televisione e da un mugugno disperato di Zacky. Brian scosse la testa.
- Jimmy,
Johnny, voi due pulite la cucina insieme a David. Io e Zacky ci
occupiamo del soggiorno. Matt, tu e Lizzie potete pulire la sala da
pranzo - affermò Brian, prendendo automaticamente il comando
dell'operazione.
Lizzie
arrossì miseramente al pensiero di passare l'intera giornata
insieme a Matt. Lanciò uno sguardo al ragazzo, per poi
arrossire ancora di più. Jimmy la osservò e
ridacchiò appena, scuotendo la testa.
- Dove sono
quei cosi per pulire la casa? -
- Non ne ho la
minima idea - mugugnò Zacky - Credo in cucina, sotto il
lavandino -
Matt si
alzò e andò a controllare, per poi tornare con le
mani cariche di flaconi coloratissimi. Li scaricò tutti sul
tavolino del soggiorno, mentre Zacky tornava a sedersi normalmente:
forse potevano farcela, erano in tanti, dopotutto.
- Bene. -
affermò Brian, per poi dividere in tre grandi mucchi i
flaconi - Matt, tu prendi questi - e gli indicò una parte
dei flaconi - Jimmy, Johnny, voi prendete questi - e indicò
un'altra parte - Io e Zack prendiamo questi. Non c'è bisogno
di fare una pulizia accurata: deve solo essere in ordine e non puzzare
-
- Ricevuto
capo! - esclamò Jimmy, esibendosi in un saluto da marines
che fece ridacchiare David.
- Bene,
cominciamo a pulire questa fottuta casa! -
- Agli ordini!
- esclamò Jimmy, per poi prendere David in braccio e
trascinarlo via.
Johnny scosse
la testa e li seguì, sorridendo tranquillo, con le braccia
piene di prodotti per le pulizie domestiche.
- Tu
perché sei così basso? - esclamò
David, rivolto a Johnny, prima che la porta si chiudesse, ma niente
impedì a Jimmy di esplodere in una delle risate
più fragorose della sua vita. Anche Brian, Zacky e
Matt si concessero una risata.
- Allora, Liz.
Andiamo? - domandò il ragazzo alla piccola, che
arrossì ed annuì, incapace di proferire parola.
Anche loro
sparirono verso la sala da pranzo, e finalmente Zacky e Brian rimasero
soli.
- Ehy -
mormorò Bri, appoggiando la fronte su quella di Zacky per
guardarlo negli occhi - Ce la faremo, okay? -
Zacky si
sporse verso di lui e gli lasciò un bacio sulle labbra.
- Grazie, Bri -
Brian sorrise
dolcemente.
- Di nulla.
Adesso puliamo questo posto -
*
- Allora! -
esclamò Jimmy, mentre Johnny scaricava i prodotti sul
piccolo tavolino in mezzo alla cucina e David si guardava intorno
- Da dove cominciamo? -
- Ah, non lo
so - affermò Johnny, osservando la cucina - E' un vero
macello -
- Nah, non
direi. Casa mia è messa molto peggio -
David, nel
frattempo, stava giocando con i prodotti per la casa: li prendeva in
mano e li esaminava in silenzio, osservandoli con aria rapita.
- Direi che
possiamo pulire prima le finestre, tu che dici? -
- Io pulisco
le finestre, tu passa lo straccio. David, tu... ti va di pulire il
lavandino? - esclamò Johnny, avvicinandosi al ragazzo.
- Questo a che
serve? - esclamò il piccolo, per poi spruzzare un liquido
verdastro contro la maglietta di Johnny. Il ragazzo
sobbalzò, squittendo per la sorpresa.
In meno di due
secondi, la maglietta degli Iron Maiden che il più piccolo
stava indossando si riempì di macchie verde acceso.
- La mia
maglietta! - tuonò - La mia maglietta! Cazzo, ho risparmiato
mesi per questa maglietta,
mesi! Fanculo, porca troia... -
- Johnny! -
- Che cazzo
vuoi? -
-
C'è un bambino qui, non so se hai notato -
- Ma la mia
maglietta... -
- Su, non fare
il lagnoso! -
- Lagnoso? Ma... -
Jimmy
sbuffò, per poi afferrare uno dei flaconi sul tavolo e
lanciarlo verso il ragazzo.
- Quei vetri
non si puliranno da soli -
- Tu... Ah, ci
rinuncio
- sbuffò il ragazzo, afferrando uno straccio e il flacone
che Jimmy gli aveva lanciato - Fanculo -
Jimmy scosse
la testa, per poi cominciare a riempire un secchio d'acqua, mentre
David afferrava uno dei flaconi e si avvicinava al lavandino.
Sarebbe stata
una lunga giornata.
*
"Liz,
stai calma".
La piccina se
lo stava ripetendo da più di dieci minuti ininterrottamente,
ma senza alcun risultato. Matt la faceva arrossire anche facendo un
passo in sua direzione, figurarsi quando cercava di inizare una
conversazione - tentativi invani, ovviamente.
"Liz,
per l'amor del cielo, stai calma" tentò di
ripetersi ancora la piccola, mentre si avvicinava al ragazzo per
afferrare uno degli innumerevoli flaconi per la pulizia della casa:
doveva pulire il comò in legno della televisione.
La piccola
afferrò il flacone desiderato come una ladra, per poi
voltarsi di scatto ed avviarsi verso il comò. Cercando di
camminare il più velocemente possibile, però, non
si accorse della piccola piega che era venuta a crearsi sul tappeto
davanti alla TV. Fu così che Lizzie inciampò sul
tappeto.
Si
aspettò un urto violento contro il pavimento della stanza,
ma quello non venne. Sentì semplicemente due braccia -
grandi, forti braccia - tenerla ferma a mezz'aria.
- Ti ho preso
- affermò Matt, per poi sorridere.
"Le
fossette. Ha le fossette. Lui... lui ha le... le..." Lizzie divenne rossa
come un pomodoro, ed osservò il sorriso leggero di Matt in
silenzio, sgranando gli occhi come se non avesse mai visto niente del
genere.
- Tutto bene?
Stavi per fare una bella caduta! - esclamò, senza smettere
di sorridere.
Il cervello di
Lizzie andò a farsi benedire, liquefacendosi in un istante.
-
S-Sì, t-t-tutto b-bene - balbettò lei, sempre
più rossa.
- Sicura? -
domandò l'altro, osservandola con aria preoccupata - Sei
rossissima in viso... -
- S-Sto bene!
- esclamò, divincolandosi dalla presa di Matt, il cuore che
sembrava deciso a saltare via dal suo piccolo petto per volare fuori
dalla finestra spalancata.
Lizzie
tornò a pulire il comò, cercando di calmarsi e
respirando profondamente, mentre Matt tornava a passare lo straccio
sulla tavola.
*
Tre ore dopo,
il caos che aveva precedentemente invaso tutte le stanze di quella casa
era scomparso per lasciare spazio ad un ordine improvvisato e non
totalmente perfetto, ma andava più che bene. La signora
Baker non si sarebbe assolutamente aspettata di ritrovare la casa in
quelle condizioni.
- Ce l'abbiamo
fatta! - esclamò Zacky, sorridendo.
David e Jimmy
si batterono il cinque, Matt sorrise tranquillo e Johnny e Brian si
diedero il cinque, mentre Zacky gongolava tranquillo, seduto sulla sua
poltrona verde sfondata.
Lizzie era
seduta sul divano, e osservava Brian in silenzio. Era uno sguardo
identico a quello che aveva ostentato la prima volta che lo aveva
visto, e non accennava a smettere di fissarlo.
-
C'è qualche problema, Liz? - domandò Zacky per
lui, con dolcezza: nonostante fossero comunque delle piattole, un po'
si era affezionato a quelle due piccole pesti.
Un
po'.
- Tu e Zack vi
volete tanto bene, è vero? - domandò, curiosa.
Sembrava pacifica, ma Zacky sapeva benissimo che non era
così: quando Liz faceva quel genere di domande, non era mai pacifica.
Zacky
piantò le unghie nella poltrona, mentre Brian arrossiva
appena.
-
S-Sì, perché? -
- Vi volete
bene come mamma e papà? - continuò la piccola.
Zacky divenne
color pomodoro ed abbassò lo sguardo, imbarazzatissimo, e
Brian cominciò a fissare il pavimento. Che doveva dire? Era
così stanco di fingere che lui e Zacky fossero semplicemente
buoni amici, era stanco.
- Noi... -
cominciò, ma Zacky lo interruppe.
- Una specie,
sì - affermò, per poi arrossire appena.
Brian lo
guardò, sgranando gli occhi: aveva veramente detto quella
cosa? Era una specie di... coming
out,
o qualcosa del genere?
Fu allora che
Jimmy scoppiò a ridere. Tutti si voltarono verso di lui, ma
il moro continuò a ridere per un po' prima di scuotere la
testa.
- Era
ora,
cristo santo! - esclamò Jimmy, sorridendo - Non ne potevo
più, adesso finalmente posso sfottervi quanto voglio! -
Anche Matt
sorrise, e Johnny lo seguì a ruota.
- Voi... da
quanto? - domandò Brian, sgranando gli occhi.
- Oh, da
sempre, praticamente - affermò Johnny - Non siete dei mostri
con le scuse, eh -
- Ma...
perché non... insomma, perché non ce l'avete
detto che lo sapevate? - domandò Zack, sempre più
stupito.
- Oh, certo!
Una mattina mi svegliavo, venivo lì e vi dicevo "ragazzi,
so che scopate come due ricci, ma non preoccupatevi, non mi
dà fastidio" -
-
Effettivamente è una cosa molto da te, Jim -
affermò Matt, e tutti risero, Brian e Zacky inclusi.
Fu
così che la signora Baker rivide suo figlio dopo tre lunghi
giorni di assenza: a ridere con i suoi amici nella sua casa immacolata.
L'ultimo fatto stupì la donna più di tutto il
resto.
- David,
Lizzie, vostra madre vi aspetta fuori - affermò, per poi
andare in camera, senza neanche salutare il figlio.
- No! - esclamò
David - Non voglio andare a casa! Voglio restare qui con Jimmy! -
- Oh, tenero
lui - affermò Jimmy, con una vocina in falsetto decisamente
ridicola che fece scoppiare a ridere nuovamente tutti quanti.
- Vi
accompagno - affermò Zacky, alzandosi dalla poltrona.
- Aspetta,
vengo anche io - affermò Brian, e ben presto anche gli altri
si unirono all'allegra comitiva.
Scesero le
scale fino al piano terra, e lì videro la macchina azzurra
di zia Teresa parcheggiata fuori. La donna si stava facendo aria con un
grosso ventaglio rosa acceso, e Brian ce la mise tutta per non
scoppiare a ridere sguaiatamente.
- Be', ci
vediamo allora! - escamò Jimmy, sorridente come al solito,
passando una mano sui capelli di David. Il ragazzino scoppiò
in lacrime, lanciandosi letteralmente verso il moro per poi
abbracciarlo più forte che poteva. Jimmy ricambiò
la stretta e ridacchiò - Dai, vedrai che ci rivedremo
presto... -
David
tirò su con il naso.
- D-Davvero? -
domandò, mentre Lizzie abbracciava Brian, senza scomporsi
molto.
- Oh, certo
che sì! Dobbiamo affogare ancora Zacky, ricordi? -
David
ridacchiò ed annuì, mentre Jimmy lo rimetteva a
terra. Gli scompigliò ancora i capelli, e finalmente il
piccolo partì alla volta dell'auto di sua madre, salutando
gli altri con la mano.
- Ti voglio
bene, Zack - sussurrò Lizzie quando Zacky si
chinò per abbracciarla - E tu e Brian siete tanto carini
quando dormite insieme -
Il moro
divenne color pomodoro, mentre gli altri scoppiavano a ridere tutti
insieme. Brian scosse la testa e alzò gli occhi al cielo,
sorridendo suo malgrado. Almeno con i loro amici non dovevano
più fingere. Era una grande conquista.
- Ci vediamo,
Liz! - esclamò, salutando la piccola che stava
già correndo verso l'auto. Salì sulla vettura e
zia Teresa partì immediatamente, senza neanche salutare.
- Mi
mancherà quel piccoletto - affermò Jimmy,
sorridendo - Ragazzi, io devo andare. Ho una partita a Call of Duty che
mi aspetta -
- Call of
Duty? - esclamò Matt, sobbalzando - Vengo anche io -
- Ti faccio il
culo, Sanders -
- Non ci
spererei tanto, Sullivan -
- Chi arriva
ultimo si prende il joystick rotto! - esclamò rapidamente
Jimmy, per poi partire in corsa verso casa sua.
- Tu, brutto
stronzo... - affermò Matt, correndogli dietro.
- Che idioti -
borbottò Johnny - Anche io vado, ragazzi. Devo imparare due
pezzi e sono un po' nella merda perché non li ho neanche
guardati -
E, detto
questo, si avviò verso casa sua fischiettando.
Brian e Zacky
rimasero per alcuni istanti immobili e in silenzio.
- Be', il
week-end non è andato affatto come previsto -
affermò Zack, scrollando le spalle - Ma non importa, giusto?
-
Brian sorrise
e gli strinse la mano con dolcezza.
- Giustissimo.
Mi accompagni a casa? Voglio stare un po' con te -
- Ci guardiamo
un film? -
- Tutto quello
che vuoi, Zack -
Zacky lo
guardò per qualche istante, mentre si incamminavano.
- Come mai sei
così dolce oggi? -
- Boh, non lo
so. Ma non ti ci abituare, domani tornerò il solito Synyster
Gates -
- Fa niente,
tanto ti amo comunque -
Brian sorrise,
lasciando un bacio leggerissimo sulle labbra dell'altro.
- Anche io ti
amo, Vee -
_Cris
Corner
Fiiinita!
Ecco, è finita e mi sento vuota, come al solito.
Mi sono divertita tantissimo a scrivere questa Synacky, davvero. L'ho
amata molto, visto che era da tanto che non scrivevo una long (seppur
di quattro capitoli è pur sempre una long!) senza aver
premeditato niente. Così, come veniva, seguendo
l'ispirazione. E sì, magari non è il massimo,
però mi è piaciuto tanto scriverla.
Che dire di questo capitolo? Boh. Mi diverto un casino a far sembrare
Zacky un povero pazzo isterico, già. E Brian ha sempre la
situazione sotto controllo... boh, io me lo immagino così.
Sono voluta tornare al Brian dolce e tenero del primo capitolo, come se
questo fosse un cerchio che si chiude... sì, è
una cosa stupida, ma non importa. A me Brian tenero piace tantissimo *-*
Chiedo perdono per i tredici
giorni di attesa - sì, li ho contati - e se non volete
recensire vi capirò, neanche io recensirei una storia
così cogliona con questo ultimo capitolo così
demente.
Ringrazio tutti quelli che hanno messo tra preferite/seguite/ricordate,
tutti quelli che hanno recensito e tutti quelli che hanno letto: siete
il combustibile che alimenta il mio sogno (?), grazie a tutti.
Grazie a tutte le persone che mi sostengono sempre e che si arrabbiano
quando non le avverto quando aggiorno (e le persone interessate sanno
che sono loro, lo sanno benissimo): mi fate sentire importante, grazie davvero.
E chiedo pubblicamente scusa a bleedingfingers
perché quando tornerà, tra una settimana, e
scoprirà che io ho aggiornato e lei non ha potuto leggere
subito, be', mi
ucciderà. Sei la mia principale fonte di
ispirazione, basta per essere perdonata, vero? *occhi da cucciolo*
...ho fatto di nuovo le note d'autore troppo lunge, gosh.
Be', vi saluto! Alla prossima!
Un bacione,
_Cris
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