30 settembre 2001
Ieri sera sono tornato alla locanda distrutto dopo tutto quello che
avevo scoperto. Ero talmente stanco che ho rinunciato persino alla
cena. Sono salito in camera, ho risistemato gli appunti, scritto un
paio di idee sulla musica per quella che sarà la Beauty of the
Beast del nuovo album dei Nightwish, fatto una doccia e sono crollato
in uno stato quasi comatoso.
Ricordo di aver sognato qualcosa, qualcosa che la mia mente, per quanto
si sforzi, non riesce a definire. Però, ricordo di aver sentito
per tutta la durata del sogno odore di rosa e limone e la sensazione
fuggevole al tatto di petali di rosa.
Stamattina, quando mi sono svegliato, mi è caduto l'occhio sul
libro di Coleridge e ho notato che era aperto, nonostante ricordassi
perfettamente di averlo lasciato chiuso sulla scrivania della stanza.
Mi sono avvicinato un pò titubante e vi giuro, non sono stato
affatto sorpreso quando ho visto come segnalibro un petalo nero. Ma la
cosa che più mi ha colpito è la poesia scritta sulla
pagina:
"Could I revive within me
Her symphony and song,
To such a deep delight 'twould win me,
That with music loud and long,
I would build that dome in air,
That sunny dome! those caves of ice!
And all who heard should see them there,
And all should cry, Beware! Beware!
His flashing eyes, his floating hair!
Weave a circle round him thrice,
And close your eyes with holy dread,
For he on honey-dew hath fed,
And drunk the milk of Paradise. "
Kubla Khan, written 1798, published 1816
Scritta nel 1798 e pubblicata nel 1816, proprio come Christabel. Quanto
Coleridge deve aver sofferto a riprendere in mano questi versi,
sicuramente ispirati da Sara e dalla sua morte? Quanto quell'uomo ha
portato con sè il peso della propria vita per lasciarsi
distruggere con lentezza dal laudano e dalla malinconia?
Quanto forte può essere la disperazione per ridurre un uomo in
quello stato? Fin dove può arrivare l'amore, se è vero?
Sfoglio le pagine e finisco a Christabel e l'occhio mi cade su un altro verso sibillino:
"Saints will aid if men will call:
For the blue sky bends over all! "
Sorrido quasi divertito dall'assurdità della realtà.
Dubito che i santi abbiano risposto alla chiamata di Coleridge. Dubito
che l'abbiano proprio ascoltato. Eppure, a me tutta questa storia
qualcosa l'ha insegnata:
cogli l'attimo, Tuomas, o la fatina volerà via.
A saint blessed me, drank me deeply
Spitting out the misery in me
Still a sinner rapes a 1000 saints
Sharing the same hell with me
Sanest choice in this insane world...
Beware the beast but enjoy the feast he offers
***
Stesso giorno, treno per Londra
Sono triste, sono davvero molto triste. Quando sono sceso giù
nella sala comune, ho visto nuove facce e un paio dei pittori riuniti a
Nether Stowey. Ho provato a chiedere loro della fatina, ma non mi hanno
saputo rispondere, perché nel gruppo c'erano altre ragazze
simili a quella descrizione, senza contare chi non si trovava al The
Amaranth's Inn ma raggiungeva il luogo dell'incontro in macchina da
fuori.
Ho provato a parlarne anche con il locandiere ma neanche lui ha saputo
dirmi granchè. A furia di fare il locandiere ormai, ha una
pessima memoria per quelli che frequentano la sua locanda, ma se era
alloggiata lì, sicuramente faceva parte del gruppo di Londra.
Fantastico, cosa ci vuole a trovare un'aspirante Biancaneve-pittrice a Londra?
Mi sento davvero preso in giro. E poi, ho un dubbio ancora più
strano che mi gira nella mente: e se la fatina non fosse mai esistita
ma fosse, in realtà, una proiezione ventunesimo secolo di
Christabel? Una proiezione che mi desse la spinta giusta per trovare la
lettera?
Okay, lo so, sembra un pessimo romanzo di Stephen King, ne sono consapevole.
Davvero, mi dispiace. Perché, non lo so, quella ragazza aveva un
qualcosa di indefinito, che mi riportava alla memoria i ricordi sopiti
dell'infanzia. Ora, se il Fato lo vorrà, sicuramente ci
reincontreremo. Ma fino a quel momento, se mai sarà, il suo
ricordo sarà scivolato nell'oblio, confusa e dolce immagine di
un'avventura fuori dal tempo. Per adesso, porterò con me questa
sensazione di nostalgia e di incompiuto, proprio come Christabel.
Guardo il paesaggio fuori dal finestrino, perdendomi nell'infinità della brughiera.
Questo viaggio deve finire come è incominciato. D'abitudine, apro la moleskine e inzio a scrivere.
"Oh, sweet Christabel. Share with me your poem.
For I know now, I'm a puppet on this silent stage show.
I'm but a poet who failed his best play.
A Dead Boy, who failed to write an ending
To each of his poems."
***
15 febbraio 2010, trasloco di Tuomas Holopainen in Casa Bell-Parro
Nove anni dopo la nascita della song Beauty of the Beast e dei fatti narrati, Tuomas era riuscito, finalmente, a trovare l'amore della sua vita. Proprio come aveva predetto, il ricordo della sua "Christabel" era sfumato dalla sua memoria, sostituito da altri occhi e altri amori, fino al più importante. E, infatti, ora, in quel preciso istante, aveva appena finito di trasportare le scatole contenenti i suoi libri e gli spartiti, nella mansarda della casa in cui lui, poeta e compositore, e lei, pittrice e caffeinomane, avrebbero vissuto assieme.
Alice stava sistemando i libri che Tuomas si era portato dietro ed era arrivata quasi a metà quando le capitò tra le
mani un compendio delle opere di Samuel Taylor Coleridge, uno dei suoi
poeti preferiti. Aprì il libro e rimase stupita nel notare nello
scontrino rimasto nel libro la data riportata, il 28 settembre 2001. Se non
ricordava male, anche lei si trovava a Nether Stowey in quei giorni,
per un convegno sul pittore Constable.
<< Tuom! >> lo chiamò << hai un libro su Coleridge! >>
<< Si, perché? >> Tuomas alzò lo sguardo su
di lei. Si era quasi dimenticato dell'esistenza di quel libro fino a
che non aveva iniziato il trasloco.
<< No, niente. E' buffo, però. Lo sai che ero a Nether
Stowey lo stesso giorno in cui hai comprato il libro? >>
<< Davvero? >> Tuomas provò a far mente locale.
<< Ora che mi ci fai pensare, c'erano dei pittori dove alloggiavo
io. >>
<< Dove alloggiavi? >>
<< Al The Amaranth's Inn. >>
<< Me too. >>
Si guardarono un secondo perplessi e poi, come se un velo fosse caduto dai loro occhi, all'unisono esclamarono:
<< Wolf's eyes! >>
<< Christabel! >>
E mentre loro ridevano felici, la prima Black Baccara Rose sbocciava nel giardino di Casa Bell-Parro.
E anche sulla tomba di Sara Rose Derwent!, pensò Tuomas sicuro mentre abbracciava la sua fatina.
And in Life's noisiest hour,
There whispers still the ceaseless Love of Thee,
The heart's Self-solace and soliloquy.
You mould my Hopes, you fashion me within.
(...)
And looking to the Heaven, that bends above you,
How oft! I bless the Lot, that made me love you.
The presence of Love, S. T. Coleridge
Note dell'autrice:
Anche qui, eccoci alla fine. Spero di avervi fatto buona compagnia in
questi giorni con la mia breve storia. Mi auguro che vi abbia fatto
sorridere^^
Ebbene sì, prima o poi, Alice doveva spuntare fuori.
Ovviamente, non occorre leggere Imaginaerum:come tutto ebbe inizio, per
trovare una connessione. Anche se inserito come angolino bonus, credo
che si regga bene sulle sue gambe, anche senza conoscere gli eventi
futuri.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, tranne Alice. La canzone citata è sempre Beauty of the Beast.