Non
appena tornò a casa Hailey si gettò a peso morto
sul divano nero di
pelle. Quella giornata l'aveva distrutta. Non riusciva a togliersi di
testa i baci di Tommy, le parole di Vince e soprattutto il discorso
che le aveva fatto suo padre.
“Sono
qui adesso, giuro che non me ne andrò mai più.
D'ora in poi ti
rimarrò sempre accanto, ti sosterrò, prometto che
non ti deluderò
mai più”
Era
sincero, l'aveva capito dal suo sguardo. Si sentiva veramente in
colpa per come si era comportato con lei quando era piccola ma
sembrava pronto a rimediare.
Rimediare
cosa poi non lo sapeva neanche lei. Tornare indietro di vent'anni era
impossibile, così come rivivere tutte quelle cose che si era
perso.
L'unica cosa che avrebbe potuto fare era iniziare a comportarsi come
un padre, ma a quel punto delle spiegazioni a Tommy sarebbero state
obbligatorie..
La
suoneria del suo telefono la informò che le era arrivato un
nuovo
messaggio, interrompendo così il flusso di pensieri che la
stavano
lentamente portando alla pazzia.
Non
conosceva il numero ma dal testo presunse fosse Vince.
“Dimmi
dove abiti piccola Sixx
Voglio
fare due chiacchiere”
Chi
altro avrebbe potuto chiamarla “Piccola Sixx”?
Rispose
al messaggio e andò a preparare un po' di tè,
anche se era il suo
ospite avrebbe certamente preferito una bella birra ghiacciata.
Dieci
minuti dopo il campanello aveva cominciato a suonare insistentemente
sulle note di we will rock you. Sorrise istintivamente, voleva bene a
quei ragazzi, gliene aveva sempre voluto ed era bello riaverli
finalmente nella sua vita. Il suo sorriso però si spense non
appena
aprì la porta e si accorse che quello appoggiato con un
braccio allo
stipite non era Vince, ma Tommy.
Entrò
in casa con una nonchalance che non lasciava presupporre nulla di
buono e iniziò a guardarsi intorno, scrutando stanza per
stanza
fermandosi poi in cucina per prendersi una birra da dentro il frigo.
Durante
quel piccolo tour immobiliare Hailey era rimasta immobile a fissarlo,
sempre con una mano sulla maniglia e la porta aperta.
Aveva
paura. Le dava noia ammetterlo, ma aveva veramente paura. Non di dare
spiegazioni, sapeva di avere ragioni più che valide per aver
omesso
quel 'piccolo' particolare, ma della sua reazione. Si sarebbe
arrabbiato e avrebbe distrutto casa sua? Se ne sarebbe andato offeso
per non tornare mai più? O forse l'aveva subito riconosciuta
e si
era solo divertito a illuderla quel pomeriggio solo per vedere fino a
che punto sarebbe arrivata? Ma allora perché sia Vince che
suo padre
le avevano lasciato intendere il contrario? La prospettiva di
quest'ultima opzione era quella che le incuteva più timore.
Perché
lei si stava rendendo conto di tenerci veramente a lui, e non come
semplice amica.
-Beh?
Hai intenzione di startene tutta la sera attaccata alla porta? Mica
ti mangio eh! E ti assicuro che vengo in pace, anche se pretendo un
po' di chiarimenti- Tommy si era accomodato sul divano allungando le
gambe e appoggiando i piedi sul piccolo tavolo da fumo in vetro.
Chiuse
la porta e si versò una tazza di tè, sempre
guardandolo.
-Immagino
tu voglia sapere come mai non ti ho detto nulla. Non l'ho fatto per
creare casini, era l'ultima cosa che avrei voluto fare, ma a quanto
pare mi riesce molto bene. Chissà magari è
qualcosa che ho nel DNA-
Sorrise. Era un sorriso triste e arrendevole che fece provare a Tommy
un gran senso di colpa. Ma non era lui nel torto.
Dopo
aver terminato il servizio fotografico aveva deciso di andare a farsi
una birra da qualche parte e aveva praticamente costretto e
trascinato Nikki con lui. Era felice per quello che era successo quel
pomeriggio, ma voleva anche sapere cosa aveva in testa il suo
migliore amico, era dalla sera del compleanno di Mick che si
comportava in modo strano. Sembrava che tutto fosse iniziato quando
lui gli aveva detto che voleva provarci con Hay.
Erano
seduti su dei divanetti di un piccolo pub poco affollato in silenzio
e Tommy stava cercando di capire per quale motivo Nikki avesse
qualcosa in contrario a una loro possibile relazione. Forse avevano
avuto anche loro una storia però finita male? No, altrimenti
lui
glielo avrebbe detto, e gli avrebbe anche dato delle dritte per
conquistarla più facilmente. Sembrava quasi che fosse
geloso. Per
quale motivo Nikki Sixx era geloso di una ragazza che avrebbe potuto
benissimo essere sua figlia?
Spalancò
gli occhi e cominciò a tossire per non soffocare con la
birra.
Guardò Nikki incredulo e dallo sguardo che gli rivolse
capì che la
sua supposizione era giusta. Quella ERA sua figlia. Si diede
dell'idiota un migliaio di volta prima di riuscire a parlare.
Provò
a scusarsi con il suo migliore amico, a dirgli che non l'aveva
riconosciuta subito, e che avrebbe troncato sul nascere quella cosa
che stava nascendo tra loro due, ma Nikki lo interruppe. “Ti
piace
e tu le piaci” aveva detto “Non ho alcuna
intenzione di
intromettermi, voglio recuperare il nostro rapporto e ostacolare il
vostro di certo non mi aiuterà. In più era felice
oggi, l'ho letto
nei suoi occhi e anche tu lo eri. Sareste una bella coppia se davvero
hai intenzione di impegnarti” Il suo sguardo era serio e si
capiva
che dire quelle cose non gli andava proprio a genio ma avrebbe fatto
di tutto per renderla felice anche accettare quella relazione. Prima
o poi si sarebbe abituato. “Un ultima cosa: falla soffrire e
con me
hai chiuso. Te lo giuro sulla nostra amicizia Tommy non sto
scherzando. Lei è mia figlia e non sai quanto sia difficile
dirti
queste cose. Fa un solo passo falso e potrai dire addio a noi due e
anche ai Motley Crue” Tommy non aveva mai visto Nikki serio
come
quella sera. Ma lo capiva, o almeno ci provava. “Nikki, se
dovessi
farla soffrire non avrei più il coraggio di guardarti in
faccia e
sarei io il primo ad andarmene per non tornare mai
più” Si
strinsero la mano e suggellarono questa promessa brindando con le
loro birre.
Hailey
era rimasta in silenzio e non sapeva più come continuare il
discorso. Avrebbe voluto dirgli che non gli aveva detto nulla per
paura di allontanarlo, perché era a conoscenza del profondo
legame
di amicizia che legava quei due. Sapeva che era tutto finito. Che
quei momenti di idilliaca felicità che aveva provato con lui
nella
camera oscura non si sarebbero ripetuti mai più. La
tristezza prese
il sopravvento e sentì le lacrime colarle sulle guance. Si
girò per
asciugarsi le lacrime senza essere vista, non le andava di sembrare
anche patetica, ma la mano di Tommy, che nel frattempo l'aveva
raggiunta, fu più veloce. Prese una lacrima e se la
portò alle
labbra, poi allungò di nuovo la mano verso di lei, ma
stavolta le
accarezzò il viso e si avvicinò per poi baciarla
dolcemente.
E
rieccomi!! Spero di riuscire a finire questa ff senza altri intoppi, ma
sapete com'è l'ispirazione a volte è proprio una
stronza..
Vabbè
spero vi sia piaciuto questo capitoletto, non è un
granché ma non è stato facile tornare su una
storia su cui non lavoravo
da
un bel po' di tempo. fatemi sapere cosa ne pensate ok?
Ringrazio
in anticipo chi leggerà
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