Fingerprints
Ok
dopo il linciaggio del capitolo precedente (avevo detto BOMBA e BOMBA fu u.u),
arriviamo all'epilogo della storia.
Non
posso crederci, ma mi mancherà T.T
Spero
vi sia piaciuta nonostante la drammaticità...
Buona
lettura! :)
Epilogo
New
York, 7 mesi dopo.
L'uomo
davanti a lei legge il suo curriculum.
Kate
stringe i pugni che tiene sopra le sue gambe, le quali, hanno iniziato una
danza... è agitata e ansiosa. Si
morde il labbro più volte e si guarda in giro. La
stanza vede medaglie, foto col sindaco... questo Roy Montgomery deve essere una
persona importante, pensa. L'ultima volta che l'ha visto fu quando la informò
dell'omicidio di sua madre.
E'
vestita sobria. Completo in giacca e cravatta, camicia bianca, tacchi. Ha
sfilzato i capelli, lasciando sempre quel caschetto sbarazzino. Roy
la osserva e decide che deve dare il suo giudizio.
"Ha
un ottimo curriculum, signorina Beckett... Solo mi chiedo, come mai vuole
trasferirsi al 12esimo?" la guarda di sottecchi, lasciandosi accomodare
sulla comoda poltrona dietro la scrivania.
Lei
appare timida, ma ha una gran voglia di fare. Roy
pensa che le ricorda troppo sua madre... Johanna Beckett.
"Avevo
voglia di ricominciare da capo, signore." dice tagliente, come una lama,
senza mezze parole.
Il
capitano sorride. Apprezza la sincerità genuina di quella ragazza.
"Benvenuta
in squadra, agente Beckett." le porge la mano "Sono sicuro che
diventerà una detective in gamba."
"Grazie
signore."
Un
sorriso lieve appare sul suo volto. Il
nomignolo "detective Beckett" non le dispiace poi così tanto. Forse
un giorno riuscirà a diventarlo, chissà..
Si
alza per andarsene e prendere posto nella sua scrivania, quando Montgomery
inizia a parlarle, ancora avvolto nei suoi ricordi.
"Conoscevo
tua madre, Beckett."
La
ragazza si ferma; mano sulla stipite della porta, e con l'altra in cui trattiene
un pugno.
"Era
una donna caparbia, in gamba, straordinaria... mi dispiace per la tua
perdita."
Il
capitano abbassa lo sguardo e rimane a guardare una vecchia foto.
Kate
è indecisa se uscire dalla stanza o restare. Vorrebbe dire qualcosa... ma è
combattuta... ci ripensa... no, si volta, guarda Montgomery e si decide a
parlare con decisione... perchè è così che Rick le ha insegnato: mai
arrendersi.
"Risolverò
il caso di omicidio di mia madre. E al diavolo la burocrazia e chi l'ha
archiviato." dice con fermezza, con lo sguardo di ghiaccio, ma è solo in
apparenza... dietro nasconde una fragilità e allo stesso tempo una gran forza.
Ha
due ragioni in più per combattere la sua battaglia: sua madre e Rick.
"Dovrai
rimboccarti le maniche, Beckett, lo sai, vero? Buon lavoro." le risponde
Montgomery, anche lui freddo in apparenza... ma dentro freme; si sente piccolo
piccolo: questa ragazza di fronte a lui non si arrenderà mai.
Kate
gli fa un saluto con la testa e raggiunge la sua scrivania. La
prima cosa che posa sono delle foto. Una di sua madre, una di suo padre, e una
di Rick. Poi
guarda ciò che ha indosso: l'orologio di suo padre, simbolo della vita che
salvato. La collanina al collo con l'anello di sua madre: la vita che ha perso.
Tira fuori dalla borsa un anello, è quello che Rick le aveva dato quando le ha
chiesto di sposarla. E' il simbolo della rinascita, è quello che le dà la
forza di andare avanti...
"Ehi,
tu devi essere Kate Beckett... eri con... Richard Castle, lo scrittore...?"
Kate
alza lo sguardo. Due ragazzi si sono avvicinati alla sua scrivania. Uno è di
carnagione scura, a giudicare dal suo accento, forse un portoricano, l'altro ha
la carnagione chiara, capelli chiari... forse irlandese?
"Mi
spiace per la tua perdita... qui al distretto non hanno parlato d'altro da
quando sei arrivata! Comunque io sono Javier Esposito, e questo è il mio amico,
Kevin Ryan."
Javier
sembra gentile, cordiale. Kevin le sorride e la saluta con la manina. La
fanno sorridere.
"Esatto,
sono proprio io. Voi cosa volete chiedermi, invece?" è un po' infastidita
dalla sua fama di essere stata con Richard Castle... ma loro sembrano sinceri,
non vuole arrabbiarsi, perciò parla loro ironicamente.
"Niente,
sorella!" Esposito alza le mani in segno di difesa "Noi qui non
facciamo pettegolezzi!"
"Siamo
una squadra seria... e a quanto pare ci addestreremo insieme!" fa Kevin
osservando l'arrivo dei superiori...
Stanno
decidendo i prossimi turni per gli addestramenti. Kate
osserva quelle armi. Poi le manette. Osserva il distretto. La gente non è
frenetica come il posto dove si trovava mesi fa; qui sono tutti diversi. Guarda
l'orologio: è quasi ora di pranzo.
Ryan
fa casino nel prendere il grosso panino dalla sua sacca. Esposito
lo guarda e gli sta venendo fame. Kate
sorride osservandosi ancora intorno.
"Credo
che mi troverò bene qui."
Javier
ruba il panino dalle mani di Kevin e scappa per non farsi prendere.
"Parla
per te!" le risponde l'irlandese correndo verso un inseguimento... sì, del
suo panino appena rubato!
La
ragazza si risiede alla scrivania. Non
è male questo posto, se lo si guarda da un'altra prospettiva.
E
poi adesso è cambiata; non è più chiusa in se stessa; il muro che aveva
costruito, è stato abbattuto giù facilmente.
Ha
uno scopo nella sua vita ora. Ha
ritrovato suo padre. Ha
una nuova famiglia a cui badare: quella di Martha e Alexis Castle.
Ha
trovato l'amore e poi l'ha perso, è vero... ma adesso è pronta ad aprire di
nuovo il suo cuore e farsi amare.
Rick
Castle l'ha segnata... piano piano, a piccoli passi,
tornerà ad essere una persona felice. Il
primo passo sarà quello di chiamare suo padre: non lo sente da un po' di mesi e
ha delle notizie da dargli. Ha
un telefono lì vicino. Alza la cornetta, compone il numero.
Si
inumidisce le labbra. Ha paura di restare senza fiato quando parlerà.
Dopo
alcuni tu-tu iniziali, Jim Beckett fa "Pronto?"
"Ciao
papà, sono io... Kate."
Sorride,
è felice. Sentire
una persona familiare la fa sentire viva.
"Sto
bene... sto iniziando un nuovo addestramento... mi sono iscritta al 12esimo di
New York... il pomeriggio tornerò a casa... mi sono trasferita dai Castle, sai,
papà?... Sarò una mamma per Alexis Castle, l'avresti mai immaginato?"
Chiacchiera
spensierata, arricciandosi i capelli con le dita della mano, e ogni tanto si
lascia andare a qualche risatina, mentre sullo sfondo, gli agenti di polizia
sono in fermento. Una campanella suona: c'è un caso da risolvere. Ma lei resta
lì, a godersi quella chiacchierata con suo padre, mentre pian piano le luci
intorno a lei sfumano in bianco...
Sai,
Kate... e se ci fossimo incontrati in un altro luogo e in un altro tempo... come
sarebbero andate le cose?
Adesso
ne sono sicuro. Non sarebbe cambiato nulla.
Avrei
rifatto le stesse cose.
Ti
avrei seguita con lo scopo di trovare ispirazione per i miei libri.
Mi
sarei innamorato di te.
Ti
avrei convinta a riaprire il caso di tua madre.
Ti
avrei baciata sotto copertura.
Ti
avrei detto di amarti in punto di morte.
Ti
avrei costretta ad affrontare i tuoi demoni, le tue paure, e sopratutto i tuoi
sentimenti.
Perché
sono ricambiati... perché tu ricordi tutto della sparatoria... perché hai solo
bisogno che io ti spinga ad aprirti a me...
Insieme
avremmo abbattuto quel muro... perché non sarebbe rimasto intatto per sempre...
PRESENTE,
UN ANNO DOPO LA SPARATORIA A KATE...
Si
è svegliata presto stamattina. Ha preparato la colazione per la sua
"famiglia"... perché ora è la signora Castle.
Kate
Beckett ha abbattuto il suo muro. E' sempre la stessa donna, che la mattina, da
ormai qualche mese, si alza la mattina per preparare la colazione. A
turno, giungono a tavola Alexis, Martha e poi lui... suo marito Rick.
Si
sofferma a guardarla mentre dà un bacio sulla testa ad Alexis scompigliandole i
capelli. Poi va da Martha e le porge le zucchero.
Rick
si unisce alla sua famiglia, si siede dall'altro lato della tavola e sorride
alla sua musa.
"Se
due persone sono destinate a stare insieme, alla fine un modo lo trovano,
abbattendo le barriere del tempo e dello spazio."
Rick
si appunta questa frase sul suo taccuino soddisfatto, e abbozza un sorriso.
"Cos'hai
da sorridere?" gli chiede Kate.
Lui
ritorna alla realtà e osserva uno per uno i componenti della famiglia Castle. Non
potrebbe essere più felice di così.
"Oh,
niente... solo un'altra storia che ho appena finito di scrivere!"
Non
ha dubbi riguardo il seguito. Tutto
è iniziato con un "always" pronunciato sull'altare.
Il
resto, è una storia ancora da scrivere. Per
ora, si sarebbe accontentato di terminare così il suo libro.
Sì,
gli sembra un bel finale per una bella storia.
FINE.
Angoletto
dell'autrice (poco sana di mente):
Come
promesso, si deve passare prima per l'inferno per raggiungere il Paradiso e
quindi l'happy ending. Che vi avevo detto, miscredenti che non siete altro? u.u
huahuahuahua
Premetto
che mi ero immaginata due finali per questa storia: uno più triste, e l'altro
è questo.
Ovviamente
la storia l'ho scritta prima di buona parte della quarta stagione e quindi anche
prima del finale di "Always", quindi adesso le cose sono leggermente
diverse (e sopratutto Rick e Kate non si sono sposati un anno dopo la 3x24 XD ma
vabbeh questa è una ff XD).
Spero
vi sia piaciuta, aspetto i vostri commenti! :)
D.
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