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Autore: _diana87    10/07/2012    11 recensioni
La giovane Kate Beckett, rimasta profondamente colpita dall’omicidio di sua madre avvenuto qualche anno prima, si sta addestrando per diventare poliziotta e risolvere il caso della sua vita. Nel frattempo, lo scrittore Richard Castle sta per pubblicare il libro che cambierà la sua carriera. E se le loro strade si incontrassero proprio ora e non qualche anno più tardi, come sappiamo noi? Per gli amanti delle AU.
"Le impronte che lasciamo nelle vite altrui non spariscono... Sai, Kate, mi domando sempre: e se ci fossimo conosciuti in un altro luogo, e in un altro tempo... come sarebbero andate le cose?"
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Martha Rodgers, Quasi tutti, Sorpresa | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Fingerprints

Ok dopo il linciaggio del capitolo precedente (avevo detto BOMBA e BOMBA fu u.u), arriviamo all'epilogo della storia.

Non posso crederci, ma mi mancherà T.T

Spero vi sia piaciuta nonostante la drammaticità...

Buona lettura! :)

 

 

 

Epilogo

 

 

 

New York, 7 mesi dopo.

 

 

L'uomo davanti a lei legge il suo curriculum.

Kate stringe i pugni che tiene sopra le sue gambe, le quali, hanno iniziato una danza... è agitata e ansiosa. Si morde il labbro più volte e si guarda in giro. La stanza vede medaglie, foto col sindaco... questo Roy Montgomery deve essere una persona importante, pensa. L'ultima volta che l'ha visto fu quando la informò dell'omicidio di sua madre.

E' vestita sobria. Completo in giacca e cravatta, camicia bianca, tacchi. Ha sfilzato i capelli, lasciando sempre quel caschetto sbarazzino. Roy la osserva e decide che deve dare il suo giudizio.

"Ha un ottimo curriculum, signorina Beckett... Solo mi chiedo, come mai vuole trasferirsi al 12esimo?" la guarda di sottecchi, lasciandosi accomodare sulla comoda poltrona dietro la scrivania.

Lei appare timida, ma ha una gran voglia di fare. Roy pensa che le ricorda troppo sua madre... Johanna Beckett.

"Avevo voglia di ricominciare da capo, signore." dice tagliente, come una lama, senza mezze parole.

Il capitano sorride. Apprezza la sincerità genuina di quella ragazza.

"Benvenuta in squadra, agente Beckett." le porge la mano "Sono sicuro che diventerà una detective in gamba."

"Grazie signore."

Un sorriso lieve appare sul suo volto. Il nomignolo "detective Beckett" non le dispiace poi così tanto. Forse un giorno riuscirà a diventarlo, chissà..

Si alza per andarsene e prendere posto nella sua scrivania, quando Montgomery inizia a parlarle, ancora avvolto nei suoi ricordi.

"Conoscevo tua madre, Beckett."

La ragazza si ferma; mano sulla stipite della porta, e con l'altra in cui trattiene un pugno.

"Era una donna caparbia, in gamba, straordinaria... mi dispiace per la tua perdita."

Il capitano abbassa lo sguardo e rimane a guardare una vecchia foto.

Kate è indecisa se uscire dalla stanza o restare. Vorrebbe dire qualcosa... ma è combattuta... ci ripensa... no, si volta, guarda Montgomery e si decide a parlare con decisione... perchè è così che Rick le ha insegnato: mai arrendersi.

"Risolverò il caso di omicidio di mia madre. E al diavolo la burocrazia e chi l'ha archiviato." dice con fermezza, con lo sguardo di ghiaccio, ma è solo in apparenza... dietro nasconde una fragilità e allo stesso tempo una gran forza.

Ha due ragioni in più per combattere la sua battaglia: sua madre e Rick.

"Dovrai rimboccarti le maniche, Beckett, lo sai, vero? Buon lavoro." le risponde Montgomery, anche lui freddo in apparenza... ma dentro freme; si sente piccolo piccolo: questa ragazza di fronte a lui non si arrenderà mai.

Kate gli fa un saluto con la testa e raggiunge la sua scrivania. La prima cosa che posa sono delle foto. Una di sua madre, una di suo padre, e una di Rick. Poi guarda ciò che ha indosso: l'orologio di suo padre, simbolo della vita che salvato. La collanina al collo con l'anello di sua madre: la vita che ha perso. Tira fuori dalla borsa un anello, è quello che Rick le aveva dato quando le ha chiesto di sposarla. E' il simbolo della rinascita, è quello che le dà la forza di andare avanti...

"Ehi, tu devi essere Kate Beckett... eri con... Richard Castle, lo scrittore...?"

Kate alza lo sguardo. Due ragazzi si sono avvicinati alla sua scrivania. Uno è di carnagione scura, a giudicare dal suo accento, forse un portoricano, l'altro ha la carnagione chiara, capelli chiari... forse irlandese?

"Mi spiace per la tua perdita... qui al distretto non hanno parlato d'altro da quando sei arrivata! Comunque io sono Javier Esposito, e questo è il mio amico, Kevin Ryan."

Javier sembra gentile, cordiale. Kevin le sorride e la saluta con la manina. La fanno sorridere.

"Esatto, sono proprio io. Voi cosa volete chiedermi, invece?" è un po' infastidita dalla sua fama di essere stata con Richard Castle... ma loro sembrano sinceri, non vuole arrabbiarsi, perciò parla loro ironicamente.

"Niente, sorella!" Esposito alza le mani in segno di difesa "Noi qui non facciamo pettegolezzi!"

"Siamo una squadra seria... e a quanto pare ci addestreremo insieme!" fa Kevin osservando l'arrivo dei superiori...

Stanno decidendo i prossimi turni per gli addestramenti. Kate osserva quelle armi. Poi le manette. Osserva il distretto. La gente non è frenetica come il posto dove si trovava mesi fa; qui sono tutti diversi. Guarda l'orologio: è quasi ora di pranzo.

Ryan fa casino nel prendere il grosso panino dalla sua sacca. Esposito lo guarda e gli sta venendo fame. Kate sorride osservandosi ancora intorno.

"Credo che mi troverò bene qui."

Javier ruba il panino dalle mani di Kevin e scappa per non farsi prendere.

"Parla per te!" le risponde l'irlandese correndo verso un inseguimento... sì, del suo panino appena rubato!

La ragazza si risiede alla scrivania. Non è male questo posto, se lo si guarda da un'altra prospettiva.

E poi adesso è cambiata; non è più chiusa in se stessa; il muro che aveva costruito, è stato abbattuto giù facilmente.

Ha uno scopo nella sua vita ora. Ha ritrovato suo padre. Ha una nuova famiglia a cui badare: quella di Martha e Alexis Castle.

Ha trovato l'amore e poi l'ha perso, è vero... ma adesso è pronta ad aprire di nuovo il suo cuore e farsi amare.

Rick Castle l'ha segnata... piano piano, a piccoli passi, tornerà ad essere una persona felice. Il primo passo sarà quello di chiamare suo padre: non lo sente da un po' di mesi e ha delle notizie da dargli. Ha un telefono lì vicino. Alza la cornetta, compone il numero.

Si inumidisce le labbra. Ha paura di restare senza fiato quando parlerà.

Dopo alcuni tu-tu iniziali, Jim Beckett fa "Pronto?"

"Ciao papà, sono io... Kate."

Sorride, è felice. Sentire una persona familiare la fa sentire viva.

"Sto bene... sto iniziando un nuovo addestramento... mi sono iscritta al 12esimo di New York... il pomeriggio tornerò a casa... mi sono trasferita dai Castle, sai, papà?... Sarò una mamma per Alexis Castle, l'avresti mai immaginato?"

Chiacchiera spensierata, arricciandosi i capelli con le dita della mano, e ogni tanto si lascia andare a qualche risatina, mentre sullo sfondo, gli agenti di polizia sono in fermento. Una campanella suona: c'è un caso da risolvere. Ma lei resta lì, a godersi quella chiacchierata con suo padre, mentre pian piano le luci intorno a lei sfumano in bianco...

 

Sai, Kate... e se ci fossimo incontrati in un altro luogo e in un altro tempo... come sarebbero andate le cose?

Adesso ne sono sicuro. Non sarebbe cambiato nulla.

Avrei rifatto le stesse cose.

Ti avrei seguita con lo scopo di trovare ispirazione per i miei libri.

Mi sarei innamorato di te.

Ti avrei convinta a riaprire il caso di tua madre.

Ti avrei baciata sotto copertura.

Ti avrei detto di amarti in punto di morte.

Ti avrei costretta ad affrontare i tuoi demoni, le tue paure, e sopratutto i tuoi sentimenti.

Perché sono ricambiati... perché tu ricordi tutto della sparatoria... perché hai solo bisogno che io ti spinga ad aprirti a me...

Insieme avremmo abbattuto quel muro... perché non sarebbe rimasto intatto per sempre...

 

 

 

 

PRESENTE, UN ANNO DOPO LA SPARATORIA A KATE...

 

 

Si è svegliata presto stamattina. Ha preparato la colazione per la sua "famiglia"... perché ora è la signora Castle.

Kate Beckett ha abbattuto il suo muro. E' sempre la stessa donna, che la mattina, da ormai qualche mese, si alza la mattina per preparare la colazione. A turno, giungono a tavola Alexis, Martha e poi lui... suo marito Rick.

Si sofferma a guardarla mentre dà un bacio sulla testa ad Alexis scompigliandole i capelli. Poi va da Martha e le porge le zucchero.

Rick si unisce alla sua famiglia, si siede dall'altro lato della tavola e sorride alla sua musa.

 

"Se due persone sono destinate a stare insieme, alla fine un modo lo trovano, abbattendo le barriere del tempo e dello spazio."

 

Rick si appunta questa frase sul suo taccuino soddisfatto, e abbozza un sorriso.

"Cos'hai da sorridere?" gli chiede Kate.

Lui ritorna alla realtà e osserva uno per uno i componenti della famiglia Castle. Non potrebbe essere più felice di così.

"Oh, niente... solo un'altra storia che ho appena finito di scrivere!"

Non ha dubbi riguardo il seguito. Tutto è iniziato con un "always" pronunciato sull'altare.

Il resto, è una storia ancora da scrivere. Per ora, si sarebbe accontentato di terminare così il suo libro.

Sì, gli sembra un bel finale per una bella storia.

 

 

 

 

FINE.

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco sana di mente):

Come promesso, si deve passare prima per l'inferno per raggiungere il Paradiso e quindi l'happy ending. Che vi avevo detto, miscredenti che non siete altro? u.u huahuahuahua

Premetto che mi ero immaginata due finali per questa storia: uno più triste, e l'altro è questo.

Ovviamente la storia l'ho scritta prima di buona parte della quarta stagione e quindi anche prima del finale di "Always", quindi adesso le cose sono leggermente diverse (e sopratutto Rick e Kate non si sono sposati un anno dopo la 3x24 XD ma vabbeh questa è una ff XD).

Spero vi sia piaciuta, aspetto i vostri commenti! :)

D.

   
 
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