Capitolo 21 - Un nuovo inizio
Capitolo 21
– Un nuovo inizio
Sarah si sforzò con tutta se stessa di restare sveglia, ma
una
stanchezza inarrestabile iniziò a gravare su di lei come un
macigno. Alla fine cedette, arrendendosi ad un sonno implacabile che
sentiva indotto da qualcun altro, e scivolò nell'incoscienza.
La sua mente venne avvolta da uno strano sogno. Si trovava in una sala
dai contorni evanescenti e sfocati, invasa da una calda luce dorata. Di
fronte a lei, seduto su un trono imponente, un uomo la fissava con
intensità. Aveva le sembianze di un vecchio, con barba e
capelli
bianchi, ma indossava degli abiti regali e risplendenti, ed emanava una
forza e un'autorità incontrastabili. La ragazza lo
guardò
con più attenzione: aveva un viso fiero, segnato da
chissà quante battaglie, e un occhio coperto da una piccola
placca metallica, segno probabile di un'antica ferita. Notò
per
ultima la lancia dorata che teneva saldamente in una mano e,
impallidendo, si rese conto di essere al cospetto di Odino.
"Ho udito la tua preghiera, mia figlia mortale" la voce del Padre degli
dei era ferma, decisa e penetrante. "Una preghiera decisamente
insolita...ed indubbiamente insistente."
Il tono di Odino si addolcì lievemente, e per un istante a
Sarah
parve quasi che le stesse sorridendo, cosa che però non
riuscì comunque a tranquillizzare il animo sconvolto.
"Se le tue parole fossero vere..." proseguì il Odino, a
bassa voce.
"Lo sono!" gridò istintivamente Sarah, senza riuscire a
trattenersi, sebbene non fosse di certo consigliabile interrompere il
Padre degli dei.
Lui la fissò, serio e pensieroso, prima di emettere la sua
decisione.
"Ebbene, starà a te provarlo. La tua vita, e quella di Loki,
dipendono ora da ciò che deciderai di fare. Sei disposta a
rinunciare a tutto, inclusa la possibilità di tornare nel
tuo
mondo, pur di provare la sincerità del tuo racconto?"
Sarah sapeva che avrebbe dovuto riflettere prima di rispondere, e
pensare alle conseguenze della sua scelta. La sua vita, il suo futuro,
il suo rapporto con Jane...tutto ormai dipendeva da una singola parola.
E anche la vita di Loki.
Questa semplice consapevolezza era sufficiente a spazzare via ogni
logica e a mettere a tacere il suo istinto di autoconservazione.
Quindi, stranamente, Sarah non sentì alcun bisogno di
pensare,
né di prendere tempo. In fondo al suo animo, lei conosceva
già perfettamente la risposta che voleva dare ad Odino.
Senza più alcuna paura, fissò il volto del Padre
degli dei, serena, e disse semplicemente:
"Sì."
L'eco della sua voce, così pura e cristallina, si
propagò
nella sala, facendo svanire il sogno e riportandola lentamente alla
realtà. Mentre cominciava ad avvertire nuovamente il peso
del
suo corpo e a riprendere coscienza, si chiese se fosse davvero un
sorriso di soddisfazione l'ultima espressione che aveva visto sul volto
di Odino, e riaprì gli occhi, titubante. Proprio di fronte a
lei, il sole stava sorgendo all'orizzonte, e una leggera brezza le
muoveva i capelli.
Si guardò intorno, sorpresa. Era ancora in ginocchio, le
mani
giunte, ma non poggiava più sul pavimento freddo del suo
appartamento. Era piuttosto sicura di trovarsi ancora sulla Terra, ma
intorno a lei si estendeva uno sconfinato deserto.
Spostò lo sguardo verso il basso, notando che era
inginocchiata
su di uno strano simbolo circolare, formato da scritte e disegni a lei
incomprensibili. Percorse con le dita quelle linee arcane, confusa, e
si rese conto che il vento stava aumentando e che la luce si era fatta
meno intensa. Rialzò gli occhi, smarrita, mentre una coltre
di
nubi si posizionava proprio sopra di lei. Dal mezzo di quel turbine
vorticante si generò un fascio di luce, che la
investì in
pieno, accecandola. Si coprì inutilmente gli occhi,
avvertendo
un doloroso stordimento mentre il suo corpo veniva scomposto e
trasportato altrove.
ASGARD
Thor attendeva davanti al Bifröst, turbato da mille pensieri.
Non
voleva dar peso alle parole della sorella di Jane, non poteva crederle.
Eppure, per quanto provasse a scacciare quell'assurda speranza che
cercava di far breccia nel suo cuore, la sua ferita più
dolorosa
si era ormai riaperta. Troppe volte era stato deluso, troppo spesso
Loki l'aveva tradito, e ora aveva paura. Paura di fidarsi di quelle
parole, confortanti come il più dolce dei balsami, che
narravano
della redenzione del fratello.
Il dio del Tuono serrò gli occhi, inspirando con forza,
stordito
dall'illusione che riportava a galla il suo unico punto debole. Non
capiva come mai suo Padre avesse deciso di dar credito alle parole di
Sarah, ma in fondo anche lui voleva delle risposte, doveva sapere.
Riaprì gli occhi lentamente quando sentì Heimdall
estrarre la sua spada dal meccanismo che controllava il funzionamento
del Bifröst, e piegò leggermente la testa,
osservando la
figura della mortale. Era inginocchiata a terra, spaesata, con il volto
incredibilmente pallido, e respirava a fatica.
Sorrise lievemente, realizzando ancora una volta quanto gli umani
fossero fisicamente fragili, a dispetto della forza del loro animo. Si
diresse velocemente verso di lei, che puntò i suoi occhi
scuri e
impauriti nei suoi, e la aiutò a rialzarsi, sostenendola per
un
braccio, sorprendendosi di quanto gli ricordasse la sua Jane. La
ragazza sussurrò il suo nome, guardandolo con apprensione, e
lui
sentì una strana stretta al cuore, vedendo nei suoi occhi
una
sincera preoccupazione. E, finalmente, decise. Decise che voleva
provare a crederle, poco importava se si fosse illuso un'altra volta.
"Andiamo..." mormorò a mezza voce, issandola sul suo
cavallo.
Avrebbe voluto usare Mjolnir e volare verso le prigioni, per fare
più in fretta, ma si rendeva conto che il corpo della
mortale
era fin troppo provato. Spronò l'animale al galoppo, con il
cuore in gola, correndo verso la verità, correndo contro il
tempo.
Sarah strinse tra le dita la criniera morbida del cavallo di Thor, che
correva veloce come il vento, sperando che non fosse troppo tardi. La
perfetta bellezza di Asgard era abbagliante, i suoi edifici imponenti,
il colore del suo cielo indescrivibile. In condizioni normali, sarebbe
rimasta affascinata da tanta maestosità, ma nella sua mente
trovava posto un unico pensiero, un unico timore, un'unica speranza.
Arrivarono rapidamente alla base di un'immensa torre bronzea, e la
ragazza alzò lo sguardo intimorita, per poi cercare quello
di
Thor. Il dio le afferrò il polso ed iniziò a
correre,
inoltrandosi nei sotterranei bui del castello di Asgard, lasciandosi
alle spalle la luce accecante del giorno. Alla fine di un lungo
labirinto nero, illuminato solo da piccole torce, si fermarono.
Delle guardie asgardiane stavano tentando di sfondare un muro, con
scarsi risultati. Thor li fece allontanare con un gesto e, afferrato
Mjolnir, colpì con foga la parete sigillata, che cedette
sbriciolandosi. Non appena la fioca luce delle torce gli permise di
vedere l'interno della cella, cercò con lo sguardo il
fratello,
e rimase impietrito. Loki era a terra, con la schiena appoggiata alla
parete e la testa bassa, immobile. I suoi abiti, i suoi capelli, tutto
nella sua figura era diverso da come lo ricordava. Pieno di sgomento,
il dio del Tuono comprese che la mortale aveva detto la
verità,
e anche se avrebbe voluto sincerarsi delle condizioni di Loki, non
riuscì a muoversi, bloccato dall'inaspettata realizzazione
di
una speranza impossibile. Gli parve che il tempo scorresse al
rallentatore, quando avvertì uno spostamento d'aria di
fianco a
lui, e vide Sarah passargli accanto e correre verso il fratello,
trafelata.
Loki pensò che la sua mente gli stesse giocando un ultimo
brutto
scherzo. La poca lucidità che gli era rimasta gli
suggerì
che era impossibile che qualcuno stesse davvero cercando di aprire la
sua cella, dopo tutto quelle ore di dolore e di inutile attesa. La sua
ferita non si era mai rimarginata completamente, anzi continuava a
riaprirsi e sanguinare, privandolo di ogni briciolo di energia. Solo
due pensieri erano riusciti a tenerlo in vita per tutto quel tempo: il
primo era la consapevolezza di avercela fatta. Il suo piano era
riuscito, aveva avuto la forza di contrastare Thanos e di vincerlo,
anche se non aveva previsto di uscirne così malridotto.
Sorrise
amaramente. Questo era il prezzo da pagare per i suoi errori, per una
redenzione tardiva che sarebbe rimasta sepolta nell'oblio insieme a
lui. Il secondo era un pensiero sfuggente, illogico e che nemmeno lui
riusciva a giustificare. Un assurdo sollievo, che gli donava un tiepido
conforto: sapeva che anche lei
era salva.
All'improvviso tutta la sua cella tremò e gli parve di udire
la
parete di fronte a lui sgretolarsi. Impossibile, si disse; ma sebbene
avesse gli occhi chiusi avvertì chiaramente un raggio di
fioca
luce penetrare nel buio della sua prigione. Impossibile, si
ripeté, anche se stavolta era tormentato dal dubbio.
Per qualche istante tutto venne avvolto dal silenzio, poi
sentì
un pesante rumore di passi. Qualcuno correva verso di lui, qualcuno gli
si era gettato addosso, lo scuoteva dolcemente, gli accarezzava il viso
e ripeteva il suo nome piangendo. Il suo cuore si rianimò e
aprì di scatto gli occhi, non appena riconobbe quella voce.
"LOKI!!"
Sarah piangeva a dirotto a continuava chiamarlo, sempre più
forte, sempre più angosciata. Gli poggiò una mano
sul
petto, su quella ferita spaventosa, che ormai aveva ripreso a
sanguinare e che le aveva imbrattato ancora una volta i vestiti,
tremando.
Sussultò e le si mozzò il respiro quando lui le
strinse
di colpo la mano e aprì gli occhi, dolorosamente cosciente,
e la
fissò incredulo. Era pallido, agonizzante, debole, ma
riuscì comunque a sussurrare qualche parola, aggrappandosi
tenacemente alla vita.
"Io...io...ho provato...ho provato a chiamarti...a mandarti dei
segnali..." la sua voce era solo un soffio e si spense inesorabilmente,
ma lo sguardo del dio era stranamente lucido e vivo.
Sarah deglutì, ingoiando le lacrime, avvicinandosi di
più al suo viso.
"Ti ho sentito..." mormorò a voce bassissima al suo
orecchio.
Per un attimo Loki sorrise poi il suo viso si contorse nel dolore, e
perse i sensi, stremato, ormai al limite estremo delle sue forze. La
ragazza si voltò di scatto, chiamando a gran voce Thor,
temendo
il peggio.
Il dio del Tuono si riscosse e corse verso il fratello con il cuore che
martellava nel petto.
No. Non gli avrebbe permesso di lasciarlo, mai più. Con
estrema
facilità lo sollevò da terra, cercando di non
gravare
sulla sua ferita, ma lo udì emettere un gemito strozzato. Il
corpo di Loki era freddo, rigido, ma Thor sapeva, sentiva, che sarebbe
sopravvissuto. Doveva sopravvivere. Uscì dalla cella e lo
affidò ai soldati asgardiani, che lo fissavano immobili e
allibiti.
"Nella camera della guarigione, presto!!!"
Le guardie obbedirono prontamente, colpite dal dolore e dall'ansia
nell'urlo del figlio di Odino. Non appena si furono allontanate
correndo e portando con sé il fratello, Thor si
appoggiò alla parete con una mano. La testa gli girava
vorticosamente, e si sentiva svuotato di ogni energia. Scosse la testa,
perentoriamente, scacciando i pensieri negativi che tentavano di
insinuarsi nella sua mente e ritornò dentro la cella,
soccorrendo la mortale che era ancora accasciata sul pavimento,
tremante.
Sarah si sentì sollevare da terra e trascinare via, avvolta
dal
calore rassicurante delle braccia di Thor. La portò fuori da
quel luogo oscuro e sinistro, che odorava di morte, senza dire niente.
Erano entrambi troppo scossi per parlare, e lei sentiva che il suo
corpo non avrebbe retto ancora a lungo. Si sforzò di restare
sveglia, ma fece appena in tempo a realizzare che la stava portando
all'interno di una stanza luminosa e finemente decorata, e si
sentì appoggiare su qualcosa di morbido e profumato. Poi,
stremata, perse i sensi.
Quando riaprì gli occhi, si sentiva decisamente meglio.
Osservò incuriosita il soffitto alto e intarsiato sopra di
lei,
rendendosi conto di essere adagiata sopra un letto. Si mise e sedere
lentamente, reggendosi la testa con una mano. Evidentemente qualcuno si
era preso cura di lei, la sua pelle emanava un profumo d'incenso e i
suoi vestiti 'terrestri' erano stati rimpiazzati da una lunga veste
monospalla, bianca candida e stretta in vita da una larga cintura
argentata. Si alzò in piedi e mosse qualche passo, insicura,
sentendo la stoffa leggera e finissima del suo abito fluttuarle tra le
caviglie.
"Ben svegliata."
Una voce femminile la fece trasalire, e si voltò di scatto.
Di
fronte a lei, sulla porta, c'era una donna. Dimostrava più
di
quarant'anni, ma il suo viso emanava una bellezza fiera e abbagliante.
Aveva dei lunghi capelli castano chiaro, intrecciati in una
meravigliosa acconciatura e un lungo vestito dorato, impreziosito da
varie gemme. Il suo sorriso sicuro e il suo sguardo sincero misero
addosso a Sarah una strana sensazione di riverenza, ed attese che
completasse la sua frase, intimorita.
"Asgard ti è grata per tutto ciò che hai fatto.
Anche se
forse l'hai fatto inconsciamente, hai salvato molte vite."
Il tono della donna si addolcì, e a Sarah parve quasi di
sentire
dell'affetto nella sua voce mentre si avvicinava e le prendeva le mani
tra le sue.
"Ora sei libera di fare ciò che preferisci. Se vorrai
tornare
nel tuo mondo, dai tuoi cari, nessuno te lo impedirà."
La ragazza spalancò gli occhi, stupita, e
mormorò:
"Ma...ma Odino aveva detto..."
"Mio marito, ti ha messo alla prova, bambina. Hai fatto anche troppo
per mio figlio, non possiamo chiederti di più."
Sarah impallidì, realizzando che quella donna
così bella
e regale era in realtà Frigga, la moglie di Odino, la madre
di
Thor.
La madre di Loki.
"Qualunque sia la tua decisione" sussurrò la regina, con gli
occhi umidi "Io ti ringrazio." La ragazza si morse un labbro, commossa,
e d'impulso la abbracciò, rabbrividendo. Frigga le
sfiorò
i capelli e il viso con fare materno, poi si scostò e la
guardò intenerita.
"Ora devo raggiungere il padre degli Dei al capezzale di nostro figlio.
Presto si sveglierà. Thor ti aspetta fuori dalla stanza;
rifletti e comunica a lui la tua decisione."
La regina uscì rapidamente dalla stanza, e Sarah si
sfiorò la guancia, bollente e rigata di lacrime. Ancora una
volta, piangeva. Ma finalmente non era per il dolore.
Si ricompose un attimo e varcò la porta, ritrovandosi in un
ampio e luminoso salone, al centro del quale ardeva scoppiettando un
braciere. Thor era in piedi e le volgeva le spalle, ma non appena
sentì i suoi passi risuonare tra le mura si girò.
La
squadrò velocemente, tentando di nascondere una certa
sorpresa,
e si schiarì la voce.
"Dunque, hai deciso? Dove vuoi essere condotta?"
Sarah lo fissò, accennando un sorriso. Non aveva alcun
bisogno di pensare per sapere quel che voleva.
"Portami da lui." Rispose semplicemente, certa che anche Thor, in
fondo, conoscesse già la sua risposta.
Thor non riuscì a trattenere un sorriso, e fece segno a
Sarah di
seguirlo. Attraversarono rapidamente un lungo corridoio, sospinti dalla
stessa volontà, senza fermarsi, e raggiunsero l'esterno del
castello.
Quasi sospeso nel vuoto, c'era un edificio di forma circolare,
sormontato da una cupola argentata che sembrava in perpetuo movimento.
Il dio del Tuono si incamminò verso la porta d'entrata,
incastonata di cristalli trasparenti, ma prima di entrare si
bloccò, e tornò a guardare la mortale. Lei gli
rivolse
uno sguardo vagamente incerto, ma nello stesso tempo speranzoso e
rassicurante, che lo fece sentire più leggero. Era
incredibile
quanto assomigliasse a Jane nelle sue espressioni più
spontanee.
Thor le si avvicinò, con lo sguardo basso, evidentemente
imbarazzato.
"Perdonami. Avrei dovuto credere alle tue parole fin da subito...sono
stato uno sciocco a reagire in quel modo."
Sarah inclinò il viso, sorpresa, fissando i suoi occhi
azzurri e limpidi.
"Ma, ora, ti ringrazio. Ho recuperato una fiducia che credevo ormai
persa per sempre."
La ragazza sentì un nodo alla gola, turbata, comprendendo
perfettamente il sentimento racchiuso nelle parole di Thor, senza
riuscire a replicare. Impulsivamente, il dio l'abbracciò,
cullandola per qualche istante in una stretta forte e fraterna, e poi
si mise a ridere sottovoce.
Sarah gli rivolse un'occhiata stupita.
"Che c'è?"
"Stavo pensando... È piuttosto bizzarro il fatto
che io e mio
fratello, tra tutte le donne dell'universo, amiamo proprio voi due..."
La ragazza sorrise imbarazzata, poggiandogli lievemente una mano sul
cuore, cercando di non dare troppo peso all'ultimo verbo usato da Thor,
senza però riuscirci, e mormorò:
"In fondo, anche se è davvero una situazione...strana,
dovrebbe
farti piacere. Dimostra al di là di ogni dubbio che, a
dispetto
dei legami di sangue, tu e Loki siete davvero fratelli."
Thor le strinse la mano, fissandola incuriosito.
"Insomma...avete gli stessi gusti" proseguì la ragazza
facendogli l'occhiolino.
Scoppiarono a ridere come due bambini, sciogliendo finalmente un po'
della tensione che gravava su di loro.
Una guardia asgardiana uscì dalla porta, avvisando Thor che
Loki
era in procinto di svegliarsi. Il dio del Tuono si scostò da
Sarah, lanciandole uno sguardo speranzoso, ed entrò
rapidamente
nell'edificio, diretto alla camera della guarigione.
Sarah rimase fuori qualche istante, sopraffatta da un sentimento
incontenibile che non riusciva ad identificare. Gioia? Sollievo? Forse
entrambe le cose. Tutti i dolori e le atroci sofferenze subite negli
ultimi giorni, finalmente, le parvero solo un ricordo sbiadito e
fastidioso, che avrebbe presto dimenticato. Si fece coraggio ed
entrò anche lei, a passo sicuro. Ora voleva solo vedere Loki.
Per un istante, Odino desiderò con tutto se stesso di non
essere
il re di Asgard. Osservando gli occhi sbarrati di Loki e la sua
espressione smarrita, si sentì vacillare. Avrebbe preferito
essere un padre qualunque, per poter perdonare il figlio senza remore,
senza dover pensare alle conseguenze che la sua decisione avrebbe
recato sui Nove Regni. Ma non poteva. Nonostante gli piangesse il
cuore, non poteva dire al figlio che era pronto a dimenticare tutti i
suoi inganni e le sue malefatte. Non poteva dirgli che era finalmente
fiero di lui. Inspirò profondamente, ricercando le parole
più giuste, misurate e fredde, che in quanto re si vedeva
costretto a pronunciare, cercando nel contempo un modo per mitigare la
punizione che, suo malgrado, si sentiva in obbligo di infliggere a quel
figlio rubato, ribelle e imprevedibile che, al pari di Thor, amava
più della sua stessa vita.
Il dio dell'Inganno fissava il Padre, senza sapere cosa dire. Si era da
poco risvegliato e, anche se avvertiva ancora delle fitte dolorose nel
petto, si rese immediatamente conto di dove si trovava. Era stato
salvato. L'occhio vigile e indagatore di Odino lo scrutava, attendendo
una spiegazione, una confessione, che lui non riusciva a pronunciare.
Si sentì schiacciare dalla consapevolezza dei suoi troppi
errori, realizzando che probabilmente il Padre, nonostante tutto,
dubitava ancora di lui. Tutti dubitavano di lui. Come poteva sperare di
riottenere la fiducia che lui stesso aveva tradito? Cercò
con lo
sguardo gli occhi della madre, bisognoso di un po' di conforto. Frigga
fece un passo verso di lui, senza riuscire a nascondere la sua
commozione di madre, ma Odino la bloccò con un braccio. Loki
sentì la parole del padre rimbombargli nella testa, parole
dolorose, che auspicavano un'ulteriore punizione, e si alzò
di
scatto dal letto, ferito nell'animo. Poi udì la voce di
Thor,
sentimentale come sempre, che cercava di placare Odino, suggerendo il
perdono, l'assoluzione, date le circostanze.
Il dio dell'Inganno si allontanò di qualche passo, con la
testa
pesante, e si passò una mano sul viso. In fondo il Padre
degli
dei aveva ragione a non fidarsi di lui. Lui era un mostro, e come tale
andava trattato. Come aveva potuto illudersi del contrario?
Stava per perdersi di nuovo nei suoi cupi pensieri, quando la sua
attenzione venne catturata da un movimento in lontananza, dalla parte
opposta della camera. Alzò lo sguardo, incontrando gli occhi
di
Sarah, e abbandonò le braccia lungo i fianchi, sorpreso.
Ancora
una volta tornava da lui, ancora una volta lo salvava dal buio del suo
animo tormentato. Fece qualche passo verso di lei, incerto, quasi
ipnotizzato, ma poi si fermò, abbassando lo sguardo. A
dividerli
non c'erano solo metri e metri di pavimento asgardiano, c'era un intero
universo di differenze e di ostacoli insormontabili, eppure non gliene
importava nulla. Voleva sentire la sua voce, il suo respiro, desiderava
il suo calore, tanto da star male e da gettare al vento ogni logica e,
per una volta, anche il suo stupido orgoglio. Rialzò il
viso,
aggrottando la fronte, lanciandole uno sguardo disperato, implorando il
suo aiuto. La vide sobbalzare, sconvolta e rischiare quasi di perdere
l'equilibrio, ma poi strinse i pugni e cominciò a correre
verso
di lui.
Sarah correva, senza fiato, senza pensare, cercando di colmare il prima
possibile la distanza che la separava da Loki. Sentì delle
voci
alle sue spalle, forse qualcuno le intimava di fermarsi, ma non ci
prestò alcuna attenzione. L'unica cosa che riusciva a vedere
era
il viso pallido do Loki, la sua espressione smarrita, il suo corpo
ancora in parte avvolto dalle bende.
E correva.
Sempre più veloce, sempre più vicina. Quando
giunse
davanti a lui, non rallentò, gettandogli le braccia al
collo,
praticamente schiantandosi contro di lui, avvolgendolo in un caldo
abbraccio e stringendogli i capelli tra le dita. Lo sentì
sospirare, mentre la stringeva più forte, quasi ad
accertarsi
che fosse davvero lì, tra le sua braccia, che fosse davvero
tutto finito. Il peso che le gravava sul petto si dissolse, mentre i
loro corpi finalmente vicini si rilassavano, e si sentì
stranamente serena, in pace. Avvertì che Loki le stava
stringendo con forza i capelli con una mano, mentre con l'altra le
afferrò il mento, facendole alzare il viso. Si perse nei
suoi
occhi verdi e magnetici, come se li vedesse per la prima volta, e
sentì il suo sguardo penetrarle l'anima, e le sue labbra,
finalmente, cercare le sue. Chiuse gli occhi, abbandonandosi
completamente a lui che le strinse il viso tra le mani, e rispose al
suo bacio con disperata felicità, tremando tra le sue dita.
Loki interruppe lentamente quel contatto, ispirando profondamente, come
se respirasse per la prima volta, ed alzò un attimo lo
sguardo.
Incontrò gli occhi di Thor, vedendoli sereni per la prima
volta
dopo tanto tempo, e non riuscì a fare a meno di sorridergli
come
ai vecchi tempi, quando semplicemente lo ammirava ed era orgoglioso di
essere suo fratello. Il dio del Tuono ricambiò il suo
sorriso,
raggiante, e poi rivolse alcune parole al padre. Odino si
voltò
verso di lui, lasciandosi andare ad un'espressione quasi rassegnata, ma
piena di speranza, mentre Frigga gli stringeva un braccio commossa.
Loki tornò a fissare le iridi scure di Sarah e le
accarezzò una guancia, sollevato e stranamente tranquillo.
Forse
c'era davvero spazio per un nuovo inizio. Ci avrebbe provato. Le sue
labbra si incresparono, e sul suo volto prese forma un'espressione
serena, trionfante.
Sarah socchiuse gli occhi e si rese conto che il suo futuro era ancora
incerto. Chissà quanti altre difficoltà avrebbe
dovuto
affrontare, ma queste non la spaventavano, se questo significava poter
restare al fianco di Loki. Avrebbero trovato una soluzione a qualsiasi
problema, insieme. Si sentì avvolgere da un'insperata
sicurezza.
Dentro di sé sapeva che lui l'avrebbe protetta, sempre, e le
veniva ormai spontaneo fidarsi di lui, delle sue parole enigmatiche,
della sua mente geniale e perversa, del suo sguardo penetrante e del
suo sorriso indecifrabile; lo stesso che le stava rivolgendo anche in
quel momento.
E che lei aveva ormai imparato ad amare.
***
Angolo
autrice
Bene, eccoci giunti alla fine di questa storia... *sigh*
Spero che leggerla sia stato divertente ed emozionante
come è stato per me scriverla, e che abbiate
trovato
soddisfacente anche il finale.
Per prima cosa, passiamo ai doverosissimi ringraziamenti!
Un grazie a tutti coloro
che hanno
letto questa storia e hanno deciso di passare qualche minuto del loro
tempo insieme a me e ai 'miei' personaggi.
Grazie davvero a
chi ha inserito la storia tra le seguite: 4006725,
anto27, Blackdoll16, BradDourif89, Butterfly_Dream, charlie h,
chiasmo85, CrystalDrop, Darktos, Death Scissor, devilcancry, doctor
tenth, Efy, eleanorsmile1990, eli the_dreamer, elisax88,
FelpataMalandrina94, Flame Drago del Fuoco, Frosba, gia00_sevir,
Gienah, Halfblood_princess, illyria93, JoyBrand, Kashmir, Lady Aquaria,
Lady of the sea, Lucy94, lullaby3, Luna_Bella,
MaRmOtTeLlA,
Maugrim, Mayaserana, Morrigan Aensland, NemesiS_, nenni96, Panchan,
Rainwhite, serysaku, Shykyzaky, sitael85, snoopevious, stommy,
strega_del_lago, Vampire_heart, Yuu_chan, Lenalee_ e _Loki_.
Grazie mille a
chi ha inserito la storia tra le ricordate: AoiCChan,
Artemis Black, Callie_Stephanides, Chihiro, CrystalDrop, Fantasy girl_,
Frosba, martamatta,
maura 77, MrsPhelps, Naty McQueen, nikykaKillJoy_, Orion_, Rinly,
snoopevious, steam8zaya, vampireXDyumi, Vehuel, Yuchimiki e _Atropo_.
Grazie infinite
a che ha inserito la storia tra le preferite: alicetta96,
anto27, asia87, BlindRainbow, Blue_moon, BradDourif89, CamigovE,
chiarablack, Chocola Meilleur, Commy, Darktos, denise26, doppiaE221,
eleanorsmile1990, Ellah_Gore, Frosba, gia00_sevir, HelleonorGinger,
ismile, Jo_The Ripper, kappa93, lady anna 98, Lady Aquaria, Lady_G93,
LittleBulma, lullaby3, LunaPulchra, Luna_Bella, Makua,
missripley, MrsPhelps, Nou,
Nym_love_Loki, Puliksweet, Ragazza_di_Ghiaccio, rose princess, Sabriel,
Shfinfi, stommy,
Straw X Kisshu, The_Vampire_Faith, Zakurio, _Lenalee_ e _Lucrezia97_.
Un enorme grazie
anche a chi ha speso qualche minuto del suo tempo a lasciarmi una
recensione ^3^
Infine, rivolgo un ringraziamente particolare a Blue_moon, mia Beta
e amica, Tvb!! <3 <3
Se vi va, dato che la storia si è conclusa, mi
farebbe
davvero piacere se mi lasciaste una piccola recensione finale, per
sapere cosa vi è piaciuto, cosa no, cosa non avete capito,
se
avete domande, richieste, ecc.....
In secondo luogo, vorrei confermare che sì, la storia
finisce
con un happy ending, ma in un certo senso è un finale
aperto.
Cosa accadrà da ora in poi dipenderà dai nostri
eroi, e
lascio alla vostra immaginazione il piacere di sbizzarrirsi. :D
Comunque, io nutro grandi speranze per Loki e Sarah :) Credo che Sarah,
a differenza di Jane (che nei fumetti fallisce la prova di fiducia di
Odino e viene rimandata sulla Terra tornando ad essere una mortale),
avrà la possiblità di diventare un'asgardiana. :)
E,
diventando anche lei una dea, magari riceverà pure un nuovo
nome...uno a caso...magari Sigyn (XD sapete tutti/e chi è
Sigyn,
vero?!?!). Sì, ce la vedo proprio nei panni di dea della
Fedeltà, sempre pronta a sostenere e difendere Loki, e a
cercare
di risolvere tutte le sue malefatte (lui resta pur sempre il dio
dell'Inganno, eh?? XD XD).
Come ultima cosa, ecco un piccolo (piccolissimoo...) regalino per voi,
non potevo pubblicare l'ultimo capito prima di averlo finito! :3
Disegno per
voi!! <3 <3
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