In viaggio verso il Nord
Zolf J. Kimblee non aveva poi molto da raccogliere prima della
partenza, aveva gia indosso l'unico completo accettabile posseduto dopo
l'uscita dal carcere e la sua permanenza a Central era stata
così breve da non permettergli di fare qualche acquisto, non che
fosse un patito dello shopping, ma era fermamente convinto che
l'eleganze e il decoro di un individuo si rispecchiassero anche nel
modo di vestire. L'uomo si portò una mano sullo stomaco, era
come se le potesse sentire,lì, nel palmo della sua mano, le due
pietre filosofali pronte a cedergli quanta più energia lui fosse
pornto a richiedergli.
Tutte le vite sacrificate per quelle
due gemme vorticavano dentro di lui, le urla di quegli uomini e quelle
donne erano musica per le sue orecchie.
- Signor Kimblee signore, i preparativi per la partenza sono stati ultimati- l'ufficiale lo guardava in attesa di ordini, l'uomo si soffermò qualche attimo a guardare quel giovane soldato, poteva vedere il pomo d'adamo tremolare per la tensione di stare al suo cospetto
a quanto pare la sua fama lo precedeva
Non poteva perdersi in autoreferenziali considerazioni adulatorie,
aveva un compito da completare e le mani gia gli prudevano al sol
pensiero del fantastico fuoco artificiale avrebbe creato dal corpo di
quell'ishivaliano
- Bene possiamo recarci alla stazione.- esclamò
raccogliendo qualche documento sparso disordinatamente da quella
vecchia scrivania che gli avevano provvisoriamente assegnato, aveva
sempre ritenuto inutile tutta quella burocrazia ma era un prezzo
disposto a pagare in cambio di rimettersi in azione
in cambio di tutto il divertimento che lo aspettava.
- ehm signore, quale membro del suo staff dobbiamo convocare?-
L'alchimista fulminò il soldato con uno sguardo infastidito, non
aveva mai amato lavorare in gruppo, ne essere ingabbiato in qualsiasi
struttura gerarchica, la sua scelta di entrare nell'esercito era
l'unico modo semi-legale per dare sfogo ai suoi istinti e per attuare
la SUA giustizia, stava per uscire dalla stanza senza degnarlo di un
risposta quando una leggera fitta alla spalla lo bloccò
sull'uscio della porta, un mezzo sorriso gli si dipinse sul volto.
- in effetti c'è qualcuno che vorrei convocasse- mormorò mentre l'ombra di un cappotto rosso attraversò fugace la sua memoria.
Su una cosa non si poteva dubitare Kimblee non amava lasciare discorsi in sospeso.
non importava quanto giovane, o di quale sesso, fosse il suo interlocutore.
La calda luce del mattino illuminava la stanza modestamente
arredata, la ragazza si guardava circospetta intorno mentre Gracia
si affaccendava a raccogliere garze e disinfettante sul lucido
tavolo di rovere.
Midnight non amava trovarsi in ambienti che non conosceva, era sempre
stata abituata a rimanere all'erta persino in casa propria, ma in un
ambiente totalmente estraneo era totalmente priva di punti di
riferimento, di certo non pensava che quella tranquilla signora, ne
tantomeno la piccola Elicia che toccava adorante una ciocca dei
suoi capelli, potessero rappresentare un pericolo, ma era come se
avvertisse, per quanto sbiadita, la presenza di qualcun altro in quella
casa, c'era un odore di fumo che impregnava il mobilio della stanza, un
odore che non ritrovava su nessuna delle due donne.
- Sono un ospite terribile Midnight,
non ti ho neanche chiesto di toglierti il cappotto, Elicia su smetti di
infastidirla e porta del the alla signorina- la bambina si
allontanò riluttante, Midnight sospirò rassegnata mentre
si sfilava il cappotto ancora bagnato di dosso, l'uniforme da poco
ricevuta era gia macchiata di fango, mentre porgeva il soprabito rosso
alla padrona di casa non potè fare a meno di notare lo sguardo
sorpreso che le si era dipinto in volto
- o mio Dio sei così giovane eppure...-
il tono turbato della signora mentre scrutava la sua uniforme la
colpì, c'era qualcosa nelle sue parole, qualcosa di più
di una mera meraviglia nel vedere una ragazza già alchimista di
stato, una nota di tristezza che era impossibile non cogliere.
La donna le fece cenno di risedersi mentre imbeveva la garza di liquido disinfettante
- ti brucerà un pochino...-
mormorò mentre avvicinava la mano al viso della giovane, il
tocco gentile di Gracia la rilassò, in quella casa regnava
un'armonia totalmente diversa rispetto a quella in cui era cresciuta...
- non doveva disturbarsi così tanto è solo un graffio- esclamò strizzando gli occhi a causa del forte odore dell'alcool , la donna scosse la testa sorridendo
- ti ho gia detto di non fare tutti questi complimenti, piuttosto da dove vieni? Ti sei trasferita da poco al Comando Generale?-
- Da North City più o meno, oggi è il mio primo giorno di stanza a Central ma ancora non ho combinato molto- disse quasi sorpresa di quanto fosse facile e disposta a parlare con Gracia
- Dai tempo al tempo, sei così
giovane, e non essere così ansiosa di prestare i tuoi servigi
all'esercito, non si può mai sapere con chi, o con cosa, sarai
costretta a confrontarti-
- Il mio papà! Hai conosciuto il mio papà! anche lui è un soldato!
-Elicia!- la madrè
interruppe la bambina mentre applicava un cerotto colorato sulla
guancia della giovane, poi si alzò per prendere dalle mani della
figlia un vassoio quasi più grande di lei
- Midnight è arrivata solo oggi a Central piccola, non può avere conosciuto papà-
esclamò accarezzandole la testa, Midnigh le guardava dubbiosa,
la presenza maschile che aveva avvertito doveva essere quella del
signor Hughes ma il tono con cui la madre si era rivolta alla
figlia lasciava quasi presagire un continuo della frase...
- Mio marito è scomparso da poco,è morto in servizio, Elicia ancora non è molto abituata...-
sussurrò sorridendo mestamente, lo sguardo di Midnight si
spostò immediatamente sulla bamibina intenta a giocare per terra
con delle vecchie bambole, troppo occupata da quella divertente
attività per volver partecipare alla discussione
- Mi dispiace... non era mia intenzione toccare l'argomento-
le parole appena dette le risuonarono vuote, incapaci di comunicare
alcuna forma di cordoglio, non conosceva il marito di Gracia e
nonostante quella donna si stesse dimostrando molto cortese non era
nella sua natura dimostrare empatia nei confronti degli altri, per
quanto volesser distaccarsene, non poteva ritenersi del tutto immune
dall'influenza dell'ambiente in cui era cresciuta...
e poi, infondo, si poteva crescere anche senza genitori
La ragazza si voltò ancora una volta per salutare
alla donna che le sorrideva dall'uscio di casa, Elicia muoveva
freneticamente le piccole manine nella foga del saluto, Midnight si
portò la mano al volto sfiorando la superficie dell'infantile
cerotto che gli avevano applicato poco prima, avrebbe potuto
guarire quella ferita in meno tempo con l'alchimia, ma in qualche modo
quella medicazione le dava una sensazione confortante.
Le indicazioni che le aveva fornito Gracia l'avevano portata
davanti una palazzina grigio fumo, la sua austerità ben si
adeguava allo spoglio giardino all'ingresso
proprio tipico della sua famiglia
Stava per entrare nel suo appartamento quando notò un uomo in
divisa uscire da una macchina facendole cenno di fermarsi, agritava per
aria quella che da lontano sembrava una lettera
- lei è la signorina Phoenix?-
disse affannosamente prendendo fiato, Midnight annuì sorpresa
mentre con lo sguardo ripercorreva la breve distanza fatta
dall'ufficiale
la resistenza di quel soldato era ridicola
- c'è un ordine di convocazione per lei- esclamò porgendole la busta sgualcita, il sigillo del Comando generale riluceva alla luce del sole
-di cosa si tratta?-
- faresti bene a fare le valigie ragazza, a lui non piace molto aspettare, siamo incaricati di scortarti sino alla stazione- rispose mentre indicava la macchina da cui era appena sceso.
Midnight entrò velocemente in casa, non aveva neanche il tempo
di cambiarsi, gettò uno sguardo in giro per la stanza cercando i
bagagli che Sebastian avrebbe dovuto già aver consegnato, poi la
vide, la valigia di pelle bianca faceva capolino dalla una stanza
in fondo al corridoio che si rivelò essere la camera da letto.
La ragazza stava per chiudersi la porta dell'abitazione alle spalle
quando un'altra busta, adagiata sul tavolo del salotto, attirò
la sua attenzione, la sua mano corse alla tasca del cappotto ma la
lettera di convocazione era ancora li, non aveva mai lasciato la sua
persona.
Midnight aprì circospetta la lettera sul tavolo, nessun sigillo
visibile, sul foglio, quasi bianco, campeggiavano poche parole,
impresse con un inchiostro rosso fuoco
"Sei la mia spia bambolina"
gli ultimi dubbi sulla provenienza della lettera si spensero quando questa prese fuoco tra le mani della ragazza.
L'ufficiale aprì la portiera della macchina alla giovane
alchimista, Midnight si sistemò sul sedile posteriore
dell'autovettura mentre l'autista metteva in moto
- Chi dal comando ha richiesto la mia presenza in questa missione?-
chiese mentre osservava per la seconda volta in quel giorno gli edifici
di Central che scorrevano sotto la sua vista, la ragazza non
potè non notare la reticenza a risponderle da parte dei due
uomini, tutto quel mistero mal si addiceva all'idea che aveva della
vita nell'esercito. Stava per riproporre la domanda quando l'imponente
sagoma della stazione le si parò davanti, la compiaciuta
osservazione della breve distanza da casa sua rispetto alla ferrovia
venne interrotta dal rumore di apertuta della portiera del veicolo.
La ragazza stava per ringraziare ma le parole le morirono in bocca quando riconobbe la figura china verso di lei
- Signorina è un onore avere la sua compagnia per questo viaggio, queste poche ore senza di lei mi hanno fatto rimpiangere la sua gentile presenza-
La pungente ironia di quelle parole le fecero gelare il sangue,
Midnight serrò i denti mentre riluttante accettava la mano
dell'alchimista scarlatto.
Kimblee o Mustang...in un modo o nell'altro era comunque un mero pedone nella scacchiera di qualcun altro.
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