10 Lo Specchio Delle Brame
Ok prima di tutto vi prego di NON fare battute sul titolo,
l'ho scelto per il contenuto, non per riferirmi ad un certo film uscito
di recente, una vera stronzata tra parentesi.
Come secondo avviso sappiate che l'ispirazione mi è venuta
qualche giorno fa e l'altro ieri (oggi è 21/07/2012) era
già finita, quindi non aspettatevi troppo. Oggi dopo aver tolto
finalmente qualche minuto ai miei impegni sono riucito a rivederla e a
pubblicarla. Con questo chiudo, ma prima un ringraziamento
SkullRose e Yas per il loro supporto ^_^.
Rating: arancione
Avvertimenti: Solo, Shoujo-ai (implicato), Body-Swap
Lo Specchio Delle Brame
Konata aprì gli occhi molto lentamente, si sentiva
disorientata e la sua mente era molto annebbiata, ma la cosa non
avrebbe dovuto serprenderla, dopo tutto si era appena svegliata nel
cuore della notte senza la minima idea del motivo.
Si mise a sedere con la vaga impressione che qualcosa non fosse al
proprio posto, ma, per il momento, preferì lasciar perdere.
Meditò per un'attimo sulla possibilità di tornare a
dormire, ma per qualche motivo sapeva che avrebbe perso una grande
occasione facendolo. Quando la sua mente si fu schiarita a sufficienza
da
permetterle di stare in piedi senza rischiare di cadere, si
voltò verso il suo grande specchio, certa di avere un aspetto
orribile. Tuttavia, scoprì con somma sorpresa che lo specchio
non era al suo posto, così decise di controllare. Una volta in
piedi ebbe una curiosa sensazione, come se non fosse mai stata tanto
lontana da terra sulle gambe. Guardò in basso e si accorse che
mancava anche il consueto disordine ed assortimento vario di manga
custodie di dvd e consoles sul pavimento, che a quanto pare aveva
deciso di cambiare colore. La sua confusione crebbe quando scorse la
porta incavata nella parete sbagliata, o meglio, sbagliata se si fosse
trovata nella sua stanza. Con una rapida occhiata in giro
capì perchè, anche se estranea, quella camera le
sembrasse tanto familiare. Vi aveva passato molti pomeriggi a studiare
con la sua migliore amica, e proprietaria della stanza in cui si
trovava. Era qualla di Kagami. Non ricordava di essere andata a
casa della sua amica, e allora come aveva potuto trovarsi nel suo
letto? Allungò una mano verso il basso per sistemare i lunghi
capelli, più per abitudine che per necessità. Si
voltò verso l'armadio con le ante a specchio di Kagami per
cercare di capire cosa non andasse.
Nello specchio si rifletteva Kagami con uno sguardo sorpreso e
vagamente allarmato, vestita del suo adorabile pigiama rosa decorato con sagome di
gattini bianchi.
Konata si guardò alle spalle ma non c'era traccia della sua amica.
Quando guardò ancora lo specchio una strana idea iniziò a
formarsi nella sua testa, ma non osava crederci, era troppo assurdo.
Si alzò per poi avvicinarsi all'armadio a specchio, nel frattempo l'immagine di Kagami faceva lo stesso.
Adesso Konata la stava fissando con intensità, avvertiva molto
vagamente che qualcosa in quel riflesso non andava, Si muoveva in modo
leggermente diverso da come ci si aspetterebbe. Quando fu di fronte
alla specchiera, allungò una mano per toccarla, e vide che il
riflesso faceva lo stesso.
La folle idea di poco prima si ripresentò prepotente, "sono Kagami!", pensò.
Questo rendeva tutto molto più semplice, non aveva viaggiato
chissà come fino a casa della sua migliore amica per poi
ritrovarsi nel suo letto, era diventata la sua migliore amica.
A quel punto una moltitudine di pensieri diversi iniziarono ad
affollare la sua mente, alcuni felici, alcuni preoccupati, alcuni
relativamente irrilevanti, alcuni lusinghieri, ed altri decisamente
poco appropriati.
Decise di fermarsi, non poteva lasciarsi andare od avrebbe fatto
qualcosa di cui Kagami si sarebbe pentita, e non poteva permetterselo.
Non riuscì tuttavia a resistere alla curiosità, non si
era mai trovata da sola in quella stanza, ed aveva una voglia matta di
scoprire se e cosa Kagami vi nascondesse.
Trovò una rivista, nascosta tra le copertine di due libri, ma vide
con delusione che si trattava di una semplice rivista sul vivere
sano, specializzata in diete.
Decise di controllare il cassetto della biancheria di Kagami, nella
speranza di trovare qualcosa di interessante, così aprì
l'armadio per dare un'occhiata dentro prima del, come lo aveva chiamato,
"panty raid". Tuttavia, prima di mettere le mani sul cassetto interno
dell'armadio, dove sperava di trovare qualcosa di interessante, la sua
attenzione fu catturata da una piccola foto attaccata alla parte
interna dell'anta.
Era una foto che non ricordava, probabilmente scattata per sbaglio o di
nascosto, raffigurava lei e la sua migliore amica sedute una accanto
all'altra mentre mangiavano un gelato. Ricordava quel pomeriggio, non
era stato più di un paio di mesi prima, in quel preciso momento
stava leccando una goccia del proprio gelato, colato mentre ne offriva
un morso all'altra, dalla guancia color porpora di un'imbarazzatissima
Kagami. Ancora ricordava quanto velocemente il suo cuore battè
per i pochi secondi di silenzio che seguirono, aveva ceduto alla
tentazione per un attimo ed eccola lì con la lingua sul viso
della gemella dai lunghi capelli. Una volta ripresasi dallo shock, quella
le aveva semplicememnte balbettato un rimprovero mentre si allontanava
velocemente da lei, che seppur contrariata dalla distanza che stava
mettendo tra loro, non potè non sentirsi sollevata quando non
le urlò contro.
Dopo aver ricordato quell'imbarazzante evento, al quale in seguito
pensò molte volte, si accorse di un particolare, intorno ai loro
volti era stato disegnato, con tratto sottilissimo e leggerissimo, un cuore rosso.
Sentendo il calore salire alle guance, richiuse l'armadio, del tutto
dimentica del motivo che l'aveva spinta ad aprirlo.
Cosa significava
quel cuore? Stava immaginando tutto? Guardò lo specchio, e
vide riflesso, il viso di Kagami adornata da una calda sfumatura di carminio, e da
un'espressione che tradiva emozione e sorpresa.
Fece un passo indietro, per osservare quell'immagine straordinaria,
rendendosi finalmente conto che solo la leggera camicetta leggermente
aperta, e di sottili pantaloni, che erano il pigiama di Kagami,
separavano i suoi occhi dal corpo dell'amica. Deglutì a vuoto.
Non doveva pensare ciò che stava pensando, ma lo voleva
così tanto, forse se avesse soddisfatto la propria
curiosità solo un po', sarebbe riuscita a controllarsi a tornare
in se. Lei non lo avrebbe mai saputo...
Si allontanò di un'altro passo dallo specchio, ottenendo una visuale ottimale.
Abbassò appena l'elastico dei pantaloni, aprì alcuni
bottoni della camicetta, quelli più in basso e quello più
in alto, scoprendo il ventre piatto ma morbido e lasciando scendere il
colletto da una sola spalla, si mosse in modo da trovarsi in una posa
che per qualche motivo l'aveva sempre colpita, gli occhi incollati
all'immagine davanti a se, ad osservare i frutti del proprio lavoro,
una Kagami leggermente svestita, la testa lievemente piegata e girata
come ad osservale la spalla e la clavicola esposte, il braccio tirato
all'indietro ed il volto striato di rosso. Ad ogni secondo che passava
poteva sentire il proprio sangue pulsarle nelle vene con forza, il
calore sempre più insopportabile. Era bellissima, era
incredibilmente sexy, ed in quel preciso momento, era completamente sua.
Si mosse, un movimento lento e sinuoso che non le aveva mai visto fare,
ma era venuto così naturale che, non aveva dubbi, non poteva
essere la prima volta. Si mosse ancora, osservando ogni centimetro di
quella figura flessuosa ma sottile che la stava lentamente portando
alla follia.
Sentiva la propria eccitazione salire sempre di più, non sarebbe
riuscita a controllarsi ancora a lungo, sentiva già le mani
lavorare per aprire altri bottoni della camicetta, che improvvisamente
le sembrava così stretta, doveva toglierla.
Con mani tremanti per l'eccitazione aprì finalmente l'ultimo
bottone, e lasciò cadere lentamente la stoffa rosa, esponendo,
non altra stoffa, ma solo pelle, calda e morbida.
Il sangue scorreva sempre più velocemente nelle sue vene,si
aspettava di vedere l'intimo della ragazza dai lughi capelli lilla, ma
prima di poter processare la visione, una mano andò a posarsi su
un bianco seno esposto, mandando scariche di adrenalina in tutto il corpo. La
stava toccando! Stava toccando Kagami! E che magnifica esperienza
era, più volte lo aveva sognato, ma mai aveva provato una
sensazione tanto forte. Il fatto di sentire anche la reazione di quel
corpo che tanto la estasiava, servì solo a farle perdere il poco
auto controllo rimasto.
Come in trance le mani, che ora erano entrambe al petto,
scesero sino a toccare l'elastico dei pantaloni, e li tirarono
giù molto lentamente, come se un movimento brusco potesse
infrangere quel momento come vetro.
Ancora una volta fu colta di sorpresa, quando un rado ciuffetto di
corti peli color lavanda emersero da sotto la stoffa, e tuttavia, nel
suo stato di ammaliato stupore, non si fermò, rivelando, in
tutta la sua gloria, la parte più intima di colei che, se avesse
saputo cosa stava facendo, non avrebbe sicuramente voluto vederla mai
più.
Con una calma che non le apparteneva ed il fiato corto, sfilò la
barriera di stoffa che ora impediva solo alle gambe di mostrarsi.
Le labbra dischiuse appena e una luce negli occhi, adesso poteva vedere
la ragazza che tante volte aveva sognato, senza nulla ad
ostacolarne la vista.
Aveva la vaga impressione che in un'altro momento avrebbe pianto a
quella visione, ma in quel momento tutto quello che voleva era
marchiarla a fuoco nella propria memoria, le lunghe gambe toniche, le
bianche braccia, le spalle attraenti, il viso che poteva scioglierla
con un sorriso, il ventre piatto, i seni piccoli ma sodi, ed il centro
del calore che l'aveva posseduta e che l'aveva portata dov'era.
Sentiva il cuore battere all'impazzata mentre, incapace di fermarsi,
cominciava ad accarezzare con la massima delicatezza il corpo che non
le apparteneva.
Il tocco leggero delle sue stesse mani fece esplodere il piacere, non
avrebbe saputo dire se fosse perchè stava osservando la ragazza
che tanto aveva desiderato, fare ciò che faceva a se stessa
quando la pensava o perchè era il tocco delle
sue mani.
Senza riuscire a trattenersi iniziò a far scorrere con
leggerezza le dita, che non le appartenevano, su quei seni bianchi e
perfetti, i capezzoli eretti per l'eccitazione, e sulle grandi labbra
già gonfie. Non osò fare nulla oltre accarezzare
delicatamente il corpo dell'amica, ma non sembrò essere un
problema.
Prima di quanto avesse portuto prevedere, sentì il
piacere montare prepotente in lei, ad anche al tocco leggero che stava
usando, tutti i muscoli si tesero nello stesso istante mentre la sua
mente era piena solo del nome della proprietaria di quel corpo e della sua immagine.
Mentre la sua mente si schiariva, ed il piacere residuo evaporava, si
rese conto della propria posizione. Non avrebbe saputo dire quando, ma
ad un certo punto doveva essere scivolata a terra, perchè si
ritrovò seduta sul pavimento. Guardò ancora lo
specchio, e si rese conto di cosa avesse fatto. Aveva abusato del corpo
della sua migliore amica, le mani immobili, la sinistra abbandonata di
lato, ovviamente scivolata dal petto durante il suo momento di estasi,
la destra ancora in mezzo alle gambe, le dita bagnate della sua
eccitazione, a meno di un centimetro dal sesso ancora pulsante.
Non riusciva a capacitarsi delle proprie azioni, era come se avesse
tradito la fiducia di Kagami, tuttavia non poteva neanche negare che fosse stata l'esperienza più incredibile della sua vita.
Ed in quel momento si rese conto che la situazione poteva essere vista
in un'altro modo, non come le mani della prima gemella che la
toccavano, ma come le sue mani che tocavano lei! Non si stava
semplicemtne toccando mentre la guardava, stava toccando lei, il suo
corpo, quello che desiderava tanto ardentemente!
Solo
l'idea di averla tra sue mani le faceva andare il sangue alla
testa. Dimenticò ogni altra cosa, e si concentrò solo
sulla sensazione di toccare Kagami, di darle piacere, immaginando che
fosse con lei, e di renderla felice. Immediatamente sentì una
goccia scendere per la coscia, quando si era messa in ginocchio?
Sentendo l'eccitazione montare persino più
propotente rispetto a qualche minuto prima, iniziò ad
accarezzare, non solo le zone
erogene, ma ogni lembo di pelle che riuscisse a raggiungere, voleva
imprimersi nella memoria la sensazione della pelle di Kagami sotto le
sue dita.
Senza pensarci iniziò a toccarsi ancora,
continuando l'esplorazione di quel corpo estraneo nel frattempo. Non
avrebbe saputo descriverlo a parole, ma se poco prima aveva provato
qualcosa di straordinario, ciò che sentiva in quel momento era il Nirvana.
Mentre ascoltava la voce dell'amica che ansimava e
mugolava, la sua immaginazione proiettò se stessa dietro Kagami,
iimaginando che le mani che la toccavano accarezzavano e sfioravano
fossero le
sue, come se lo stesse facendo davvero a lei.
Iniziò a
penetrarla dolecemente con le sue dita, stando bene attenta a non
andare troppo in fondo, ma copiando tutti i movimenti che aveva visto
negli hentai che aveva letto, scoprendo quasi con sorpresa quanti ne
funzionavano, e presto fu travolta da ondate di piacere.
Via via che
perdeva ancor a il controllo, la sua mente le faceva vedere una
Kagami in estasi tra le sue braccia, e proprio metre nella sua
immaginazione la sua amante lanciava un alto grido, lei si mordeva le
labbra nel tentativo di non emettere un suono.
Ancora tremante ed ansante, invece di fermarsi, i suoi movimenti
divennero più frenetici, più febbrili, la sua
immaginazione andata fuori cotnrollo le faceva vedere adesso due, tre
Kagami che le davano piacere contemporaneamente, e quando il terzo
orgasmo colpì con la forza di un maremoto, la bocca aperta in un
urlo muto, la schiena inarcata sin quasi a dare l'impressione di
rompersi, ancora una volta la sua mente era piena solo del nome della
ragazza che poteva farle perdere la testa senza nemmeno essere realmente presente.
Quando riuscì a calmarsi, gli occhi semichiusi,
voltata su un fianco ad esaminare l'immagine nello specchio,
pensò quanto sarebbe stato fantastico poter provare quelle
sensazioni con la vera Kagami.
Quando si svegliò nel suo letto, quella mattina, Konata non
potè non rendersi conto di avere un bisogno disperato di
cambiare le lenzuola il più in fretta possibile, e ripensando al
sogno, almeno credeva fosse stato un sogno, della notte prima, non era una sorpresa. Aveva la vaga
impressione che qualcosa non fosse al proprio posto, ma liquidò
immediatamente l'argomento pensando che avrebbe
anche potuto fare una doccia già che c'era. Il fatto di essersi
svegliata nuda, e la posizione dello specchio fullbody, che da
un'angolo era comparso giusto di fronte al suo letto, finirono in
secondo piano e dimenticati.
Dopo aver fatto sparire tutte le prove della sua "notte brava" ed
essersi ripulita, sentiva ancora una leggera sensazione formicolante al
basso ventre ogni volta che ripensava al sogno che aveva fatto, sembrava così reale, si
accorse di essere in ritardo e di dover fare in fretta od avrebbe perso
il treno.
Solo dopo essere arrivata alla stazione, la colpì la
realizzazione che la protagonista di quel sogno selvaggio sarebbe stata
lì.
Percorse la breve distanza correndo, nel disperato tentativo di smettere di pensare alle forti emozioni che aveva provato.
Fin troppo presto arrivò alla piattaforma del treno che ogni
mattina la portava a scuola. Le gemelle erano già lì ad
aspettarla, Tsukasa, come al solito, intenta a giocare col cellulate,
ma non ebbe il coraggio di guardare Kagami, ma dopo solo due secondi
non riuscì a non arrischiare un'occhiata.
Dopo solo uno sguardo alla ragazza dai penetranti occhi blù,
arrossì così violentemente da attirare persino l'attenzione della distratta
tsukasa, ma si voltò così
velocemente che nessuna delle due gemelle potè essere sicura di
cosa avesse visto, ma sulle guance della diretta interessata in quell'esatto momento si
stava facendo strada una sfumatura di rosso molto simile. Senza
guardarsi le due si diressero verso il treno, che era eppena arrivato,
lasciando una confusa Tsukasa a speculare sul possibile motivo di un
comportamentò così strano.
Durante tutto il tragitto nessuna delle tre disse una sola parola,
mentre le due ragazze dalle guance arrossate evitavano di guardarsi, la
terza cominciava a chiedersi se finalmente non avessero capito
ciò che era ovvio già da tempo per lei. "Magari è la volta buona", pensò.
Subito dopo essere arrivate a scuola, si divisero velocemente, se non
altro per evitare di svenire a causa del troppo sangue alla testa. Una
volta al sicuro ogniuna nella propria classe, non passò molto
più di un minuto prima che le due sensibili amiche si preoccupassero per loro.
Le due discussioni furono quasi identiche, una
tra Kagami ed una preoccupata Ayano, non era normale che
non si arrabbiasse con Misao per esserle saltata al collo fosse
invece fuggita tremando al suo posto, e una sorpresa Miyuki, che
non aveva mai visto Konata arrossire prima, ed era molto curiosa di
sapere cosa fosse riuscito a mettela in imbarazzo, e magari nel
frattempo avrebbe anche potuto confortarla se si fosse trattato di qualcosa di negativo.
Avendo un gran bisogno di parlarne , raccontarono alla rispettiva amica
di aver fatto uno strano sogno, ma mentre Kagami avitava accuratamente
di dare dettagli che ne rigurdassero gli avvenimenti, Konata
riferì che si trattava di un sogno particolarmente vivido in cui
faceva qualcosa che non avrebbe mai potuto, ne dovuto, fare, ma all'espressione interrogativa
dell'amica dai capelli rosa decise di non riverlarle la natura del
sogno, persino lei aveva dei limiti.
Sentendo di stare un po' meglio le due decisero si cercare di
passare una normale giornata di scuola, e di non pensare ai rispettivi
sconvolgenti ricordi.
A pranzo, Kagami decise che non andare nella classe della sorella
avrebbe suscitato sospetti, quindi, sperando che almeno quel giorno
Konata
si comportasse civilmente, andò a trovare le due amiche e la
sorella.
Fortunatamente il suo desiderio venne esaudito, e la piccola ragazza
dai lunghi capelli rimase al proprio posto senza toccare ne molestare
nessuno, tuttavia non potè non preoccuparsi quando si accorse che
non era nemmeno piena di energia ed allegra come al solito, ma non
riuscì a pensarci molto a lungo perchè fu distratta da
una particolare domanda fatta da Tsukasa.
Voleva sapere che cosa avesse
sognato l'amica sottomisura per essere tanto imbarazzata quella
mattina, aveva sentito mentre ne parlava con Miyuki, e voleva
accertarsi
che stesse bene. La diretta interessata sussultò alla domanda, a
non rispose immediatamente, dirigendo invece il proprio sgurdo
dalla parte opposta, cosicchè non potessero vedere il suo
viso rigato di rosso. Tuttavia la sua manovra evasiva le impedì
di vedere Kagami che
la fissava insistentemente fin dalla menzione del sogno. Arrossendo
disse solo, in tono molto sommesso, che la ragazza dai lunghi capelli
lilla, ne era parte integrante, innescando la reazione scioccata
di
quest'ultima che senza riuscire a trattenersi emise un sommesso "Anche lei...".
Si voltò di scatto e si guardarono negli occhi per un secondo,
prendendo immediatamente il colore delle ciliege mature. Le due
innocienti ragazze che le osservavano confuse tentarono di cambiare
argomento o di allentare la tensione che sentivano nell'aria, ma per
tutto il resto della pausa, nessuna delle due ragazze dal viso tinto di
rosso disse una sola parola.
Per tutto il resto delle lezioni Kagami non potè non pensare
alle parole dell'amica, sempre più sicura che il suo sospetto
fosse fondato, mentre Konata passò la giornata troppo distratta persino per addormentarsi in classe.
Durante la breve passeggiata fino alla stazione, Tsukasa finì, per la prima volta, col
lasciare indietro le altre due, che da pranzo non avevano più
detto una sola parolaa nessuno, salutando con solo un cenno del capo.
Quando la gemella dai capelli corti fu fuori portata d'orecchio,
l'altra ragazza dai capelli lilla, fece un profondo respiro, e usando
tutto il coraggio che aveva, usando un'espressione indecifrabile per
nascondere il proprio nervosismo, si voltò verso Konata.
Dopo
essersi avvicinata a lei perchè nessun'altro potesse sentire
le sue parole le disse "Raccontami il tuo sogno",
aveva usato un tono che la sua piccola amica non aveva mai sentito, era estremamente
sensuale, ma prima che potesse rispondere quella parlò ancora "Anche io ho fatto un sogno su di te, e sono sicura fosse so stesso... Mi è piaciuto un sacco." disse mentre il suo fiato caldo faceva scendere un brivido lungo la schiena dell'altra.
Konata deglutì a vuoto, ed abbandonando ogni precauzione e contro ogni
logica annuì debolmente, ma lei l'aveva vista, così le
sussurrò una parola molto simile a stasera e poi si voltò
per raggiungere la sorella, che si era appena accorta della loro
assenza, con uno strano sorriso sul viso.
Non risuciva a capire se
fosse più felice o preoccupato.
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