Nuova pagina 1
Disclaimer:
Castiel e i personaggi di Supernatural non ci appartengono, ma Allison
decisamente SI' così come le trame che derivano dalla visione del telefilm.
Per cui siete pregati di non copiare, le fan fictions si scrivono per liberare
la propria fantasia...non quella degli altri. Buona lettura da
StillAnotherBrokenDream e Robigna88 (Broken_88)
CAPITOLO 3
Allison si trascinò stanca fuori dalla
porta di casa. Non aveva voglia di mettere il piede fuori per nessuna ragione al
mondo, ma la sua vicina, con una telefonata isterica e fastidiosa le aveva fatto
notare che la sua cassetta della posta stava per esplodere e che gran parte
delle lettere che aveva ricevuto si stavano ingiallendo sotto il sole cocente di
Los Angeles.
«Fanculo tu e quelle stramaledette
lettere.» le aveva risposto senza troppi
preamboli. Però alla fine era uscita comunque a recuperare la posta di giorni e
giorni. Magari avrebbe trovato un biglietto di Castiel o qualcosa che le facesse
capire che non pensava davvero quello che ha detto, che la voleva con sé
nonostante tutto. Aveva riso di quel pensiero; un Angelo del Signore che le
mandava un biglietto dicendole che la amava. Non aveva senso, se Castiel avesse
voluto parlare con lei sarebbe volato lì in casa, faccia a faccia, com'era
sempre successo ogni qual volta era stato necessario. E infatti, nella posta non
trovò nulla di interessante eccetto bollette scadute e avvisi di pagamento con
la minacciosa carta intestata di qualche studio legale che cercava di
intimidirla citando articoli del codice che le intimavano di pagare
immediatamente.
«Stupide bollette...» mormorò alzandosi
per raggiungere il cestino dell'immondizia. Le gettò tutte dentro senza nemmeno
strapparle o appallottolarle, e poi sospirò riempiendo un bicchiere di acqua dal
lavabo. Ne bevve un sorso guardando fuori dalla finestra che dava sul giardino e
chiuse gli occhi facendo scricchiolare il collo teso.
Non aveva dormito un granché negli ultimi
tempi, ma naturalmente neppure questo aspetto della sua vita era una novità. Non
si faceva una vera e propria dormita da così tanto tempo che neppure ricordava
quanto ne fosse passato. Forse, si rese conto, l'ultima volta che era successo
c'era Cass accanto a lei, a stringerla tra le braccia. Quindi molto molto tempo
prima.
Sospirò e sobbalzò quando con uno scatto
il contatore della luce si spense togliendo l'elettricità in tutta la casa. Cosa
diavolo era successo?
«No...» mormorò scuotendo il capo mentre
si avvicinava al contatore «Non è possibile. Mi hanno ridotto l'erogazione di
corrente elettrica. Maledetti stro...» la frase le morì in bocca, scosse il capo
traendo un grosso respiro e tornò fino alla cucina per afferrare il suo
cellulare che squillava.
Sul display il nome di Sam vibrava a
lettere cubitali seguito dallo smile sorridente a cui lo aveva affiancato quando
anni prima lo aveva memorizzato. Se solo ora avesse avuto la voglia ed il tempo
avrebbe cambiato quella faccina sorridente trasformandola in una faccina
perplessa o depressa, in qualcosa di brutto e pericoloso perchè quei due
portavano solo pericolo e sconvolgimento nella sua vita. Pensò se rispondere o
meno, ma poi decise di farlo. In fondo potevano essere notizie riguardanti
Castiel in qualche modo.
«Pronto?» rispose senza particolare
entusiasmo. Immaginava che se Sam la stesse chiamando era perchè stava di nuovo
bene, ma non le importava più di tanto.
«Allison...
Sono Sam.»
«Felice di sentire che stai bene.»
«Lo sei davvero?» le chiese lui «Non
sembra.»
«In realtà non mi importa, ma non volevo
essere brutale.»
«Oh...
certo, nessuna brutalità.»
Allison si schiarì la voce e cercò nel
secchio dell'immondizia la bolletta dell'elettricità che aveva buttato via poco
prima. Forse in fondo, almeno quella era il caso di pagarla. «Mi hai chiamata
per dirmi qualcosa di importante o solo per sottolineare la mia... brutalità?»
«Ti
ho chiamato per Castiel.»
Allison si irrigidì, si sollevò piano
stringendo più forte tra le dita il suo cellulare e deglutì a vuoto «Lui sta
bene vero?»
Dall'altra parte del telefono Sam fece un
grosso respiro e si prese un lungo minuto prima di rispondere «Lui si è
sacrificato per me. Mi ha salvato rimettendo ordine nella mia mente ma... ha
preso tutto il mio malessere psichico, lui non ci sta più con la testa Allison,
mi ha salvato e non lo scorderò mai ma abbiamo dovuto lasciarlo lì nella clinica
dell'Indiana perchè al momento è il posto più sicuro per lo stato in cui si
trova adesso.»
Allison sentì gli occhi riempirsi di
lacrime, il viso avvamparle di rabbia ed il cuore farle male dentro al petto.
L'avevano fatto di nuovo. Avevano di nuovo schiacciato Cass col peso del loro
egoismo e del loro legame morboso.
«Allison,» continuò Sam «Ti
giuro che troveremo il modo di salvarlo, te lo prometto, ma ci vorrà tempo.»
«Smettila di parlare!» urlò Allison «Come
avete potuto farlo Sam? Siete due egoisti. Due bastardi egoisti. Ti dico cosa
faremo adesso. Io andrò a prendere Cass e ce ne andremo. Io troverò il modo di
aiutarlo e né tu né Dean dovrete avvicinarvi mai più a noi due. Intesi?»
«Allison
io...»
Allison riattaccò senza dargli il tempo
di finire. Corse di sopra e raccolse tutte le sue cose chiudendole
disordinatamente in due borsoni. Prese tutte le armi che credeva sarebbero state
necessarie ed i sacchetti magici che sarebbero serviti a nasconderli. Tornò di
sotto ed aprì un cassetto in cucina. In un vano nascosto all'interno trovò
documenti falsi maschili con la foto di Castiel sopra e delle bottigliette di
acqua dal frigo. Per ultimo il suo portatile e raggiunse di corsa l'auto fuori
nel vialetto richiudendosi la porta di casa alle spalle.
Sarebbe andata a prendere Castiel e
finalmente sarebbero stati insieme. Non le importava che fosse matto, non le
importava il fatto che sarebbero serviti tempo e pazienza per aiutarlo a stare
bene di nuovo. Si sarebbe presa cura di lui come meritava, come avrebbe dovuto
fare fin dall'inizio. Il suo Cass non sarebbe rimasto da solo in una clinica
psichiatrica. L'aveva abbandonato una volta e non avrebbe rifatto lo stesso
sbaglio.
Lei lo amava e insieme tutto sarebbe
andato per il meglio.
*****
Guidò come una pazza e in poche ore
raggiunse l'Indiana, senza fermarsi nemmeno una volta. Cass era rinchiuso in
manicomio da solo insieme a chissà quali allucinazioni diaboliche
Come avevano potuto farlo? Lo odiavano
fino a questo punto? Eppure Dean per anni si era comportato come un amico erano
riusciti a superare diversi problemi
credeva davvero che fossero amici
nonostante tutto, Cass si era fatto uccidere ben due volte per aiutarli!
Invece l'avevano di nuovo abbandonato,
nel letto di un manicomio.
Sospirò profondamente massaggiandosi la
fronte, era stanca ma non aveva nessuna intenzione di riposare, mancava poco per
arrivare all'ospedale, doveva resistere. Presto avrebbe riavuto il suo angelo e
insieme sarebbero scappati lontani.
Finalmente arrivò in prossimità
dell'ospedale psichiatrico, parcheggiò l'auto e nascose un pugnale e una pistola
sotto la giacca. Non aveva idea di cosa avrebbe trovato, ma era meglio non
rischiare. Scese dall'auto e chiuse la portiera con violenza, e si avviò verso
l'entrata.
Era un posto squallido, esattamente come
ci si aspettava un manicomio al giorno d'oggi. Non aveva idea di dove fosse Cass,
era costretta a chiedere a qualcuno. Sì, ma sotto quale nome l'avevano fatto
ricoverare?
Dio, di certo non come »Castiel l'angelo
del Signore»!
Entrò e si fermò, guardandosi intorno.
Infermieri e dottori camminavano a passo spedito, una guardia giurata la
squadrava da lontano e...
Meg? Che cazzo ci faceva lì Meg?
Vestita da infermiera, ma con gli anfibi
ai piedi, si stava avvicinando a passo svelto.
«Brutta
troia» mormorò Allison, pentendosi di non
aver portato una tanica di acqua santa per soffriggere la stronza.
Anche Meg sembra poco felice di vederla,
forse intuiva perchè era lì. Portare via Castiel, cosa che voleva fare molto di
più visto che c'era quella schifosa di un demone nel paraggi.
«Wow
che sorpresa Allison Morgan» esordì Meg.
«Qual buon vento ti porta da noi? Hai bisogno
di una vacanza nel nostro centro benessere?»
Allison rise appena reclinando indietro
la testa, davvero, non ne poteva più di quel demone maledetto, avrebbe dovuto
ucciderla subito, non appena la sua brutta faccia era ricomparsa davanti ai suoi
occhi.
Cosa pensava di fare? Davvero credeva che
mettersi contro di lei fosse conveniente?
Allison non si era mai ritenuta una
cacciatrice più in gamba degli altri, e nemmeno spietata. Non uccideva una
creatura soprannaturale a prescindere solo perchè non era umana, la uccideva
solo se strettamente necessario, solo se l'essere era davvero mostruoso e dava
fastidio.
Però, di una cosa era certa, e quella
stessa cosa amava sottolinearla quando, come in quel caso, era necessario per
far abbassare la cresta ad un gallo troppo saccente come Meg: era meglio non
farla arrabbiare.
Si rimise dritta e scosse il capo un paio
di volte prima di puntare gli occhi dentro quelli demoniaci della sua
interlocutrice.
«Meg
Meg Meg....» le disse.
Poi la colpì al viso spaccandole il naso
e la afferrò per i capelli prima ancora che lei potesse reagire
«Non
dovresti fami arrabbiare, nè fare stupide battute sulla mia presenza qui...
perchè vedi, il cucciolo Sam Winchester ha vuotato il sacco e il fatto che io
sia dovuta venire in questo squallido posto dove, tu sai chi è stato rinchiuso
preda di un attacco di egoismo stile Winchester, mi rende molto molto
suscettibile al momento.»le disse stringendole i capelli »E il fatto che tu sia
qui, peggiora il mio umore. Quindi dimmi dov'è Cass, aggiornami sulle sue
condizioni e poi sparisci dalla mia vista prima che il mio istinto abbia la
meglio sulla ragione e ti uccida piantandoti un pugnale nel petto. Siamo intese?»
Meg rise leccando il sangue che piano dal
suo naso colava fino alle labbra «Tipico di
Sam, non sa tenere il becco chiuso. Ma sai, non so di cosa...»
«Allison!»
Sam Winchester comparve da dietro una
porta e richiamò l'attenzione dell'amica troncando sul nascere la frase di Meg.
Non era stupito che fosse lì e il suo
sguardo la diceva lunga sull'umore che l'aveva accompagnata per tutto il
viaggio.
Non si sarebbe sorpreso se l'avesse
colpito spaccandogli il naso o la mascella, o magari entrambi. Allison mollò la
ferrea presa sui capelli di Meg e raggiunse il minore dei Winchester.
«Sei un figlio di puttana. Tu e quell'altro
idiota di tuo fratello. Dimmi dov'è Cass, così posso prenderlo e portarlo via.»
Sam alzò le mani per farle capire che non
aveva nessuna intenzione di opporsi alla sua richiesta, un po' per calmare gli
animi, un po' per non dare troppo nell'occhio, anche se non l'avrebbe fermata se
avesse provato ad uccidere Meg.
«È di
sotto, in sala ricreazione con Dean.»
«Bene.»rispose
Allison «Tu vieni con me.»continuò
afferrandolo per un braccio.
«Non
così in fretta.»rispose Meg pulendosi il naso col dorso della mano.
«Cosa ti fa credere che Castiel verrà con te.
Dopotutto sono io che io gli ho tenuto la mano per tutto questo tempo sullo
spoglio letto di questo ospedale. Proviamo a chiamarlo tutti insieme, vediamo da
chi va il piccolo angioletto, è una specie di scommessa.»
Allison sospirò e afferrò la pistola
puntandogliela contro.
«Io
scommetto su di me, troia infernale, e ora fatti di lato.»
Meg rise e sospirò per non perdere la sua
sottile strafottenza, ma si fece di lato lievemente intimorita da quella
minaccia.
Insieme a Sam ed Allison raggiunse la
camera in cui Cass era ricoverato per raccogliere le sue cose e quando furono lì
una strana sensazione si impadronì di lei.
Gli occhi le si fecero neri come la pece
e la paura sembrò avere la meglio «Stanno
arrivando» sussurrò e prima che potesse
aggiungere altro, due persone comparvero nella stanza in un battito di ali.
«Merda...»mormorò
Allison «Angeli.»
Un uomo e una donna vestiti come se
dovessero andare ad un colloqui di lavoro apparvero al gruppetto di persone
Meg indietreggiò e al tempo stesso mise
mano al pugnale angelico che aveva nascosto dietro la schiena.
Non ci volevano quegli stronzi, proprio
no. Avrebbero fatto a pezzi loro e poi catturato il piccolo angelo spaesato
Odiava ammetterlo ma si era affezionata
davvero a quello stupido. Cioè lei voleva scoparselo dal principio, ma ora era
quasi una cosa sentimentale. Così ingenuo e vulnerabile, faceva emergere il suo
istinto materno. Cosa? Che idiozie, semplicemente le piaceva l'idea che
dipendesse da lei!
«Salve ragazzi, cosa possiamo fare per
voi?» domandò Sam cercando di prendere tempo.
Ma non avevano segnato a dovere
quell'ospedale? Evidentemente no se erano riusciti ad entrare. Anche Allison si
chiedeva come avevano fatto visto che aveva con se i sac...merda, non li aveva!
Nella fretta li aveva lasciati in macchina e di certo quei cretini dei
Winchester non aveva saputo apporre i giusti sigilli!
La donna dei due sogghignò. «Dateci il
traditore e forse non vi uccideremo»
«Intendete Meg?» rispose Allison
indicandola alla sua destra. «Lei è una maestra nel tradimento, è tutta vostra!»
Il demone la guardò di traverso ma in
fondo sapeva che era solo per prendere tempo...o almeno era in parte per questo.
«Non fare la furba con noi, stupida
umana. Stiamo cercando Castiel. Diteci dov'è!»
Non lo sentivano? Alleluja, Dean doveva
avere con se qualche sacchetto, altrimenti lo avrebbero già trovato.
«Vorremmo saperlo anche noi» disse Sam
sfoderando il più serio dei toni. «È sparito.»
*****
Nella stanza della ricreazione, come Meg
amava definirla, Cass raccoglieva piano i pezzi di un gioco da tavolo che Dean
aveva brutalmente gettato a terra nella foga di urlargli contro.
Davvero non capiva come mai il maggiore
dei Winchester fosse così arrabbiato, la vita era così colorata e ora Cass
poteva vederla con gli occhi della libertà.
Libertà dagli obblighi e dai sensi di
colpa... Se il pensiero non lo stupisse così tanto avrebbe tranquillamente
urlato che prendere il male di Sam gli aveva fatto bene come nessun'altra cosa
al mondo.
Nessuna a parte Allison. Ma perchè lei non...
Si tenne la testa e poi alzò poco gli
occhi fissando un punto indefinito.
«Che
c'è?» gli chiese Dean.
«Sta parlando con gli angeli.»
rispose tranquillamente lui rimettendosi in piedi.
«Chi?»
«Allison... è venuta.»
e senza aggiungere altro volò via portando con sè in uno schiocco di dita
anche Dean.
Quando si materializzò in camera, gli
occhi nocciola della donna più bella che avesse mai visto si posarono su di lui
guardandolo con un misto di apprensione e dolcezza.
Dio... quanto era bella.
«Castiel!»
esclamò l'altro angelo uomo «Sei vivo fratello mio.»
«Si» rispose lui sorridendo e guardandolo
«Lo sono.»
«Allison, come sei arrivata qui?»
chiese Dean guardandola.
«Vaffanculo idiota.»
fu la risposta che ricevette.
«Tu..»
mormorò l'angelo donna guardando Cass «Pensavamo fossi morto. Sei venuto in
paradiso, hai blaterato, ucciso molti di noi e poi sei sparito nel nulla.»
«Lo so.. lo so...»
sospirò Cass «Mi dispiace ma ora sono diverso. Ora mi piace guardare i fiori e
le api. Fidatevi di me, posso offrirvi nuove prospettive.»
«Sei fuori di testa!»
urlò quell'angelo donna «Sarò costretta ad ucciderti.»
«No!»
urlò Allison avvicinandosi e mettendosi davanti a lui
«Non osare toccarlo.»
«Tu, stupida umana impertinente.»
ringhiò feroce l'altra allungando la mano fino a quasi sfiorare il viso di
Allison «Come osi.»
E la colpì facendola arrivare dall'altra
parte della stanza sanguinante. Cass sgranò gli occhi, fissò l'angelo inferocito
e lo colpì con tutta la forza che aveva «Non toccarla!»
disse deciso.
L'angelo lo guardò perplesso si scansò
dalla presa ferrea di Cass e scosse il capo tirando fuori il suo pugnale
angelico.
Ma prima che potesse fare qualunque cosa,
una grande luce si irradiò nella stanza facendo sparire tutti gli angeli
presenti nella stanza, Cass compreso.
Allison sgranò gli occhi scuotendo il
capo e si voltò verso la porta.
Un omone di colore tolse la mano dal
sigillo e guardò Meg con sguardo che tradiva soggezione. «Ben fatto Tim...»
mormorò il demone ridendo appena.
Allison invece si portò le mani ai
capelli e li strinse tra le dita con gli occhi gonfi di lacrime.
«Cass...» mormorò guardando il vuoto.
«Già, è l'ultima volta che ti salvo il
culo Meg. Questa tua crociata contro inferno e paradiso mi sta annoiando» le
disse serio il demone intervenuto in loro aiuto.
Meg alzò le spalle. «Sono un tipo
allegro, mi piace l'avventura. Ora se non ti dispiace, andiamo via. Quegli
uccellini torneranno e saranno molto più incazzati di quanto non fossero già.»
Allison la fissò truce. «Dobbiamo trovare
Cass» disse perentoria. «Dove diavolo l'hai mandato?»
Il gigante sogghignò. «Non ne ho idea,
penso in paradiso. Non sono affari miei, questa guerra è vostra e io non voglio
entrarci. Adios!»
Scomparve davanti ai loro occhi, più
silenzioso di come facevano gli angeli.
«Meg ha ragione, dobbiamo andarcene da
qui» disse Dean avvicinandosi ad Allison.
Lei gli lanciò uno sguardo di fuoco.
«Allora vattene con la tua nuova amica, io cerco Cass» rispose.
Il cacciatore si passò una mano sul viso.
«Cass è un angelo, ci troverà lui non appena..»
«Cass non sta bene!» tuonò la donna. «Per
colpa vostra! E voi che fate? Pensate solo alla vostra pelle e ve ne fregate di
lui, come fate da quattro fottuti anni!»
«Allison...» provò ad intervenire Sam, ma
lei gli regalò lo stesso guardo riservato al fratello.
«Sta' zitto Sam, per favore. È proprio
per te che Cass sta male, e non hai fatto niente per aiutarlo. Voi andate pure,
io andrò per la mia strada.»
Dean sospirò e parlò con tono più pacato.
«Ally, ascolta. Hai ragione su tutti i fronti, se fossimo stati più attenti non
saremmo arrivati a questo punto, non ci sarebbero stati Leviatani e Cass non
sarebbe...beh, uscito fuori di testa. Quel demone l'ha spedito lontano, ma non
l'ha ucciso e appena ci troverà verrà da noi. Ora andiamo per favore...»
Allison aprì la bocca per replicare,
quando un trillo di cellulare la bloccò. Era quello di Meg. La puttana aveva
l'ultimo modello di Iphone, chissà chi aveva sgozzato per rubarglielo.
«Sì.« rispose il demone. Dopo un paio di
secondi iniziò a sorride.
«Ehi Clarence! Che sorpresa, dove sei?
Noi dove ci hai lasciati, tesorino, muovi il tuo sederino alato e raggiungici,
dobbiamo and... cosa? Stai scherzando? Ok come vuoi.»
Meg chiuse la telefonata e si rimise il
cellulare in tasca. «Era il vostro angioletto, ha detto che ci raggiungerà
strada facendo, il tempo di confortare un cucciolo di cane che secondo lui è
molto infelice. È sempre stato un po' pazzo, ma ora è andato completamente!» e
scoppiò a ridere fragorosamente.
I Winchester si guardarono perplessi,
mentre Allison era scioccata.
Perchè aveva telefonato a Meg e non a
lei? Cosa gli era successo? Si era innamorato di lei?
Il solo pensiero le dava la nausea, non
poteva essere vero. Cass non poteva amare un demone!
Scosse il capo senza dire nulla ed uscì
dalla stanza tirandosi indietro i capelli. Sam, Dean e Meg la seguirono senza
proferire parola e una volta fuori Allison fece quello che aveva promesso a se
stessa. Non voleva avere nulla a che fare con quei due, mai più, ma gli
servivano ancora per ritrovare Cass quindi li avrebbe sopportati ancora per un
po'.
«Io prendo la mia auto.» disse loro
«Fatemi strada, e guidate in fretta.»
Accese il motore ed ingranò la marcia
seguendo l'auto dei ragazzi quando si immise sulla corsia. Non sapeva dove
stessero andando e onestamente non le importava nulla. Voleva solo trovare Cass,
dissuaderlo da quella specie di legame che sembrava avere con Meg e portarselo
via.
Il suo piano prevedeva un'unica
importante cosa: portare Cass via ed essere con lui felice per sempre. Che fosse
davvero fuori di testa o no non le importava, lei lo amava.
Sentì le lacrime impadronirsi dei suoi
occhi in modo prepotente e in pochi secondi scesero lente sulle guance fino a
sfiorarle le labbra. Divennero singhiozzi che la costrinsero a rallentare. Si
asciugò gli occhi sperando di riprendere il controllo e fece un grosso respiro
speranzosa di riuscirci.
*****
Nell'auto di Dean e Sam si respirava
un'aria greve, solo Meg sorrideva come un'imbecille facendo innervosire tutti i
presenti.
«Che diavolo hai da ridere stronza?» le
chiese Dean.
«Ho un sacco di motivi per cui ridere,
solo che tu non riesci a vederli, Winchester.» rispose lei afferrando il suo
cellulare che squillava. Fece segno ad entrambi i fratelli di fare silenzio e
rispose al telefono. «Cass...» sussurrò.
Gli disse su che strada si trovavano e
dopo pochi secondi il rumore di un battito di ali riempì l'abitacolo.
«Ragazzi... avreste dovuto vedere quel
povero cucciolo, era così infelice...» disse con aria triste guardandosi intorno
con fare indifferente.
«Allison è sulla sua auto, dietro di
noi.» gli fece sapere Sam.
«Oh...» sussurrò lui «Va bene. Qualcosa
non va però, ci sta abbagliando.»
Dean guardò lo specchietto retrovisore e
fermò l'auto in una piazzola di sosta. Scese e raggiunse Allison stupendosi del
fatto che Cass non lo stesse seguendo... Dio, cosa era successo dentro la mente
di quel povero figlio di puttana?
«Ehi...« disse Allison guardando un
attimo l'auto «Lui è... è arrivato?»
«Si.» confermò Dean «E sta bene.»
Allison annuì mordicchiandosi il labbro
inferiore «Ho bisogno di un po' di tempo da sola, voi andate, vi raggiungerò
dopo.»
«Allison non è una decisione saggia.» le
fece eco Dean.
«Forse, ma è una mia decisione e non
ammette repliche. Tieni d'occhio Castiel e aspetta la mai telefonata»«
Raggiunse il retro dell'auto e mentre
Dean si allontanava, risaliva in macchina e ripartiva, pensò al passato, che
sembrava tanto lontano.
Quando l'auto fu abbastanza distante, si
lasciò andare alle sue emozioni, e sciogliendosi in singhiozzi si lasciò cadere
a terra poggiando le spalle al parafango dell'auto stringendosi il viso tra le
mani.
Cass era tornato, ma da loro, non da lei.
Perchè le faceva questo? Sapeva di ferirla, ne era sicura, eppure si comportava
così.
Iniziò a pensare che la sua fosse una
vendetta, in fondo anche lei gli aveva voltato le spalle, non lo aveva sostenuto
quando più ne aveva bisogno.
Magari ora non voleva più avere a che
fare con lei, e preferiva Meg.
Scosse il capo e cercò di ricacciare
indietro le lacrime, ma quelle continuavano a scendere rapide e copiose.
Era tanto stanca, avrebbe solo voluto
potersi accoccolare accanto a Cass, godere del suo calore e addormentarsi felice
tra le sue braccia.
Ma forse questo non sarebbe successo mai
più.
«Ti ho perduto per sempre, Cass?» mormorò
in un sospiro, mentre davanti a sè il giorno lascia il posto alla notte,
regalandole un tramonto che sembrava quasi triste.
Persa nella sua tristezza, non si accorse
nemmeno nel fruscio di ali che risuonò nell'aria.
«Sono qui»
Allison sussultò e guardò alla sua
destra. I grandi occhi azzurri di Cass la guardavano tristi.
«Cass! Che ci fai qui?»
Lui guardò il tramonto. «Ti ho sentita
triste, volevo vederti» le disse.
Il cuore della donna batteva forte, non
era vero che preferiva Meg, nè tanto meno quei due idioti. Li aveva lasciati ed
era volato da lei.
«È vero...sono tanto triste. Anzi
disperata, perchè ho paura che tra di noi non sarà mai più come prima.» gli
confessò piangendo.
Cass abbassò lo sguardo. «Tutto nel mondo
cambia. Anche le persone, anche gli angeli sai? È un continuo mutare...»
Allison gli si avvicinò di più e gli
poggiò una mano sul braccio. «Cass, guardami» gli disse con dolcezza. «Io non
sono cambiata, io sono la donna di sempre. Quella che ti amava e che ti ama
ancora.»
L'angelo scosse il capo, ma sembrava sul
punto di piangere. «Hai visto che tramonto meraviglioso? Il sole sembra
allargarsi...»
Lei si sentì perduta, Cass in qualche
modo la stava respingendo. Magari non lo faceva di proposito ma era così. Le
lacrime ripresero a correre lungo le sue guance, tornò a sedersi al suo posto
senza staccare gli occhi dal viso di Cass.
«Perchè sei venuto qui?» gli domandò dopo
alcuni istanti.
Finalmente Castiel la guardò davvero,
Allison si accorse delle lacrime che stava per sgorgare dai suoi occhi.
«Te l'ho detto, ti sentivo triste» disse,
mentre una lacrima sfuggì dal suo controllo e rotolò lungo la sua guancia.
Allison la raccolse con le dita. «Perchè
piangi, Cass?»
Lui inclinò un po' la testa e sbattè le
palpebre. «Perchè anche se mi hai fatto male, mi fa male vederti piangere.»
Allison sentì il cuore andarle in pezzi,
il suo intero mondo si sgretolò e rimase solo l'amara consapevolezza che in
qualche modo, anche se forse non del tutto, l'aveva perduto.
«Mi dispiace.» gli sussurrò «Non sapevo
dove fossi e pensavo che non volessi vedermi, io.. Mi dispiace Cass...»
singhiozzò chiudendo gli occhi e quando li riaprì lui era a due millimetri dal
suo viso.
«Shh...»
le sussurrò. Poggiò le labbra dolcemente sulle sue e le imprigionò per
pochi lunghi secondi. Poi poggiò la fronte sulla sua e le strinse la mano
perdendosi nel silenzio di quel triste tramonto. Si era sentito abbandonato da
Allison, ma anche lui aveva le sue colpe. E nonostante tutto, lui la amava.
|