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Autore: Broken_88    24/07/2012    1 recensioni
Allison si stava rassegnando, lentamente, ad averlo perduto per sempre. Ma la vita le fa un regalo inaspettato, anche se dovrà combattere per riavere il suo amato Castiel com'era prima... (spoiler 6°-7° stagione)
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Settima stagione
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Disclaimer: Castiel e i personaggi di Supernatural non ci appartengono, ma Allison decisamente SI' così come le trame che derivano dalla visione del telefilm. Per cui siete pregati di non copiare, le fan fictions si scrivono per liberare la propria fantasia...non quella degli altri. Buona lettura da StillAnotherBrokenDream e Robigna88 (Broken_88)


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CAPITOLO 3

 

 

Allison si trascinò stanca fuori dalla porta di casa. Non aveva voglia di mettere il piede fuori per nessuna ragione al mondo, ma la sua vicina, con una telefonata isterica e fastidiosa le aveva fatto notare che la sua cassetta della posta stava per esplodere e che gran parte delle lettere che aveva ricevuto si stavano ingiallendo sotto il sole cocente di Los Angeles.

«Fanculo tu e quelle stramaledette lettere.» le aveva risposto senza troppi preamboli. Però alla fine era uscita comunque a recuperare la posta di giorni e giorni. Magari avrebbe trovato un biglietto di Castiel o qualcosa che le facesse capire che non pensava davvero quello che ha detto, che la voleva con sé nonostante tutto. Aveva riso di quel pensiero; un Angelo del Signore che le mandava un biglietto dicendole che la amava. Non aveva senso, se Castiel avesse voluto parlare con lei sarebbe volato lì in casa, faccia a faccia, com'era sempre successo ogni qual volta era stato necessario. E infatti, nella posta non trovò nulla di interessante eccetto bollette scadute e avvisi di pagamento con la minacciosa carta intestata di qualche studio legale che cercava di intimidirla citando articoli del codice che le intimavano di pagare immediatamente.

«Stupide bollette...» mormorò alzandosi per raggiungere il cestino dell'immondizia. Le gettò tutte dentro senza nemmeno strapparle o appallottolarle, e poi sospirò riempiendo un bicchiere di acqua dal lavabo. Ne bevve un sorso guardando fuori dalla finestra che dava sul giardino e chiuse gli occhi facendo scricchiolare il collo teso.

Non aveva dormito un granché negli ultimi tempi, ma naturalmente neppure questo aspetto della sua vita era una novità. Non si faceva una vera e propria dormita da così tanto tempo che neppure ricordava quanto ne fosse passato. Forse, si rese conto, l'ultima volta che era successo c'era Cass accanto a lei, a stringerla tra le braccia. Quindi molto molto tempo prima.

Sospirò e sobbalzò quando con uno scatto il contatore della luce si spense togliendo l'elettricità in tutta la casa. Cosa diavolo era successo?

«No...» mormorò scuotendo il capo mentre si avvicinava al contatore «Non è possibile. Mi hanno ridotto l'erogazione di corrente elettrica. Maledetti stro...» la frase le morì in bocca, scosse il capo traendo un grosso respiro e tornò fino alla cucina per afferrare il suo cellulare che squillava.

Sul display il nome di Sam vibrava a lettere cubitali seguito dallo smile sorridente a cui lo aveva affiancato quando anni prima lo aveva memorizzato. Se solo ora avesse avuto la voglia ed il tempo avrebbe cambiato quella faccina sorridente trasformandola in una faccina perplessa o depressa, in qualcosa di brutto e pericoloso perchè quei due portavano solo pericolo e sconvolgimento nella sua vita. Pensò se rispondere o meno, ma poi decise di farlo. In fondo potevano essere notizie riguardanti Castiel in qualche modo.

«Pronto?» rispose senza particolare entusiasmo. Immaginava che se Sam la stesse chiamando era perchè stava di nuovo bene, ma non le importava più di tanto.

«Allison... Sono Sam.»

«Felice di sentire che stai bene.»

«Lo sei davvero?» le chiese lui «Non sembra.»

«In realtà non mi importa, ma non volevo essere brutale.»

«Oh... certo, nessuna brutalità.»

Allison si schiarì la voce e cercò nel secchio dell'immondizia la bolletta dell'elettricità che aveva buttato via poco prima. Forse in fondo, almeno quella era il caso di pagarla. «Mi hai chiamata per dirmi qualcosa di importante o solo per sottolineare la mia... brutalità?»

«Ti ho chiamato per Castiel.»

Allison si irrigidì, si sollevò piano stringendo più forte tra le dita il suo cellulare e deglutì a vuoto «Lui sta bene vero?»

Dall'altra parte del telefono Sam fece un grosso respiro e si prese un lungo minuto prima di rispondere «Lui si è sacrificato per me. Mi ha salvato rimettendo ordine nella mia mente ma... ha preso tutto il mio malessere psichico, lui non ci sta più con la testa Allison, mi ha salvato e non lo scorderò mai ma abbiamo dovuto lasciarlo lì nella clinica dell'Indiana perchè al momento è il posto più sicuro per lo stato in cui si trova adesso.»

Allison sentì gli occhi riempirsi di lacrime, il viso avvamparle di rabbia ed il cuore farle male dentro al petto. L'avevano fatto di nuovo. Avevano di nuovo schiacciato Cass col peso del loro egoismo e del loro legame morboso.

«Allison,» continuò Sam «Ti giuro che troveremo il modo di salvarlo, te lo prometto, ma ci vorrà tempo.»

«Smettila di parlare!» urlò Allison «Come avete potuto farlo Sam? Siete due egoisti. Due bastardi egoisti. Ti dico cosa faremo adesso. Io andrò a prendere Cass e ce ne andremo. Io troverò il modo di aiutarlo e né tu né Dean dovrete avvicinarvi mai più a noi due. Intesi?»

«Allison io...»

Allison riattaccò senza dargli il tempo di finire. Corse di sopra e raccolse tutte le sue cose chiudendole disordinatamente in due borsoni. Prese tutte le armi che credeva sarebbero state necessarie ed i sacchetti magici che sarebbero serviti a nasconderli. Tornò di sotto ed aprì un cassetto in cucina. In un vano nascosto all'interno trovò documenti falsi maschili con la foto di Castiel sopra e delle bottigliette di acqua dal frigo. Per ultimo il suo portatile e raggiunse di corsa l'auto fuori nel vialetto richiudendosi la porta di casa alle spalle.

Sarebbe andata a prendere Castiel e finalmente sarebbero stati insieme. Non le importava che fosse matto, non le importava il fatto che sarebbero serviti tempo e pazienza per aiutarlo a stare bene di nuovo. Si sarebbe presa cura di lui come meritava, come avrebbe dovuto fare fin dall'inizio. Il suo Cass non sarebbe rimasto da solo in una clinica psichiatrica. L'aveva abbandonato una volta e non avrebbe rifatto lo stesso sbaglio.

Lei lo amava e insieme tutto sarebbe andato per il meglio.



 

*****


 

Guidò come una pazza e in poche ore raggiunse l'Indiana, senza fermarsi nemmeno una volta. Cass era rinchiuso in manicomio da solo insieme a chissà quali allucinazioni diaboliche

Come avevano potuto farlo? Lo odiavano fino a questo punto? Eppure Dean per anni si era comportato come un amico erano riusciti a superare diversi problemi

credeva davvero che fossero amici nonostante tutto, Cass si era fatto uccidere ben due volte per aiutarli!

Invece l'avevano di nuovo abbandonato, nel letto di un manicomio.

Sospirò profondamente massaggiandosi la fronte, era stanca ma non aveva nessuna intenzione di riposare, mancava poco per arrivare all'ospedale, doveva resistere. Presto avrebbe riavuto il suo angelo e insieme sarebbero scappati lontani.

Finalmente arrivò in prossimità dell'ospedale psichiatrico, parcheggiò l'auto e nascose un pugnale e una pistola sotto la giacca. Non aveva idea di cosa avrebbe trovato, ma era meglio non rischiare. Scese dall'auto e chiuse la portiera con violenza, e si avviò verso l'entrata.

Era un posto squallido, esattamente come ci si aspettava un manicomio al giorno d'oggi. Non aveva idea di dove fosse Cass, era costretta a chiedere a qualcuno. Sì, ma sotto quale nome l'avevano fatto ricoverare?

Dio, di certo non come »Castiel l'angelo del Signore»!

Entrò e si fermò, guardandosi intorno. Infermieri e dottori camminavano a passo spedito, una guardia giurata la squadrava da lontano e...

Meg? Che cazzo ci faceva lì Meg?

Vestita da infermiera, ma con gli anfibi ai piedi, si stava avvicinando a passo svelto.

«Brutta troia» mormorò Allison, pentendosi di non aver portato una tanica di acqua santa per soffriggere la stronza.

Anche Meg sembra poco felice di vederla, forse intuiva perchè era lì. Portare via Castiel, cosa che voleva fare molto di più visto che c'era quella schifosa di un demone nel paraggi.

«Wow che sorpresa Allison Morgan» esordì Meg. «Qual buon vento ti porta da noi? Hai bisogno di una vacanza nel nostro centro benessere?»

Allison rise appena reclinando indietro la testa, davvero, non ne poteva più di quel demone maledetto, avrebbe dovuto ucciderla subito, non appena la sua brutta faccia era ricomparsa davanti ai suoi occhi.

Cosa pensava di fare? Davvero credeva che mettersi contro di lei fosse conveniente?

Allison non si era mai ritenuta una cacciatrice più in gamba degli altri, e nemmeno spietata. Non uccideva una creatura soprannaturale a prescindere solo perchè non era umana, la uccideva solo se strettamente necessario, solo se l'essere era davvero mostruoso e dava fastidio.

Però, di una cosa era certa, e quella stessa cosa amava sottolinearla quando, come in quel caso, era necessario per far abbassare la cresta ad un gallo troppo saccente come Meg: era meglio non farla arrabbiare.

Si rimise dritta e scosse il capo un paio di volte prima di puntare gli occhi dentro quelli demoniaci della sua interlocutrice.

«Meg Meg Meg....» le disse.

Poi la colpì al viso spaccandole il naso e la afferrò per i capelli prima ancora che lei potesse reagire

«Non dovresti fami arrabbiare, nè fare stupide battute sulla mia presenza qui... perchè vedi, il cucciolo Sam Winchester ha vuotato il sacco e il fatto che io sia dovuta venire in questo squallido posto dove, tu sai chi è stato rinchiuso preda di un attacco di egoismo stile Winchester, mi rende molto molto suscettibile al momento.»le disse stringendole i capelli »E il fatto che tu sia qui, peggiora il mio umore. Quindi dimmi dov'è Cass, aggiornami sulle sue condizioni e poi sparisci dalla mia vista prima che il mio istinto abbia la meglio sulla ragione e ti uccida piantandoti un pugnale nel petto. Siamo intese?»

Meg rise leccando il sangue che piano dal suo naso colava fino alle labbra «Tipico di Sam, non sa tenere il becco chiuso. Ma sai, non so di cosa...»

«Allison!»

Sam Winchester comparve da dietro una porta e richiamò l'attenzione dell'amica troncando sul nascere la frase di Meg.

Non era stupito che fosse lì e il suo sguardo la diceva lunga sull'umore che l'aveva accompagnata per tutto il viaggio.

Non si sarebbe sorpreso se l'avesse colpito spaccandogli il naso o la mascella, o magari entrambi. Allison mollò la ferrea presa sui capelli di Meg e raggiunse il minore dei Winchester. «Sei un figlio di puttana. Tu e quell'altro idiota di tuo fratello. Dimmi dov'è Cass, così posso prenderlo e portarlo via.»

Sam alzò le mani per farle capire che non aveva nessuna intenzione di opporsi alla sua richiesta, un po' per calmare gli animi, un po' per non dare troppo nell'occhio, anche se non l'avrebbe fermata se avesse provato ad uccidere Meg.

«È di sotto, in sala ricreazione con Dean.»

«Bene.»rispose Allison «Tu vieni con me.»continuò afferrandolo per un braccio.

«Non così in fretta.»rispose Meg pulendosi il naso col dorso della mano. «Cosa ti fa credere che Castiel verrà con te. Dopotutto sono io che io gli ho tenuto la mano per tutto questo tempo sullo spoglio letto di questo ospedale. Proviamo a chiamarlo tutti insieme, vediamo da chi va il piccolo angioletto, è una specie di scommessa.»

Allison sospirò e afferrò la pistola puntandogliela contro.

«Io scommetto su di me, troia infernale, e ora fatti di lato.»

Meg rise e sospirò per non perdere la sua sottile strafottenza, ma si fece di lato lievemente intimorita da quella minaccia.

Insieme a Sam ed Allison raggiunse la camera in cui Cass era ricoverato per raccogliere le sue cose e quando furono lì una strana sensazione si impadronì di lei.

Gli occhi le si fecero neri come la pece e la paura sembrò avere la meglio «Stanno arrivando» sussurrò e prima che potesse aggiungere altro, due persone comparvero nella stanza in un battito di ali.

«Merda...»mormorò Allison «Angeli.»

Un uomo e una donna vestiti come se dovessero andare ad un colloqui di lavoro apparvero al gruppetto di persone

Meg indietreggiò e al tempo stesso mise mano al pugnale angelico che aveva nascosto dietro la schiena.

Non ci volevano quegli stronzi, proprio no. Avrebbero fatto a pezzi loro e poi catturato il piccolo angelo spaesato

Odiava ammetterlo ma si era affezionata davvero a quello stupido. Cioè lei voleva scoparselo dal principio, ma ora era quasi una cosa sentimentale. Così ingenuo e vulnerabile, faceva emergere il suo istinto materno. Cosa? Che idiozie, semplicemente le piaceva l'idea che dipendesse da lei!

«Salve ragazzi, cosa possiamo fare per voi?» domandò Sam cercando di prendere tempo.

Ma non avevano segnato a dovere quell'ospedale? Evidentemente no se erano riusciti ad entrare. Anche Allison si chiedeva come avevano fatto visto che aveva con se i sac...merda, non li aveva! Nella fretta li aveva lasciati in macchina e di certo quei cretini dei Winchester non aveva saputo apporre i giusti sigilli!

La donna dei due sogghignò. «Dateci il traditore e forse non vi uccideremo»

«Intendete Meg?» rispose Allison indicandola alla sua destra. «Lei è una maestra nel tradimento, è tutta vostra!»

Il demone la guardò di traverso ma in fondo sapeva che era solo per prendere tempo...o almeno era in parte per questo.

«Non fare la furba con noi, stupida umana. Stiamo cercando Castiel. Diteci dov'è!»

Non lo sentivano? Alleluja, Dean doveva avere con se qualche sacchetto, altrimenti lo avrebbero già trovato.

«Vorremmo saperlo anche noi» disse Sam sfoderando il più serio dei toni. «È sparito.»

 

 

*****

 

Nella stanza della ricreazione, come Meg amava definirla, Cass raccoglieva piano i pezzi di un gioco da tavolo che Dean aveva brutalmente gettato a terra nella foga di urlargli contro.

Davvero non capiva come mai il maggiore dei Winchester fosse così arrabbiato, la vita era così colorata e ora Cass poteva vederla con gli occhi della libertà.

Libertà dagli obblighi e dai sensi di colpa... Se il pensiero non lo stupisse così tanto avrebbe tranquillamente urlato che prendere il male di Sam gli aveva fatto bene come nessun'altra cosa al mondo.

Nessuna a parte Allison. Ma perchè lei non...

Si tenne la testa e poi alzò poco gli occhi fissando un punto indefinito.

«Che c'è?» gli chiese Dean.

«Sta parlando con gli angeli.» rispose tranquillamente lui rimettendosi in piedi.

«Chi?»

«Allison... è venuta.» e senza aggiungere altro volò via portando con sè in uno schiocco di dita anche Dean.

Quando si materializzò in camera, gli occhi nocciola della donna più bella che avesse mai visto si posarono su di lui guardandolo con un misto di apprensione e dolcezza.

Dio... quanto era bella.

«Castiel!» esclamò l'altro angelo uomo «Sei vivo fratello mio.»

«Si» rispose lui sorridendo e guardandolo «Lo sono.»

«Allison, come sei arrivata qui?» chiese Dean guardandola.

«Vaffanculo idiota.» fu la risposta che ricevette.

«Tu..» mormorò l'angelo donna guardando Cass «Pensavamo fossi morto. Sei venuto in paradiso, hai blaterato, ucciso molti di noi e poi sei sparito nel nulla.»

«Lo so.. lo so...» sospirò Cass «Mi dispiace ma ora sono diverso. Ora mi piace guardare i fiori e le api. Fidatevi di me, posso offrirvi nuove prospettive.»

«Sei fuori di testa!» urlò quell'angelo donna «Sarò costretta ad ucciderti.»

«No!» urlò Allison avvicinandosi e mettendosi davanti a lui «Non osare toccarlo.»

«Tu, stupida umana impertinente.» ringhiò feroce l'altra allungando la mano fino a quasi sfiorare il viso di Allison «Come osi.»

E la colpì facendola arrivare dall'altra parte della stanza sanguinante. Cass sgranò gli occhi, fissò l'angelo inferocito e lo colpì con tutta la forza che aveva «Non toccarla!» disse deciso.

L'angelo lo guardò perplesso si scansò dalla presa ferrea di Cass e scosse il capo tirando fuori il suo pugnale angelico.

Ma prima che potesse fare qualunque cosa, una grande luce si irradiò nella stanza facendo sparire tutti gli angeli presenti nella stanza, Cass compreso.

Allison sgranò gli occhi scuotendo il capo e si voltò verso la porta.

Un omone di colore tolse la mano dal sigillo e guardò Meg con sguardo che tradiva soggezione. «Ben fatto Tim...» mormorò il demone ridendo appena.

Allison invece si portò le mani ai capelli e li strinse tra le dita con gli occhi gonfi di lacrime.

«Cass...» mormorò guardando il vuoto.

«Già, è l'ultima volta che ti salvo il culo Meg. Questa tua crociata contro inferno e paradiso mi sta annoiando» le disse serio il demone intervenuto in loro aiuto.

Meg alzò le spalle. «Sono un tipo allegro, mi piace l'avventura. Ora se non ti dispiace, andiamo via. Quegli uccellini torneranno e saranno molto più incazzati di quanto non fossero già.»

Allison la fissò truce. «Dobbiamo trovare Cass» disse perentoria. «Dove diavolo l'hai mandato?»

Il gigante sogghignò. «Non ne ho idea, penso in paradiso. Non sono affari miei, questa guerra è vostra e io non voglio entrarci. Adios!»

Scomparve davanti ai loro occhi, più silenzioso di come facevano gli angeli.

«Meg ha ragione, dobbiamo andarcene da qui» disse Dean avvicinandosi ad Allison.

Lei gli lanciò uno sguardo di fuoco. «Allora vattene con la tua nuova amica, io cerco Cass» rispose.

Il cacciatore si passò una mano sul viso. «Cass è un angelo, ci troverà lui non appena..»

«Cass non sta bene!» tuonò la donna. «Per colpa vostra! E voi che fate? Pensate solo alla vostra pelle e ve ne fregate di lui, come fate da quattro fottuti anni!»

«Allison...» provò ad intervenire Sam, ma lei gli regalò lo stesso guardo riservato al fratello.

«Sta' zitto Sam, per favore. È proprio per te che Cass sta male, e non hai fatto niente per aiutarlo. Voi andate pure, io andrò per la mia strada.»

Dean sospirò e parlò con tono più pacato. «Ally, ascolta. Hai ragione su tutti i fronti, se fossimo stati più attenti non saremmo arrivati a questo punto, non ci sarebbero stati Leviatani e Cass non sarebbe...beh, uscito fuori di testa. Quel demone l'ha spedito lontano, ma non l'ha ucciso e appena ci troverà verrà da noi. Ora andiamo per favore...»

Allison aprì la bocca per replicare, quando un trillo di cellulare la bloccò. Era quello di Meg. La puttana aveva l'ultimo modello di Iphone, chissà chi aveva sgozzato per rubarglielo.

«Sì.« rispose il demone. Dopo un paio di secondi iniziò a sorride.

«Ehi Clarence! Che sorpresa, dove sei? Noi dove ci hai lasciati, tesorino, muovi il tuo sederino alato e raggiungici, dobbiamo and... cosa? Stai scherzando? Ok come vuoi.»

Meg chiuse la telefonata e si rimise il cellulare in tasca. «Era il vostro angioletto, ha detto che ci raggiungerà strada facendo, il tempo di confortare un cucciolo di cane che secondo lui è molto infelice. È sempre stato un po' pazzo, ma ora è andato completamente!» e scoppiò a ridere fragorosamente.

I Winchester si guardarono perplessi, mentre Allison era scioccata.

Perchè aveva telefonato a Meg e non a lei? Cosa gli era successo? Si era innamorato di lei?

Il solo pensiero le dava la nausea, non poteva essere vero. Cass non poteva amare un demone!

Scosse il capo senza dire nulla ed uscì dalla stanza tirandosi indietro i capelli. Sam, Dean e Meg la seguirono senza proferire parola e una volta fuori Allison fece quello che aveva promesso a se stessa. Non voleva avere nulla a che fare con quei due, mai più, ma gli servivano ancora per ritrovare Cass quindi li avrebbe sopportati ancora per un po'.

«Io prendo la mia auto.» disse loro «Fatemi strada, e guidate in fretta.»

Accese il motore ed ingranò la marcia seguendo l'auto dei ragazzi quando si immise sulla corsia. Non sapeva dove stessero andando e onestamente non le importava nulla. Voleva solo trovare Cass, dissuaderlo da quella specie di legame che sembrava avere con Meg e portarselo via.

Il suo piano prevedeva un'unica importante cosa: portare Cass via ed essere con lui felice per sempre. Che fosse davvero fuori di testa o no non le importava, lei lo amava.

Sentì le lacrime impadronirsi dei suoi occhi in modo prepotente e in pochi secondi scesero lente sulle guance fino a sfiorarle le labbra. Divennero singhiozzi che la costrinsero a rallentare. Si asciugò gli occhi sperando di riprendere il controllo e fece un grosso respiro speranzosa di riuscirci.

 

 

*****

 

 

Nell'auto di Dean e Sam si respirava un'aria greve, solo Meg sorrideva come un'imbecille facendo innervosire tutti i presenti.

«Che diavolo hai da ridere stronza?» le chiese Dean.

«Ho un sacco di motivi per cui ridere, solo che tu non riesci a vederli, Winchester.» rispose lei afferrando il suo cellulare che squillava. Fece segno ad entrambi i fratelli di fare silenzio e rispose al telefono. «Cass...» sussurrò.

Gli disse su che strada si trovavano e dopo pochi secondi il rumore di un battito di ali riempì l'abitacolo.

«Ragazzi... avreste dovuto vedere quel povero cucciolo, era così infelice...» disse con aria triste guardandosi intorno con fare indifferente.

«Allison è sulla sua auto, dietro di noi.» gli fece sapere Sam.

«Oh...» sussurrò lui «Va bene. Qualcosa non va però, ci sta abbagliando.»

Dean guardò lo specchietto retrovisore e fermò l'auto in una piazzola di sosta. Scese e raggiunse Allison stupendosi del fatto che Cass non lo stesse seguendo... Dio, cosa era successo dentro la mente di quel povero figlio di puttana?

«Ehi...« disse Allison guardando un attimo l'auto «Lui è... è arrivato?»

«Si.» confermò Dean «E sta bene.»

Allison annuì mordicchiandosi il labbro inferiore «Ho bisogno di un po' di tempo da sola, voi andate, vi raggiungerò dopo.»

«Allison non è una decisione saggia.» le fece eco Dean.

«Forse, ma è una mia decisione e non ammette repliche. Tieni d'occhio Castiel e aspetta la mai telefonata»«

Raggiunse il retro dell'auto e mentre Dean si allontanava, risaliva in macchina e ripartiva, pensò al passato, che sembrava tanto lontano.

Quando l'auto fu abbastanza distante, si lasciò andare alle sue emozioni, e sciogliendosi in singhiozzi si lasciò cadere a terra poggiando le spalle al parafango dell'auto stringendosi il viso tra le mani.

Cass era tornato, ma da loro, non da lei. Perchè le faceva questo? Sapeva di ferirla, ne era sicura, eppure si comportava così.

Iniziò a pensare che la sua fosse una vendetta, in fondo anche lei gli aveva voltato le spalle, non lo aveva sostenuto quando più ne aveva bisogno.

Magari ora non voleva più avere a che fare con lei, e preferiva Meg.

Scosse il capo e cercò di ricacciare indietro le lacrime, ma quelle continuavano a scendere rapide e copiose.

Era tanto stanca, avrebbe solo voluto potersi accoccolare accanto a Cass, godere del suo calore e addormentarsi felice tra le sue braccia.

Ma forse questo non sarebbe successo mai più.

«Ti ho perduto per sempre, Cass?» mormorò in un sospiro, mentre davanti a sè il giorno lascia il posto alla notte, regalandole un tramonto che sembrava quasi triste.

Persa nella sua tristezza, non si accorse nemmeno nel fruscio di ali che risuonò nell'aria.

«Sono qui»

Allison sussultò e guardò alla sua destra. I grandi occhi azzurri di Cass la guardavano tristi.

«Cass! Che ci fai qui?»

Lui guardò il tramonto. «Ti ho sentita triste, volevo vederti» le disse.

Il cuore della donna batteva forte, non era vero che preferiva Meg, nè tanto meno quei due idioti. Li aveva lasciati ed era volato da lei.

«È vero...sono tanto triste. Anzi disperata, perchè ho paura che tra di noi non sarà mai più come prima.» gli confessò piangendo.

Cass abbassò lo sguardo. «Tutto nel mondo cambia. Anche le persone, anche gli angeli sai? È un continuo mutare...»

Allison gli si avvicinò di più e gli poggiò una mano sul braccio. «Cass, guardami» gli disse con dolcezza. «Io non sono cambiata, io sono la donna di sempre. Quella che ti amava e che ti ama ancora.»

L'angelo scosse il capo, ma sembrava sul punto di piangere. «Hai visto che tramonto meraviglioso? Il sole sembra allargarsi...»

Lei si sentì perduta, Cass in qualche modo la stava respingendo. Magari non lo faceva di proposito ma era così. Le lacrime ripresero a correre lungo le sue guance, tornò a sedersi al suo posto senza staccare gli occhi dal viso di Cass.

«Perchè sei venuto qui?» gli domandò dopo alcuni istanti.

Finalmente Castiel la guardò davvero, Allison si accorse delle lacrime che stava per sgorgare dai suoi occhi.

«Te l'ho detto, ti sentivo triste» disse, mentre una lacrima sfuggì dal suo controllo e rotolò lungo la sua guancia.

Allison la raccolse con le dita. «Perchè piangi, Cass?»

Lui inclinò un po' la testa e sbattè le palpebre. «Perchè anche se mi hai fatto male, mi fa male vederti piangere.»

Allison sentì il cuore andarle in pezzi, il suo intero mondo si sgretolò e rimase solo l'amara consapevolezza che in qualche modo, anche se forse non del tutto, l'aveva perduto.

«Mi dispiace.» gli sussurrò «Non sapevo dove fossi e pensavo che non volessi vedermi, io.. Mi dispiace Cass...» singhiozzò chiudendo gli occhi e quando li riaprì lui era a due millimetri dal suo viso.

«Shh...» le sussurrò. Poggiò le labbra dolcemente sulle sue e le imprigionò per pochi lunghi secondi. Poi poggiò la fronte sulla sua e le strinse la mano perdendosi nel silenzio di quel triste tramonto. Si era sentito abbandonato da Allison, ma anche lui aveva le sue colpe. E nonostante tutto, lui la amava.

   
 
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