Il livello quattro aveva ridotto la Home un
colabrodo. Le urla dei feriti riempivano ogni angolo, trasformati in
marionette del Conte dagli Skull.
-Dannazione, dove sono i Generali?- Lavi imprecò, tirando
l’ennesimo calcio ad un akuma per allontanarlo. Senza
innocence lui e Kanda non avevano speranze di combattere in maniera
decente. Potevano solo rinviare il peggio, e anche gli altri esorcisti
erano stremati.
Improvvisamente, Lulu Bell attaccò Miranda, avvolgendola in
una gigantesca bolla d’acqua.
-Miranda!- il rosso sentì il grido di Marie e dei finder che
la ragazza stava proteggendo e scattò in quella direzione.
-Allen!- gridò, pregando che la sua voce lo raggiungesse
–aiutala!- l’albino era l’unico che
avesse un’innocence decentemente funzionante, tutti loro
erano ko.
-Lavi, Kanda! Spostatevi da lì, gli akuma..!- Lavi si
girò all’improvviso, richiamato dal grido
dell’albino, e vide le macchine del Conte arrivargli addosso
a frotte.
“E’ finita” pensò, serrando
gli occhi.
-Flame Gate, Cerchio dell’Inferno!- gridò una
voce, e un muro di fiamme si innalzò di fronte a loro,
incenerendo gli akuma che non avevano fatto in tempo a fermarsi.
-Rie!- gridò Lavi, mentre il fuoco scemava. La ragazza gli
corse incontro, abbracciandolo, mentre Rei, ali nere e arco in mano,
stava facendo una vera e propria strage di akuma.
-Sono qui, scusate il ritardo- disse –facciamo secchi questi
bastardi- sibilò. Lavi le indicò Miranda e la
ragazza annuì, mettendosi a correre.
I fregi sul pugnale divennero di un blu intenso, mentre Rie attivava la
terza invocazione, l’acqua.
-Ancient Memory, Obbedienza- mormorò. L’acqua che
avvolgeva Miranda si spaccò improvvisamente in due,
lasciando di schianto la ragazza, che fu afferrata da Marie.
Rie le corse incontro, sostenendola –Marie, proteggila
finchè non sarà in grado di evocare nuovamente la
barriera- mormorò. Lui annuì, sorreggendo Miranda
che tossiva a più non posso.
-Rie!- quella voce acuta la fece girare di scatto e vide Rei assediata
dagli akuma.
“Ok, volete il gioco duro? E lo avrete”
pensò, rimettendosi a correre.
Nel bel mezzo della battaglia, capì che uno dei posti in cui
poteva veramente trovare se stessa era quello.
Spiccò un balzo.
-Evocazione combinata, Elemental Exorcist. Cherubino-
mormorò.
Sulla sua schiena apparvero le ali piumate, argentee, più
grandi del solito, mentre nella sua stretta il pugnale si
modificò sino a diventare una lunga spada infuocata. La sua
uniforme divenne color verde cangiante, e nella mano sinistra comparve
un globo azzurrino.
Tutti si fermarono di schianto a guardarla: in pochi avevano visto
l’evocazione completa di Rie, Cherubino. Era come se la
ragazza si fosse trasfigurata, divenendo davvero l’angelo a
guardia del Paradiso Terrestre. La sua figura, terminata
l’evocazione, risplendeva di una potenza terribile,
devastante.
-Allora non è diventata Generale a caso- mormorò
Kanda, fissandola.
Rie rimase sospesa nell’aria, sbattendo appena le ali, come
se fosse l’aria stessa a sostenerla, senza bisogno che lei
facesse alcuno sforzo.
“Green chains.
Mani dei defunti”
Liane verdi spuntarono dal suolo, dritte sotto gli akuma che
circondavano Rei, e li avvolsero completamente, stritolandoli e
mandandoli in mille pezzi.
Nella sala era sceso un silenzio irreale come se tutti, esorcisti,
akuma e Noah, si fossero immobilizzati a guardarla.
Rie si girò verso il livello quattro, negli occhi solo un
odio immenso e profondo.
-E adesso ti ammazzo- sibilò, lanciandosi verso di lui.
Quando l’aveva vista evocare tutti gli elementi assieme aveva
avuto paura.
Paura che il suo corpo non avrebbe retto, paura che perdesse il
controllo, ma soprattutto ebbe paura quando vide l’evocazione
ultimata.
Rie non era più Rie. L’innocence la modificava,
intensificava a dismisura il suo odio verso gli akuma: in Cherubino
c’era qualcosa di tremendamente potente e sbagliato al tempo
stesso, e Howard poteva sentirlo sulla pelle.
Quel poco della ragazzina che ricordava e che era riuscito a tirar
fuori in quei giorni era sommerso dal potere che
l’evocazione le dava, il potere di combattere contro
ciò che aveva distrutto la sua vita.
Vide la ragazza schizzare verso il livello quattro e travolgerlo con la
spada infuocata, sollevando un cerchio di fiamme che lo avvolse
completamente.
Come lui, tutti gli altri combattenti erano rimasti pietrificati dalla
potenza sviluppata da Rie.
Una mano improvvisa sulla sua spalla lo fece sussultare.
-Fermala- disse la voce di Cross, ansimante e sfinita. Il biondo si
girò stizzito a guardarlo –fermarla? E come pensa
che potrei fare, di grazia?- rispose acido, ma lo sguardo serio del
Generale non gli diceva niente di buono.
-Il suo corpo non sopporterà a lungo un’evocazione
simile. Devi distoglierla dal livello quattro, ci penseremo io e Allen
a finirlo- mormorò alzandosi in piedi.
Link lo fissò sbalordito, senza avere la minima idea di come
fare a fermare quella che in Rie si era trasformata decisamente in una
pazzia omicida. Vide gli occhi della ragazza, freddi e spietati, e
capì che Cross aveva ragione: non doveva proseguire con
l’evocazione. Non c’era in ballo solo la sua vita,
ma anche la sua anima.
In un lampo vide che gli altri akuma si erano rimessi in moto, e gli
venne un’idea.
Un’idea suicida, certo, ma pur sempre un’idea.
Sperava davvero che Rie tenesse a lui, pensò scattando in
piedi e correndo nel centro dell’assembramento nemico,
altrimenti sarebbe stata la fine.
-Guarda guarda, che bel bocconcino è venuto a consegnarsi
nelle nostre mani!- Rie sentì le voci gracchianti degli
akuma dietro di sé e interruppe di botto
l’attacco, con un presentimento atroce.
-Rie!- la voce di Rei –aiutalo!- gridò la bambina.
Howard era assediato nel bel mezzo di una frotta enorme di akuma, tanto
che era quasi impossibile scorgere la sua barriera oltre la coltre
nemica.
Eresse fra sé e il livello quattro una coltre
d’acqua e schizzò verso il ragazzo, facendosi
strada a suon di fendenti contro i nemici.
-Ci pensiamo noi a lui, Rie- la voce di Marian, calma persino in mezzo
a quell’inferno, le fece capire subito di essere cascata in
uno dei suoi innumerevoli espedienti per farle cessare
l’invocazione.
Cherubino scomparve, Rie tornò normale, il pugnale stretto
nella mano. I suoi occhi si fissarono in quelli del maestro,
guardandolo con una rabbia che lo colpì più di un
attacco fisico. Poi la ragazza si lanciò in mezzo agli akuma.
-Flame Gate!- le fiamme avvolsero tutti i nemici attorno alla barriera
mistica eretta da Howard, ma quando Rie vide che iniziava a traballare
fu presa dal panico.
-Howard! Guai a te se fai cadere quella barriera!- strillò,
facendosi strada in mezzo al fuoco che non la toccava neppure.
Sentì solo un tossire convulso, e vide la luce chiara dei
talismani farsi sempre più debole.
“Maledizione” pensò imprecando. Sentiva
le forze scemare sempre di più: mai aveva evocato
l’innocence così a lungo.
-West wind. Ali di ghiaccio- sulla sua schiena ricomparvero le ali
argentee, e Rie si levò in volo appena in tempo per
afferrare Howard e trascinarlo via dalle fiamme. La barriera cadde in
quell’istante.
Sentì il contatto violento col suolo, gelido in confronto
all’inferno in cui era stato immerso fino a poco prima, e
vide Rie accasciata accanto a sé.
Respirava affannosamente, ma aveva cessato l’evocazione.
“Grazie al cielo” sospirò, pensando alla
sfuriata che gli sarebbe toccata.
-Trovata, Esorcista!- la voce del livello quattro e il vederlo sopra di
loro gli fece gelare il sangue nelle vene. L’akuma
puntò i suoi cannoni dritti verso Rie, caricandoli, e Howard
non ci pensò un secondo.
-Rie!- si gettò addosso a lei, facendole scudo col proprio
corpo.
Rie non poteva crederci, non voleva.
Eppure la realtà le si presentò davanti in tutta
la sua crudezza quando scostò il corpo di Howard da
sé e lo vide riempirsi di pentacoli.
-No…- sussurrò, lo afferrò per le
spalle, mentre sentiva le lacrime iniziare a scendere, fuori dal suo
controllo. Una mano del ragazzo le sfiorò una guancia,
coperta di stelle nere. Lei la afferrò senza dire niente, un
dolore sordo e di cui non conosceva l’origine le squarciava
il petto, rendendole difficile persino respirare.
-Ti proteggerò, Rie… sempre- ansimò
lui. Rie pianse ancora più forte –non andare via,
non andare…- gli occhi grigi di Howard si stavano lentamente
chiudendo, mentre il virus compiva il suo corso di morte.
-Rie, non c’è niente da…- la ragazza
scacciò bruscamente la mano del maestro dalla sua spalla
–voglio rimanere con lui. Va’ via, Marian. Vattene-
sibilò, chinando la testa.
Non poteva fare niente. I pentacoli continuavano a serpeggiare sul
corpo di Howard, e non c’era modo di fermarli.
-Last Hope, Stella della Speranza- una freccia nera si
conficcò dritta nel petto del giovane, la stella che le
faceva da punta completamente scomparsa sotto la pelle.
Rie sussultò e alzò lo sguardo di scatto, vedendo
Rei svolazzare sopra di loro, l’arco in mano, le stelle che
aveva al posto delle iridi che risplendevano di una luce violetta.
Quasi non voleva crederci, quando vide tutti i pentacoli confluire
nella freccia, che poi tornò fra le mani della bambina.
Howard tirò un respiro profondo, sfinito, ma vivo.
Rie sorrise fra le lacrime, senza dire niente, circondandolo con le
braccia e stringendolo a sé. Guardando negli occhi di Rei,
sillabò:
“Grazie”.
La battaglia ormai si era spostata. Il livello quattro stava per
ricevere il colpo di grazia da Allen e da Linalee.
Rie disattivò definitivamente l’evocazione e anche
Rei tornò al solito aspetto di bambina, fatta eccezione per
le stelle che le ingrandivano gli occhi. La ragazza non volle saperne
di staccarsi dal fianco di Link nemmeno per un secondo:
seguì la barella fino all’infermeria, rifiutando
ogni attenzione per le proprie ferite. Si accorse di avere un grosso
squarcio su un fianco, probabilmente dovuto alla caduta rovinosa dopo
aver portato via il ragazzo dagli akuma, ma in quel momento non le
importava.
Il solo vederlo respirare, ferito ma vivo, le aveva fatto tornare ogni
energia.
Energia che non perse tempo a dissipare non appena Cross le comparve
davanti. Il suo viso stanco, che fino a quel momento non aveva avuto
attenzione che per il biondo steso sul letto, si irrigidì
improvvisamente e negli occhi azzurri balenò una rabbia
gelida, mentre Rie tirava violentemente indietro la sedia.
-Tu, fuori. Adesso- mormorò guardandolo in cagnesco, poi si
rivolse all’infermiera –mi chiami se si dovesse
svegliare, per favore- chiese. La donna annuì.
La porta non fece in tempo a chiudersi completamente che nel corridoio
e nella stanza da cui erano appena usciti risuonò
chiaramente il rumore di un cazzotto sferrato con una discreta potenza.
-Che cosa cavolo ti è saltato in testa, Marian?- Rie stava
guardando l’uomo seduto per terra con tutta la rabbia di cui
era capace. Cross si risistemò la maschera, massaggiandosi
la mascella.
-Io non ho fatto niente, gli ho soltanto detto di fare in modo che tu
fermassi l’evocazione- replicò quello, col suo
solito tono noncurante, ma le mani della ragazza lo afferrarono
bruscamente per il bavero e lo inchiodarono alla parete.
L’uomo fissò gli occhi azzurri di Rie, carichi di
una rabbia e di una frustrazione che non le aveva mai visto, del tutto
opposte al contegno distaccato che ostentava di solito.
-Gli akuma l’hanno quasi ucciso per la tua bella pensata- gli
sibilò in faccia –se evoco o meno Cherubino
è affar mio, e non tuo, chiaro? Siamo entrambi Generali,
abbiamo lo stesso grado, e che tu ci creda o no so valutare quanto
vicino sia il mio limite- lo lasciò con uno strattone brusco
–non azzardarti mai più a mettere Howard in mezzo
a una cosa simile. Quella di oggi è stata solo fortuna- gli
diede le spalle e fece per riaprire la porta.
-Dovresti pensare a quello che senti per lui, Rie- disse Cross alla
sprovvista, facendola rimanere immobile –forse non ha tutto
questo senso che tu continui a rifiutare la vita- la mano della ragazza
tremò sulla maniglia, ma Rie non cedette.
-E’ tutto?- chiese fredda. Rimase in silenzio
finchè non sentì il Generale allontanarsi con un
sospiro, poi rientrò nella stanza.
Note dell'Autrice:
Eeeeeee rieccomiiiii!! :D :D mi è sembrata lunga secoli
questa pausa, spero di essere riuscita a farmi perdonare con questo
capitolo, visto che a breve ce ne sarà un'altra! Ma
vedrò di darmi da fare sul serio quando tornerò
definitivamente in patria!
Grazie a tutti quelli che hanno recensito/seguono e commentano, scusate
se non mi dilungo a rispondere ma devo sfruttare il poco tempo in
Italia, ho una marea di cose da fare! ç__ç
A presto (spero!) <3
Bethan
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