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Autore: Bethan Flynn    30/07/2012    2 recensioni
Non era possibile. Non poteva essere lui.
Non adesso che finalmente, dopo dieci anni, era riuscita se non a scrollarsi di dosso il peso di quella colpa che l’aveva sempre schiacciata, perlomeno a conviverci.
Howard Link. Il cognome c’era, i due nei pure, gli occhi grigi anche.
Non li aveva mai dimenticati, e non li avrebbe dimenticati mai.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Link, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Il livello quattro aveva ridotto la Home un colabrodo. Le urla dei feriti riempivano ogni angolo, trasformati in marionette del Conte dagli Skull.
-Dannazione, dove sono i Generali?- Lavi imprecò, tirando l’ennesimo calcio ad un akuma per allontanarlo. Senza innocence lui e Kanda non avevano speranze di combattere in maniera decente. Potevano solo rinviare il peggio, e anche gli altri esorcisti erano stremati.
Improvvisamente, Lulu Bell attaccò Miranda, avvolgendola in una gigantesca bolla d’acqua.
-Miranda!- il rosso sentì il grido di Marie e dei finder che la ragazza stava proteggendo e scattò in quella direzione.
-Allen!- gridò, pregando che la sua voce lo raggiungesse –aiutala!- l’albino era l’unico che avesse un’innocence decentemente funzionante, tutti loro erano ko.
-Lavi, Kanda! Spostatevi da lì, gli akuma..!- Lavi si girò all’improvviso, richiamato dal grido dell’albino, e vide le macchine del Conte arrivargli addosso a frotte.
“E’ finita” pensò, serrando gli occhi.

-Flame Gate, Cerchio dell’Inferno!- gridò una voce, e un muro di fiamme si innalzò di fronte a loro, incenerendo gli akuma che non avevano fatto in tempo a fermarsi.
-Rie!- gridò Lavi, mentre il fuoco scemava. La ragazza gli corse incontro, abbracciandolo, mentre Rei, ali nere e arco in mano, stava facendo una vera e propria strage di akuma.
-Sono qui, scusate il ritardo- disse –facciamo secchi questi bastardi- sibilò. Lavi le indicò Miranda e la ragazza annuì, mettendosi a correre.
I fregi sul pugnale divennero di un blu intenso, mentre Rie attivava la terza invocazione, l’acqua.
-Ancient Memory, Obbedienza- mormorò. L’acqua che avvolgeva Miranda si spaccò improvvisamente in due, lasciando di schianto la ragazza, che fu afferrata da Marie.
Rie le corse incontro, sostenendola –Marie, proteggila finchè non sarà in grado di evocare nuovamente la barriera- mormorò. Lui annuì, sorreggendo Miranda che tossiva a più non posso.
-Rie!- quella voce acuta la fece girare di scatto e vide Rei assediata dagli akuma.
“Ok, volete il gioco duro? E lo avrete” pensò, rimettendosi a correre.
Nel bel mezzo della battaglia, capì che uno dei posti in cui poteva veramente trovare se stessa era quello.
Spiccò un balzo.

-Evocazione combinata, Elemental Exorcist. Cherubino- mormorò.
Sulla sua schiena apparvero le ali piumate, argentee, più grandi del solito, mentre nella sua stretta il pugnale si modificò sino a diventare una lunga spada infuocata. La sua uniforme divenne color verde cangiante, e nella mano sinistra comparve un globo azzurrino.
Tutti si fermarono di schianto a guardarla: in pochi avevano visto l’evocazione completa di Rie, Cherubino. Era come se la ragazza si fosse trasfigurata, divenendo davvero l’angelo a guardia del Paradiso Terrestre. La sua figura, terminata l’evocazione, risplendeva di una potenza terribile, devastante.
-Allora non è diventata Generale a caso- mormorò Kanda, fissandola.
Rie rimase sospesa nell’aria, sbattendo appena le ali, come se fosse l’aria stessa a sostenerla, senza bisogno che lei facesse alcuno sforzo.
Green chains. Mani dei defunti
Liane verdi spuntarono dal suolo, dritte sotto gli akuma che circondavano Rei, e li avvolsero completamente, stritolandoli e mandandoli in mille pezzi.
Nella sala era sceso un silenzio irreale come se tutti, esorcisti, akuma e Noah, si fossero immobilizzati a guardarla.
Rie si girò verso il livello quattro, negli occhi solo un odio immenso e profondo.
-E adesso ti ammazzo- sibilò, lanciandosi verso di lui.

Quando l’aveva vista evocare tutti gli elementi assieme aveva avuto paura.
Paura che il suo corpo non avrebbe retto, paura che perdesse il controllo, ma soprattutto ebbe paura quando vide l’evocazione ultimata.
Rie non era più Rie. L’innocence la modificava, intensificava a dismisura il suo odio verso gli akuma: in Cherubino c’era qualcosa di tremendamente potente e sbagliato al tempo stesso, e Howard poteva sentirlo sulla pelle.
Quel poco della ragazzina che ricordava e che era riuscito a tirar fuori in quei  giorni era sommerso dal potere che l’evocazione le dava, il potere di combattere contro ciò che aveva distrutto la sua vita.
Vide la ragazza schizzare verso il livello quattro e travolgerlo con la spada infuocata, sollevando un cerchio di fiamme che lo avvolse completamente.
Come lui, tutti gli altri combattenti erano rimasti pietrificati dalla potenza sviluppata da Rie.
Una mano improvvisa sulla sua spalla lo fece sussultare.
-Fermala- disse la voce di Cross, ansimante e sfinita. Il biondo si girò stizzito a guardarlo –fermarla? E come pensa che potrei fare, di grazia?- rispose acido, ma lo sguardo serio del Generale non gli diceva niente di buono.
-Il suo corpo non sopporterà a lungo un’evocazione simile. Devi distoglierla dal livello quattro, ci penseremo io e Allen a finirlo- mormorò alzandosi in piedi.
Link lo fissò sbalordito, senza avere la minima idea di come fare a fermare quella che in Rie si era trasformata decisamente in una pazzia omicida. Vide gli occhi della ragazza, freddi e spietati, e capì che Cross aveva ragione: non doveva proseguire con l’evocazione. Non c’era in ballo solo la sua vita, ma anche la sua anima.
In un lampo vide che gli altri akuma si erano rimessi in moto, e gli venne un’idea.
Un’idea suicida, certo, ma pur sempre un’idea.
Sperava davvero che Rie tenesse a lui, pensò scattando in piedi e correndo nel centro dell’assembramento nemico, altrimenti sarebbe stata la fine.

-Guarda guarda, che bel bocconcino è venuto a consegnarsi nelle nostre mani!- Rie sentì le voci gracchianti degli akuma dietro di sé e interruppe di botto l’attacco, con un presentimento atroce.
-Rie!- la voce di Rei –aiutalo!- gridò la bambina.
Howard era assediato nel bel mezzo di una frotta enorme di akuma, tanto che era quasi impossibile scorgere la sua barriera oltre la coltre nemica.
Eresse fra sé e il livello quattro una coltre d’acqua e schizzò verso il ragazzo, facendosi strada a suon di fendenti contro i nemici.
-Ci pensiamo noi a lui, Rie- la voce di Marian, calma persino in mezzo a quell’inferno, le fece capire subito di essere cascata in uno dei suoi innumerevoli espedienti per farle cessare l’invocazione.
Cherubino scomparve, Rie tornò normale, il pugnale stretto nella mano. I suoi occhi si fissarono in quelli del maestro, guardandolo con una rabbia che lo colpì più di un attacco fisico. Poi la ragazza si lanciò in mezzo agli akuma.
-Flame Gate!- le fiamme avvolsero tutti i nemici attorno alla barriera mistica eretta da Howard, ma quando Rie vide che iniziava a traballare fu presa dal panico.
-Howard! Guai a te se fai cadere quella barriera!- strillò, facendosi strada in mezzo al fuoco che non la toccava neppure. Sentì solo un tossire convulso, e vide la luce chiara dei talismani farsi sempre più debole.
“Maledizione” pensò imprecando. Sentiva le forze scemare sempre di più: mai aveva evocato l’innocence così a lungo.
-West wind. Ali di ghiaccio- sulla sua schiena ricomparvero le ali argentee, e Rie si levò in volo appena in tempo per afferrare Howard e trascinarlo via dalle fiamme. La barriera cadde in quell’istante.

Sentì il contatto violento col suolo, gelido in confronto all’inferno in cui era stato immerso fino a poco prima, e vide Rie accasciata accanto a sé.
Respirava affannosamente, ma aveva cessato l’evocazione.
“Grazie al cielo” sospirò, pensando alla sfuriata che gli sarebbe toccata.
-Trovata, Esorcista!- la voce del livello quattro e il vederlo sopra di loro gli fece gelare il sangue nelle vene. L’akuma puntò i suoi cannoni dritti verso Rie, caricandoli, e Howard non ci pensò un secondo.
-Rie!- si gettò addosso a lei, facendole scudo col proprio corpo.

Rie non poteva crederci, non voleva.
Eppure la realtà le si presentò davanti in tutta la sua crudezza quando scostò il corpo di Howard da sé e lo vide riempirsi di pentacoli.
-No…- sussurrò, lo afferrò per le spalle, mentre sentiva le lacrime iniziare a scendere, fuori dal suo controllo. Una mano del ragazzo le sfiorò una guancia, coperta di stelle nere. Lei la afferrò senza dire niente, un dolore sordo e di cui non conosceva l’origine le squarciava il petto, rendendole difficile persino respirare.
-Ti proteggerò, Rie… sempre- ansimò lui. Rie pianse ancora più forte –non andare via, non andare…- gli occhi grigi di Howard si stavano lentamente chiudendo, mentre il virus compiva il suo corso di morte.
-Rie, non c’è niente da…- la ragazza scacciò bruscamente la mano del maestro dalla sua spalla –voglio rimanere con lui. Va’ via, Marian. Vattene- sibilò, chinando la testa.
Non poteva fare niente. I pentacoli continuavano a serpeggiare sul corpo di Howard, e non c’era modo di fermarli.
-Last Hope, Stella della Speranza- una freccia nera si conficcò dritta nel petto del giovane, la stella che le faceva da punta completamente scomparsa sotto la pelle.
Rie sussultò e alzò lo sguardo di scatto, vedendo Rei svolazzare sopra di loro, l’arco in mano, le stelle che aveva al posto delle iridi che risplendevano di una luce violetta.
Quasi non voleva crederci, quando vide tutti i pentacoli confluire nella freccia, che poi tornò fra le mani della bambina.
Howard tirò un respiro profondo, sfinito, ma vivo.
Rie sorrise fra le lacrime, senza dire niente, circondandolo con le braccia e stringendolo a sé. Guardando negli occhi di Rei, sillabò:
“Grazie”.

La battaglia ormai si era spostata. Il livello quattro stava per ricevere il colpo di grazia da Allen e da Linalee.
Rie disattivò definitivamente l’evocazione e anche Rei tornò al solito aspetto di bambina, fatta eccezione per le stelle che le ingrandivano gli occhi. La ragazza non volle saperne di staccarsi dal fianco di Link nemmeno per un secondo: seguì la barella fino all’infermeria, rifiutando ogni attenzione per le proprie ferite. Si accorse di avere un grosso squarcio su un fianco, probabilmente dovuto alla caduta rovinosa dopo aver portato via il ragazzo dagli akuma, ma in quel momento non le importava.
Il solo vederlo respirare, ferito ma vivo, le aveva fatto tornare ogni energia.
Energia che non perse tempo a dissipare non appena Cross le comparve davanti. Il suo viso stanco, che fino a quel momento non aveva avuto attenzione che per il biondo steso sul letto, si irrigidì improvvisamente e negli occhi azzurri balenò una rabbia gelida, mentre Rie tirava violentemente indietro la sedia.
-Tu, fuori. Adesso- mormorò guardandolo in cagnesco, poi si rivolse all’infermiera –mi chiami se si dovesse svegliare, per favore- chiese. La donna annuì.
La porta non fece in tempo a chiudersi completamente che nel corridoio e nella stanza da cui erano appena usciti risuonò chiaramente il rumore di un cazzotto sferrato con una discreta potenza.

-Che cosa cavolo ti è saltato in testa, Marian?- Rie stava guardando l’uomo seduto per terra con tutta la rabbia di cui era capace. Cross si risistemò la maschera, massaggiandosi la mascella.
-Io non ho fatto niente, gli ho soltanto detto di fare in modo che tu fermassi l’evocazione- replicò quello, col suo solito tono noncurante, ma le mani della ragazza lo afferrarono bruscamente per il bavero e lo inchiodarono alla parete. L’uomo fissò gli occhi azzurri di Rie, carichi di una rabbia e di una frustrazione che non le aveva mai visto, del tutto opposte al contegno distaccato che ostentava di solito.
-Gli akuma l’hanno quasi ucciso per la tua bella pensata- gli sibilò in faccia –se evoco o meno Cherubino è affar mio, e non tuo, chiaro? Siamo entrambi Generali, abbiamo lo stesso grado, e che tu ci creda o no so valutare quanto vicino sia il mio limite- lo lasciò con uno strattone brusco –non azzardarti mai più a mettere Howard in mezzo a una cosa simile. Quella di oggi è stata solo fortuna- gli diede le spalle e fece per riaprire la porta.
-Dovresti pensare a quello che senti per lui, Rie- disse Cross alla sprovvista, facendola rimanere immobile –forse non ha tutto questo senso che tu continui a rifiutare la vita- la mano della ragazza tremò sulla maniglia, ma Rie non cedette.
-E’ tutto?- chiese fredda. Rimase in silenzio finchè non sentì il Generale allontanarsi con un sospiro, poi rientrò nella stanza.




Note dell'Autrice:

Eeeeeee rieccomiiiii!! :D :D mi è sembrata lunga secoli questa pausa, spero di essere riuscita a farmi perdonare con questo capitolo, visto che a breve ce ne sarà un'altra! Ma vedrò di darmi da fare sul serio quando tornerò definitivamente in patria!

Grazie a tutti quelli che hanno recensito/seguono e commentano, scusate se non mi dilungo a rispondere ma devo sfruttare il poco tempo in Italia, ho una marea di cose da fare! ç__ç

A presto (spero!) <3

Bethan
   
 
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