Note dell’autrice: Ah
eccomi qua, con un nuovo aggiornamento…che dire, ho inserito altri due
personaggi che a mio parere mancavano…o meglio mi mancavano. Magari alcuni non
approveranno ma è più forte di me, mi è venuta una ispirazione all’improvviso e
il mio computer mi ha sostenuto in questa pazzia!
Sono davvero Onorata per le recensioni che ho ricevuto per
questa storia…^^ per questo ringrazio in primis…la mia amica Memi che mi sprona sempre ad andare avanti, sei la
migliore in assoluto amica mia!(a proposito leggete le sue storie che sono
una poesia meravigliosa! Riempiono l’anima!) e: Sora 89, Hikarikanna (cioè la mitica Federica!), Kecca94,Noemi,
Smartgirls, Elisa, Francesca Akira 89(ma sei la stessa che frequenta il sito di Marghe?)
e anche Takari fover ed Eles…spero
che ho messo tutti! Bene e ora vi lscio, Buona lettura! ^^
Anime Intrecciate
Penultimo capitolo
Luci, voci che si accavalcano, risate che nascondono un
fondo di malinconia; come i bicchieri dove un liquido passa i suoi ultimi
minuti.
Iridi scure e chiare, che incontrano altre vite… che si
spalancano, scrutando l’esistenza di altre anime, vicine o lontane anni luce
dalla propria.
Suoni che come le onde del mare si infrangono contro
timpani, destinate a un non ricordo o a rimanere impresse come l’inchiostro che
impregna un foglio di carta.
-Non è questo il momento. Se vuoi ordina una birra o un
drink… non puoi pretendere la mia persona.-
-Lo sai che suonerò qui tra un paio di giorni?-
-Si lo so.-
-Lo sai che tra un po’ è Natale?-
-Ce l’ho il calendario l’ho comprato con i miei soldi.-
Yamato sorrise.
-Lo sai che papà si chiede dove ha sbagliato e il perché tu
non sei con me?-
Takero urtò una spalla di Yamazaki. Chiese scusa
silenziosamente mentre fulminò il volto sfacciato del fratello.
-Perché sei così indifferente?!- Yamato sorrise lanciando
quell’ultima frase. Lo stava ferendo per provocargli una reazione.
-Ah! Quello indifferente sono io?!- Takero lanciò uno
straccio contro il bancone. Uscì velocemente spogliandosi dal suo compito di
barrista.
Takero si avvicinò al fratello i pugni chiusi. –E TU,
perché, devi sempre sottomettere tutti alla tua volontà?-
Il silenzio si parò tra i due Le voci nel bar aumentarono di
colpo quella scena per le persone passava inosservata.
-Allora se pensi questo di me… Tra qualche giorno, sono qui
in questo locale. E poi vediamo chi ha avuto davvero paura e chi tra noi due è
così maledettamente testardo, chi VUOLE DIMOSTRARE AL MONDO che lui ce la fa…
da solo.-
Takero si morse un labbro, si incamminò verso l’uscita,
barcollando come se avesse ricevuto un colpo dritto al cuore.
Matt lo guardava mentre si allontanava per l’ennesima volta
da lui. Era soprappensiero, quando lo raggiunsero Sora e Taichi; la prima
timidamente il secondo con piena autorizzazione.
-Ma perché avete così tanto rancore dentro?!- Taichi fu il
primo a parlare. Yamato sorrise alla figura esile della barrista.
-Non è rancore, ne rabbia…noi abbiamo solo paura che se
torneremo assieme...potremmo romperci come quella che era la nostra famiglia.
Per questo preferiamo evitarci… perché per gli Ishida è dura piangere, perchè
noi non accettiamo le lacrime.-
Sora inconsciamente prese la mano del biondo e la strinse.
Quelle parole le erano famigliari, aveva sentito Takero una volta pronunciare
qualcosa del genere.
-Sai avvolte anche se due fratelli sono stati lontani per
molto tempo o se non hanno mai vissuto sotto lo stesso tetto…non si lasciano
mai…sanno comunicare anche se le parole dicono un’altra cosa.-
--
-Kari quello è Takero, Corri presto raggiungilo!-
-Ma tu….-
-Vai, avverto io Taichi.-
-Davis!-
-Vai!-
--
Yolei singhiozzò un paio di volte. Ken sorrideva mentre
Taichi la imitava da quando le acque si erano calmate.
-Ti sono…sembro noiosa Ken?Sigh!?- Yolei era leggermente
brilla, ci voleva poco per capirlo.
-Non lo sei affatto Miya.-
-Allora perché non riesco a trovare quello giusto Ken??-
Taichi ordinò un po’ di caffè. Yamazaki sudava freddo dietro
al bancone.
-Miya…tu sei speciale, hai mai pensato che hai cercato nel
posto sbagliato?!-
-Uhm….effettivamente!-Yolei si appoggiò alla spalla del
giovane che divenne bordeaux.
-Effettivamente…- sussurrò prima di addormentarsi.
--
“ Perché non riusciamo a stare assieme…possibile che ci
diamo sempre colpe più grandi di noi?”
Il vapore del suo respiro uscì sparendo poi nell’aria.
-Takeroo!-
Una voce famigliare lo fece torcere malgrado non volesse
fermarsi.
-Tikeiii!!-
Kari. Il suo cuore sorrise e per un attimo dimenticò le
parole del fratello. Lei stava con lui.
Lei aveva il fiatone ma l’aveva raggiunto.
Si stupì come un bambino, nel sentire le sue dita calde
stringergli la mano fredda.
-Hikari…-
-Sono qui.-
Un qualcosa si scatenò dentro di lui, nessuno in modo così
esplicito(con una frase e con un gesto semplice) gli aveva toccato il cuore.
Era così stanco dei doppi sensi che…comprese quel bisogno di sentirla sua. Quel
bisogno assillante…e piacevole. Si sentiva sicuro e felice quando ce l’aveva
intorno. Tre giorni appena e lui ne era affascinato.
Come in un sogno la catturò a sé, prendendola di sprovvista,
e un bacio dolce e passionale si andò a posare sul suo collo non riparato dal
giubbotto…Il profumo di lei gli stordì i sensi ma gli diede la forza necessaria
di staccarsi e di prenderla per mano, riprendendo a camminare.
Kari lo fissò per lungo tempo, il cuore le ronzava forte in
petto.
-Tra un po’ è Natale.-
Lui ruppe di nuovo quel silenzio con una semplicità
sconvolgente. Lei non rispose, riusciva a capire le frasi a dar loro rigore
logico; ma era ancora presa da quella sensazione e da quel calore che aveva
provato al bacio tenue di lui. Si scosse e dedicò la mente e il cuore sulla sua
persona.
-E non riesco a provare nulla.-
Kari si sentì morire a quelle parole… per non dover piangere
di nuovo, lo abbracciò. Si fermarono in mezzo alla strada mentre Takero
riprendeva la voglia di vivere, di parlare.
-Il mio cuore è rimasto in una casa, dentro un letto in una
giornata scura.- la sua voce era fievole mentre ammetteva quella realtà.
La sorella di Taichi cercò riparo nell’incavo della sua
spalla. Cercò di trasmettergli qualcosa.
-Ma quando ti ho visto, ho capito che vale la pena…
soffrire, perchè così riconosci la felicità. Forse è troppo presto…Forse ti
sembrerò un superficiale ma Kari…, mi piaci immensamente piccola mia.-
La sorella di Taichi alzò il capo.
-Andrà tutto bene. Io sono qui e non ti lascio.- La sua mano
esile strinse la sua così grande e generosa.
-Credo che tutte le tue esperienze ti abbiamo reso quello
che sei…anche se adesso non te ne accorgi. Andrà tutto bene questo Natale,
Takero. Fidati di me, questo Natale sarà diverso.-
--
Sora si stropicciò gli occhi.
Yamazaki, un giovane con i capelli neri si posizionò davanti
a lei. Indicò silenziosamente un amplificatore. Le tre di notte e lei aveva una
mazza per pulire a terra.
-Va pure sarai molto stanco…dopo che oggi Takero ha avuto
una piccola emergenza.-
Yamazaki fece un tenue sorriso.
-Pulisci tu tutto?-
-Si va pure.-
-Porto fuori la spazzatura allora…ah….li c’è quello là, lo
mando via?-
Sora sgranò gli occhi non si era accorta che seduto su uno
sgabello c’era ancora un cliente.
Sorrise nel riconoscere quella figura.
-No, va ci penso io a lui.-
Yamazaki annuì e non fece rumore uscendo.
Sora si mise di fronte al ragazzo. Era così pensieroso da
dare l’impressione che sulla sua fronte sarebbero ben presto comparse centinaia
di rughe. *Ma tanto…quelle rughe non avrebbero cambiato quel viso d’angelo…*
-Posso esserti utile Matt?-
Lui alzò lo sguardo. Si guardò attorno. Era così preso a
ripassare dentro di lui la nota di una canzone che…
-No.- prese la sua sciarpa appoggiata sul bancone.
-A me sembra di si.- Sora posò lo strofinaccio. –Dopotutto
tu stasera mi hai aiutato con Miroku. Hai fame? Non avrai mangiato niente
immagino!-
La ragazzina sparì per riemergere di nuovo dietro al bancone
con un sacchetto bianco in mano.
-Prima di venire al lavoro ne compro sempre due. Uno è alla
marmellata l’altro alla nutella. Aspetta che li riscaldo.-
Matt la stava a guardare, la trovava molto buffa, con quel
suo modo di sorridere di mettere sempre il becco in cose che non la
riguardavano.
La ragazzina mise il timer e aspetto curiosa che i cornetti
fossero pronti.
Poi li prese con dei tovaglioli a mò di forcine.
Rise porgendogli quello con la marmellata.
Lei poi morse il suo sedendosi stancamente vicino a lui.
-Mangia…che aspetti! Guarda che il tuo viso risentirà della
fame. O come le grandi rock star sei a dieta!?-
Matt le sorrise e la fece arrossire. Accolse quell’invito e
per un po’ se ne stettero in completa serenità.
-Sei un tipo molto silenzioso. Anche tuo fratello lo è del
resto.- Sora sorrise pulendosi le labbra con un tovagliolo rosso.
-Uhm…- fece lui finendo il suo cornetto.-Grazie.- disse poi
fissandola.
-Ehy…non è niente di che…comunque sono sicura che andrà
tutto bene!-
Matt si guardò di nuovo in giro. Il locale era ampio e
grande.
-Ci impiegherai molto tempo prima di pulire tutto qui…-
-Si ma io sono speciale caro mio!- Sora fece la spavalda ma
effettivamente sapeva cosa l’aspettava.
Matt si alzò e si tolse il cappotto. Prese la mazza per
pulire a terra.
-Ti do una mano.-
Sora lo guardava con tanto d’occhi.
-Stai scherzando!-
-No.-
Il ragazzo si mise a canticchiare un piccolo motivetto che
incontreremo più avanti nella nostra storia.
--
Sora afferrò il secchio.
Matt sollevava gli sgabelli.
Poi Sora trattenne il fiato…lo vide scivolare sul pavimento
appena lavato.
-Yack…Yamato…attento che è bagnato!-
-Hai fatto la rima- le rispose quello fermando il suo moto e
trovando la stabilità contro il bancone. La risata di Sora lo colpì e lo fece
sorridere malgrado il rischio che aveva corso, malgrado il suo stato d’animo.
Sora si aggrappò alla sua mazza e volteggiò due volte prima
di rigirarsi verso il biondo.
Sembrava serena…
-Non mi sono mai divertita tanto, pulendo questo posto!-
Matt annuì avvicinandosi alla sua esile figura.
-Ora ti accompagno a casa. È tardi e ho sonno.-
Sora fece uno sguardo imperioso.- Stai scherzando spero io
sono fresca come una rosa!-
-Se…una rosa appena colta…-
La ragazza stava per rispondergli a tono ma sbadigliò. Matt
allora spavaldo, la prese in braccio, facendola urlare.
-Lasciami, altrimenti scivoliamo tutte e due!!-
Matt la fece volteggiare prima di rimetterla a terra.
-Takenouci.- disse leggendo il cartellino.- Muoviti che ho
sonno.-
--
-Sei sempre così silenzioso??! Non è che in realtà sei un
vampiro o qualcosa del genere?-
-Ma che vai blaterando Takenouci!- inespressivo come al
solito pronunciò quelle frasi.
-Vedi come sei? Sei un riccio! MI chiami così ma mi stai
accompagnando fino a casa! Sei preoccupato per me anche se ci conosciamo da
quanto? Da tre ore? Non mi freghi Yamato Ishida!!-
-Che vuoi dire? Guarda che ti accompagno solo perché il
cornetto era buono.-
-Ah! Brutto essere unicellulare che non sei altro!-
-Che cosa?!!-
Matt aggrottò un suo sopracciglio, lei accelerò il passo
dandoli leggermente le spalle.
-Guarda che hai a che fare con una persona intelligente!-
Lei si rigirò sorridente e camminò all’indietro squadrandolo; non si era
arrabbiata allora come aveva fatto credere, voltandogli la testa.
-Per me tu sei esattamente come tuo fratello, solo che lui è
meno biondo e più simpatico!-
Matt emise un grugnito che fece ridere la barrista.
Quando la sua risata si spense, la voce della ragazza
sussurrò queste parole -Sei come ero io tempo fa.- e lo fece toccando delle
tonalità così serie che malgrado il giubbotto lo fecero rabbrividire
Il silenzio scese tra i due e poco dopo lei si fermò davanti
a un piccolo cancello colore argento.
Gli sorrise di nuovo mentre faceva scattare la serratura del
portoncino e mentre sembrava aver scordato quello che si era lasciata andare.
Sentiva i suoi occhi azzurri fissarla, ed ebbe l’impressione
che se avesse potuto, Yamato le avrebbe letto nel profondo…. Perciò si limitò a
fissargli la maglietta mentre richiudeva il cancelletto davanti a sé. Matt
appoggiò le sue dita sulle sbarre metalliche.
Un sorriso gli increspò le labbra e come se lei lo avesse
sentito, i suoi occhi non poterono far altro che salire inquadrando quella
linea rossa e carnosa.
-Quello che ti dirò ti potrà stupire Takenouci…-
Lei lo fissò rapita, come se da un momento a l’altro dovesse
ricordare una massima filosofica importantissima.
Lui spavaldo fece uscire le seguenti parole:
-Buonanotte. Sogni d’oro.-
Lei si infiammò mentre lo vedeva allontanarsi. Strinse i
pugni.
-Ah! Sei pure un grande filosofo a quanto pare! Ztè e io che
mi stavo beccando tutta l’umidità della sera aspettando con ansia quello che IL
SIGNORINO ISHIDA doveva dirmi!AH questi uomini d’oggi dove avranno la testa!-
scosse il capo come se stesse interpretando un grande dramma teatrale.
Mentre si voltava l’eco della sua risata la accompagnò
facendola fermare di nuovo sulla soglia del portone. Guardò di nuovo dove lui
era sparito.
Adesso ne era proprio sicura….Yamato Ishida era come la
notte.
--
-C’è un odore strano.-
-Che sta andando a fuoco qualcosa??-
In pigiama Takero e Ken si guardarono stupiti. L’uno si era
appena alzato l’altro invece era sveglio già da un po’ e aveva un libro in
mano….
Si avvicinano cautamente alla cucina. L’odore di bruciato si
faceva più forte.
-Daisuke???! Ma che fai mandi a fuoco la cucina?!??!-
Il ragazzo indossava un grembiule a fiorellini, porse dei
piatti ai suoi due coinquilini.
-Buongiorno. Vi ho preparato la colazione!Frittelle!!-
Ken guardò la sua portata.
Le sue frittelle erano più o meno accettabili. –Ah Grazie
mille allora!- Poi si voltò il piatto di Takero non era come il suo… il suo
pasto invece era carbonizzato. Gli venne da ridere ma provò a trattenersi.
-Ahm…immagino che queste siano le prime che tu abbia
fatto…Dai.- Il biondo era sconcerto.
-Bhe…il buongiorno si vede dal mattino!-
Il modo di dire che voleva rompere quello scambiò di battute
fece beccare a Ken quattro occhiatacce in simultanee.
-No! Ma mi sono ricordato che tu mangi molto speziato e ben
cotto, Takero!-
-Ma non è un buon motivo…queste mi sembrano di più la faccia
di Alì Babà!-
-Prova a fare gli occhi con il succo d’acero! Vedrai ti
piaceranno!- il moro sogghignò prese un tubetto e lasciò cadere sul piatto una
sostanza violacea. Il fratello di Yamato cominciò a capire il motivo di quel
piatto. Sorrise e diede una pacca sulla spalla al suo amico ed eterno rivale.
-Bhe devi scontarla in qualche modo.- Davis ammise la
ripicca e sospirò.
-E lo vuoi fare avvelenandomi?-
-Ci posso provare!-
I due si misero a ridere. Ken li guardava sorpreso.
-Ah…state parlando di Kari!!- il suo cervello capì con un
nome quello scambio veloci di battute.
Daisuke sorrise al biondo e Takero ricambiò. Ken continuava
a guardarli.
-Vabbhe vado a fare la spesa…oggi non ho lezione come voi
due del resto…quindi…-
Il suo momento di deconcentrazione gli fu fatale…Daisuke e
Takero contemporaneamente schiacciarono sul volto di Ichijouji le frittelle
bruciate e colorate.
-BUONGIORNO KEN!!!!!- gli urlarono dopo in simultanea mentre
iniziava un nuovo giorno…
--
-Izumi, buongiorno!-
-Ciao Taichi!-
Il castano si sedè dietro al bancone aveva un vassoio in
mano. Lavora part-time in un negozio di dischi da un bel po’. Il rosso, il suo
compagno di vendite, se ne stava appiccicato al computer vecchio modello di
quel posto. Poi Taichi gli porse un caffè che aveva appena zuccherato .
-La nostra fortuna è avere un bar qui vicino, se non ci
fosse non riuscirei a ingranare la giornata!-
-Allora come va? Sei agitato Per l’antivigilia in musica?-
-No.-
Izumi sorrise notò con piacere che Taichi aveva mentito
leggermente.
-Bene.-
Il castano a un certo punto fermò il suo bicchiere. I suoi
occhi inquadrarono di nuovo la figura del suo amico.
-Ehy Izzy!-
Quello si voltò sorpreso.-Eh?-
-Mi è venuta una grande idea!-
--
-Devo proprio andare alle nove…?…Uffa però beate te che
lavori qui! Sempre facce nuove! E… ah mi spieghi perché cavolo sei venuta qui?!
Di mattina il Blue Sky se non sbaglio è chiuso!-
-Devono venire dei musicisti per vedere il locale, devono
montare gli strumenti eccetera, eccetera…!Te l’ho già detto ieri sera! È per
questo che non sono neanche andata all’accademia…ah se continuo così…e poi
beata te che hai l’opportunità di navigare tra velluti e stoffe! Io devo volare
tra bicchieri e tra pezze per lavare a terra!-
La donna sorrise leggermente, i capelli castani morbidi le
scendevano sulle spalle sottili, incorniciandole il volto. Il trucco appena
accennato metteva in risalto i zigomi e gli occhi grandi e scuri. Impegnata tra
un corso di cucina e un negozio di abbigliamento…questa è Mimi Takikawa. Che
vive insieme alla Takenouci e di cui conosce la storia da tanto di quel
tempo…da confondersi e intrecciarsi con la sua.
-Però ieri mi hai anche detto della tua nuova fiamma! Incredibile
amica mia!! Ti sei appena lasciata con Miroku e già il tuo cuore batte come mai
prima! Mentre io…sono legata a un antico ricordo!.-
La barrista del Blue Sky sorrise e prese posto vicino alla
sua compagna.
-Dai…amica mia…tra noi due in fondo sei tu la sognatrice ed
io la realista, lo sai bene! Questo è il mio difetto e il tuo è il più grande
pregio!-
-Ma che dici! Anche tu ti illudi come me…solo che io oh
bhe…Un amore non svelato ti rimane dentro per sempre… ed è come se io a vivessi
ancora, nutrendomi di questa speranza!è come se fossi una lasagna senza
besciamella e la sognassi costantemente!-
Sora scoppiò a ridere.
-Si vede che la tua passione sono i fornelli!-
-Si e poi lo sai che io amo la cucina italiana!-
Le due interruppero la loro conversazione, le loro risate
riecheggiavano perdendosi nel vasto posto in cui si erano rinchiuse.
-Ah…comunque sono fiduciosa…qualcosa succederà vedrai!-
-Si guarda io rincontrerò prima o poi il mio compagno di
classe, il mio migliore amico di cui ho perso le tracce e di cui ero
perdutamente innamorata…incontrerò il mio Izumi Koushiroh…-
La porta bussò ed ogni colpo era un motivetto
inconfondibile. Qualcuno attendeva e Sora che non potè consolare un altro po’
la sua coinquilina.
–Chi è?- chiese prima di far scattare il lucchetto
consumato.
-Taichi e il tecnico delle luci!!!-
Sora aprì…si chiese rapidamente dove era finito Yamato.
-Buongiorno, mia cara!-
-Ciao!-
-Ciao…-aggiunse Mimi all’entrata del moro. Quest’ultima
sgranò gli occhi e si alzò reggendosi a malapena sopra i tacchi che aveva
sempre calzato alla perfezione.
Un’altra figura illuminò la stanza; si mosse assieme al
pulviscolo atmosferico; oltre a quello strano bipede con una capigliatura
castana del tutto particolare. Sora la guardò incredula e scrutò l’amico del
musicista.
Ci fu un momento di silenzio.
-MIMI???-
-IZZY!!!-
--
Yamato si ritrovò di fronte il cartello “Torniamo subito!”
poi i suoi occhi azzurri inquadrarono un’altra scritta sotto: “Se sei Matt,
siamo al Blue Sky!!”
Yamato grugnì leggermente. Chissà cosa aveva in mente quello
strampalato dell’amico. Si avviluppò meglio la gola con la sua lunga sciarpa
verde.
-Ah…signore…- sospirò senza accorgersene.
Matt si ritrovò la porta aperta al Blue Sky.
Entrò e una scena singolare si svolgeva davanti ai suoi
occhi.
Una castana alta stringeva le mani al cassiere del negozio
dove lavorava Taichi. E il suo migliore amico parlava con la ramata che in
compenso lo riconobbe subito e agitò la mano.
-Che succede?- il suo tono non ammetteva giri di parole.
-Ah! Non sai!- Taichi come al solito usò il suo tono
raggiante- Ho trovato contemporaneamente il tecnico delle luci e l’amore di
Izumi!!!-
--
-Ehy tu, Takenouci.-
Sora stava chiudendo la sara cinesca che di li a poco si
sarebbe rialzata di nuovo.
Si voltò verso il biondo con annessa sciarpa verde.
-Che vuoi?- grugnì quasi senza accorgersene, infastidita per
il tono che aveva usato.
-Qualche mattina mi serve il locale per provare.-
-E allora? Che vuoi da me?-
-Sarai tu ad aprirmi.-
Deciso, categorico e probabilmente non avrebbe accettato
risposte di alcun tipo.
-Va bene Ishida…ti sopporterò io!-
--
-Ma dai che sai chi è! L’hai visto una volta mentre
entravano nel negozio dove lavora mio fratello!-
-Ah…Izumi quello timido…accidenti è assurdo come certe
persone si rincontrino tra di loro.-
Kari sorrise raggiante.
-A quanto pare non si vedevano da molto tempo e siccome Izzy
si era trasferito per un po’ in un'altra città, dalla nonna che era
ammalata…lei ne aveva perso le tracce.-
-Ah un’altra storia finita bene almeno!-
-Spero che anche Takero e Yamato riusciranno a stare insieme
questo Natale!.
-Sei preoccupata per lui?-
-Bhe….si perché so che vuol dire avere un fratello che ti
protegge e che ti ama! Non voglio che si senti più solo!-
-Siete proprio fatti l’una per l’altra!-
-E tu?!? Ken Ichijouji mi sembra si sia preoccupato per te!-
-CHE FIGURACCIA! Ero sbronza e non so cosa posso averli
detto! Yack! Non oso immaginarlo!!!-
--
-Bhe questo è tutto quello che mi è capitato!-
Due figure in un bar, in un pomeriggio nuvoloso.
-MI è dispiaciuto perderci di vista….avrei dovuto avvisarti
Mimi…-
-Anche io avrei dovuto cercarti di più!-
La castana sorrise il cuore le batteva forte in petto. Lei
era cambiata grazie a lui. Una volta era frivola, pensava solo ad un mucchio di
sciocchezze…poi incontrando quel rosso con gli occhi più neri della pece
qualcosa le era scattata dentro. La sua sensibilità così spiccata forse le
aveva fatto capire le cose importanti della vita.
Ricordava ancora quando si era confidato con lei in un
pomeriggio assolato. Quando lui le aveva raccontato la storia della sua
infanzia. Izumi Koushiroh era stato adottato i suoi genitori erano morti in un
incidente stradale e lui si era salvato. Ricordava ancora la sua voce tremante
chiederle… “ perché io ne sono uscito indenne e loro invece no!?” e non l’aveva
dimenticato Ricorda ancora che anche lei era scoppiata a piangere e che aveva
cercato di consolarlo tirando in ballo il destino…
Per questo, i trucchi, l’ultima moda o l’ultima pazzia che
voleva fare le era sembrata così futile da sentirsi in colpa, perché lei era
già fortunata.
-Non importa…ora siamo qui, siamo assieme.-
Il rosso le sfiorò la mano e il cuore le ricordò
bombardandole il petto, che lui non era più un sogno. Soprattutto le fece
capire, che la persona che ha continuato ad amare per tutto questo tempo, era
la stessa meravigliosa creatura che ricordava.
-Si. Questo è ciò che conta.-
Le foto si ingialliscono, il tempo passa…le cose cambiano,
le persone evolvono…ma l’amore quello resta per sempre.