Hey the first
Hey,
ci credi nell'amore a prima vista?
Lo so che le dediche di solito
vanno a inizio capitolo; per una volta, la mia è alla fine.
L’anima
gemella.
Dicevano
che l’anima gemella si potesse trovare, prima o poi. Che la
si potesse
incontrare passeggiando per strada, facendo spesa al supermercato, tra
i banchi
di scuola o addirittura attraverso quegli infernali aggeggi Babbani che
potevano metterti in contatto con tutto il mondo – social network, li chiamavano loro.
Ad ogni
modo, dicevano che la si incontrava per forza, prima o poi. E che, in
qualche
modo, riuscivi a capire che era
lei:
un brivido che percorreva la schiena, una strana sensazione, un
pensiero
improvviso, un oggetto che cadeva... pareva che l’incontro
non potesse non
avere conseguenze. Era questo che alcuni Babbani dicevano. E alcuni di
loro ci
credevano veramente.
I maghi,
sull’onda di questo mirabolante pensiero, si erano
messi a creare e
inventare oggetti capaci di trovarla, quest’anima gemella:
dalle bussole che
riuscivano perfino a indicarti la via,
qualora la dolce metà fosse relativamente vicina a te, ad
aggeggi simili a
Ricordelle, ma che si limitavano ad avvertire della suddetta vicinanza
(ovviamente,
il funzionamento era dubbio, ma il guadagno assicurato –
George Weasley giurò
che la prima persona che aveva comprato una delle Bussole Sentimentali
appena
ricevute in negozio fu Lavanda Brown, seguita a ruota da
Romilda
Vane).
Ma io mondo
è bello perché è vario e, tanto nel
mondo magico quanto in quello Babbano,
c’erano persone che dell’anima gemella se ne
fregavano altamente, o peggio,
non ci credevano. Persone che ritenevano che l’amore
arriva quando e come
vuole, che è inutile cercarlo con stupide invenzioni. Che al
mondo non ci sarà
mai qualcuno che si adatta perfettamente a te.
Una di
queste persone era Rose Weasley, che, nonostante possedesse una
delle sopracitate Ricordelle
incastonata a un
braccialetto regalatale da suo cugino James, rimaneva del tutto
indifferente
all’argomento.
Una di
queste persone era Sarah Calvinson che, anima gemella o non gemella,
voleva una
sola persona, e l’avrebbe ottenuta a ogni
costo.
Una di
queste persone era Liam Nott, che liquidava queste credenze da
ragazzine come
“Babbanate”.
Una di
queste persone era James Sirius Potter, una di queste persone era Albus
Severus
Potter, una di queste persone era Audy Lloyd, una di queste persone era
Scorpius Malfoy.
Una di
queste persone non
era
Orion
Aldebaran, che, pur non avendola ancora trovata, era sicurissimo di
essere
destinato a una persona particolare nel mondo, e difendeva questa sua
tesi a
bacchetta tratta.
Una di
queste persone non
era
Chloe Ryan,
secondo cui Cupido doveva essere stato un mago e pozionista molto
abile, primo
inventore di filtri d’amore e simili; mezzi che, combinati al
suo potente intuito,
utilizzava per far incontrare e innamorare le anime gemelle.
Perché esistevano, le
anime gemelle.
Una di
queste persone non
era
Alex Lloyd,
che con la sua presunta anima gemella era stata fidanzata, un tempo.
Una di
queste persone non
era
Lily Potter,
una di queste persone non era Albus
Potter,
una di queste persone non era Louis Weasley.
Ma, di un
partito o dell’altro, all’amore non
scappò nessuno di loro.
*
Rose Weasley e Chloe Ryan avevano
stretto amicizia già dal primo secondo della loro vita da
streghe, quando si
erano incontrate alla stazione di King’s Cross, ancora
inconsapevoli che
sarebbero entrambe appartenute alla stessa Casa e allo stesso
dormitorio. E,
quel primo settembre dell’anno 2021, la loro amicizia
compieva ufficialmente
quattro anni.
Non era un
gran avvenimento, dopotutto: che bisogno c’era di ricordare
una data del
genere? Per Rose, ancora nessuna. Ancora.
Perché il primo settembre, dopo quel giorno, sarebbe
destinato a essere l’anniversario
non solo dell’inizio di una secolare amicizia, ma anche di
molto, molto altro.
Tutto
sembrava doversi svolgere come l’anno precedente –
l’arrivo all’ultimo minuto,
l’impossibilità di trovare il volto di Chloe tra
quella folla non
quantificabile, la furiosa corsa per accaparrarsi uno scompartimento
decente –
quando, controllando il suo orologio, Rose si accorse che non erano ancora le undici, ma mancava circa
mezz’ora. Mezz’ora!
Poteva fermarsi a chiacchierare con i Potter e gli altri Weasley,
scegliere uno
scompartimento assieme a Chloe... Ammesso che le sarebbe servito, uno
scompartimento. Già, perché
quell’estate le era arrivata via gufo
un’inaspettata novità: era
Prefetto. Quindi avrebbe
dovuto incontrarsi con i colleghi – ma quant’era
bello dire colleghi? –
delle altre Case, dare
indicazioni ai primo anno, far sì che i corridoi del treno
non fossero pieni di
gente, e mansioni del genere. Nonostante non assomigliasse affatto a
sua madre, l'avevano ugualmente scelta come Prefetto.
Superarono
la barriera e vennero investiti istantaneamente dal fumo della
locomotiva
scarlatta, brillante in quel giorno di sole; il chiacchiericcio
insistente
della folla, i primo anno tutti con la stessa espressione mista tra lo
spaventato e l’eccitato, i gruppi di amici che si ritrovavano
dopo un’estate
intera... era familiare. Era Hogwarts.
Fu allora
che successe.
Fu allora
che li, che lo vide.
Fu allora;
fu un istante.
« Rose!
Rose! Che diavolo ci fai già qui? T’aspettavo
più tardi, come l’anno
scorso! »
Ma Rose non
udì affatto la voce di Chloe.
« Rooose?
Rooose? Grattastinchi t’ha mangiato la lingua? »
Nessuna risposta.
C’era un
gruppo di tre persone non ancora in uniforme, poco lontano da lei. E
lui... lui
era tra questi. Con i suoi capelli color grano, gli occhi ciel sereno e
un
sorriso che ella paragonò a un raggio di sole. (Col senno di
poi, Rose si
sarebbe maledetta per aver solo pensato
paragoni del genere: chi descriverebbe mai dei capelli biondi come color grano? Occhi azzurri come ciel sereno? Un semplice sorriso come raggio di sole? Oh sì, si
sarebbe
notevolmente stupita di quanto quel colpo di fulmine l’aveva
instupidita. Però
lo pensava, allora, lo pensava veramente.)
Il ragazzo
si voltò verso di lei e le lanciò uno sguardo,
senza scollarsi il sorriso di
dosso – anzi, a Rose parve proprio
più ampio; solo in quel momento la ragazza si accorse che,
se due erano
ragazzi, la terza era una Serpeverde del quinto anno, Calvinson forse,
che gli
stava tremendamente attaccata. A metà tra il compiaciuta e
l’imbarazzata, si
decise a riscuotersi e salutare Chloe, che sembrava non essersi
minimamente
accorta del fatto appena accaduto.
Chiacchierarono,
chiacchierarono di tutto. Da come avevano passato l’estate,
alle nuove materie
che ci sarebbero state quell’anno, alle gite a Hogsmeade, a
come i nuovi primo
anno avrebbero reagito a Hogwarts, alla spilla da Prefetto di Rose.
Allo
scompartimento si aggiunsero presto anche le altre ragazze con le quali
dividevano il dormitorio, tra cui c’era Beatrix Delaney,
un’altra grande amica
di Rose.
In tutto
quel fiume di parole, Rose non poté fare a meno di ripensare
al ragazzo della
fermata; certo, avrebbe dovuto concentrarsi sul suo nuovo incarico,
sullo
scoprire chi fosse l’altro Prefetto di Grifondoro e gli
altri, ma non ci
riuscì. Il biondino e il suo sorriso erano impressi
indelebilmente nella sua
mente, un muro per tutti gli altri pensieri. Ma, nonostante
ciò, un’idea, una
malsana idea, un piano stupido ma forse efficace, una pazzia le
illuminò gli
occhi.
Vista la compagnia che circondava
Chloe, Rose decise che sì, ormai poteva anche sbrigare
ciò che aveva in mente;
con una scusa, la Weasley si allontanò, decisa.
Almeno, sperava che il
coraggio e la determinazione non la abbandonassero proprio in quel
momento.
Superò lo
scompartimento di James – ne riconobbe la voce e gli
schiamazzi anche da fuori
– che, in una situazione normale, avrebbe invece salutato;
non si curò di
cercare gli Scamandro, né
Hugo, né
Albus; correva dritta per la sua strada.
E i maghi
le vennero evidentemente in aiuto, perché, proprio mentre
stava per raggiungere
un altro vagone, dall’ultimo scompartimento uscì
un ragazzo biondo dagli occhi
chiari, che indossava una cravatta verde-argento.
Rose rimase
impietrita. Ora che ci pensava, effettivamente... non era... poteva
anche...
non aveva niente da perdere, dopotutto...
Colse la
palla al balzo e corse incontro al ragazzo prima che questi
raggiungesse la sua
meta; lo fermò afferrandogli il braccio.
« Hey,
Weasley. Che...? »
« Hey,
Malfoy, ci credi nell’amore a prima vista? »
La dedica di questa long
è divisa in sette modi:
A Krixi e Clare, che mi hanno convinta a tornare.
A Edward Morgan Forster, perché Camera con vista
è una fonte d'ispirazione inesauribile.
Alle mie tre J (Juliet, Jodi e Joanne), perché mi fanno
commuovere sempre.
Ai Beatles,
perché non serve specificare perché.
A Erika, perché dopodomani sarà il mio
efp-versario e lo festeggio con questa long.
A Gimp e Niki, senza i quali non esisterebbero i banner di inizio
capitolo.
...E a te, se hai letto questo capitolo fin proprio alla fine.
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