Titolo: The
Mighty
Avengers and the Dollhouse Mysteries
Fandom:
The
Avengers
Personaggi:
Un
po’ tutti
Genere: Commedia
Rating:
G
Avvertimenti:
Toy
Story!AU(sorta); one-shot
NdA: Scritta per
fillare questo prompt per la Notte Bianca di Mari di Challenge;
altre note
alla fine
The Mighty Avengers and the
Dollhouse Mysteries
Iron
Man guidava da ore, senza sosta, tanto da non
accorgersi neanche più dei contorni della strada che
percorreva, sempre uguale
a se stessa.
Almeno
fino a quando non si trovò davanti un ostacolo del
tutto inaspettato. Oh, no. Stava per investire in pieno la confezione
da
collezionisti di Capitan America di Phil.
Possibile
che quella macchinina nuova fiammante, perfino decappottabile,
non avesse dei dannati freni?
Iron
Man non poté fare altro che suonare il suo clacson, che
per fortuna fu sufficiente ad attirare l’attenzione di Hulk,
a cui bastò un
salto per frapporsi tra la macchina e la scatola ed evitare
l’urto.
«
Certo che ci è mancato poco, Phil avrebbe potuto sbatterti
nella vecchia cesta per questo » disse Hulk, mentre spegneva
finalmente la
macchinina, lasciando scendere Iron Man.
«
Già, è il suo preferito quel Capitan Ghiacciolo
» rispose
Iron Man, volgendo lo sguardo al giocattolo che dormiva tranquillamente
nella
sua scatola.
«
Sarà, ma abbiamo problemi più gravi da affrontare
adesso, vieni
» disse Hulk, mentre lo conduceva da Thor, seduto a testa
bassa sul cubo di
Rubik. Iron Man non aveva mai visto un dio nordico dall’aria
così depressa,
neanche tra quelli di plastica.
«
Thor, cosa è successo? » domandò
gentilmente Iron Man,
avvicinandosi.
«
Ogni tentativo di consolarmi è inutile, Uomo
d’Acciaio. Il
mio martello mi è stato sottratto e non
c’è niente che potrà farmi riguadagnare
la mia potenza ».
«
Ma cosa intendi per sottratto? Lo hai già cercato ovunque?
».
«
Pare di sì, Iron Man, neanche le mie frecce e le sue
ragnatele sono servite a molto » rispose Occhio di Falco, che
si stava
avvicinando con Spider-Man.
Iron
Man non ebbe il cuore di nominare l’opzione
aspirapolvere davanti ad un Thor così abbattuto, ma in quel
momento i suoi
pensieri furono interrotti dall’arrivo
dell’esercito dei soldatini in marcia.
«
Non c’è niente di meglio dei miei uomini come team
di
ricerca, Thor, non perdere le speranze » disse Cap, alla
guida dei suoi
soldatini. Bastarono quelle parole per far apparire Thor già
molto più sereno.
Iron Man continuava a chiedersi come mai fosse l’unico a non
capire il fascino
di quel giocattolo a stelle e strisce. Per quella volta,
però, si trattenne dal
rispondere in modo sarcastico, temendo ancora di urtare i sentimenti di
Thor.
In
effetti, però, dopo circa mezz’ora, tre soldatini
erano
tornati alla base portando buone notizie, seppure coperti di
brillantini. A
quanto pareva, il martello di Thor era nella stanza della sorellina di
Phil,
nella casa delle bambole.
Al
sentire quella notizia, Thor ebbe un tremito. Non sarebbe
stata un’impresa facile nemmeno per loro affrontare delle
Barbie inferocite.
«
Avanti, non è un’impresa disperata, Phil e Jessica
sono
fuori con i genitori, tutto quello che ci serve è un piano
» tentò Cap con un
tono di incoraggiamento.
«
Siamo pur sempre dei supereroi! Avengers Assemble! »
gridò poi, mentre
le voci di tutti gli altri, per quanto molto più esitanti,
si univano alla sua.
«
Io continuo a credere che tu legga troppi fumetti, Cap »
obiettò Iron Man, venendo però bellamente
ignorato dagli altri, già intenti a
confabulare per elaborare un piano.
Ciò
che non sorprese Iron Man fu che al centro del piano
c’era lui. Scortato dai soldatini, sarebbe entrato nella
stanza di Jessica
sulla
sua macchinina e avrebbe recuperato il
martello, per poi sfrecciare via. Gli
altri avrebbero fatto da guardia in vari punti della cameretta e del
corridoio.
Già,
doveva sembrare un’idea geniale a loro che non dovevano
infiltrarsi nella casa delle Barbie. Era lui quello che rischiava di
uscirne
con un vestito da ballo e una pettinatura e un make-up alla moda. Per
non
parlare dei tacchi.
Dopo
una serie di inutili tentativi di persuadere gli altri Avengers a
cambiare piano,
Iron Man si ritrovò letteralmente spinto nella cameretta di
Jessica. Nelle
poche occasioni in cui l’aveva osservata, rigorosamente
dall’esterno, non aveva
mai notato quanto fosse piccola, disordinata e soprattutto rosa.
Sembrava
che da ogni angolo fosse pronto a spuntare un
peluche di enormi dimensioni pronto a farlo fuori.
Inaspettatamente,
però, riuscì ad arrivare alla casa delle
bambole illeso. Un soldatino gli indicò la stanza al piano
superiore, quella
che sembrava un’elegante sala da pranzo, dove doveva trovarsi
il martello di
Thor.
Ma
Iron Man non riuscì a mettere piede fuori dalla
macchinina, perché cinque Barbie si avventarono
immediatamente su di lui.
«
Guarda, deve essere un Ken »
«
Oh, finalmente »
«
Ma perché ha quel vestito ridicolo, ha proprio bisogno di
un trattamento estetico intensivo »
Sentite
queste frasi, Iron Man fu sul punto di risalire
sulla macchinina e andarsene, ma se lo avesse fatto Capitan Ghiacciolo
e tutti
gli altri gli avrebbero sicuramente dato del codardo.
Così,
rimanendo in piedi, disse, allargando le braccia e
scandendo bene ogni parola: « Non sono un Ken. Vengo in pace
dalla camera di
Phil Coulson, solo per riavere il martello fatato che è
stato rubato al mio
amico Thor ».
Le
gelide risate che seguirono non furono di nessun incoraggiamento
per Iron Man, mentre lo fu il rumore della porta di ingresso che si
apriva.
Presto Phil e Jessica sarebbero tornati nelle loro camere e i
giocattoli
dovevano trovarsi perfettamente in ordine.
In
una frazione di secondo, tutti i soldatini avevano
iniziato a marciare disperatamente verso la stanza di Phil, mentre le
Barbie si
arrampicavano sulla loro mensola. Iron Man, invece, raggiunse con un
balzo la
sala da pranzo della casa delle bambole, afferrò il martello
e saltò giù sulla
macchinina.
Ma
era ancora nel corridoio quando la mamma di Phil e
Jessica lo vide, in cima alle scale.
«
PHIL » gridò. « Quante volte ti ho detto
di non lasciare i
tuoi giocattoli in giro? Un giorno di questi finiranno nella spazzatura
»
aggiunse in tono minaccioso, rivolgendosi più ad Iron Man
– che ora teneva
letteralmente in pugno – che a suo figlio.
«
Ma non sono stato io » protestò il bambino,
prendendo Iron
Man e la macchinina dalle mani della madre e guardandolo con aria di
rimprovero.
Ma
mentre lo riportava in camera, Phil notò il martello sul
sedile posteriore della macchinina.
«
Ma è il martello di Thor! Lo aveva perso, lo hai
recuperato tu? » domandò, per poi aggiungere, come
se avesse udito la risposta
di Iron Man: « Sono state le Barbie! Lo sapevo! ».
«
Sei un vero eroe » aggiunse ammirato, mentre lo poneva
sulla mensola con gli altri supereroi, tutti con la mano levata in
segno di
rispetto verso Iron Man.
E da allora, mentre a Thor
furono restituiti il suo martello e la sua forza straordinaria, ad Iron
Man fu
riservato il posto d’onore accanto a Capitan America, che
stranamente si rivelò
un compagno di mensola molto più piacevole di quanto si
aspettasse.
NdA: Sono
consapevole di quanto sia folle tutto ciò, ma non potevo
rinunciare ad un
prompt così amabile, ecco. E sono consapevole anche di
quanto sia
potenzialmente anacronistico che Phil bambino possa avere i giocattoli
dei
supereroi, ma mi sembrava il minimo dei problemi.
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