Di
battibecchi e sodalizi
Ripulito
il piatto da ogni traccia di selvaggina, Thor si
leccò le dita con aria soddisfatta.
Seduto
accanto a lui, Loki teneva tra le mani un grappolo
d’uva, staccandone di tanto in tanto un acino che metteva in
bocca con una mossa svelta.
«Questa
carne era ottima» dichiarò il
maggiore, ringalluzzito dal buon pasto. «Mi sbaglio o no,
madre?»
Frigga,
seduta dall’altra parte del tavolo e intenta a
tagliare a spicchi una mela rossa e lucida, accennò un
sorriso. «Non sbagli, Thor» replicò,
divertita dall’esuberanza del ragazzino.
«Però dovresti prestare più attenzione
al galateo».
Loki
rise sotto i baffi, mentre Thor scrollava la testa bionda.
«Non abbiamo ospiti, oggi» obiettò,
stringendosi nelle spalle. Con la mano, fece un gesto che
andò a comprendere la lunga tavola, ricoperta da una
tovaglia immacolata.
Effettivamente,
a parte loro tre, non c’era anima viva.
Inizialmente
c’era stato anche Odino, ma i suoi doveri di
sovrano l’avevano obbligato a lasciare la sala prima della
fine del pasto.
«Sì,
però è sempre
importante» osservò la donna, infilandosi uno
spicchio in bocca.
Thor
sbuffò e si tese per prendere il proprio calice, ma lo
urtò col polso e la coppa cadde, rovesciando
l’acqua sul tavolo.
«Thor!»
esclamò Frigga, in tono di
rimprovero.
Loki,
da parte sua, si fece attento di colpo. Lasciò il
grappolo sul proprio piatto e si concentrò sul rivolo,
tendendo una mano verso di esso. Le sue labbra si mossero appena.
Improvvisamente,
l’acqua parve incresparsi, e un momento dopo
ne scaturì un serpentello nero, dalle squame brillanti.
«Woah!»
esclamò Thor, ritraendosi
d’istinto.
Loki
gli rivolse un mezzo sorrisetto di scherno. «Cosa
succede, fratello? Hai per caso paura di un serpente così
piccolo?»
«Non
è un serpente» replicò
l’altro, con aria offesa, «è solo un
trucco».
«Perché,
se fosse un serpente avresti ragione di
temerlo?» incalzò Loki, in tono beffardo.
Thor
lo guardò male. «Vado a caccia di
frequente» fece notare, punto sul vivo.
«È ovvio
che non ho paura dei serpenti».
Loki,
allora, mosse appena la mano, e il serpentello scattò
in avanti, con la chiara intenzione di addentare il polso di Thor.
«Ehi!»
Quest’ultimo si buttò
indietro contro lo schienale, evitando per un pelo che la sedia si
ribaltasse.
Loki,
da parte sua, si mise a ridere di gusto.
«Chi
era a non aver paura dei serpenti?» lo derise.
«Io»
sostenne Thor, sebbene avesse le orecchie
arrossate. «È solo che ho riflessi
pronti… Madre, diglielo!» invocò
quindi, chiamando Frigga in aiuto.
La
donna, che aveva contemplato la scena con aria divertita,
scrollò le spalle. «Thor ha ragione,
Loki… Che si temano i serpenti o meno, è sempre
meglio evitare di farsi mordere».
A
quelle parole, Loki mise su un’espressione innocente che
non avrebbe ingannato nessuno. «Ma il mio non è un
vero serpente, l’ha detto lui stesso»
obiettò, indicando Thor. «È solo un
trucco».
Ebbe
cura di calcare per bene le ultime parole, e un sorriso furbesco
gli attraversò il volto.
Thor
si fece paonazzo. «Un trucco insulso»
dichiarò infine, senza trovare nulla di meglio.
«Quanti nemici pensi di sbaragliare, evocando un serpente
così piccolo?»
«Numerosi,
se reagiscono tutti come te»
ribatté prontamente Loki.
«Mi
stai dando del codardo?»
s’adombrò Thor.
Loki
ebbe un piccolo sogghigno. «Cosa te lo fa
credere?» chiese, con falsa noncuranza.
«Loki,
smettila di prenderti gioco di tuo fratello»
intervenne Frigga, decidendo che era tempo di mettere pace prima che le
cose degenerassero. «Sai bene che Thor non è un
codardo».
Il
ragazzino dai capelli scuri si girò verso la madre e
rimase a guardarla per qualche istante, mentre la sua mente sembrava
lavorare silenziosamente.
«D’accordo»
disse alla fine.
Spostò
il proprio piatto, in modo da poter guardare per bene
la propria creazione.
«Però
è venuto bene, non è
vero, madre?» Un’improvvisa vena d’ansia
si infiltrò nella sua voce.
Frigga
abbassò gli occhi sul serpentello, sulla sua coda
guizzante e sulla testa appena schiacciata, sormontata da due occhi
neri e lucenti.
«Sì»
ammise, «stai facendo
egregi progressi».
Loki
sorrise. Non il sorriso tagliente che aveva rivolto poco prima al
fratello, bensì un sorriso emozionato, spontaneo.
Da
parte sua, Thor aveva dimenticato in fretta la propria arrabbiatura
e, incuriosito, si era concesso di studiare il piccolo rettile.
«Per
i nove regni, Loki» commentò,
«diventerai il maestro di magia più potente del
cosmo».
Loki
si girò di scatto verso di lui, come un cane affamato.
«Dici davvero?»
Di
fronte a quella richiesta di apprezzamento, Thor sorrise, perdonando
immediatamente al fratellino la presa in giro di poco prima.
«Certamente» assicurò.
Loki
gli sorrise e in quel momento il serpentello scomparve, lasciando
una macchia bagnata al proprio posto.
«Oh»
constatò il minore, scuotendo il
capo e mordendosi il labbro. Alzò gli occhi su Frigga, come
in cerca di aiuto. «Non ho ancora capito come rendere la
forma permanente».
La
donna non poté che sorridere con indulgenza, di fronte a
quelle parole insoddisfatte. «Non t’angustiare,
Loki» gli disse, con dolcezza, «hai ancora tutto il
tempo che vuoi, per divenire il maestro di magia più potente
del cosmo».
Loki
sorrise, rassicurato.
«Oh,
sì!» esclamò Thor,
afferrando il fratellino. Lo tirò verso di sé
tenendolo stretto con un braccio, mentre con la mano libera gli
scompigliava i capelli. «Questo zuccone sarà
così bravo che nemmeno Heimdall saprà
eguagliarlo!»
Loki,
rosso in viso, cercò di liberarsi.
«Thor,
lascialo» intervenne Frigga, mentre il
più piccolo batteva un pugno sul braccio
dell’altro.
Thor
sospirò, obbedendo alla madre.
Loki
tossì, raddrizzandosi sulla sedia. Per un momento, la
sua espressione non rivelò altro che fastidio, ma si distese
quasi subito in un sorriso.
«Chi
ti dice che io non lo sia già, più
abile di Heimdall?»
«Il
fatto che la tua testa contenga ben poca materia
grigia!» scherzò Thor.
Loki
scrollò le spalle. «Poca ma buona, sempre
migliore del niente che hai tu…»
«Cos’hai
osato dire?» esclamò
Thor, brandendo la forchetta come un’arma. «In
guardia, infame!»
Frigga,
però, si alzò in piedi e si sporse sul
tavolo, tendendo il braccio e prendendo la posata di mano al proprio
primogenito.
«Madre!»
protestò Thor, mentre Loki
ridacchiava.
«È
meglio che le armi improprie siano lasciate da
parte» suggerì Frigga, con un sorriso.
«Avanti, non avete lezione, questo pomeriggio?»
Thor
ammutolì di colpo. Si guardò intorno.
«Ma io…» iniziò, cercando in
fretta qualcosa da dire. «Io non ho ancora mangiato la
frutta!»
«Hai
chiesto due porzioni di cacciagione» gli fece
notare la madre, mentre Loki, da parte sua, prendeva a piluccare
velocemente la propria uva, sperando di passare completamente
inosservato.
«Sì,
ma desidero avere anche la frutta»
si impuntò Thor. Non era vero, non possedeva lo stomaco di
Volstagg e aveva già mangiato abbastanza, ma non aveva la
minima voglia di passare la giornata con un vecchio istitutore, a
esercitarsi con la grammatica e l’aritmetica.
Lui
e Loki preferivano di gran lunga le lezioni di storia, durante le
quali venivano rievocate tutte le imprese gloriose di Asgard. In
più, esse erano spesso tenute da Odino, che raccontava ai
propri figli avventure vissute in prima persona.
«Thor…»
disse Frigga.
«Madre»
replicò lui, in tono implorante.
Diede di gomito a Loki.
Il
ragazzino sussultò, inghiottendo di colpo un acino mentre
si girava verso il fratello.
«Dai,
chiediglielo anche tu!» lo spronò
Thor, in un sussurro veemente.
Loki
sbatté le palpebre e si voltò a guardare
Frigga. «Madre…» disse, a propria volta,
sforzandosi di assumere il tono più supplichevole del suo
repertorio.
La
donna sospirò, divertita ed esasperata in egual misura.
Passò lo sguardo dall’espressione speranzosa del
figlio maggiore a quella intenta del minore… E
sospirò di nuovo, più a lungo.
«E
va bene» cedette. «Dirò al
vostro precettore che, per quest’oggi, le lezioni sono
sospese».
«Sì!»
esclamò Thor,
scagliando il pugno per aria. Diede un colpo sulla spalla di Loki:
«Sei stato grandioso, fratello!»
Loki
lo fissò, astenendosi dal dire che in realtà
non aveva fatto quasi niente.
«Che
sia la prima e l’ultima volta,
però» si raccomandò Frigga, ma
ciò non bastò certo a scalfire il sincero
entusiasmo di Thor.
«Certo,
madre» assicurò il ragazzino
biondo, prima di rivolgersi al fratello in tono interessato:
«Vuoi farmi rivedere come fai a far apparire il
serpente?»
Loki
sbatté le palpebre, poi una strana luce gli
balenò negli occhi. «Vuoi che spaventi i servitori
che verranno a sparecchiare?»
Thor
rise, chiedendosi divertito come gli fosse saltata in mente
un’idea simile. «Sei incorreggibile,
fratellino!» esclamò. «Sei proprio
incorreggibile!»
Dopo
un momento, Loki ricambiò il sorriso del fratello,
quasi con timidezza.
Frigga,
che li osservava in silenzio, si disse che nessuna madre poteva
essere più fortunata di lei.
Note:
Okay, la sottoscritta non ha ancora visto The Avengers (per favore,
niente spoiler), quindi si consola vivendo in un
mondo popolato di
piccoli Thor e Loki ♥
So che la storia non è niente di ché, e non sono
sicura che i due principi siano venuti
bene… La caratterizzazione di Thor è quella che
mi ha lasciato più insoddisfatta, ma spero di sbagliarmi.
Spero sia stata una lettura piacevole! Grazie
per essere arrivati sin qui
^-^
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