PonteperTerabithia
- Sai, quasi mi dispiace di averti mandato a casa Kellie - borbotto
sovrappensiero, la voce soffocata dalla sua maglietta.
- Cosa? - si irrigidisce lui.
Mierd,
dovrei davvero chiamare
un elettricista perché venga a controllare le connessioni
tra la
mia bocca e il cervello, oltre che per il frigo. Forse dovrei
chiedergli di allentarle un po', giusto perché abbia il
tempo di
fermarmi prima di parlare, se sento che sto per sparare qualcosa di
stupido.
- E'... eh...
era tanto ansiosa di restituirti P.T...-
- Ma se lui è ancora qui!-
- A quanto pare era troppo
ansiosa- replico, cercando di trattenere un sorriso; - Accidenti, Joshu-a, è
questo l'effetto che fai alle donne?-
- Non lo so, dimmelo tu- replica lui con aria furba.
Oh, bravo Josh: ha imparato che anche io sono una ragazza! Gli do un
pugnetto sulla spalla per complimentarmi, poi dico - Mah, non lo so...
forse io sono immune. Sono l'unico essere sulla terra in grado di
resistere al tuo potere e sono destinata a sconfiggerti, mhuahahahahahah!-
Lui mi guarda, affascinato, come se avesse una fanatica religiosa in
estasi di fronte, e non la sua amica che cerca di fare una battuta. - Ricordati che il bene non vince sempre - mi ammonisce poi, agitandomi un
dito davanti alla faccia; - L'amore sì, però! -
sbotto io,
in risposta.
- E questo cosa c'entra? - domanda lui, sorpreso.
In realtà, sono ben consapevole del fatto che non c'entri
niente, ma voglio averla vinta in questo discorso, quindi continuo ad
arrampicarmi sugli specchi: - C'entra che sedurrò un bel
cavaliere e lo farò combattere al posto mio contro di te -
ribatto con aria saputa, incrociando le braccia al petto e inclinandomi
all'indietro con fare da Gandalf per appoggiarmi al
muro...
che però è qualche centimetro più in
là di
quanto ricordassi, per cui mi trovo a incespicare e a battere la testa
sulla parete.
Ouch.
Improvvisamente mi viene in mente una cosa. Anzi, in realtà
sono due.
Mi illumino, come se mi si fosse accesa una lampadina in testa, ed
esclamo - Tu sei un uomo, quindi dovresti saper aggiustare le cose,
giusto? - forse può ripararlo lui, il frigo!
Josh assume un'aria spaesata e si tormenta il lobo dell'orecchio. -
Sai, non è una cosa così automatica... - inizia,
ma lo
interrompo subito; - Neanche il fatto che le donne cucinino, ma io a
casa tua l'ho fatto -.
- Ha preparato tutto Connor! -
- Sì, ma io ero pronta a farlo, comunque!- mi impunto,
nonostante le sue risate.
- Dai, mostrami cosa dovrei aggiustare- capitola lui alla fine, non
potendo resistere alla sfida che ho lanciato alla sua
virilità.
- Bene - gongolo, mentre gli faccio strada in corridoio - mi sa che
dovrò indicarti la via, dato che hai pensato bene di entrare
dalla finestra-.
Oh, nota per me: devo
prepararmi un sacco di battute su questa cosa della finestra, in modo
da poterle tirare fuori in ogni occasione!
***
- Ecco fatto. E' stata dura, ma ce l'ho fatta - annuncia Josh, alzandosi
in piedi. In realtà, ha solo dovuto cercare il bottone di
accensione sul retro del frigo e schiacciarlo, in modo da rimettere
l'elettrodomestico in funzione.
- Non fare tanto il saputello: se non avessi avuto un frigorifero
uguale neanche tu
avresti pensato al pulsante sul retro! - mi stizzisco.
- Oh, quindi quella non è per farmi una foto di
commemorazione
da mettere su un giornale per l'aiuto alla società? - domanda
lui, fingendosi sorpreso ed indicando con un dito la macchina
fotografica che ho appoggiato sul bancone. Scuoto la testa, prendendola
in mano, poi mi lascio scappare un sorriso: - Non vorrai mica che mi
lasci sfuggire una simile occasione? Insomma, una foto con Joshu-a-superfigo-multioscar-Hutcherson?-.
Lui finge di darmi uno scappellotto, e io mi chino proteggendomi la
testa e ridendo. - Non ti chiederò di firmarla,
così non
dovrai far brutta figura dimostrando di non saper scrivere, ok?-
sghignazzo, combattendo strenuamente per mantenere il possesso della
mia fotocamera. Purtroppo, tutte quelle ore che Josh passa a fare
capriole e flessioni sembrano dare i loro risultati, perchè
mi
sopraffà in pochi attimi, nonostante io cerchi di difendermi
ricorrendo al solletico.
- Aha!-
esclama, vittorioso, accecandomi con un flash a distanza ravvicinata; -
ritira tutto quello che hai detto!-.
Mi rifiuto di farlo, a meno che lui non mi dimostri di saper scrivere,
e lui mi abbaglia di nuovo con il flash, poi mi lancia in mano la
macchinetta -tutte manovre per distrarmi, mascalzone!- e corre in
salotto, quasi inciampando in P.T. che, da bravo, è venuto a
difendermi. Mi fermo qualche istante ad accarezzarlo, e mi accorgo solo
troppo tardi che Josh si è messo a frugare nel mio zainetto.
- Fermo, fellone, che diamine stai facendo?!- salto subito su,
correndogli dietro e cercando di immobilizzarlo.
- Sono... praticamente... certo... che qui debba esserci una penna!-
borbotta lui, tenendomi distante con un braccio come un giocatore di
pallacanestro che cerca di tenere a distanza l'avversario che lo marca.
Oh, e così Josh è un osservatore. Ha riconosciuto
lo
zaino che avevo quando mi ha trovata sotto l'albero a scrivere e si
ricorda dell'astuccio... Cavolo, e in quell'astuccio c'è
anche
un pennarello indelebile, che in quel momento Josh mi sfodera davanti
agli occhi. -Uh-oh...-
non faccio in tempo ad allontanarmi, che lui usa contro di me la
tattica del solletico, costringendomi a rannicchiarmi su me stessa per
difendere le parti deboli e, rapido, quando mi accuccio a terra, mi
impiastriccia il piccolo pezzo di schiena lasciato scoperto dalla
maglietta.
- Disgraziato, cosa stai facendo? - salto su, sequestrandogli il
pennarello mentre lui è intento a ridersela, soddisfatto
delle
sue marachelle; - Niente - risponde - ho fatto in tempo solo a farti uno
scarabocchio!-.
Decido di fidarmi, anche perché non ha avuto molto tempo, e
lo
prendo per il gomito, trascinandolo fino al divano, poi gli ordino -
Giù, a cuccia!-.
Lui mi guarda, senza smettere di sorridere, e alza un
sopracciglio. - Oh, come vuoi. Aspettami qui - mi arrendo.
A volte vorrei essere una donna grande e grossa, per potermi sedere sui
maschi che mostrano sempre di essere "i più forti" e
dimostrare loro che non è vero.
Mi dirigo in cucina, recupero la macchinetta, poi torno da Josh, che si
è messo a sedere, e mi butto di fianco a lui.
- Pronto? Uno, due, tre, e poi dici "Emmenthal"!-
-Emmenthal?-
- Il formaggio! Cheeese...?-
Lui sbuffa, cercando di non mostrarsi divertito, e borbotta -
Vediamo solo di sbrigarci!-
- Sarà un attimo, non sentirai niente- assicuro, sentendomi
un
po' come un dentista malefico. Sto per premere il pulsante, con un
sorriso a trentadue denti stampato in faccia, ma poi mi giro a guardare
Josh e abbasso la macchinetta.
- E quello?!- domando io, in tono da suocera.
- Quello cosa?- lui sembra davvero non capire cosa c'è che
non
va, quindi mi dico che dev'essere una deformazione professionale, o
qualcosa del genere.
- Quella specie di sorriso da copertina di People! Andiamo, non devi
arrapare nessuno, qui!- sbotto.
Insomma, non pretendo di essere una fotografa professionista: non amo
passare il tempo a fotografare, applicare effetti speciali ed
incorniciare le mie opere, o metterle sui social network, né
a
mostrarle alle persone.
Chiamatemi pure egoista, ma di solito io le foto le faccio per me.
Fotografo solo le cose a cui tengo davvero, quelle che voglio ricordare
per tutta la vita, e penso che Josh sia una di quelle,
perché
ogni giorno che passa mi rendo conto di quanto mi diverta a stare con
lui, di quanto inizi a volergli bene. Di quanto voglia averlo come
amico per sempre.
Ora, se devo avere una foto di lui che mi duri per tutta la vita,
voglio che ritragga davvero quello che lui è,
quello che vedo in lui ogni volta che non pensa a ciò che fa
e si comporta come se fosse ancora un bambino.
- Voglio che ti si veda quella luce che hai negli occhi quando sorridi
e non pensi a niente e sembri davvero felice!- cerco di spiegargli,
sconfortata.
Lui sembra sorpreso, poi commenta - Pensavo tu credessi che io non
pensi mai
a niente! O che non
pensi proprio-.
- E' diverso - replico, senza smentirlo; poi scrollo le spalle. -
Vorrà dire che porterò sempre in giro la macchina
fotografica e ti beccherò quando meno te l'aspetti-
dico, minacciosa, poi mi alzo e propongo - Hai voglia di venire a fare
la spesa? Dobbiamo battezzare il frigo -.
- Ma certo - si alza, baldanzoso, poi canticchia - Vedi di non
dimenticare il portafoglio, perché io non pago-.
Lo guardo, truce, sperando sappia bene che io non sono il genere di
persona che fa queste cose, ma lui ride e spiega - Davvero, non ho un
soldo dietro!-.
- Oh, non li avrai spesi tutti per i papaveri? - lo prendo in giro,
frugando nello zainetto per controllare che il portafoglio sia ancora
lì.
- Mi sono ridotto in miseria! - sospira Josh, sorridendo al vedere quel
che rimane del suo mazzo in un bicchiere a collo alto sbreccato che ho
trovato per pura fortuna in fondo alla credenza: ho deciso di infilare
nel bicchiere anche i petali che sono caduti a terra quando l'ho
abbracciato, così adesso l'acqua sembra di un bel colore
rosso anche lei. Se avessi un po'
più esperienza in fatto di arredamento, potrei dire che quei
fiori danno un aspetto chic
all'ambiente, ma mi limiterò a dire che mi
fanno sorridere ogni volta che li guardo.
- Andiamo in macchina? - chiedo, finendo per incastrarmi con le braccia
nelle bretelle dello zaino mentre cerco di infilarle. Josh mi sbroglia
con calma e mi dà una mano a metterle nella maniera giusta.
Quando mi ricompare davanti, vedo che trattiene un sorrisetto, e non
capisco perchè, visto che lo zaino è a posto. Oh,
magari
sto solo diventando troppo sospettosa.
Penso un secondo che dovrei avvertire Kellie, magari telefonarle e
dirle che Josh è con me e che ha dimenticato P.T. e che noi
andiamo a fare un giro.
Poi realizzo che non ho mai pensato di chiederle il numero di telefono.
Cosa idiota, perchè la prima cosa che due coinquiline
dovrebbero
fare è proprio scambiarsi i numeri in caso di emergenza, ma
temo
di aver continuato a sperare fino a questo momento che se ne sarebbe
andata entro breve.
Quando usciamo, il sole è rovente sui nostri colli, e
dobbiamo
lasciare le portiere della fiat aperte per un po', in modo da
disperdere il calore che si è accumulato all'interno.
Quando,
finalmente, montiamo in posizione e provo a mettere in moto, mi accorgo
che c'è qualcosa che non va: il contatore segna che ho
finito la
benzina.
- Ma come, avevo ancora metà serbatoio pieno - sbotto,
sorpresa. Scendo in fretta dalla macchina e mi affretto a controllare
il
serbatoio, in cerca di perdite.
Niente, non c'è niente.
- Ehm... Grace?-
Josh mi si avvicina, stringendo in mano un foglietto che mi agita
davanti al naso: - Era sul parabrezza, è di Kellie-.
Un brivido freddo mi corre lungo la schiena.
- Dice "ciao, coinquilina, ho dovuto fregarti - questo l'ha messo tra
virgolette - la benzina perché io ero senza e... Emergenza
Josh,
capisci? Hihihihi-.
Mi guarda un momento di sottecchi. Sono sicura di essere sbiancata, ma
non devo sembrare troppo inquietante; in fondo, sto facendo di tutto
per trattenere il tic nervoso all'occhio.
- L' "hihihihi" era suo, non mio, per intendersi- ci tiene a precisare
lui.
Espiro lentamente, come mi pare di aver letto che si fa durante yoga, o
quelle cose che aiutano a trovare il proprio centro spirituale, poi
azzardo - E tu... con cosa sei venuto fin qui?-
Josh esita un istante, poi sorride - il tipico sorriso di uno
scavezzacollo - e risponde - In skate. Vuoi fare un giro? -
Riciao a tutti :)! L'unica cosa che ho da dire è: siete
pronti
per una nuova spericolata avventura dei due intrepidi Scemo e
Più scema *@*?
Ringrazio un sacco tutti quelli che hanno la pazienza di seguire questa
storia e il cuore di commentarla: grazie mille, un abbraccione!
Liz <3
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