Titolo del capitolo: What
doesn’t kill you makes you stronger.
Personaggi:
Gilbert Beilschmidt { Prussia } / Toris Laurinaitis { Lituania }
Rating:
Giallo.
Note dell'autore:
One-shot / Shonen-ai / AU
Disclaimer: Personaggi,
luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto
e le situazioni sono di mia proprietà.
.What doesn’t kill you
makes you stronger.
Il pubblico dello stadio, composto da almeno dieci migliaia di persone,
aveva un respiro solo. Non volava neppure una mosca, il silenzio era
talmente comune da poter essere paragonato all’ossigeno.
Era stato lui a richiederlo, l’atleta del salto con
l’asta che si accingeva a compiere la sua personalissima
impresa. Nazionalità tedesca, altro poco meno di un metro e
settantacinque, magro e dai colori insoliti. Occhi rossi come braci,
che ora fissavano intensamente l’asta posizionata a quattro
metri di altezza; capelli talmente chiari da poter essere scambiati per
bianchi, alla luce del sole.
Insolito, strano, gareggiava solo per sé stesso. La maglia
su cui erano stampati i colori tedeschi non era che un indumento come
un altro, gli altri solo avversari da battere per poter arrivare sul
podio e indossare la medaglia del metallo più nobile.
Null’altro contava.
Il giudice di gara diede il segnale; l’atleta
soppesò l’asta, la tenne sollevata sulla spalla e
cominciò a correre. Le gambe, seppur magre, possedevano
un’energia tale da consentirgli di accelerare a sufficienza
per potersi puntellare al meglio.
L’asta andò ad incastrarsi nel rettangolo posto di
fronte all’ostacolo e si piegò
all’indietro, proiettando poi l’atleta in alto e in
avanti.
Avvenne tutto al rallentatore, per lui; riprese consapevolezza solo
quando la schiena urtò prepotentemente il materassino e
un’ovazione potente irruppe da tutte quelle gole.
Lo speaker parlò.
Il risultato balzò sul tabellone talmente luminoso che
rischiò di accecarlo, ma lo vide.
E vide un numero accanto al proprio nome, Gilbert Beilschmidt.
Il numero 1.
Dovette passarsi più volte i pugni sugli occhi, ma quel
risultato non voleva andarsene. Per questo un sorriso grande come il
mondo si aprì, mostrando una fila di denti bianchi e aguzzi.
Aveva vinto.
Ce l’aveva fatta.
Come da tradizione corse verso gli spalti, dove sventagliava una
bandiera tedesca che conosceva bene. Al diavolo la bandiera in
verità, era chi la teneva ad importargli.
Un balzo e fu contro la ringhiera, una risata e l’incontro
con due grandi occhi verdi.
« Cosa ti avevo detto? » Chiese, al ragazzo di
fronte a lui, che ora si esibiva in una smorfietta. « Non
avreste mai potuto vincere. Non quando sono io a gareggiare. »
La risposta piccata non tardò ad arrivare, compresa di
bandiera attorno al collo del tedesco. Insomma.
« Sei fortunato che tu non sia nella squadra di basket,
Gilbert. » Una pausa, i capelli castani scivolarono sul viso
delicato e maschile, nascondendo un sorriso soddisfatto di fronte alle
telecamere. Sapeva quello che doveva fare. Tirò la bandiera
verso di sé e premette le labbra contro quelle del
vincitore, in mondovisione.
Era così scandaloso che un atleta lituano ed uno tedesco
stessero insieme?
.Fine.
__________________________________________
Scritta solo per il mio
Toris.
I love you, baby. -?-
<3
|