4.
The
Ecstatic Frenzy of the Maenad
Il
giorno dopo quando lo rividi nella sala della colazione
dell’hotel non so con precisione che espressione feci ma
doveva essere stata piuttosto strana perché Jacob, che era
vicino a me, mi chiese se andava tutto bene.
<<
Certo! >> gli dissi con un sorriso
forzato mentre sentivo la cassa toracica schiacciarsi sotto il peso
della sua indifferenza, lo stomaco contrarsi sotto la forza della sua
occhiata e il cuore scricchiolare quando aveva velocemente distolto lo
sguardo dal mio.
Edward
Anthony Masen Cullen mi aveva selvaggiamente scopata sul
pavimento di camera sua dopo avermi rinfacciato senza pietà
il mio orribile comportamento passato causa della nostra rottura, dopo
avermi ricordato il legame speciale che ci aveva unito e che io avevo
distrutto senza dargli la minima importanza, dopo avermi chiarito che
mi aveva fatta venire lì perché lui mi voleva
lì. Perché mi aveva fatto una promessa e
perché qualcosa in lui lo spingeva ancora a volerla a tutti
i costi mantenere.
Forse
con gli anni non ero cambiata.
Forse
ero ancora un’egoista, un’egocentrica, una
stronza di prima categoria, perchè dopo tutti i suoi
comportamenti e dopo le sue parole avevo iniziato seriamente a pensare
che sotto sotto fosse ancora interessato a me e che mi avesse mandata
lì per cercare di riavvicinarsi e di sistemare le cose.
Ero
un’illusa… perché ora Edward era
seduto di fronte a me che leggeva silenzioso e rilassato il Financial
Times sorseggiando sereno il suo caffè nero, senza nemmeno
degnarmi della minima considerazione.
Possibile
che non meritassi nemmeno un buongiorno? Un dormito bene? Un
“mi dispiace se sono scappato via mentre tu eri ancora stesa
a terra con le gambe spalancate”?
Vaffanculo!
Vaffanculo
davvero!
<<
sei sicura che vada tutto bene Bella? >>
<<
sì Jacob, ti ho detto di sì!!
>> scattai contro di lui infastidita, per poi riprendermi
quando vidi Edward distogliere gli occhi dal giornale e alzare un
sopracciglio.
<<
Edward ti posso parlare? >> qualche ora
dopo la colazione - e l’autoanalisi fatta davanti allo
specchio alla ricerca di coraggio per affrontare quella conversazione
- mi ritrovai a bussare nell’ufficio nel quale
Edward si era rintanato per lavorare da solo.
<<
sì.. >> borbottò
lui distaccato mentre senza nemmeno alzare gli occhi su di me
continuava a mettere a posto dei documenti sulla scrivania.
Chiusi
la porta sperando che questo gli suggerisse che volevo fare un
discorso serio ma lui sembrò non comprendere, infatti
continuò a fare il suo lavoro.
<<
Edward.. >> lo richiamai.
<<
sarebbe più conveniente se tu continuassi a
chiamarmi Signor Cullen, Isabella. Alla fine sei una dipendente come
tutti gli altri e se si sapesse della nostra passata conoscenza
potrebbero nascere inutili e poco costruttive tensioni nel gruppo.
Immagino tu possa comprendere. >>
<<
siamo soli adesso.. >> sottolineai
<<
si lo so, ma qualcuno potrebbe sentire o tu potresti
dimenticarlo mentre sono presenti anche gli altri… e come ti
ho detto potrebbero pensare che sei favorita perché ci
conoscevamo da piccoli. >>
<<
o perché abbiamo scopato in camera tua!
>> aggiunsi io non riuscendomi più a
trattenere.
Edward
a quelle parole si irrigidì e il suo
alzarsi dalla sedia, camminare a zig zag per l’ufficio e
passarsi al mano più e più volte sulla leggera
barba che portava –e che mi faceva impazzire- mi confermarono
che si sentiva a disagio.
<<
sì.. beh, riguardo a ieri sera…
io… >>
<<
avresti potuto essere più cortese.
>> lo interrupi
Sospirò
pesantemente << sì, me ne
rendo conto.. >>
<<
e anche stamattina… mi hai trattata come
una.. >>
<<
non era mia intenzione >> mi
fermò prima che dicessi quella parola << ieri
sera… non me l’aspettavo. Non l’avevo
preventivato… ero arrabbiato e confuso. Non sono
pentito, l’ho desiderato e l’ho fatto
ma… ecco ho sbagliato ad essere così irruento e
ti chiedo scusa. Specialmente se ti ho fatto male. Volevo dirtelo ieri
sera ma quando sono tornato in salotto tu eri già andata via
e stamattina con tutti quanti lì ho temuto una
reazione da parte tua. Cosa che mi avrebbe messo seriamente in una
brutta situazione.
Questo
è il mio lavoro Bella e io lo devo garantire e
proteggere.. lo capisci vero? >> continuò
fissandomi intensamente negli occhi.
Mentre
parlava non mi ero accorta di quanto si fosse avvicinato a me.
Potevo sentire il suo profumo investirmi ad ogni respiro che faceva.
<<
si certo >>
<<
quindi non sei arrabbiata? >>
mormorò facendo un passo in più davanti a me.
L’angolo
destro della mia bocca, senza preavviso e senza
poterlo trattenere, si alzò.
<<
perché tra di noi deve esserci sempre
qualcuno di arrabbiato? >>
Anche
Edward non riuscì a trattenere un sorriso, anche se
per non farmelo vedere abbassò il capo
<<
perché abbiamo due caratteri di merda,
suppongo. >>
Soffocai
una risata.
<<
Beh stai ridendo… quindi ipotizzo che sia
tutto a posto? Insomma, tu stai bene vero? >>
<<
si stò bene >> mormorai
<<
bene.. >>
<<
bene.. >>
e
rimanemmo lì a fissarci, io con un ironico e malizioso
sorriso sulla faccia, e lui un espressione del tipo “non
voglio mandarti via e stò cercando una scusa per farti
restare”.
Chiedimi
di restare Edward! Chiedimelo!
<<
ora dovrei lavorare. E anche tu. Ci vediamo stasera a
cena con gli altri. >>
<<
d’accordo.. >> sperai che la
delusione nella mia voce non si sentisse
<<
a dopo Signorina Swan >>
<<
a dopo… Edward.
>>
<<
Allora Isabella tu sei cresciuta nello stato di
Washington… deve fare parecchio freddo là!
>>
<<
non quanto in Canada suppongo! >> grazie
a dio Edward arrivò in mio soccorso mentre Michael Newton
continuava a fare domande sulle mie origini.
Quella
sera a cena il clima a tavola si era fatto parecchio informale,
e se una parte di me preferiva di gran lungo cenare e scherzare in modo
allegro e leggero, l’altra parte era terrorizzata dalle
domande troppo personali che in questo genere di chiacchiere venivano
inevitabilmente fuori.
<<
già… anche se in Canada dicono
che ci siano delle donne bellissime! >>
<<
sì, sopporterei anche io il freddo
volentieri se in compenso avessi delle belle, formose e more Canadesi
ai miei piedi! >> continuò Tyler Crowly
<<
ragazzi, per favore…
c’è una donna al tavolo! >> li
riprese Jacob in un moto di cavalleria.
<<
giusto! >> rispose Edward
<< e poi non è vero che le canadesi siano
così belle! Personalmente
ho trovato donne molto più affascinanti qui in
America. >> e mentre parlava sentii qualcosa che pareva
tanto un insetto colpirmi la caviglia.
Ma non
colpiva in realtà… più che
picchiare, sembrava strusciare.
Su e
giù.
Su e
giù.
Era
freddo, liscio… Per
nulla simile ad un insetto.
Alzai
gli occhi di fronte a me e in automatico questi si scontrarono
con quelli di Edward che mi fissava serio e impassibile, mentre il suo
piede continuava ad accarezzarmi lento la caviglia.
Su e
giù..
Su e
giù..
Era
normale avere il fiatone per quel piccolo e sciocco
contatto?
E
sentire quel fastidioso languore al basso ventre?
Perché
diamine Dio gli aveva dato quegli occhi
così seducenti e maliziosi?!
E
quella labbra morbide e rosee che ora stavano accarezzando il calice
di vino assaporando rilassate il vino.
….
<< Bella.. >>
Il
piede salì un po’ di più fino ad
accarezzarmi l’interno del ginocchio, facendomi per un
secondo mozzare il respiro e farmi stringere in automatico le cosce,
per poi tornare in quella carezza languida alla caviglia.
Su e
giù…
….
<< ehi Bella! >>
E lui,
che sfacciato continuava a fissarmi! E ora aveva anche sulle
labbra quel sorriso malizioso.. ma che cosa stava cercando di fare?
Voleva per caso uccidermi con un infarto fulminante? Farmi morire per
autocombustione?
Ma lo
sapeva che cosa cazzo era capace di fare con quello sguardo e
quel suo maledettissimo sorriso? Dio quanto avrei voluto essere stata
in una stanza sola con lui!
….
<< bella ma mi senti?? >>
Glielo
avrei cancellato io dalle labbra quel suo sorriso!
Eccome
se lo avrei fatto!!
<<
veniamo insieme? >> la voce bassa e
sensuale di Edawrd mi risvegliò dal trance.
<<
eh? >> balbettai confusa mentre il suo
piede continuava a giocare con il mio
<<
le ho chiesto se preferisce venire insieme o per conto
suo. >>
Venire?
Venire dove? Quando?
Insieme?
Beh,
dicevano fosse una leggenda metropolitana quello del venire
assieme… Potevo dirglielo?
No,
meglio di no!
E
perché dal sorriso di Edward mi sembrava che lui stesse
pensando esattamente quello che pensavo io?
Accidenti!!
<<
i-io… credo… i-insieme?
>>
Mi
stava chiedendo in maniera nascosta se volevo andare in camera sua a
rotolarci di nuovo sul pavimento per sperimentare la realtà
del mito?
No,
perché in tal caso ero d’accordissimo!
Edward
soffocò una risata e il suo piede si
allontanò dal mio facendomi ritrovare la lucidità
<<
d’accordo allora alle 20 nella hall signori!
Giacca e cravatta.. ovviamente per lei Signorina qualunque vestito
sarà ben apprezzato. Mi raccomando nessun ritardo! Potete
andare. >>
Andare?
Andare dove?? Non dovevamo venire insieme?
Tutti
si alzarono e io li imitai, ma quando Jacob, Tyler e il resto del
gruppo iniziò a dirigersi verso gli ascensori per tornare
nelle loro stanze, io rimasi imbambolata al tavolo della cena che
avevamo occupato fino a quel momento, totalmente stordita e confusa.
<<
Galà del Crysler Group domani…
andremo tutti insieme in limousine come da lei suggerito.
>> mi sussurrò improvvisamente Edward alle mie
spalle appoggiando delicatamente e senza scomporsi il petto contro la
mia schiena e respirando i miei capelli << e mi rende
terribilmente eccitato sapere che un così leggero contatto
è stato capace di mandarti in così totale
confusione… mettiti qualcosa di scollato domani, ho voglia
di guardarti. >>
E detto
così si allontanò, diretto anche lui
nella sua suite.
<<
lei che cosa crede? Che ho passato questi ultimi anni
della mia vita a lavorare 18ore al giorno per hobby? Perché
non avevo di meglio da fare?! >>
<<
n-no signor Cullen, non volevo dire questo…
>>
<<
e allora cosa voleva dire? Perché nella sua
espressione io ho sentito solo l’accusa di un mezzo uomo come
lei sul fatto che i miei collaboratori e il sottoscritto non eseguono
il proprio compito come dovrebbero. È questo quello che
voleva dire? Risponda!! >>
<<
n-no… non mi permetterei mai..
>>
<<
non si permetterebbe dice?! Strano perché
io ho sentito che lei si è permesso di dare inutilmente
fiato alla bocca, e per giunta di fronte a me! Non è stato
lei a scrivere su quel suo giornaletto da strapazzo che in campo
aziendale sono uno squalo che divora chiunque? È nonostante
questo viene di fronte a me a fare dichiarazioni del genere
senza pensare alle conseguenze? Lei lo sa che io potrei
comprare il suo The Economist e trasformarlo in una rivista di gossip
da quattro soldi se voglio? >>
<<
Edward, cerca di calmarti… >>
sussurrò Emmet MacCarty, il manager di quello che era
tornato da pochi minuti ad essere il Diavolo in persona e che aveva
organizzato quella rassegna stampa e che probabilmente se ne stava
amaramente pentendo.
In
effetti la situazione stava degenerando.
Edward
aveva iniziato ad innervosirsi dopo che il secondo giornalista
gli aveva fatto notare con ironia che la Cullen-Masen Society aveva
subito quello stesso giorno un crollo nelle borse finanziarie (la vena
sul collo di Edward aveva iniziato a pulsare vistosamente), poi una
inviata dalla minigonna troppo corta per essere una giornalista di
economia lo aveva criticato per il suo metodo lavorativo da
“stalinista” e poi lo aveva invitato a partecipare
di più al gossip frivolo chiedendogli chi fosse
l’attrice famosa che più turbasse le sue fantasie
notturne (la vena sulla fronte aveva iniziato ad essere visibile),
successivamente un tipo calvo e grasso del National Enquire lo aveva
accusato di monopolio del settore finanziario Newyorkese (il fumo aveva
iniziato ad uscirgli dal naso) e infine quel poveretto del The
Economist aveva fatto quel commento idiota sul fatto che la
società guadagnasse troppo per il numero di progetti che
seguiva.
Neanche
a dirlo questo individuo era stata la miccia che aveva fatto
esplodere la Dinamite-Edward e che ora si trovava raggomitolato sulla
sedia probabilmente con il timore che davvero il mio capo trasformasse
il suo giornale in una rivista di pettegolezzi da un dollaro per copia.
<<
signor Cullen.. >>
Una
voce strascicata, melodiosa e familiare, attirò la mia
attenzione tra lo stuolo di giornalisti che attendevano il loro turno
per fare una domanda ad Edward. E quando la proprietaria della voce si
alzò, la vidi.
Lei.
La
bionda pornodiva.
Kate!
<<
…noto che è nervoso ma spero
risponderà ugualmente alla mia domanda leggera!
>>
Edward
non rispose ma la guardò rilassando un po’
i muscoli del volto e la cosa, non so perché, mi fece
incazzare.
<<
ormai si avvicina ai trent’anni ed
è stato a circa questa età che suo padre le ha
affidato legalmente l’azienda prima della sua prematura
dipartita… mi dispiace molto a proposito. >>
mormorò fintamente afflitta mettendosi una mano su quello
che doveva essere il cuore ma in realtà era una tetta
gigante… troppo gigante per il vitino da vespa che si
ritrovava. Sicuramente rifatta. << lei però
non ha ancora un erede o una futura consorte ufficiale…
è ancora single o la vuole solo tenere nascosta al resto del
mondo? Il pubblico di Glamour è curioso di saperlo!
>>
Glamour?
E perché diamine c’era una giornalista di
Glamour alla conferenza stampa per l’acquisizione Cryrler?
Ma
soprattutto perché quella megera travestita da Playmate
aveva chiamato Edward “bambino” davanti alla sua
suite?
Oddio…
non stava mica parlando di lei?!
Non
pensava davvero che la “futura consorte” con
cui Edward potesse riprodursi era lei?
Carlisle
si sarebbe rivoltato nella tomba prima di dare a Miss Botulino
d’America le redini della sua azienda, poco ma sicuro!
<<
no. Non c’è nessuno,
né di nascosto né di ufficiale. Come la sua
rivista tempo fa mi ha dipinto, devo confessare di essere ancora lo
scapolo d’oro di New York! >> rispose lui con
un ghigno malizioso in viso.
<<
un vero peccato… >>
Oh.
Mio. Dio.
Stava
flirtando??!!
<<
Il capo ha fatto conquiste.. >>
mormorò divertito Mike vicino a me mentre io pensavo solo a
come raggiungere il più in fretta possibile la sua suite per
scartavetrargli la faccia dopo la fine della conferenza stampa.
Ci misi
qualcosa come un’ora prima di riuscire ad infilarmi
di nascosto nell’ascensore che portava all’attico
dove si trovava Edward.
Era
andato a riposare - il
poverino - prima della cena di gala di
stasera… cena dove mi aveva pure invitato a mettermi un
vestito scollato ”perché voleva
gaurdarmi”, il maiale!
E dopo
aver bussato, quando aprì la porta, me lo trovai di
fronte in boxer e nient’altro.
Una
mano tra i capelli aggrovigliati e gli occhi semichiusi.
<<
e tu apri così … mezzo nudo?
>>
<<
signorina Swan. >> sospiro sfiancato
<< non ce la faccio ad affrontare un’altra
discussione in questo momento… le dispiace ripassare tra
un’ora? >>
Il modo
in cui riusciva ad esser professionale e distaccato con me
–con cui circa 24ore fa si stava rotolando come una mangusta
sul pavimento ai suoi piedi- e per giusta coperto solo da un paio di
leggeri, attillati, effettivamente piuttosto sexy, boxer, era
impressionante!
<<
come hai potuto pensare che sarei andata a letto con
Jacob alla prima sera? >>
In
realtà nella mia testa volevo iniziare con qualcosa di
più sagace. Una frase ad effetto come:
“cos’è?
Ti scopi anche le giornaliste
ora, oltre che le staggiste?”
Oppure
un:
“dato
che allo Scapolone d’Oro gli piace farsi
Barbie-Chirurgo-Plastico, dimmi un po’… 300 o
350cc di protesi?”
Ma alla
fine la domanda su Jacob mi era saltata fuori prima…
perché c’era un non so che di irritante nel sapere
che mi aveva vietato di fare sesso con un ragazzo quando lui era
chiaramente disponibile a rigirarsi come un calzino quella stupida Kate.
Edward
però non era più in vena di urla -grazie a
dio si era sfogato con quel poveretto di prima- e così senza
dire niente e forse ormai abituato alle mie sfuriate su quel corridoio,
mi prese delicatamente per il braccio e mi fece entrare nella suite. Si
gratto la testa un paio di volte e poi si gettò sul divano
senza tanti complimenti.
Certo
che vederlo alla luce del sole, praticamente nudo, steso sul
divano, era da violenza carnale!
Nella
mia testa si formò all’istante la scena di
Edward legato mani e piedi ad un letto, con me sopra di lui a fargli
qualsiasi cosa di legale e soprattutto di illegale.
<<
l’avresti fatto? >>
La sua
voce interruppe i miei sogni proibiti proprio nel momento in cui
lo stavo tipo colpendo con un frustino di cuoio.
<<
no! Certo che no! >> risposi di getto,
fingendomi anche sorpresa per la sua domanda.
Che
bugiarda che sei Bella!
<<
sei una bugiarda Bella. >>
Il
fatto che i mei pensieri e le sue parole andassero di pari passo mi
inquietò non poco.
Possibile
che nonostante gli anni di lontananza ancora mi conoscesse
così bene?
<<
non sarebbe stato affar tuo comunque se ci avessi o no
fatto sesso. Considerando inoltre che tu davanti alla camera aveva una
spogliarellista! >>
<<
che spogliarellista? >>
domandò confuso guardandomi mentre si stiracchiava e
abbracciava un enorme cuscino del divano mettendosi a pancia sotto e
mostrandomi così il suo sedere rotondo e perfetto svettare
nell’aria.
Glielo
potevo mordere?
<<
la bionda… Quella che ti chiamava
“bambino”! >>
Scoppiò
a ridere << non è una
spogliarellista… è un’addetta al
servizio stampa! >>
<<
sì, la signorina Glamour! >>
dissi acida facendolo sorridere soddisfatto probabilmente del fatto che
avessi notato la sua presenza tra le file dei giornalisti
<< quindi è così che si fanno le
pubbliche relazioni oggi giorno? >>
<<
sei gelosa? >>
<<
no! Perché dovrei? >> scattai
veloce.
Gelosa?
Io?.... Un po’ forse.
<<
si che sei gelosa! >> gongolò
lui soddisfatto mente sorridente chiudeva gli occhi.
<<
vorrei ricordarti che sei stato tu a pagare Jake per
non venire a letto con me! >>
<<
ma io infatti te l’ho già detto
che l’idea mi infastidiva. Quello che sto cercando adesso
è una ammissione da parte tua! >>
borbottò divertito.
Quindi
era questo quello che voleva! Voleva vedermi strisciare ai suoi
piedi, prendermi una cotta pazzesca per lui per poi magari
chessò… essere buttata in qualche fosso,
spintonata via dalla Signorina Tette d’Acciaio.
Non era
proprio nel mio stile quello di espormi con le persone.. gli
uomini specialmente.
<<
non lo avrai mai! >>
<<
davvero? >>
<<
diventerai vecchio e con le rughe prima di sentirmi
dire una cosa del genere… e dai Edward smettila!!
>> perché quel cretino quando mi ero seduta
sulla poltrona vicina al divano dove lui si era disteso, aveva avuto la
brillante idea di estendere il braccio e iniziare a pizzicarmi solo per
infastidirmi.
Mi
allungai per schiaffeggiargli la mano, ma lui lesto
afferrò il mio polso e mi trascinò sul divano con
lui.
<<
ha perso signorina Swan! >>
Per lui
avevo perso, ma a me pareva di aver vinto dato che ora mi
ritrovavo spalmata su di lui in sole mutande aderenti e sul divano,
unico testimone del nostro folle amplesso.
<<
non mi hai ancora spiegato che ci faceva Tetta-Kate
nella tua suite. >> ripresi cercando di darmi un contegno
nonostante la posizione.
Lui
sbuffò alzando gli occhi al cielo
<<
hai mai pensato alla vita che fa un uomo che
si trova nei piani alti di una grande società? A come vive,
all’ansia e alla pressione che è costretto a
subire ogni giorno, al fatto che non può fare programmi
futuri perché non sa dove sarà la settimana
prossima, o quella dopo ancora perché per qualunque
emergenza questo deve essere sempre disponibile?
E
allora magari quest’uomo è a cena con una bella
donna, una che gli piace, con la quale stà bene e con cui
probabilmente potrebbe anche pensare a qualcosa di serio… e
poi nel bel mezzo della cena lo chiamano e lui deve andare in ufficio,
e il giorno dopo magari a Los Angeles, Detroit, Seattle,
Boston… ovunque.
Pensi
che questa donna rimarrebbe ad aspettare in eterno il nostro
giovane Dandy? >>
<<
dipende… se pensasse che ne valga la pena
>>
Edward
fece un sorriso ironico << Bella...
la maggior parte delle donne alla soglia dei 30 spera in una storia
stabile. Sposarsi, magari fare dei figli… vogliono essere
amate, vogliono sentirsi importanti. Io posso dare sicurezza economica,
ho i soldi, se avessi una moglie lei potrebbe vivere facendo solo
ciò che più le piace, potremmo avere anche 10
bambini ma… non potrei mai essere presente. E una donna
quando si trova davanti il bravo ragazzo che la ama alla follia ma
è senza un penny nemmeno lo vede, ma se ne trova uno pieno
di soldi ma invisibile… non gli si avvicina neanche.
>>
<<
non capisco dove vuoi arrivare.. >>
<<
non sono l’unico in questa situazione. Ci
sono milioni di persone nel mondo che vivono come me, che
viaggiano… e che nei loro viaggi conoscono persone simili.
Il gioco stà solo nel mantenere i contatti, così
quando si è in giro si può passare una serata in
compagnia di un simile… >>
<<
compresa la notte immagino >>
<<
compresa la notte >> ripeté
lui mesto << è come avere tante amanti in giro
per il mondo, senza sentimenti ne coinvolgimenti >>
<<
stai cercando di dirmi che Kate è
come te? >>
<<
per le donne è più difficile
Bella… a nessun uomo piace stare sotto la propria
donna… almeno lavorativamente parlando >>
aggiunse scherzoso
<<
lo trovo un comportamento disgustoso. >>
<<
oppure solo la scelta di persone molto sole.
>>aggiunse lui
<<
tu non sei solo Edward.. >>
mormorai alzando il viso e trovandolo vicino al mio, la sua
mano solleticava il mio fianco
Lui non
rispose, semplicemente alzò le spalle ed
abbassò sguardo.
<<
non hai avuto nessuna storia in questi anni?
>>
Fece
segni di diniego con la testa tornando ad osservarmi
<< tu? >>
Io
avevo semplicemente avuto 5 fidanzati, di cui uno persino di 2 anni,
e numerose avventure o frequentazioni leggere…
perché mi sentivo in difetto a dirlo?
<<
oh-oh! >> sorrise lui <<
non mi vorrei dire che sei una di quelle che non dice il numero degli
ex perché sono troppi?! >>
Beccata
in pieno.
<<
io almeno non scopo in giro per il mondo!
>>
<<
ma io frequento sempre le stesse persone! Te
l’ho detto, il gioco è solo mantenere i contatti
con chi si conosce, non è che vado a rimorchiare in giro nei
bar! Avanti quanti sono? >>
<<
non ho intenzione di dirtelo!
>>borbottai imbarazzata
<<
avanti Signorina Swan, non faccia la difficile!
>>
<<
no Edward! >>
<<
30? >>
<<
cosa? Per chi mi hai presa! >>
<<
20 >>
Non
risposi
<<
25! >>
<<
perché stai aumentando? >>
<<
perché non hai detto nulla quindi
sicuramente era basso… 27! >>
proseguì testardo.
<<
sono 28 ok? Sono 28!!.. Dio!!! >>
Edward
rimase muto per qualche momento, poi fece un sorriso sadico che
non vedevo dai tempi di Lucifero…
<<
io sono stato contato una volta o due?
>>
<<
Edward!!!>
<<
è solo per domandare! sono passati
praticamente 10 anni, le mie arti amatorie sono decisamente cambiate da
quando avevamo 16anni! >>
<<
a me non è parso proprio. >>
<<
come? >> scoppiò offeso
<<
grugnisci come allora. >> continuai
cercando di trattenermi dal ridere.
<<
io non grugnisco! >>
<<
oh, si che lo fai! Quando sei quasi alla
fine… inizia a fare quello starano verso gutturale.. tipo sgrunt
sgrunt.. >> lo imitai
<<
i-io non faccio così!
>> balbetto imbarazzato
<<
oh si che lo fai! >> lo presi in giro
<< e poi il modo in cui succhi il collo… da
piccoli ti limitavi ai succhiotti, adesso invece mordi pure…
cos’è ti sei trasformato in un vampiro?
>>
<<
ah-ah-ah molto divertente! Strano però
perchè non mi sembrava ti stessi lamentando quando
quest’uomo grugnante.. >> e indicò
se stesso << ti stava sbattendo sul pavimento!
>>
<<
avevo battuto la testa, tesoro, devo aver avuto un
trauma cranico! >> continuai
<<
ah sì?! >> e in men che non
si dica mi ritrovai bloccata sotto di Edward che senza sosta mi mordeva
la faccia e il collo producendo quel verso come un idiota
<<
sgrunt sgrunt.. >>
<<
Edward smettila!!! >> strillai cercando
di scappare e allo stesso tempo ridendo per il solletico che i suoi
morsi e la sua barba incolta mi facevano
<<
sgrunt sgrunt…
rimangiati quello che hai
detto!! >>
<<
no! >>
Fece il
gesto per tornare a mordermi il collo ma a quel punto a pezzi
per le ristate cedetti
<<
ok-ok mi rimangio tutto - mi rimangio tutto!
>>
<<
io non grugnisco! >>
<<
no, non lo fai! >> dissi facendo di no
con la testa per dare maggiore enfasi alle mie parole, e tenendo ancora
le mani contro il suo petto per tenergli il viso lontano da me
<< fai solo… un leggero rumore di
fondo… Sai no… tipo tubatura intasata!
>>
Il suo
sguardo fu così’ sconvolto e sorpreso che
riuscii a fuggire dalla sua presa e scappare al di là della
stanza, vicino alla porta
<<
Devo andare Edward.. è stato.. è
stato un vero piacere parlare con te! >> risi mentre
prendevo la maniglia della porta
<<
me la pagherai Bella! >> mi
urlò di rimando, senza però riuscire a cancellare
il sorriso che gli illuminava il viso
Annui
mentre mi chiudevo la porta alle spalle e sentivo, come una
ragazzina, il cuore scoppiarmi nel petto.
Edward e Bella.
È possibile che due adulti al di sopra dei 25anni insieme
non riescano a superare i 16? Sì, è decisamente
possibile. :)
Partiamo dal capitolo
“The Ecstatic Frenzy of the Maenad ” -
L’estatica frenesia della Menade.
Per chi non lo
sapesse la Menade è la cosidetta Baccante e da Wikipedia: “La menade
era una donna in preda alla frenesia estatica e invasata da
Dioniso” e chi è il nostro Dioniso? Bella si
è presa una bella sbandata!
Il prossimo capitolo
arriverò tra pochi gioni (per questo capitolo ho ritardato
perché ero in vacanza e anche se volevo scrivere la
spiaggia, il mare e il sole mi hanno distratto) ma non ho ancora
elucubrato un titolo che mi piaccia, quindi vi lascio un
piccolissimissimo spoiler. ;)
<<
Isabella, potrei offrirle qualcosa da bere? >>
Era la prima volta
che Edward mi chiamava davanti a tutti con il mio nome completo.
Era una scemenza, me
ne rendevo conto, ma quella cosa mi fece andare in brodo di giuggiole!
Stava cercando di
farmi capire che era pronto per iniziare qualcosa con me? Tipo una
relazione?
Che voleva si sapesse
che eravamo vicini… amici magari? E poi con il tempo
qualcosa di più?
Magari mi avrebbe di
nuovo chiesto di ballare, come l’altra volta, e forse mi
avrebbe trascinata in un impeto di passione in un balcone, dove mi
avrebbe baciata con trasporto e abbracciata con sentimento,
sussurrandomi parole romantiche nell’orecchio…
Oh,
sì… sarebbe stato magnifico!
<< di
un po’, la tua amica è una che la dà la
prima sera? >>
<<
Edward!!! >>
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