A casa Wilson, le mattine
erano la parte
peggiore della giornata. Lisa si svegliava e preparava la colazione,
poi andava ad alzare il figlio di tre anni e il marito; insieme si
dirigevano in cucina e consumavano la colazione, poi accompagnavano il
piccolo all'asilo o dai nonni e infine andavano a lavorare. Era,
insomma, una corsa ogni mattina per poter completare i loro incarichi.
Colin era diventato vice-sceriffo quando Karen aveva assunto il grado
di sceriffo e doveva lavorare sodo, soprattutto perché lei
era
un capo inflessibile ed intransigente. Lisa, invece, aveva una boutique
di alta moda, un lavoro che le era costato sudore, fatica e tanti
sforzi economici.
Quel primo settembre, mentre la famiglia era riunita a tavola, il
telefono aveva squillato e Colin aveva alzato il ricevitore, salvo poi
restare sbalordito per le notizie al di là della cornetta.
«Pronto, qui è casa Wilson, con chi
parlo?»
Steven si era fatto una risata mentalmente. Ricordava perfettamente
Colin, era persino stato geloso di lui e della sua amicizia con Karen
un tempo poi, una volta conosciuto meglio, era diventato il suo
confidente. Si preparò, quindi, ad affrontare un uragano.
«Ciao, Colin. Sono Steven, ti ho chiamato per annunciarti il
mio
ritorno in città. Io, Justin e la piccola Maddie torniamo ad
abitare ad Hartford.»
Si era aspettato silenzio dall'altra parte, ma Colin sembrava
entusiasta della cosa, invece.
«Davvero tornate ad Hartford? Quando? Per quanto tempo?
Dobbiamo assolutamente vederci!»
Steven era rimasto paralizzato, la felicità nella voce di
Colin
si poteva udire fin da miglia di distanza, mentre si era
convinto
che i suoi amici fossero arrabbiati con lui.
«Partiamo subito dopo colazione, saremmo lì per le
tre o
le quattro del pomeriggio e pensavamo di dare una cena stasera per
festeggiare il nostro ritorno, voi naturalmente siete invitati e
dovresti farmi un piccolo piacere... Puoi invitare anche Karen? Ne
saremmo tutti onorati, il vecchio gruppo al completo, che ne
dici?»
Era sicuro che Colin si sarebbe messo a ridere, dicendo qualche
fesseria o proclamando che Karen aveva altri impegni ma, con sua somma
sorpresa, il ragazzo gli aveva risposto che ci pensava lui a Karen.
«Stai tranquillo, penso io ad avvisare Karen. Ci vediamo per
le
otto e mezza, allora? Immagino a casa tua, visto che i genitori di
Justin hanno venduto la casa.»
Steven si era tranquillizzato ed almeno aveva evitato di dover parlare
lui con Karen, personalmente. Certo, se fosse stata a cena il problema
non si sarebbe risolto, ma aveva tempo fino alle otto per esorcizzare
la sua enorme paura.
«Si, per le otto e mezza da me va benissimo. Ci vediamo
presto Colin e non vediamo l'ora di rivedervi tutti.»
L'ultima parte della frase era la sacrosanta verità, lui non
riusciva ad immaginare come si sarebbe comportato, ma voleva rivederli,
o meglio, voleva rivedere lei.
Riagganciato il ricevitore, Colin si girò verso sua moglie
e,
con un sorriso a trentadue denti, annunciò la notizia.
«Steven, Justin e la piccola Maddie tornano a casa, ci hanno
invitato stasera a cena e credo che intendano rimanere.»
Il viso di Lisa era una maschera mista di sorpresa, felicità
e
preoccupazione; Colin sembrò accorgersi che qualcosa non
andava
e parlò prima che lo facesse lei.
«Dobbiamo telefonare a Karen e dirglielo.»
Lisa annuì, sovrappensiero e decise di dire la sua.
«Credo di sì. Ma ci pensi? Il nostro gruppo che
torna
unito dopo tutti questi anni, anche se stento a credere che Steven sia
cambiato. Telefona tu a Karen, dovrebbe essere già
alzata.»
La telefonata ebbe dei risvolti imprevisti e, alla fine, il povero
Colin si era pure dimenticato di dirle della cena.
«Karen mi sembrava davvero agitata, mi ha detto che non
dobbiamo
parlare di Doug per nessun motivo. Quando arrivo in ufficio non voglio
nemmeno pensare a come prenderà l'invito a cena, a volte le
sue
reazioni mi fanno un po' paura.»
Lisa si avvicinò al marito e lo baciò, cercando
di tranquilizzarlo.
«Vedrai che andrà tutto bene. Karen è
cresciuta e
con il tempo capirà che non può tenere i due
separati.
Adesso andiamo, il lavoro ci aspetta.»
Nessuno dei due si aspettava quello che sarebbe successo durante la
cena.
*****
Dopo la telefonata di
Colin, Karen si
era messa all'erta. Sembrava fosse stata punta da una tarantola
velenosa ed era arrivata al lavoro ben prima del previsto,
rinchiudendosi nel suo ufficio.
Svariati minuti dopo, era apparaso Josh sulla porta e non aveva perso
tempo nel cercare di farsi dare un appuntamento; erano anni che il
poliziotto la perseguitava con inviti su inviti e lei aveva sempre
declinato le offerte perché aveva Doug e quella mattina non
era
diversa dalle solite.
«Buongiorno, Karen. Come va stamattina?»
Karen gli aveva sorriso, incoraggiante come sempre.
«Tutto bene, grazie Josh. Vedo che stamattina ti sei alzato
prima del previsto anche tu.»
Josh fece spallucce e decise che forse era il momento buono per tentare
un altro approccio.
«Già, che cosa ne dici di uscire a cena con me
stasera? Così, giusto per parlare di lavoro.»
Karen sogghignava, era sicura che ci avrebbe riprovato di nuovo e lei
teneva duro, soprattutto perché non voleva far arrabbiare il
suo
uomo.
«Lo sai che non posso, Josh. Ho Doug e lui mi basta per
adesso.»
Josh sorrise.
«Lo so, ma tentar non nuoce, giusto?»
All'improvviso, dietro Josh, apparve Colin che era appena entrato in
ufficio e si era diretto dal suo superiore.
«Buongiorno ragazzi, siete di nuovo qui ad amoreggiare? Non
credete che dovreste uscire insieme e sapere finalmente se le cose tra
voi potrebbero funzionare?»
Karen scosse la testa e lo accolse con un caloroso saluto.
«Buongiorno Colin, sei in ritardo stamattina.»
Colin guardò l'orologio e rispose.
«Diciamo piuttosto che sei tu ad essere in anticipo, comunque
dicevo sul serio, anche se voi due non mi rispondete mai.»
Karen decise allora di prendere in mano la situazione.
«Lo sai perché non voglio uscire con Josh e lo sa
anche
lui, comunque più in là si potrebbe anche
vedere.»
Congedò il ragazzo con la mano e fece accomodare il suo
amico in
ufficio. Il ragazzo era terrificato, doveva dirle che Steven l'aveva
invitata a cena, ma aveva paura della sua reazione.
«Devo dirti una cosa, ma ricordati che l'ambasciator non
porta
pena, quindi evita di fare delle scenate. Steven mi ha telefonato
stamattina e questo lo sai già, ma non mi hai fatto finire
prima
al telefono e lui ha chiesto se stasera possiamo andare tutti a cena a
casa sua.»
Sganciata la bomba, Colin attendeva solo la reazione di Karen, che non
si fece pregare molto.
«Va bene, andiamo, ma credo che porterò alla cena
con me Josh, così soddisfo la tua
curiosità.»
Colin sorrise, non si era aspettato di avere una risposta
così
immediata e soprattutto tranquilla. Quello che Karen non voleva si
sapesse, però, sarebbe stato l'argomento scottante della
serata
e gli imprevisti, si sa, a volte possono movimentare le riunioni tra
vecchi amici.