- Capitolo 6 -
I personaggi di questa Fan Fiction sono della scrittrice J.K. Rowling.
Questa Fan Fiction non ha scopi di lucro.
Frau era stato di parola. Tra le mani delle tre donne c’era
una quella che sembrava una fotografia in bianco e nero sovraesposta.
Sottili linee di grigio e bianco disegnavano il profilo stilizzato di
un viso in ombra. Una manina poco più in basso era stagliata
sul fondo buio come in un inconsapevole saluto.
“Ecco a voi, come avevo promesso. Ho voluto aspettare
l’ultimo trimestre per scattarla in modo che le strutture
visibili fossero chiare.” spiega gentilmente l’uomo
anziano “Potete tenerla.”
Lily e la donna alta gli sorrisero di riconoscenza quasi sincrone
mentre Poppy era troppo impegnata a chiedersi come avesse fatto
quell’ammasso di lamiere a generare una cosa simile.
“Babbani! Sono sempre un passo avanti anche senza
magia!” aveva commentato stizzita una volta tornate al
castello.
“Tecnologia, Poppy e tanto bisogno di arrangiarsi.”
le aveva risposto Minerva mentre toglieva a Lily i vari travestimenti.
“Sarà.. Ma questo ha dell’assurdo! Lily
cara, tieni quella.. Cosa lontano dallo sguardo di chiunque.”
La ragazza annuì, era già molto per lei poterla
tenere anche se sapeva benissimo che sarebbe stato impossibile
resistere dal guardarla incessantemente per tutto il giorno: per lei
sarebbe stato un ottimo diversivo per non guardare Lui.
Lui la mattina, Lui a lezione, Lui in sala grande, Lui in riva al lago,
Lui in biblioteca..
E adesso al solo pensiero di dover uscire dall’infermeria e
potersi imbattere in lui le fece salire la nausea provocandole una
sfumatura verdastra sulle guance.
Si sedette un momento sul letto toccandosi la pancia mentre fissava il
vuoto.
“Lily..”
Minerva si sedette accanto a lei circondandole le spalle con un braccio.
“Cerca di resistere manca poco ormai, questione di settimane
e non lo vedrai più.”
“Non so se dirmi che sia un bene o un male.”
mormorò la ragazza chiudendo gli occhi “Non riesco
a fare a meno di lui, di seguirlo con gli occhi quando è
insieme a tutti i suoi compagni, di preoccuparmi quando
combinano..”
“Lily, non devi preoccuparti per lui. Non puoi stare in ansia
ulteriormente sai che non gli fa bene. Pr il resto.. starà
al tempo decidere come andranno le cose. Ma andrà tutto bene
vedrai. Si sistemerà tutto.”
“Certe cose non cambiano. Lei lo sa meglio di me
profesoressa.”
La ragazza si alzò lentamente facendosi forza prendendo da
un tavolo lì vicino un libro che aveva portato con se con la
scusa di passare del tempo in biblioteca indisturbata.
“Vi ringrazio ancora molte.. Ci vediamo più
tardi.”
Il percorso per la biblioteca sembrava sgombro e la ragazza
tirò un sospiro di sollievo. Un piccolo movimento dentro di
se le fece capire che ‘qualcuno’ aveva apprezzato
molto il suo rilassamento.
Sorrise accarezzandosi la pancia nascosta e proseguendo distratta
guardando i quadri con i buffi personaggi al suo passaggio: distrarsi
le avrebbe fatto bene almeno finché non notò che
al muro vi erano appesi ritagli della gazzetta del profeta.
STRAGE DI BABBANI IN CORNOVAGLIA.
FAMIGLIA INTOSSICATA DA CIBI CORROTTI DA ACONITO.
IL MARCHIO NERO BRILLA SU LONDRA
Lily si portò una mano alla bocca trattenendo il respiro.
Si era rifiutata di leggere la gazzetta per tutti quei mesi per non
agitarsi e non pensare nonostante i cori anti mezzosangue nella sala
grande e gli scherzi pesanti che diversi Serpeverde organizzavano a
carico dei nati babbani ed erano sempre i più giovani a
pagarne le conseguenze: denti allungati, mani appiccicate, barbe
lunghe, intossicazioni..
Silente bastava a proteggere la scuola dall’esterno ma i
Serpeverde erano incontrollabili e quel pallone gonfiato di Lumacorno
insisteva per proteggerli e definirli ‘vivaci’.
“Dannati bastardi..”
"Leggere quella roba non ti fa bene." esclamò una voce
dietro di lei facendola sobbalzare “Ciao Lily, ti credevo in
biblioteca.”
“R-Remus..” balbettò voltandosi di
scatto “Lo so, avevo cercato di evitare ma.. Ora non ho
potuto davvero farne a meno. Forse ho fatto male a disinteressarmi, del
resto bisogna tenersi informati su quanto accade fuori di qui e sai
benissimo che sono anch’io una babbana di nascita."
"Temi per la tua famiglia?" le chiese il ragazzo comprensivo
sorridendole gentile.
"Ovvio, Rem. Potrebbe accadere qualsiasi cosa e io.. Io, stando qui,
non potrei far nulla per loro.." risponde angosciata la ragazza
abbassando lo sguardo affranta.
"Solo per la tua famiglia? Sai pensavo fossi preoccupata anche per
qualcun altro..”
"Qualcun altro chi?" lo interruppe bruscamente la ragazza risollevando
la testa e scoccandogli un'occhiata di fuoco "Cosa te lo fa pensare?"
Gli occhi del ragazzo si riempiono di stupore a quella reazione
così poco da Lily e a quell’espressione feroce.
"Sai voi eravate amici e.. Da quando Severus si è.. Ho
pensato che tu potessi essere.." cercò di spiegarsi con la
sua solita calma che al momento faceva tanto imbestialire la ragazza.
"Pensi male, idiota! Chi se ne importa di Mocciosus? Non è
la sua salute che mi sta a cuore!" sbotta rabbiosa con le lacrime agli
occhi "Non esce di certo come te tutte le sere a fare.."
"Shhh! Che ti viene in mente?? Zitta!" sibila il ragazzo controllando
che intorno non ci fosse nessuno.
"E non dirmi zitta! Guai Remus, se mi nomini quella persona di nuovo!
Sai quanto la disprezzi! E ora vattene!”
“No Lily io volevo..” disse afferrandola per
l’avambraccio “Aspetta devo
parlarti!”
“Lasciami!” sibilò strattonandosi via e
allontanandosi più in fretta che poteva senza nemmeno
voltarsi.
Si fermò solo in sala grande raggomitolandosi su una
poltrona in un angolino buio e solitario lontano da tutti gli sguardi
indiscreti.
"Che mi prende?" mormorò al vuoto appoggiandosi allo
schienale e chiudendo gli occhi “Mi sono comportata come una
stupida con Remus..”
Non ce la faceva più, voleva sfogarsi con qualcuno, si
sentiva esplodere.
"Lily?"
Una voce conosciuta, la ragazza aprì gli occhi su qualcuno
accanto a lei che in realtà non poteva vedere.
"Cosa vuoi tu adesso?" mormorò distogliendo di nuovo gli
occhi.
"Starti accanto come ti avevo promesso. Hai bisogno di qualcuno vicino."
"Tu non mi hai promesso niente. Vattene non ho di certo bisogno di te!
Chi ti credi di essere? Sei solo un.."
Un suono delicato e il mantello dell'invisibilità la
coprì.
"Andiamo non fare la difficile, lasciati aiutare. Ti si vede che hai un
peso dentro..” mormorò James Potter sorridendole
ora visibile.
Lily lo guardò allarmata salvo poi rilassarsi: James era
troppo stupido per averla scoperta, il suo non era altro che un modo di
dire.
Eppure adesso non sembrava poi così stupido e manipolabile
come al solito: gli occhi color nocciola del ragazzo erano
maledettamente seri e Lily non poté non abbassare lo sguardo
imbarazzata.
"Scusa."
"Non dovresti dirlo a me, Lunastorta c'è rimasto male. Ma
lui ti capisce tranquilla." mormorò lui mentre le fa
scivolare un braccio intorno alle spalle "Sfogati ma non farlo su chi
si preoccupa per te, ok?"
Lily si irrigidì a quel contatto stretto salvo poi lasciarsi
andare contro di lui.
"Avevi detto che era solo un pazzo, James. Ho paura per quello che
potrebbe fare." rispose con un fil di voce.
Pensare che avrebbe potuto uccidere tutti quelli che amava la
atterriva: i suoi genitori, gli amici, la professoressa, Poppy.. E se
una volta affidato il suo bambino ad una famiglia i mangiamorte
avessero ucciso proprio loro?
Quel pensiero la scosse talmente tanto che non poté
trattenersi da un pianto liberatorio contro la spalla di James Potter
che la strinse a se in silenzio appollaiato com’era sul
bracciolo della poltrona.
Da quel giorno le braccia di Potter per Lily non furono più
morse da cui sfuggire quotidianamente, diventarono un riparo nelle sere
di solitudine assoluta, un luogo di comprensione dove poteva sentirsi
sicura e alleggerita dal peso del suo segreto anche alla luce del sole.
Non ne fece mai parola con James, né lui sospettò
mai nulla eppure qualcosa nacque tra loro. Quel ragazzo aveva tutto
ciò di cui Lily aveva bisogno e glielo donava senza nemmeno
rendersene conto. Non furono in pochi a notarlo e ben presto la cosa fu
sulla bocca di tutti.
Minerva stessa osservava la vita di quella ragazza prendere pieghe
così inaspettate: chi lo avrebbe detto che la Evans avrebbe
ceduto alle insistenze di Potter?
Era cosciente forse più di lei del legame che si stava
creando tra lei e quello scapestrato: da Natale Lily aveva preso a
vivere come in un mondo a parte, precludendosi ogni sorta di
felicità come in una sorta di autopunizione per quanto fatto.
Minerva lo reputava un comportamento inutile che non faceva bene
né a lei, né al piccolo, né ai suoi
amici.
Si era rinchiusa in quella corazza così impenetrabile da
essersi allontanata da tutti; eppure Potter era riuscito a penetrarla
fino a giungere al suo nucleo: era l'unico che la faceva sorridere,
l'unico con cui lei si sfogava e con cui era la vera se stessa senza
nemmeno accorgersene.
In quel clima di angoscia e incertezza, James diventò per
Lily un punto fermo e per la prima volta a detta di Minerva fece
qualcosa di veramente utile e d intelligente.
Peccato che quella notte di fine maggio non poté far nulla.
Era una notte calda e afosa come poche se ne erano sentite, Lily non
era riuscita a mangiare nulla a cena e dopo una serata passata a
guardare Sirius e Minus fare un combattimento idiota di modellini di
carta insieme a James si era ritirata in camera stanca e in preda ad
una strana ansia.
Sprofondò in un sonno irregolare e leggero sudando per il
forte caldo.
Immagini di sangue e dolore. Pianti infantili, grida e…
Un urlo aveva svegliato l’intero dormitorio femminile facendo
precipitare tutte al letto di Lily che pareva abbracciarsi la pancia e
piegarsi su se stessa.
“La professoressa! Chiamate la Mc Grannit.” aveva
urlato in preda a forti dolori.
Pochi minuti dopo la professoressa era al suo fianco ad invitarla a
respirare lentamente e calmarsi mentre evocava una barella per
trasportarla in infermeria.
“La signorina Evans starà bene, mi aveva
già informata di avere un’infezione
gastrointestinale. Non c’è niente che io non debba
sapere.” aveva fatto presente a tutta la torre prima di
uscire di corsa ed aver sigillato la signora grassa nel caso Potter
fosse stato anche solo tentato di mettere il naso fuori.
“Resisti Evans. Resisti per tutti.”
***
“Minerva è in anticipo!” la informa
preoccupata Poppy mentre fanno stendere la ragazza sul letto della
stanzetta verde “Non troppo ma sempre in anticipo! Secondo me
è colpa di quel macchinario..”
“Poppy, muoviti a visitarla! Non c’è
tempo per questo!” la rimbecca la professoressa.
“Non dirmi come lavorare!” fu a risposta secca.
Eppure Poppy si mise subito all’opera costatando che il parto
si era aperto e che il travaglio era molto veloce ed il parto imminente.
“Lily? Lily, ascoltami! Ora devi sentire e fare tutto quello
che ti dico.”
La ragazza fradicia di sudore, con il viso stravolto di dolore e paura
tremava tutta ma annuì decisa.
“Respira lentamente e inizia a spingere insieme ai respiri
che fai. Andiamo, pian piano..”
“S-si.. Pian piano..” biascica la ragazza mentre
inizia a seguire le indicazioni dell’infermiera.
Minerva non poteva che detergerle il sudore e cercare di non finire di
mangiarsi tutte le unghie delle sue mani curate.
“Minerva datti una calmata o nella tua forma di animagus non
ti rimarrà nemmeno un artiglio!” le
raccomandò Poppy facendo quasi scappare una risatina a Lily
tra le urla.
La professoressa in tutta risposta distolse lo sguardo ed
infilò le mani nelle maniche della vestaglia scozzese.
La donna si sentiva bruciare di impazienza, di paura, di ansia.. In
fondo in quella stanza stavano diventando tutte madri no? Quel bambino
era di tutte e tre, ognuna di loro aveva contribuito alla sua vita ed
ora..
“Andiamo Evans.. Ce la puoi fare. Spingi! Spingi! Si sono
rotte le acque adesso sarà più semplice.. Vai
così, si perfetto.. Un attimo di riposo e ancora.”
Ci volle un’ora quasi prima che Madama Chips
riuscì a vedere la testa e altri dieci minuti prima che un
fagottino roseo sporco di sangue e placenta si trovasse tra le sue
mani. Minerva lo accolse prontamente tra i lembi di un asciugamano
caldo mentre emetteva il suo primo vagito.
Lo osservò: era semplicemente perfetto così
piccino, con pochi capelli a occhio e croce castani sulla testolina.
Chissà come sarebbero stati i suoi occhi..? Quelli della
madre? Oh sarebbe stato incantevole ma anche quelli del adre sono molto
belli..
“V-voglio vederlo..” sussurrò la ragazza
con voce roca.
“Lily.. E’ un maschio.. Sano e davvero.. Bello..
Congratulazioni.”
La ragazza sorrise allungando le mani verso la creaturina.
“Congratulazioni a tutte noi, professoressa.”
Minerva rimase senza fiato e lentamente lasciò il piccolo
tra le braccia della vera madre.
“Ehy.. Eri tu che mi davi tutti quei calci, eh?” lo
salutò la ragazza accarezzandolo piano “Mi
mancherai, lo sento già adesso..”
Minerva si sentiva strana: vuota, piena, strana, triste, felice.. Quel
bambino..
Era tutto quello che avrebbe voluto e tutto quello che non aveva mai
potuto avere.
“Hai.. Hai pensato a come chiamarlo?”
“Io.. Pensavo.. Un volta lessi un libro di avventure e il suo
protagonista si chiamava Rhys. Vorrei chiamarlo così. Rhys..
E chissà quale cognome.. Sappiamo già
chi..”
“Non ancora e comunque i primi giorni è meglio se
gli sei vicina tu. Ha bisogno di allattare al tuo seno e tu hai bisogno
che lui lo faccia.”
Lily annuì mentre cullava il piccolo ancora un pochino.
“Ma adesso è ora di renderci tutte presentabili,
soprattutto voi due!” gracchiò una Poppy commossa
“Andiamo signorina Evans dia a me, te lo riporterò
rosa e profumato.”
Ridacchiarono.
Era finita?
Oh no..
Il meglio o forse il peggio doveva ancora venire. E per la sfortuna del
piccolo Rhys molto presto.
Spazio Autrice:
Salve! Finalmente un nuovo capitolo! Potremmo anche dircelo.. E' stato
letterlamente "un parto". Pessima battuta lo so.
Arriati a questo punto le cose si faranno interessanti, molto
interessanti! Perché se di guai finora non ce ne sono stati
tra poco ce ne saranno a bizzeffe.
Allora vorei ringraziare in particolar modo Ellinor,
Chiaramalfoypotter, Fri rapace e Xtina__ per le loro recensioni. Grazie
ragazze!
Spero che la storia continuerà ad interessarvi :3
Per Fri: L'eco ha una lunga storia che affonda le sue radici negli anni
'40. Immagino che apparecchi enormi fossero operativi per quegli anni.
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