E' una
stronzata madornale sappiatelo xD e mi è venuta in mente per
caso, ma il dubbio espresso lo avrò sempre fino a che
camperò...comunque! Non voglio assolutamente offendere i
nostri tre adorati per il modo in cui li ho un trattati malino qui ^^
insomma rendendoli un pò meno professionali del solito, ma
è la prima vera cosa demenziale che scrivo..forse non ci
sono nemmeno riuscita del tutto ma spero faccia ridere...o
ridacchiare...o farvi fare un sorriso lol insomma fate voi.
La metto ora
perché è la vigilia del compleanno del nostro
Santo Tomo e leggendo capirete ;)
Grazie
già da ora a chi leggerà o farà
qualsiasi altra cosa ^^
Abbraccia.
L.
Tomo's
deal
Jared
si guardò attorno dalla postazione appollaiata, con le gambe
incrociate, che aveva preso sul divano per sostenere il pc, non
capendo cosa fosse quel casino che stava sentendo per casa da una
decina di minuti buoni.
Il
suo genio mentale non sarebbe mai riuscito a concentrarsi
così e si
stava trattenendo a forza per non urlare a tutti quanti di farla
finita e di rinchiudersi in uno degli studi al piano di sopra per
lasciarlo lavorare in pace.
Cercò
di estraniare la mente da quei rumori, facendo finta che non stesse
succedendo niente concentrandosi solo sullo schermo del computer ma
un ulteriore verso sorpreso, a tono molto più alto della
norma e che
riconobbe essere di suo fratello, seguito da quelli che
assomigliavano molto a dei singhiozzi, gli fece saltare i nervi del
tutto.
“Emma?!!”
urlò in maniera secca e decisa, guardando davanti a
sé in attesa di
veder spuntare quella povera ragazza australiana sfruttata e ormai
anoressica, se avesse continuato in quel modo, dalla porta che
conduceva alla cucina con un'espressione omicida.
Quella
stessa espressione che era rivolta a lui, lui
diamine!
“Che
c'è?” si ritrovò a chiedere Jared
quando, invece, le domande
avrebbe voluto farle lui.
Emma
si fermò a due centimetri dal divano, i pugni chiusi e le
braccia
stese con forza lungo i fianchi mentre scosse la testa, guardandolo
come se avesse davanti un bambino di due anni che aveva combinato
qualcosa di impronunciabile.
“Lo
sai vero che, a volte, sei veramente perfido sì?”
sibilò senza
perdere il cipiglio corrucciato e immerso nell'ira.
Lo
sguardo enorme del cantante assunse una forma doppia quando le polle
d'acqua azzurre si sgranarono esprimendo tutta la loro
incomprensione.
“Come
scusa? Ti ricordo che non sei pagata per insultarmi sai?”
Lei
gli fece una smorfia poi indicò dietro di sé,
dirigendo la mano
verso quella che era una delle sale d'incisione e da dove, pochi
secondi, prima erano provenuti i versi di varia natura.
“Vai
di là subito e prenditi le tue responsabilità,
forza!” continuò
la ragazza con enfasi, dimostrandogli che niente le avrebbe fatto
cambiare idea al riguardo e che sarebbero successe cose poco legali
se lui non avesse fatto come diceva.
Jared
sbuffò, annuendo e immaginando che dovesse trattarsi
sicuramente di
una stronzata di quei due che se non ne trovavano sempre una buona
per non lavorare non erano contenti.
Tutto
lui doveva fare diavolo!
E
nemmeno lo ringraziavano a volte.
Si
tolse dalle gambe il portatile con istinti assassini e
scostò Emma
per muoversi e verificare cosa avesse combinato di così
disastroso.
Nel
tragitto fino all'altra stanza beccò anche Jamie che lo
superò,
scuotendo la testa a sua volta e guardandolo più o meno
nello stesso
modo di Emma.
“No
si fa eh, no-no”
L'espressione
di Jared si trasformò da arrabbiata in sconvolta mentre la
bocca gli
rimase aperta in sconcerto.
“Mi
spiegate cosa diavolo vi fumate in questa casa?!”
Svoltò
l'angolo e le sue peggiori visioni si materializzarono davanti ai
suoi occhi.
Uno
Shannon che era seduto vicino a Tomo, un braccio attorno alle sue
spalle con cui lo stava stringendo e scrollando come per
tranquillizzarlo.
Un
Tomo che, capelli completamente sciolti e che gli coprivano quasi
l'intero volto tanto da poter fare concorrenza al cugino IT, stava
piangendo, letteralmente singhiozzando, con innumerevoli fazzoletti
usati sparsi sulle ginocchia e uno in mano che stava continuando a
utilizzare per soffiarsi il naso.
Jared
pensò di essere finito in una gabbia di matti proprio il
giorno meno
indicato in assoluto! Avevano l'uscita di Artifact al TIFF cazzo! E
quei due si mettevano a tirare fuori chissà quale tipo di
problema
da sindrome premestruale proprio in quel momento?! D'accordo prima
dei concerti, ormai c'era abituato, lo faceva anche lui, forse in
maniera persino peggiore di quei due, ma adesso proprio no!
“Guys!”
li richiamò all'attenzione in una volta, in maniera secca,
mettendosi le mani sui fianchi e fulminandoli “cosa diavolo
sta
succedendo?!”
Appena
gli altri due notarono la sua presenza, Tomo non fece altro che
mettersi a piangere di più, persino più
rumorosamente, gli occhi
gonfi e rossi di pianto e il fazzoletto ormai inutilizzabile
perché
troppo pieno, mentre Shannon lo fulminò in un nanosecondo
-la sua
unità di misura- sperando di incenerirlo sul posto.
“Bro
sei un'idiota sai? Potresti avere un po' di umanità di tanto
in
tanto, non pensare sempre e solo al lavoro e ricordarti che ci sono
anche altre cose nella vita vero?”
Il
più piccolo dei due Leto ci rimase di merda, continuando a
capirci
sempre meno e sperando che quello che aveva appena sentito non fosse
uscito dalla bocca di suo fratello.
“Bro
si può sapere di cosa diavolo parli? Cos'ha Tomo?”
lo chiese a lui
perché non era certo che il diretto interessato sarebbe
riuscito a
rispondergli in quel momento.
Shannon
sbuffò con ancora più forza, neanche un treno in
corsa avrebbe
fatto il suo stesso casino, e strinse ancora di più la
spalla di
Tomo appena emise un verso acuto molto simile ad un ultrasuono che
rimarcò la sua dilagante disperazione.
“Come
fai a chiedermi che cos'ha? Dovresti saperlo dannazione! E io non me
ne sono mai accorto prima oppure te l'avrei detto subito!”
Tomo
rifece un secondo verso simile poi tirò su con il naso,
cercando di
frenare i singhiozzi.
“.u..nn.mi.egui.su..er”
biascicò a fatica il chitarrista indicando con un dito
accusatore
verso il cantante le cui sempre solite pozze blu stavano per
rischiare di liquefarsi sul pavimento.
Jared
sbatté le palpebre poi scosse la testa guardando Shannon.
“Tu
l'hai capito? No perché voi due parlate la stessa lingua ma
io non
ho capito niente..”
Venne
interrotto dall'agonizzante Tomo che ormai, in stile manga, aveva i
lacrimoni a lato degli occhi cementificati in palle tonde.
“..opo..utto..lo..che
ho...atto.per..e” continuò rendendo sempre
più consapevole il
cantante che avrebbe dovuto smettere di far bere a tutti e due tutti
quei caffè che gli dava per farli rimanere svegli in modo da
lavorare di più.
Forse
non erano proprio il massimo.
“Tomino,
di grazia, se non torni a parlare come noi comuni mortali, non
capirò
un'accidente e non ho tutto il pomeriggio io!”
Shannon
lo fulminò guardandolo di nuovo male ma il fratello
alzò le spalle,
aprendo le braccia ai lati del suo corpo, continuando a non afferrare
il problema.
“Sei
senza cuore bro davvero!”
Jared
perse le staffe e sbuffò una volta per tutte.
“Mi
spiegate che cazzo ho fatto dannazione?!”
“Non
mi segui su twitter!”
“Non
lo segui su twitter!” urlarono chitarrista e batterista
insieme,
con tono d'accusa pesante facendo scendere subito dopo un improvviso
silenzio di tomba all'interno della stanza.
Se
a Jared, prima, le pozze d'acqua si sarebbero liquefatte, ora
rischiavano di staccarsi a forza dal loro sostegno per distruggersi
sul pavimento seguite dalle palle che gli avrebbero volentieri
rotolato fuori dai pantaloni con facilità se solo avessero
potuto.
Non
portava nemmeno l'intimo in quel momento, di ostacoli non ne avevano.
Uno.due.tre.
Silenzio.
“COSA?!”
Jared
si prese la testa con le mani massaggiandosi le tempie e chiudendo
gli occhi, sperando che appena li avrebbe riaperti avrebbe trovato
entrambi al lavoro e uno studio di persone professionali, non quello
che si ritrovava attorno.
“E
voi avete creato tutto questo casino per una cosa così
idiota?!”
Tomo
tirò su con il naso “Ma non è idiota!
Tu ci passi metà della
giornata tra social network e dici sempre che sono il nostro futuro e
che ci hanno già aiutato un sacco...segui persino
quell'obbrobrio di
Terry Richardson e non segui me? Me! Che sono il
tuo
chitarrista preferito!” snocciolò Tomo con tono
piagnucoloso,
alzandosi e andando al fianco di Jared di cui prese il braccio
guardandolo con sguardo supplicante.
“Perché
lo sono vero?” sempre in stile manga gli occhi cominciarono a
brillargli nell'attesa della risposta.
Jared
richiuse i suoi sperando davvero di stare sognando, ignorando il
commento sopra, ma quando li riaprì incontrò lo
sguardo riprovevole
di suo fratello.
“Sì
lo sei..ma Tomo per favore, mi fai un po' senso così, sei
anche
leggermente inquietante mh? Potresti andare a darti una ripulita
magari e poi tornate tutti al lavoro, grazie? O qui, sia album che
qualsiasi altra cosa che promettiamo la finiamo nel
duemilaquattordici, altro che 'SOON'” enfatizzò
sull'ultima
parola, guardando male entrambi.
“Sei
sempre il solito” fece Shannon scuotendo la testa e uscendo,
prima
dando una pacca sulla spalla a Tomo come incoraggiamento quando gli
passò dietro.
“Va
bene ma mi aggiungi? Eh?Eh?Eh?Eh?” riprese il chitarrista,
stringendogli di nuovo il braccio con ancora più forza e
aumentando
lo sguardo supplicante “ti prego, dai?! Ti faccio usare la
mia
tinta se vuoi!”
Jared
lo guardò allucinato “Tu non usi la tinta
Tomo!”
“Ma
prima o poi mi verranno i capelli bianchi no? Guarda quanti ne ho!
Quando la prenderò potrai usarla!”
Jared
valutò se ridere o mandarlo a quel paese ma decise di non
fare
niente mantenendo un'aria indifferente e riprendendosi il braccio
ormai pulsante per via della circolazione bloccata dopo la stretta.
In
meno di un secondo gli venne in mente anche la soluzione per
togliersi da quel 'problema', se poteva essere ritenuto tale.
“Ahm
Tomo?”
“Siiiii?”
“Domani
è il tuo compleanno giusto?”
“Siiiiiiiiii”
“Bene,
allora ti aggiungo domani come regalo, ti va?” gli sembrava
di star
parlando a un bambino di due anni ma appena pronunciò quelle
parole
lo sguardo di Tomo si aprì in totale tripudio e gaudio e
cominciò
ad annuire con talmente tanta forza che Jared fu costretto a
spostarsi indietro per non essere colpito dalla massa corvina che gli
stava volando davanti al viso.
Gli
prese le spalle per allontanarlo da sé dandogli poi una
pacca sulla
schiena come incoraggiamento.
“Se
abbiamo risolto possiamo tornare davvero al lavoro?!”
Tomo
annuì cercando di ricomporsi e di asciugarsi gli ultimi
tratti di
lacrime sulle guance.
“Grazie
Jared! Grazie” snocciolò con fin troppa gentilezza
per rimediare
alla scena appena fatta.
D'accordo
che erano amici ma quello che aveva davanti era anche il suo datore
di lavoro e mica voleva perdere il posto da chitarrista dei Mars per
una cosa come quella!
Jared
stava pensando tutt'altro invece, della serie inserire i membri della
band, sé stesso compreso, in un programma di recupero
neuronale. I
due anni di tour dovevano aver dato alla testa a tutti sul serio.
“Prego
Tomo e ora in studio”
“Sì
subito!”
Il
cantante si vide sfrecciare davanti agli occhi, nuovamente, la
caterva di capelli corvini che gli fecero sbattere le palpebre mentre
sospirò per rilassarsi e cercare di non strozzare qualcuno a
caso,
tanto di gente ce n'era anche troppa lì dentro, ma di
riprendere da
dove era stato ingiustamente distratto.
“Bro
ci sei?”
“Un
attimooo!” gli arrivò la risposta dal piano di
sopra, come un'eco
per l'urlo fatto.
“Oddio,
che c'è adesso?” si chiese Jared spostandosi fin
dove trovò suo
fratello, anzi, i piedi di suo fratello, perché vedeva solo
quelli,
per via di un cartellone pubblicitario vecchio di This is War che
sembrava stesse scendendo le scale da solo.
“Bro
cosa stai facendo?” chiese quasi a livello di esaustione,
cercando
di capire chi ce l'avesse contro di lui e cosa avesse fatto di male
per essere in quella situazione.
Shannon
aspettò di essere sano e salvo a terra, poi la sua testa
comparve da
dietro il cartellone che venne prontamente abbassato a livello del
suo stomaco, facendogli comunque spuntare solo la parte del corpo dal
collo in su.
“Questo
non lo usavamo più giusto?”
“No,
e allora?”
Shannon
lo voltò rivelando la parte bianca e senza nessuna foto,
dove ora
compariva una scritta a caratteri cubitali fatta alla buona con un
pennarello rosso indelebile.
'SEGUI
TOMO SU TWITTER'
Jared
si trattenne dall'istinto di strozzarlo davvero.
Era
pur sempre suo fratello, e un omicidio non gli avrebbe fatto bene in
quel momento dell'anno.
“Che
diavolo è questo coso?”
“Dopo
te lo metto in camera e ci rimarrà fino a che non l'avrai
fatto!”
“Ohssanta...Shan
per favore! Potreste tornare seri tutti quanti? Che diavolo vi
è
preso?! Chissenefrega di twitter ok? Tornate-al-lavoro!”
Shannon
borbottò qualcosa sul suo genio artistico incompreso
lasciando il
cartellone in mano al fratello e percorrendo a grandi passi la sala
fino a chiudersi in studio.
Il
sospiro di impazienza da parte del cantante riempì l'aria
qualche
secondo poi sperò che quel discorso fosse chiuso e che
nessuno dei
due avrebbe tirato fuori qualsiasi altra scusa idiota per non
lavorare.
Prima
di raggiungerli cercò con lo sguardo il suo blackberry e lo
vide sul
tavolo della cucina nell'altra stanza.
Ci
pensò. Indugiò. Scrollò le spalle.
“Nahh
troppo lontano lo aggiungo domani..”
Lasciò
la sala a grandi passi, già sapendo che non l'avrebbe fatto.
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bah, questo è
il dubbio, non ho mai capito perché Jared non segua Tomo su
tw porello uu e la frase rivolta a Terry è per una mia
minuscola vendetta personale quindi concedetemela su ^^
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