1916
– New hour
part
1
Pensionati
Senza Nome.
Trent
era sdraiato sulla panca della classe economica del dirigibile,
poiché avevano viaggiato ancora lì.
Si
guardava circospetto intorno, lo sguardo sottile di tre ragazzi della
sua squadra lo intimoriva a tal punto da non farlo riposare. Nel
frattempo gli altri due non erano certo un buon appoggio, in quanto
limonavano ad occhi chiusi.
Lui
si staccò un attimo da lei.
Una
voce scaturì dai megafoni.
«Attenzione,
mozzarelle, prendetevi un paracadute e gettatevi, oggi non si
atterra!» Era chef.
«Paracadute?
Non ci sono paracaduti!» Strillò Trent.
«Allora
gettatevi senza! E svelti!» Ribadì
il cuoco.
Ci
fu qualche secondo di silenzio, poi Noah lo interruppe.
«Vita,
perché mi odi così tanto9?!»
Mormorò.
«Tranquillo,
gamberetto, ti devo un favore, no? Vieni!» Izzy lo tirò
a sé ed estrasse dalla sua valigia un lenzuolo.
«Reggiti!»
Gli porse un lembo di questo e si gettò fuori dal portellone,
trascinandolo giù.
Il
poveretto strillava come un vitello, poi smise, scoprendo di colpo
che galleggiavano nell'aria.
«Divertente,
eh? L'ho imparato quando ero con gli scouts!» Spiegò
la rossa ridendo.
«Eri
una scout?» Domandò lui.
«Ero
con gli scouts, infiltrata professionista,
rubavo le merende a tutti!» Fece una pausa, vedendo che
l'indiano la guardava deluso.
«Era
divertentissimo!» Rise follemente, passò un po' di
tempo.
Noah
sgranò gli occhi verso il basso.
«Izzy?»
Balbettò.
«Sì?»
«A
te puzza proprio tanto la vita, vero?» Ormai la sua voce
era un grido.
«Come?»
Domandò la rossa.
«Gira
questo coso!» Strillò a pieni polmoni, mentre la
guglia di un palazzo si avvicinava sempre più.
Lei
sembrò divertita, poi all'ultimo storse le gambe, virando
bruscamente.
«Ma
sei impazzita?!» La rimproverò, mentre la terra si
avvicinava.
«Occhio!»
Lo allarmò.
La
rossa posò delicatamente i piedi, correndo per assecondare la
spinta del parapendio, mentre l'indiano non era stato alquanto
rapido, e strusciava sul terreno con tutto il corpo. Si fermarono
dopo circa un minuto. Inanzi a loro c'erano tutti i concorrenti. Lui
sputò una boccata di terra.
«Come...
come siete arrivati qui?!» Era sbigottito.
«I
paracaduti erano sotto le panche.» Spiegò calmo il
chitarrista, mentre Izzy osservava lo sguardo in cagnesco del
compagno di squadra.
FFFZZZ
Noah
era seduto a terra.
«Non
so come gli sia venuta l'idea di usare quel sistema... ma sono
abbastanza colpito.»
Abbozzò
un sorriso, probabilmente forzato.
FFFZZZ
«1916,
entra in vigore, per la prima volta, l'ora legale!»
Annunciò fiero il presentatore.
«E
che c'entra il palazzo?» Domandò Linsday.
«Il
palazzo è il luogo in cui passerete la notte insonne più
lunga della vostra vita!» Si lasciò andare in un
sorriso.
Gwen
impallidì, per quanto fosse già lattea.
«Vuoi
riproporre la Maratonotte? Di nuovo?!» Quasi strillò,
ma venne immediatamente rassicurata.
«No,
ma è simile. Questa sfida durerà sette precisi giorni!
Il massimo della durata di qualunque sfida. Dovrete vivere in quel
palazzo, ma rispetterete precisi orari:
Ore
otto: sveglia;
Ore
otto e mezza: colazione;
Ore
dieci e mezza: pulizie della stanza;
Ore
tredici: pranzo;
Ore
tredici ed un minuto: silenzio tombale;
Ore
quattordici: fine silenzio tombale;
Ore
venti: cena;
Ore
ventuno e mezza: piccola sfida;
Ore
ventitré: nanna.
Ma
attenzione: ogni giorno, dalla notte vi verrà tolta un'ora e
mezza di sonno, quindi alla fine della sfida passerete l'ultima notte
insonne.»
A
quest'ultima precisazione i concorrenti sgranarono gli occhi,
atterriti.
«Che
cos'è il silenzio tombale?»
Domandò Greg, abbastanza interessato.
«Ognuno
di voi avrà un microfono con sé, microfono che misurerà
i decibel della vostra voce.» Ne tirò fuori uno e lo
mostrò.
Era
un cerchio con una circonferenza graduata regolata da una lancetta.
Era suddivisa in tre colori: verde, molto ristretto, giallo, occupava
più metà cerchio, e rosso, un settore ampio neanche
dieci gradi.
«Durante
la giornata potrete parlare liberamente, ma durante il silenzio
tombale la lancetta non potrà superare l'area verde. Se
entrerà nell'area gialla la vostra squadra perderà a
prescindere dalla sfida, ma non vi sarà detto subito, e se
entrerà nell'area rossa sarete eliminati per direttissima,
nulla potranno le teste di Chris e di Chef. Ah, dimenticavo... se vi
disfarete del microfono sarete eliminati dal reality.»
Spiegò pazientemente.
«E
la piccola sfida?» Chiese Noah.
«In
quella sfida parteciperanno solo i concorrenti che hanno meglio
pulito la stanza, e il vincitore di quella piccola prova avrà
in privato un indizio per trovare la testa dell'immunità o del
potere eliminatorio. Entrate.» Aprì loro le porte
della reggia.
«Naturalmente
non potremmo uscire da qui, vero?» La domanda retorica di
Duncan giunse al conduttore, che con un sorriso si complimentò
con il punk per la sua perspicacia.
«Come
da programma.» Commentò.
«Un
momento... Chris, ma come si farà a vincere?» Chiese
innocentemente Cody.
«È
molto semplice: l'ultimo giorno dovrete compiere l'ultima piccola
sfida, ma a questa parteciperanno dei volontari, ognuno di una
squadra. Quest'ultima sfida deciderà la squadra vincitrice.»
Spiegò.
«E
allora la settimana a sgobbare e a non dormire a che serve?»
Ribatté il nerd.
«A
stancarvi per bene.» Il conduttore rise di gusto.
«Ah,
aspettate, dobbiamo sorteggiare i compagni di stanza!» Li
richiamò mentre entravano.
«Cosa?!»
Diciotto voci si levarono incredule.
«Già.
Chef?» Il cuoco si presentò con una cesta di
palline.
«Allora,
incomincerò io a pescare il primo nome» Frugò
nella cesta con emozione e tirò fuori una biglia.
«Deejay,
vieni a prendere il tuo compagno o la tua compagna di stanza.»
Il ragazzone si avvicinò lentamente, infilò la mano fra
le sfere e pescò quella più in fondo.
«Bridgette.»
Lesse.
«Vedi
di tenere le mani a posto!» Strillò Geoff al
ragazzone, minacciosamente.
Deejay
scoppiò a ridere, costatando però che il texano era
serio, maledettamente serio.
«Bene,
il prossimo che verrà a prendere la biglia è... Ty...
che c'è scritto?» Lesse attentamente.
«Mi
chiamo Tyler, è chiaro? TYLER!» Sbraitò lui,
memore delle provanti esperienze di dimenticanza di Linsday.
«Calma...
Tyler...» Scandì Chris, mostrandosi quasi offeso.
«Starai
in stanza con... Greg!» Lesse quindi.
«Poi...
Noah starà in stanza con Alex, Eva con Courtney e Geoff con...
Duncan.» Pescava velocemente le palline di vetro.
«LeShawna
starà con... Justin. Linsday con Izzy e Gwen con...»
Continuò, lasciando tutti in suspance.
Il
nerd guardava ammiccante Gwen. La gotica era finita: comunque sarebbe
andata sarebbe stata da schifo, tesa o terribilmente imbarazzata.
«Trent!»
E Duncan vide rosso.
«Quindi
Heather e Cody condivideranno la stessa stanza.» Finì
Chris, chiudendoli dentro, una volta consegnate loro le chiavi.
Tutti
percorsero i corridoi, tranne alcuni che si attardarono fuori a
parlare. Trent stava per avvicinarsi alla gotica, di spalle, ma una
forte presa all'altezza del colletto lo intercettò,
trascinandolo sino a farlo cozzare con il solido muro del castello.
Il volto del punk copriva minaccioso la sua visuale.
«Se
tu la sfiori anche solo con il pensiero, ti cavo gli occhi e me li
bevo in un cocktail!» Gli sussurrò all'orecchio.
Lui
si divincolò.
«Rilassati,
non siamo che compagni di stanza, e le stanze hanno anche due bagni.»
Tentò di rassicuralo.
Lui
non cambiò affatto espressione, ma lo lasciò andare,
puntandosi due dita nelle pupille e indicando poi quelle del
chitarrista.
«Ti
tengo d'occhio, Elvis.» Si allontanò.
FFFZZZ
Trent
era perplesso.
«Ammetto
che non mi sarebbe affatto dispiaciuto sfiorare Gwen,
anche con qualcosa di più di un pensiero... ma non l'avrei
fatto comunque, in rispetto suo e di Duncan.»
Sospirò.
«Credo.»
Sgranò
improvvisamente gli occhi.
«Questa
la tagliate, vero?»
FFFZZZ
La
notte trascorse veloce, e subito dopo questa un gallo squarciò
le orecchie ai ragazzi. Un gallo di nome Chef.
«Sono
le otto, sveglia, pelandroni, sveglia!»
La
colazione era come sempre uno schifo, d'altronde il cibo era sempre
stato lo stesso. Geoff era assai poco tranquillo, pensava
continuamente al suo accordo con un certo e biondo irlandese.
FFFZZZ
Geoff
aveva gli occhi socchiusi e l'espressione abbattuta.
«Non
meriterebbe di tornare a casa, in fondo il suo non era un cattivo
piano... ma Alex non mi lascia scelta, perciò...»
Si
bloccò.
FFFZZZ
«Questa
sfida è meno difficile del solito, non credi?»
Commentò Duncan, rivolto ad Alex.
«Non
posso darti torto...» Lui bevve un bicchiere di succo,
scoprendo tristemente che non si trattava di succo. Sputò il
tutto a terra, disgustato.
«Ma
questa roba è rivoltante!» Esclamò.
Una
lama gli sfiorò la guancia, graffiandola appena, e il coltello
si piantò nel muro. I concorrenti ammutolirono.
«È...
è ottima, Chef. Complimenti...» L'irlandese sudava
freddo, mentre il cuoco rideva crudelmente.
«Bel
colpo!»10
Aggiunse Duncan, guardato in cagnesco dal compagno.
«Ah,
ma per favore, siete ridicoli. Non dovreste sottovalutare Chris, lo
sapete meglio di me.» Vaneggiò Heather.
«Ora
di pausa! Svago, chi dorme è eliminato!» Chef aveva
la sensibilità di un secondino, in quanto prese a spinte i
concorrenti pur di svuotare la mensa.
Heather
cercava costantemente la statuetta dell'immunità, rovesciava
tutti i mobili, veniva naturalmente imitata da Gwen, che aveva però
scopo di legittima difesa. Nel frattempo Greg rimaneva in stanza ad
intagliare nel legno la testa di Chef, cercando di farla il più
possibile simile all'originale.
Arrivò
l'ora delle pulizie di stanza.
Geoff
e Duncan
Geoff
si mise subito al lavoro, notando la risatina di scherno di Duncan.
«Lascia
perdere, amico, non ne vedo la necessità.» Lo
informò.
«Non
sono d'accordo, ottenere l'immunità o il potere eliminatorio è
un gran vantaggio!» Ribatté.
«Sì,
ma si da il caso che non c'è bisogno di rendere
la stanza ordinata e pulita.» Spiegò con semplicità.
Il
texano lo guardò interrogativo.
«È
necessario però che lo sembri.»
Terminò.
E
Geoff s'illuminò.
Entrambi
incominciarono a nascondere ogni oggetto fuori posto, a spolverare ed
ammucchiare la sugna sotto il tappeto. Ci misero meno di dieci
minuti, solo che al punk era rimasta in mano una lampada da tavolo.
«Grande...
e questa?» Commentò.
Il
biondo aprì la finestra.
«A
te l'onore, Duncan.» Ordinò, e con un ululato di
divertimento il punk la scagliò con tutte le sue forze fuori.
Ma
la finestra dava nel cortile del castello, non all'esterno di esso.
Heather
e Cody
Cody
era sbracato sulla sedia, mentre Heather rifaceva la sua parte
di letto, la sua parte di stanza e il suo bagno.
«Dovresti
lavorare anche tu.» Lo ammonì lei.
«E
perché? Non ho paura di essere eliminato, e Chris non ci
controlla di certo!» Rispose calmo.
«Oh,
sì, invece, questo è un reality show, genio.»
Ribatté lei.
«Ci
concederà almeno un po' d'intimità, no?»
Parlò saccentemente.
Chris
osservava il monitor numero otto.
«Eh
eh eh... Nah, gli ascolti calerebbero!» Ridacchiò.
«Fidati,
ci controlla, e non sarà felice di vederti inoperante.»
Ribadì Heather.
«Mi
fai ridere!» La sfotté lui.
In
quel preciso istante il cadavere di una lampada da tavolo sfondò
la loro finestra e atterrò accanto al povero Cody, che balzò
in aria come un gatto spaventato e corse a nasconderti sotto il
letto.
FFFZZZ
Heather
era piuttosto divertita.
«Allorché
mi sono chiesta: perché non sfruttare la situazione?»
FFFZZZ
«Vedi?
Ti conviene lavorare se non vuoi che lui sfoderi l'artiglieria
pesante!» Lei era tranquillissima, mentre lui tremava come
una foglia.
Si
alzò in fretta e furia e lavorò doverosamente,
sistemando le lenzuola.
L'ora
di silenzio totale che seguì il pranzo non fu affatto
difficile, ma la cena fu alquanto sorprendente.
«Chef?
Dov'è... dove sta questa cavolo di cena?» Eva batté
il pugno sul tavolo.
«Questa
è la piccola sfida, anticipata. Dovete preparare una cena
impeccabile che io assaggerò.»
Spiegò divertito il cuoco, ma non tutti ne erano proprio
entusiasti.
«I
partecipanti sono: Heather e Cody, Eva e Courtney e Geoff e Duncan!»
I due amici si batterono il cinque.
«Voglio
un antipasto da Eva, un primo piatto da Geoff, un secondo da
Courtney, un contorno da Heather, un piatto di frutta da Cody e un
dolce da Duncan. Entro un'ora.»
Si
dileguò, ma le dispense contenevano quantità ridotte
di cibo di varietà ridotte per il ridotto budget
che veniva sperperato per il ridotto alloggio di Chris.
«Cominciamo
bene...» Sussurrò tra sé e sé
Courtney.
9
= A tutto reality: il Tour, Vedo Londra.
10
= A tutto reality: L'isola, puntata 1
Angolo
dell'autore
Dunque...
Fra
non molto ci sarà il secondo doposhow, lo dico per la felicità
di chi rivuole Alejandro dei concorrenti eliminati
in gioco, perché, come avrete visto nel Doposhow's Corner di
qualche puntata fa, ci sarà un gioco chiamato Seconda e Terza
chance.
Vi
spiegherò tutto a tempo debito.
Un'ultima
informazione... questa puntata potrebbe arrivare a durare più
di quattro capitoli, io cercherò di sintetizzare, ma essendo
la durata della sfida molto ma molto lunga, non aspettatevi che
finisca entro il terzo capitolo. u.u
Recensite!
A
te la linea, Josh!
Enjoy
it!
FFFZZZ
Andiamo...
non era male il Facci sognare Josh...
Ripeto,
patetico.
Josh?
Quando arriva Melanie?
Sfortunatamente
per voi so perché la reclamate tanto, e vi assicuro che farò
in modo di farvi sparire quei randelli.
E
di tenerle lontane da lei, visto che arriverebbero a picchiarla a
mani nude.
Ottimo
consiglio, Scott. Non sei così scemo.
Hey,
tu, mi apri la porta?
Ma
non puoi farlo da sola?
Mi
rovino l'abbronzatura, genio.
Sì,
e magari anche la manicure...
Già,
infatti io faccio tutto con le pinzette, mi ci scaccolo anche, vuoi
vedere?
Ann
Maria, ragazzi, una nuova opinionista!
Però...
non sei male, piccola...
Ann
Maria si ritrae.
Che
schifo!
Si
sente una voce da fuori la porta.
Fuori
gli attributi, soldato! Sfonda quella porta!
Ma...
non basterebbe bussare?
Sfondala!
Sissignora!
La
porta va in frantumi.
Brick
e Jo, signori! Due indispensabili elementi per il pubblico parlante!
Un
ragazzino nero, basso e occhialuto si rivolge a Scott.
Hey...
ti riconosco! Tu eri quello che mi appendeva per le mutande
all'attaccapanni, alle medie!
Cameron,
anche lui qui per restare!
Oh,
cavolo... sì, sono io, e allora?
Allora
potrei arrabbiarmi sul serio!
Strilla.
Dopodiché si tappa la bocca e riassume quella vocetta ridicola
e poco virile.
Se...
sempre se ne hai voglia...
Ciao,
io sono Harold!
Ah,
sì, quello con cui mi hanno detto di non parlare mai e di far
tacere in caso di logorrea?
Harold
abbassa mogio il capo.
Beh,
che dire, io vi saluto!
Giù,
soldato, flessioni!
Quante?
Indeterminate!
Finché non mi andrà più di vedertele fare!
Ma...
ma...
Falle!
Sissignora!
Brick
si sdraia a pancia sotto e incomincia a fare i piegamenti.
Uno,
due, tre, quattro... più veloce, soldato!
Sissignora...
anf!
Così,
bravo! Ventiquattro, cinque, sei, sette otto, nove, trenta, più
veloce!
FFFZZZ
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