Allucinazioni di una
notte di Dicembre
Corro, affondando sempre più nel bianco mare sotto i miei
piedi.
Scappo, il battito forte del cuore nelle orecchie.
Tremo, il pungente freddo che mi divora il corpo, il sacro
terrore che mi logora l’anima.
Corro e non v’è speranza di salvezza, lo so, lo sento,
eppure continuo a correre incurante di tutto, incurante di ciò che mi circonda,
corro, corro verso la luce che non esiste.
Fiocchi candidi danzano attorno a me mentre fuggo
attraverso l’oceano di perversione,
l’immagine di te steso a terra ancora negli occhi.
Perché non mi hai detto addio?
Nella testa rimbomba il rumore dei miei passi sul deserto
di ghiaccio, deserto di dolore, nessun suono attorno a me.
Io so, so che verranno, so che ci sono.
Io li sento.
Vago, desolata come un’anima, spettro sul bianco, angoscia
nel cuore.
Ferma, su di un prato candido, un rumore alle mie spalle.
Sei tu che mi segui, che segui i miei passi verso la vita,
verso la morte,
scivolando silente alle mie spalle.
Come ho potuto lasciarti andare?
Attendo il momento, so che è vicino, ci ricongiungeremo
presto.
Non temere, tu sei al sicuro ormai.
Ora è inutile correre, dolce la vendetta, loro sono qui.
Li vedo tutt’intorno, sagome terree che confuse danzano
sinuose sullo sfondo scuro del male,
non mi ero accorta di essere stanca.
La neve sta ancora scendendo.
Freddo, freddo dentro di me, gela le ossa, penetra nella
pelle.
Come ho potuto lasciarti cadere?
Un brivido mi trapassa il corpo, dolore lancinante che
squarcia la mia carne.
La vista si appanna, voci di sottofondo come lenta nenia
che mi culla verso l’oblio.
Cado, carponi nel bianco, le porte del regno si spalancano sopra
di me.
E tutto si sta rapidamente colorando di rosso...
Eccoti, mi vieni incontro inondato di luce, dolce
allucinazione, mi tendi la mano.
E la afferro con forza, tutto si sta colorando di rosso.
La neve sta ancora scendendo...
Come ho potuto lasciarti morire?