34.
Non è tutto oro quel che luccica
Il grido angosciato che sgorgò spontaneo dalle sue labbra fu
accompagnato da un violento terremoto. All'interno dell'ambiente
chiuso, si levò uno strano vento innaturale che
andò a condensarsi attorno alla sua figura, facendo danzare
le vesti e i capelli. Come il fiume che scorre verso la cascata,
così il vento saliva a lambirne la figura.
Rajeth scoprì il volto che aveva protetto, in un gesto
istintivo, col braccio. Toby e Immanuel erano raggomitolati in un
angolo della sala, protetti dalla folta pelliccia di Marking
“Datti una calmata!” ringhiò il moro
rizzandosi nella tempesta, facendosi improvvisamente scudo con la
magia, le vesti che pendevano di nuovo placide. Le afferrò
il polso e la costrinse a un bacio non voluto. Lei lo respinse subito,
furibonda “Ricorda cos'eravamo” le disse ferito da
quel comportamento “Ricorda chi ti è stato vicino
per tutto questo tempo.” Disse tornando ad avvicinarla
“Stammi lontano...” sibilò lei, stravolta
“Io ho vissuto nel tuo mondo, io so cosa vuol dire... Jareth
non ti avrebbe mai amata davvero. ”
Il dolore per la perdita dell'uomo ai suoi piedi le si
riversò addosso, travolgendola come una frana incontrollata.
Urlò di dolore, ancora una volta. Il vento esplose da lei,
cambiando direzione, distruggendo tutto nel suo turbinare.
“Non dirlo mai più!” gli
intimò
“Ho detto solo la verità, Sarah. Sei libera di
credere quello che preferisci. Ma lui ti ha solo usata”
replicò Rajeth svettando controvento
“Anche tu!” ringhiò lei e il vento si
fece più compatto e tagliente. Il moro barcollò
sotto il peso delle sferzate di rabbia e quando ritrovò la
posizione eretta, era coperto di tagli sanguinolenti
“Cosa vuoi fare? Uccidermi per vendicarti? Non sei il tipo,
Sarah!” replicò sarcastico.
Il vento esplose un'altra volta, violentissimo, scagliandolo contro il
trono e mandandolo a gambe all'aria. Poi, com'era comparso, il vento si
quietò. “Io non sono come te!”
ringhiò, gli occhi ridotti a due fessure glaciali.
Nel silenzio carico di tensione che ne seguì, una risata
sguaiata proruppe alle loro spalle, facendoli sobbalzare entrambi per
la sorpresa.
Steso a terra, in un lago di sangue, Jareth teneva gli occhi coperti
dalla mano guantata.
“Ti ho appena ucciso..” sibilò irritato
il fratello
“Errore!” lo canzonò l'altro
“Hai pensato a tutti i dettagli, tranne il più
significativo...” disse l'altro tirandosi a sedere a fatica.
Gli scappò un gemito di dolore. Si guardò le
vesti sozze e lacere e una smorfia di riprovazione gli
attraversò il volto.
“A cos'è che non avrei pensato...”
sbottò l'altro incrociando le braccia al petto, offeso
“A lei...l'hai sottovalutata...” disse Jareth
osservando Sarah, che lo guardava a sua volta, ipnotizzata.
“Non capisco dove ho sbagliato...”
sibilò l'altro strizzando gli occhi
“Lei è la mia donna, hai poco da
fare...” sghignazzò il biondo, tendendo la mano
alla ragazza. Che non si mosse.
“Lei amava me! Morto tu, c'ero io a sostituirti!”
ringhiò l'altro “Ancora una volta”
precisò
“Amava... hai ragione. Si tratta del passato.”
precisò il biondo “La tua presunzione ti ha fatto
perdere di vista un piccolissimo dettaglio.”
“Taci!” Sbraitò lanciandogli addosso con
rabbia. Ma nulla si levò dalle sue mani. Anzi, un tremendo
capogiro lo costrinse a inginocchiarsi a terra. Ansava in cerca di
ossigeno e la visione si era fatta scura, con sprazzi violacei laddove
la luce si infrangeva su oggetti chiari e luminosi.
“Cosa..?” Rajeth era perplesso. Cosa gli stava
succedendo? Dov'erano finiti i suoi poteri?
Jareth rise in risposta, divertito e sollevato “Non ti
agitare troppo. Dimentichi quanto può essere distruttivo il
suo potere? Ringrazia che si sia trattenuta e ti abbia solo privato
delle forze. Per ridarle a me!”
Rajeth alzò gli occhi dalle proprie mani e lo
squadrò rabbioso “Lei non
può...”
Jareth lo interruppe “Perché? Ragiona,
cretino!” lo rimproverò
“Tu non le hai fatto nulla, quella notte!”
ringhiò indispettito
Il biondo stirò un sorriso comprensivo “Marking ha
schermato davvero bene il tuo potere... Così sei convinto
che non le abbia fatto nulla, eh...” disse lasciando
scivolare sulla donna impietrita un'occhiata lasciva
“Non sei il tipo!” precisò il moro
Il Re di Goblin batté le mani sulle cosce e si
tirò su “Se è questo che pensi...Allora
più che del rancore della mia
donna...” sottolineò “...forse avresti
dovuto temere il potere di una vergine innamorata...”
Arricciò le labbra e continuò “Quello
che non avevi proprio calcolato è che potesse essersi
davvero innamorata di me, giusto? Perché una vergine
è potentissima...”
“Ha ammansito Bellfast, ne è la prova
concreta...” ribatté l'altro
Jareth gli diede ragione con un cenno della testa “Ma ha
anche un potere smisurato, che non sa tenere a bada e che avrebbe
stordito quel pusillanime di un ciuchino anche se avesse perso la sua
purezza... Potere che potrebbe esserle rimasto in corpo, dopo avermelo
riconsegnato tutto, solo se avesse giaciuto con me. Il fatto che,
vergine o meno, sia innamorata di me, del morto che tu hai
così vilmente offeso, ha amplificato la sua rabbia. Non
l'avevi calcolato...” sorrise comprensivo.
“Sottraendo a te tutti i poteri per riportare in vita me...
direi che l'unico vincitore sono io. Non trovi?” Rajeth
tacque, buttandosi a sedere, le braccia buttate a penzoloni sulle
ginocchia. “Potrei risparmiarti la vita...”
sogghignò il biondo, avvicinandosi a Sarah e prendendole la
mano “Se lei lo vorrà...” aggiunse
baciandogliela. Come ridestatasi da un lungo sonno, la ragazza
batté le palpebre un paio di volte, guardandolo smarrita
“Bentornata...” disse lui, contento e soddisfatto.
Le prese il mento con la mano libera, carezzandole la guancia in
piccoli cerchi e avvicinandosi per baciarla.
Il suono secco di un ceffone risuonò in aria. I due fratelli
rimasero sbigottiti. Non ebbero il tempo di riprendersi che Sarah
aggirò il sovrano, dirigendosi a passo svelto verso il
fratellino. Lo prese per mano, carezzò Marking e
fissò Immanuel, lasciando a intendere che dovessero mettersi
in piedi.
“Sarah?” domandò Jareth confuso,
correndole appresso e afferrandola per il polso, affinché si
girasse.
“Non osare toccarmi...” sibilò
ritraendosi “Mi hai usata, brutto schifoso...”
“Non è vero...” protestò lui
“Sapevo che avresti reagito così e ne ho
approfittato per farti confessare...”
“Cosa? Che sono una stupida? Che, anche se sapevo non avrei
dovuto, mi sono fidata di un essere subdolo come te?”
rantolò nella foga di insultarlo “Sì,
bravo, bella scoperta... a far innamorare la gente con belle paroline
sono capaci tutti...” disse fissando anche Rajeth
“Siete proprio fatti della stessa pasta..”
commentò amara.
Jareth e Rajeth si guardarono, perplessi “Guarda che nessuno
ti ha mentito...” protestarono in coro. Ma lei non li
badò e tornò dalla sua famiglia. Li prese per
mano e fissò, gelida, i due maghi “Non voglio
vederti mai più...” disse con tutta la rabbia che
aveva in corpo “Guai a te se oserai farti vedere. Potrebbe
essere la volta buona che deluda le vostre aspettative e mi trasformi
in assassina!” Ringhiò furiosa.
Di colpo la sala si svuotò. Dei terrestri non c'era
più alcuna traccia.
“Che bel casino...” commentò Rajeth
“Sta zitto, idiota!” replicò Jareth con
un sorriso divertito sulle labbra
“Al mio posto avresti fatto lo stesso.”
precisò il moro.
Il biondo sbuffò, mani ai fianchi. Si voltò e
andò a dargli una mano a rimettersi in piedi
“Sì... anzi, l'ho fatto...”
soffiò.
“E ora che facciamo?” disse l'altro osservando la
distruzione lasciata dalla ragazza: i drappi pendevano inerti e laceri
dai loro supporti, le balconate erano franate riempiendo la sala di
polvere e macerie.
“Per prima cosa, sistemiamo...” mormorò
angustiato Jareth. In un baleno, tutto tornò al suo aspetto
originario e caotico.
Rajeth storse il naso “Preferivo la mia versione pulita e
ordinata...” commentò
“Avrai tempo per metterti a lucidare i pavimenti nel tuo
regno...” rispose il biondo
“Ti ricordo che io non ho un regno”
protestò l'altro incrociando le braccia al petto e
soffocando una smorfia di dolore. “Non più,
almeno”
Jareth si volse e, in un batter d'occhio, lo rimise in sesto
“Tu hai sempre avuto un regno tutto tuo, nascosto in un
anfratto nell'Aboveground, che porta il tuo
nome..”replicò calmo il biondo
“Com'è che io non ne ho mai saputo
nulla?” ribatté sarcastico l'altro
“Perché l'ho scoperto durante quest'anno di
malattia... Mamma e papà ne hanno parlato davanti a me,
convinti che fossi del tutto incosciente...” si
giustificò lui, andando a sbracarsi sul suo trono pacchiano.
Batté le mani tra loro e, quando le riaprì, un
immagine tridimensionale aleggiava sui suoi palmi. Un piccolo regno,
incastonato tra montagne cristalline bagnate da uno splendido lago
argentato. Avvicinandosi, come volando su di esso, si intrufolarono tra
le stradine, si immersero nei profumi e nei colori del luogo.
“Che te ne pare? E' il Rajstan e l'emblema del
re...” disse posando un dito sulla pietra che era incastonata
nell'amuleto al collo del fratello “E' la Rajeta, guarda un
po'...1”Il moro rimase a osservare
inebetito il piccolo diorama tra le mani del fratello “Mi
dispiace, Rajeth... ho dovuto vincere. Se volevo consegnarti le chiavi
di questo posto, non avevo altro modo... Si sarebbe manifestato solo
allo scioglimento della maledizione...” disse con un sorriso
stanco.
Rajeth si rialzò di scatto, piantando le mani sui fianchi
“Non dire cazzate! Tu l'hai fatto per lei, non certo per me.
E comunque la maledizione non è sciolta nemmeno per
niente...”
“Diciamo che ho preso due piccioni con una fava... me ne
vuoi?”
“Mi hai imbrogliato, re degli imbroglioni!”
sbuffò esasperato
“Lo prendo per un complimento!” sorrise il biondo
“Quanto alla maledizione... direi proprio che ci siamo,
invece...”
“Non avrai discendenza da lei, come non l'avrò io,
mettitela via... adesso trasmetteremo le nostre colpe per altre sette
generazioni...Siamo intrappolati nelle tele che avevamo tessuto per
imprigionarci a vicenda” borbottò l'altro
“Continueremo questa cosa del rapire bambini per farci da
sostituti. E per ogni bambino preso, un suo familiare, con cui non
avrà che minimi legami di sangue continuerà a
perpetrare le conoscenze dell'Underground...”
“Ma se per te si è attivato il regno...”
commentò Jareth levando le sopracciglia
“...inoltre la conoscenza è andata frammentata. Ci
sono i Grimm, da una parte, detentori del sapere tradizionale,
dall'altra Sarah con quel dannato libretto e Toby che verrà
da me tra qualche anno... come le concili queste cose?”
Rajeth rimase a rimuginare “Effettivamente... Allora spiegami
come farai ad avere una discendenza. E da lei, poi...Non che sia
necessario, lo sappiamo benissimo ma sarebbe una prova...”
“Mio caro...” sorrise compiaciuto “Lei
non mi odia affatto...”
Rajeth lo guardò schifato “Avevi previsto anche
questo?”
Il biondo mosse la testa, pensieroso “Non proprio
così... sapevo che il giochetto non le sarebbe piaciuto e mi
avrebbe posto qualche condizione... ma, tutto sommato, non dovermi far
vedere non è nemmeno la più terribile delle
punizioni...” ghignò compiaciuto
“Sei un maniaco!” sbottò l'altro
“E la porterai all'esasperazione, già lo
so...”
Al posto del regno comparve una sfera luminosa e Jareth
stirò un sorriso “Oh, sì...ormai
è solo questione di tempo. Basterà un colpetto
per farla capitolare...”
Una folata di vento scompigliò i fogli non ancorati sulla
scrivania. La stanza sembrava soffocante e troppo piccola per contenere
tutta quella gente.
Sarah tirò un sospiro di sollievo e si andò a
buttare sulla prima poltroncina che trovò. Lo studio di
Immanuel era caldo e accogliente come lo ricordava. Alzò lo
sguardo sull'orologio a muro: era passata solo poco più di
un'ora.
Un'ora qua, tre ore là. Eppure le pareva fosse passata
un'eternità.
“Potrei avere dei problemi, Sarah...” disse il
professore, riportandola alla realtà.
Quella aprì gli occhi, stanca “Non ti sei
assentato che pochi minuti...cugino...” lo canzonò
“Parlavo di Marking...” disse comprensivo.
“Lo porto fuori io!” si offerse Toby, ritrovando
l'entusiasmo.
“Fa attenzione!” lo ammonì la sorella
“Passerò inosservato... se è altro che
ti spaventa... non ti preoccupare... abbiamo il figlio di Grarmr qui,
no?”disse carezzando il grosso cane nero. Sarah lo
lasciò uscire senza insistere più di tanto.
Non fece in tempo a salutarlo e riposare un attimo gli occhi che
qualcuno bussò allo studio del professore. Immanuel la
guardò perplesso. Lei gli fece cenno di aprire pure: avrebbe
improvvisato una giustificazione, se gli fosse stata richiesta.
Dalla porta si affacciò il volto preoccupato della sua
bionda amica Gloria “Professore, chiedo scusa...”
cominciò senza accorgersi di Sarah “Volevo
chiederle se lei sa nulla di...Sarah!?” sbalordì
nel constatare la sua presenza “Ma… che ci fai
vestita così elegante? E non eri andata via con Mister
Tenebra?” Sarah le lanciò un'occhiata carica di
rancore “Ok, ho capito, sto zitta...”
“Me ne stava giusto parlando...” si intromise
Immanuel “Pare che le cose non siano andate proprio
benissimo...”
“Quindi sei andata a recuperare tuo fratello, l'hai portato
qui e gli hai affidato Marking per poter parlare... ok.. scusa... torno
fuori... quando vuoi...” disse stringendosi nelle spalle,
felice della propria giustificazione.
“No, Gloria!” la invitò stancamente la
mora “Scusa... sono io che dovrei chiederti di
Matt...”
“E' un cretino!” rispose quella in un'alzata di
spalle
“Gloria... visto che... sono a casa... vuoi passare Halloween
con me e Toby? Vuoi venire anche tu?”disse rivolgendosi al
professore.
Gloria sbiancò a quella confidenza “Certo che fai
in fretta a riprenderti...”
Sarah la guardò perplessa, non capendo la frecciata
“Siamo cugini...” si giustificò Immanuel
che, invece, aveva colto perfettamente. “E se per te non
è un problema....” disse rivolgendosi a Sarah
“...io vengo volentieri”
La bionda si rilassò visibilmente, guardando,
improvvisamente, con occhi nuovi, quell'uomo non molto più
grande di loro. “Quasi quasi...L'idea di andare con
sconosciuti tanto per farlo indispettire non è che mi
piacesse molto. Facciamo un pigiama party?”
domandò scettica.
Sarah la folgorò con lo sguardo “Nemmeno per idea!
Qualcosa ci verrà in mente...”
“Fatta!” esultò la bionda
“Allora posso andare tranquillamente a lezione... a
stasera...” disse facendole l'occhiolino “Io porto
il dolce.”
Chiusa la porta, Sarah si rilassò visibilmente
“Basta che non le venga l'idea di fare una seduta
spiritica... non credo lo reggerei, oggi... non sono in
vena...”
Immanuel sghignazzò “No... credo proprio di
no...”
Neanche fossero stati nel mezzo di un'evocazione, la radio si accese
autonomamente con un tonfo sordo. Dal gracchiare statico si levarono
lentamente le note di una canzone ritmata
Sarah sbiancò. Iutrepi. Perché le faceva questo
scherzo? Perché ora? Cosa voleva ancora da lei?
And tonight I wanna lay
it at your feet 2
'Cause girl, I was made
for you
And girl, you were made
for me
I was made for lovin'
you baby
You were made for lovin'
me
And I can't get enough
of you baby
Can you get enough of me
Tonight I wanna see it
in your eyes
Feel the magic
…
[E stanotte
lascerò tutto ai tuoi piedi/ perché, ragazza, io
fui creato per te/ e, ragazza, tu fosti creata per me.
Io fui creato per
amarti/ tu fosti creata per amare me/ e non posso averne abbastanza di
te/ puoi, tu, averne abbastanza di me?
Stanotte, voglio vederlo
nei tuoi occhi/ senti la magia...]
Sarah non perse tempo, afferrò il telecomando e spense
brutalmente la radio. “Creato per me, un corno!”
sbottò. Stava ancora imprecando quando quella, ostinata, si
riaccese
Still written in the
stars3
And written in your eyes
the prophecy fulfills
the dream that never dies
[Rimane
scritto nelle stelle/ e scritto nei tuoi occhi/ la profezia
è compiuta/ il sogno che non morirà mai]
La ragazza lanciò un'occhiataccia all'elettrodomestico,
andò al muro, senza scomporsi eccessivamente, e
staccò la presa dalla corrente. Tutto ciò era
veramente fastidioso.
“E' sempre così?” domandò
Immanuel, un ciglio alzato perplesso, lo sguardo perso davanti a
sé. Chissà cosa stava pensando?
“Non sempre...” rispose sollevata.
Un lieve raschiare dagli altoparlanti la rimise in allerta
Hell is living without
your love4
Ain't nothing without
your
Touch me
Heaven would be like hell
Is living without you
[Vivere
senza il tuo amore è l'inferno/ non è niente
vivere senza/ toccami/ il paradiso potrebbe essere come l'inferno/ E'
-così- vivere senza di te...]
Profondamente irritata, la ragazza si stava armando di santa pazienza
per andare a recuperare la radio dal suo ripiano, in alto, pronta a
lanciarla fuori dalla finestra. Forse intuendone le intenzioni, quella
cominciò a cambiare freneticamente una frequenza dopo l'altra
Call me, call me, my love5
You can call me any day
or night
Call me
[Chiamami,
mio amore/ puoi chiamarmi sempre, giorno o notte/ chiamami!]
You know my name6
[Tu
conosci il mio nome]
I'm a wild child, come
and love me I want you7
My heart's in exile I
need you...
[Sono
un bambino selvaggio, vieni e amami, io voglio te/ Il mio cuore
è in esilio, ho bisogno che tu...]
...my love for you is
burning like the sun 8
Oh everything I do, I do
it just for you
My sexy, sexy lover, oh
tell me there's no other
Tell me there's no
other, deep in your heart
[Il mio amore per te
brucia come il sole/ Oh, tutto quello che faccio, lo faccio solo per
te/ Mio sexy sexy amore, dimmi che non c'è nessun altro/
Dimmi che non c'è nessun altro, in fondo al tuo cuore]
Sarah ebbe un moto di disgusto verso la radio. Arricciò le
labbra, infastidita. Non gli aveva mai dato corda, ma in quel momento
non ce la fece più a trattenersi e la stazione
scartò, risintonizzandosi con un fastidioso raschiare,
tagliente e caustica, in una risposta sarcastica.
What is Love?9
Baby, don't hurt me!
Don't hurt me, no more
[Cos'è
l'Amore? Carino, non ferirmi! Non ferirmi, mai più]
Poseguì, poi, con velocità e ritmi quasi epici,
assecondando la propria rabbia
I need a hero.10
I'm holding out for a
hero 'til the end of the night.
[Ho bisogno di un eroe/
io sto cercando un eroe fino alla fine della notte]
Quindi scivolò più agguerrita, furiosa e
inferocita.
You come on strong with a great big smile11
But your teeth are as
sharp as a crocodile
You promise me the moon
and the stars and the sun
But you never did
nothin'for anyone
Can't look me in the
face or straight in the eye
I'd buy the movie rights
for your alibi
I wonder how low you
will go
I wonder how high your
head will blow
You're psychopathic liar
Your soul is on fire
You're bluffin'with
nothin'
While the stakes are
gettin'higher
Why trust you
You never made a dream
come true
Why trust you
Give me one good reason,
one good reason why
You come to me all
teary-eyed
With your big tall tale
way up to the sky
Begging on your knees
for another chance
But everybody knows
that's a song and a dance
There used to be a time
when you were the best
You had the fastest
tongue in the west
Ya gave a look and a
line like nobody else
You'd try to sell the
Bible to the devil, Himself
You sadistic little liar
You're walking on the
wire you're bluffin'up with nothin'
And the bills are
gettin'higher
The noose is getting
tighter
Your face is turning
whiter
[Ti fai avanti con un
gran bel sorriso/ ma i tuoi denti sono affilati come quelli di un
coccodrillo/ Mi hai promesso la luna e le stelle e il sole/ ma tu non
fai mai niente per gli altri/ Non riesci a guardarmi in faccia o dritto
negli occhi/ Potrei comprare i diritti cinematografici per i tuoi
alibi/ Sono curiosa di sapere quanto in basso ti spingerai/ e quanto in
alto sbatterà la tua testa/sei un bugiardo spicopatico/ La
tua anima è sul fuoco/ Bluffi col nulla/ mentre la posta in
gioco si fa sempre più alta/ perchè dovrei
crederti?/ non hai mai realizzato nessun sogno/ perché
crederti?/ dammi una buona ragione, una sola buona ragione/
Vieni da me in
lacrime/con la tua bella favola, così enorme che arriva al
cielo/ elemosini sulle ginocchia un'altra opportunità/ Ma
ora tutti sanno che quella è la solita canzone e danza/
usata ai tempi di quando eri il migliore/ Hai la lingua più
veloce del West/Tu tiri un'occhiata e una linea come nessun'altro/
potresti provare a vendere la Bibbia al diavolo stesso/ Tu piccolo
sadico bugiardo/ cammini sul filo bluffando con nulla/ e il conto si
allunga
Il cappio si fa stretto e la tua faccia sbianca]
La radiò ruggì rabbiosa, lasciandosi per ultima
quella minaccia. Sentiva di star usando il suo potere in modo molto
consapevole. Allo stesso modo, sperava che quelle parole gli
arrivassero forti e chiare. Pensava di aver finalmente chiuso la
faccenda quando, dopo un attimo di incertezza, la radio
cantò con rammarico
Have I said all I can
say?12
You're my everything
You make me feel so alive
If I die tomorrow
[Ho detto
tutto ciò che potevo dire?/ Tu sei il mio tutto/ Tu mi fai
sentire così vivo/ Se domani morissi...]
Basta! Era stufa di perdere tempo ed energie con uno del genere.
Ora si metteva anche a minacciare il suicidio? Che facesse! Stupido
viziato!
Abbandonò i suoi intenti distruttivi, per non fare il suo
gioco, salutò Immanuel, rimandando a quella sera le
chiacchiere e uscì sbattendo la porta. Sentiva che quello
non era altro che l'inizio di un'altra lunga, estenuante, partita.
“Non ti sembra di aver esagerato?”
domandò Immanuel accigliato, buttato contro lo schienale,
meditabondo e per nulla sconvolto da quel gioco a rimpiattino tra la
ragazza e la radio “Non mi sembri proprio in fin di vita...
anche se lei ha minacciato di ucciderti già due
volte...”
Jareth sorrise sornione, appoggiato alla finestra davanti alla
scrivania del docente. Era divertente spiare le reazioni di Sarah dal
vivo senza che questa potesse vederlo a sua volta. “Tu
dici?” disse con aria innocente
“Comunque, mi sembra molto poco corretto quello che stai
facendo...” Lo redarguì ancora l'uomo
Jareth arricciò le labbra pensieroso “Lei ha detto
che non voleva più vedermi... non che non la dovessi
più importunare o altro.”
“Conoscendoti, comunque, la sfilza delle cose che avrebbe
dovuto dirti di non fare, avrebbe dovuto tendere a infinito...
perché tu, lo stratagemma per aggirare i vincoli, lo trovi
sempre, non è vero?” Domandò esausto.
Aveva tanto di quel materiale su cui lavorare che sarebbe campato di
rendita per il resto dei suoi giorni “Non intendi lasciarla
in pace, vero?”
Jareth sorrise malizioso e soddisfatto “Quel che è
detto è detto...”
- - - - - - - -
E qui si conclude la nostra avventura. Tutto è bene quel che
finisce bene...
scusate lo scherzone dello scorso capitolo ma era una cosa che quel
demente aveva in testa dal primissimo capitolo
ù_ù;
Spero vi sia piaciuta.
Il finale è aperto a un eventuale seguito che non ho ancora
in mente.
Se mi verranno idee decenti e se vorrete, ci proverò.
Ma per ora, meglio chiudere qui.
:)
Baci a tutti!
1 In
realtà ho fatto un po' un minestrone, come accennato in
precedenza: il Rajstan di per sé non c'entra proprio nulla
con la fic. L'ho usato solo per il nome e per l'origine che rimanda
all'aspetto di Rajeth (che è anagramma del nome Jareth).
Ma la leggenda all'origine di tutto è quella di Dolasilla
da cui ho estratto solo alcuni dettagli, in modo che l'origine non
fosse rintracciabile. Gli elementi che ho preso sono: la Rajeta, pietra
“meravigliosa, raggiante e invincibile” (a casa
mia, pietra che risponda a queste caratteristiche è il
diamante) del mago Spina de Mul che aspetta solo la sua legittima
regina e originaria del Lago d'Argento, dalle cui canne si potevano
produrre delle punte invincibili (che, ancora, mi rimanda al diamante);
l'armatura in pelo di Marmotta bianca di Dolasilla su cui gravava la
maledizione, relativa al cambio di colore della stessa) e il nome
attribuito, prima al re traditore, poi al passo che lo ricorda,
Falzarego: Falso Re. Il diamante poteva starmi bene come pietra per
Rajeth ma era troppo simile al cristallo di Jareth. Quindi l'ho reso
nero, raro e invincibile, con proprietà specifiche diverse
dal cristallo. D'altronde era il cattivo, quindi...
Da qua il titolo. Quello che ha fatto Rajeth non era che tessere una
tela per imprigionare i suoi rivali.
2 KISS, Dynasty, 1. I was made for lovin' you
3 Blackmore's Night, Fires at midnight,
1. Written in the stars
4 Alice Cooper, Trash, 9. Hell is living without you
5 Blondie, Call Me
6 Chris Cornell, You know my name
7 W.A.S.P., The Last Command,
1. Wild Child
8 Modern Talking, Alone, 2. Sexy, Sexy Lover
9 Haddaway, What is love
10 Bonnie Tyler, Secret Dreams and Forbidden Fire
9. Holding out for a
hero
11 Alice Cooper, Trash, 4. Why trust you
12 Mötley Crüe, Red, White &
Crüe, disco 2, 15. If I die tomorrow
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