UN'ANCORA DI SALVEZZA
Per prima cosa vorrei scusarmi per il prolungato periodo di attesa
di questo nuovo capitolo...spero sia all'altezza delle aspettative!
Buona lettura!
Quando decido finalmente di uscire dalla doccia sento la voce di Alex: «Sei vestita? Posso entrare?»
....
«Guarda che se non sei vestita entro lo stesso...»
«Dammi un attimo» mi infilo in una vestaglia di seta beige
senza neanche asciugarmi, agrappo al volo un asciugamano e le stampelle
e esco dal bagno a tempo record.
«Faccio una doccia» mi comunica in tono solenne mentre i
miei occhi gli perlustrano il corpo: è coperto solo da un
asciugamano bianco stretto in vita, che potrebbe slacciarsi da un
momento all'altro...mi trovo a guardare quell'asciugamano come fosse
una bomba inesplosa, aspettando solo il botto. Alex ovviamente se ne
accorge: «Se vuoi posso toglierlo io...o puoi farlo tu, come
preferisci»
«Grazie, ma sto bene così»
«Tu forse sì, ma io no- dice slacciando l'asciugamano e
lanciandolo con precisione impressionante sul divano-ora va mooolto
meglio!»
Giro velocemente la testa, talmente veloce da rischiare di cadere:
«Tu sei pazzo, pazzo con forti manie di esibizionismo»
«Può darsi ma ti piaccio anche così»
Non rispondo all'ultima provocazione, non ho intenione di fare il suo
gioco così punto verso il salotto, verso la pila di compiti che
mi ha portato Sarh l'ultima volta che è venuta a trovarmi.
Nell'ultimo periodo Sarah mi sta letteralmente pregandodi farle
conoscere Alex, ma io non ne ho la minima intenzione; non tanto per
gelosia quanto per la delicatezza di Sarah degna di uno scaricatore di
porto: chissà che figure mi farebbe fare.... No, no e no!
Ok, focalizziamo diritto penale: la permanenza dei detenuti nelle carceri.
Ma cosa me ne frega di sta roba? Al momento non riesco a pensare a
niente che non sia collegato ad Alex sotto la doccia: l'acqua che gli
scorre sul corpo, la schiuma, la spugna che sfiora ogni centimetro
della sua pelle... Se mai dovessi morire in questo momento vorrei
reincarnarmi in quella spugna, che bella vita sarebbe.
Il getto dell'acqua si spegne e dopo un paio di minuti Alex esce dal
bagno ancora umidoindossando una maglietta nera con uno scollo a V e un
paio di jeans aderenti. Si accovaccia accanto al divano: «Cosa fa
signorina Stinson?» dice spostandosi i capelli biondi ancora
bagnati
«Studio»
«Beh, sembra interessante»
«Perchè non hai mai provato»
«Senti mi dispiace per prima, tanto. Sul serio non so cosa mi sia
preso è da quando ti conosco che mi comporto in modo strano.
Sarà per tutte le notti in bianco che mi hai fatto
passare...»
«Ah e adesso sarebbe colpa mia signor...»
«Pettyfer. E in risposta alla sua domanda milady no, non è colpa sua. Ti va se ricominciamo da capo?»
Annuisco non so per quale motivo e lui continua con voce volutamente
profonda: «Piacere sono Pettyfer, Alex Pettyfer»
«Piacere signor Pettyfer io sono Helen Stinson»
«Ora che le presentazioni sono fatte che ne dice signorina Stinson se do un'occhiata ai suoi compiti?»
«Farei di tutto per levarmeli dalle mani...» dico
porgendogli i fogli, li esamina attentamente con una strana espressione
in viso. «Scusa ma che utilità ha studiare la permanenza
della gente in carcere se non è la tua situazione? Non
capisco..»
«Ha l'utilità di far star zitta mia madre, utilità da non sottovalutare»
«Perchè allora ti ostini a fare come vuole lei anche se ti fa stare male?»
Posso davvero fidarmi di lui?! La risposta è nei suoi bellissimi occhi verdi: certo che sì.
«Mia madre mi sta ricattando, da sempre credo, se non vivo
secondo le sue regole mi diserederà, perderò il cognome e
mi renderà la vita più un inferno di quanto già
non lo sia, la mia è una famiglia piuttosto influente
sai...»
«Come si può essere un genitore così?!»
«Chiedilo a lei»
Mi guarda con grande tristezza e mi restituisce i compiti: «Buono studio avvocato»
Sono una stupida, in un attimo ho rovinato quel minimo di rapporto che,
faticosamente, eravamo riusciti a instaurare. Fuggo a rifugiarmi in
camera mia, il mio piccolo regno di pace, e nella disperazione
più assoluta chiamo Sarah:
«Ciao Sarah» dico con voce rotta
«Che è successo? Scommetto che è stata tua madre,vero?»
«No, sono io che non sono
capace di vivere in una società dovrei diventare suora di
clausura!» dico tra le lacrime
«Che cosa hai fatto di tanto terribile?»
«Gli ho detto di mia madre,
pensavo ci facesse avvicinare di più invece l'ho perso Sarah, ed
è tutta colpa mia!»
«Dagli un pò di tempo,
è difficile credere che esista ancora gente così nel
ventunesimo secolo. Vedrai che si sistemarà tutto, basta che
ciparli, non è un crimine sai?»
«Hai ragione devo farlo..»
«Potrò mai conoscerlo?»
«Forse, uno di questi giorni.»
«Bene, adesso vado che ho lezione»
«Ciao»
Dopo una chiacchierata con la mia migliore amica mi sento molto meglio, ma ora viene il difficile: parlare ad Alex.
Scendo le scale pronta, o quasi, all'imminente chiacchierata. Sondo il terreno: «Alex?»
Nessuna risposta
«Alex?»
Merda se ne è andato. Sento come se un muro di cemento armato mi
cadesse sulla schiena, schiacciata aterra da una forza che non posso
contrastare. Senza paura, lascio che le lacrime innondino e inzuppino
completamente il tappeto.
Beh, che ne pensate?! Alex
tornerà a consolare la povera Helen? Secondo voi lei se lo
merita? Fatemi sapere tramite messaggio/ recensione, sarenno molto
gradite!!
UN BACIO
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