Waking
dream
How
long is it going to last?
2
Maggio
Mi
trovavo ancora in uno stato di
dormiveglia. Ma già percepivo l'inconfondibile mal di testa
post sbornia. Lo conoscevo fin troppo bene. Cercai di ricordare
qualcosa della sera precedente, ma fu tutto inutile. Nella mia testa
regnava il buio totale.
Ma
quando ricominciai a
riacquistare le mie facoltà mi resi conto che non ero da
sola
in quel letto. E che a coprire il mio corpo non vi era altro che un
sottile lenzuolo.
Potevo
percepire il suono regolare
del respiro di qualcuno proprio sul mio collo, e il caldo abbraccio
che mi avvolgeva. E a quel punto fui presa dal panico. Non avevo
alcun desiderio di aprire gli occhi. Forse era tutto un sogno. O
meglio un incubo.
Cosa
avevo combinato? Non ero mai
stata una ragazza troppo tranquilla. No, per niente. Ma non ero mai
arrivata a quel punto. Come ero potuta finire a letto con uno
sconosciuto? Cosa era successo quella notte? Perchè non
ricordavo nulla? Dov'era finita Arianna?
Troppe
domande a cui non sapevo
dare una risposta.
L'unica cosa da fare era prendere
coraggio e aprire gli occhi.
In fondo quel che era fatto ormai
era fatto. Non potevo tornare indietro.
Dopo
aver tirato un respiro
profondo, finalmente mi decisi a socchiudere le palpebre, gettando un
rapido sguardo al braccio che mi avvolgeva la vita.
Le
sbattei più e più
volte. Non potevo credere all'immagine che mi trovavo davanti. Avrei
riconosciuto quel braccio ovunque. Quei tatuaggi ovunque.
Mi
lasciai scappare una risatina
isterica.
Mi ero preoccupata tanto per
nulla. Quello era di certo un sogno.
Restai
ad aspettare il tempo
necessario, fino al momento in cui l'illusione sarebbe svanita e mi
sarei nuovamente trovata nel mondo reale. Al contempo però
desideravo che il sogno non finisse e biasimavo me stessa per averne
goduto così poco.
Non so
quanto tempo passò:
rimasi lì immobile, aspettando l'inevitabile e nel frattempo
aspirando il suo profumo, cercando di imprimere dentro di me quella
sensazione, nella speranza di portare nel mondo reale un po' di
quella magia.
Forse
avrei dovuto girarmi,
toccare almeno una volta il suo volto prima che l'incanto svanisse,
ma se l'avessi fatto ero sicura che tutto mi sarebbe scivolato via
dalle dita.
Eppure
c'era qualcosa di strano.
Non riuscivo a capire, ma: era tutto così...reale.
E poi c'era quel fastidiosissimo
mal di testa...
Richiusi
gli occhi lasciandomi
cullare dal suo dolce respiro.
Fin
quando la magia non si
infranse.
La sua
voce ruppe il silenzio
della stanza. Un'esclamazione di sorpresa, ma di cui non conoscevo il
significato.
Il mio cuore accelerò i
battiti fino all'inverosimile. Mentre la sua presa lasciava il mio
corpo, istintivamente mi sollevai di scatto e mi voltai nella sua
direzione.
Trovai
due occhi verdi ad
osservarmi pieni di incertezza e di stupore, che si spostarono veloci
dal mio volto al mio corpo.
Abbassai
subito lo sguardo,
sentendo le gote in fiamme, cercando di sollevare il più
possibile quello stupido lenzuolo che faceva resistenza.
Quasi senza accorgermene avevo
iniziato ad indietreggiare fino a quando...
“Cazzo!”
sbottai mio malgrado, massaggiandomi la schiena.
Naturalmente ero caduta dal letto.
Certo. Come potevo risparmiarmi
una figura del genere?
Subito
si sporse per potermi
vedere, questa volta stando bene attento a posare i suoi penetranti
occhi solo sul mio viso, mentre cercavo disperatamente di coprirmi
con il lenzuolo che mi ero portata dietro nella mia rovinosa caduta.
“Va
tutto bene?” domandò, adottando saggiamente la
lingua
inglese, avendo intuito che io e il finlandese non avevamo molto in
comune.
Quella
voce! Quante volte avevo
sospirato ascoltandola attraverso una stupida macchina.
E il suo viso? Quegli occhi! Io...
Temo che
rimasi a lungo, troppo a
lungo, a fissarlo con un'espressione inebetita stampata in faccia,
mentre il mio cervello cercava di rammentare come mettere insieme una
frase di senso compiuto in quella lingua di cui tante volte mi ero
vantata esperta conoscitrice.
Alla
fine riuscii a balbettare ben
poco: “Tu...tu...sei reale?”
Non
trattenne una sonora risata: “
Sì. Direi che lo sono.”
Mi
massaggiai più volte le
tempie: certo quel mal di testa non mi rendeva molto lucida.
“Quindi”
puntualizzai come se stessi ripetendo un problema di geometria
“tu
sei davvero qui. Non è un sogno. Tu...” a quel
punto la voce
faticò ad uscire “ tu sei davvero Ville
Valo”. Voleva
essere un'affermazione, ma suonava molto più come una
domanda.
“Già.
Proprio io. Temo di non ricordare il tuo nome.”
“Elisa”
lo pronunciai all'inglese, come solevo fare in diverse occasioni.
“Certo io non sono una famosa cantante” azzardai.
Sorrise: “Wow. Devo essere
veramente famoso. Tu non sei di certo una mia compaesana,
vero?”
“Direi
proprio di no” ricambiai senza alcuno sforzo il sorriso,
scostandomi una ciocca di capelli corvini dietro l'orecchio destro.
“Sono italiana”
“Italiana?
Gran bel paese l'Italia. Di sicuro più caldo di
qua.”
“Già.”
Poi il
silenzio tornò a
cadere sulla stanza.
Ma cosa stavo facendo?
Abbassai gli occhi in direzione
del pavimento. Stavo facendo una tranquilla conversazione con uno dei
cantanti più sexy della storia, i nostri vestiti sparsi
ovunque per la stanza tranne che dove avrebbero dovuto essere, dopo
una notte in cui...
Quella
situazione rasentava la
follia.
Quando
ardii a sollevare il viso
trovai ancora una volta il suo magnetico sguardo su di me. Mi pareva
di leggervi una discreta preoccupazione adesso.
“Ricordi
qualcosa di ieri notte?” domandò.
“No,
nulla” confessai, mordendomi il labbro inferiore “
e tu?”
“Solo
ricordi confusi. Ero molto ubriaco.” Eh, a chi lo dici.
“Credo di
averti incontrato al Midnight Wish.”
era possibile: ricordavo quel nome. Era un locale dove ci aveva
portato Luke un paio di volte, molto carino e, ci aveva annunciato,
frequentato da un pubblico più esclusivo. Non avrei mai
pensato tanto esclusivo.
“E
poi” proseguì “ temo mi sia lasciato un
po' trasportare,
senza dare troppo peso alle conseguenze di quello che stavo facendo e
ad alcuni particolari non poi così poco rilevanti, come la
tua
età. Quanti anni hai? Ventidue, ventitre?”
“Ehm”
tossicchiai “ diciassette veramente.”
Si
lasciò scappare quella
che non avevo alcun dubbio fosse un'imprecazione.
“Non
pensavo...così giovane. Non sei neanche maggiorenne. Sembri
molto più grande.”
“Beh...in
fondo sono 18 fra due mese.” balbettai.
Sembrava davvero preoccupato della
situazione. Non potevo vederlo in quel modo. Non per colpa mia.
“Hey”
cercai di rassicurarlo “non temere. Non ne uscirà
di certo
uno scandalo. Non ho intenzione di raccontare a nessuno quello che
è
successo. Quando sarò uscita da quella porta sarà
come
se non fosse mai accaduto.”
Questo
non bastò a
tranquillizzarlo, certo. Non poteva fidarsi subito di una
sconosciuta. Per quanto ne sapeva potevo andare a spifferare tutto
alla prima rivista scandalistica capitata a tiro. Cosa che non mi
passava neanche per l'anticamera del cervello.
Eppure non aveva scelta. Doveva
fidarsi di me.
Sospirai.
“Sarà meglio
che vada a farmi una doccia.”
Ville annuì.
Rimanemmo ad osservarci a lungo.
In realtà io aspettavo, ma lui non sembrò
accorgersene.
Sembrava terribilmente assorto nei suoi pensieri, eppure non aveva
ancora interrotto il silenzioso dialogo tra i nostri occhi. Sembrava
stesse cercando di sondare la mia anima.
Un
brivido lungo e intenso mi
attraversò la schiena.
Lasciando ricadere i capelli
davanti agli occhi mormorai: “Scusa...potresti voltarti un
momento...mentre raccolgo i miei vestiti.”
“Oh.
Certo. Scusa” borbottò voltandosi. Forse iniziavo
ad avere
delle allucinazioni, ma mi sembrava proprio che fosse arrossito.
Certo non avrebbe mai potuto battere il colore che da quando mi ero
svegliata non aveva ancora abbandonato le mie gote.
Mi
alzai, ancora traballante,
avvolgendomi intorno alla belle e meglio il lenzuolo, e iniziai la
disperata ricerca dei miei vestiti, controllando ogni tanto con la
coda dell'occhio di non essere osservata.
Fu
davvero una ricerca disperata e
nemmeno del tutto fruttuosa: nonostante il mio impegno non riuscii a
ritrovare il mio stupido reggiseno.
Che disastro che ero.
Ma non potevo mica restare lì
tutta la vita a cercare.
Decisi di lasciar perdere e
dirigermi verso la porta del bagno.
Attraversata la soglia mi voltai
come per salutarlo.
Stavo
per chiudere la porta,
quando Ville disse: “Hai gli occhi più particolari
che abbia
mai visto, sai? Non nasconderli” arrossii di nuovo
violentemente,
sorridendo, e desiderando di non perdere il controllo proprio in quel
momento.
Ed
eccomi con il primo capitolo^^
Più passa il tempo più
sta storia non mi convince...ke eterna incontentabile che sono!!
Spero che questo chappy non vi sia
dispiaciuto, anche se un po' interrotto a metà..hihihi..non
vi
preoccuate avrete presto mie notizie...sfortunatamente lo soXD
Ah, non ho plagiato la
cloclo..vero mentora? XD
@Ginny:
sto postando mentre sei in
gita..e spero tanto che tu ti stia divertendo^^ comunque in primo
luogo..che eresie vai dicendo!! Tu scivi stupendamente!! Io sono
soltanto una dilettante al confronto!! Ti ringrazio lo stesso davvero
tantissimo..grashie grashie mia cara^^..prevedi
casini..uhm..noooooooooooXD
@Dana:
la mia
danuccia^^però..magnifica??? ma vaaaaa..grashie tanto tanto
anche se mi sa che hai sbagliato a recensireXD Lo so che ci sei
tesora^^ciauuuuu
@Cloclo:
ma come potevo non
dedicarla alla mia mentora!!! Grashie my darling per aver
commentato..spero davvero di non deluderti^^ ave agli istrici XD
kisses e che ville sia con te!!
@Lady
Numb: ma grazieeeeeee^^ me
molto felice che ti piaccia il mio stile (nn sapevo di averne unoXD
no dai scherzo^^) faccio del mio meglio..o almeno ci provo^^spero che
anche questo cap ti sia piaciuto...kisses
Un
abbraccio a tutti quelli che
hanno letto..grazie mille^^
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FallenAngel-
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