CAPITOLO 9 - FINALMENTE FINE
Kain
si svegliò. Il sole spendeva piacevolmente, gli uccellini
cinguettavano e tirava una brezza paradisiaca. Quell'infernale
villaggio si era improvvisamente trasformato in un luogo fatato,
mancavano giusto arcobaleni in cielo e unicorni che scorrazzassero per
il giardino.
Era l'ultimo giorno. L'ULTIMO GIORNO! Quella sera sarebbero partiti.
Questo pensiero gli faceva vedere il mondo attraverso occhiali dalle
lenti rosa. Era felice.
Si sentiva ben disposto verso tutto e tutti. Lui AMAVA la
vita!
Un improvviso rumore di vetri rotti proveniente dal bagno fece
estinguere all'istante tali pensieri di pace e amore.
"Hanabusa", ringhiò, "cos'hai combinato?!".
"NIENTE!!!", si sentì dall'altra parte della porta del
bagno.
Seguirono borbottii in cui si distinguevano chiaramente alcune
imprecazioni irripetibili.
Kain stava per fare irruzione in bagno quando qualcuno bussò
alla porta. Andò ad aprire: era Ichijo, stranamente senza
gatto, con un sorriso a trecentosessantacinque denti.
"Kaaaain!", esclamò. "Siccome oggi è il gran
giorno,
ancheseinfondoamepiacevastarequamavabbè, proporrei di andare
tutti insieme a fare acquagym!".
Kain alzò un sopracciglio, non certo di avere capito bene:
"Acquagym?".
"Ma sì, dài! Non l'abbiamo ancora fatta da quando
siamo qua! Deve essere divertente! O oggi o mai più!".
Kain squadrò Ichijo, sospettoso:
"Kaname e Senri che cosa ne hanno detto di questa proposta?".
"Ehm... quando mi sono svegliato, in casa non c'erano più.
Saranno andati in spiaggia".
"Oh".
"Già... beh... però sai, a me piacerebbe davvero tanto fare
acquagym...".
"Non puoi chiedere a Rima e Ruka? Alle donne piacciono queste cose...".
"Le ho cercate, ma non sono in casa. Devono essere andate a far
colazione presto, oggi. Tuo cugino sarebbe disponibile?".
Kain diede un occhio dentro casa: Aidoh era ancora chiuso nel bagno, e
si sentivano ancora le sue maledizioni accompagnate da rumori di cocci
buttati nella spazzatura.
"Temo proprio di no. Non puoi chiamare Yuki? Lei è una
donna,
quindi le dovrebbe piacere, e sei anche l'unico a cui lei stia
simpatica".
"Sì, ma se Kaname scopre che la porto a fare acquagym senza
il suo permesso mi uccide.
E se anche Kyriu lo viene a sapere, mi fa risorgere per poi uccidermi
di nuovo".
"Ideona! Il Direttore! A lui piacerebbe tantissimo!".
"Sì, ma... beh... insomma Kain, non posso chiedere al
Direttore del mio collegio di venire a fare acquagym con me.
Dài, ho anche lasciato Fuffy a casa per l'acquagym: capisci
quanto ci tengo?".
Akatsuki guardò la faccia sconsolate di Ichijo.
Sospirò.
"E va bene", concesse, "verrò con te. Ma dovremo
mascherarci,
far sì che gli altri non ci riconoscano. Morirei piuttosto
che
farmi vedere da qualcuno che conosco mentre faccio acquagym".
* * *
"Rima, dico sul serio".
"Ma dài, Ru, che ti importa?".
"Quante volte devo dirti di non chiamarmi Ru?!".
"E allora come dovrei chiamarti? Ruky? Ruru? Ka? Miss Soen?".
"Devi chiamarmi RUKA! Non è difficile".
"Come sei noiosa".
"Comunque, io dico sul serio. Non possiamo andare a fare acquagym
facendoci vedere da tutti gli altri. Ci prenderanno in giro dicendo che
sembriamo delle sessantenni rammollite".
"Ma, Ruka, noi sessant'anni li abbiamo già compiuti da un
po'...".
"Oh insomma, intendevo sessantenni umane!".
"Ok, ok, scusa. Quindi che cosa vuoi fare? Qual è il piano?
Non
puoi certo rinunciare all'acquagym per questo. E' stata il tuo sogno
segreto per tutta la settimana, oggi finalmente puoi realizzare questo
sogno... che
ti importa se gli altri ti vedono?".
"MI IMPORTA, INVECE! Il piano è uno e semplice: gli
agitatori
sono provvisti di una costumeria dove si travestono per fare i loro
spettacolini idioti. Noi ci infiltriamo e ci travestiamo. Ma ci
travestiamo proprio benissimo,
in modo che nessuno ci riconosca. Ci stai?".
"Oddio. Mah, perché no? Dopotutto è l'ultimo
giorno, non abbiamo più niente da perdere".
* * *
"Yukkkiiiiiii! Kyriuuuu! Tesori belli! Che ne dite di farci il
fisicazzo partecipando all'acquagym stamattina?".
Zero strabuzzò gli occhi:
"Farci il COSA?".
"Oh insomma, Kyriu, sii uomo. I veri uomini si fanno i muscoli!".
"Ma l'acquagym è roba da DONNE!".
"E chi l'ha detto? IO ci andrò, e Yukki verrà con
me. Vero, Yukki?".
"Sììì! L'acquagym!
Dàidàidài Zero, vieni anche tu,
perfavoretiprego!",
strillacchiò Yuki saltellando.
"Ma è roba da donne".
"E qual è il problema? Puoi sempre travestirti da donna!".
"Esatto".
Zero guardò esterrefatto le facce serie di Yuki e del
Direttore. Volevano davvero che lui...?
Fu solo un attimo.
"AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!".
"AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH! KYRIU VESTITO DA DOOONNAAAA!!!".
"BUAHAHAHAHAHAH!".
"GAHAHAHAHAHAHA!".
"PAFHGAGHAGAHHFFF!!!".
"PPFFFRRRTTTSGAAAAAAHAHAHAHAHAH!!!".
* * *
"Cara, sto bene vestita così?", cinguettò Kain
sporgendo le labbra cosparse senza pietà di rossetto.
"Tesoro, sei di-vi-na!", esclamò Ichijo con voce flautata, e
sbatté in modo seducente le lunghe ciglia finte.
Si guardarono allo specchio. Una donna dai lunghi capelli biondi e una
dai ricci rossi li osservavano di rimando. Erano avvolte in
due
meravigliosi costumi interi da donna, e nonostante le loro forme non
fossero tra le più aggraziate, avevano un indiscutibile
fascino.
"No, cioè, siamo meravigliosi, Ichijo".
"Puoi scommetterci. Ci siamo anche fatti la ceretta!". Takuma fu quasi
sorpreso nel sentire uscire da una così bella donzella il
suo
vocione da uomo.
La ceretta era stata un vero e proprio trauma. Le urla che avevano
lanciato si sarebbero potute sentire fin dall'altra parte del mondo. I
due però si erano talmente appassionati alla loro
trasformazione da uomo a donna che avevano sopportato (anche se non
tanto stoicamente) l'atroce dolore.
"Ora andiamo, prima che gli agitatori si accorgano che abbiamo
saccheggiato la loro costumeria".
"Certo. Però...". Kain era pensoso. "Però manca
ancora
qualcosa. Allora, allora, fammi pensare". Il vampiro passò
qualche secondo a guardare il proprio riflesso e quello dell'amico,
dopodiché ebbe un colpo di genio. "Ma certo!!!".
Svelto, andò a frugare in uno scatolone di vestiti da donna
e ne
uscì con in mano due reggiseni estremamente imbottiti.
"Mi sa che avremo bisogno di questi!".
* * *
"Stai attenta che nessuno ci veda. Ecco, ecco, sta uscendo della gente,
nasconditi!".
Rima e Ruka si nascosero dietro l'angolo mentre due donne dall'aria
spavalda uscivano dalla costumeria. Erano una rossa e una bionda,
truccate all'inverosimile e avvolte in costumi interi dai colori
improbabilmente sgargianti. Camminavano, osservò Rima, come
le
oche degli Aristogatti
(film molto di moda fra le ragazze della Night
Class).
"Ma le hai viste? Ma chi si credono di essere?".
"Oltretutto erano mostruose! Non ho mai visto tanto trucco in tutta la
mia vita".
Borbottando, entrarono nella costumeria.
"Io proporrei di travestirci da uomo", annunciò Ruka.
"Ma no, nessun uomo andrebbe mai all'acquagym! Si capirebbe subito che
c'è sotto qualcosa!".
"E invece se ci travestiamo da uomini nessuno ci riconoscerà
mentre se restiamo
donne verremo facilmente riconosciute. Per favore Rima,
per favore!".
"Aaah. D'accordo, hai vinto ancora una volta. Entro breve diventeremo
RUKO e RIMO!".
Sembrare uomini era difficile. Dovettero applicarsi barbe/peli/entrambi
palesemente finti. Ruka optò per un parruccone di ricci
neri,
Rima invece decise di diventare un uomo sofisticato e un po'
stravagante con in testa una bombetta e i baffi alla Salvador
Dalì. Trovarono delle tutine da surfisti e, in mancanza
d'altro,
le indossarono come costumi da bagno.
Mentre uscivano dalla costumeria tutte soddisfatte, intravidero due
donne in burqa che correvano via.
"Cosa ci fanno due donne afghane al villaggio turistico?".
"E noi vampiri, invece? Io ormai ho smesso di farmi domande, Rima, e ti
consiglio di fare lo stesso".
* * *
Senri Shiki annaspò.
"Kaname, non ce la faccio più, sto morendo di caldo. Era
proprio necessario?".
"Sì che lo era, cugino. Nessuno degli altri deve sapere che
stiamo andando a fare acquagym. Se poi lo scopre Yuki è la
fine".
"Ma era proprio necessario mettersi il BURQA? Sto soffocando!".
"Certo che era necessario".
"Ma non possiamo fare acquagym avvolti in questi cosi!".
"Sì che possiamo. Diremo che non possiamo toglierli, che
è contro la nostra religione".
"Tu sarai la mia rovina".
* * *
"AAALLORA signore belle, che ne dite di cominciare con questa
meravigliosa acquagym?!", berciò un'agitatrice, la stessa
agitatrice saltellante che ogni giorno dirigeva l'acquagym. "Ooh, vedo
che oggi ci sono anche dei... ehm... bei maschioni qui con noi!",
aggiunse osservando con sospetto i due uomini che si stavano
avvicinando. Indossavano delle improbabili tutine da surf e uno dei due
portava addirittura il cappello, inoltre erano stranamente mingherlini.
'Bei maschioni' non era proprio il termine adatto, ma doveva pur
incoraggiarli, no? In effetti, osservò, quel giorno la
piscina
era piena di gente... stramba. C'erano due ragazze che sembravano
essersi spalmate in faccia tutti i trucchi del mondo, e i loro capelli
erano talmente gonfi e rifulgenti da poter sembrare parrucche. Poi
c'era un padre esaltato con le due figlie adolescenti. Già
l'uomo non sembrava tanto normale, con i capelli lunghi e quei ridicoli
occhiali tondi, ma le due ragazze passavano il segno. Una assomigliava
in modo sospetto alle due tutte truccate e se ne stava in disparte con
il broncio, mentre l'altra, il cui aspetto fisico grazie al cielo era
accettabile, la tirava per un braccio cercando di costringerla ad
entrare in acqua.
E non era ancora finita. Due strane figure si stavano avvicinando.
Erano due donne in burqa che, davanti agli occhi increduli
dell'agitatrice, stavano entrando in piscina per l'acquagym!
"Ehm, signore!", le richiamò l'agitatrice. "Non potete
muovervi
in acqua con addosso quei... cosi. Dovete toglierveli o farete un sacco
di fatica!".
"Ci dispiace, non possiamo", disse una delle due donne con una
stranissima vocina strozzata. "E' contro la nostra religione!".
"Ehm... come volete". L'agitatrice decise di rinunciare. Se quel
giorno c'era solo gente strana, lei non poteva certo farci niente.
"AAALLORA, DUNQUE COMINCIAMO!".
Non posso crederci di averlo fatto davvero, pensava Zero
nel frattempo. Si era lasciato travestire da donna dal Yuki e dal
Direttore. Da donna. DA
DONNA! Non era possibile, doveva esserci qualcosa che non andava in lui.
"Oddio Zero guarda, guarda, guarda!", lo tormentava Yuki mentre tutti
insieme cercavano di compiere il primo (e già faticosissimo)
esercizio di acquagym. "Guarda quel tipo là! Mamma mia se
è FIGO!".
Zero guardò con sufficienza l'oggetto
dell'adorazione di
Yuki. Era uno dei due strani tizi che si erano aggiunti. Non quello con
il cappello, per fortuna. Era quello con i ricci neri. Si chiese che
cosa mai Yuki potesse trovare di attraente in quella sottospecie di
porcospino unicellulare. Era quasi sul punto di dirle che Kaname era
molto meglio, e che se avesse lasciato perdere il porcospino
unicellulare per Kuran, lui sarebbe stato l'uomo più felice
della terra.
IL CHE ERA TUTTO DIRE.
Peccato che ormai fosse troppo tardi: Yuki era partita in quarta e
puntava proprio verso... Ruka.
"Rima, ehm, mi sa che il nostro travestimento ha funzionato".
"Ah sì? E da che cosa lo deduci?".
"Ehm. Yuki mi sta guardando con... ehm... ammirazione".
"Oddio. Oddio, ma grande Ruka! Hai fatto colpo! Vai così!".
"Ma sei SCEMA? Io sono una DONNA! Yuki NON PUO' venire qua! Oddio Rima
sta venendo qua! STAVENENDOQUAODDIORIMACHEFACCIO".
"E' semplice: ti cali ancora di più nella parte,
così il
travestimento risulterà ancora più convincente".
"Ma!".
"Io per esempio andrò a fare il galletto con quelle due
signorine laggiù. Vedranno che genere di uomo sono".
"RIMA MA TU SEI UNA DONNA!!!".
Ichijo e Kain erano contenti e profondamente inquieti al tempo stesso.
Contenti perché il loro travestimento aveva dato frutti,
inquietati perché Ichijo aveva già un
corteggiatore. Un corteggiatore agguerrito.
Si era loro avvicinato a ritmo di acquagym guardandoli da sotto la
falda del suo ridicolo cappello, e aveva subito puntato la "ragazza
bionda".
"E CINQ SEI SETTE OTTO", berciava l'agitatrice. Ad ogni numero, lo
strano soggetto si avvicinava sempre di più ad Ichijo.
"Salve signorina", disse con una strana voce non appena fu abbastanza
vicino. "Non ci siamo già visti da qualche parte, noi due?".
"Ehm!".
"Kaname! Kaname! Kaname! Guarda! Yuki ci sta provando!!!".
"HO NOTATO".
"E la cosa non ti infastidisce?".
"MOLTO".
"E non hai intenzione di fare niente?".
"Che cosa dovrei fare? Io sono una donna afghana, Shiki".
"Appunto, sei un donna, vacci anche tu ad approcciare quel capellone
che piace tanto a Yuki, così si staccherà da lei".
"Ma cosa succederà se poi gli piacerò davvero?".
"A quello ci penserai poi. Ora vai là e fai la cretina col
capellone, mentre io mi beo della visione di quella là".
"Chi? Quella tizia truccata come un clown con i capelli rosso
pomodoro?!".
"Beh, dài, brutta non è".
"Spero che tu non dica sul serio".
"E perché?".
"E... Rima?!".
"Beh... Rima non lo saprà mai! In fondo non sto mica facendo
niente, la sto solo guardando".
Kaname scosse la testa, incredulo. Shiki tradiva Rima in quel modo?!
Dov'erano finiti i valori di quell'uomo? Scosse di nuovo la testa e
iniziò la sua marcia alla riconquista di Yuki, che stava
cercando di far ridere il tizio con delle barzellette: barzellette che,
però, facevano ridere solo lei.
Kaname si diresse con immensa fatica verso il capellone e Yuki,
cercando di seguire i passi dell'acquagym ma ottenendo il solo
risultato di sembrare una scimmia rachitica. Era ad un passo da loro
quando una visione paradisiaca gli si parò davanti agli
occhi.
Una ragazza stava in piedi vicino a Yuki. Era seria, imbronciata
magari. I capelli castani le ricadevano sulle spalle magre avvolti in
morbidi boccoli. Era un po'... spigolosa come ragazza, ma questo non
rovinava la sua bellezza. I suoi occhi erano grigi dai riflessi
violacei, e la sua bocca rossa di rossetto. Non poteva essere umana,
c'era una componente... vampiresca in lei. Kaname, però,
decise di mantenere un contegno: primo, agli occhi di tutti lui era una
donna afghana; secondo, non avrebbe mai fatto vedere che si era
abbassato al livello di Shiki, che lui stesso aveva aspramente
criticato pochi istanti prima.
Ovviamente non sapeva che la spendida ragazza in
realtà era Zero.
La situazione era la seguente:
1) Ruka era corteggiata da Yuki!
2) Rima, per convincere tutti del suo essere un uomo, stava
approcciando Ichijo!
3) Senri rimirava Kain!
4) KANAME GUARDAVA ZERO CON OCCHI ADORANTI.
Il tutto a ritmo di musica. Se qualcuno avesse osservato dall'esterno
la scena, avrebbe visto una marea di cretini conciati nelle maniere
più improbabili muoversi goffamente nel tentativo d'imitare
l'agitatrice, e provando contemporaneamente a fare colpo. L'unico che
sembrava interessarsi solo ed unicamente all'acquagym era il Direttore,
che seguiva i passi con un sorriso compiaciuto.
La cosa
andava avanti da una decina di minuti quando qualcuno raggiunse con
passo trionfale il bordo della piscina. I suoi capelli dorati
rifulgevano al sole, e il costume blu elettrico che indossava non
faceva che mettere in risalto il suo fisico bestiale e i suoi occhi
color zaffiro.
Era Aidoh, in tutta la sua magnificenza.
Entrò in piscina maestosamente proprio mentre lo stereo
faceva partire una certa canzone dei OneRepublic.
"Ma... ma come?!", strillacchiò l'agitatrice. "Questa
canzone non era in programma! Non è una canzone da
acquagym!".
"Ma è la MIA canzone, baby!", esclamò Aidoh. "Oh,
my, feels just like I don't try, look so good I might die, all I know
is EVERYBODY LOVES ME!", canticchiò.
Si mise al centro esatto della piscina e si esibì a ritmo
della "sua" canzone in una
perfetta acquagym, con cui le mosse scimmiesche di Kaname non potevano
minimamente competere.
Sarebbe risultata una scena perfetta... se non fosse stato per Zero.
"BASTA!!!", urlò, e si strappò la parrucca dalla
testa. "Sono stufo di questa pagliacciata!". Con una manata si tolse il
trucco e, sotto gli occhi esterrefatti dell'agitatrice, uscì
dall'acqua e diede un calcio allo stereo, riducendolo in mille pezzi.
Dopodiché accadde tutto piuttosto in fretta.
"ZERO!", urlò Yuki.
"Muoio", mormorò Kaname, e cadde in acqua privo di sensi.
"KANAME!", urlò Shiki.
"Kaname?!", ripeterono tutti.
"KANAME!", urlò Yuki.
"KANAME!", berciò nuovamente Shiki, e si tolse il burqa.
"SHIKI!", fece Rima.
"Rima?!", fece Shiki.
"Rima!", affermò Ruka togliendole il cappello e i baffi alla
Salvador Dalì, per poi togliersi il parruccone.
"Oddio. Ruka", disse Yuki con voce flebile, e raggiunse Kaname nel
mondo dell'incoscenza.
"Ragazzi",
singhiozzò l'agitatrice.
"Ruka!!!", esclamò Kain gettando all'aria la propria chioma
rossa.
"Akatsuki", osservò Ruka, schifata dalla visione di Kain con
il rossetto.
"Akatsuki", constatò Shiki con voce tombale.
Il silenzio regnò sovrano per qualche secondo. Tutti erano
immobili, e fissavano la donna bionda vicino a Kain.
Era la quiete prima della
tempesta.
"ICHIJO!!!", tuonarono, e lo spostamento d'aria fu tale che la parrucca
e le ciglia finte gli volarono via.
Ed ecco la quiete dopo la
tempesta. Kaname e Yuki furono fatti rinvenire. L'agitatrice fu portata
in infermeria in quanto sotto stato di shock. Nessuno osava guardare in
faccia nessun altro.
"Beh... ciao, ragazzi! Non mi aspettavo di trovarvi qua!",
tentò Aidoh, con un sorrisino.
Fu guardato malissimo.
* * *
"Aidoh,
guarda che se non ti sbrighi perdiamo l'aereo".
"Aspettate! Solo un momento".
I sei vampiri, Zero, Yuki e il Direttore sospirarono in perfetta
sincronia.
Kaname, esternamente, sembrava sopportare perfettamente la presenza di
Zero, e la cosa sembrava essere corrisposta.
In realtà nessuno sapeva che, mentre non erano osservati,
Kaname gli aveva sibilato:
"Io e te faremo i conti al ritorno".
"Ci puoi scommettere", aveva risposto Zero, minaccioso.
Aidoh era impegnatissimo a fare acquisti in un negozietto
dell'aeroporto dove vendevano telefoni, macchine fotografiche e altri
aggeggi tecnologici tremendamente umani. Gli altri erano stati da lui
costretti ad aspettarlo fuori.
"Ma si può sapere che cosa stai comprando?", gli
urlò Ruka.
"No! Segreto!".
Ruka alzò gli occhi al cielo. L'unica, con Aidoh, era
assecondarlo.
"Sono richiesti urgentemente al terminal 4 i passeggeri Kuran, Ichijo,
Kain, Aidoh, Soen, Toya, Shiki, Cross e Kyriu. Muovetevi, comitiva di
ritardatari, o non potrete tornare a casina, è la quarta
volta che vi chiamiamo!", sbraitò una voce dall'altoparlante
dell'aeroporto.
"AIDOH SBRIGATI! L'AEREO PARTE!", ruggì Kaname. "GUARDA CHE
SE NON ESCI DI LI' ENTRO UN MILIONESIMO DI SECONDO, NOI TI LASCIAMO
QUI!".
"Aspetta!".
"AIDOH, DICO SUL SERIO!".
"No!".
"AIDOH, NOI CE NE STIAMO ANDANDO!".
"Dài che ho quasi finito!".
"CIAO, AIDOH!".
"Arrivooooo!".
Aidoh arrivò di gran volata.
"Finalmente", bobottò Kaname, e si accinse a far partire la
grande corsa di gruppo verso il terminal.
"No, aspettate, FERMI TUTTI!", gridò Aidoh, al che tutti si
bloccarono.
"Cosa c'è
ancora?". Negli occhi rosso scuro di Kaname c'era una luce omicida.
"Questo", disse Aidoh ansimando per il fiatone, "è per
Shiki".
Tirò fuori da dietro la schiena un piccolo pacchetto regalo.
"Per me?", chiese Senri fra l'incredulo e l'addolcito. Prese in mano il
pacchetto che Aidoh gli porgeva.
"Sì. Ecco, vedi, mi sentivo troppo in colpa per
ciò che è successo a... a quello che mi avevi
prestato", spiegò Hanabusa mentre l'altro era impegnato
nello scartare il pacchetto. "Quindi, beh, ecco... ricomprartene uno
era... la cosa migliore da fare".
L'espressione di Shiki si illuminò quando, sollevando
l'ultimo lembo di carta da regalo, si ritrovò in mano un
piccolo tamagochi.
"I... i... io...", balbettò, diventando color parrucca rossa
di Kain.
"Ti prometto che ci giocherai solo tu. Non te lo chiedero mai più".
"Ma... ma... ma... io... io...". Shiki abbracciò Aidoh e
scoppiò a piangere. "TI VOGLIO BENE!".
"Va bene, va bene, va bene, tanto love, ora andiamocene di qui e
torniamo a casa, per favore!!!", ringhiò Kaname,
strattonando Shiki.
Chiunque fosse passato per l'aeroporto a quell'ora avrebbe visto una
comitiva di pazzi (uno di loro con un gatto in braccio) attraversare la struttura di corsa, da cima a fondo.
Avrebbe potuto assistere ai loro problemi ai controlli di polizia, alle
centinaia di volte in cui fecero suonare il metaldetector. Avrebbe
visto uno di loro, il più minaccioso di tutti, dire con voce
assassina:
"Aidoh, togliti quella schifo di cintura tamarra, sennò non
potrai mai passare".
Avrebbe sentito lo stesso annuncio risuonare ancora, per la quinta
volta, nell'aeroporto.
Avrebbe, finalmente, visto l'intera comitiva di pazzi mostrare le carte
d'imbarco al terminal (con, ovviamente, problemi vari ed eventuali di
smarrimento carte d'imbarco) e correre come degli assatanati sull'aereo.
Avrebbe visto l'aereo prendere una lunga rincorsa, andare sempre
più veloce e infine staccarsi dal suolo.
L'avrebbe visto alzarsi sempre di più nel cielo.
Poi, dopo qualche secondo, avrebbe sentito un urlo disumano:
"AIDOH, STAI ZITTO E LASCIACI DORMIRE!!!".
FINE
La prima cosa che ci tengo a dirvi è che il titolo di questa storia è anche il titolo di una canzone del mio gruppo preferito, i Green Day. Eccola qua: http://www.youtube.com/watch?v=x8vXvOisoZ Il titolo significa "vacanza da zombie", e il secondo verso dice "the cat's caught in the dryer", cioè, "il gatto è chiuso nell'asciugatrice". Ora sapete da dove ho preso l'ispirazione per un certo episodio. Quindi parte dei miei ringraziamenti va a quei miti di Billie Joe, Mike e Trè.
Comunque. Sono triste.
Ma tanto eh. Ero affezionatissima a questa storia... All'aggiornamento su EFP all'inizio settimanale, poi, diciamo, un po'
più "libero" (sorry!)... Alle cretinate che mi inventavo e
per le quali spesso ho riso da sola... Alla lunghezza dei capitoli che
vedevo aumentare con orrore, ma che non potevo fermare, era come se i capitoli si allungassero da soli... E naturalmente alle vostre
recensioni ridanciane! Come avrei fatto a proseguire la storia senza
quelle?
Sto scrivendo in azzurro e non in arancione proprio per sottolineare il
fatto che questo è un messaggio finale e non un commento di
fine capitolo.
Non voglio annoiarvi però, siete venute qui per il capitolo
e non certo per leggere le mie riflessioni.
Voglio solo che sappiate che questa è la storia
più lunga e apprezzata che abbia mai pubblicato, e sono
molto soddisfatta di me stessa, ma devo soprattutto ringraziare voi. Mi
avete resa davvero felice con le vostre recensioni, e vi ringrazio di
cuore. Come ripeto, senza i vostri commenti positivi, non credo che
avrei proseguito con la storia.
Alla prossima, mie care... beh, perché ovviamente
scriverò ancora su Vampire Knight.
Grazie mille ancora!
Sophie Isabella Nikolaevna
PS: avevo promesso a me stessa che avrei inserito in questo capitolo la
canzone dei OneRepublic. DOVEVO farlo ^^
PPS: QUANTO E' BELLO IL MIO NUOVO AVATAR?! Io amo Once-ler! Ben presto arriverà una fic su Lorax!
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