Attraverso i suoi occhi
Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
Questa fic è ispirata al seguente prompt, proposto da Skull_Mistress:
Amami, anche se io non ti amo.
Amami, anche se non merito l'amore.
Amami, anche se io non so amare e amami anche se non esiste l'amore.
Per
Sasori l’amore era sempre stato un concetto vuoto, un guscio dorato
creato per racchiudere qualcosa di inesistente; poi era arrivata lei a
turbare la calma piatta del suo scetticismo, presentandosi nella sua
vita con una macchina in panne e una richiesta d’aiuto.
Ricordava ancora l’espressione
irritata che le offuscava il volto, ammorbidita da un senso di
liberazione solo quando l’aveva visto fuori dal locale, ma soprattutto
era nitida come quel giorno l’immagine del sorriso di ringraziamento
che gli aveva rivolto, di gran lunga preferibile a quella del motore
sotto le proprie mani.
Osservò i lunghi capelli di Sakura
ondeggiarle lievemente sulla schiena, man mano che la ragazza
avanzava a passi lenti lungo il bagnasciuga, i piedi scalzi e i sandali
in una mano.
Camminare sulla spiaggia con un
paio di scarpe chiuse come quelle che indossava non era affatto il
massimo, eppure continuava a seguirla, dopo essersi lasciato convincere
da una evidente bugia ad accompagnarla fin lì. L’aveva trovata seduta
ad un tavolino del pub, neanche un’ora prima, intenta a rigirarsi il
bicchiere tra le mani e a vagare con lo sguardo per il locale, sperando
di incontrarlo. Quando, infatti, le era passato accanto, l’aveva subito
salutato con un sorriso, poi aveva giustificato la sua presenza ad un
orario per lei insolito, lamentandosi del contrattempo che aveva fatto
sfumare il progetto di una breve gita al mare con un’amica, il tutto
con una lieve incertezza nella voce e con un’espressione che faceva
trapelare ben poco il suo presunto fastidio. La successiva proposta di
andarci insieme, sussurrata con un principio di rossore sulle guance,
non aveva fatto altro che confermargli l’inesistenza di un qualsiasi
appuntamento tra amiche. A quel punto niente gli avrebbe impedito di
rifiutare e magari smascherare la finzione delle sue parole, ma non ne
era stato in grado, perché, per la prima volta nella vita, ciò che
vedeva nelle iridi smeraldine di quella ragazza che lo cercava con
insistenza non era qualcosa di finto, ma di così vero e caldo da
disorientarlo. L’idea che potesse essere proprio quello ciò che
chiamavano amore era scivolata piano piano nel suo animo senza che se
ne accorgesse, scombinando i frammenti della sua realtà. Dal giorno in
cui era stato lasciato, ancora in fasce, all’ingresso di un
orfanotrofio, per lui erano esistite soltanto la fredda solitudine
dell’abbandono e la sterilità di affetti egoistici, ritrovate intatte
nel mondo vuoto della delinquenza e del piacere, in cui si era lasciato
risucchiare con facilità, cieco a qualsiasi alternativa. Aveva sempre
creduto che non potesse esserci niente di diverso da quel mondo, ma la
felicità sincera con cui Sakura lo guardava ogni volta si era scagliata
con forza contro quella convinzione, facendola vacillare.
Quando la ragazza si fermò all’improvviso, Sasori fece altrettanto.
La vide girarsi completamente verso
l’orizzonte marino, incrociando le braccia dietro la schiena, con le
scarpe ancora sospese a mezz’aria, e osservare con un’espressione
tranquilla e serena l’andirivieni delle onde, mentre il sole tiepido di
fine estate le sfiorava il viso con un tocco gentile. Come al solito
lei accoglieva i suoi silenzi senza spazientirsi, come se la sua
compagnia fosse già un’importante conquista, e a lui toccava solo
aspettare il suono della sua voce e l’arrivo di parole che, contro ogni
aspettativa, gli avrebbero trasmesso una piacevole sensazione di
leggerezza. Per l’ennesima volta, si
chiese cosa vedesse di buono nelle poche frasi e nei rari gesti che le
rivolgeva e come avrebbe reagito quando invece le sarebbe stato chiaro
chi avesse davanti.
Gli era facile leggere nei suoi
atteggiamenti la speranza di un amore vero e magari di un futuro
sereno, ma sapeva che Sakura aveva scelto la persona sbagliata in cui
riporre la sua fiducia. Quando la giovane si voltò leggermente verso di
lui, pensò che per spegnere il sorriso che le increspava le labbra
sarebbe bastato che intravedesse, anche per pochi istanti, il suo vero
io dietro l’immagine ideale che si era costruita di lui, un io che non
meritava di ricevere alcun sentimento puro e disinteressato.
“Ti piace il mare, Sasori?” Gli
chiese lei con un pizzico di curiosità, accavallando la sua voce al
suono dell’acqua che tornava ritmicamente a lambire la
riva.
Spiazzato da una domanda così
semplice, l’uomo non rispose subito; come tante altre cose, il mare era
per lui qualcosa che semplicemente c’era, senza influire sulla sua vita
in modo positivo o negativo, quindi trovare una risposta da dare
equivaleva a pensarci per la prima volta.
“Non saprei, forse”. Disse atono, prima che il suo esitare si prolungasse tanto da farlo sentire ridicolo.
Incapace di trattenere l’ilarità
Sakura scoppiò a ridere, coprendosi la bocca con le dita affusolate e
socchiudendo le palpebre in un’espressione divertita.
“Lo sospettavo”. Sussurrò poco
dopo, e Sasori si perse per un lungo attimo nel verde intenso dei suoi
occhi, di nuovo perfettamente visibile, mentre il timore di apparire un
imbranato veniva risucchiato da un calore improvviso quanto
momentaneo.
“A me, invece, piace molto”.
Affermò la ragazza, riportando il braccio lungo il fianco, per poi
tornare a scrutare la distesa d’acqua. “Mi ha sempre fatto pensare che,
qualunque cosa fosse successa, sarebbe rimasto sempre qui pronto ad
offrirmi il suo conforto, con il suo movimento lento ed eterno”.
Proseguì, motivando la sua opinione.
Gli istanti di silenzio che
seguirono sembrarono all’uomo, fermo a poco più di un metro da lei,
così inusuali da insinuargli il dubbio che il tono calmo stonasse
nettamente con il contenuto delle parole appena pronunciate, come se
sotto l’apparente serenità ci fosse un’inquietudine pronta a scalfirla.
Era la prima volta da quando la conosceva che un simile sospetto
affiorava nella sua mente e ciò gli confermò quanto fosse la persona
meno indicata per darle quello che cercava; chiuso come era nel suo
dolore, al punto da provare indifferenza per tutto e tutti, non avrebbe
mai potuto garantirle comprensione e sostegno, una sola briciola di
quello che il mondo definiva amore. Eppure, qualcosa di inatteso si
agitò lo stesso nel suo petto e lo spinse a fare qualche passo in
avanti verso Sakura, sollecitato dall’idea che un’ombra di tristezza
potesse sopraggiungere da un momento all’altro ad offuscarle lo
sguardo. Fu un istante in cui Sasori ignorò l’impiccio dei granelli di
sabbia che rischiavano di intrufolarsi nelle scarpe, così come la
vicinanza al bagnasciuga, muovendosi senza un’intenzione precisa se non
quella di avvicinarsi a lei, un’azione a cui non seppe attribuire un
significato. Finì così, per la prima volta da quando aveva memoria, col
provare un forte imbarazzo nel momento in cui la ragazza si girò
all’improvviso e schiuse leggermente le labbra, sorpresa di averlo così
vicino. Lo stupore non alterò però la sua espressione, se non per il
rossore repentino che le imporporò le guance, subito accompagnato da un
lieve sorriso. Lui la fissò senza sapere cosa fare, una mano ancora in
tasca, l’altra che sfiorava ormai il tessuto esterno del pantalone.
“È per questo che ogni volta che ci
vengo cerco una conchiglia”, disse lei, completando il filo dei suoi
pensieri e sollevandolo dal problema di giustificarsi in qualche modo,
“così posso portare a casa con me il suono delle onde e immaginare di
essere ancora qui ad osservarlo”.
Sulla scia di quelle nuove frasi,
Sasori si domandò quante cose celassero i suoi occhi e quante altre ne
vedessero che lui da solo non avrebbe mai potuto vedere. Quando poi il
silenzio si allargò di nuovo tra di loro, si rese conto che avrebbe
dovuto finalmente dire qualcosa, ma prima che potesse aprire bocca per
pronunciare almeno un monosillabo di assenso un grosso cane bianco
sopraggiunse a dare una svolta alla situazione. La voce del padrone che
lo richiamava li avvertì, infatti, con troppo ritardo; si accorsero
dell’animale decisamente prima di sentire il nome Akamaru, quando
quest’ultimo addentò i sandali che Sakura reggeva ancora con una mano,
avendoli trovati evidentemente di suo gusto. La ragazza, strattonata
proprio nell’istante in cui la sua attenzione era tutta rivolta
all’uomo che aveva davanti, non pensò affatto di lasciar andare le
scarpe tirate da quella forza improvvisa e fece appena in tempo a
scorgere con la coda dell’occhio il pelo arruffato dalla velocità e la
coda scodinzolante prima di perdere l’equilibrio, sbilanciandosi
all’indietro. Per sua fortuna, però, Sasori impedì la caduta; mosso
dall’istinto, accorciò ancora di più la distanza tra di loro, le
afferrò il polso con un movimento veloce e la tirò verso di sé, mentre
le portava una mano dietro la schiena per sostenerla. Sì ritrovò così,
con quei nuovi gesti fuori programma, a stringere le sue dita sottili e
a scrutare i lineamenti delicati del suo viso per la prima volta da
pochissimi centimetri. L’imbarazzo che Sakura provava era ormai molto
più evidente di un minuto prima, ma non gli impedì di essere attratto
dalle sue iridi color smeraldo. In quel momento, gli sembrarono più
belle del solito e la luce calda che le animava tutte le volte che
erano insieme più viva. Lo confondeva quella luce, eppure nello stesso
tempo era incredibilmente tranquillizzante. Non amava la ragazza che
teneva tra le braccia e non credeva che sarebbe mai giunto ad amarla,
però non poté negare a se stesso che averla intorno alleviava per
qualche ora il fondo di sofferenza che lo accompagnava da anni.
Quell’ultimo pensiero scacciò lontano tutti i dubbi che nel corso di
quella passeggiata lungo la riva erano tornati ad assalirlo, lasciando
nel suo cuore solo un senso di
pace.
Note dell'autrice
Prima SasoSaku in
assoluto, au ovviamente, perchè la mia mente non riesce a trattare il
paring senza pensare al fatto che lui sia morto, insomma sono
un'incapace u.u Comunque spero che il prompt non si sia perso, dal
momento che è frammentato nel corso della storia. Sull'ic invece non mi
pronuncio, perchè a me pare ooc anche Akamaru e Sasori mi sa troppo di
Sasuke. Va beh, mi auguro che la lettura sia stata lo stesso piacevole.
Un grazie a wari che ha cercato di betarla e ha sopportato scleri
vari^^'
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