Salve a tutti! I'm
back! =)
Per prima cosa,
vorrei spiegare bene
l'idea dell'alternate meeting, nel caso fosse poco chiara. Quello che
ho in mente è seguire i prompt della Klaine Week e postare
sette OS,
una totalmente diversa dall'altra; l'unica cosa che
accomunerà le
storie sarà che in ognuna di esse, Kurt e Blaine si
incontreranno
per la prima volta... Il rating, il genere e gli avvertimenti
probabilmente cambieranno di capitolo in capitolo, ma mi
impegnerò a
fare uno specchiettino di INFO all'inizio di ogni OS. ^^
PROMPT: Cooper +
Klaine
RATING: Verde
PERSONAGGI: Kurt
Hummel, Blaine
Anderson, Cooper Anderson
***
Kurt Hummel era sempre
stato un ragazzo
pieno di ambizioni, di obiettivi, uno più in alto
dell'altro;
qualche mente razionale avrebbe potuto dire che fossero troppi e
troppo grandi, lui probabilmente avrebbe risposto che non si potevano
ottenere grandi successi, senza grandi sogni... e grandi sacrifici.
Ed erano proprio tutto il
suo nobile
spirito di sacrificio e la sua buona volontà a trascinarlo
ogni
mattina nel trailer dell'infame, come lo chiamava
lui. L'unico
e solo Cooper Anderson.
Lavorare per lui come
assistente non
era facile, l'attore era sì stato dotato da madre natura di
grande
bellezza e fascino, ma non di buon senso e modestia. E la cosa
ovviamente andava a discapito di chiunque avesse le sfortuna di
lavorare per lui, in primis il suo nuovo assistente.
“Ho detto papaya
bi-o-lo-gi-ca, Kurt,
BIOLOGICA! Dove hai preso questa roba??”
Fu la frase che lo accolse
la mattina
della vigilia di Natale. Cooper, in piedi sulla sua preziosa dormeuse
di pelle bianca, lo stava guardando con gli occhi fuori
dalle
orbite, i capelli insolitamente spettinati, come se non riuscisse a
credere al fatto che non era stato possibile recuperare un prodotto
del genere nel pieno dell'inverno newyorkese.
-Forza Kurt, sono
solo poche ore,
domattina sarai a casa tua, con tuo padre, puoi farcela!- Si
ripetè tra sé e sé, prima di prendere
un respiro profondo e
rispolverare la sua ricetta da ADDA; “Attacco Di Divismo
Acuto”.
Per
prima cosa
un'abbondante dose di umiltà, con un pizzico di sguardo
basso e tono
sottomesso; “Mr. Anderson, mi dispiace molto. È
stato un mio
errore e mi scuso, ma il suo solito fornitore è chiuso per
il
periodo natalizio.” Poi due misurini di complimenti eccessivi
“E
poi non credo che la sua pelle abbia davvero bisogno di quella
maschera; le è stato donato un incarnato naturalmente
luminoso, un
giorno senza la sua routine di creme per la pelle non le
farà
nulla.” e infine una bella spolverata di adulazione
“E se questo
non dovesse bastare, beh, ci saranno sempre le sue eccellenti doti
recitative.”
Cooper
non era
evidentemente pronto ad un contrattacco così sfacciatamente
programmato; ben presto i suoi lineamenti si riarrangiarono in un
un'espressione soddisfatta e Kurt ringraziò mentalmente
tutti gli
anni passati a gestire le follie da diva di Rachel e Mercedes; la
gavetta prima o poi paga sempre.
“Sai
Kurt, credo
che in fondo tu abbia ragione.” iniziò Cooper
scendendo finalmente
dal divan- dormeuse e ravviandosi le ciocche impazzite “E
visto che
mi piace considerarmi un capo permissivo e accondiscendente”
a
quelle parole Kurt fece seriamente fatica a impedire al suo
sopracciglio sinistro di svettare in alto. “ e considerando
che a
Natale dovremmo essere tutti più buoni; non ti
farò pesare questo
errore, al contrario, ti premierò per il tuo
impegno.” Ignorando
l'espressione sconvolta del suo assistente, si voltò e
tirò fuori
da una cartellina un'elegante busta nera e dorata.
La nube
di
confusione intorno alla testa di Kurt iniziò lentamente a
diradarsi.
Non poteva essere... Cooper non avrebbe mai...
“Mr.
Hummel, ecco
a lei un invito speciale per il party di vigilia più cool
della stagione. Può scegliere un completo di
qualsiasi colore, basta
che sia di classe, giacca e cravatta sono obbligatorie
ovviamente.”
esclamò, palesemente compiaciuto con se stesso.
Kurt
allungò una mano tremante verso quell'invito prezioso,
faticando a
credere alla sua buona sorte. Quella festa non solo era una delle
più
famose della città, ma era anche piena di
celebrità, persone
importanti, di quelle che possono decidere la tua carriera. Non era
mai stato così grato di aver accettato quel posto nel team
di Cooper
Anderson.
“Mr.
Anderson,
non so davvero cosa dire...”
“Oh,
non
preoccuparti, basterà che tu decanti la mia
magnanimità con gli
altri ospiti! Sai, il trend di quest'anno ad Hollywood è 'ricco,
ma umile'. E poi è un po' che voglio presentarti
una persona;
diciamo che potrebbe essere... importante per il tuo futuro. Una
volta fatto quello, potrai arruffianarti chi vuoi, io non ti
fermerò.
Adesso, cose serie, caffè, Kurt, rapido!”
Dopo
quella
sorpresa, la giornata era scivolata via rapidamente, tra le richieste
improbabili di Cooper e i dubbi amletici di Kurt su cosa diamine
mettersi per la festa. Era raro che un giovane laureato della TISCH
come lui potesse accedere ad un evento del genere, avrebbe dovuto
fare di tutto per conquistarli. Era con quella determinazione, mista
ad eccitazione che una volta arrivato nel suo piccolo monolocale, si
era preparato, curando tutto meticolosamente, fino ai più
piccoli
dettagli, e si era avviato in taxi al luogo della festa.
Una
volta arrivato
era stato tutto una giostra di volti famosi, nomi importanti, sorrisi
smaglianti e strette di mano sudaticce ed emozionate. Aveva cercato
di mantenere un contegno, di darsi un tono, di comportarsi come se
quell'ambiente di tartine al caviale e flute di campagne costoso, gli
appartenesse già, ma dopo un paio d'ore era diventato tutto
fin
troppo formale, difficile da gestire.
-Mi serve una
boccata d'aria,
svenire ad un party del genere darebbe sicuramente una cattiva
impressione- pensò
mentre si
dirigeva rapido verso una delle balconate più piccole della
sala, il
cappotto stretto in mano. Non appena sentì l'aria gelida
dell'inverno pungergli le guance, si sentì meglio e si
affrettò a
recuperare il cellulare per aggiornare sui suoi incontri quel cumulo
d'invidia che una volta era stata la sua migliore amica Rachel.
To:
Rachel
Orlando
Bloom!
Rachel! Ho visto legolas!!!
To:Rachel
Appena
parlato con
la direttrice del Winter Garden! IPERVENTILAZIONE!
To:Rachel
Sarà
lo champagne,
ma ho appena deciso che ti vorrò sempre bene, anche quando
sarò
talmente famoso che dovrò andare in giro con enormi occhiali
scuri
ed il cappellino della Hummel's Tires and Lube! xoxo
Ridacchiando
piano
rimise il telefono in tasca e sospirò, reclinando appena la
testa
contro il muro e godendo di quella improvvisa solitudine silenziosa,
rotta solo dal rumore del traffico lontano, piani e piani sotto i
loro celebri piedi. Chiuse gli occhi, cercò di far scivolare
via
quella strana sensazione di sopraffazione che gli aveva dato
l'atmosfera di quel posto, lasciandosi avvolgere dal profumo dolce
del suo futuro scintillante.
“Scappi
da
qualcuno?”
All'improvviso
una
voce interruppe la corsa sfrenata delle sua fantasie, facendolo
sobbalzare. Si voltò di scatto potandosi d'istinto una mano
ad
aggiustare il nodo allentato della cravatta. Non poteva rovinare le
apparenze dopo un così buon inizio.
Davanti
a lui c'era
un ragazzo moro, i capelli mossi tenuti a bada da un'abbondante
quantità di gel, il viso pulito e aperto in un sorriso da
pubblicità. Era bellissimo e Kurt dovette fare appello a
tutta la
sua forza di volontà per non sciogliersi in una
pozzangherina di
melma, anche se sarebbe stata indubbiamente una fine felice. Si
limitò ad arrossire ed abbassare lo sguardo.
“Oh,
io... è che
non ero mai stato ad una festa del genere, ed è tutto un
po'...”
“Eccessivo.”
finì lo sconosciuto per lui. “Non preoccuparti, ti
capisco. Io
vengo ogni anno solo per far piacere a mio fratello, ma ammetto che
la mia capacità di sopportazione di tutte queste dive e dei
loro
accompagnatori impomatati, beh, è molto ridotta.”
riprese, ridendo
appena e rivolgendogli uno sguardo comprensivo. Poi si portò
una
mano ad allentare il papillon stretto al collo. Kurt si chiese per un
attimo se non fosse un modello.
“Wow,
beh,
considerati fortunato, mio fratello al massimo potrebbe costringermi
ad una serata a base di cibo spazzatura e partite di football.
Urgh.”
disse poi Kurt, beandosi del suono della risata del suo curioso
interlocutore.
“A
dire il vero,
una cosa del genere mi sembra più che allettante al
momento...” lo
interruppe quello, facendosi appena più vicino e inclinando
la
testa di lato. “Allora, come mai sei qui?” chiese
poi,
stringendosi nel cappotto.
“Il
mio capo.”
Rispose subito Kurt, felice di poter finalmente avere una
conversazione normale. “Sono l'assistente
di Cooper
Anderson. Mi dato l'invito per... in realtà non so bene
perchè;
credo che volesse darmi la possibilità di conoscere qualcuno
di
importante per il mio futuro.” Quando alzò di
nuovo lo sguardo,
non potè far a meno di notare la sfumatura di
incredulità che
colorava gli occhi ambrati del giovane. Non fece in tempo ad indagare
oltre, perché il suo volto si aprì presto in un
ghigno giocoso.
Sarai anche bello, caro, ma non osare prenderti gioco di me.
Non
basta un bel faccino per fregare Kurt Hummel.
“Cooper
Anderson,
uh? Mi dicono che sia un tipino difficile da gestire...”
“Lo
è. Non so
quante volte ho dovuto ascoltare le sue 'parabole sul perfetto
attore'... Diciamo che ha delle opinioni quantomeno obsolete... Ed
una passione malsana per le maschere facciali alla papaya biologica.
Ma, tutto sommato, non posso lamentarmi, per quanto stravagante,
è
un buon capo. E poi in fondo per questo Natale ho ricevuto un invito
prestigioso, invece che la tessera sconto-dipendenti-sturbucks dove
lavoravo prima di laurearmi. Direi che sto facendo progressi,
no?”
Lo sconosciuto rise apertamente alle sue parole, asciugandosi una
lacrima all'angolo dell'occhio.
“Ah,
so di cosa
parli. Credo che il mio preferito rimarrà sempre il 'puntare
il
dito'. Prima o poi qualcuno scriverà un libro su questa
roba, ci
scommetto, e allora le tue memorie saranno preziose.” Kurt lo
scrutò, curioso di scoprire chi fosse quel ragazzo e come
facesse a
sapere una cosa del genere su Cooper.
“Già...
Comunque, devo scusarmi; sarà l'overdose di
celebrità, ma ho
trascurato drammaticamente le buone maniere. Piacere, Kurt
Hummel.”
disse porgendogli la mano. Il ragazzo la fissò un attimo,
prima di
afferrarla e stringerla. Le sue dita erano insolitamente calde contro
quelle congelate di Kurt.
“Blaine
Anderson.” disse semplicemente, continuando a fissarlo dritto
negli
occhi, in attesa della sua reazione. Era come se non stesse
aspettando altro che godersi lo spettacolo. E Kurt si rese
immediatamente conto che probabilmente il modo in cui la sua faccia
prese fuoco e i suoi occhi minacciarono di uscire dalle loro orbite,
ripagava l'attesa.
“Oh...
Anderson
come... come...”
“Come
Cooper,
esatto.”
“Oh
Dio, sono
mortificato, davvero! I-io non volevo dire che... insomma
lui...”
“Ehi,
ehi, Kurt,
respira. Tranquillo, non c'è niente di cui preoccuparsi.
Anzi, non
c'è nessuno al mondo che possa capirti meglio di me,
credimi.” Lo
interruppe subito Blaine, un sorriso divertito sulle labbra,
allungando una mano per posarla sul suo avambraccio. Kurt ebbe solo
il tempo di pensare a quanto fosse piacevole e spontaneo quel tocco
leggero, prima che una voce fin troppo familiare,
li
interrompesse.
“Ehi
fratellino!
Ti cerco da un sacco di tempo, dove eri sparito?”
esordì Cooper
materializzandosi al fianco del fratello e cingendogli le spalle con
un braccio. “Oh, Kurt! Vedo che avete già fatto
conoscenza, bene!
Era Blaine la persona che ti volevo presentare, ma a quanto pare non
c'è stato bisogno del mio intervento.” disse poi
rivolgendosi alla
faccia ancora paralizzata in una smorfia di sorpresa di Kurt.
Blaine
si limitò a
ridacchiare. “Io? Coop, forse non hai capito bene che
'musicista
freelance' è più o meno sinonimo di 'studente
squattrinato'. A meno
che il tuo desiderio nascosto, Kurt, non sia quello di suonare agli
angoli delle strade, beh, non vedo come potrei aiutare il tuo futuro
professionale.”
Cooper
si limitò a
guardarlo con aria di superiorità, sembrava quasi incredulo.
“Oh
ma io non
stavo parlando del suo futuro professionale,
tutt'altro!
Pensavo che il tuo sesto-senso-gay fosse più sviluppato,
Blainers! È
semplice; siete perfetti l'uno per l'altro, vivrete un matrimonio
lungo e felice, farete tanto sesso perverso e adotterete un esercito
di adorabili bambini mulatti, come i Brangelina. Ah, a proposito,
gradirei che il primogenito si chiamasse Cooper Junior, in onore del
suo zio più cool. ” disse, scompigliando, per
quanto possibile, i
capelli ingellati del fratello. Kurt si portò le mani al
volto ormai
in fiamme, desiderando di poter essere inghiottito dal pavimento, sul
serio; come si faceva ad essere tanto privi di tatto?
Blaine
si limitò a
spingere via il maggiore, ridendo della sua follia. “Ti rendi
conto
che parlare di sesto-senso-gay è offensivo, Coop?”
disse,
continuando a lanciare occhiate a Kurt di sottecchi, curioso di
interpretare la sua reazione.
“Oh,
andiamo, di
tutto quello che ti ho detto, l'unica cosa che hai capito è
stata
quella? Sul serio, Blaine? Ti è per caso sfuggita la parte
del
'sesso sfrenato e perverso'?” Cooper sembrava sinceramente
sconvolto, e Kurt si ritrovò per l'ennesima volta a
interrogarsi
sulla sua salute mentale. Prima che potesse dire al suo capo qualcosa
di cui si sarebbe sicuramente pentito, Blaine riprese la parola.
“Okay,
okay credo
che questa discussione sia andata avanti abbastanza. Cosa ne pensi
Kurt?” Kurt si limitò ad annuire, ancora
incredulo, poi Blaine si
voltò verso il fratello “Coop, se mai
adotterò un figlio, di
certo non lo chiamerò Cooper Jr. Mi dispiace, il tuo
meraviglioso
piano ha già una falla, quindi direi che il tuo aiuto non
è più
richiesto... Che ne diresti di tornare dai tuoi colleghi e lasciarmi
fare le cose a modo mio? Mi sembra di aver visto passare Bar Refaeli
qualche minuto fa...”
“Davvero?
Dove?
Scusate, cari ingrati, ma non posso gettare al vento un'occasione del
genere, nemmeno per voi. Adieu, ricordatevi di mandarmi l'invito al
matrimonio!” replicò Cooper, già
sbirciando dalle vetrate per
cercare di vedere la ragazza, per poi dissolversi, veloce come era
apparso.
“Allora,
Kurt
assistente-di-Cooper-e-mio-futuro-marito... Mi dispiace per mio
fratello, ma; sai come è fatto, no? Cosa ne dici di
toglierci dai
piedi? Hai l'aria di uno che non ne può
più.” Riprese Blaine dopo
qualche secondo, un sorriso gentile sul viso e una sfumatura di
allegria negli occhi. Kurt non avrebbe potuto dirgli di no neanche se
avesse voluto, così si limitò ad annuire.
“...un posto qui
vicino, fanno bagels che sono veramente la fine del mondo...”
.
Preso com'era a chiedersi se quello si potesse considerare un
appuntamento e se fosse prudente abbandonare una festa del genere per
uno sconosciuto come Blaine, per poco non si accorse che il ragazzo
stava ancora parlando.
“Uhm...
Okay,
andiamo. Non posso certo dire di no ai bagles di New York,
no?” si
decise infine a borbottare, ancora un po' imbarazzato, impedendosi di
perdersi negli occhioni da cucciolo che il ragazzo stava sfoderando
in quel momento. -quel labbrino dovrebbe essere dichiarata
un'arma
illegale- pensò, mentre si lasciava prendere a
braccetto da un
Blaine estremamente sorridente e saltellante.
Chissà,
forse per
una volta le stranezze di Cooper avrebbero portato a qualcosa di
buono...
***
Bene!
Se state
leggendo questo, siete arrivati alla fine della OS, quindi grazie!
;P
Volevo solo dire che ho preso questa -adorabile- iniziativa
della Klaine Week per rimettermi a scrivere dopo una pausa lunga,
dovuta a problemi personali che non mi hanno permesso di concentrarmi
su nient'altro e che, tra le altre cose, mi hanno costretta anche a
mettere in pausa la long AU che stavo scrivendo. Chi la seguiva non
perda le speranze, spero di riuscire a completare anche quella
presto, di certo non è abbandonata! <3
Spero
di avervi
strappato almeno un sorriso, per me scriverla è stato
divertente =)
A
domani,
prompt: ROMMATES...
PS:
Se volete sapere qualcosa di più sulla klaine week:
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PPS: Se volete
venire su FB ad
insultarmi, o a piangere insieme per la 4x04:
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Klisses, Sara
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