Shadows from the past.
.La mattina seguente Kelly si sveglio' alle 8 con
ancora un
vago ricordo della notte precedente, voltandosi si trovo' a fissare la
camicia da notte appartenuta alla sua trisavola chiedendosi che cosa ne
era stato di lei: "possibile che mamma non mi abbia nemmeno parlato di
dov'e' situata la sua tomba?" deduceva che fosse morta perche' stando a
quanto ne sapeva lei poche persone una volta entrate nei manicomi ne
uscivano vive e se anche lo fosse stata lo avrebbe
sicuramente
saputo. Si alzo' e si vesti' in fretta e mentre andava a far colazione
in cucina decise che sarebbe andata a spulciare tra i vecchi documenti
di famiglia per saperne di piu.
Poco dopo scese in cantina dove sapeva vi fossero degli schedari dove i
nonni conservavano tutto, comincio' ad aprirli: alcuni rovinati e
ammuffiti erano particolarmente "tosti", ma finalmente vi riusci' e
comincio' ad aprire quelle vecchie cartellette ingiallite dal tempo:
atti di proprieta', vecchi conti... "e questo?" si
chiese
mentre tirava fuori quello che sembrava un documento medico: in cima vi
era scritto "St. Andrew's hospital" "dev'essere il nome del
manicomio: chissa' se esiste ancora?" si chiese appoggiandosi al muro e
guardando in fondo al foglio ci vide scritto l'indirizzo: " 11 Flower
road Norfolk Cambridgeshire" "forse la' c'e' un cimitero, non
e'
lontanissimo, potrei andare a vedere che fine ha fatto la zia, se e'
seppellita laggiu'" penso' la ragazza salendo le scale. Una volta
entrata in casa scarabocchio' un biglietto per la madre e per Vivian
affinche' non si preoccupassero e si diresse in garage per prendere la
macchina.
Si mise alla guida posando lo stradario aperto e il foglietto con la
via sul sedile del passeggero e di tanto in tanto vi gettava
un'occhiata, stette al volante per un ora e mezza, attraverso' stradine
sterrate dopo aver abbandonato ben presto l'autostrada,
viaggio'
attraverso ridenti paesini che costeggiavano verdi colline ed era ormai
mezzogiorno passato quando giunse all'indirizzo segnato sul biglietto
solo che non era un cimitero bensi' un ospedale: "st. Andrew's
hospital" lesse Kelly mentre avvertiva un brontolio di
stomaco,
d'altronde era ora di pranzo ma decise d'ignorarlo almeno per il
momento ed oltrepasso' il cancelletto di ferro stranamente socchiuso.
Al bancone d'ingresso una donna di colore piuttosto robusta
accoglieva tutti con un sorriso "buongiorno, vorrei informazioni su una
mia parente ricoverata qui cinquant'anni fa" l'infermiera la
scruto' con curiosita' "dovrebbe scendere in archivio ma le consiglio
di parlare prima col direttore" le disse sistemando dei fogli
in
una cartelletta "puo' chiamarlo per favore? e' molto
importante"
la prego' Kelly, la donna compose un numero
sull'interfono
e dopo pochi minuti arrivo' un ometto stempiato con gli occhiali che la
prego' di seguirlo, scesero fino al seminterrato, una lunga stanza con
scaffali zeppi di faldoni fino al soffitto. Vedendoli Kelly decise di
armarsi di tanta pazienza: ne avrebbe avuto per tutto il pomeriggio ma
voleva sapere.
Ogni faldone era ordinato per anno, Kelly dovette ricorrere ad una
scala poiche' i piu vecchi erano situati sul ripiano piu alto, facendo
due conti avrebbero dovuto interessarle quelli compresi tra il 1940 e
il 1950, comincio' a sfogliarli uno per uno con solerzia, le pagine
plastificate erano grandi e pesanti e la ragazza le toccava con
prudenza andando a ritroso, incappando in storie di dolore e
sofferenza, quelli fino al '45 erano cartelle cliniche riguardanti
indifferentemente uomini e donne piu o meno giovani con differenti
patologie mentali ma rimase molto sorpresa nello scoprire che durante
la guerra vi erano ricoverate solo pazienti donne e piu' andava avanti
piu' le parole che le saltavano agli occhi eran sempre quelle: "3 mesi"
"5 mesi" "8 mesi" e via dicendo, ebbe
uno strano presentimento come se fosse tutto li davanti ai suoi occhi
ma non riuscisse a coglierlo completamente. Comunque sia non trovo'
nulla riguardante la sua prozia sebbene avesse osservato piu volte i
nominativi sotto la "s" , sconfortata e delusa rimise tutto a posto ed
usci', saluto' l'infermiera all'ingresso e si avvio' verso la sua
macchina. Durante il ritorno rimugino' su tutta quella faccenda: se a
casa c'era quell'indirizzo doveva esserci un motivo ma d'altronde
niente di quanto aveva visto faceva pensare ad una permanenza della zia
la' dentro eppure c'era qualcosa che non le tornava "ma a chi
posso chiederlo? tutti quelli all'epoca presenti sono morti"
rifletteva. Quando arrivo' a casa erano ormai le cinque e
mezza e trovo' la madre aggirarsi per il parco intenta a controllare le
decorazioni nonostante cominciasse a far buio: "eccoti finalmente! si
puo' sapere dove sei stata?" le chiese correndole incontro
"beh veramente..." balbetto' lei ma non riusci' a dire di
piu' poiche' Madison intavolo' un discorso sul menu' da cambiare, sul
colore delle decorazioni ed altre cose riguardanti la cerimonia e lei
non ebbe piu modo di parlarle, quando finalmente ando' a
coricarsi tiro' un sospiro di sollievo: domani sarebbe arrivato Brian e
almeno a lui avrebbe potuto raccontare tutto con calma, in fondo
avevano ancora sei giorni di tempo prima che la cerimonia avesse luogo,
si volto' nuovamente verso la camicia da notte il cui bianco spiccava
nel buio della stanza. Tutt'ad un tratto si delineo' accanto
al manichino l'evanescente figura di una giovane donna dai lunghi
capelli, indossava una strana veste lunga al ginocchio, convinta di
sognare Kelly si mise a sedere sul letto senza pero' smettere di
guardarla, le era venuto freddo e si tiro' le coperte fino al mento.
Lentamente la strana ombra perlacea si volto' verso di lei e
con una voce lamentosa indicando la camicia da notte disse: "
se l'indossi morirai" e svani'.
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