“Don't be scared
now,
Close your eyes,
She holds guard tonight.
Go on forward,
No remorse “
[…]
“She danced with you
last night so you will
remember
All you have shared, a
lifetime.
The angels were watching and
death will be
waiting
Until the time is right.
“
( The Last Dance –
Within Temptation )
- Rimani dietro di me
.
Annuì
impercettibilmente , accucciandosi dietro le ampie spalle dello zio
Tony quando vide delle figure in divisa avanzare tra la polvere .
Non sembravano persone
pericolose , ma non riusciva a vederne il volto a causa dei caschi neri
che indossavano , e non poteva leggere nei loro occhi le loro
intenzioni .
Perché gli
occhi sapevano parlare , glielo aveva insegnato papà Bruce ,
lo aveva capito guardando Loki .
Uno schianto sopra di
loro la fece sobbalzare , ma quella mattina c’erano stati
molti suoni uguali a quello , e aveva visto strane macchine volare
sulle loro teste , smuovendo i tetti di paglia di alcune favelas .
Erano in guerra , le
aveva sussurrato Pepper quando aveva chiesto il perché di
quelle strane cose volanti , e quella parola non le piaceva , non
ciò che avrebbe portato con sé .
Sangue , morte e
disperazione .
Tornò a
guardare in avanti quando vide un uomo in divisa
avanzare verso di lei , sfilando il casco che prese sotto braccio prima
di sorridere leggermente ed allungare una mano allo zio Tony .
Notò subito
la diversità tra loro , a partire dal colore scuro della
pelle , tanto diverso da quello di Pepper o papà Bruce ,
differente dal suo , che non aveva mai potuto comparare con nessuna
delle creature di quel pianeta .
E il sapere di non
essere l’unica ad essere diversa con i suoi colori glielo
rese subito simpatico .
- Sempre a far danni ,
vero Tony ?
- E tu sempre a farti
gli affari miei , James ?
James .
Memorizzò
quel nome , allargando gli occhi per memorizzare anche i suoi tratti ,
facendo però attenzione a non farsi vedere ,
perché papà Bruce le aveva rammentato uno dei
suoi vecchi dinieghi .
“Non attirare
l’attenzione” .
- Allora ? Dove lo
tenete nascosto ?
Qualcosa in quello che
l’uomo in divisa aveva detto non doveva essere piaciuto allo
zio Tony , perché sentì la sua schiena
irrigidirsi sotto le dita , convincendola a sbirciare la sua
espressione per capire cosa non andasse .
E si sorprese a
scoprirlo arrabbiato , con le labbra tanto strette da impallidire , e
d’istinto rafforzò la presa sulla sua camicia per
rassicurarlo , per farlo sentire meglio .
Capì subito
di aver sbagliato quando sentì gli occhi di
“James” puntarsi con insistenza su di lei , anche
se non poteva vederla , ma solo immaginare la sua presenza visto che la
schiena dello zio Tony era tanto grande da nasconderla .
- Non so di cosa tu
stia parlando – lo sentì sibilare , gonfiando il
petto come per metterla più in ombra , per nasconderla
ancora di più .
Scetticismo , lo
riconobbe sul volto dell’uomo in divisa , lo capì
, e non le fece piacere che “James” fosse scettico
con lo zio Tony .
Lui non mentiva mai ,
era sempre schietto , e non aveva motivo di mentire , non se
…
- Credi di fare il
furbo ? Pensi che non riconosca quel buco e cosa lo ha
provocato ? Mi ritieni tanto stupido ?
Lei.
Era lei quella che lui cercava , il motivo perché tutte
quelle cose erano volate sulla loro testa per tutto il giorno , erano
per lei tutti quegli uomini in divisa e quella faccia scettica .
Perché lo
zio Tony stava mentendo per lei , per proteggerla .
E lei non voleva
essere protetta , non più .
- Allora ?
Dov’è quell’aggeggio infernale ? Dove
diavolo avete nascosto il Tess…
- Astrid .
Avanzò di
un passo , accostandosi allo zio Tony con il mento alto e le spalle
ritte , le braccia abbandonate lungo i fianchi che rimanevano rigide e
contratte , per il nervosismo .
L’uomo la
guardò un attimo con sorpresa , con diffidenza , prima di
portare la mano alla cintola dei pantaloni per sfiorare la pistola che
un ringhio dello zio Tony gli fece vibrare tra le dita.
Lesse in quegli occhi
la paura per il diverso , per la sua pelle acquamarina , i suoi capelli
arcobaleno e i suoi occhi che sapeva , brillavano inquieti , ma non si
lasciò intimorire , spaventare .
- Cosa …
- Il mio nome . Astrid
è il mio nome , non Tesseract .
Ci fu silenzio , un
pesante e denso silenzio che le fece temere il peggio , e quando vide
l’uomo allungare un braccio per afferrarla il tonfo alle sue
spalle alzò uno sbuffo di calcinacci e terriccio che
accecò per un attimo “James” prima che
papà Bruce la tirasse indietro contro il suo torace verde .
- Non si tocca .
Sorrise
d’istinto , stringendo il braccio muscoloso che la sollevava
per aria , impedendole persino di toccare terra con i piedi ,
e anche se ora tutti le lanciavano occhiate inquiete , spaventate e
impaurite lei non le sentì , non le percepì
più come prima .
Perché era
tra le braccia di suo padre ,e sapeva che lì
sarebbe stata sempre al sicuro , amata , capita .
James
sembrò tornare in sé , più per paura
che per senso del dovere , rilasciando un basso sibilo con il quale
tornò a guardare lo zio Tony .
- Non voglio sapere
perché il Tesseract …
- Astrid –si
impuntò papà Bruce , gorgogliandolo con voce
bacca e roca.
- Va bene , come vi
pare . Ma ora cosa volete fare con lei ?
- Proteggerla ,
ovviamente – snocciolò spiccio lo zio Tony ,
massaggiandosi il mento con un sorriso schivo quando l’uomo
dalla pelle nera gli lanciò una lunga occhiata di rimprovero
.
- Sai che è
lei quella che vogliono . Perché dovreste proteggerla ?
- Dovremo James .
Dovremo .
L’orrore che
lesse sul viso dell’uomo in divisa la
ferì , ma qualcosa nella sua testa le diceva che la sua era
una reazione normale , “umana” , perché
i Chitauri puntavano a lei , e avrebbero sterminato la popolazione per
averla .
- Io difendo gli Stati
Uniti d’America e la sua gente , non ho il dovere di
proteggere un alieno – rantolò furioso ,
scoccandole un’occhiata di accusa , di ribrezzo che questa
volta la raggiunse , la portò a sobbalzare .
Perché in
fondo aveva ragione , lei non era di quel pianeta , lei non era
neanche un’umana , e per quanto avesse voluto
esserlo , niente lo avrebbe cambiato , nulla l’avrebbe resa
un abitante della Terra .
- Ottimo . Hai
centrato il punto , mio piccolo e ignorante amico in mimetica , ed
è per questo motivo che tu e i tuoi uomini ci aiuterete a
proteggerla – affermò compito lo zio Tony ,
rovistando con aria canzonatoria nelle tasche larghe del suo cappotto
prima di venirle vicino .
Udì un
singhiozzo incredulo dietro le spalle dell’uomo , ma lei era
troppo impegnata a seguire le mani grandi dello zio Tony che le
sistemavano con dovizia uno di quei cappellini che aveva visto durante
la sua unica passeggiata con Pepper .
Cappelli
patriottici le aveva spiegato la donna quando le aveva chiesto il
perché di quel cuore e i quei simboli , il simbolo del loro
amato paese , della loro casa .
E sentì gli
occhi pungere quando capì il tentativo dell’uomo
di darle un passato , di darle i legami che le mancavano , una casa che
non aveva lì su quel pianeta , ma che loro avevano costruito
apposta per lei .
- Credi che un
cappellino pubblicitario possa farla diventare un’americana ?
– lo aggredì James con voce cupa , intimorito
però dallo sguardo in cagnesco di papà Bruce .
- Ovvio che
no , perché lei è un’americana doc ,
cappello a parte – snocciolò annoiato ,
sistemandole la visiera con un sorriso bonario .
- E quale sarebbe
l’altro motivo ?
Lo vide sorridere ,
con orgoglio , con amore , prima di stringerle una mano tra
le proprie e tossicchiare un po’ , come se fosse imbarazzato
.
- Perché
Astrid è la figlia del dottore Bruce Barner , ed
è anche mia nipote .
Rimasero a fissarli
increduli , lei , che sorrideva emozionata tra le braccia enormi e
verdi di papà Bruce , e lo zio Tony che le stringeva una
mano con un sorriso , un quadretto che nessuno avrebbe potuto definire
“familiare” , ma loro erano la sua famiglia , la
sua prima e unica famiglia .
James schiuse le
labbra per dire qualcosa , per gridare forse , ma si limitò
a schiaffarsi il viso con rabbia prima di osservare tra le dita il suo
viso .
- Non voglio conoscere
le circostanze che vi hanno portato a questa conclusione , ma
cercherò di farmene una ragione.
Per la nostra amicizia
, si intende .
Aveva accettato , l’aveva accettata
, e l’euforia di essere stata capita , anche se con
diffidenza , la fece sorridere di cuore mentre alle orecchie le
arrivavano le urla di alcuni uomini con il casco nero .
Sgattaiolò
via ancor prima di farsene accorgere , accovacciandosi ai piedi di un
uomo che tentava di spingere fuori dal fango , assieme ai propri
compagni , uno di quei grossi scatoloni verdi che sparavano fuoco .
Lo osservò
per un attimo , dondolando lo sguardo dal “carro
armato” le ricordò la sua mente , a
quegli uomini che non sembravano essersi accorti di lei .
Poi uno di loro ,
quello più mingherlino e stanco la guardò ,
stupito , chiamando con un verso strozzato quello che doveva essere il
suo capitano , e quando lo vide schiantarsi a terra con un ringhio per
la distrazione del sottoposto gli sgattaiolò vicino ,
tendendogli una mano con espressione preoccupata .
Lesse la paura di
averla così vicina , e ritirò il braccio con un
sorriso mortificato , pigolando uno ‘scusa che sapeva ,
nessuno di loro avrebbe accettato .
Perché
ognuno reagiva in modo diverso , nel vederla , e non tutti potevano
sorriderle , potevano capire la sua diversità .
Eppure , quando
sentì le dita calde dell’uomo reggersi al suo
palmo alzò il viso con uno scatto , allargando gli occhi
quando lo vide tornare in piedi senza guardarla negli occhi ,
percependo chiaramente il tremolio delle sue mani .
E fu tanta la gioia di
quel momento che chiese loro se potesse dare una mano , se
potesse aiutarli .
Nessuno le rispose ,
ma si avvicinò con curiosità al carro armato ,
ricordando che lei aveva già spostato qualcosa di simile ,
ma di più piccolo , il carro che aveva schiacciato il padre
di Estela , e doveva essere la stessa cosa , in fondo .
Alzare e spostare ,
era semplice .
Ma quando lo
sollevò senza alcuna difficoltà , reggendolo con
una mano e camminando un po’ per depositarlo con delicatezza
un po’ più avanti capì di aver
sbagliato , ancora una volta , e di aver attirato
l’attenzione , ancora una volta .
Perché
aveva sentito i respiri strozzati alle sue spalle , e tutti gli occhi
si erano puntati su di lei , sulla mano , e sul suo viso .
Ma soprattutto ,
perché aveva sentito le urla di papà
Bruce e dello zio Tony , stridule e isteriche come le
ricordava , con quella vena severa che storpiava sempre il suo nome .
-
Astrid !
°°°
James Rhodes aveva
saputo fin dall’inizio che non ce l’avrebbero fatta
, che quella volta , neanche i Vendicatori avrebbero potuto salvarli ,
ma combattere era il dovere di ogni soldato , difendere la propria
patria era il dovere di ogni uomo . Anche se i suoi
sottoposti , feriti e cupi , erano stesi ai lati
del suo letto , chiamando a gran voce i nomi dei
propri figli , delle loro madri , delle loro mogli .
Avevano rimandato
faticosamente indietro la prima ondata di alieni , ma quando
Thor li aveva avvertiti che quelli erano solo le sentinelle inviate sul
posto per capire quanto alte fossero le loro difese , lo sconforto li
aveva avvinti , battuti , gettati nel fango , sporchi di sangue e
lacrime .
Udì un
singhiozzo alla sua destra , un lungo gemito di
dolore prima che un bagliore luminoso portasse via
con sé il pianto e l’orrore , e quando
alzò gli occhi da terra indurì lo sguardo nel
trovarsela davanti .
Il Tesseract lo
fissava in silenzio , con il vestito bianco sporco di sangue , terra e
lacrime , ma non erano sue , come non lo era il sangue , né
il dolore , e benché fosse patetico da parte sua prendersela
con quella ragazzina , sebbene sapesse quanto fosse avvilente
e ingiusto riversare la propria disperazione su quel corpo gracile e su
quel viso segnato dalla stanchezza , non potè
frenarsi .
Perché
stavano lottando anche per lei , per difenderla , anche se era un
alieno , anche se non era loro dovere , non era compito loro .
- Levati di mezzo .
James seppe di essere
stato ingiusto quando la vide sussultare a testa
bassa , di essere stato vigliacco , patetico , ma
la rabbia era tanta , e la consapevolezza che l’indomani
sarebbe potuto morire per colpa di quella ragazzina lo faceva impazzire
dal dolore .
Eppure ,
quando l’uomo sentì un palmo caldo accarezzargli
il braccio martoriato sibilò per il fastidio , provando a
scrollarsela di dosso con un gesto secco e arrabbiato .
Ma il Tesseract lo
strattonò con la stessa forza , a capo chino , lasciandosi
scivolare addosso le sue maledizioni , i suoi ringhi , il suo dolore .
- Non ho bisogno del
tuo aiuto – rantolò , stizzito , facendo forza per
allontanare quelle piccole mani azzurre che cominciavano a macchiarsi
del suo sangue , ma lei non allentò la presa , si
limitò ad abbassare la testa ancora di più .
- Tutti hanno bisogno
di aiuto – replicò lei , con voce bassa e sottile
, lasciando che il bagliore delle proprie mani , che
l’energia del suo corpo ricostruisse le cellule che
componevano il braccio , affinchè James guarisse , e la perdonasse .
- Non del tuo .
Astrid potè
sentire lo strappo nel petto , la desolante sensazione di
qualcosa che si rompe e cade , ancora e ancora ,
frantumandosi nel petto , ma non pianse , non se lo poteva permettere ,
non quando tutti quegli uomini per lei senza nome chiamavano
la loro famiglia .
Quando James si
curvò in avanti assottigliò le palpebre ,
accostando le labbra all’orecchio di Astrid per soffiarvi
contro il suo odio , il suo dolore e la sua rabbia per un destino che
non voleva accettare , non a quel prezzo .
- Sai che è
colpa tua , lo sai bene . E non credere che i tuoi patetici tentativi
di curarmi possano farmi cambiare idea .
Ancor prima di
abbandonarsi alle lacrime , ancor prima di potersi concedere un gemito
di dolore , Astrid vide le proprie mani sporcarsi di sangue , del
fiotto che l’uomo in divisa si era lasciato sfuggire quando
qualcosa lo aveva colpito duramente alla nuca .
E quando si
sentì sollevare , Astrid riconobbe il bastone con il quale
Loki aveva fatto accasciare James per il dolore prima di vedere i letti
dell’infermeria allontanarsi e sentire l’aria
gelida della sera sferzarle il vento .
Soffocò un
sussulto quando Loki la fece sedere rudemente su una gomma ,
accovacciandosi davanti a lei con occhi feroci.
- Non ti avevo detto
di stare lontana da lì ? Perché continui a
disubbidirmi ?
Non
alzò lo sguardo per paura di lasciarsi sfuggire
ciò che pensava , ciò che credeva fosse giusto
fare , per non tradirsi e intristirlo , farlo soffrire .
Poi vide le braccia di
Loki ricoperte di altre garze , di altri bendaggi , e la disperazione
le portò via un singhiozzo assieme ad un battito di ciglia
umide .
Lo udì
sospirare pesantemente prima di abbracciarla , in silenzio , con forza
, come se le mani che le stringevano il busto cercassero la forza , la
tenacia , per capire per cosa combattere , per cosa morire .
- Non devi
più preoccuparti . Domani sarà tutto finito
– le sussurrò in un orecchio , sincero ,
e Astrid ebbe paura di essersi scoperta , di essersi tradita in qualche
modo . Ma quando Loki tornò a parlarle , capì che
non aveva capito ,e tanto le bastava , se lo sarebbe fatto bastare .
- Saremo
già lontani quando i Chitauri sferreranno
l’attacco .
Sorrise senza essere
vista , abbracciandolo e annusando il suo odore per ricordarlo , quando
l’odore di carne bruciata l’avrebbe avvolta ,
soffocata , fatta piangere .
- Non devi dirlo a
nessuno . Hai capito ?
Annuì in
silenzio prima di tornare ritta e guardarlo negli occhi con dolcezza ,
memorizzando ogni vena , pagliuzza di quello sguardo che
l’aveva fatta sentire amata .
E lo baciò
, con delicatezza , stringendo tra i palmi quel viso che era stato
ferito tante volte , sempre per colpa sua .
Lo sentì
irrigidirsi contro le sue labbra , ed ebbe paura di essersi lasciata
trasportare troppo , ma la ricambiò in silenzio ,
accarezzandole i capelli con il sentore che c’era qualcosa di
sbagliato in quel bacio così dolce e delicato .
Quando si separarono
Astrid sorrise di cuore , felice , chiedendogli se potesse andare a
giocare , e quando capì che Loki stava cercando qualcosa in
fondo ai suoi occhi , nella piega sicura delle sue labbra ,
pregò di essere forte , di riuscire ad ingannarlo ,
lui e il suo cuore .
- Va bene .
- Posso usare il tuo
bastone ?
Loki la
tornò a fissare con un lampo di sospetto in fondo agli occhi
chiari , ma Astrid continuava a sorridere , gentile e ingenua come
sempre , e il dio le concedette anche quel piccolo desiderio prima di
vederla correre verso la tenda dei bambini .
Quando Astrid
tirò Nadir ed Estela per un braccio seppe con certezza che
tutto sarebbe andata bene , che ce l’avrebbero fatta davvero
, anche quella volta .
La radura era oramai
spoglia , morente , ma era abbastanza isolata per concederle
l’intimità che cercava .
- Nadir , vai a fare
la guardia . E avvisami se qualcuno si avvicina .
Il bambino si
portò una mano alla fronte con un gesto secco , come aveva
visto fare agli uomini in mimetica , e corse verso il
limitare della radura come la sua amica gli aveva ordinato di fare .
Ma Estela non si
sentiva a suo agio lì , non con la sua
“scoperta” che si rigirava tra le mani quel bastone
strano .
- Sai mantenere un
segreto ?
La bambina
annuì con convinzione , ricambiando il sorriso di
Astrid che aveva scavato una piccola buca nel terreno prima di portarsi
una mano al petto , all’altezza del cuore .
Il riverbero del
fulmine nascose il bagliore della foresta , camuffando lo scoppio al
suo interno con il fragore di un tuono , e mentre Estela
tratteneva il fiato per la sorpresa, Astrid si convinse a deporre la
sfera di energia che aveva estratto dal suo cuore dentro il bastone di
Loki .
Questo
sfrigolò un attimo prima di assorbirla , poi la ragazza lo
coprì sbrigativa , facendo attenzione a non far intravedere
nulla prima di prendere tra le proprie mani sporche quelle di Estela .
- Quando
sarà tutto finito , voglio che tu lo dia al mio amico con il
mantello verde . Hai capito ?
C’era
qualcosa di sbagliato nella promessa che le stava strappando , questo
Estela lo capì inconsciamente , ma gli occhi della sua amica
erano lucidi di pianto , e lei non voleva vederla piangere .
Annuì
ancora , come una bambola , e quando Astrid capì che sarebbe
andato tutto bene la trasse a sé per un braccio ,
stringendosela contro per nascondere il luccicore degli occhi .
Perché
aveva fatto del suo meglio per nascondere la sua paura, il
suo dolore , ma era arrivato il momento di fare ciò per il
quale era stata mandata su quel pianeta .
Proteggere la sua
famiglia e saperli felici , finalmente , senza pericoli e
preoccupazioni dietro l’angolo .
E quello le sarebbe
bastato , le sarebbe bastato per sempre .
- Ce la faremo
– sussurrò con voce rotta , affondando la bocca
nei capelli di Estela che guardava la radura con occhi grandi e lucidi
di lacrime .
Perché
qualcosa , in fondo allo stomaco , le diceva che la sua amica non
sembrava contarsi in quel “faremo”
, che per lei , le cose , non
sarebbero finite bene .
°°°
Il braccio di Raul rischiò di toglierle il respiro per
quanto la strinse , ma quando l’intonaco del soffitto venne
giù assieme alle urla e agli strepiti che giungevano
dall’esterno non potè che accettare il
caldo rifugio che l’uomo le aveva creato in quel groviglio di
arti e tremiti .
Un'altra scossa .
Un altro crollo .
Il pianto di Nadir al suo fianco .
Il singhiozzo trattenuto delle donne delle favelas .
I ringhi sommessi dei soldati che , incapaci di combattere , sfogavano
la propria frustrazione .
Era desolante vederli stringersi l’uno all’altro in
cerca di riparo , di protezione , in quella piccola casupola che a
stento li conteneva tutti , e la sensazione di
soffocamento le si acuì nel petto .
Poi lo sentì , il fruscio che aspettava , e quando
alzò lo sguardo incrociò gli occhi
vitrei della vecchia Baba prima di sollevare gli occhi un po’
più in alto , sulla figura rigida di Semjace che
nessuno oltre lei riusciva a vedere .
- È ora .
Non c’era nulla di dolce nella sentenza di sua madre , nulla
che potesse darle conforto , ma era stata lei a chiederglielo , di non
mostrarsi comprensiva , di non essere amorevole , non quando aveva
bisogno di un brusco risveglio , non quando necessitava di essere
spintonata per trovare il coraggio di combattere , di lottare .
Quando si alzò in piedi sentì la mano di Raul
provare a tirarla indietro , ma gli sorrise con riconoscenza ,
attirando l’attenzione di tutti gli umani quando si
posizionò in mezzo alla stanza , osservandoli con occhi
gentili.
Li guardò uno per uno , memorizzandone i volti , i nomi ,
gli odori , e quei colori che l’avevano fatta sentire diversa
ma che lei aveva imparato ad amare .
I capelli le caddero in avanti quando si inchinò , piegando
la schiena rigida , guardando i propri piedi e il pavimento polveroso
, per memorizzare anche quello , e ringraziarli , con
dignità , di quello che le avevano insegnato .
- Grazie .
- No .
Il pigolio di Estela le era giunto storpiato all’orecchio ,
incrinato più dei suoi occhi , più delle urla che
sentiva fuori e nella sua testa , e quando la guardò sorrise
con dolcezza , sentendo la gola gonfiarsi dalla commozione .
La guardò più di tutti , la sua prima amica umana
, la sua maestra delle cose divertenti , e si inchinò
maggiormente , piegando la testa per ringraziarla di averla trovata ,
di averla ascoltata, di averle sorriso .
Sentì il capello scivolarle via quando la bambina le
afferrò la visiera , ma riuscì a bloccarne la
caduta per non avere il capo scoperto , per non sentire il peso delle
sue scelte che l’avrebbero schiacciata , senza qualcosa sotto
la quale nascondersi .
- Andrà tutto bene .
- No .
Estela non la lasciò , le impedì di allontanarsi
, di tornare in piedi , districandosi dalle braccia del padre per
tenerla stretta a sé , vicino , affinchè non
volasse via con la promessa di non tornare più .
Perché la bambina aveva capito ciò che aveva
tentato di nascondere a papà Bruce , allo zio Tony , a
Pepper , persino a Loki , e ci era riuscita , li aveva
ingannati tutti , tutti tranne lei .
Provò ad allentare la presa delle sue piccole dita attorno
al cappello , ma si ritrovò con le mani di Estela nei
capelli , con alcune ciocche inanellate tra gli indici per impedirle di
scappare , di morire da sola .
- Estela …
- No – piagnucolò tremante , stringendola per le
gambe , e pregandola , tra le lacrime , di non andare , di non
lasciarla sola . Ma ci sarebbero stati Nadir , Raul e gli uomini del
suo villaggio ad abbracciarla , una volta che la guerra fosse finita ,
sarebbero stati tutti bene , e nessuno sarebbe rimasto solo , nessuno
di quelli che amava .
Un ruggito cadde sulle loro teste assieme alla polvere del tetto , e
quando a questo si unirono versi storpiati delle bestie che
lei aveva visto nella sua testa , ci fu solo il tempo di chiedere scusa
, ancora una volta .
- Mi dispiace .
Quando la porta si schiantò al contatto con il suo corpo
l’urlo di Estela la raggiunse fin all’esterno , ma
ora i suoi occhi non abbracciavano più gli umani che
l’avevano accolta come una di loro , ma vedevano scintillii
sinistri , serpenti di ferro e mostri dai denti a sciabola che
inneggiavano al massacro della popolazione .
Era troppo lontana dal campo di combattimento , ma utilizzò
quella breve distanza per riportare alla mente le parole di sua madre ,
i suoi consigli su come utilizzare il suo potere per difenderli tutti ,
per essere la loro arma segreta .
Poi la sentì , l’energia che vibrava
nell’aria , nei corpi dei soldati che sparavano e difendevano
il loro pianeta pregno di vita , di calore , di quel campo
magnetico che strinse tra le dita come una rete prima di puntare lo
sguardo al cielo e correre verso il buco .
Macinò terra e pietre , alzando vortici di sabbia
che sospingevano i Chitauri lontano dagli umani , in
quell’immenso reticolo impalpabile che stringeva
tra le mani e che con lo sguardo ingigantiva , tanto da aprirsi in un
enorme coperta che li sospingeva via .
Un proiettile le forò il ventre , ma non rallentò
, continuò a correre , a divorare terra , a catturare
Chitauri e a sentire , dentro di sé , il calore aumentare ,
chiedere di essere liberato.
Perse il cappello quando un fascio d’energia la
ferì alla testa , ma agli occhi umani era diventata solo una
scheggia impazzita che disegnava una linea retta luminosa , nulla di
più , nulla di meno .
Eppure Tony Stark sgranò gli occhi , raggelato , nel
percepire qualcosa di familiare toccargli il fianco per un secondo , il
tempo di un tocco fuggevole che lo portò a distogliere
l’attenzione dal Chitauro che , senza un perché ,
gli volò via dalle mani , come se
qualcuno lo stesse strattonando all’indietro .
Poi la vide , la piccola bambina che avrebbe dovuto essere al
rifugio , con Astrid , e che invece correva tra i
soldati , cadendo e rialzandosi con le lacrime agli occhi mentre con la
sua vocetta urlava a qualcuno di fermarsi , di tornare indietro .
E l’uomo sapeva chi la bambina stesse implorando ,
perché riconobbe il profumo dolciastro che la circondava e
che aveva imparato a seguire , per trovarla . E perché ,
semplicemente , il cappello chiazzato di sangue che un
soldato calpestò nell’avanzare glielo aveva dato
lui per rassicurarla , per farla sentire al sicuro .
Ma Astrid non lo era , non in quel campo di battaglia , non con i
Chitauri che piovevano dal cielo a catinelle .
Schiuse le labbra per urlare , per gridare la sua
disperazione , ma non trovò la voce , non
trovò la forza , e fissò davanti a sé
, impotente e affranto , verso la donna bionda ,
esangue e ferita , che arrancava nella polvere .
E poi lo udirono , il
grido .
Forte , così acuto da risucchiare ogni altro suono ,
affaticato e disperato come se la morte la stesse arpionando per le
gambe e la trascinasse via , incurante delle unghie spezzate con le
quali affondava nella terra per ribellarsi .
Ma non erano le unghie a essersi sbriciolate nel tentativo di fermare
la corsa , erano le sue braccia , scorticate dal campo
magnetico che ora , come una bolla d’aria
trasparente tappava il buco nero nel quale i Chitauri
urlavano la propria frustrazione .
Astrid cadde in ginocchio , affaticata , sputando sangue e
respirando sabbia e polvere tra le narici che le bruciavano per il
fetore di carne bruciata , e quando si fissò gli avambracci
capì che era lei ad emettere quell’odore
ributtante .
Non provava dolore però , non sentiva
più nulla oltre al fischio nelle orecchie che la
rendeva sorda al silenzio improvviso del campo di battaglia .
Alzò il viso con un gesto stanco del capo ,
perché la testa le girava e muoverla troppo le avrebbe
arrecato solo fastidio , inghiottì la visione di
quelle creature che si dimenavano , rimbalzando sulla rete che li
spediva indietro con il doppio della forza che usavano per uscirne e
sorrise , felice della riuscita del suo piano .
- Alzati .
Percepì la presenza di sua madre accanto , e potè
sentire il dolore dei suoi artigli che si sforzavano di non aiutarla ,
di non accarezzarla e assicurarle che tutto sarebbe andato bene , ma
lei ora doveva pensare solo a richiudere quel buco , una volta per
sempre .
Inginocchiarsi le costò più fatica di quanto
avesse pensato , e le si mozzò il fiato nel sentire lo
stomaco accartocciarsi come se qualcuno ci stesse rovistando dentro in
cerca di aria , e di
pelle da bruciare .
Il dolore divenne insopportabile però , tanto straziante da
farle bruciare gli occhi un attimo prima che le sue mani si
aggrappassero al pezzo di carta che nascondeva sotto il vestito , il
foglio consunto e bruciacchiato ai lati che le diede il sollievo che
necessitava .
Quando lo tirò fuori sorrise , un sorriso che le raggiunse
gli occhi , e riuscì ad alzarsi , facendo forza con il
braccio che emise uno scricchiolio sinistro per il peso del suo corpo .
- NO !
Aveva programmato di sentirsi chiamare , una volta che
l’avessero vista , che le avrebbero urlato di non andare , di
non fare cose stupide , ma quando lanciò uno sguardo da
sopra la spalla , si accorse con orrore che l’ombra
che era rimbalzata contro il campo di forza eretto da sua madre era
troppo piccola per essere quella di Loki o di papà Bruce .
E quando Estela tornò in piedi sputando polvere
, il divieto di non piangere che si stava auto imponendo
scivolò via assieme al sorriso , e alla promessa di essere
forte , e di non mostrare il proprio dolore .
- No ! No ! No ! – piagnucolò la bambina ,
battendo i pugnetti a terra per raggiungerla e farsi abbracciare ,
perché la sua scoperta perdeva sangue , tanto sangue , ed
era sola , in quello spiazzo deserto , alla mercè di quelle
creature che fissavano lei , soltanto
lei .
- Torna indietro Estela .
- No !
- Ti prego
– la supplicò , con voce rotta , impallidendo
quando riconobbe il paio di stivali che avevano accostato la bambina ,
e quando Loki la guardò , sentì il suo
cuore fare un altro schianto e rotolare fino stomaco nel quale
l’incendio lo fagocitò .
Perché Loki non la
guardava più , ma la fissava , semplicemente ,
come l’aveva guardata la creatura dorata la prima volta ,
quando era fuggita dalla prigione , come l’avevano guardata
tutti , quando avevano capito cosa lei fosse in realtà .
- Mi hai tradito .
Astrid abbassò lo sguardo con un tremore , stringendo al
petto il foglio per sopperire all’ennesimo strappo che
sentiva dentro e che la faceva a pezzi , frammento dopo frammento .
- Mi hai ingannato – sibilò ancora Loki
, rantolando il proprio dolore , prendendo aria
perché respirare gli veniva difficile con i frammenti della
sua voce che gli pungolavano la carotide .
- Hai mentito , a me
! – esplose , rabbioso , sentendo nella testa tutte
le bugie di suo padre , l’amore che gli professava ogni
giorno e che da bambino stringeva al petto per paura che fuggisse , e
che smettesse di scaldare il freddo che sentiva in fondo
all’anima .
* - Sono maledetto ?
- No .
- Che cosa
sono ?
- Mio figlio .
Bugie . Non c’era stata l’ombra di
verità nella sua vita , fin da quando era nato .
- Mi hai sempre mentito ! Fin dal primo istante , ti sei avvicinata a
me solo perché ti faceva comodo ! Perché non
sapevi a chi altri chiedere aiuto .
- Non è vero – strillò Astrid ,
inquieta , negando con il capo , ma Loki non la degnò di uno
sguardo , di pietà , perché si sentiva ferito ,
ancora una volta , dalla persona che più amava al mondo .
*- Avresti
potuto dirmi cos'ero fin dal principio, perché non l'hai
fatto!?
- Tu sei mio figlio, ho
cercato di proteggerti dalla verità.
- Perché!?
Perché i-io sono il mostro da cui i genitori mettono in
guardia i propri figli la notte!?
Loki serrò gli occhi per non piangere , per non vederla ,
lei e quell’espressione ferita che gli stava strappando il
cuore dal petto , e sapeva che erano le sue ad essere solo
bugie , un inganno per camuffare il proprio dolore , per esorcizzarlo e
non sentire più male , a costo di farlo a lei , di farne ad
entrambi .
- Non sei diversa da tutti quelli che ho incontrato sul mio cammino
– sibilò , feroce , divorandola con lo sguardo di
pietra , duro e freddo come lo era la sua pelle , e il sangue dei
Giganti di Ghiaccio .
- Non è vero , io sono diversa –
soffiò lei , dolente , sentendo le gambe cedere
sotto il peso del proprio essere ,
dell’impossibilità di realizzare il suo unico
desiderio .
Non far del male a Loki .
- E quale sarebbe , la tua differenza ?
Astrid tacque per un istante , con le labbra schiuse per
l’incapacità di confessare ciò che
sentiva , che aveva sempre provato ma che per paura , per vigliaccheria
non aveva mai avuto il coraggio di dirgli .
Perché , anche se era la fonte di energia più
potente dell’universo, aveva un cuore fragile , capace di
andare in pezzi , proprio come quello di un essere umano .
- Il fatto che io ti ami .
Quando Loki lo sentì , il suo primo istinto fu quello di
fuggire , di nascondersi per paura di aver sentito male , di essersi
immaginato tutto , e distolse lo sguardo quando lei provò ad
incrociare i suoi occhi , spaventato da quella confessione ,
da ciò che aveva sempre ricercato nel prossimo ma che
nessuno , mai , aveva avuto il coraggio di concedergli .
E l’incredulità non gli permise di accettarla , di
credere davvero
,che ci fosse qualcuno a quel mondo che potesse amarlo per
com’era , e non potè vedere , con il viso voltato
, gli occhi di Astrid spegnersi , lentamente , come una candela uccisa
dal vento freddo dell’inverno .
I Chitauri lanciarono un urlo quando videro il Tesseract tornare in
piedi lentamente , battendo la barriera con i pugni che fecero fremere
il cielo e i cuori degli umani che dabbasso li fissavano con paura .
E li guardò anche lei , alzando il viso e sentendo il dolore
congelarle il cuore , soffiare via l’ultimo pezzo ancora
integro di se stessa .
Quando Tony Stark sentì lo sguardo di Astrid su di
sé non potè che supplicarla , con il cuore in
mano , di tornare indietro con loro , ma la luce
che si faceva spazio negli occhi della sua bambina aveva cancellato
ogni emozione , ogni scintilla di vita , in un sguardo che si perse nel
vuoto .
Sul viso straziato e triste di Hulk .
Sull’espressione disperata di Pepper .
E sulla figura rannicchiata di Estela prima di guardare , un ultima
volta , il dio che non l’aveva creduta .
- Mi dispiace
.
Era stato un addio stanco , quello di Astrid , l’ennesima 'scusa
per un destino che non aveva potuto scegliere e che pativa , ancora una
volta , a capo chino .
Il foglio crepitò tra le sua mani quando le fiamme
cominciarono a lambirle gli abiti , la pelle ,
scrostando l’involucro che l’aveva sì
resa diversa , ma che le aveva permesso di essere abbracciata , di
essere toccata , almeno una volta .
E fu nel vederla librarsi ad un centimetro da terra , con gli occhi
chiusi e il viso divorato dalle fiamme che Loki capì che con
quel “mi
dispiace” Astrid si scusava per
l’abbandono di suo padre , per le bugie di Odino , per
l’orrore dell’uomo , per la paura degli dei , per
la tristezza di un bambino che ora , attraverso gli occhi
divenuti adulti vedevano il loro cuore bruciare assieme
all’immagine di se stesso stretto al petto del suo amore .
Un sospiro di sollievo , e Astrid fendette il cielo come il corpo
asimmetrico di un fulmine , bucando la bolla d’energia e
uccidendo ogni forma di vita che , risalendo , incontrò sul
suo cammino .
La luce azzurra che la cingeva si tinse di rosa quando la forza di
gravità provò a sospingerla in basso , ma quando
finalmente riuscì a entrare
nell’infinità dello squarcio di universo sul quale
aveva aperto il passaggio riprese fiato .
E quando aprì gli occhi provò orrore , paura ,
nel sapersi osservata , nell’accorgersi
che c’erano troppi occhi che la fissavano , troppe braccia
che scuotevano le armi , e un ombra sopra la sua testa troppo grande da
poter essere contenuta persino sul pianeta Terra .
Ma fu un attimo il suo , il momentaneo smarrimento dettato
dall’ignoto , da ciò che non conosceva , che non
capiva , come era successo quando era nata , ed ora che moriva ,
tornava a sentire la “paura”
, quella vera , quella che annienta l’animo e
sterilizza il cuore , rendendolo incapace di provare altro , di battere
, per altro .
L’odio che provò quel giorno non lo
potè comparare con nulla , perché lei non aveva
mai odiato , ed imparato a farlo , e come ogni emozione nuova che
imparava , l’avrebbe portata al limite ,
all’estremo .
Quando le fiamme cominciarono a pulsare dentro e attorno a lei ,
sentì una stretta sicura sulla schiena , e capì
che un abbraccio lo avrebbe avuto , prima di implodere .
La stretta che la convinse ad espandersi , come quando era nata tra gli
artigli di Yehouda , a tendersi e ritrarsi come un elastico , e
tendersi ancora , fino a giungere al punto di rottura , brillando ad
intermittenza , come una vecchia lampadina rotta , prima di rompersi e
sfogare con un sorriso l’immensità del
suo essere , per l’ultima volta .
Il boato che si udì dopo l’implosione
portò via con sé le urla e i pianti di chi da
terra vedeva il cielo contrarsi e tendersi fino a vorticare attorno a
quel puntino di luce che esplose nell’universo come una
Supernova , prima di sputare l’azzurro e rimetterlo
al suo posto , come se nulla fosse accaduto .
Come se lei non fosse
mai esistita .
E caddero le braccia , lungo i fianchi , quando non la videro tornare ,
quando la staticità di quell’immagine li convinse
che no , lei non sarebbe tornata , non quella volta , non
più .
- Dobbiamo andare .
Semjace soppresse un sibilo quando Yehouda la invitò con lo
sguardo ad abbandonare quel pianeta , ma c’era qualcosa che
bloccava la Creatrice , una sensazione di smarrimento per la figura
fluorescente che continuava a guardare quelle creature che sentiva
urlare alle spalle .
E si voltò anche lei , seguendo lo sguardo vuoto di sua
figlia , sopprimendo un innaturale sussulto nel petto quando vide il
dolore , lo sgomento , e la disperazione in ognuno di loro .
Più disperazione di quanto ne avesse vista in altre creature
, su altri pianeti , per altri dolori .
Poi la sentì nella sua testa , la voce flebile di sua figlia
, della loro creatura , che le chiedeva di poterli salutare ,
solo una volta , e quando la guardò non potè che
scuotere il capo , negandole il suo ultimo desiderio.
- Non si può .
Astrid sorrise mesta , con il fiato che a poco a poco si faceva
più flebile , più stanco , e capì che
non avrebbe potuto salutare più nessuno , che non avrebbe
potuto dire addio al suo papà .
E la disperazione la assalì inaspettata , senza che potesse
impedirlo , e quando provò a smozzicare il nome di
papà Bruce sentì la gola bruciare e gli occhi
farsi troppo pesanti per garantirle di vederlo ancora .
- È tutto inutile . Ti ho già detto che
solo le bestie e gli animali percepiscono la nostra presenza
– la rimbrottò Yehouda , ma quando la ragazza
sollevò il viso stanco si accorse che suo padre la stava
guardando , con gli occhi sgranati e un po’ lucidi , come se
l’avesse sentita per davvero .
Perché Hulk non era umano , e poteva percepire le radiazioni
che emanava sua figlia e le voci delle creature con gli artigli che il
dottore intravide per un attimo sopra Astrid .
- Non farà male – la rassicurò Semjace
, ponendole una mano sugli occhi per
“resettarla” e cancellare ogni ricordo di una vita
che non avrebbe dovuto vivere , ma che era grata di aver avuto .
Una lacrima le sfuggì quando le sembrò di udirlo
gridare il suo nome prima che il buio l’avvolgesse e i suoi
occhi si spegnessero , lentamente , come uno schermo colorato al quale
avevano staccato la spina .
Quando Hulk cominciò a correre Tony Stark alzò il
viso da terra , con indolenza , seguendo la fuga disperata
dell’energumeno che puntava su delle figure sfocate ,
impalpabili , che ad ogni suo ruggito divenivano più chiare
, più concrete , e quando anche lui riconobbe i capelli
d’arcobaleno di Astrid sentì la speranza
rianimarlo , lui e il suo cuore .
- È viva ! È viva ! –
strepitò lo scienziato , tirando Pepper per un braccio e
cominciando a correre con le lacrime agli occhi , sorpassando Loki e la
bambina che alzarono il viso da terra per capire cosa li avesse
attirati .
E quando il dio capì , comprese da chi stessero correndo ,
chi stessero chiamando non ragionò , ma
cominciò a muoversi , a passi smozzicati , appena abbozzati
, prima di fare forza sulle gambe e slanciarsi in avanti con
l’animo un po’ più leggero al pensiero
che forse , lei era ancora viva e sarebbe tornata .
- Stupidi umani !
Bastò uno schiocco di dita di Yehouda , e Hulk si
schiantò al suolo con un tonfo , rialzandosi con un ringhio
e con gli occhi incollati alla creatura che gli dava le spalle e che
era china su Astrid .
- Ridatemela .
- Lei non è tua – lo rimbeccò il
Creatore , stizzito , sorridendo biecamente quando vide Semjace alzarsi
e fare attenzione a non far cadere la loro creatura dalle braccia
– ma se ci tieni tanto , misero umano , te la farò
vedere . Semjace !
La Creatrice sospirò , trattenuta dal pensiero che mostrarla
a quegli umani non avrebbe giovato ai loro poveri cuori mortali , ma
quella era la realtà , e prima l’avrebbero
accettata , prima sarebbero potuti andare avanti .
Fece attenzione a non perdere la presa sul busto , ma si
lasciò sfuggire la testa che si
rovesciò all’indietro quando , per paura di
ferirla con un artiglio , aveva allentato la presa .
E quando Hulk vide gli occhi di sua figlia fissi nel vuoto , vitrei e
senza vita , non riuscì ad alzarsi da terra , ma
si lasciò cadere , nuovamente , mentre i muscoli tremavano e
il suo corpo cominciava a rimpicciolirsi e a sussultare per
un dolore che neanche Hulk avrebbe potuto contenere .
Pepper fu la prima ad accorgersene , e nel vedere il compagno
spingerla in avanti fece forza per fermare entrambi , tirandoselo
contro e tenendolo stretto per impedirgli di vedere e di crollare ,
ancora una volta .
Ma Tony Stark non era un uomo stupido , e capì che
quell’abbraccio teso gli nascondeva qualcosa , lo
proteggeva da qualcosa che forse non avrebbe mai voluto vedere , ma non
era mai stato codardo e vigliacco , non davanti alla morte dei suoi
genitori , non davanti al dolore della loro perdita .
Eppure quella volta non ce la fece , a rimanere in piedi , a
stringere i denti e ripetersi che ce l’avrebbe fatta , che
sarebbe stato forte e si sarebbe rialzato , perché quella
volta non l’avrebbe trovata , tutta quella forza ,
non per alzarsi , non per distogliere lo sguardo da quel viso
che Semjace raccolse tra gli artigli per posarselo contro il petto
.
- Eccola , la vostra preziosa Astrid , finalmente resettata –
gorgogliò Yehouda , deliziato dagli sguardi spenti di quegli
umani , dal dolore che percepiva a fior di pelle e che lo inorgogliva
del suo operato , notando quanto il potere del Tesseract
potesse influenzare e distruggere persino l’anima , oltre che
la materia .
Semjace trovò fastidioso il comportamento del Creatore , e
non gli badò , limitandosi a sorreggere il braccio
del Tesseract che ciondolava nel vuoto , privo di vita , ma qualcuno lo
aveva sorretto prima di lei , e lo stringeva con una dolcezza che , a
causa dei suoi artigli , non avrebbe mai potuto esprimere .
Lo riconobbe dallo sguardo duro e incolore , eppure notò
qualcosa di diverso nella divinità , nel figlio di
Laufey , una tristezza che non credeva l’erede dei
Giganti di Ghiaccio avrebbe potuto provare .
Non per qualcuno , non per la loro creatura .
Eppure Semjace non seppe descriverlo in altro modo , e provò
quasi pena per quello sguardo smarrito , inquieto e come sul punto di
infrangersi , ma quello che stringeva era il braccio di una creatura
priva di vita , e non poteva fare nulla per lui o per il suo
cuore spezzato .
- Non tornerà .
Loki la udì appena , percepì il sussurro della
creatura come l’eco di un sospiro che soffiò via
dalla testa che gli doleva , ritornando a pensare che la mano che
stringeva era troppo fredda , e che avrebbe dovuta scaldarla , se
voleva che muovesse le dita .
Ma se la vide strappare dalle mani quando provò a strofinare
quel palmo piccolo contro i propri , e quando alzò lo
sguardo spento non riuscì a metterla a fuoco ,
perché tutto era diventato tremolante , opaco , confuso ,
come se qualcosa gli appannasse la vista , come se stesse piangendo .
- Non tornerà – ripetè , dura , facendo
un passo indietro con la speranza che non la seguisse , ma il dio la
imitò , inconsciamente , allungando le mani sul corpo che
nascose contro il petto con un ringhio .
- Lei non vi appartiene più . È tempo che riposi
e dimentichi la lordura della vostra specie , umana e divina . Siete
liberi , il portale non potrà condurre da voi i Chitauri .
- Ridatemela .
Yehouda soffocò un ringhio quando lo riudì ancora
, con una voce più umana , storpiata al pianto , ma non li
impietosì , non lui , non un misero essere umano .
- Ti ho già detto , stupido insetto ,
che lei non è tua .
Bruce gattonò , sporcando il petto e il viso di polvere , di
terra , gli occhi lucidi di pianto .
- Vi prego , ridatemi la mia bambina – li supplicò
, straziato , ricevendo l’ennesimo rifiuto ,
l’ennesimo ringhio .
E Semjace capì che non l’avrebbero ascoltata ,
capita , e decise che era tempo di partire , di tornare a casa .
- Non è vostra , non lo è mai stata.
Né degli umani , né degli dei . Lei appartiene
all’universo , appartiene a noi .
È ora che ritorni a casa e che voi dimentichiate
quanto successo . Non è affar vostro , non lo
sarà più.
Svanirono in un soffio , senza un suono , ma in silenzio , davanti agli
occhi increduli di Bruce e quelli appannati di Loki , crollato a terra
senza forze , senza voce , mentre la vecchia Baba e gli uomini delle
favelas si arrischiavano ad uscire per vedere il cielo limpido ,
finalmente .
Ma la vecchia strega non potè che abbassare il capo e
stringere le labbra rugose quando udì le urla
vittoriose dei soldati , perché la guerra era
finita , e gli umani erano sopravvissuti ancora una volta , salvati dal
Tesseract , ancora una volta .
Eppure erano pochi quelli che sorridevano e guardavano il cielo con
l’animo leggero , perché tutti guardavano a terra
, in silenzio , stretti nel proprio muto dolore .
Perché la guerra era finita , ma nessuno aveva vinto .
Avevano perso , avevano perso tutti quanti .
Continua…
*Le parole con
asterisco non mi appartengono , ma sono tratte dal film "Thor", in
quanto è un ricordo di Loki .
Bè , devo
ammettere che mi è sfuggita qualche lacrimuccia nel
descrivere queste scene, e spero che il dolore e la disperazione che
volevo trasparissero dalle parole vi abbiano raggiunto .
Forse è il capitolo più triste che io abbia
scritto in questa storia , e di momenti tristi ce ne sono
stati parecchi .
Ringrazio tutti per la lettura .
- Zamieluna :
Non riesco a non sorridere dalla contentenzza per i tuoi commenti
originali , e ti ringrazio ancora per i complimenti , sono contenta che
la storia continui a piacerti e che apprezzi il mio modo di scrivere ,
grazie di cuore .
Al prossimo aggiornamento .
Gold Eyes
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